Frankenstein o il moderno Prometeo: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
 
(7 versioni intermedie di 4 utenti non mostrate)
Riga 38:
A questo punto il mostro fa al suo creatore una richiesta insolita: la creazione di un altro mostro come lui ma di genere femminile che possa fargli da compagna, con la promessa che i due si ritireranno insieme nelle terre sconosciute dell'[[America del Sud]]. In un primo momento Victor accetta, decidendo di recarsi in [[Gran Bretagna]] con lo scopo di sviluppare le proprie conoscenze, sempre insieme a Henry Clerval. La creatura, in segreto, continua a seguirlo. Ritiratosi su un'isola delle [[Isole Orcadi|Orcadi]], Victor inizia a creare un altro mostro, ma in seguito pensa che ciò potrebbe avere conseguenze tragiche: potrebbe accadere che i due mostri, anziché andare d'accordo, arrivino a odiarsi, e che diano origine a una progenie di creature come loro, a rischio di annientare gli uomini, e distrugge il secondo mostro prima di dargli vita. Scoperto dal mostro, Frankenstein tenta la fuga ma, approdato in [[Irlanda]] a seguito di un burrascoso viaggio, viene arrestato con l'accusa dell'omicidio dell'amico Clerval, ucciso in realtà dal mostro. Dopo essere stato rilasciato grazie all'aiuto del magistrato locale, che lo ritiene innocente, Frankenstein torna in Svizzera accompagnato dal padre e decide di sposare la sua amata Elizabeth.
 
Il mostro però colpisce ancora, uccidendo Elizabeth proprio la notte delle nozze, come aveva preannunciato. La tragedia di Frankenstein non finisce: infatti il padre, dopo la notizia della morte della figlia adottiva Elizabeth, muore a causa di un [[Ictus|colpo apoplettico]]. Victor decide quindi di vendicarsi del mostro, seguendolo in giro per il mondo, dalla Svizzera al Mediterraneo, dalle steppe russe fino al [[Polo nord]], dove incontra l'equipaggio del capitano Robert Walton. Qui finisce il racconto di Frankenstein, che voleva mettere in guardia Walton contro la conoscenza eccessiva e muore poco dopo per [[ipotermia]].
 
Walton scrive un'altra lettera alla sorella, in cui le racconta della morte del nuovo amico, dicendo di essere molto triste per lui, e di come egli gli abbia chiesto di continuare la sua impresa di uccidere il mostro. Frattanto, essendo diversi marinai morti per il freddo, controvoglia Walton decide di ritornare in Inghilterra. Il "Demone" - come lo chiamava Frankenstein - è sopraggiunto nel frattempo, piegato e piangente sul corpo esanime del suo creatore: appena Walton lo accusa dell'assassinio di persone innocenti, il mostro (desideroso solo della morte) gli risponde che il suo odio e la sua malvagità sono state condizionate dal disprezzo e dalla rabbia che gli uomini, primo tra tutti il suo stesso creatore, gli hanno rivolto contro solo per il suo aspetto, e non per questo fa davvero indulgenza sui propri crimini. Il mostro abbandona quindi la nave, decidendo di darsi la morte all'estremità del polo dandosi fuoco, in modo che nessuno possa capire dai suoi resti come creare un altro essere come lui.
Riga 48:
Le lunghe conversazioni degli uomini vertono sulla natura dei princìpi della vita, sul [[galvanismo]] (grazie anche alla presenza dell’amico Polidori, medico interessato al dibattito su tale argomento), sulla possibilità di assemblare una creatura da resti di altre creature morte ed infondere in essa la [[vita]]. Tali pensieri scatenano l'immaginazione di Mary e la portano ad avere un incubo che la spaventa molto e dà origine al grande mito gotico, facendole sognare uno studente che si inginocchia di fianco alla creatura che ha assemblato, la quale, grazie a una qualche forza, comincia a mostrare segni di vita.
 
Mary inizia il racconto decisa a ricreare quel terrore che lei stessa ha provato nell'incubo: il successo dello scienziato nell'animare la creatura l'avrebbe terrorizzato ed egli sarebbe scappato dal suo lavoro, sperando che, abbandonato a se stesso, l'essere sarebbe morto; la creatura invece rimane sconcertata dalla sua solitudine (“Satana aveva i demoni suoi compagni chead lo ammirasseroammirarlo e incoraggiasseroincoraggiarlo; ma io invece sono solo”solo e detestato”) e avrebbe voluto delle spiegazioni, similmente a quelle di [[Adamo]] del ''[[Paradiso perduto|Paradiso Perduto]]'' di [[John Milton]] che compaiono all'inizio del testo:
 
{{Citazione|Ti chiesiavevo chiesto io, mio Creatore, dall'argilla<br />
di crearmimodellarmi dal fango in forma d'uomo, ti chiesiho mai iosollecitato<br />
dall'oscuritàa ditrarmi promuovermidalle tenebre...?|[[John Milton]], ''[[Paradiso perduto]]''|
Did I request thee, Maker, from my clay<br />
to mould me man, did I solicit thee<br />
from darkness to promote me...?|lingua=en}}
<ref>{{Cita libro|autore=John Milton|titolo=Paradiso perduto|anno=2013|editore=Mondadori|città=Milano|p=591}}</ref>
 
Il marito spinge Mary a sviluppare maggiormente la storia, che viene continuata in [[Inghilterra]].
 
== Pubblicazione ==
All'uscita anonima l'11 marzo [[1818]]<ref>James Rieger, introduzione a Mary Shelley, ''Frankenstein, or, The modern Prometheus, the 1818 text'', University of Chicago Press, 1982, [http://books.google.it/books?id=dW8M0BD4ozMC&pg=PR19&dq=frakenstein+shelley+11+march+1818 xix] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20240311125751/https://books.google.it/books?id=dW8M0BD4ozMC&pg=PR19&dq=frakenstein+shelley+11+march+1818&hl=it#v=onepage&q=frakenstein%20shelley%2011%20march%201818&f=false |datedata=11 marzo 2024 }}.</ref> le critiche sono sfavorevoli, sostenendo che il romanzo non insegni nessuna [[etica|condotta morale]] e che affatichi i sentimenti senza coinvolgere la mente. [[Walter Scott]] però scrive che l'autore è dotato di una buona capacità d'espressione e di un buon [[lingua inglese|inglese]]. L'unico indizio che porta all'autore è la dedica a [[William Godwin]], che i critici attribuiscono a [[Percy Bysshe Shelley]], il suo più famoso [[discepolo]]. Frankenstein però non è una celebrazione dei razionali principi godwiniani, bensì una lezione morale e forse anche politica su quali azioni possano essere difese come ragionevoli (nella parte centrale, quando la creatura narra la sua storia). I critici tuttavia preferiscono non badare a questo evidente sottofondo e catalogano il romanzo come un'orribile storia movimentata.
 
In ogni caso ''Frankenstein'', come ''[[Dracula (romanzo)|Dracula]]'', è subito un ''[[best seller]]'' e i critici rimangono spiazzati quando nella seconda edizione l'autore si rivela essere di sesso femminile (scrivono “per un [[Uomo (genere)|uomo]] era eccellente ma per una [[donna]] è straordinario”) e per giunta molto giovane (all'epoca della prima stesura la Shelley aveva 21 anni).
Riga 69 ⟶ 71:
Shelley aveva fede nei poteri creativi degli uomini, ma Mary dimostra fino a che punto questi possano spingersi se liberati in un contesto scientifico. Percy Shelley sembra così essere il modello iniziale per l'ambizioso scienziato, con cui ha in comune la passione per la scienza (da giovane utilizzava strumentazioni [[chimica|chimiche]] ed [[elettricità|elettriche]]). ''Victory'' - come Victor era il [[protagonista]] del romanzo - era per giunta il nome che Percy aveva scelto per se stesso.
 
Mary parla di una doppia esistenza di suo marito: un aspetto superficiale afflitto da sofferenze e delusioni, ma uno spirito celeste all'interno. Questa sorta di sdoppiamento è comune anche a Frankenstein<ref>{{Cita libro|autore=Mary Shelley|traduttore=Luca Lamberti|titolo=Frankenstein|anno=2011 e 2016|editore=Einaudi|città=Torino|p=30|citazione=Un uomo simile ha una duplice esistenza: può essere vittima del dolore, può essere travolto dalle sciagure, ma quando si chiude in se stesso è come uno spirito celeste avvolto da un alone che tiene lontane pene e follia.}}</ref>, il quale sente a un certo punto di essere immerso in una tranquillità interiore come non gli succedeva da tempo.
 
In un suo componimento Shelley esalta la bellezza della [[morte]] e il suo potere tetro; Frankenstein dichiara che per esaminare le cause della [[vita]] bisogna far ricorso alla morte, osservare il naturale decadimento del corpo umano recandosi presso tombe e crematori.
Riga 90 ⟶ 92:
== Influenze e reminiscenze ==
=== Influenze e la giustizia godwiniana ===
Mary Shelley ha letto [[Jean-Jacques Rousseau|Rousseau]], dal quale proviene l'idea di una condizione d'innocenza in cui vive la creatura prima di essere corrotta dalla società e dalle persone. La ragazza araba si chiama Safie, similmente alla Sophie dell{{'}}''[[Emilio o dell'educazione|EmileEmilio]]'' di Rousseau. Agatha potrebbe invece aver preso il nome dall'omonimo personaggio de ''[[Il monaco (romanzo)|Il monaco]]'' di [[Matthew Gregory Lewis|Lewis]].
 
[[File:WilliamGodwin.jpg|thumb|[[William Godwin]]]]
 
Forte è poi l'influenza del padre<ref>Introduzione al ''Frankenstein'', edizioni Newton and Compton, 2010</ref>: [[William Godwin]] in ''PoliticalGiustizia Justicepolitica'' sostiene che istituzioni come il governo, la legge o il matrimonio, seppur positive, tendano a esercitare forze dispotiche sulla vita della gente; egli aspira a un nuovo ordine sociale basato sulla benevolenza universale, contraddicendo la visione seicentesca di [[Thomas Hobbes]] di una società essenzialmente egoista. La [[Mostro di Frankenstein|Creatura mostruosa]], completamente estraniata dalla società, si considera come un demone malefico e chiede giustizia proprio in senso godwiniano: ''«Do your duty towards me»'' ("Fa''"Adempi ilai tuotuoi doveredoveri verso di me"''), dice il Mostro a [[Victor Frankenstein]] che lo ha messo al mondo, abbandonandolo poi per l'orrore che gli suscitava; Frankenstein rifiuta e il Mostro, come ha promesso in caso di diniego (e come ha già fatto dopo essere stato abbandonato e ripudiato da tutti), si vendicherà uccidendo i suoi amici e la sua famiglia, poi conducendo alla morte lo scienziato stesso; infine però si suiciderà per il rimorso. Non a caso come epigrafe è posta la citazione di [[Adamo]] del ''[[Paradiso perduto]]'' di [[John Milton]] (rivoluzionario cristiano radicale come gli antenati di Godwin): ''«TiChiuso entro la mia creta, t'ho forse chiesto io, CreatoreFattore, di farmidiventar uomo dall'argilla? Ti T'ho forse chiesto io di trarmi fuoridalle dall'oscuritàtenebre?»''<ref>{{Cita libro|autore=Mary Shelley|autore-capitolo=John Milton|traduttore=Luca Lamberti|titolo=Frankenstein|anno=2011 e 2016|editore=Einaudi|città=Torino|p=1|capitolo=Paradiso perduto, X, 743-745}}</ref>.
C'è in ''Frankenstein'', più in generale, una reminiscenza di stile e personaggi del repertorio di Godwin, e la morale che implica un ritorno del male fatto o del bene omesso, come punizione sul responsabile, prima o poi; il Mostro nasce infatti buono, ma è reso estremamente malvagio dal disprezzo degli uomini verso di lui; Frankenstein stesso, avendolo creato sfidando le leggi della natura e avendolo poi rifiutato nonostante fosse suo "figlio", ne è responsabile: {{citazione|Tu devi creare per me una femmina (...) Tu solo puoi fare una cosa simile, e io te la chiedo come un diritto che non puoi rifiutarmi. (...) Sono perfido perché sono infelice; non sono forse evitato e odiato da tutta l'umanità? (...) Dovrei forse rispettare l'uomo che mi disprezza? Che egli viva con me in termini di mutua bontà e, invece di fargli del male, lo colmerò di attenzioni (...) Ma ciò non può essere: i sensi umani sono una barriera insormontabile alla nostra convivenza. Ma la mia non sarà l'abietta sottomissione dello schiavo. Mi vendicherò delle offese subite: se non posso ispirare affetto, diffonderò il terrore, e a te soprattutto, mio arcinemico perché mio creatore, giuro odio inestinguibile. Bada bene: lavorerò alla tua distruzione e cesserò solamente quando ti avrò straziato il cuore tanto da farti maledire il giorno in cui sei nato.|Mary Shelley, ''Frankenstein''', capitolo 16}}
La creatura desidera quindi che lo scienziato gli crei una compagna. In un primo compassionevole momento Frankenstein accetta la richiesta, ma successivamente distrugge la nuova creazione, temendo che una "razza di diavoli si possa propagare sulla Terra". L'essere si vendica uccidendo l'amico di Frankenstein, Clerval, e sua moglie Elizabeth.
 
Altra influenza nell'opera di Mary Shelley è quella della ''[[La ballata del vecchio marinaio|Ballata del vecchio marinaio]]'' di [[Samuel Taylor Coleridge]], che Mary e la sorellastra Claire avevano la fortuna di sentir recitare dal vivo nella casa paterna. Come il marinaio, Walton parte per la terra ''"of mist and snow"'', ("''delle nevi e della foschia''")<ref>{{Cita libro|autore=Mary Shelley|traduttore=Luca Lamberti|titolo=Frankenstein|anno=2011 e 2016|editore=Einaudi|città=Torino|p=20}}</ref><ref>{{Cita libro|autore-capitolo=Samuel Taylore Coleridge-La ballata del vecchio marinaio|etal=sì|titolo=Poeti romantici inglesi|anno=2022|editore=Mondadori|città=Milano|pp=190-191|capitolo=Samuel Taylor Coleridge|citazione="from the land of mist and snow" / "dalla terra di neve e delle brume"}}</ref> ma assicura la sorella che non ucciderà nessun albatros. L'intento della narrazione di Victor è quello di dissuadere Walton dalle sue pericolose ambizioni: ''"learn my miseries, and do not seek to increase your own”'' (''"imparate dalle mie sofferenze, e non cercate di aumentare le vostre"'')<ref>{{Cita libro|autore=Mary Shelley|traduttore=Luca Lamberti|titolo=Frankenstein|anno=2011 e 2016|editore=Einaudi|città=Torino|p=228}}</ref> e cita anche direttamente una stanza della ''Ballata'' di Coleridge<ref>{{Cita libro|autore=Mary Shelley|curatore=Nadia Fusini|traduttore=Luca Lamberti|titolo=Frankenstein|anno=2011 e 2016|editore=Einaudi|città=Torino|p=64|citazione=Il mio cuore palpitava sconvolto dalla paura e io mi affrettavo con passi irregolari, senza osare guardarmi attorno:
Somigliavo a uno che su una via deserta<br />
cammina in preda al terrore,
e che giratosi una volta a guardare
procede senza più voltarsi,
sapendo d'avere alle calcagna
un terribile nemico.}}</ref>:
 
{{Citazione|Com'uno per una deserta via<br />
Riga 118 ⟶ 114:
''Doth close behind him tread.|lingua=EN|lingua2=IT}}
 
<ref>{{Cita libro|autore=Samuel Taylor Coleridge|traduttore=Mario Luzi|titolo=La ballata del vecchio marinaio|anno=2019|editore=RizzoliBUR|città=Milano|p=143}}</ref>
 
Da qui si instaura l'inesorabile tema dell'inseguimento tra creatore e creatura che prosegue nel resto della trama.
Riga 127 ⟶ 123:
 
=== Sensismo ===
Il [[sensismo]] sviluppato da [[John Locke|Locke]] e portato avanti dai filosofi francesi settecenteschi [[Diderot]] e [[Étienne Bonnot de Condillac|Condillac]] viene sfruttato da Mary Shelley. L'essere dichiara così di distinguere ''"betweeni thevari operations of his various sensessensi"'' e nel suo ultimo discorso, al capitano Walton, è dispiaciuto del fatto che non potrà più vedere il sole o le stelle e sentire il vento sulla pelle. La Shelley piega la trama alle teorie lockiane facendo imparare alla creatura lingua, storia e morale dell'uomo origliando le conversazioni dei De Lacey e leggendo il ''Paradiso perduto'', le ''[[Vite parallele|Vite]]'' di [[Plutarco]] e il ''[[I dolori del giovane Werther|Werther]]'' di [[Goethe]].
 
=== La luce ===
Nel quadro di una società che sembra talvolta valutare l'apparenza prima dei sentimenti e dei bisogni, la [[luce]] assume un ruolo importantissimo. Dal ruolo centrale che assume coi pittori e poeti [[romanticismo|romantici]], diviene con [[Humphry Davy]] dispensatrice di organizzazione e movimento nell'universo, in quanto possiamo immaginare le stelle come soli di altri mondi.
 
Strettamente connesso con la luce è il fenomeno dell'[[aurora boreale]] che si può osservare al [[Polo Nordnord]], una delle grandi ambientazioni di Frankenstein.
 
La luce è poi sinonimo di [[divinità]], di un Dio sconosciuto, della sua manifestazione attraverso la [[natura]].
Riga 144 ⟶ 140:
Nel [[1803]] [[Giovanni Aldini]], nipote dello sperimentatore [[anatomia|anatomico]] [[Luigi Galvani]], pubblica a Londra ''An account of the late improvements in Galvanism'', che include il resoconto di alcuni interessanti esperimenti. Tramite l'uso di archi elettrici si è riusciti a infondere il movimento in un cadavere tanto da dare l'impressione di rianimazione. Aldini aggiunge che con determinate condizioni forse si sarebbe potuta ripristinare anche la vita stessa.
 
L'autrice, però, conosce direttamente questa "realtà" scientifica per mezzo delle esperienze del marito [[Percy Bysshe Shelley|Percy]], che sin da giovane si era interessato all'uso dell'elettricità in campo scientifico: «Lunghe e frequenti erano le conversazioni tra Lord Byron e Shelley, a cui io assistevo con devozione ma quasi sempre in silenzio. Durante uno di questi incontri vennero discusse varie dottrine filosofiche, tra cui la natura del principio vitale, e se vi fossero probabilità che venisse scoperto e divulgato. […] Forse un corpo poteva essere rianimato; il galvanismo aveva dato speranze in questo senso; forse le componenti di nun essere vivente potevano essere fabbricate, assemblate, infuse di calore vitale»<ref>{{Cita libro|autore=Mary Shelley|traduttore=Luca Lamberti|titolo=Frankenstein|anno=2011 e 2016|editore=Einaudi|città=Torino|p=9|capitolo=Introduzione all'edizione del 1831}}</ref>.
 
== Interpretazioni ed esegesi ==
Riga 313 ⟶ 309:
 
=== Altro ===
* ''Frankenstein'', set di dischetti [[Stereoscopia|stereoscopici]] del [[1976]] per il sistema [[View-Master]] contenente un adattamento dell'opera per [[Diorama|diorami]].<ref name="viewmasterworld">{{en}} [https://viewmasterworld.blogspot.it/2012/10/frankenstein-b323.html Frankenstein] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20160307031224/http://viewmasterworld.blogspot.it/2012/10/frankenstein-b323.html |datedata=7 marzo 2016 }} in View-Master World</ref><ref>{{en}} [https://frankensteinia.blogspot.it/2008/04/view-master-frankenstein.html View-Master Frankenstein] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20160306204901/http://frankensteinia.blogspot.it/2008/04/view-master-frankenstein.html |datedata=6 marzo 2016 }} in Frankenstenia</ref>
 
== Traduzioni italiane ==
Riga 336 ⟶ 332:
* {{Cita libro|titolo=Villa Diodati Files. Il primo Frankenstein (1816-17)|altri=a cura di Fabio Camilletti|edizione=Collana Le Sfingi|editore=Nova Delphi Libri|anno=2018|isbn=978-88-973-7674-3}}
* {{Cita libro|titolo=Frankenstein|trad=Silvia Castoldi|altri=Introduzione di [[Mario Praz]]|edizione=Collana grandi classici|editore=BUR Rizzoli|città=Milano|anno=2019|isbn=978-88-171-4221-2}}
 
 
== Note ==
Riga 342 ⟶ 337:
 
== Bibliografia ==
* Coleridge S. T., ''La ballata del vecchio marinaio'', trad. it. a cura di M. Luzi, BUR, Milano, 2019.
* ''Tutte le storie di Frankenstein'' - antologia curata da [[Stephen Jones]] nel 1994 che racchiude racconti che hanno come tema la "creatura" del dottor Frankenstein e le sue varie interpretazioni.
* Milton J., ''Paradiso perduto'', a cura di R. Sanesi, Mondadori, Milano, 2013.
* Shelley M., ''Frankenstein'', a cura di L. Lamberti, Einaudi, Torino, 2011 e 2016.
 
== Voci correlate ==