Prima crociata: differenze tra le versioni
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La formazione dell'idea di crociata era connessa allo sviluppo dei pellegrinaggi e della sua componente escatologica, ma si lega a precisi fattori geopolitici ed in particolare all'avanzata dei [[Selgiuchidi]] a danno dei [[Fatimidi]] in [[Palestina]] e dei Bizantini in [[Anatolia]], tanto che l'[[imperatori bizantini|imperatore bizantino]] [[Alessio I Comneno]] si rivolse al pontefice e ai governanti occidentali affinché lo aiutassero a respingere gli invasori turchi<ref>{{Cita libro|titolo=Perta, 2019, p. 222}}</ref>. Come risposta, Urbano II convocò il Concilio di Clermont e, il 25 novembre, dichiarò ufficialmente la crociata con l'obiettivo di conquistare [[Gerusalemme]] dopo 462 anni di dominio islamico.
La crociata ufficiale condotta da molti principi europei venne preceduta da una [[Crociata dei poveri|crociata popolare]] non ufficiale, in cui un certo numero di contadini, che avevano accolto con entusiasmo l'appello a liberare Gerusalemme di [[Pietro l'
Nel 1096, la crociata ufficiale, a cui parteciparono molti nobili cattolici europei come [[Raimondo IV di Tolosa|Raimondo di Tolosa]], [[Goffredo di Buglione]], [[Boemondo I di Antiochia|Boemondo di Taranto]], [[Baldovino I di Gerusalemme|Baldovino delle Fiandre]], [[Roberto II di Normandia|Roberto di Normandia]], [[Ugo di Vermandois]], [[Stefano II di Blois]], [[Roberto II di Fiandra|Roberto di Fiandra]] e [[Tancredi di Galilea|Tancredi d'Altavilla]], nonché abili comandanti come [[Guglielmo Embriaco]], iniziò il viaggio verso il [[Vicino Oriente]]. Durante la spedizione, la [[nobiltà]], i [[Cavalleria medievale|cavalieri]], i contadini e i [[servi della gleba|servi]] provenienti da molte regioni dell'[[Europa occidentale]] viaggiarono via terra e via mare, raggiungendo prima [[Costantinopoli]] e poi [[Gerusalemme]]. I crociati presero [[Nicea]] nel 1097 e conquistarono [[Antiochia di Siria|Antiochia]] l'anno successivo. I crociati fecero il loro arrivo a Gerusalemme e la [[Assedio di Gerusalemme (1099)|misero sotto assedio]], conquistandola nel luglio del 1099.
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{{Vedi anche|Crociata dei poveri}}
[[File:peremita.jpg|thumb|left|[[Francesco Hayez]], ''[[Pietro l'
La grande nobiltà francese e i loro eserciti composti da professionisti e cavalieri non furono, tuttavia, i primi ad intraprendere il viaggio verso Gerusalemme. Urbano aveva previsto la partenza della crociata per il 15 agosto 1096, la [[Assunzione di Maria|festa dell'assunzione]], ma già da qualche mese alcuni eserciti improvvisati di contadini e appartenenti alla piccola nobiltà si misero in viaggio da soli, guidati da un carismatico sacerdote cristiano di nome [[Pietro l'
Un secolo dopo Pietro era già una figura leggendaria: [[Guglielmo di Tiro]] riteneva che fosse stato Pietro ad instillare nel Papa l'idea della crociata, una teoria che venne presa per vera dagli storici fino al [[XIX secolo]].<ref>{{cita|William of Tyre|pp. 82-85}}.</ref><ref>{{cita|Asbridge, 2004|pp. 80-81}}.</ref> Generalmente si ritiene che i seguaci di Pietro furono un grande gruppo di contadini, poveri, preti, monaci, donne, qualche soldato, ma pochissimi signori, non addestrati alla guerra e spesso analfabeti, che nemmeno avevano ben chiaro di dove fosse in realtà Gerusalemme, tuttavia tra di essi vi furono anche alcuni cavalieri, tra cui [[Gautier Sans-Avoir]] (spesso chiamato Gualtieri Senza Averi), tenente di Pietro e guida di un esercito separato.<ref name="Riley-Smith, p. 28">{{cita|Riley-Smith, 2005|p. 28}}.</ref><ref>{{cita|Asbridge, 2004|p. 82}}.</ref>
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[[File:PeoplesCrusadeMassacre.jpg|thumb|Illustrazione di [[Jean Colombe]] tratto da ''Livre des Passages d'Outre-mer'' di [[Sébastien Mamerot]], che mostra la sconfitta della [[crociata dei poveri]].]]
Le truppe di Pietro l'
Questa folla incontrollata si presentò infine davanti a Costantinopoli il 1º agosto 1096, quindici giorni prima della data fissata per la partenza del [[legato pontificio]] da [[Le Puy-en-Velay|Le Puy]]. Nella capitale bizantina, l'imperatore [[Alessio I Comneno]] consigliò loro dapprima di aspettare la seconda ondata di crociata, quella "ufficiale", ma di fronte ai loro eccessi, li fece traghettare il prima possibile oltre il [[Bosforo]], cosa che avvenne il 6 agosto. Dopo aver attraversato l'[[Asia Minore]], i crociati si divisero e cominciarono a saccheggiare i villaggi, vagando nel territorio dei [[Selgiuchidi]] nei pressi di [[Nicea]]. Una volta che dovettero scontrarsi con i Turchi, ben più equipaggiati e addestrati, il risultato per i cristiani si risolse in un massacro. Un gruppo di italiani e tedeschi, condotto da un nobile italiano di nome Rinaldo, riuscì a impadronirsi del castello di [[Xerigordos|Xerigordon]] verso la fine di agosto. Poco più di un mesi dopo, in ottobre, l'esercito di Gualtiero e Pietro che sebbene fosse anch'esso in difetto di addestramento ma che poteva contare sulla presenza di 50 cavalieri, impegnò i turchi in una [[battaglia di Civetot|battaglia presso Civetot]]. Anche questa occasione si concluse con una pesante sconfitta per i cristiani: gli arcieri turchi distrussero l'esercito crociato uccidendo, tra gli altri, Gualtieri, il conte di Ugo di Tubinga e Gautiero di Teck. Su {{formatnum:25000}} uomini, solo {{formatnum:3000}} riuscirono a ripiegare su Costantinopoli dove, insieme a Pietro, si unirono successivamente all'esercito crociato principale che nel frattempo era giunto a destinazione.<ref>{{cita|Asbridge, 2004|pp. 101-103}}.</ref>
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La predicazione della Prima Crociata dette il via ad un'ondata di violenza contro gli [[ebrei]] così grave che alcuni storici l'hanno definita «il primo [[Olocausto]]».<ref>{{cita|Riley-Smith, 1991|p. 50}}.</ref> Tra la fine del 1095 e l'inizio del 1096, alcuni mesi prima della partenza della crociata ufficiale, si verificarono svariati attacchi alle comunità ebraiche della Francia e della Germania. Nel maggio 1096, [[Emicho von Leiningen]] attaccò gli ebrei a [[Spira (Germania)|Spira]] e [[Worms]]. Alla fine di maggio, sedicenti crociati provenienti dalla [[Svevia]], guidati da [[Hartmann di Dillingen]], insieme a volontari francesi, inglesi, [[Lotaringia|lorenesi]] e [[fiamminghi]], guidati da Drogo di Nesle, Clarambaldo di Vendeuil, Tommaso di La Fère e Guglielmo visconte di Melun, detto Guglielmo il Carpentiere, si unirono a Emicho nel massacro della comunità ebraica di [[Magonza]].<ref>{{cita|Asbridge, 2004|pp. 84-85}}.</ref> A Magonza, una donna ebrea uccise i suoi figli piuttosto che vederli trucidati dai cristiani; il [[rabbino]] capo, Kalonimus Ben Meshullam, si [[suicidio|suicidò]] per evitare di finire nelle mani dei crociati.<ref>{{cita|Tyerman, 2006|p. 102}}.</ref>
L'azione di Emicho proseguì poi a [[Colonia (Germania)|Colonia]], mentre altri continuarono a [[Treviri]], a [[Metz]] e in altre città.<ref name="Tyerman, p. 103">{{cita|Tyerman, 2006|p. 103}}.</ref> Anche Pietro l'
Sembra che molti delle aggressioni fossero finalizzate al tentativo di convertire gli ebrei con la forza, ma probabilmente vi fu anche l'interesse ad appropriarsi dei loro beni. Le violenze contro gli ebrei non furono mai approvate dalle autorità gerarchiche della Chiesa e i vescovi cristiani, in particolare l'[[Arcidiocesi di Colonia|arcivescovo di Colonia]], fecero quanto possibile per proteggerli. Le aggressioni alle comunità ebraiche potrebbero aver tratto origine anche dalla convinzione che sia loro sia i musulmani fossero in ugual modo nemici di Cristo e che in quanto tali dovessero essere combattuti o convertiti al cristianesimo. Si disse che [[Goffredo di Buglione]] avesse estorto denaro agli ebrei di Colonia e di Magonza e alcuni dei crociati si chiesero perché si dovesse viaggiare per migliaia di chilometri per combattere gli infedeli del [[Vicino Oriente]] quando ve ne fossero già di più vicini a casa.<ref>{{cita|Tyerman, 2006|pp. 103-106}}.</ref>
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[[Ugo I di Vermandois|Ugo di Vermandois]] partì verso il 15 agosto 1096 e, non senza vanità, scrisse all'imperatore [[Alessio I Comneno|Alessio I]] di preparargli un'accoglienza degna di lui. Si imbarcò a [[Bari]] alla volta di [[Durazzo]], per raggiungere Costantinopoli percorrendo l'antica [[via Egnatia]], ma le navi incapparono in una [[Tempesta|burrasca]] e si dispersero. Raccolto da Alessio I, fu considerato un ospite, ma posto sotto attenta anche se discreta sorveglianza.
[[Goffredo di Buglione]], che aveva seguito la via di [[Pietro l'
[[Boemondo di Taranto]] arrivò in aprile. Ostile segretamente ad [[Alessio I Comneno|Alessio I]], si era fatto crociato, «per opera dello [[Spirito Santo]]» dicono i testi, quando si stavano avvicinando i crociati normanni di Roberto. Non era stato solo per devozione: Boemondo era un uomo forte, astuto, ambizioso e frustrato: suo padre, [[Roberto il Guiscardo]], dopo essersi risposato, gli aveva preferito il fratellastro, [[Ruggero Borsa]]. Ambiva ad avere una sua [[signore (titolo nobiliare)|signoria]] a scapito dell'Imperatore bizantino, sul quale dodici anni prima aveva già riportato una vittoria. Fine conoscitore della mentalità bizantina e musulmana e dei loro metodi, egli sapeva di essere indispensabile. Per rassicurare il diffidente Alessio I, Boemondo evitò che le sue truppe operassero il minimo [[saccheggio]].
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[[File:Anatolia 1097 it.svg|thumb|upright=1.6|L'[[Asia Minore]] nel 1097, all'arrivo dei Crociati.]]
Durante la prima metà del 1097, gli eserciti crociati attraversarono l'Asia Minore dove si unirono a Pietro l'
[[File:Siege of Nicaea.jpg|thumb|left|Miniatura rappresentante l'assedio di Nicea.]]
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Quando i crociati arrivarono a Gerusalemme, in quel momento sotto il controllo del [[Fatimidi|fatimide]] [[Iftikhar al-Dawla|Iftikhār al-Dawla]], si aprì davanti a loro un territorio arido, privo di acqua e di cibo. Essi non avevano speranza di tentare un blocco della città come invece avevano fatto ad Antiochia poiché non avevano sufficienti truppe, risorse e tempo. L'unica soluzione che ritennero fattibile fu quella di prendere la città con un assalto.<ref name="Tyerman153" /> Sicuramente non ebbero molte altre scelte, poiché si stimò che i crociati, in quel momento, contassero tra le loro file solamente {{formatnum:12000}} uomini tra cui {{formatnum:1500}} cavalieri.<ref name="crusadearmy">{{cita|Konstam, 2004|p. 133}}.</ref> Questo esercito, composto da uomini di diversa origine e con varie alleanze, non si dimostrò nemmeno in questa occasione come una forza unita; per esempio mentre Goffredo e Tancredi si accamparono a nord della città, Raimondo decise di stanziarsi a sud. Inoltre, il contingente provenzale non partecipò all'assalto iniziale del 13 giugno. Questo primo attacco fu forse poco più di un tentativo e, infatti, appena dopo aver scalato il muro esterno i crociati vennero respinti dall'interno.<ref name="Tyerman153" />
Dopo il fallito assalto iniziale si tenne un incontro tra i vari comandati in cui si concordò che per il futuro sarebbe stato necessario un attacco concordato. Il 17 giugno, un gruppo di marinai [[repubblica di Genova|genovesi]] guidati da [[Guglielmo Embriaco]] giunse a [[Giaffa]] portando ai crociati qualificati ingegneri che permisero di realizzare alcune [[torre d'assedio|torri d'assedio]] utilizzando il legname ottenuto dallo smantellamento delle navi con cui erano giunti.<ref name="Tyerman153" /> Il morale dei crociati si risollevò ulteriormente quando un sacerdote, Pietro Desiderio, affermò di avere avuto una visione dello spirito del vescovo [[Ademaro di Monteil|Ademaro]] che li esortava a digiunare e a compiere una processione a piedi nudi intorno alle mura della città, dopodiché essa sarebbe stata conquistata, facendo riferimento alla storia [[Bibbia|biblica]] di [[Giosuè (Bibbia)|Giosuè]] nell'assedio di [[Gerico]].<ref name="Tyerman153" /> Dopo i tre giorni di digiuno, l'8 luglio i crociati compirono la processione che terminò sul [[Monte degli Ulivi]] dove Pietro l'
L'attacco decisivo a Gerusalemme iniziò il 13 luglio: le truppe di Raimondo si rivolsero verso la porta a sud mentre gli altri contingenti si concentrarono sul muro settentrionale. Il 15 luglio venne dato l'ultimo assalto ad entrambe le estremità della città e così venne conquistato il [[bastione]] interno del muro settentrionale. Nel panico che seguì, i difensori abbandonarono le mura cittadine, consentendo ai crociati di entrare.<ref name="Tyerman157*">{{cita|Tyerman, 2006|pp. 157-159}}.</ref> Il primo a mettere piede nella città santa fu il [[pisa]]no [[Cucco Ricucchi]], comandante di 120 galee, seguito dal concittadino Coscetto Dal Colle. Goffredo di Buglione entrò fra i primissimi nella città, coi suoi fratelli Baldovino ed Eustachio, alla testa dei suoi [[Lotaringia|Lotaringi]]. A testimonianza del contributo decisivo dato dai genovesi, guidati dal [[Guglielmo Embriaco|Testadimaglio]], e dalle loro torri d'assedio, lo stesso Goffredo di Buglione fece scolpire sulle mura del Santo Sepolcro le parole "Praepotens Genuensium Praesidium" in ricordo dell'incredibile impresa.<ref>{{Cita libro|autore=Gabriella Airaldi |titolo=Blu come il mare : Guglielmo e la saga degli Embriaci |url=https://www.worldcat.org/oclc/70694940|accesso=21 febbraio 2019|edizione=2. ed|data=2006 |editore=F.lli Frilli|oclc=70694940|ISBN=88-7563-174-3}}</ref>
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