Stalin e antisemitismo: differenze tra le versioni

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L''''antisemitismo di Iosif Stalin''' è un argomento molto discusso dagli storici: sebbene appartenesse ad un movimento contrario all'antisemitismo, in varie occasioni private mostrò un atteggiamento di disprezzo verso gli [[ebrei]], testimoniato dai suoi contemporanei e documentato da fonti storiche.<ref>{{Cita libro|cognome=Tolstoy|nome=Nikolai|titolo=Stalin's Secret War|editore=Holt, Rinehart and Winston|anno=1981|p=27f}}</ref>
 
Nel 1939 invertì la politica comunista e iniziò a cooperare con la [[Germania nazista]], cosa che portò alla rimozione degli ebrei dalle posizioni di alto profilo dal [[Cremlino]] di [[Mosca (Russia)|CremlinoMosca]]. Come dittatore dell'Unione Sovietica, promosse le politiche repressive che ebbero un notevole impatto sugli ebrei poco dopo la [[seconda guerra mondiale]], specialmente durante la [[campagna anticosmopolita]]. Prima di morire, stava pianificando una campagna ancora più ampia contro gli ebrei. Secondo il suo successore [[Nikita Khrushchev]], Stalin stava fomentando il [[complotto dei medici]] come pretesto per avviare ulteriori repressioni antiebraiche.
 
== I primi anni ==
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Durante l'incontro con il ministro nazista [[Joachim von Ribbentrop]] Stalin promise di sbarazzarsi della "dominazione ebraica", soprattutto nelle file dell'''intellighenzia''.<ref>{{Cita libro|autore=Alexander Nikolaevich Yakovlev|titolo=Twilight|città=Mosca|anno=2003|ISBN=5-85646-097-9|p=208|lingua=ru}}</ref> Dopo aver licenziato [[Maksim Litvinov|Maksìm Litvìnov]] nel 1939,<ref name="herf56" /> ordinò immediatamente al ministro degli esteri entrante [[Vjačeslav Michajlovič Molotov|Mòlotov]] di "rimuovere gli ebrei dal ministero", per tenere a freno [[Hitler]] e segnalare alla [[Germania nazista]] che l'URSS era pronta ai colloqui di non aggressione.<ref name="herf56">{{Cita libro|cognome=Herf|nome=Jeffrey|titolo=The Jewish Enemy: Nazi Propaganda During World War II and the Holocaust|url=https://archive.org/details/jewishenemynazip0000herf|editore=Harvard University Press|anno=2006|ISBN=0-674-02175-4|pp=[https://archive.org/details/jewishenemynazip0000herf/page/56 56]}}</ref><ref>Alastair Kocho-Williams, "The Soviet diplomatic corps and Stalin's purges." ''Slavonic and East European Review'' 86.1 (2008): 90-110.</ref><ref name="resis35">{{Cita pubblicazione|cognome=Resis|nome=Albert|titolo=The Fall of Litvinov: Harbinger of the German-Soviet Non-Aggression Pact|rivista=Europe-Asia Studies|data=2000|volume=52|numero=1|jstor=153750|p=35|doi=10.1080/09668130098253}}</ref><ref>{{Cita libro|cognome=Moss|nome=Walter|titolo=A History of Russia: Since 1855|url=https://archive.org/details/historyofrussiav0000walt|editore=Anthem Press|anno=2005|ISBN=1-84331-034-1|p=[https://archive.org/details/historyofrussiav0000walt/page/283 283]}}</ref>
 
Le tendenze antisemite nelle politiche di Stalin furono alimentate dalla sua lotta contro [[Leon Trotsky]] e dalla sua base globale di appoggio.<ref name="roi103">{{Cita libro|autore-capitolo=Iakov Etinger|anno=1995|capitolo=The Doctors' Plot: Stalin's Solution to the Jewish Question|autore=Yaacov Ro'i|titolo=''Jews and Jewish Life in Russia and the Soviet Union''. |città=Londra|editore=Frank Cass|ISBN=0-7146-4619-9|pp=103-106}}</ref><ref>{{Cita libro|cognome=Rappaport|nome=Helen|titolo=Joseph Stalin: A Biographical Companion|editore=ABC-CLIO|anno=1999|ISBN=1-57607-084-0|p=297}}</ref> Alla fine degli [[anni '30]], [[anni '40|'40]] e [[anni '50|'50]] le posizioni di potere nell'apparato statale venivano assegnate a sempre meno ebrei, con un netto calo della rappresentanza ebraica nelle alte sfere: la percentuale di ebrei in posizioni di potere scese al 6% nel 1938 e al 5% nel 1940.<ref name="Stalin 2003">{{Cita libro|autore=Gennady Коstyrchenko|titolo=Stalin's secret policy: Power and Antisemitism|anno=2003}}</ref>
 
=== Trasferimento e deportazione degli ebrei durante la guerra ===
Dopo l'[[invasione sovietica della Polonia]], Stalin iniziò una politica di deportazione degli ebrei nella [[Oblast' autonoma ebraica|Regione autonoma ebraica]] e in [[Siberia]]. Durante la guerra, nelle regioni considerate vulnerabili all'invasione tedesca, un simile trattamento fu riservato a vari gruppi etnici bersaglio del genocidio nazista. Raggiunte le destinazioni, queste popolazioni venivano sottoposte al lavoro faticoso e a pessime condizioni di vita, data anche la mancanza di risorse causata dallo sforzo bellico.<ref>{{Cita web|titolo=How Joseph Stalin (Inadvertently) Saved Some Of Poland’s Jews|url=http://www.ibtimes.com/how-joseph-stalin-inadvertently-saved-some-polands-jews-1099571}}</ref>
 
== Dopo la seconda guerra mondiale ==
L'[[Olocausto]] provocò l'uccisione di milioni di ebrei nell'Europa occupata dai nazisti, lasciò altri milioni di senzatetto e sfollati, fece crescere la preoccupazione internazionale per la situazione del popolo ebraico. Tuttavia, il trauma diede nuova vita al concetto di un popolo ebraico unito, diventando così il catalizzatore della rinascita dell'idea sionista di uno statoStato ebraico.
 
La Regione autonoma ebraica si rianimò quando il governo sovietico incentivò la migrazione di ben 10.000 ebrei dell'[[Europa orientale]] nel 1946-1948.<ref name="Weinberg 1998, 72-75">{{Cita|Weinberg|pp. 72-75|WR1998}}.</ref> All'inizio del 1946 il Consiglio dei ministri dell'URSS annunciò un piano per la costruzione di nuove infrastrutture e [[Michail Kalinin|Michaìl Kalìnin]] dichiarò di considerare ancora la regione come uno "stato nazionale ebraico" capace di rinascere attraverso la "fatica creativa".<ref name="Weinberg 1998, 72-75"/>
 
=== Israele ===
Dalla fine del 1944 in poi, Stalin adottò una politica estera filo-[[sionista]], a quanto pare credendo che il nuovo paesePaese avrebbe assunto uno stampo socialista così da accelerare il declino dell'influenza britannica in [[Medio Oriente]].<ref>{{Cita libro|nome=Paul|cognome=Johnson|titolo=A History of the Jews|url=https://archive.org/details/historyofjews0000john_g1i3|anno=1987|p=[https://archive.org/details/historyofjews0000john_g1i3/page/527 527]}}</ref> Pertanto nel novembre 1947 l'[[Unione Sovietica]] insieme agli altri paesiPaesi del [[blocco sovietico]] votò a favore del [[Piano di spartizione della Palestina]] delle [[Nazioni Unite]],<ref>{{Cita web|url=http://www.mfa.gov.il/MFA/Peace%20Process/Guide%20to%20the%20Peace%20Process/UN%20General%20Assembly%20Resolution%20181|titolo=UN General Assembly Resolution 181|autore=Israel Ministry of Foreign Affairs}}</ref> piano che aprì la strada alla nascita dello Stato di Israele. Il 17 maggio 1948, tre giorni dopo che Israele dichiarò l'indipendenza, l'Unione Sovietica concesse all'[[Israele]] il riconoscimento ''[[de jure]]'',<ref>{{Cita pubblicazione|url=https://www.jstor.org/pss/2193961|titolo=Recognition of Israel|editore=The American Journal of International Law|volume=4|numero=3|data=luglio 1948}}</ref> diventando il secondo Stato a riconoscere lo statoStato ebraico (preceduto solo dal riconoscimento ''[[de facto]]'' degli [[Stati Uniti]]) e il primo paesePaese a riconoscere Israele ''de jure''. Durante il [[guerra arabo-israeliana del 1948|conflitto arabo-israeliano del 1948]] l'URSS sostenne Israele con armi fornite attraverso la [[Cecoslovacchia]].<ref>{{Cita web |titolo=Israel's Allies in 1948; The USSR, Czechoslovakia, American Mainline Churches and the Left |url=http://www.canadafreepress.com/index.php/article/27868 |data=20 settembre 2010 |autore=Norman Berdichevsky}}</ref>
 
Stalin iniziò una nuova epurazione reprimendo i suoi alleati dei tempi di guerra, il [[Comitato antifascistaEbraico ebraicoAntifascista]]. Nel gennaio 1948, per ordine personale di Stalin, a [[Minsk]] fu assassinato [[Solomon Michoėls]], omicidio camuffato da incidente d'auto. Mikhoels fu portato nella dacia dell'MGB e ucciso, insieme al suo collega non ebreo Gòlubov-Potàpov, sotto la supervisione del viceministro della sicurezza di stato Sergèi Ogoltsòv. I corpi furono poi scaricati sul ciglio di una strada.<ref name="reflections">{{Cita libro|autore=Robert Conquest|titolo=Reflections on a Ravaged Century|url=https://archive.org/details/reflectionsonra00conq|editore=Norton|anno=2000|ISBN=0-393-04818-7|p=[https://archive.org/details/reflectionsonra00conq/page/101 101]}}</ref><ref>{{Cita web|nome=Mark|cognome=Deutch|url=http://www.mk.ru/blogs/idmk/2005/09/06/mk-daily/60646/|titolo=Как убивали Mихоэлса|lingua=ru|sito=Moskovskij Komsomolets|data=6 settembre 2005|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070527162142/http://www.mk.ru/blogs/idmk/2005/09/06/mk-daily/60646/}}</ref>
 
Nonostante l'iniziale disponibilità di Stalin a sostenere Israele, vari storici ipotizzano che l'antisemitismo alla fine degli [[anni Quarantaquaranta]] e all'inizio degli [[anni Cinquantacinquanta]] fosse motivato dalla possibile percezione di Stalin degli ebrei come una potenziale "quinta colonna" nella prospettiva di uno Stato israeliano di matrice filo-[[blocco occidentale|occidentale]] in Medio Oriente, come suggerito da [[Orlando Figes]]:
 
{{citazione|Dopo la fondazione di Israele nel maggio 1948 e il suo allineamento con gli USA durante la guerra fredda, i 2 milioni di ebrei sovietici, che erano sempre rimasti fedeli al sistema sovietico, furono descritti dal regime stalinista come una potenziale quinta colonna. Nonostante la sua personale antipatia per gli ebrei, Stalin era stato uno dei primi sostenitori di uno statoStato ebraico in [[Palestina]], che aveva sperato di trasformare in un satellite sovietico in Medio Oriente, ma poiché la leadership dello stato emergente si era dimostrata ostile agli approcci dell'Unione Sovietica, Stalin ebbe sempre più paura del sentimento filo-israeliano tra gli ebrei sovietici. I suoi timori si rafforzarono dopo l'arrivo a Mosca nell'autunno 1948 di Golda Meir come prima ambasciatrice israeliana in URSS. In occasione della sua visita a una sinagoga di Mosca durante lo Yom Kippur (13 ottobre), per le strade sfilarono migliaia di persone, molte delle quali gridavano "Am Yisroel Chai!" - una tradizionale affermazione di rinnovamento nazionale per gli ebrei di tutto il mondo, ma per Stalin un pericoloso segno di "nazionalismo ebraico borghese" che sovvertiva l'autorità dello stato sovietico.<ref>{{Cita libro|cognome=Figes|nome=Orlando|anno=2008|titolo='The Whisperers: Private Life in Stalin's Russia'|città=New York|editore=Picador USA|p=493|ISBN=978-0-312-42803-7}}</ref>
}}
 
Gli storici Albert Lindemann e Richard Levy osservano: "Quando nell'ottobre 1948, nei giorni di festa, migliaia di ebrei si radunarono intorno alla sinagoga centrale di Mosca per onorare [[Golda Meir]], prima ambasciatrice israeliana, le autorità si allarmarono in modo particolare per i segnali di disaffezione ebraica".<ref>{{Cita libro|cognome=Lindemann|nome=Albert S.|cognome2=Richard|nome2=S. Levy|anno=2010|titolo=Antisemitism: A History|url=https://archive.org/details/antisemitismhist0000unse|città=New York|editore=Oxford University Press|p=[https://archive.org/details/antisemitismhist0000unse/page/187 187]|ISBN=978-0-19-923503-2}}</ref>
 
Jeffrey Veidlinger scrive: «Nell'ottobre 1948 era ovvio che Mikhoels non era affatto l'unico sostenitore del sionismo tra gli ebrei sovietici. La rinascita dell'espressione culturale ebraica durante la guerra aveva favorito un generale senso di audacia tra le masse ebraiche. Molti ebrei rimasero ignari della crescente ''[[Dottrina Ždanov|ždanovščina]]'' e della minaccia che costituiva per gli ebrei sovietici la campagna contro i "cosmopoliti senza radici". In effetti, in questo periodo gli atteggiamenti ufficiali nei confronti della cultura ebraica erano ambivalenti. All'apparenza, la cultura ebraica sembrava essere sostenuta dallo Stato: le autorità si erano impegnate nel sostenere il teatro yiddish dopo la morte di Mikhoels, Eynikayt veniva ancora pubblicato nei tempi previsti e, cosa più importante, l'Unione Sovietica riconobbe l'istituzione di uno stato ebraico in Palestina. Per la maggior parte degli ebrei di Mosca la situazione degli ebrei sovietici non era mai stata migliore».<ref>{{Cita libro|cognome=Veidlinger|nome=Jeffrey|anno=2000|titolo=The Moscow State Yiddish Theater: Jewish Culture on the Soviet Stage|città=Bloomington|editore=Indiana University Press|p=266|ISBN=978-0-253-33784-9}}</ref>
 
=== Purghe ===
Nel novembre 1948 le autorità sovietiche avviarono una nuova campagna per liquidare ciò che restava della cultura ebraica. I membri di spicco del [[Comitato Ebraico Antifascista]] furono arrestati ed accusati di tradimento, nazionalismo borghese e intenzione di creare una repubblica ebraica in [[Crimea]] per servire gli interessi americani. Il Museo della conoscenza ambientale dell'[[Oblast' autonoma ebraica]] (fondato nel novembre 1944) e il Museo ebraico di Vilnius (fondato alla fine della guerra) furono chiusi nel 1948.<ref name="Pinkus 1990, 205">{{Cita|Pinkus|p. 205|PB1990}}.</ref> Il Museo storico-etnografico dell'ebraismo georgiano, fondato nel 1933, fu chiuso alla fine del 1951.<ref name="Pinkus 1990, 205"/>
 
A [[Birobidzhan]] le varie istituzioni culturali ebraiche sorte con la precedente politica di sostegno di Stalin alla "cultura ebraica proletaria" negli [[anni '30]] furono chiuse tra la fine del 1948 e l'inizio del 1949; tra queste il teatro Kaganovich, una casa editrice yiddish, il quotidiano ''Birobidzhan'', la biblioteca di libri yiddish ed ebraici e le scuole ebraiche locali.<ref>{{Cita|Pinkus|p. 193|PB1990}}.</ref> Lo stesso accadde ai restanti teatri yiddish di tutta l'URSS.
 
Ai primi di febbraio del 1949 il microbiologo [[Nikolaj Gamaleja|Nikolàj Gamalèya]], vincitore del [[Premio Stalin]], pioniere della [[batteriologia]] e membro dell'Accademia delle Scienze, scrisse una lettera indirizzata a Stalin protestando contro il crescente antisemitismo: "A giudicare dalle indicazioni assolutamente incontestabili ed evidenti, la ricomparsa dell'antisemitismo non viene dal basso né dalle masse... ma dall'alto, dalla mano invisibile di qualcuno".<ref>{{Cita libro|autore-capitolo=Nikolay Gamaleya|capitolo=Letter to J. V. Stalin|sito=Archive of the President of the Russian Federation|autore=Arkady Vaksberg|anno=2003|titolo=Iz ada v ray i obratno: yevreyskiy vopros po Leninu, Stalinu i Solzhenitsynu|città=Mosca|editore=Olimp|pp=344-346|ISBN=978-5-7390-1235-7|lingua=ru}}</ref> Lo scienziato novantenne scrisse di nuovo a Stalin a metà febbraio menzionando ancora una volta il crescente antisemitismo. Morì a marzo senza aver ricevuto risposta.<ref name="Vaksberg 2003, 344-346">{{Cita libro|cognome=Vaksberg|nome=Arkady|anno=2003|titolo=Iz ada v ray i obratno: yevreyskiy vopros po Leninu, Stalinu i Solzhenitsynu|città=Mosca|editore=Olimp|pp=344-346|ISBN=978-5-7390-1235-7|lingua=ru}}</ref>
 
Durante la notte tra il 12 e il 13 agosto 1952, ricordata come la "[[notte dei poeti assassinati]]", tredici dei più importanti scrittori [[yiddish]] dell'Unione Sovietica furono giustiziati per ordine di Stalin: tra le vittime ci furono [[Peretz Markish]], [[David Bergelson]] e [[Itzik Fefer]]. In una sessione del [[Politbüro]] del 1º dicembre 1952 Stalin annunciò: "Ogni nazionalista ebreo è un agente dei servizi segreti americani. I nazionalisti ebrei pensano che la loro nazione sia stata salvata dagli USA... Pensano di essere in debito con gli americani. Tra i medici ci sono molti nazionalisti ebrei".<ref>{{Cita libro|cognome=Lindemann|nome=Albert S.|cognome2=Richard|nome2=S. Levy|anno=2010|titolo=Antisemitism: A History|url=https://archive.org/details/antisemitismhist0000unse|città=New York|editore=Oxford University Press|pp=[https://archive.org/details/antisemitismhist0000unse/page/187 187]-188|ISBN=978-0-19-923503-2}}</ref>
 
Una forte campagna per rimuovere silenziosamente gli ebrei dalle posizioni di potere all'interno dei servizi di sicurezza dello statoStato fu condotta nel 1952-1953. Gli storici russi Zhores e Roy Medvedev scrivono che secondo il responsabile del [[Ministero degli affari interni (RussiaUnione Sovietica)|ministeroMinistero degli interni]] [[Pavel Sudoplatov|Sudoplàtov]], "tutti gli ebrei sono stati rimossi contemporaneamente dalla guida dei servizi di sicurezza, anche quelli in posizioni molto elevate. A febbraio le espulsioni anti-ebraiche si estesero ai rami regionali del [[Ministero per la sicurezza dello Stato (Unione Sovietica)|MGB]]. Il 22 febbraio a tutte le direzioni regionali del MGB è stata inviata una direttiva segreta che ordinava il licenziamento immediato di tutti i dipendenti ebrei del MGB, indipendentemente dal grado, età o stato di servizio".<ref>{{Cita|Medvedev|p. 43|MM2006}}.</ref>
 
Il mondo esterno al regime non fu all'oscuro di questi sviluppi, e anche i membri di spicco del Partito Comunista USA si lamentarono della situazione. Nel libro di memorie ''Being Red'', lo scrittore americano e noto comunista [[Howard Fast]] ricorda un incontro con lo scrittore sovietico e delegato del Congresso mondiale per la pace [[Aleksandr Aleksandrovič Fadeev|Aleksàndr Fadèev]], durante il quale Fadeev ribadì che "non c'è antisemitismo nell'Unione Sovietica", nonostante le prove "che almeno otto figure ebraiche di spicco dell'Armata Rossa e del governo erano state arrestate con quelle che sembravano accuse inventate. I giornali in lingua yiddish erano soppressi e le scuole che insegnavano l'ebraico chiuse».<ref>{{Cita libro|cognome=Fast|nome=Howard|anno=1994|titolo=Being Red: A Memoir|url=https://archive.org/details/beingredmemoir0000fast|città=Armon, New York|editore=M. E. Sharpe|pp=[https://archive.org/details/beingredmemoir0000fast/page/217 217]–218|ISBN=978-1-56324-499-5}}</ref>
 
=== Complotto dei medici ===
Secondo prove secondarie e memorie, il caso del [[complotto dei medici]] aveva lo scopo di innescare repressioni di massa e deportazioni di ebrei, simili alle [[Deportazioni dei popoli in URSS|deportazioni]] di molte altre minoranze etniche, ma il piano non fu realizzato a causa della morte improvvisa di Stalin. Sia [[Žores Medvedev|Žorès Medvèdev]] che Gennady Kostyrchenko scrissero di non aver trovato documenti a riprova del piano di espulsione,<ref>{{Cita|Medvedev|pp. 238-239|MM2006}}.</ref> ma la questione rimane aperta.<ref>{{Cita web|autore=Samson Madiyevsky|url=https://lechaim.ru/ARHIV/105/madie.htm|titolo=1953 год: ПредстоЯла ли советским евреЯм депортациЯ?"|lingua=ru}}</ref>
 
Secondo Louis Rapoport, il genocidio doveva iniziare con l'esecuzione pubblica dei medici arrestati e i "successivi incidenti", come «gli attacchi agli ebrei orchestrati dalla polizia segreta, la pubblicazione della dichiarazione da parte di ebrei di spicco e una marea di lettere che chiedevano che venisse intrapresa un'azione, a cui sarebbe seguito un programma di genocidio diviso in tre fasi. Primo, quasi tutti gli ebrei sovietici... sarebbero stati spediti nei campi a est degli Urali... Secondo, le autorità avrebbero messo i leader ebrei l'uno contro l'altro... Anche la MGB avrebbe cominciato a uccidere l'élite nei campi come gli scrittori yiddish nell'anno precedente... L'ultimo atto sarebbe stato "sbarazzarsi del resto"».<ref>{{Cita pubblicazione|titolo=The Soviet "Doctors' Plot"—50 years on|autore= A. Mark Clarfield|rivista=British Medical Journal|data=2002|volume=325|numero=7378|pp=1487-1489|doi= 10.1136/bmj.325.7378.1487}}</ref>
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Nel 1953, poco prima della morte di Stalin, furono costruiti quattro grandi campi in Siberia meridionale e occidentale, e correva voce che fossero destinati agli ebrei.<ref name="brent295">Brent & Naumov 2003, p. 295.</ref> Sarebbe nata una commissione speciale per pianificare la deportazione degli ebrei in questi campi.<ref name="brackman388">{{Cita libro|cognome=Brackman|nome=Roman|titolo=The Secret File of Joseph Stalin: A Hidden Life |url=https://archive.org/details/secretfileofjose0000brac|editore=Frank Cass Publishers|anno=2001|ISBN=978-0-7146-5050-0|p=[https://archive.org/details/secretfileofjose0000brac/page/388 388]}}</ref><ref name="brent47">Brent & Naumov 2003, pp. 47–48, 295.</ref><ref name="eisenstadt">Eisenstadt, Yaakov, ''Stalin's Planned Genocide'', 22 Adar 5762, March 6, 2002.</ref> Nikolàj Poliakòv, segretario della Commissione per la deportazione, dichiarò anni dopo che secondo il piano iniziale di Stalin la deportazione doveva iniziare a metà febbraio 1953, ma il compito immane di compilare gli elenchi di ebrei non era stato ancora completato.<ref name="brackman388"/><ref name=eisenstadt/> Gli ebrei "purosangue" dovevano essere deportati per primi, seguiti dai "meticci" (''polukròvki'').<ref name="brackman388"/> Prima della sua morte nel marzo 1953, Stalin avrebbe pianificato l'esecuzione degli imputati del complotto dei dottori già sotto processo nella piazza Rossa nel marzo 1953, e poi si sarebbe presentato come salvatore degli ebrei sovietici mandandoli nei campi, lontani dalla paventata furia della popolazione russa.<ref name="brackman388"/><ref name="brent298">Brent & Naumov 2003, pp. 298–300.</ref><ref>{{Cita libro|autore=Aleksandr Solženicyn|wkautore=Aleksandr Isaevič Solženicyn|titolo=Arcipelago Gulag|anno=1973}}</ref> Esistono altre dichiarazioni che descrivono alcuni aspetti di questa espulsione pianificata.<ref name=eisenstadt/>
 
Altre purghe simili contro gli ebrei furono organizzate nei paesiPaesi del [[blocco orientale]], come il [[processo Slánský]] di [[Praga]]. In quel periodo gli ebrei sovietici venivano definiti "persone di etnia ebraica".<ref name="Sarnov">{{Cita libro|autore=Benedikt Sarnov|titolo=Our Soviet Newspeak: A Short Encyclopedia of Real Socialism|città=Mosca|anno=2002|ISBN=5-85646-059-6|capitolo=Persons of Jewish ethnicity|pp=287-293}}</ref><ref name="RFERL">{{Cita web|url=http://www.svobodanews.ru/content/article/411203.html|titolo=Person of Jewish ethnicity|accesso=12 giugno 2023|dataarchivio=2 marzo 2012|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120302022608/http://www.svobodanews.ru/content/article/411203.html|urlmorto=sì}}</ref> Il preside del dipartimento di marxismo-leninismo di un'università sovietica spiegò questa politica ai suoi studenti: "Uno di voi ha chiesto se la nostra attuale campagna politica può essere considerata antisemita. Il compagno Stalin disse «Odiamo i nazisti non perché sono tedeschi, ma perché hanno portato enormi sofferenze alla nostra terra. Lo stesso si può dire degli ebrei.»"<ref name="Sarnov"/> Fu anche detto che al momento della morte di Stalin "nessun ebreo in Russia poteva sentirsi al sicuro".<ref name="CorinFiehn2015">{{Cita libro|autore=Chris Corin|autore2=Terry Fiehn|titolo=AQA A-level History: Tsarist and Communist Russia 1855-1964|url=https://books.google.com/books?id=YjTrCQAAQBAJ&q=antisemitism|data=31 luglio 2015|editore=Hodder Education|ISBN=978-1-4718-3782-1}}</ref> Per tutto questo tempo i media sovietici evitarono l'antisemitismo palese continuando a parlare di funzionari puniti per il loro comportamento antisemita.<ref>{{Cita libro|titolo=On Stalin's Team|url=https://archive.org/details/onstalinsteamyea0000fitz_q7p4|autore=Sheila Fitzpatrick|editore=Melbourne University Press |città=Carlton|anno=2015|p=[https://archive.org/details/onstalinsteamyea0000fitz_q7p4/page/217 217]}}</ref>
 
== Collaboratori e famiglia ==
Stalin aveva suoceri e nipoti ebrei.<ref>Cfr. Boris Berezovsky, The Art of Impossible (Falmouth, MA: Terra-USA, 2006), 3 vols, "There was a neighbor called Moroz who used to be married to Stalin's daughter Svetlana Allilueva. Our families spent a lot of time together. Now my daughter Liza has married a son of Svetlana and Moroz, thus giving to me a grandson who is also a great-grandson of Josef Stalin."</ref> Alcuni dei suoi stretti collaboratori erano ebrei o avevano coniugi ebrei, tra cui [[Lazar Kaganovich|Làzar Kaganòvich]], [[Maxim Litvinov|Maxìm Litvìnov]] e [[Lev Mechlis|Lev Mèchlis]].<ref name="Montefiore">{{Cita|Sebag-Montefiore||SMS2005}}</ref> Molti di loro furono epurati, compresa la moglie di [[Nikolai Yezhov|Nikolàj Ežov]], moglie di [[Vyacheslav Molotov|Vyacheslàv Mòlotov]] Polìna Zhemchùzhina, moglie di [[Aleksandr Poskrëbyšev|Aleksàndr Poskrëbyšev]] Bronislàva Poskrëbysheva.<ref name="Montefiore" /> Lo storico [[Geoffrey Roberts]] sottolinea che Stalin "continuò a esaltare scrittori e artisti ebrei anche al culmine della campagna [[antisionismo|antisionista]] dei primi [[anni '50]]".<ref>{{Cita libro|cognome=Roberts|nome=Geoffrey|anno=2006|titolo=Stalin's Wars: From World War to Cold War, 1939–1953|url=https://archive.org/details/stalinswarsfromw0000robe|città=New Haven|editore=Yale University Press|p=[https://archive.org/details/stalinswarsfromw0000robe/page/341 341]|ISBN=978-0-300-11204-7}}</ref> Tuttavia, quando la figlia di Stalin [[Svetlana Allilueva|Svetlana]] si innamorò del famoso regista sovietico [[Alexei Kapler|Alexèj Kàpler]], un ebreo di ventitré anni più grande di lei, ne fu fortemente infastidito. Secondo Svetlana, "più di ogni altra cosa lo irritava il fatto che Kapler era ebreo".<ref>{{Cita libro|cognome=Tolstoy|nome=Nikolai|titolo=Stalin's Secret War|editore=Holt, Rinehart and Winston|anno=1981|p=24}}</ref> L'uomo fu condannato a dieci anni di lavori forzati in un lager con l'accusa di essere una "spia inglese". Svetlana sposò in seguito Grigòrij Moròzov, un altro ebreo. Stalin acconsentì dopo le molte suppliche, ma si rifiutò di partecipare al matrimonio. Anche il figlio di Stalin, Yàkov, sposò un'ebrea, Yulia Meltzer, e sebbene il padre all'inizio disapprovasse, poi le si affezionò. [[Simon Sebag Montefiore]], biografo di Stalin, scrive che il figlio di [[Lavrentij Berija|Lavrèntij Bèrija]] affermò che suo padre aveva un intero elenco di rapporti di Stalin con donne ebree.<ref name="Sebag-Montefiore 2005, 267">{{Cita|Sebag-Montefiore|p. 267|SMS2005}}.</ref>
 
Nelle sue memorie [[Nikita Chruščëv]] scrisse: "L'atteggiamento ostile verso la nazione ebraica era una delle principali carenze di Stalin. Nei suoi discorsi e scritti da leader e teorico non ce n'è traccia. Dio non voglia che qualcuno affermi che una sua dichiarazione sapeva di antisemitismo. All'esterno tutto sembrava corretto e appropriato. Ma nella sua cerchia ristretta, quando aveva occasione di parlare di qualche persona ebrea, usava sempre una pronuncia decisamente distorta. Questo era il modo in cui le persone arretrate prive di coscienza politica si esprimevano nel quotidiano... Persone con un atteggiamento sprezzante nei confronti degli ebrei. Storpiavano il russo di proposito, mettendoci accento ebraico o imitando certe caratteristiche negative [attribuite agli ebrei]. Stalin amava questo stile, e divenne uno dei suoi tratti caratteristici."<ref>{{Cita|Khrushchev|p. 47|NK2006}}.</ref> Chruščëv affermò inoltre che dopo la seconda guerra mondiale Stalin faceva spesso commenti antisemiti.<ref>{{Cita|Khrushchev|p. 50|NK2006}}.</ref>
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Analizzando varie spiegazioni dell'antisemitismo che si percepiva in Stalin nel suo libro ''The Lesser Terror: Soviet State Security, 1939-1953'', lo storico Michael Parrish scrive: "Si dice che Stalin, che rimase prima di tutto un georgiano per tutta la vita, in qualche modo divenne un ''grande russo'' e decise che gli ebrei sarebbero diventati il capro espiatorio per i mali dell'Unione Sovietica. Altri, come lo scrittore polacco [[Aleksander Wat]] (lui stesso una vittima), affermano che Stalin non era antisemita per natura, ma il filoamericanismo degli ebrei sovietici lo spinse verso una deliberata politica di antisemitismo. Le opinioni di Wat sono, tuttavia, influenzate dal fatto che Stalin, per ovvi motivi, all'inizio dipendeva dai comunisti ebrei per proseguire le sue politiche postbelliche in Polonia. Credo che una spiegazione migliore sia il senso di invidia di Stalin, che lo consumò per tutta la vita. Ha trovato negli ebrei un bersaglio comodo. Verso la fine del 1930 Stalin, come indicano le memorie [di sua figlia], soffriva di antisemitismo in piena regola."<ref>{{Cita libro|cognome=Parrish|nome=Michael|titolo=The Lesser Terror: Soviet State Security, 1939–1953|anno=1996|url=https://archive.org/details/lesserterrorsovi0000parr|città=Westport|editore=Greenwood Press|p=[https://archive.org/details/lesserterrorsovi0000parr/page/197 197]|ISBN=978-0-275-95113-9}}</ref>
 
In ''Esau's Tears: Modern Anti-Semitism and the Rise of the Jews'', lo storico Albert S. Lindemann scrive: "Determinare il vero atteggiamento di Stalin nei confronti degli ebrei è difficile. Non solo ha ripetutamente contrastato l'antisemitismo, ma sia suo figlio che sua figlia hanno sposato ebrei e molti dei suoi luogotenenti più stretti e devoti dalla fine degli [[anni '20]] agli [[anni '30]] erano di origine ebraica, ad esempio [[Lazar Moiseyevich Kaganovich]], [[Maxim Litvinov]] e il famigerato capo della polizia segreta [[Genrich Jagoda]]. Non c'erano tanti ebrei alleati di Stalin a destra del partito quanti erano alleati di [[Trotsky]] a sinistra, ma l'importanza di uomini come Kaganovich, Litvinov e Jagoda rende difficile credere che Stalin nutrisse un odio categorico per tutti gli ebrei intesi come razza, come Hitler. Altri studiosi di differenti opinioni, come Isaac Deutscher e Robert Conquest, negano che Stalin fu motivato da qualcosa di così dogmatico come l'antisemitismo in stile nazista. Basterebbe semplicemente notare che Stalin era un uomo impenetrabile, sospettoso e caratterizzato da grande odio. Vedeva nemici ovunque, e accadde che molti dei suoi nemici, praticamente tutti i suoi nemici, fossero ebrei, soprattutto il nemico Trotsky". Lindemann aggiunge che "gli ebrei del partito erano spesso abili nel parlare, polilingue e ottimamente istruiti, tutte qualità che mancavano a Stalin. Osservare, come ha fatto sua figlia Svetlana, che "a Stalin non piacevano gli ebrei" non ci dice molto, dal momento che "non gli piaceva" nessun gruppo: i suoi odi e sospetti non conoscevano limiti; anche i membri del partito della sua nativa Georgia non erano esenti. Non è chiaro se odiasse gli ebrei con una particolare intensità o qualità.»<ref>{{Cita libro|cognome=Lindemann|nome=Albert|anno=2000|titolo=Esau's Tears: Modern Anti-Semitism and the Rise of the Jews|città=Cambridge|editore=Cambridge University Press|p=454|ISBN=978-0-521-79538-8}}</ref>
 
== Note ==