Trieste: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
mNessun oggetto della modifica
Etichette: Modifica visuale Modifica da mobile Modifica da web per mobile
Nessun oggetto della modifica
Etichette: Modifica visuale Modifica da mobile Modifica da web per mobile
 
(11 versioni intermedie di 5 utenti non mostrate)
Riga 72:
|allineamento = sinistra
|titolo = Bora: vento da record
|contenuto = [[File:Bora on Molo Audace.jpg|thumb|center|upright=1.2|Gli effetti della [[Bora]] sul [[molo Audace]] di Trieste nel febbraio 2011.]]
La stazione meteorologica Osmer di Trieste, che è situata sul molo Fratelli Bandiera, venerdì 10 febbraio 2011 ha segnato una raffica di bora avente un picco di 168 km/h. Si tratta del dato ufficiale più elevato di sempre tra quelli registrati secondo le norme internazionali dell'[[Organizzazione meteorologica mondiale]].
}}
Riga 170:
Dopo il [[X secolo a.C.]] è documentata la presenza sul Carso dei primi nuclei di indoeuropei, costituiti da comunità di [[Istri]], che tuttavia, con ogni probabilità, non furono i primi abitatori della futura Trieste. Fra il [[X secolo a.C.|X]] e il [[IX secolo a.C.]] essi entrarono in contatto con un'altra etnia indoeuropea, gli [[antichi Veneti]], da cui Trieste venne poi notevolmente influenzata culturalmente.
 
La fondazione del primo nucleo della moderna Trieste nell'area del moderno centro storico sembrerebbe imputabile al popolo dei Veneti, come testimoniato dalle radici [[Lingua venetica|venetiche]] di parte del nome (in particolare il [[suffisso]] -''–esteeste'', mentre il [[Prefisso (linguistica)|prefisso]] ''terg-'' deriva, come già accennato, dall'[[Lingua illirica|antico illirico]]) e soprattutto da importanti reperti scoperti all'interno del perimetro del centro storico della città.<ref>Ezio Godoli, ''Le Città nella Storia d'Italia, Trieste'', Editori Laterza, Roma-Bari, 1984, p. 4</ref>.
[[File:Arcoromano.jpg|thumb|upright=1.2|left|L'Arco di Riccardo]]
 
Tuttavia [[Strabone]], importante [[Geografia|geografo]] dell'[[età augustea]], nella sua ''[[Geografia (Strabone)|Geografia]]''<ref>[[Geografia (Strabone)|Geogr.]], V, 1, 9; VII, 5, 2</ref>, fece risalire la fondazione di ''Tergeste'' alla tribù [[celti]]ca dei [[Carni]], popolo storicamente stanziato nella [[Alpi Orientali|regione alpina orientale]], e la definisce ''[[phrourion]]'', ossia un avamposto militare con funzioni di difesa e di snodo commerciale.<ref>Ezio Godoli, ''op. cit.'', p. 4.</ref>.
[[File:San Giusto 09.jpg|thumb|upright=1.2|Resti della basilica forense romana presso la cattedrale di San Giusto]]
 
Gli storici sono concordi sul fatto che successivamente la romana ''Tergeste'' divenne un ''[[castrum]]'',<ref>{{cita|Strabone|V, 1.10}}.</ref>, ossia un [[accampamento]] nel quale risiedevano stabilmente truppe dell'[[esercito romano]]: per tale motivo diventò anche un importante porto militare.<ref>Artemidoro fr. 9; {{cita|Cesare, ''De bello gallico''|VIII, 24}}; {{cita|Strabone|V, 1.9; VII, 5.2}}; {{cita|Velleio Patercolo|II, 110.4}}; {{cita|Tolomeo|I, 15.3; III, 1.27}}.</ref>.
 
Con la conquista militare dell'Illiria da parte degli antichi Romani (i cui episodi più salienti furono la guerra contro la pirateria degli Istri, che avvenne nel [[221 a.C.]], la fondazione di [[Aquileia]] nel [[181 a.C.]] e la guerra istrica del [[178 a.C.|178]]-[[177 a.C.]]) ebbe inizio un processo di [[Romanizzazione (storia)|romanizzazione]] e assimilazione delle popolazioni preesistenti.
 
''[[Tergeste (città antica)|Tergeste]]'' fu [[Colonia (insediamento)|colonizzata]] durante la metà del I secolo a.C., verso la fine dell'[[Repubblica romana|età repubblicana]], entrando poi a far parte della ''[[Regio X Venetia et Histria]]'', una delle ''[[Regioni dell'Italia augustea|regiones]]'' in cui [[Augusto]] divise l'Italia nel [[7 d.C.]].
 
''Tergeste'' si affacciava sull'[[Golfo di Trieste|omonimo golfo]] nella parte più settentrionale dell'[[Alto Adriatico]]. Il territorio cittadino era occupato prevalentemente da un pendio collinare che diventava montagna anche nelle zone limitrofe all'abitato, che si trovava infatti ai piedi di un'imponente scarpata che dall'[[Carso|altopiano del Carso]] digradava bruscamente verso il mare. È probabile che la fortezza principale fosse situata sulle pendici del [[San Giusto (Trieste)|colle di San Giusto]].
 
In seguito alla conquista romana di ''Tergeste'', avvenuta intorno al [[II secolo a.C.]], la località divenne ''[[Municipio (storia romana)|mūnǐcǐpǐum]]'' di [[diritto latino]] con il [[Nomi latini delle città italiane|nome]] di ''Tergeste'', sviluppandosi e acquisendo una netta fisionomia urbana già in [[epoca augustea]]. Ottenne lo status di ''[[Colonia romana|colonia]]'' della ''[[Tribù (storia romana)|tribus]]'' ''[[Pupinia]]'' probabilmente dopo la [[battaglia di Filippi]] ([[42 a.C.|42]]-[[41 a.C.]]).<ref>{{cita|Plinio il Vecchio|III, 127}}.</ref>.
[[File:Trieste - Teatro Romano 01.jpg|thumb|upright=1.2|I resti del teatro romano di Trieste]]
 
''Tergeste'' ottenne, durante il [[Principato (storia romana)|principato]] di [[Vespasiano]], lo status di ''[[civitas]]'',<ref>{{cita|Plinio il Vecchio|III, 22.15}}.</ref>, raggiungendo poi la sua massima espansione durante il principato di Traiano arrivando ad avere una popolazione, secondo [[Pietro Kandler]], di {{formatnum:12.000}}–{{formatnum:12.500}} abitanti,<ref>Ezio Godoli, ''op. cit.'', p. 8</ref>, consistenza demografica che Trieste raggiungerà nuovamente solo negli anni sessanta del [[XVIII secolo]]. Nella parte bassa del [[San Giusto (Trieste)|colle di san Giusto]], verso il mare, è ancora oggi possibile osservare i resti dell'antica ''Tergeste'' romana, nonostante le numerose costruzioni moderne che ne coprono, in parte, la visuale.
 
Nel corso dell'inverno del 53-[[52 a.C.]],<ref>Cesare, ''[[De bello Gallico]]'', VII, 1.1.</ref>, [[Giulio Cesare]] soggiornò ad ''[[Aquileia romana|Aquileia]]'' insieme alla ''[[Legio XV (Cesare)|legio XV]]'', dopo che la città era stata attaccata, insieme a ''Tergeste'', dagli [[Iapidi]].<ref>[[Aulo Irzio]], ''[[De bello Gallico]]'', VIII, 24.3; [[Appiano di Alessandria]], ''Guerra illirica'', pp. 18 e 52.</ref> Durante l'inverno successivo del 52-51 a.C., la ''legio XV'' venne inviata a svernare insieme alla ''[[legio VII (Cesare)|legio VII]]'' e alla [[cavalleria (storia romana)|cavalleria]] con [[Tito Labieno]] ede il suo luogotenente, [[Marco Sempronio Rutilo]], tra i [[Sequani]] a ''[[Vesontio]]''. Per tali fatti gli abitanti di ''Tergeste'' sono citati nel ''[[De bello Gallico]]'' di Giulio Cesare:
 
{{citazione|[...] Cesare chiamò [[Tito Labieno]], che mandò la legione quindicesima (che aveva svernato con lui) nella [[Gallia Cisalpina]] a tutela delle colonie dei cittadini romani per evitare che incorressero, per incursioni di barbari, in qualche danno simile a quello che nell'estate precedente era toccato ai Tergestini che, inaspettatamente, avevano subìto irruzioni e rapine. [...]|''[[De bello Gallico]]'', [[Giulio Cesare]], 8.24}}
Riga 198:
[[File:Loe1857 pg006 Triest im XVI Jahrhundert.jpg|thumb|left|upright=1.2|Trieste nel XVI secolo]]
 
Con la [[caduta dell'Impero romano d'Occidente]] Trieste conobbe un periodo di forte decadimento, riducendosi ada un piccolo villaggio di pescatori. Passò sotto il controllo dell'[[Impero bizantino]] fino al [[788]] (in questo periodo nacque la [[traslitterazione]] del suo nome in [[greco bizantino]], {{polytonic|Τεργέστη}}), quando venne occupata dai [[Franchi]]. Risale a quall'epoca la redazione del [[Placito del Risano]], un documento che riassume, in qualità di verbale di arbitrato o accordo,<ref name=rh>{{Cita pubblicazione |autore=Reinhart Härtel |titolo=Procedura orale e documentazione scritta nel Placito di Risano e in altri documenti giudiziari fra Danubio e mare Adriatico |rivista=Acta Histriae |anno=2005 |volume=13 |numero=1 |url=http://www.dlib.si/stream/URN:NBN:SI:DOC-NX329FBX/3628a92f-e9ce-4bc4-a5ff-235dec99aed2/PDF}}</ref>, un'assemblea giudiziaria svoltasi nell'anno 804 in una località lungo il [[Risano (fiume)|fiume Risano]], nei pressi di [[Capodistria]]. È la più antica testimonianza scritta riguardante la presenza di popolazioni slave in [[Istria]] nelle immediate vicinanze di Trieste.<ref name="Jez1994" /><ref>{{cita web |url=http://www.liceopetrarcats.it/sperimentazione/sitocarso/storia.htm |titolo=Copia archiviata |accesso=11 novembre 2012 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120824021812/http://www.liceopetrarcats.it/sperimentazione/sitocarso/storia.htm }} Liceo F. Petrarca – Trieste - a.s. 2001/2002 - Il Carso tra natura e cultura</ref>. La [[diocesi di Trieste]], fondata nel [[VI secolo]], ottenne, nel [[948]], anche il pieno [[potere temporale]] sul proprio territorio. Tale periodo, il [[Dominio vescovile a Trieste|dominio vescovile di Trieste]], durò fino al [[1295]]. In seguito alla soppressione del [[patriarcato di Aquileia]] del [[1751]], divenne suffraganea dell'[[arcidiocesi di Gorizia]].
 
Nel [[1098]] Trieste risultava già diocesi vescovile con il nome latino di ''Tergestum''. Nel [[XII secolo]] la città divenne un [[Comune medievale|Libero Comune]], e per i successivi tre secoli si alternarono al controllo della città la [[Repubblica di Venezia]], la [[Contea Principesca di Gorizia e Gradisca|contea di Gorizia]] e il [[Patriarcato di Aquileia]].
 
Nel [[1368]] entra in [[Guerra di Trieste|conflitto con Venezia]] in seguito ada un grave episodio di violenza perpetrato contro una [[galea]] della [[Serenissima]] ormeggiata nel porto della città, e a causa di questo deve prima accettare la sottomissione all'Austria, per poi essere venduta dalla stessa alla Repubblica marinara.
 
Nel [[1380]], durante la [[Guerra di Chioggia]], viene occupata dalla [[Stato patriarcale di Aquileia|Patria del Friuli]], e con il [[Pace di Torino (1381)|trattato di Torino]] viene costretta a prestare atto di dedizione ad [[Aquileia]]. Con la morte del patriarca di Aquileia [[Marquardo di Randeck]] nel [[1381]], il Capitano del castello di Duino Ugo VI detto Ugone, al servizio del Duca d'Austria, riesce a influenzare il Consiglio Cittadino convincendolo a sottomettersi per la seconda volta al dominio di [[duca d'Austria|Leopoldo III d'Asburgo]] (seconda dedizione). La resa della città viene firmata a [[Graz]] nel [[1382]]: viene mantenuta l’autonomia comunale, non più però sotto un [[Podestà (medioevo)|podestà]] elettivo, ma sotto un Capitanocapitano nominato dallo stesso [[Duca d'Austria]], ruolo questo che sarà ricoperto proprio da Ugone. Altre fonti citano invece l'atto di "dedizione" al duca d'Austria voluto da parte del Consiglio Comunale nel 1382, per mantenere la propria autonomia rispetto a una posizione di sottomissione rispetto a Venezia.
 
Altre fonti citano invece l'atto di "dedizione" al duca d'Austria voluto da parte del consiglio comunale nel 1382, per mantenere la propria autonomia rispetto ad una posizione di sottomissione rispetto a Venezia.
La nuova situazione politica della città, di relativa tranquillità, permise a Trieste, nella prima metà del Quattrocento, un buono sviluppo commerciale, che la condusse però nel [[1463]] a scontrarsi con la Repubblica di Venezia. La città richiese il supporto degli Asburgo contro la Serenissima, ma l'Imperatore [[Federico III d'Asburgo]] non solo non intervenne, ma fece ritirare il suo Capitanocapitano e la guarnigione, lasciando che l'esercito veneziano mettesse a ferro e fuoco la città, distruggesse le saline e devastasse le campagne.
 
La ribellione nei confronti della Casa d'Austria, che non aveva mantenuto il rispetto dei patti stipulati con il Libero Comune, non si fece attendere. Il capo della fazione imperiale Giannantonio Bonomo e i suoi accoliti vennero banditi dalla città; il Consiglio Cittadino elesse al suo posto Cristoforo Cancellieri, un valoroso soldato.
 
I fuoriusciti si radunarono nel [[castello di Duino]] pianificando la reazione, trovando appoggio in Nikla Luogar della Jama, Capitanocapitano di [[Vipacco]] e uomo fidato di Federico III. Nella notte di Capodanno del [[1468]] le porte fortificate di Trieste furono aperte dal traditore Nicolò Massaro, permettendo loro di cogliere di sorpresa i corpi di guardia e di occupare la città senza possibilità di opposizione. Cristoforo Cancellieri riuscì a fuggire, ma molti furono raggiunti nella fuga o arrestati nei loro letti.
 
I prigionieri vennero rinchiusi nella torre del castello di Duino e le loro case furono saccheggiate. Nikla Luogar fece incarcerare i tre giudici Rettori imponendone altri a sua scelta, e cominciò a sovvertire completamente gli ordinamenti cittadini. Il 9 febbraio 1468 venne nominato da Federico III Capitano imperiale.
 
Nikla Luogar della Jama assoggettò il Consiglio Cittadino ai suoi voleri, abolì ogni forma dell'antico statuto ede applicò di persona la giustizia punitiva. Il 28 maggio del [[1468]] fece votare al Consiglio la totale abolizione degli antichi diritti cittadini. Il nuovo patto di sottomissione venne fatto recare a Graz all'Imperatore, che accettò compiaciuto la nuova dedizione.
 
Trieste fu risparmiata dagli attacchi dell'[[Impero ottomano]], la cui azione militare più importante fu un'incursione diretta in [[Friuli]] nel 1470, durante la quale fu incendiata [[Prosecco (Trieste)|Prosecco]], oggi quartiere periferico triestino, che dista {{TA|8 km}} dal centro cittadino.<ref>Gabrio De Szombathely, ''Un itinerario di 2000 anni nella storia di Trieste'' (op. cit.)</ref>
Riga 221:
La presenza di numerosi documenti dedicati alla viticoltura nella Trieste medievale testimonia l'importanza che questa attività aveva nell'economia cittadina. Infatti, sino allo sviluppo dell'attività mercantile marittima che seguì alla proclamazione del [[porto franco (economia)|porto franco]] di Trieste, buona parte degli abitanti del piccolo borgo fortificato si dedicava alla viticoltura, che era praticata su tutto il territorio comunale, in particolare sul terreno marnoso-arenaceo che si trova a ridosso della città, soprattutto nelle zone più soleggiate.
 
Trieste era quindi un borgo fortificato circondato da vigneti, caratteristica riprodotta in numerose stampe d'epoca e descritta da molti viaggiatori stranieri. Il ruolo assolutamente centrale che il vino aveva nell'economia triestina è comprovato dalla presenza, sia in ambito ecclesiastico che civile, di [[decime]] e di altri sistemi basati sul computo della [[redditività]] delle vigne.<ref>Fulvio Colombo, Renzo Arcon (a cura di), ''Quaternus domorum et decimarus civitatis Tergesti. Quaderno delle case e delle decime della città di Trieste'', Deputazione di Storia patria per la Venezia Giulia, Trieste 2009.</ref>.
 
Il più importante prodotto della secolare viticoltura triestina è il [[Prosecco (vino)|vino Prosecco]], che ha preso il nome dal [[Castello di Moncolano|castello di Prosecco]]. Sul documento più antico che lo cita viene menzionato come ''castellum nobile vino [[Pucino|Pucinum]]''. La produzione di questo vino si allargò ben presto oltre i confini comunali triestini, diffondendosi nel goriziano, in [[Friuli]], in [[Dalmazia]] e soprattutto in [[Veneto]], dove si sviluppò sino a diventare uno dei vini più famosi al mondo.
Riga 229:
=== Epoca austriaca ===
{{Vedi anche|Città imperiale di Trieste e dintorni}}
[[File:Triest Plan 1718.JPG|thumb|left|upright=1.2|Trieste prima dell'istituzione del porto franco. Il [[Borgo Teresiano]] è ancora costituito da saline, mentre attorno alla Cittavecchia vi sono solo aree agricole.]]
 
Nel [[1719]] [[Carlo VI d'Asburgo|Carlo VI d'Austria]] potenziò l'allora piccolo villaggio di Trieste istituendo il [[porto franco (economia)|porto franco]], i cui diritti vennero estesi durante il regno di [[Maria Teresa d'Austria]], sua succeditrice, prima al ''Distretto Camerale'' ([[1747]]) e poi a tutto il territorio cittadino ([[1769]]).
 
Maria Teresa d'Austria, che salì al trono nel [[1740]], grazie ada un'attenta politica economica tracciò la via che permise a Trieste di divenire nel corso del tempo uno dei principali [[Porto di Trieste|porti europei]] e il più importante dell'[[Impero austriaco]]. In età teresiana il governo austriaco investì capitali ingenti nell'ampliamento e nel potenziamento dello scalo.
 
Fra il [[1758]] e il [[1769]] furono approntate opere a difesa del molo e venne eretto un forte. Nelle immediate vicinanze del porto sorsero la [[Borsa valori]] (all'interno del Palazzo municipale, attorno al [[1755]]), a cui fu poi [[Piazza della Borsa (Trieste)|dedicata una piazza]], il ''Palazzo della Luogotenenza'' ([[1764]]), oltreché un grande magazzino e il primo [[cantiere navale]] di Trieste, noto come lo ''squeroSquero di san Nicolò''. [[File:Triest Plan 1857 Lloyd Reiseführer.JPG|thumb|upright=1.2|Trieste nel 1857, 138 anni dopo la proclamazione del porto franco, al momento dell'arrivo della ferrovia]]
 
In quegli anni iniziò ada essere edificato il [[Borgo Teresiano]], che dell'imperatrice porta ancora il nome, per ospitare una popolazione che in città era in crescente aumento e che alla fine del secolo avrebbe raggiunto i 30.000 abitanti circa,<ref>Elio Apih, ''Trieste'', Roma-Bari, Editori Laterza, p. 11</ref>, sei volte superiore a quella presente un centinaio di anni prima. Il notevole sviluppo demografico della città fu dovuto, in massima parte, all'arrivo di numerosi immigrati provenienti per lo più dal bacino adriatico ([[istria]]ni, [[Veneto|veneti]], [[Dalmazia|dalmati]], [[Friuli|friulani]], [[Slovenia|sloveni]]) e –in– in minor misura–misura – dall'Europa continentale ([[austria]]ci, [[Ungheria|ungheresi]]) e balcanica ([[Serbia|serbi]], [[Grecia|greci]], ecc.).
 
In un rapporto inviato all'imperatrice Maria Teresa, il conte Nikolaus von Hamilton, che ricoprì la carica di Presidente dell'Intendenza della città di Trieste dal 1750 al 1764, descrisse nel seguente modo l'uso delle lingue parlate dagli abitanti di Trieste:
 
{{citazione| Gli abitanti usano tre diverse lingue: l'italiano, il tergestino e lo sloveno. La particolare lingua triestina, usata dalle persone semplici, non viene capita dagli italiani; molti abitanti in città e tutti quelli del circondario parlano sloveno.<ref>Paolo Merkù, ''La presenza slovena nella città preemporiale''. In R. Finzi/G. Panjek/L. Panariti: Storia economica e sociale di Trieste, vol. 1, pp. 288-289</ref>}}
[[File:Triest 1885.jpg|thumb|upright=1.2|left|Trieste nel 1885]]
 
Riga 248 ⟶ 249:
 
A maggio 1797 le [[Armée de terre|truppe francesi]] lasciarono la città in virtù del [[trattato di Leoben]].<ref name="Tedesco 2018">{{cita|Tedesco 2018}}.</ref>
La seconda occupazione francese iniziò a dicembre 1805 concludendosi a marzo 1806. Nonostante la brevità delle prime due occupazioni, le idee democratiche portate dalle truppe napoleoniche iniziarono a diffondersi anche a Trieste, dove iniziòcominciò a maturare la coscienza di una [[Irredentismo italiano|identità nazionale italiana]].<ref>{{cita|Migliorini 2014}}.</ref>
[[File:Litorale austriaco 1897.jpg|thumb|Mappa del 1897 del [[Litorale austriaco]], di cui Trieste era capoluogo]]
 
Riga 255 ⟶ 256:
Ritornata agli [[Casa d'Asburgo|Asburgo]] nel [[1813]], Trieste continuò a svilupparsi, anche grazie all'apertura della ferrovia con [[Vienna]] nel [[1857]]. Negli anni sessanta dell'Ottocento Trieste fu elevata al rango di capoluogo di ''Land'' della regione del [[Litorale austriaco]] (''Oesterreichisches Küstenland''). Successivamente la città divenne, negli ultimi decenni dell'[[XIX secolo|Ottocento]], la quarta realtà urbana dell'[[Impero austro-ungarico]], dopo [[Vienna]], [[Budapest]] e [[Praga]].
 
Grazie al suo status privilegiato di unico porto commerciale della [[Cisleitania]], denominazione non ufficiale della metà occidentale dell'[[Impero austro-ungarico]], un tempo facente parte del [[Sacro Romano Impero]], Trieste divenne il primo porto dell'Impero austro-ungarico. La città giuliana diventò un centro fortemente cosmopolita, plurilingue e plurireligioso, come dimostra il censimento ufficiale austriaco del 31 dicembre 1910: il 51,83% della popolazione del comune (e il 59,46% del centro storico) era [[Italofonia|italofono]], a cui si aggiungevano gli [[italiani]] immigrati dal [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]], che erano considerati stranieri (il 12,9% degli abitanti del centro storico), il 24,79% degli abitanti era di lingua slovena (il 12,64% degli abitanti del centro storico), l'1,04% di lingua tedesca (il 1,34% degli abitanti del centro storico), mentre si contavano molte comunità minori: [[serbi]], [[croati]], [[armeni]], [[ebrei]], [[greci]], [[ungheresi]], [[inglesi]] e [[svizzeri]].<ref>{{Cita web|url=http://www.kozina.com/premik/1910-02.pdf|titolo=Censimento austriaco del 1910|sito=kozina.com|accesso=12 giugno 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131220202023/http://www.kozina.com/premik/1910-02.pdf|urlmorto=sì}}</ref>.
{| class="wikitable"
|+Censimenti comune Trieste<ref>{{Cita web|url=https://anno.onb.ac.at/cgi-content/anno-plus?aid=ors&datum=0001&page=282&size=24|titolo=ÖNB-ANNO - Österreichische Statistik, 1880-|sito=anno.onb.ac.at|accesso=5 gennaio 2021}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://drive.google.com/file/d/13BSpAtRR2qhrUS9wB_MKxidnkI12ONxc/view?usp=embed_facebook|titolo=VG.pdf|sito=Google Docs|accesso=5 gennaio 2021}}</ref>
Riga 282 ⟶ 283:
|ignoto
|}
Nel XVIII secolo in città il [[dialetto triestino]], [[dialetto veneto coloniale]] parlato anche in buona parte della moderna [[provincia di Trieste]] e nell'attuale [[provincia di Gorizia]]<ref group="N">. I secolari contatti della città con culture e lingue diverse ha facilitato tuttavia l'introduzione di alcuni termini, di origine per lo più [[Lingua tedesca|tedesca]] e [[Lingua slovena|slovena]] e, in minor misura, [[Lingua friulana|friulana]] e [[Lingua croata|croata]] (ma anche [[Lingua ungherese|ungherese]], [[Lingua greca|greca]], [[Lingua ebraica|ebraica]], [[Lingua francese|francese]] e persino [[Lingua turca|turca]] e di altre lingue), nel lessico triestino. Cfr. a tale proposito: G. Pinguentini, ''Dizionario storico etimologico fraseologico del dialetto triestino'' Trieste, Borsatti, 1954.</ref>), sostituì il [[dialetto tergestino]], antico dialetto locale [[lingue retoromanze|retoromanzo]] con una forte correlazione con la [[lingua friulana]].
 
=== L'irredentismo italiano ===
{{Vedi anche|Irredentismo italiano|Questione adriatica}}
[[File:Serenissima.png|thumb|center|upright=4|Cartina della [[Dalmazia]] e della [[Venezia Giulia]] con i confini previsti dal [[Patto di Londra]] (linea rossa) e quelli invece effettivamente ottenuti dall'Italia (linea verde). In fucsia sono invece indicati gli antichi domini della [[Repubblica di Venezia]].]]
 
Trieste fu – insieme a [[Trento]] – uno dei maggiori centri dell'[[irredentismo italiano]], [[Movimento (sociologia)|movimento]] [[Libertà di pensiero|d'opinione, espressione]] dell'aspirazione [[italia]]na a perfezionare territorialmente la propria [[unità nazionale]], liberando le terre soggette al dominio straniero,<ref>{{Cita web |autore=Francesco Bruni |url=http://www.italica.rai.it/principali/lingua/bruni/schede/irriden.htm |voce=Irredentismo |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090330070238/http://www.italica.rai.it/principali/lingua/bruni/schede/irriden.htm |titolo=Storia della Lingua Italiana |citazione=Con "irredentismo" si designa l'aspirazione di un popolo a completare sul piano territoriale la sua unità nazionale, liberando le terre soggette al dominio straniero. La paternità di questa parola va attribuita al patriota e uomo politico Matteo Renato Imbriani, che nel 1877, ai funerali del padre Paolo Emilio, usò l'espressione "terre irredente", ovvero non salvate; subito dopo, un giornalista viennese lo definì "irredentista" per dileggiarlo.}}</ref> che fu particolarmente attivo tra gli ultimi decenni del [[XIX secolo]] e i primi del [[XX secolo]] in tutti i territori compresi nella [[regione geografica italiana]] o popolati da [[italofonia|italofoni]], oppure collegati all'Italia da secolari legami storici, linguistici e culturali.
[[File:Karte Triest MKL Bd. 15 1890 (128662967).pngjpg|thumb|left|upright=1.2|Mappa austriaca di Trieste (18881890).]]
 
Come conseguenza della [[terza guerra d'indipendenza italiana]] (1866), che portò all'annessione del [[Veneto]] al [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]], l'amministrazione imperiale austriaca, per tutta la seconda metà del XIX secolo, aumentò le ingerenze sulla gestione politica del territorio per attenuare l'influenza del gruppo etnico italiano temendone le già citate correnti irredentiste, arrivando anche a [[Fatti di Trieste|scontri]]. In particolare, durante la riunione del Consiglio dei ministri del 12 novembre 1866, l'imperatore [[Francesco Giuseppe I d'Austria]] tracciò un progetto di ampio respiro mirante alla ''germanizzazione o alla slavizzazione'' delle aree dell'Impero, con l'obiettivo di sradicare l'[[Italiani|etnia italiana]]:
 
{{Citazione|Sua Maestà ha espresso il preciso ordine che si agisca in modo deciso contro l'influenza degli elementi italiani ancora presenti in alcune regioni della Corona e, occupando opportunamente i posti degli impiegati pubblici, giudiziari, dei maestri come pure con l’influenza della stampa, si operi nel [[Tirolo del Sud]], in [[Dalmazia]] e sul [[Litorale austriaco|Litorale]] per la germanizzazione e la slavizzazione di detti territori a seconda delle circostanze, con energia e senza riguardo alcuno. Sua Maestà richiama gli uffici centrali al forte dovere di procedere in questo modo a quanto stabilito.|[[Francesco Giuseppe I d'Austria]], consiglio della Corona del 12 novembre 1866<ref>''Die Protokolle des Österreichischen Ministerrates 1848/1867. V Abteilung: Die Ministerien Rainer und Mensdorff. VI Abteilung: Das Ministerium Belcredi'', Wien, Österreichischer Bundesverlag für Unterricht, Wissenschaft und Kunst 1971</ref><ref>{{cita libro |autore=Jürgen Baurmann|autore2=Hartmut Gunther|autore3=Ulrich Knoop| titolo=Homo scribens : Perspektiven der Schriftlichkeitsforschung | anno= 1993 | editore= | città= Tübingen|ISBN= 3-484-31134-7|p=279|lingua=de|url=https://books.google.com.au/books?id=l3tCTXoeAysC&pg=279}}</ref>.}}
 
I prodromi a questa decisione si ebbero dopo la [[seconda guerra d'indipendenza italiana]], da cui conseguì l'incorporazione della [[Lombardia]] al [[Proclamazione del Regno d'Italia|nascituro Stato italiano]] ([[1859]]). In seguito a questo evento, il governo austriaco favorì il formarsi di una [[Sloveni|coscienza nazionale slovena]] allo scopo di contrastare l'irredentismo italiano. La presa di coscienza dell'identità slovena fece aumentare la regressione dell'uso della [[lingua italiana]], che pur conservò un notevole prestigio per tutto il periodo austriaco, cosa che terminò alla fine della [[prima guerra mondiale]] con l'annessione di Trieste all'Italia, dopo della quale l'italiano diventò l'unica lingua ufficiale.
[[File:Litorale 1.png|thumb|upright=2.0|'''Modifiche al confine orientale italiano dal 1920 al 1975'''.
Riga 306 ⟶ 307:
|
{{legenda|#eee8aa}}
|
|
{{legenda|#ffff00|Aree del [[Litorale austriaco]], della [[Carinzia]] e della [[Carniola]] assegnate all'Italia nel 1920 con il [[Trattato di Rapallo (1920)|trattato di Rapallo]] (con ritocchi del suo confine nel 1924 dopo il [[Trattato di Roma (1924)|trattato di Roma]]):}}
|}
Riga 314 ⟶ 315:
{{legenda|#ffff00|Aree annesse al Regno d'Italia nel 1920 e poi assegnate alla Jugoslavia nel 1947 con i [[Trattati di Parigi (1947)|trattati di Parigi]]}}]]
Nella città, durante le manifestazioni pro italiane-Italia che seguirono a una petizione firmata da {{formatnum:5.858}} cittadini verso l'Inclito Consiglio della città che richiedeva il diritto di insegnamento della lingua italiana nelle scuole statali, avvenute tra il 10 e il 12 luglio 1868, scoppiarono scontri e violenze nelle strade principali cittadine, con gli sloveni locali arruolati fra i soldati asburgici, che provocarono la morte dello studente Rodolfo Parisi, ucciso con 26 colpi di baionetta, e di due operai, Francesco Sussa e Niccolò Zecchia.<ref>Vedi pag. 10 in Guerrino Guglielmo Corbanese, ''Il Friuli, Trieste e l'Istria: Tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del novecento'', Del Bianco ed., 1999</ref><ref>Vedi pag. 162 in Luigi Carnovale, ''Why Italy entered into the great war'', Italian-American publishing company, 1917.</ref>
 
Il 13 febbraio del [[1902]] iniziò uno sciopero generale a favore dei fuochisti del [[Lloyd Triestino|Lloyd]]. Il governo austriaco, in accordo con il governatore di Trieste [[Leopold von Goess]], temendo una saldatura tra il partito socialista triestino prevalentemente di etnia italiana ed elementi irredentisti, proclamò il 14 febbraio lo stato d'assedio e la legge marziale.
Il governo austriaco, in accordo con il governatore di Trieste [[Leopold von Goess]], temendo una saldatura tra il partito socialista triestino prevalentemente di etnia italiana ed elementi irredentisti, proclamò il 14 febbraio lo stato d'assedio e la legge marziale.
 
Durante lo svolgersi della manifestazione, intervenne la 55ª brigata di fanteria agli ordini del generale [[Franz Conrad von Hötzendorf]], che procedette ada una violenta repressione, ordinando ai suoi uomini di caricare la folla con le baionette e concludendo l'azione con varie scariche di fucile ad altezza d'uomo. Quattordici persone rimasero uccise nell'azione ede oltre 200 ferite.
 
Nel [[1909]] il governatore austriaco [[Konrad zu Hohenlohe-Schillingsfürst]] proibì l'uso della lingua italiana in tutti gli edifici pubblici e con un altro [[Decreti Hohenlohe|decreto]] del 1913 l'[[Austria]] estromise ufficialmente gli italiani dalle amministrazioni comunali e dalle aziende municipalizzate.<ref name="treccani">''Dizionario Enciclopedico Italiano'' (Vol. III, pag. 730), Roma, Ed. Istituto dell'Enciclopedia Italiana, fondata da Giovanni Treccani, 1970.</ref>. Anche Trieste fu coinvolta nel processo di [[croatizzazione]] della [[Venezia Giulia]], che avvenne durante la dominazione austro-ungarica. Queste ingerenze, insieme ad altre azioni di favoreggiamento al gruppo etnico slavo ritenuto dall'Impero più fedele alla Corona, esasperarono la situazione andando ad alimentare le correnti più estremiste e rivoluzionarie.
 
{{Tabella a barre
Riga 338:
}}
 
Agli inizi del [[XX secolo|Novecento]] il gruppo [[etnia|etnico]] sloveno di Trieste conobbe una fase di ascesa demografica, sociale ed economica. Ciò spiega come l'irredentismo assunse spesso, nella città giuliana, dei caratteri marcatamente anti-slavi, che vennero perfettamente incarnati dalla figura di [[Ruggero Timeus]]. Allo scoppio della prima guerra mondiale 128 triestini si rifiutarono di combattere sotto le bandiere austro-ungariche e –subito– subito dopo l'[[Italia nella prima guerra mondiale|entrata in guerra dell'Italia contro gli Imperi centrali]] – si arruolarono nel [[Regio Esercito]] italiano.
 
Fra i volontari che persero la vita nel corso del conflitto<ref group=N>Le informazioni sul numero dei volontari e quello relativo ai deceduti sono tratte da: Elio Apih, ''op. cit.'' p. 99.</ref> si ricordano gli scrittori e gli intellettuali [[Scipio Slataper]], [[Ruggero Timeus]] e Carlo Stuparich, fratello del più noto [[Giani Stuparich]]. Primo esponente di tale movimento è considerato il triestino Wilhelm Oberdank, successivamente italianizzato in [[Guglielmo Oberdan]], che, per aver ordito un complotto per uccidere l'imperatore d'Austria [[Francesco Giuseppe I d'Austria|Francesco Giuseppe]] e trovato in possesso di due [[Bomba all'Orsini|bombe Orsini]], fu processato ed impiccato nella sua città natale il 20 dicembre [[1882]].
 
Particolarmente attivi sul fronte delle idee e della propaganda furono i fuoriusciti triestini in Italia e in Francia, dove ebbero un ruolo di primaria importanza nella fondazione, a Roma, di un Comitato centrale di propaganda dell'Alto Adriatico ([[1916]]) e, a Parigi, dell'associazione ''Italia irredenta''. Tutti i membri degli organi direttivi del Comitato erano triestini, ad eccezione del [[Dalmati italiani|dalmata italiano]] Alessandro Dudan.<ref>[[Marina Cattaruzza]], ''L'Italia e il Confine Orientale'', Bologna, Società editrice Il Mulino, 2007, p. 97</ref>
 
=== La prima guerra mondiale e la prima annessione all'Italia ===
Tra il 1915 e il 1917, durante la [[prima guerra mondiale]], il [[Servizio Aeronautico]] italiano bombardò Trieste in diverse occasioni, causando numerose vittime tra la popolazione civile. Il 4 novembre del [[1918]], al termine del conflitto, che vide l'Italia vittoriosa, il Regio Esercito italiano entrò a Trieste al comando del generale [[Carlo Petitti di Roreto]], acclamato da quella parte della popolazione che era di sentimenti italiani, il quale dichiarò lo stato di occupazione ede il coprifuoco.
[[File:Liberazione_di_Trieste.jpg|thumb|upright=1.2|left|Sbarco delle truppe italiane a Trieste il 3 novembre 1918, a prima guerra mondiale appena conclusa]]
 
La sicura ede imminente annessione della città e dell'intera Venezia Giulia all'Italia, invano contrastata al tavolo della pace dai rappresentanti del neonato [[Regno dei Serbi, Croati e Sloveni]], che reclamarono invece l'annessione della città e del suo entroterra al regno slavo, fu accompagnata da un forte inasprimento dei rapporti tra il gruppo etnico italiano e quello sloveno, traducendosi talvolta anche in scontri armati.
 
Dopo la prima guerra mondiale le truppe italiane occuparono militarmente la parte della [[Dalmazia]] promessa all'Italia dal [[Patto di Londra]], accordo segreto firmato il 26 aprile [[1915]], stipulato tra il governo italiano e i rappresentanti della [[Triplice intesa|Triplice Intesa]], con cui l'Italia si era impegnata a scendere in guerra contro gli [[Imperi centrali]] in cambio di cospicui compensi territoriali poi non completamente riconosciuti nel successivo [[Trattato di Versailles|trattato di Versailles (1919)]], che fu invece firmato alla fine del conflitto.<ref>{{Treccani|londra|Londra|accesso=21 marzo 2017}}</ref>
 
Lo sviluppo del fascismo a Trieste fu precoce e rapido. Nel maggio [[1920]] si costituirono in città le prime ''Squadre volontarie di difesa cittadina'', nuclei di squadristi fascisti al comando dell'ufficiale di Marina Ettore Benvenuti. Nel giugno successivo veniva aperta la sede dell{{'}}''Avanguardia studentesca triestina'', anch'essa di chiara ispirazione fascista. L'11 luglio 1920 a [[Spalato]] scoppiarono i cosiddetti "[[incidenti di Spalato|incidenti]]", nel corso dei quali un cittadino croato e due militari italiani vennero uccisi.
[[File:L'incendio dell'Hotel Balkan.jpeg|thumb|upright=1.2|L'Hotel Balkan sede del ''[[Narodni Dom]]'' dopo l'incendio ([[1920]]).]]
 
Due giorni dopo i [[Fascismo|fascisti]] di Trieste organizzarono una manifestazione in città, durante la quale fu ucciso in circostanze mai chiarite un giovane italiano di nome Giovanni Nini. La folla, incitata dagli [[squadristi]] capitanati da [[Francesco Giunta]], circondò in massa il [[Narodni dom]], il massimo centro culturale cittadino degli sloveni e delle altre nazionalità slave locali, che venne incendiato: lo sloveno Hugo Roblek, ivi ospitato, morì gettandosi dalla finestra per sfuggire alle fiamme. Nella medesima manifestazione venne anche ferito in circostanze non chiare Luigi Casciana, un ufficiale italiano in licenza a Trieste, che morirà in ospedale qualche giorno dopo.
 
Lo stesso giorno alcuni squadristi devastarono gli uffici della "Jadranska banka", la filiale della "Ljubljanska kreditna banka", la tipografia del settimanale "Edinost", la Cassa di Risparmio Croata, la scuola serba e numerosi altri luoghi di aggregazione delle comunità etniche presenti a Trieste, oltre a quelli del Partito socialista, che aveva idee politiche differenti rispetto a quelle degli squadristi.<ref>Claudio Silvestri, ''Dalla Redenzione al Fascismo. Trieste 1918-1922'', Udine 1959, pp. 55 sg; citato in Renzo De Felice, ''Mussolini il rivoluzionario 1883-1920'', Einaudi, Torino 1965, pag. 625.</ref><ref>Alojz Zidar,"Il popolo sloveno ricorda e accusa, Založba Lipa, Koper-Capodistria 2001"</ref>.
 
Con la firma del [[Trattato di Rapallo (1920)|trattato di Rapallo]] del novembre [[1920]], Trieste passò definitivamente all'[[Italia]], inglobando nel proprio territorio provinciale zone dell'ex [[Contea Principesca di Gorizia e Gradisca]], dell'[[Istria]] e della [[Carniola]].
Riga 370:
|immagine3 = Italian province of Trieste.JPG
|didascalia3 = {{legenda|#FC0416|Provincia di Trieste dal 1924 al 1943}}
}} Il periodo tra la [[prima guerra mondiale|prima]] e la [[seconda guerra mondiale]] fu segnato da numerose difficoltà per Trieste. La città fu colpita infatti da una pesante crisi economica, causata dalla perdita di importanza del porto, un tempo il maggiore dell'Impero austro-ungarico. Ne soffrì soprattutto l'attività commerciale, ma anche il settore finanziario. Trieste perse la sua secolare autonomia comunale, resa molto ampia dalla Corona austriaca, cambiando gradualmente anche la propria ripartizione linguistica e culturale. Quasi la totalità della comunità germanofona lasciò infatti la città dopo l'annessione all'[[Italia]], con l'elemento italiano che acquisì gradualmente importanza.
 
Con l'avvento del [[fascismo]] al governo nazionale, fu inaugurata a Trieste e in Venezia Giulia una politica di "snazionalizzazione" delle minoranze cosiddette ''allogene''. A partire dalla metà degli anni venti si diede avvio all'[[Italianizzazione (fascismo)|italianizzazione]] dei toponimi e dei cognomi slavi,<ref>{{Cita libro|autore=Miro Tasso|titolo=Un onomasticidio di Stato|anno=2010|editore=Mladika|città=Trieste}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|autore=Miro Tasso|titolo=Fascismo e cognomi: italianizzazioni coatte nella provincia di Trieste|rivista=Quaderni Italiani di RIOn, 3, pp. 309-335. Lo spettacolo delle parole. Studi di storia linguistica e di onomastica in ricordo di Sergio Raffaelli. Enzo Caffarelli e Massimo Fanfani (a cura di) - Società Editrice Romana, 2011}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|autore=Miro Tasso|titolo=Le mutazioni dei cognomi nella provincia di Trieste durante il fascismo|rivista=Rivista Italiana di Onomastica, 20: 57-66, 2014.}}</ref>, mentre nel [[1929]] l'insegnamento in sloveno e in tedesco fu definitivamente bandito da tutte le scuole pubbliche cittadine di ogni ordine e grado e –poco– poco più tardi–tardi – furono chiuse le scuole, i circoli culturali e la stampa della [[Diffusione dello sloveno in Italia|comunità slovena]].
 
Nonostante i problemi economici e il teso clima politico, la popolazione della città crebbe negli anni venti del Novecento, grazie soprattutto all'immigrazione da altre zone dell'Italia. La prima metà degli anni trenta fu invece un periodo di ristagno demografico, con una leggera flessione della popolazione dell'ordine di circa l'1% su base quinquennale (nel [[1936]] si contarono quasi duemila abitanti in meno rispetto al [[1931]]). Nello stesso periodo e, successivamente, fino allo scoppio della [[seconda guerra mondiale]], furono portate avanti alcune importanti opere urbanistiche. Tra gli edifici più rilevanti vanno ricordati il [[Università di Trieste|palazzo dell'Università]] e il [[Faro della Vittoria (Trieste)|Faro della Vittoria]].
 
[[File:Mussolini a Trieste.jpg|thumb|upright=1.2|Trieste, piazza Unità, il 18 settembre 1938,<br />in occasione del discorso di Benito Mussolini<br />in cui vennero annunciate le [[Leggi razziali fasciste|leggi razziali]].]]
[[File:La Sinagoga - Trieste.jpg|thumb|upright=1.2|La sinagoga di Trieste, che fu assalita e danneggiata gravemente due volte durante la seconda guerra mondiale.]]
[[File:Ispettorato Speciale di Pubblica Sicurezza per la Venezia Giulia gruppo Colloti.jpg|thumb|upright=1.2|Ispettorato Speciale di Pubblica Sicurezza per la Venezia Giulia, con al centro [[Gaetano Collotti]], suo capo.]]
L'obiettivo era quello di assimilare forzosamente i gruppi etnici minoritari. Tale politica, unitamente alle azioni anti-slave degli squadristi fascisti, a volte costellate da incidenti con morti e feriti, ebbero– ebbe gravissime ripercussioni sui delicati rapporti interetnici. A causa della persecuzione etnica, circa il 10% degli sloveni residenti in città scelse di emigrare nel vicino [[Regno di Jugoslavia]]. Dalla fine degli anni venti si sviluppò l'attività sovversiva dell'organizzazione antifascista e irredentista sloveno-croata [[TIGR]], con alcuni attentati dinamitardi anche nel centro cittadino.
 
Le organizzazioni indipendentiste e terroriste slovene, fra cui il [[TIGR]] e la ''Borba'', reagirono agli assassini perpetrati dai fascisti con altrettanta brutalità: si moltiplicarono gli atti di resistenza armata e si verificarono azioni violente contro gli esponenti del regime fascista e i membri delle Forze dell'Ordine o – in alcuni casi – anche contro semplici cittadini.
 
Nel [[1930]] a Trieste furono organizzati due attentati ad opera del TIGR: quello al Faro della Vittoria e, ben più grave, quello alla redazione de ''Il Popolo di Trieste'', che causò la morte dello [[stenografo]] Guido Neri e il ferimento di tre persone. Le autorità di polizia procedettero ada una vasta azione investigativa, debellando le cellule di resistenza: gli accusati (tutti sloveni) di vari crimini comprendenti – oltre agli attentati dinamitardi – anche una serie di omicidi, tentati omicidi ede incendi, vennero processati dal [[Tribunale speciale per la difesa dello Stato (1926-1943)|Tribunale speciale per la difesa dello Stato]], traslato per l'occasione da Roma a Trieste per eseguire il primo processo di questo tipo nella città giuliana.
 
Il processo si concluse con una condanna esemplare: a quattro imputati fu inflitta la pena di morte (Ferdo Bidovec, Fran Marušič, Zvonimir Miloš e Alojzij Valenčič), venendo fucilati a Basovizza il 6 settembre [[1930]], mentre ad altri dodici vennero inflitte varie pene detentive fra i due anni e sei mesi e i trent'anni. Due vennero invece assolti.
Riga 399:
 
=== L'occupazione tedesca ===
[[File:Grossdeutsches Reich NS Administration 1944.png|thumb|left|upright=1.5|Il [[Großdeutschland|Grande Reich Tedesco]] nel 1944, comprendente le zone di operazione militare sottoposte a diretto controllo tedesco, tra cui il Litorale adriatico]][[File:Italian social republic map ITA.png|upright=1.2|thumb|La [[Zona d'operazioni del Litorale adriatico]]]][[File:In A Scary Place (I) (39272115351).jpg|upright=1.2|thumb|La '''Risiera di San Sabba''' fu un [[campo di concentramento]] istituito dagli occupatori tedeschi a Trieste, ufficialmente come campo di detenzione di polizia (''Polizeihaftlager''); fu l’unico campo di concentramento [[nazifascismo|nazista]] su suolo italiano ad essere dotato di un [[forno crematorio]].<ref>{{cita web|url=https://video.ilpiccolo.gelocal.it/locale/25-aprile-con-l-irsrec-tristano-matta-racconta-la-risiera-di-san-sabba-a-trieste/124241/124706 |titolo= Tristano Matta racconta “la Risiera di San Sabba”|autore: sito web de [[Il Piccolo]]|accesso=3 giugno 2024}}</ref><br />Nell'immagine: Le celle di detenzione all'interno della [[Risiera di San Sabba|"Risiera"]]]][[File:Ostaggi Opicina.JPG|upright=1.2|thumb|Monumento ai 71 ostaggi fucilati a Trieste per rappresaglia dai nazisti il 3 aprile 1944.]]
 
Dal [[proclama Badoglio dell'8 settembre 1943]], che annunciò l'entrata in vigore dell'[[armistizio di Cassibile]] con il quale il [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]] cessò le ostilità verso gli [[Alleati della seconda guerra mondiale|Alleati]], decretando l'inizio di fatto della [[Resistenza italiana]] contro il [[nazifascismo]], Trieste fu al centro di una serie di vicende che hanno segnato profondamente la storia del capoluogo giuliano e della regione circostante e che suscitano tuttora accesi dibattiti.
Riga 425:
|contenuto=<small> Il ritiro dei tedeschi da Trieste a causa dell’avanzamento delle truppe jugoslave, consentì a queste ultime di conquistare la città ed assumerne il pieno controllo. Da parte degli abitanti di lingua italiana, che costituivano la maggior parte della popolazione, l’arrivo degli jugoslavi venne considerato come una nuova occupazione. Da parte degli oltre 30.000 abitanti di lingua slovena<ref>''Slovenski zgodovinski atlas'', Nova revija d.o.o., Ljubljana 2011</ref> l’arrivo dei militari jugoslavi veniva considerata invece come una liberazione, non solo dall’occupazione tedesca, ma anche dalla liberazione dal fascismo ed anche dalla invisa sovranità del Regno d’Italia. Dopo assegnazione di Trieste al Regno d’Italia, in base al [[trattato di Rapallo (1920)]] gli sloveni triestini furono infatti separati dal resto della popolazione slovena, assegnata al regno jugoslavo, ed inoltre persero i loro diritti linguistici precedentemente concessi dall’Impero austriaco, come ad esempio quello dell’istruzione obbligatoria nella propria lingua madre, senza considerare le persecuzioni attuate nei loro confronti dal regime fascista avallato dalla monarchia italiana.</small>
}}
<div style="float:right;"> [[File:2 maggio 1945 jugoslavi a trieste.jpg|miniatura|upright=1.3|2 maggio 1945: militari jugoslavi a Trieste.]]</div>
 
L'insurrezione dei partigiani antifascisti italiani e jugoslavi a Trieste fu contraddistinta da uno svolgimento anomalo. Il 30 aprile [[1945]] il [[Comitato di Liberazione Nazionale]] del quale era presidente don [[Edoardo Marzari]], composto da tutte le forze politiche italiane antifasciste con l'eccezione dei comunisti, proclamò l'insurrezione generale. Al tempo stesso le brigate dei partigiani jugoslavi, con l'appoggio del [[Partito Comunista Italiano]], attaccarono dall'altipiano carsico appena fuori della città giuliana. {{senza fonte|Si noti che esse non contenevano nessuna unità partigiana italiana inserita nell'Esercito jugoslavo, mandate invece a operare altrove, benché molti triestini (italiani e sloveni) vi fossero compresi.}} Gli scontri si registrarono principalmente nelle zone di Opicina, che si trova sull'altipiano, del Porto Vecchio, del [[castello di San Giusto]] e dall'interno del [[Palazzo di Giustizia (Trieste)|Palazzo di Giustizia]], in pieno centro cittadino. La restante parte della città fu liberata.
Riga 445:
 
L'otto maggio proclamarono Trieste città autonoma in seno alla Repubblica Federativa di Jugoslavia. Sugli edifici pubblici fecero sventolare la bandiera Jugoslava affiancata dal Tricolore italiano con la stella rossa al centro.
[[File:Trieste-Italy border.jpg|thumb|upright=1.2|Il confine tra [[Italia]] e Territorio Libero di Trieste sulla [[Strada statale 14 della Venezia Giulia]] tra [[Monfalcone]] e [[Duino-Aurisina]].]]
 
La città visse momenti difficili, di gran timore, con le persone dibattute tra idee profondamente diverse: l'annessione alla Jugoslavia o il ritorno all'Italia. In questo clima si verificarono confische, requisizioni e arresti sommari. Vi furono anche casi di vendette personali, in una popolazione esasperata dagli eventi bellici e dalle contrapposizioni del periodo fascista. Invano i triestini sollecitarono l'intervento degli [[Alleati della seconda guerra mondiale|Alleati]].
Riga 490:
{{Citazione|Drappo rosso caricato dall'alabarda di San Sergio con la iscrizione centrata in oro "Città di Trieste".}}
 
Secondo la [[leggenda]], lo stemma di Trieste ebbe origine dalla storia legata al [[martirioMartirio (Cristianesimocristianesimo)|martirio]] di san Sergio. Il santo, alla sua partenza dalla città, presentendo prossima la propria morte, aveva promesso ai cittadini suoi compagni di fede che nel caso in cui egli fosse stato ucciso per la sua fede, essi avrebbero ricevuto un segno [[Cielo|celeste]]. La sua lancia cadde dal cielo sulla piazza maggiore di Trieste, il giorno in cui san Sergio soffriva il martirio in [[Persia]], nel [[336]].
 
L'arma è attualmente conservata nel tesoro della [[cattedrale di San Giusto (Trieste)|cattedrale di San Giusto]] e viene ritenuta inattaccabile dalla [[ruggine]]. Questo tipo d'arma viene definito come lo ''spiedo alla furlana''. Così chiamata perché arma tipica della fanteria friulana ai tempi del [[Principato patriarcale di Aquileia|Patriarcato di Aquileia]]. Di essa comunque non è possibile definire né un'origine certa né l'esatta epoca di forgia. Le prime testimonianze scritte dell'uso della lancia di San Sergio quale stemma cittadino risalgono invece al [[XIII secolo]].
Riga 668:
; [[Basilica civile di Trieste]]: A nord dei templi a Giove e ad Atena si apriva il [[Foro (urbanistica)|foro]] (avente funzione di piazza principale) che era divisa in tre navate con un'abside interna e che era completato da un portico con annessa la [[basilica civile]]. Il donatore fu Quinto Baieno Blassiano, procuratore di [[Traiano]] che esercitò la sua carica prima del 120-125.
 
; [[Arco di Riccardo]]:L'Arco di Riccardo è secondo alcune fonti una delle porte [[Impero Romanoromano|romane]] di Trieste risalenti al [[I secolo a.C.]]<ref>Veneto, Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Volume 2 di Guida rapida d'Italia, Touring Editore, 2002, ISBN 8836523862</ref>, costruita probabilmente sotto l'[[imperatore romano|imperatore]] [[Gaio Giulio Cesare Ottaviano Augusto|Ottaviano Augusto]] negli anni {{TA|33-32 a.C.}} Le forme della decorazione architettonica permettono di datare la forma attuale dell'arco all'età claudio-neroniana o forse all'[[età flavia]] (50-{{TA|75 d.C.}}).<ref>{{Cita|Mangani, Rebecchi e Strazzulla|p. 273|Laterza}}.</ref> Secondo altre fonti invece si tratta di uno degli ingressi al santuario della [[Magna Mater]]<ref>{{cita testo|url=http://www.retecivica.trieste.it/triestecultura/new/itinerari/archeologici/default.asp?pagina=arco|titolo=Arco di Riccardo|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111014031126/http://www.retecivica.trieste.it/triestecultura/new/itinerari/archeologici/default.asp?pagina=arco }} Una pagina nuova non menziona la teoria del santuario: {{cita testo|url=http://itinerari.comune.trieste.it/itinerario-archeologico/#arco|titolo=Itinerario archeologico}}</ref>. Si tratta di un arco a un solo [[fornice]], alto 7,2 [[metro|m]], largo 5,3 m e profondo 2 m. Presenta anche un coronamento superiore, privo di decorazione.
 
; [[Antiquarium di via del Seminario]]: L'Antiquarium di via del Seminario è un sito archeologico della città di Trieste, dove si conserva una sezione delle mura romane. I resti archeologici dell'Antiquarium di via del Seminario sono tra i più antichi presenti nella città giuliana. Risalgono, infatti, alla tarda Repubblica, ossia alla fine del I secolo a.C. Nell'Antiquarium si osserva un tratto delle mura, fatte costruire da Ottaviano (quando questi non aveva ancora assunto il titolo di [[Augusto]]) tra il 33 e il 32 a.C. per la difesa della [[Colonia romana|colonia]] di ''Tergeste''. Il tratto conservato è lungo 4 metri e largo 2,4 metri. Le facce esterne delle mura sono costituite da blocchi di [[arenaria]], mentre il riempimento interno è di sabbia mista a roccia. Alla base delle mura è visibile un canale per lo scolo dell'acqua.
Riga 721:
* [[Serbia]] 3667
* [[Romania]] 3178
* [[Kosovo]] 1889
* [[Pakistan]] 1272
* [[Ucraina]] 1199
Riga 749:
 
=== Religione ===
[[File:Chiesa di SanNicolo Trieste.JPG|thumb|upright=1.2|Interno della chiesa greco-ortodossa di San Nicolò.]] A Trieste è maggioritario il [[Cattolicesimo|cristianesimo cattolico]]. La città giuliana è sede dalla [[Diocesi di Trieste]], sede della [[Chiesa cattolica in Italia]] suffraganea dell'[[arcidiocesi di Gorizia]] appartenente alla [[regione ecclesiastica Triveneto]]. Fondata verso la fine del [[VI secolo]], nel [[2017]] contava 230.000 battezzati su 241.800 abitanti. La Chiesa cattolica garantisce anche ai fedeli di lingua slovena l’uso della loro lingua madre in tutte le funzioni religiose: nelle chiese delle parrocchie in cui è presente un numero significativo di fedeli sloveni le funzioni religiose vengono svolte in lingua slovena,; inoltre nelle diocesi viene nominato un vicario episcopale per i fedeli di lingua slovena.<ref>Bojan Brezigar, Tra le Alpi e l'Adriatico - Gli Sloveni nell'Unione Europea, pg.21, Centro d'Informazione di Bruxelles - Ufficio Europeo per le Lingue Meno Diffuse, 1996, ISBN 90-74851-30-4.</ref>
 
A Trieste sono presenti in buon numero anche i [[testimoni di Geova]], che hanno a Trieste una [[sala del Regno]], e i [[Luteranesimo|luterani]], che si raccolgono nella loro [[Chiesa evangelica luterana (Trieste)|chiesa evangelica luterana]]. Esiste inoltre una cospicua presenza di [[Ortodossia|cristiani ortodossi]], principalmente dovutodovuta alla presenza di una consistente minoranza serba, come testimoniato anche dalla presenza deldal [[Tempio serbo-ortodosso della Santissima Trinità e di San Spiridione]]. La comunità greco-ortodossa celebra le funzioni religiose nella [[Chiesa di San Nicolò dei Greci|chiesa greco-ortodossa di San Nicolò e della Santissima Trinità]].
 
Prima della [[seconda guerra mondiale]] e della conseguente occupazione [[Nazismo|nazista]], inoltre, esisteva anche una florida [[Storia degli ebrei di Trieste|comunità ebraica]] (nel [[1931]] i residenti di religione ebraica erano {{formatnum:4671}}, di cui {{formatnum:3234}} aventi la cittadinanza italiana<ref>Silva Bon, ''Gli ebrei a Trieste. Identità, persecuzioni, risposte'', Gorizia, Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione del Friuli-Venezia Giulia e Libreria Editrice Goriziana, 2000, pag. 29</ref>). Questa si è progressivamente ridotta e attualmente conta circa 700 membri.
 
=== Istituzioni, enti e associazioni ===
[[File:Friuli-venezia giulia1.jpg|thumb|upright=1.2|La targa in tutte le lingue della regione al consiglioConsiglio regionaleRegionale, che si trova a Trieste in piazza Oberdan]]
[[File:CEI members.svg|miniatura|upright=1.2|Stati membri dell'ente internazionale "[[Iniziativa centro europea]]"(ingl. ''Central European Initiative''), che ha lo scopo di promuovere la cooperazione e lo sviluppo nell'[[Europa centrale]]; conta 18 Stati: [[Albania]], [[Austria]], [[Bielorussia]], [[Bosnia ed Erzegovina]], [[Bulgaria]], [[Croazia]], [[Italia]], [[Macedonia del Nord]], [[Moldavia]], [[Montenegro]], [[Polonia]], [[Repubblica Ceca]], [[Romania]], [[Serbia]], [[Slovacchia]], [[Slovenia]], [[Ucraina]] e [[Ungheria]].]]
Trieste ospita le sedi delle seguenti istituzioni:
{{div col}}
Riga 791:
Trieste infatti è nota come ''Città della scienza'' e accoglie una comunità scientifica ed universitaria molto conosciuta e rinomata all'estero che richiama ogni anno migliaia di studenti da tutto il mondo e di tutte le culture. Da notare in campo scientifico sono il [[sincrotrone]] [[ELETTRA]] all'[[AREA Science Park|Area Science Park]], la [[Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati]] (SISSA), l'[[osservatorio astronomico di Trieste]], il [[Centro Internazionale di Fisica Teorica]] e [[Istituto nazionale di oceanografia e di geofisica sperimentale|l'Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale - OGS]].
 
Trieste nel 2017 è stata eletta Capitale europea della scienza 2020.<ref>{{cita testo|url=https://www.corriere.it/scuola/universita/cards/trieste-capitale-europea-scienza-2020-tutte-eccellenze-citta/trieste-capitale-europea-scienza_principale.shtml|titolo=Capitale europea della scienza 2020}}</ref><ref>{{cita testo|url=https://www.esof.eu/en/|titolo=Euroscience.|urlmorto=sì}}</ref> La nomina riconosce una tradizione scientifica che nella città è presente sin dall'inizio dell'Ottocento.<ref>{{Cita libro|autore=Davide Ludovisi e Federica Sgorbissa|titolo=Trieste e la Scienza - Storia e personaggi|url=https://www.mgspress.com/new/index.php?route=product/product&product_id=191|anno=2018|editore=MgsPress|città=Trieste|ISBN=978-88-97271-58-1|accesso=19 maggio 2020|dataarchivio=16 maggio 2021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210516091628/https://www.mgspress.com/new/index.php?route=product/product&product_id=191|urlmorto=sì}}</ref> È stata ospite anche del Science in the City Festival, uno dei più grandi festival sulla scienza in Europa, dal 5 Luglio all'autunno 2020.
 
Una particolarità interessante del sistema educativo di Trieste è rappresentato dai [[ricreatori di Trieste|ricreatori]], strutture parascolastiche sorte nel 1908 per iniziativa comunale. Il fine era la creazione di luoghi di ricreazione di istituzione pubblica e di impostazione [[Laico|laica]] per allontanare dalla strada i ragazzi delle famiglie meno abbienti. Sono tredici strutture dislocate sul territorio, nei vari rioni, che offrono un servizio sociale educativo e ludico, preposto alla progettazione e all'organizzazione di un tempo libero qualificato per i ragazzi e i giovani della città. Ne sono destinatari tutti i bambini di età superiore ai cinque anni e i giovani, di norma, di età inferiore ai diciannove anni.
Riga 803:
 
=== Musei ===
Trieste accoglie 32più di trenta musei, fra i quali troviamo il Museo Revoltella – Galleria d'arte moderna; i Civici musei di storia ede arte, una rete (- "museo multiplo") - di undici istituzioni museali triestine (Museo Revoltella - Galleria d'arte moderna, Museo di storia ede arte, Museo d'arte orientale, Orto lapidario, Museo del castello e armeria, Lapidario tergestino, Museo d'arte orientale, Museo teatrale Carlo Schmidl, Museo di guerra per la pace Diego de Henriquez, Museo della Risiera di San Sabba, Foiba di Basovizza, Museo di storia patria, Museo Morpurgo de Nilma, Museo Sartorio, Museo del Risorgimento e sacrario di Oberdan, Museo ferroviario di Campo Marzio, Museo postale e telegrafico della Mitteleuropa, quest'ultimo (in collaborazione con [[Poste italiane]]) e i Civici musei scientifici, costituiti da quattro istituzioni (Civico museo di storia naturale, Acquario marino, Museo del mare e, Orto botanico). Altri tre musei, di ambito letterario, fanno parte del Servizio bibliotecarioBibliotecario urbanoUrbano (Museo sveviano, Museo petrarchesco piccolomineo e, Museo Joyce museum), a cui si aggiungono due biblioteche (Biblioteca civica Attilio Hortis e Biblioteca comunale del popolo Pier Antonio Quarantotti Gambini), l'Archivio diplomatico e l'Archivio storico).
{{Approfondimento
|titolo=Il dinosauro “Antonio”
Riga 821:
[[File:Teatro Verdi.JPG|thumb|upright=1.2|[[Teatro Verdi (Trieste)|Teatro Comunale Giuseppe Verdi]]]]
[[File:Politeama Rossetti Trieste.jpg|thumb|upright=1.2|[[Politeama Rossetti|Teatro Rossetti - Stabile del Friuli-Venezia Giulia]]]]
[[File:James Joyce in Trieste.JPG|thumb|upright=1.2|"... ''la mia anima è a Trieste'' ...", James Joyce, lettera a [[Nora Barnacle|Nora]], 27 ottobre 1909.]]
* Civico [[Museo del Castello e Armeria|museo del castello e armeria]], dedicato alla storia del [[Castello di San Giusto]] e ospitato nei locali dello stesso castello, acquisito dal comune nel 1932 e restaurato nel 1936 l'armeria raccoglie armi tra il XII e il XIX secolo.
* Civico [[Museo di Storia Patria|museo di storia patria]], nato come sezione del Museo di storia ed arte, fu ospitato dal [[1925]] nella palazzina Basevi. Doveva raccogliere i materiali della vita pubblica e privata della città, ma se ne distaccarono nel 1934 i materiali risorgimentali e nel dopoguerra, in seguito ai danni subiti dalla palazzina e lo spostamento alla sede attuale di via Imbriani 5, la collezione di dipinti fu distaccata presso il Museo Sartorio.
Riga 1 048:
 
=== Ferrovie ===
[[File:Trieste Centrale (IMG 20211010 115938).jpg|thumb|upright=1.2|La stazione ferroviaria di Trieste Centrale.]]
[[File:MyAviationNetPhotoID00239147.jpg|thumb|upright=1.2|Scorcio dell'aeroporto di Trieste-Ronchi dei Legionari]]
 
Riga 1 138:
[[File:Festeggiamenti Alma Pallacanestro Trieste.jpg|miniatura|upright=1.2|left|La vittoria del campionato di A2&nbsp;2017-2018 della [[Pallacanestro Trieste]]]]
 
Nella città sono presenti numerose società sportive, tra le quali l'[[Unione Sportiva Triestina Calcio 1918]], uno dei più antichi club calcistici italiani che riuscì, nella [[Unione Sportiva Triestina 1947-1948|stagione 1947-1948]], a concludere la [[Serie A]] al secondo posto appaiata al Milan e alla Juventus, dietro al [[Torino Football Club|Torino]] campione d'Italia.
 
Durante l'esistenza del [[Territorio Libero di Trieste]] la città giuliana ebbe due squadre calcistiche partecipanti a due campionati di due nazioni differenti, la Triestina nel campionato italiano, mentre il [[Circolo Sportivo Ponziana 1912]] giocò, invitato ufficialmente dalla [[Federazione calcistica della Serbia]], nel [[Prva liga Srbije i Crne Gore|campionato jugoslavo]], con il nome ''Amatori Ponziana Trst''. La Triestina fallì nel 1994 per poi essere rifondata nel 2012 e nel 2016. La Ponziana, dal 1949, tornò a partecipare a campionati italiani.
[[File:U.S. Triestina 1947-1948.jpg|miniatura|upright=1.2|L'[[Unione Sportiva Triestina 1947-1948]].]]
 
Altra importante società sportiva triestina è la [[Pallacanestro Trieste]], che è la principale società di [[pallacanestro]] maschile della città giuliana, erede della storica ''Pallacanestro Trieste'' fallita nel 2004. Milita in [[Serie A (pallacanestro maschile)|Serie A1]]. Gioca le sue partite interne all'[[PalaTrieste|Allianz Dome]]. Nel suo palmarès conta la vittoria di cinque scudetti tra il 1930 e il 1941. Nel 1984 la società venne acquistata dal magnate del tessile [[Giuseppe Stefanel]]. Al momento dell'acquisto la società militava nella seconda serie nazionale (A2) ma il presidente intendeva farne una squadra da scudetto. Le prime mosse furono l'acquisto di un nuovo capo allenatore il bosniaco [[Bogdan Tanjević]], senza però ottenere i risultati sperati.
[[File:Cividin Trieste 1982-83.jpg|miniatura|upright=1.2|left|La [[Pallamano Trieste 1982-1983]].]]
 
Rilevanti per la storia sportiva di Trieste sono i vari club velici storici, come lo [[Yacht Club Adriaco]] e la [[Società velica di Barcola e Grignano]], che testimoniano la lunga storia della città giuliana in questo sport. Di rilievo assoluto è la [[Barcolana]], storica [[vela (sport)|regata velica]] internazionale che si tiene ogni anno nel [[Golfo di Trieste]] nella seconda domenica di [[ottobre]]. Nota per essere una delle regate con più alta partecipazione, dall’edizione 2018, la Barcolana, con {{formatnum:2689}} [[imbarcazione|imbarcazioni]] iscritte, si pone in vetta nella classifica delle regate più affollate al mondo, un traguardo ambito e raggiunto con impegno da tutta la ''Società Velica di Barcola e Grignano''. Attualmente dunque la Barcolana è la regata più grande del mondo.<ref name=Barcolana/>
 
Il capoluogo giuliano vanta anche un'antica e radicata tradizione [[canottaggio|remiera]] che risale alla metà del XIX secolo. Attualmente sono sette le società di canottaggio presenti a Trieste. Le più note e titolate sono la [[Società Triestina Canottieri Adria 1877|Canottieri Adria 1877]], la [[Canottieri Trieste]], il [[Circolo Canottieri Saturnia]], la [[Società Ginnastica Triestina Nautica]] e la [[Società Nautica Canottieri Nettuno]].
[[File:Barcolana41.JPG|thumb|upright=1.2|Primo lato della 41ª [[Barcolana]], la [[regata]] velica più affollata del mondo, dato che vi partecipanocon circa 2000 barche]]
 
Altre squadre sportive maschili triestine sono la [[Pallamano Trieste]] che vanta 17 scudetti e milita in [[Serie A Gold (pallamano maschile)|Serie A Gold]], i [[Muli Trieste]], società di [[football americano]] che partecipa alla Lega Nazionale American Football, la [[Pallanuoto Trieste]], che partecipa alla [[Campionato italiano maschile di pallanuoto|serie A1]], l'[[Edera Trieste]] (Campioni d'Italia 2010-2011) e la [[Kwins Polet Trieste]], squadre di [[hockey in line]] che militano in A1. Sono di rilievo anche l'[[Hockey Club Trieste]], squadra di [[Hockey su prato]], che milita nella serie B, l'[[Bor Trieste|U.S. Š.Z. Bor]], associazione [[polisportiva]], il [[Circolo Sportivo Ponziana 1912]], squadra di calcio attualmente non in attività, l'A.S.D. San Luigi Calcio, squadra di calcio che milita in [[Serie D]] la Junior Alpina Trieste, squadra di baseball e softball con varie categorie (dal minibaseball all'under21) e il Venjulia Rugby Trieste, squadra di rugby militante in Serie B con diverse categorie, dal minirugby alla Prima Squadra, Femminile e Old.