Normandie (transatlantico): differenze tra le versioni
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|Proprietario = [[Compagnie Générale Transatlantique]]
|Radiazione =
|Destino_finale = Semi-affondato durante un incendio a bordo; demolito tra [[1946]] e il [[1948]]
<!-- Sezione caratteristiche generali -->|Dislocamento = 79,280 - 83,423
|Lunghezza =
|Larghezza = 36,4
|Altezza = 56,1
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===La stagione 1938===
Il 1938 si aprì positivamente per il ''Normandie''. Dal 5 al27 febbraio, interruppe le sue traversate transatlantiche per una crociera di piacere tra New York e [[Rio de Janeiro]]. Questa crociera comportò una lunga navigazione e quindi problemi di rifornimento di carburante, ma anche di biancheria pulita (navi speciali furono noleggiate per portare la biancheria al transatlantico).<ref name=M7p200>{{Cita|Maxtone-Graham 2007|p. 200}}.</ref> La crociera fu un grande successo poiché tutte le cabine di
Il 1938 vide anche la centesima traversata atlantica del ''Normandia'', che poco tempo dopo perse
=== La stagione 1939 ===
L'agosto 1939 vide la situazione internazionale precipitare; la Transat decise di ridurre la velocità del ''Normandie'' affinché il transatlantico avesse abbastanza carburante per tornare indietro in caso di [[dichiarazione di guerra]] durante una traversata. La nave salpò il 9 agosto, e il regista [[
=== La seconda guerra mondiale ===
[[File:SS Normandie docked at Pier 88, New York city (USA), 20 August 1941 (80-G-410223).jpg|thumb|right|Il ''Normandie'' ripreso in volo immobilizato a New York, 1941.]]
Lo scoppio della
Diversi giorni dopo, la ''[[RMS Queen Mary|Queen Mary]]'' attraccò nelle vicinanze, e poi la ''[[RMS Queen Elizabeth|Queen Elizabeth]]'' si unì a loro nel marzo 1940. Per circa due settimane, i tre transatlantici più grandi del mondo rimasero fianco a fianco, prima che la ''Queen Mary'' partisse più tardi quel mese per [[Sydney]], in [[Australia]].<ref name=M2p360-361>{{Cita|Maxtone-Graham 1972|p. 360–361}}.</ref> La ''Queen Elizabeth'' partì nel novembre 1940 per [[Singapore]], mentre la ''Normandie'' rimase al molo in mani francesi.
Il 15 maggio 1940, durante la [[battaglia di Francia]], il [[Dipartimento del tesoro degli Stati Uniti d'America]] inviò circa 150 marinai armati dell'United States Coast Guard a bordo della nave e nel Molo 88 di [[Manhattan]] per difenderla da possibili [[Sabotaggio|sabotaggi]]<ref group=N>All'epoca, la legge statunitense prevedeva che la Guardia Costiera facesse parte del Tesoro in tempo di pace.</ref><ref name=D0p12/> Il 5 giugno 1940 il capitano del transatlantico, Étienne Payen de La Garanderie, rientrò in Francia lasciando il comando della nave a Hervé Lehuédé, che aveva prestato servizio sulla nave per parecchi anni.<ref name=D0p12/> Quando la USCG entrò a far parte della Marina degli Stati Uniti il 1
I nuovi proprietari della nave cercarono di imparare il funzionamento del ''Normandie'', mentre il capo ingegnere aiutava a tradurre le numerose iscrizioni in [[lingua francese]].<ref name=O5p166>{{Cita|Ollivier 2005|p. 166}}.</ref> Tuttavia, il complesso sistema di sorveglianza antincendio che garantiva che qualsiasi incendio venisse domato prima che diventasse un pericolo fu abbandonato.<ref name=B7p87>{{Cita|Braynard 1987|p. 87}}.</ref>
L'architetto navale [[William Francis Gibbs]] propose la trasformazione del ''Normandie'' in una [[portaerei]], presentando un dettagliato progetto, ma questa ipotesi fu abbandonata in favore del trasporto truppe immediato.<ref name=A5p274-276>{{Cita|Ardman 1985|p. 274-276}}.</ref><ref name=O5p167>{{Cita|Ollivier 2005|p. 167}}.</ref>
=== Il sequestro e la successiva perdita ===
Il 20 dicembre 1941 l'Auxiliary Vessels Board registrò ufficialmente l'approvazione del presidente [[Franklin D. Roosevelt]] al trasferimento del ''Normandie'' all'[[US Navy]].<ref name=D0p13/> I piani prevedevano la trasformazione del transatlantico in [[nave trasporto truppe]] ("convoy unit loaded transport").
La Marina la ribattezzò USS ''Lafayette'', in onore del [[Gilbert du Motier de La Fayette|Marchese de La Fayette]], il [[generale]] francese che combatté per conto delle colonie durante la [[guerra d'indipendenza americana]], e dell'alleanza con la Francia che rese possibile l'indipendenza degli [[Stati Uniti d'America]].<ref name=D0p13/> Il nome fu suggerito da J.P. "Jim" Warburg, assistente consulente del colonnello [[William Joseph Donovan]], Coordinatore delle Informazioni
La ''Lafayette'' fu ormeggiata al molo 88 di Manhattan per la conversione, e i lavori iniziarono immediatamente.<ref name=D0p13/> Tutto il mobilio e le decorazioni furono rimosse, ad eccezione dei due luoghi di culto e di due appartamenti di lusso destinati ad alti funzionari.<ref name=M7p217>{{Cita|Maxtone-Graham 2007|p. 217}}.</ref> Lo scafo fu riverniciato di grigio, le cabine furono trasformate in camerate abbattendo le paratie e istallando letti a castello a tre piani.<ref name=D0p13-14>{{Cita|Di Nunzio 2020|p. 13-14}}.</ref> Un contratto per la sua conversione fu assegnato alla Robins Dry Dock and Repair Company, una sussidiaria della Todd Shipyards, il 27 dicembre 1941. In quella data, il capitano Clayton M. Simmers, del 3rd Naval District Materiel Officer, riferì al Bureau of Ships (BuShips) la sua stima che il lavoro di conversione potesse essere completato entro il 31 gennaio 1942 e la pianificazione del lavoro procedette su quella base.
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Il 9 febbraio 1942, i lavori di riqualificazione sono ancora in corso. L'operazione del giorno prevede la rimozione di quattro grandi colonne d'[[acciaio]] nella sala principale, e richiede l'uso un cannello ossidrico. Quel giorno, la sala, sebbene sgomberata dai suoi mobili e decorazioni, è piena di migliaia di pacchi di giubbotti di salvataggio in kapok (un materiale altamente infiammabile), che una squadra incaricata della posa del linoleum sposta costantemente.<ref name=O5p169>{{Cita|Ollivier 2005|p. 169}}.</ref> Il taglio delle prime due colonne procede senza intoppi, poi arriva la pausa pranzo e viene rimossa la terza.<ref name=M7p219>{{Cita|Maxtone-Graham 2007|p. 219}}.</ref>
Alle 14:30 del 9 febbraio 1942, le scintille del cannello ossidrico utilizzata dall'operaio Clement Derrick incendiarono una pila di giubbotti di salvataggio riempiti di kapok infiammabile che erano stati immagazzinati nella sala di prima classe della nave.<ref name=A5p299>{{Cita|Ardman 1985|p. 299}}.</ref><ref name=M2p367-368>{{Cita|Maxtone-Graham 1972|p. 367–368}}.</ref> Diversi pacchi di giubotti di salvataggio presero rapidamente fuoco e le persone presenti, cercando di spostare i pacchi apparentemente illesi, non fecero altro che accelerare la propagazione dell'incendio.<ref name=O5p170>{{Cita|Ollivier 2005|p. 170}}.</ref>
Le parti in legno verniciato infiammabile non erano ancora state rimosse e l'incendio si propagò rapidamente al ponte di passeggiata
Le manichette dei vigili del fuoco di New York City non si adattavano alle prese della nave francese. Un forte [[vento]] da [[nord]]-[[ovest]] che soffiava sul quarto di [[babordo]] del ''Lafayette'' spinse le fiamme in avanti, distruggendo i tre ponti superiori della nave entro un'ora dall'inizio dell'incendio. Il capitano Coman, insieme al capitano Simmers, arrivò verso le 15:25 per vedere la nave in fiamme.
Mentre i vigili del fuoco a terra e sulle motopompe versavano [[acqua]] sull'incendio, la ''Lafayette'' assunse una pericolosa inclinazione a sinistra a causa dell'acqua pompata nel lato rivolto verso il mare dalle imbarcazioni antincendio.<ref name=D0p14/> [[Vladimir Yourkevitch]], l'[[ingegnere]] progettista della nave, arrivò sulla scena per offrire la sua consulenza, ma gli fu inizialmente impedito dalla polizia portuale che arrivò a scambiarlo per una spia sovietica.<ref name=D0p14/><ref name=M2p373-374>{{Cita|Maxtone-Graham 1972|p. 373–374}}.</ref> Il suggerimento di Yourkevitch fu di entrare nella nave e aprire le prese a mare.<ref name=M2p224>{{Cita|Maxtone-Graham 1972|p. 224}}.</ref> Ciò avrebbe allagato i ponti inferiori e fatto affondare la nave in pochi metri d'acqua.<ref name=D0p14/> Con la nave stabilizzata, l'acqua poteva essere pompata nelle aree in fiamme senza il rischio di capovolgimento.<ref name=D0p14/> Il suggerimento di Yourkevitch fu respinto dal comandante del 3
Tra le 17:45 e le 18:00 del 9 febbraio 1942, le autorità considerarono l'incendio sotto controllo e iniziarono a ridurre le operazioni fino alle 20:00. I locali caldaie rimasero illesi.<ref name=O5p171>{{Cita|Ollivier 2005|p. 171}}.</ref> Verso sera, la ''Lafayette'' sembrava salva: si era stabilizzata, ed era persino possibile salire a bordo per valutare i danni, solo apparentemente significativi: la nave poteva essere riparata. Questo senza tenere conto delle maree: il mare si ritirava, poi tornava, sbilanciando la nave. L'acqua che entrava nel ''Lafayette'' attraverso aperture sommerse e si riversava nei ponti inferiori vanificò gli sforzi per contrastare l'allagamento, e lo sbandamento della nave a sinistra aumentò gradualmente. La nave continuò a inclinarsi, un processo accelerato dalle 6.000 tonnellate d'acqua che le erano state riversate addosso. I vigili del fuoco di New York temevano che l'incendio potesse estendersi agli edifici vicini. Poco dopo mezzanotte, il contrammiraglio Andrews ordinò l'abbandono della ''Lafayette''. Alle 2:45 del mattino la nave del 10 febbraio quasi schiacciando una nave antincendio, la ''Lafayette'' adagiò sul lato sinistro con un'angolazione di circa 80 gradi.<ref name=O5p172>{{Cita|Ollivier 2005|p. 172}}.</ref>
Riconoscendo che la sua incompetenza aveva causato il disastro, il contrammiraglio Andrews ordinò a tutti i giornalisti di non assistere al momento del capovolgimento, nel tentativo di ridurre il livello di pubblicità.<ref name=B7p97>{{Cita|Braynard 1987|p. 97}}.</ref>
Fortunatamente solo un uomo morì nell'incidente: Frank "Trent" Trentacosta, 36 anni, di Brooklyn, membro della squadra antincendio, colpito da un pezzo di acciaio scagliato da un'esplosione
Negli [[Anni 1960|anni sessanta]] del [[XX secolo]] membri della criminalità organizzata dichiararono retrospettivamente di aver sabotato la nave. Si sosteneva che l'incendio doloso fosse stato organizzato dal mafioso [[Anthony Anastasio]], una figura di spicco nel sindacato locale degli scaricatori portuali
Molto rapidamente, apparvero anche i primi piani di salvataggio, su richiesta di Franklin Delano Roosevelt e in un momento in cui gli Stati Uniti stavano subendo una serie di battute d'arresto nella [[guerra del Pacifico (1941-1945)]]. Il progettista Vladimir Yourkevitch e l'architetto navale William Francis Gibbs servirono come consulenti in queste operazioni.<ref name=O5p173/> Fu anche necessario determinare se la nave potesse essere recuperata o dovesse essere demolita. In ogni caso era necessario smantellare le sovrastrutture e i fumaioli che avrebbero ostacolato il raddrizzamento dello scafo. I lavori iniziarono quindi il 20 febbraio e continuarono fino a maggio mentre la [[Compagnie Générale Transatlantique]] si separò da molti elementi decorativi della nave.<ref name=O5p175>{{Cita|Ollivier 2005|p. 175}}.</ref> Per preparare il pompaggio che avrebbe raddrizzato la nave, fu necessario anche rimuovere il fango e soprattutto chiudere gli oblò e i portelli rimasti aperti durante l'evacuazione. Iniziò così un lavoro durato diversi mesi per una squadra di sommozzatori. Anche il Molo 88 fu acquistato dalla Marina statunitense e parzialmente smantellato per evitare di danneggiare la [[poppa]] quando iniziarono i lavori di raddrizzamento.<ref name=O5p175/> Le operazioni di pulizia durarono più di un anno e il 4 agosto 1943 iniziò il pompaggio di aria. Il 15 settembre, la nave emerse dall'acqua. Il 27 ottobre il ''Lafayette'' fu restituito all'US Navy dalla ditta Merritt, Chapman e Scott che se ne prese cura, dopo aver rimosso le impalcature. In totale, il raddrizzamento del transatlantico costò [[Milione|milioni]] di [[dollaro statunitense|dollari]].<ref name=M2p237>{{Cita|Maxtone-Graham 1972|p. 235}}.</ref>
La nave partì quindi per [[Bayonne (New Jersey)|Bayonne]], nel [[New Jersey]], dove fu immessa in un [[bacino di carenaggio]] per il riadattamento.<ref name=O5p177>{{Cita|Ollivier 2005|p. 177}}.</ref> Tuttavia, lo scafo e i macchinari si rivelarono più danneggiati del previsto. In quest'ultimo caso, ne dovettero essere costruiti di nuovi, un problema data la natura specifica della nave. Inoltre, i cantieri navali erano molto impegnati con numerose commesse. All'inizio del 1944, il progetto fu abbandonato.<ref name=O5p178>{{Cita|Ollivier 2005|p. 178}}.</ref> Tuttavia il presidente Roosevelt continuava a sostenere un progetto di riadattamento, perché, riteneva, la distruzione del ''Normandie'' sarebbe stata necessariamente ingiustificabile dopo la liberazione della Francia. L'architetto navale William Francis Gibbs propose di ricostruire la nave come transatlantico.<ref name=O5p179>{{Cita|Ollivier 2005|p. 179}}.</ref> L'imminenza dello [[sbarco in Normandia]] e la morte di Roosevelt, tuttavia, posero fine a ogni progetto, e 20 settembre 1945 il ''Lafayette'' fu dichiarato una eccedenza della Marina. La ''Lafayette'' fu radiata dal Registro Navale l'11 ottobre 1945 senza aver mai navigato sotto bandiera statunitense. Il [[Presidente degli Stati Uniti d'America|Presidente]] [[Harry S. Truman]] ne autorizzò la demolizione con un ordine esecutivo l'8 settembre 1946, e la nave fu venduta come rottame il 3 ottobre 1946 alla Lipsett, Inc., una società di recupero americana con sede a New York City, per 161.680 dollari. Nel corso del 1946 la Francia si era rifiutata di riprendere possesso del [[relitto]]. Le operazioni di demolizione si svolsero a Port Newark, nel [[New Jersey]] dal 7 gennaio al 7 ottobre 1947, e la nave fu completamente smantellata entro il 31 dicembre 1948.<ref name=M2p391>{{Cita|Maxtone-Graham 1972|p. 391}}.</ref><ref name=O5p179/>L'operazione fruttò all'epoca un utile di un milione di dollari.<ref name=M2p238>{{Cita|Maxtone-Graham 1972|p. 238}}.</ref>
== Curiosità ==
Il ''Normandie'' avrebbe dovuto essere affiancato da un'unità sorella, chiamata SS ''Bretagne'', che, nelle intenzioni dei progettisti, avrebbe dovuto essere di
==Galleria d'immagini==
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== Bibliografia ==
* {{cita libro|autore=Harvey Ardman|titolo=Normandie, Her Life and Times|editore=Franklin Watts|città=New York|anno=1985|lingua=en |ISBN=|cid=Ardman 1985}}
* {{cita libro|autore=Basil W. Bathe|titolo=Seven Centuries of Sea Travel: from the Crusaders to the Cruises|url=https://archive.org/details/sevencenturiesof0000bath|editore=Barrie & Jenkins|città=London |anno=1972|lingua=en |ISBN=0-214-66811-8|cid= Bathe 1972}}
* {{cita libro|autore=Peter E. Bondanella|titolo=Hollywood Italians: Dagos, Palookas, Romeos, Wise Guys, and Sopranos|editore=Continuum International Publishing Group|città=New York|anno=1996|lingua=en |ISBN=0-8264-1544-X|cid=Bondanella 1996}}
* {{cita libro|autore=Frank O. Braynard|titolo=Picture History of the Normandie With 190 Illustrations|editore=Dover Publications|città=New York|anno=1987|lingua=en |ISBN=|cid=Braynard 1987}}
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* {{cita libro|autore=John Maxtone-Graham|titolo=Normandie: France's Legendary Art Deco Ocean Liner|editore=W. W. Norton & Co.|città=New York|anno=2007|lingua=en |ISBN=|cid=Maxtone-Graham 2007}}
* {{cita libro|autore=William H. Miller|titolo=SS Normandie. Classic Liners series|editore=The History Press|città=Stroud, Gloucestershire|anno=2013|lingua=en |ISBN=|cid=Miller 2013}}
* {{cita libro|autore=Frédéric Ollivier|titolo=Normandie: un chef-d'œuvre français (1935-1942)|editore=Chasse-marée-Armen|città=Douarnenez (Finistère)
* {{cita libro|autore=Daniella Ohad Smith|titolo=Legendary Interiors and Illustrious Travelers aboard the SS Normandie|editore=Interiors: Design, Architecture, Culture|città=|anno=2011|lingua=en |ISBN=|cid=Smith 2011}}
* {{cita libro|autore=Donald Spoto|titolo=The Dark Side of Genius: The Life of Alfred Hitchcock|url=https://archive.org/details/darksideofgenius00spot_0|editore=Da Capo Books|città=|anno=1999|lingua=en |ISBN=0-306-80932-X|cid=Spoto 1999}}
* {{cita libro|autore=R. P. De Kerbrech|autore2=David L. Williams|titolo=Damned by Destiny|editore=Teredo Books|città=Brighton|anno=1982|lingua=en |ISBN=978-0-90366209-3|cid=De Kerbrech, Williams 1982}}
;Periodici
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