Giulio Andreotti: differenze tra le versioni
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È stato uno dei principali
Ha partecipato a dieci elezioni politiche nazionali: è stato il candidato con il maggior numero di preferenze in Italia in quattro occasioni (nel 1958, nel 1972, nel 1979 e nel 1987) e il secondo nelle altre sei (nel 1948 e nel 1953, dietro [[Alcide De Gasperi]]; nel 1963 e nel 1968, dietro [[Aldo Moro]]; nel 1976 e nel 1983, dietro [[Enrico Berlinguer]]). Infine, nel 1991 è stato nominato [[Senatore a vita (ordinamento italiano)|senatore a vita]] dal [[Presidente della Repubblica Italiana|Presidente della Repubblica]] [[Francesco Cossiga]]. Dal 1945 al 2013 fece sempre parte delle assemblee legislative italiane: dalla [[Consulta nazionale]] all'[[Assemblea Costituente (Italia)|Assemblea costituente]], e poi nel [[Parlamento italiano]] dal 1948, come [[Camera dei deputati (Italia)|deputato]] fino al 1991 e successivamente come [[Senatore a vita (ordinamento italiano)|senatore a vita]].
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{{citazione|Con Moro ci conoscevamo fin dai tempi della Fuci, lui era presidente, io dirigevo l'Azione fucina, e quando lui lasciò la carica presi il suo posto. Quindi una dimestichezza che risaliva a prima della politica. [...] ho sempre avuto con lui una relazione molto facile, proprio perché c'era questo legame universitario.<ref>Enzo Biagi, ''BUONI | CATTIVI'', ''op. cit.'', p. 43.</ref>}}
Nel luglio del 1943 prese parte ai lavori che portarono alla redazione del ''[[Codice di Camaldoli]]''. Durante la [[Seconda guerra mondiale|guerra]] scrisse per la ''"Rivista del Lavoro"'', pubblicazione di [[propaganda]] [[Fascismo|fascista]]. Partecipò anche alla redazione clandestina de ''[[Il Popolo]]''. Il 30 luglio 1944, al Congresso di [[Napoli]], fu eletto nel primo Consiglio nazionale della Democrazia Cristiana e il 19 agosto divenne responsabile dei gruppi giovanili del partito; in tale carica venne confermato dal Congresso nazionale del [[Movimento giovanile DC]] di [[Assisi]] del gennaio 1947. Nel referendum che sancì la [[Nascita della Repubblica Italiana|nascita della Repubblica]] nel 1946, il giovane Andreotti, che faceva parte dell'ala monarchica della Democrazia Cristiana, votò per il re [[Umberto II]].<ref>https://www.focus.it/cultura/storia/2-giugno-1946-i-vip-che-votarono-per-la-monarchia</ref>
=== Elezione all'Assemblea costituente e prime responsabilità di governo ===
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