Teresa Gullace: differenze tra le versioni
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|Nome = Teresa
|Cognome = Gullace
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|Sesso = F
|LuogoNascita = Cittanova
|LuogoNascitaLink = Cittanova (Italia)
|GiornoMeseNascita = 8 settembre
|AnnoNascita = 1907
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|GiornoMeseMorte = 3 marzo
|AnnoMorte = 1944
|Attività = cittadina▼
|Epoca = 1900
|Nazionalità = italiana
|Categorie = no
|
|Immagine = Teresa-Gullace.jpg
}}
La sua morte ebbe una notevole eco nella città, e la sua figura divenne ben presto un simbolo della [[Resistenza italiana|resistenza]] romana; la sua vicenda venne inoltre ripresa e resa celebre dal regista [[Roberto Rossellini]], che prenderà spunto dalla Gullace per il personaggio della ''Sora Pina'', interpretata da [[Anna Magnani]] nel [[film]] ''[[Roma città aperta]]''.
==
Durante tutta l'occupazione di [[Roma]], i [[tedeschi]], coadiuvati dai loro alleati [[fascisti]], effettuarono numerosi rastrellamenti di uomini civili da adibire al "servizio di lavoro obbligatorio", ossia ai lavori forzati, spesso per costruire fortificazioni a sud della capitale<ref>{{cita|Katz 2009|p. 95}}.</ref>, o per lavori di sgombero di macerie nella città, o anche da inviare nei campi di lavoro in Germania, oltre che nella speranza di individuare fra essi partigiani, soldati sbandati del [[Regio Esercito]] e spie nemiche<ref name="Orlando60"/>.
==
Teresa Talotta nacque a [[Cittanova (Italia)|Cittanova]], in [[Calabria]]. Dopo il matrimonio con Girolamo Gullace si trasferì col marito a [[Roma]] dove lui avrebbe lavorato come manovale in un cantiere edile.<ref>{{cita|Orlando 2014|pp. 60-1}}.</ref> La famiglia Gullace abitava in vicolo del Vicario, in quello che era all'epoca uno dei quartieri più poveri di Roma, intorno alla stazione San Pietro; nelle baracche del quartiere trovava ricetto una popolazione di immigrati meridionali, i cui uomini lavoravano perlopiù nell'edilizia<ref name="Orlando61" />. Nel 1944, all'età di 37 anni, Teresa aveva cinque figli, era in attesa del sesto e faceva la casalinga. Il 26 febbraio di quell'anno, durante un rastrellamento nei pressi di [[Porta Cavalleggeri]], il marito fu arrestato da due [[carabinieri]] che lo portarono al loro comando<ref name="Orlando60">{{cita|Orlando 2014|p. 60}}.</ref>, per poi essere consegnato ai nazisti che lo rinchiusero presso la caserma dell'81º reggimento di fanteria in viale Giulio Cesare, nel rione [[Prati (rione di Roma)|Prati]]<ref>{{Cita news|autore=Alberto Custodero|url=https://www.repubblica.it/cronaca/2015/04/23/news/teresa_gullace_figlio_roma_citta_aperta-112638727/|titolo=Il figlio di Teresa Gullace, che ispirò 'Roma città aperta': "Così i tedeschi mi distrussero la vita"|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=23 aprile 2015|accesso=4 gennaio 2021}}</ref>. Per vari giorni, tutte le mattine, Teresa si recò davanti alla caserma (come facevano molte altre donne i cui compagni erano prigionieri) nel tentativo di vedere il marito, di parlargli e di recargli qualche genere di conforto<ref name="Orlando61">{{cita|Orlando 2014|p. 61}}.</ref>.
La mattina del 3 marzo davanti alla caserma si formò un grande assembramento, poiché nei giorni precedenti erano stati rastrellati e ivi rinchiusi centinaia di uomini<ref name="Orlando62">{{cita|Orlando 2014|p. 62}}.</ref>. Si trattava in effetti di una protesta organizzata dai [[Gruppi di Azione Patriottica|GAP]] e in preparazione da tempo, che fu anticipata per timore che i nazisti, dopo i massicci rastrellamenti appena effettuati, accelerassero la deportazione dei prigionieri verso i campi di concentramento; fra le gappiste presenti quel giorno vi erano [[Carla Capponi]], [[Marisa Musu]], [[Lucia Ottobrini]], [[Maria Michetti]] e varie altre, tutte coordinate da [[Laura Lombardo Radice]]. Più in lontananza vi erano altri gappisti fra cui [[Mario Fiorentini]] e [[Franco Calamandrei]]<ref>{{cita|Orlando 2014|pp. 64-65}}.</ref>. A presidiare la caserma vi era un drappello di soldati tedeschi, disposti a fila, e fra loro pochi militi italiani<ref name="Orlando62"/>.
Quando arrivò Teresa Gullace (incinta di sette mesi<ref name="Orlando_2014">{{cita|Orlando 2014|p. 68}}.</ref>, tenendo per mano il figlio Umberto<ref name="Orlando62"/>, all'epoca tredicenne<ref name="Orlando61"/>), le donne, oltre duemila, erano già schierate su più file, con in prima fila, armate, le gappiste Marcella Lapiccirella, [[Adele Maria Jemolo]] e [[Carla Capponi]], e stavano scandendo la parola "Liberateli!". Gullace, dopo qualche esitazione, avanzò fino ad affiancare [[Laura Lombardo Radice|Lombardo Radice]], Musu e Lapiccirella<ref>{{cita|Orlando 2014|p. 65}}.</ref>. Durante queste proteste riuscì a scorgere il marito, dietro la grata di una finestra; anche il marito la vide e iniziò a urlare il suo nome, che subito iniziò a essere scandito da altri prigionieri. In uno spazio che si era formato fra i soldati e i dimostranti, Teresa avanzò fin sotto la finestra e (mentre suo figlio Umberto, esortato dal padre, si allontanava<ref>{{cita|Orlando 2014|p. 63 n.}}</ref>) tentò di lanciare a suo marito un involto, con dentro forse del pane. Ma l'involto rimbalzò contro il muro e cadde per terra. I soldati riuscirono a respingere la folla, colpendola col calcio dei fucili; nello spazio nuovamente apertosi fra loro e i dimostranti apparve una motocicletta con a bordo due militari. Teresa Gullace raccolse da terra l'involto e si diresse con decisione verso la finestra dietro la quale stava suo marito. Le si parò davanti un tedesco in divisa, contro il quale Teresa iniziò a protestare e ad inveire. Per tutta risposta costui le sparò, uccidendola<ref>{{cita|Orlando 2014|p. 63}}.</ref><ref name="ingrao">{{cita|Lombardo Radice, Ingrao 2005|p. 99}}.</ref>.
L'uccisore nazista rientrava in caserma, protetto da un drappello di fascisti e di tedeschi che respingevano col calcio dei fucili la folla delle donne e sparavano anche alcuni colpi in aria<ref name="Orlando66">{{cita|Orlando 2014|p. 66}}.</ref>. Carla Capponi estrasse una pistola puntandola contro l'assassino. Le altre manifestanti tuttavia la circondarono, impedendole di sparare, e tra di loro [[Marisa Musu]] ebbe la prontezza di sottrarle l'arma e di infilarle in tasca la tessera di un'associazione fascista. Capponi fu quindi arrestata, ma grazie allo stratagemma della Musu fu rilasciata nel pomeriggio dello stesso giorno<ref>{{cita|Katz 2009|pp. 219-222}}.</ref>. Durante i disordini della mattina, uno degli uomini rastrellati aveva tentato di fuggire saltando da una finestra al primo piano, ma era stato freddato da una raffica di mitra<ref name="Orlando66"/>. Laura Lombardo Radice raggiunse il suo compagno [[Pietro Ingrao]] e lo informò di quanto era accaduto; i due scrissero subito un resoconto da inviare clandestinamente agli [[Alleati della seconda guerra mondiale|Alleati]], dopodiché Ingrao redasse un volantino che venne diffuso lo stesso giorno nei quartieri popolari e nelle periferie della capitale<ref name="Orlando_2014" /><ref name="ingrao" />.
Nel pomeriggio dello stesso giorno, dopo il rilascio di Carla Capponi, i gappisti attaccarono il presidio della caserma; si determinò uno scontro a fuoco nel quale (secondo la testimonianza di Franco Calamandrei) rimasero a terra due militi fascisti<ref>{{cita|Ranzato 2019|cap. VI}}.</ref>. In ogni caso l'entità della protesta spinse le autorità naziste a rilasciare Girolamo Gullace, mentre le militanti Laura Lombardo Radice, Adele Maria Jemolo e Marcella Lapiccirella improvvisarono una camera ardente in strada, pregando e ricoprendo il corpo della Gullace con mazzi di fiori che diventarono via via più numerosi.<ref>{{Cita web|url=http://www.larivieraonline.com/Notizie.php?ID_News=903|titolo=Parte da Cittanova Roma città aperta|autore=Antonio Orlando|data=11 novembre 2006|accesso=15 ottobre 2020|urlarchivio=https://archive.is/20130411054150/http://www.larivieraonline.com/Notizie.php?ID_News=903|dataarchivio=11 aprile 2013}}</ref> Nei giorni e nelle settimane seguenti la tragica storia divenne una delle icone della resistenza, e numerosi gruppi partigiani cittadini, dai [[Gruppi di Azione Patriottica]] allo stesso [[Comitato di Liberazione Nazionale]], resero la sfortunata donna uno dei simboli della loro lotta.
La memoria della sua vicenda è rimasta particolarmente viva sia nella sua città natale, dove le sono stati dedicati una strada e un monumento, che a Roma, dove è stata apposta una lapide nel luogo dell'uccisione<ref>{{Cita web|url=https://www.rerumromanarum.com/2014/10/targa-in-memoria-di-teresa-gullace.html|titolo=Targa in memoria di Teresa Gullace|accesso=4 gennaio 2021}}</ref> e le sono stati dedicati un liceo statale<ref>{{Cita web|url=https://www.liceogullace.edu.it/la-scuola/la-storia|titolo=La storia della scuola|sito=Liceo Teresa Gullace|lingua=it-IT|accesso=2024-01-17}}</ref> nel quartiere Don Bosco, un centro di formazione professionale, nel quartiere [[Alessandrino (Roma)|Alessandrino]], e una strada in località [[Palmarola (Roma)|Palmarola]].
Scrive Antonio Orlando:
{{Citazione| Il sacrificio di Teresa, contro l'intenzione dei suoi stessi carnefici, diviene un fatto emblematico che colpisce e scuote la coscienza popolare dell’intera città. Le donne romane, spontaneamente, fanno assurgere Teresa a simbolo della lotta di resistenza e si sentono debitrici nei confronti di questa umile donna, all’apparenza così fragile e, tuttavia, così forte e così determinata da sfidare, per amore e in nome dei sentimenti umani più profondi, perfino l’ira delle belve più feroci.<br>Teresa non è stata vittima inconsapevole, sapeva di rischiare la vita in quel giorno, davanti a quella caserma perché quella protesta – la protesta di tutte quelle donne – non era più la "solita" protesta, era diventata la reazione collettiva di una città prigioniera. Teresa sceglie di rimanere e di rischiare e con il suo gesto traccia la strada della fierezza e della non rassegnazione<ref>{{Cita|Orlando 2014|p. 70}}.</ref>.}}
== Nella cultura di massa ==
[[File:Roma città aperta corsaPina.jpg|upright=1.4|thumb|La scena principale del film ''[[Roma città aperta]]'': l'uccisione della popolana Pina, interpretata da [[Anna Magnani]]]]
La vicenda di Teresa Gullace ispirò il personaggio di Pina, interpretata dall'attrice italiana [[Anna Magnani]] nell'acclamato film ''[[Roma città aperta]]'' di [[Roberto Rossellini]]. La pellicola ottenne un Grand Prix alla [[Festival di Cannes 1946|prima edizione del festival di Cannes]]<ref>{{cita web|url=http://www.festival-cannes.fr/en/archives/1946/allAward.html|titolo=Awards 1946|editore=festival-cannes.fr|accesso=25 gennaio 2011|lingua=en|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160304115245/http://www.festival-cannes.fr/en/archives/1946/allAward.html|dataarchivio=4 marzo 2016|urlmorto=sì}}</ref> e due [[Nastro d'argento|Nastri d'argento]] di cui uno per la miglior regia e un altro, rivolto alla Magnani, alla miglior attrice non protagonista. Il film ottenne inoltre una candidatura ai [[Premio Oscar|premi Oscar]] come [[Oscar alla miglior sceneggiatura originale|migliore sceneggiatura originale]].
Nel 1988 [[Poste Italiane]], nell'ambito di una serie di francobolli dedicati al cinema italiano [[Neorealismo (cinema)|neorealista]], dedicò il francobollo da 2400 lire al film di Rossellini, ritraendo la celebre scena dell'uccisione di Pina.<ref>{{Cita web|url=https://www.ibolli.it/php/em-italia-2100-Film%20Roma%20citt%c3%a0%20aperta,%20di%20Roberto%20Rossellini.php|titolo=Dettaglio francobollo - catalogo completo dei francobolli italiani|accesso=2021-01-04}}</ref> Inoltre nel 1995 fu emesso un altro francobollo in sua memoria, del valore di 750 lire, nella terza serie dedicata agli eventi della [[seconda guerra mondiale]].<ref>{{Cita web|url=https://www.ibolli.it/php/em-italia-2434.php|titolo=Dettaglio francobollo - catalogo completo dei francobolli italiani|accesso=2021-01-04}}</ref>
== Onorificenze ==
{{Onorificenze
|immagine = Merito civile gold medal BAR.svg
|nome_onorificenza = Medaglia d'oro al merito civile
|collegamento_onorificenza = Medaglia d'oro al merito civile
|motivazione = Madre di cinque figli ed alle soglie di una nuova maternità, non esitava ad accorrere presso il marito imprigionato dai nazisti, nel nobile intento di portargli conforto e speranza. Mentre invocava con coraggiosa fermezza la liberazione del coniuge, veniva barbaramente uccisa da un soldato tedesco. Roma, 3 marzo 1944.
|data = 1977<ref>{{Cita web|url=https://www.quirinale.it/onorificenze/insigniti/464|titolo=Gullace Teresa|accesso=4 gennaio 2021}}</ref>
}}
== Intitolazioni ==
* Le è stato intitolato l'istituto secondario [[Liceo Teresa Gullace Roma]].<ref>{{Cita web|url=https://www.liceogullace.edu.it/il-liceo/storia/|titolo=Le origini del nome|accesso=4 agosto 2023}}</ref><ref>
Nel 1981 le è stato intitolato un [[liceo scientifico]] in Piazza dei Cavalieri del Lavoro, nel [[Don Bosco (Roma)|quartiere Don Bosco]] della capitale. L'atrio della scuola ospita anche un suo busto realizzato nel 1989 dallo scultore [[Ugo Attardi]]. La struttura, edificata negli [[anni 30]], era originariamente un [[orfanotrofio]] ENAOLI ([[Ente Nazionale Assistenza Orfani dei Lavoratori Italiani]]) cui fu data la [[concessione]] nel 1979 dall'ente dei [[Cavaliere del lavoro|Cavalieri del lavoro]], per essere adibito ad istituto scolastico con la dicitura provvisoria di ''Liceo Scientifico Statale Trentaduesimo''. L'intitolazione definitiva, risultato di una [[petizione]] tra studenti e docenti, fu accompagnata da un'accesissima diatriba di natura [[ideologia|ideologica]].</ref>
* A Cittanova le è stata intitolata la Scuola materna Teresa Gullace ed una strada.<ref name=":0">{{Cita pubblicazione|autore=Antonio Orlando|anno=2014|titolo=Anna e Teresa. Il reale e l’immaginario nella vicenda di Teresa Gullace|rivista=Rivista Calabrese di Storia del ‘900|numero=1|pp=56-57}}</ref>
* Nel 1995 Poste Italiane ha scelto la sua immagine a rappresentare, nel francobollo commemorativo, «le Donne nella seconda guerra mondiale».<ref name=":0" />
== Note ==
<references/>
== Bibliografia ==
* {{cita libro|nome=Laura|cognome=Lombardo Radice|wkautore=Laura Lombardo Radice|coautore=[[Chiara Ingrao]]|titolo= Soltanto una vita||ed=3|anno=2005|editore=Baldini Castoldi Dalai editore|città=Milano|isbn=88-8490-683-0|pp=95-100 e 122-124|cid=Lombardo Radice, Ingrao 2005}}
* {{cita libro|Robert|Katz|Roma città aperta. Settembre 1943 - Giugno 1944|2009|annooriginale=2003|il Saggiatore|Milano|isbn=88-565-0047-7|cid=Katz 2009}}
* {{cita pubblicazione|autore=Antonio Orlando|titolo=Anna e Teresa. Il reale e l'immaginario nella vicenda di Teresa Gullace|rivista=Rivista Calabrese di Storia del '900|anno=2014|numero=1|editore=ICSAIC|pp=55-70|url=http://s573166820.sito-web-online.it/wp-content/uploads/2015/05/04.1_14_Orlando_O.pdf|accesso=8 marzo 2021|cid=Orlando 2014|urlmorto=sì}}
* {{cita libro|Gabriele|Ranzato|La liberazione di Roma. Alleati e Resistenza (8 settembre 1943 - 4 giugno 1944)|2019|Laterza|Bari-Roma|isbn=8858127986|cid=Ranzato 2019}}
* {{cita libro|titolo="Teresa Gullace Talotta". Martire della Resistenza|anno=1980|editore=Comune di Cittanova|città=Reggio Calabria|cid="Teresa Gullace Talotta" 1980}}
== Collegamenti esterni ==
* Massimo Sestili, ''[http://anpi.it/media/uploads/patria/2013/sestili_su_Teresa_Gullace_aprile.pdf Le braccia verso il marito e le arrivò addosso la morte] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20201101004016/https://anpi.it/media/uploads/patria/2013/sestili_su_Teresa_Gullace_aprile.pdf |date=1 novembre 2020 }}'', Patria Indipendente, aprile 2013
* [https://web.archive.org/web/20070927090910/http://www.larivieraonline.com/news.asp?id=903 Articolo su ''Roma città aperta'' e sul personaggio di Teresa Gullace] su ''la Riviera on-line''
* [http://www.quirinale.it/onorificenze/DettaglioDecorato.asp?idprogressivo=464&iddecorato=464 La medaglia d'oro al merito civile] sul sito del Quirinale
{{Resistenza romana}}
{{Portale|biografie}}
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[[Categoria:Donne nella Resistenza italiana
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