Sardegna: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m Cultura: aggiunta voce su "vedi anche"
Etichette: Modifica da mobile Modifica da applicazione mobile Modifica da applicazione Android App section source
 
(12 versioni intermedie di 11 utenti non mostrate)
Riga 27:
|Superficie = 24099.45
|Note superficie = {{Cita web |url=http://www.sardegnastatistiche.it/cartaidentita/ |titolo=Carta d'identità |editore=Regione Autonoma della Sardegna |accesso=6 maggio 2025}}
|Abitanti = 1557496
|Note abitanti = [https://demo.istat.it/bilmens/query.php?lingua=ita&Rip=S5&Reg=R20&Pro=P000&Com=&anno=2025&submit=Tavola Dato Istat] - Popolazione residente al 31 maggio 2025 (dato provvisorio).
|Aggiornamento abitanti = 31-5-2025
Riga 65:
[[File:Gusana.jpg|miniatura|sinistra|[[Massiccio del Gennargentu]]]]
Più dell'80% del territorio è montuoso e il 68% è formato da colline e da altopiani rocciosi<ref name="unibo">{{Cita web |url=http://dipsa.unibo.it/catgis/pdf/vol_5_sardegna.pdf |titolo=Regione Sardegna |formato=pdf |accesso=14 marzo 2019 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160304091545/http://dipsa.unibo.it/catgis/pdf/vol_5_sardegna.pdf |urlmorto=sì |p=1}}</ref> per un'estensione complessiva di {{formatnum:16352}} km²<ref name="rappsup">{{Cita web |url=http://www.regione.sicilia.it/turismo/trasporti/CE/port%20net/relazioni/Rapporto%20Territoriale%20Finale/Relazione.pdf |titolo=Rapporto Territoriale finale |p=6 |accesso=1º settembre 2014 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160305033139/http://www.regione.sicilia.it/turismo/trasporti/CE/port%20net/relazioni/Rapporto%20Territoriale%20Finale/Relazione.pdf |urlmorto=no |mese=giugno |anno=2004}}</ref>. Alcuni di questi sono assai caratteristici e vengono chiamati [[Giara (Sardegna)|giare]] o [[Tacco (geologia)|tacchi]].
Culminano nel centro dell'isola i monti di [[Punta La Marmora]], [[Bruncu Spina]] e [[monte Spada]], situati nel [[Massiccio del Gennargentu]]<ref>{{Cita web |url=http://www.sardegnadigitallibrary.it/index.php?xsl=626&s=17&v=9&c=4460&id=128817 |titolo=Il Gennargentu |cognome=Digital Library |nome=Sardegna |accesso=9 febbraio 2011 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110923150344/http://www.sardegnadigitallibrary.it/index.php?xsl=626&s=17&v=9&c=4460&id=128817 |urlmorto=no |tipo=Video}}</ref>, nonché il [[monte Albo]] e il [[Supramonte]] che comprende il [[monte Corrasi]] di [[Oliena]]. A nord, emergono i [[monte Limbara|monti del Limbara]], i [[Alà dei Sardi|monti di Alà]] e il [[monte Rasu]].
 
In Ogliastra svettano i [[Tacco (geologia)|tacchi]] con Punta Seccu in territorio di [[Ulassai]] mentre nel [[Montiferru]] si innalzano il [[Monte Urtigu]] e il [[Monte Entu]], nel [[Marghine]] la [[Punta Palai]]. A sud il [[monte Serpeddì]], il [[Massiccio dei Sette Fratelli]], il [[monte Linas]], i monti dell'Iglesiente con Monte Lisone, e [[Monti del Sulcis|del Sulcis]] con [[Monte Is Caravius]] finendo per digradare verso il mare<ref>{{Cita |Camarda}}.</ref>.
Riga 85:
Il clima della Sardegna è generalmente [[clima mediterraneo|mediterraneo secco]]. Lungo le zone costiere si hanno inverni miti ed estati calde e umide<ref name="SARIntro"/>, caratterizzate da una notevole ventilazione. Il clima è nel complesso mite, ma si possono presentare valori minimi invernali di alcuni gradi al di sotto dello zero e massimi estivi superiori ai {{formatnum:40}}°C<ref name="SARTMin">{{Cita web |url=http://www.sar.sardegna.it/pubblicazioni/notetecniche/nota2/pag007.asp |titolo=La temperatura minima |autore=Piero Angelo Chessa |autore2=Alessandro Delitala |accesso=28 agosto 2014 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20141222112237/http://www.sar.sardegna.it/pubblicazioni/notetecniche/nota2/pag007.asp |urlmorto=sì}}</ref>. La Sardegna è una regione molto ventosa: i venti dominanti sono il [[maestrale]] e il [[ponente]]<ref name="SARVen">{{Cita web |url=http://www.sar.sardegna.it/pubblicazioni/notetecniche/nota2/pag004.asp |titolo=Il vento |autore=Piero Angelo Chessa |autore2=Alessandro Delitala |accesso=28 agosto 2014 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20141210124229/http://www.sar.sardegna.it/pubblicazioni/notetecniche/nota2/pag004.asp |urlmorto=sì}}</ref>.
 
== Ambiente naturale ==
{{Vedi anche|Aree naturali protette della Sardegna|Foreste demaniali della Sardegna|Conservatoria delle coste della Sardegna}}
[[File:Cascate di Lequarci Ulassai Sardegna Santa Barbara.jpg|thumb|left|upright=01.71|Ulassai, [[Cascate di Lequarci]]]]
Il paesaggio naturale della Sardegna alterna profili montuosi a [[macchia mediterranea|macchie]] e [[foresta|foreste]], [[stagno (acqua)|stagni]] e [[laguna|lagune]], [[torrenti]] che formano gole e cascate, spiagge sabbiose e [[falesia|falesie]] a strapiombo<ref>{{Cita web |url=http://www.sardegnadigitallibrary.it/documenti/17_81_20080410180042.pdf |titolo=Cascate e gole in Sardegna |autore2=Salvatore Cuccuru |cognome=Morandini |nome=Mirta |editore=Geos |accesso=28 febbraio 2011 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110112163928/http://www.sardegnadigitallibrary.it/documenti/17_81_20080410180042.pdf |urlmorto=sì}}</ref>. Le formazioni [[calcare]]e costituiscono il 10% della sua superficie e sono frequenti i fenomeni [[carsismo|carsici]] nei settori centro-orientale e sud-occidentale, con la formazione di grotte, sorgenti carsiche, come quelle di [[Su Gologone]] di Oliena e di [[Su Marmuri]] di Ulassai. Notevoli sono le formazioni rocciose [[granito|granitiche]], caratterizzate da guglie frastagliate, come le singolari "sculture" presenti sull'isola, come [[Palau (Italia)#Monumenti e luoghi d'interesse|l'Orso di Palau]], la [[roccia dell'Elefante]] di [[Castelsardo]], il [[Arzachena#Storia|Fungo]] di [[Arzachena]], i [[dicco|dicchi]] del [[Montiferru]] e [[Monte Ortobene#sa Conca|''sa Conca'']] sul [[monte Ortobene]]<ref>{{Cita web |url=http://www.sardegnadigitallibrary.it/documenti/17_81_20080411102403.pdf |titolo=Monumenti naturali della Sardegna |autore2=Maria Luisa Gentileschi |cognome=Barrocu |nome=Giovanni |editore=Carlo Delfino |accesso=28 febbraio 2011 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120117232616/http://www.sardegnadigitallibrary.it/documenti/17_81_20080411102403.pdf |urlmorto=sì}}</ref>.
 
Riga 112:
 
=== Flora e fauna acquatiche ===
I paesaggi sommersi sono complessi e ricchi di colori e di varietà di [[pesce|pesci]], [[Porifera|spugne]] e [[Gorgonacea|coralli]]. Sono caratterizzati dalla straordinaria limpidezza dell'acqua<ref name="Perlato">{{Cita libro |autore=Massimiliano Perlato |titolo=Occhi e cuore al di là del mare |anno=2004 |editore=Lampi di stampa |pp=181–182, 187 |ISBN=978-88-488-0361-8}}</ref> che favorisce il prosperare di numerose colonie di [[Posidonia oceanica|posidonia]]<ref>{{Cita news |autore=Massimiliano Perlato |url=http://www.gazzettadelsulcis.it/gazz_archivi/643.pdf |titolo=Alla scoperta del regno della posidonia nelle profondità del mare di Sardegna |pubblicazione=Gazzetta del Sulcis |data=12 settembre 2013 |accesso=5 settembre 2014 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140913172041/http://www.gazzettadelsulcis.it/gazz_archivi/643.pdf |urlmorto=sì |numero=643}}</ref>. Il segno inequivocabile delle praterie di posidonia è la presenza di [[Banquette|mucchi di alghe]] che talvolta si trovano abbondanti sulle spiagge<ref>{{Cita pubblicazione |autore=Giovanni De Falco |autore2=Maura Baroli |autore3=S. Simeone |titolo=La rimozione della posidonia dalle spiagge: conseguenze sulla stabilità dei litorali |pp=7–9 |accesso=5 settembre 2014 |url=http://www.comunesantateresagallura.it/attachments/article/1042/Libricino%20informativo%20progetto%20ARENA.pdf |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140913191916/http://www.comunesantateresagallura.it/attachments/article/1042/Libricino%20informativo%20progetto%20ARENA.pdf |urlmorto=sì |autore4=G. Piergallini}}</ref>.
Un cenno particolare va riservato alla [[Monachus monachus|foca monaca]], a lungo perseguitata dai pescatori e disturbata dai vacanzieri, che è una specie a forte rischio d'estinzione<ref>{{Cita web |url=http://www.sardegnaambiente.it/index.php?xsl=612&s=91688&v=2&c=4801&idsito=18 |titolo=La Foca monaca, fra i mammiferi marini più a rischio di estinzione del Mediterraneo |editore=Regione Autonoma della Sardegna |accesso=5 settembre 2014 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140913192239/http://www.sardegnaambiente.it/index.php?xsl=612&s=91688&v=2&c=4801&idsito=18 |urlmorto=no}}</ref>: l'ultima riproduzione documentata risale agli inizi degli anni ottanta<ref name="Canu">{{Cita news |autore=Antonio Canu |url=http://lanuovasardegna.gelocal.it/regione/2013/07/09/news/rieccola-la-foca-non-si-arrende-all-estinzione-1.7391717 |titolo=Rieccola, la foca non si arrende all'estinzione |pubblicazione=La Nuova Sardegna |data=9 luglio 2013 |accesso=5 settembre 2014 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140913175639/http://lanuovasardegna.gelocal.it/regione/2013/07/09/news/rieccola-la-foca-non-si-arrende-all-estinzione-1.7391717 |urlmorto=no}}</ref>. Nel febbraio 2025 parrebbe confermato un suo avvistamento<ref>{{cita web|url=https://www.lanuovasardegna.it/video/sardegna/2025/02/05/video/san-teodoro-foca-monaca-avvistata-a-cala-brandinchi-1.100657080|titolo=San Teodoro, foca monaca avvistata a Cala Brandinchi|accesso= 23 aprile 2025}}</ref>.
Riga 130:
Il patrimonio [[Speleologia|speleologico]] sardo comprende più di {{formatnum:1500}} grotte<ref>{{Cita web |url=http://www.sardegna.net/docs/sport_terra/speleologia_i.html |titolo=Speleologia in Sardegna |editore=Sardegna Net |accesso=2 maggio 2011 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20101129061905/http://sardegna.net/docs/sport_terra/speleologia_i.html |urlmorto=sì}}</ref>. L'area del [[Supramonte]] è quella più ricca, insieme alla zona del [[Sulcis-Iglesiente]] e al promontorio di [[capo Caccia]]. Tra quelle sommerse, la [[grotta di Nereo]] è ritenuta la più vasta in tutto il Mediterraneo<ref>{{cita web|url=https://www.sardegnaturismo.it/it/esplora/grotta-di-nereo|titolo=Grotte di Nereo|accesso=29 aprile 2025}}</ref>. Le grotte litoranee più conosciute sono le [[grotte di Nettuno]] ad Alghero e le [[grotte del Bue Marino]] a Cala Gonone. Fra quelle terrestri, alcune di rilievo sono quelle di [[Grotta di Sa Oche|Sa Oche-Su Bentu]] a Oliena e quella di [[Grotta di Ispinigoli|Ispinigoli]]<ref>{{Cita web |url=http://www.sardegnadigitallibrary.it/index.php?xsl=615&s=17&v=9&c=4461&id=103007 |titolo=Immagine grotta Ispinigòli |accesso=14 marzo 2019 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20181213123235/http://www.sardegnadigitallibrary.it/index.php?xsl=615&s=17&v=9&c=4461&id=103007 |urlmorto=no}}</ref> presso Dorgali, di [[Grotta di San Giovanni|San Giovanni]] e [[Grotta di Santa Barbara|Santa Barbara]] presso Domusnovas e Bindua<ref>{{Cita web |url=http://www.sardegnaturismo.it/offerta/montagna/grotte.html |titolo=Grotte |cognome=della Sardegna |nome=Regione autonoma |editore=Regione Autonoma della Sardegna |accesso=27 ottobre 2014 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120207171844/http://www.sardegnaturismo.it/offerta/montagna/grotte.html }}</ref>.
 
== Etimologia ==
Il nome Sardegna ha origini prelatine. Deriva [[Etnonimo|dall'etnonimo]] preromano * ''s(a)rd-'', poi [[Latinizzazione dei nomi|romanizzato]] in ''{{Lang|la|sardus}}'' (al femminile ''{{Lang|la|sarda}}''). Compare per la prima volta sulla [[Stele di Nora|Pietra di Nora]], dove la parola ''ŠRDN'', o *''Šardana'', testimonia l'esistenza del nome quando arrivarono i primi mercanti [[Fenicia|fenici]].<ref>{{Cita web|autore=Nuragica|url=http://archeologianuragica.blogspot.com/2010/08/sul-nome-sardigna.html|titolo=Archeologia Nuragica: Sul nome Sardigna|data=9 August 2010}}</ref>
 
Secondo ''[[Timeo (dialogo)|il Timeo]]'', uno dei dialoghi di [[Platone]], la Sardegna (chiamata dalla maggior parte degli autori [[Letteratura greca|greci antichi]] Sardṓ, {{Lang|grc|Σαρδώ}}) e anche [[Sardi (popolazione)|la sua popolazione]] potrebbe aver preso il nome da una donna leggendaria chiamata Sardṓ ( {{Lang|grc|Σαρδώ}} ), nata a [[Sardi (città antica)|Sardi]] ( [[wiktionary:Σάρδεις|Σάρδεις]] ), capitale dell'antico Regno di [[Lidia]]. Ci sono state anche ipotesi che identificavano gli antichi Sardi [[Civiltà nuragica|nuragici]] con gli [[Shardana]], uno dei [[Popoli del Mare]].<ref>{{Cita web|url=http://www.treccani.it//enciclopedia/sardi_(Dizionario-di-Storia)|titolo=sardi in "Dizionario di Storia"|sito=www.treccani.it}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.treccani.it//enciclopedia/sardi_res-c8fc02e8-8bb6-11dc-8e9d-0016357eee51_(Enciclopedia-Italiana)|titolo=SARDI in "Enciclopedia Italiana"|sito=www.treccani.it}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.sardiniapost.it/culture/nuovo-studio-dellarcheologo-ugas-e-certo-i-nuragici-erano-gli-shardana/|titolo=ARCHIVIO. Nuovo studio dell'archeologo Ugas: "È certo, i nuragici erano gli Shardana"|sito=Sardiniapost|data=3 February 2017}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.sardiniapoint.it/5085.html|titolo=SP INTERVISTA>GIOVANNI UGAS: SHARDANA|sito=www.sardiniapoint.it|dataaccesso=17 June 2010}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.sardiniapost.it/culture/la-certezza-degli-accademici-egiziani-gli-shardana-erano-i-nuragici-sardi/|titolo=La certezza degli accademici egiziani: "Gli shardana erano i nuragici sardi"|data=25 January 2019}}</ref> Si ipotizza che il nome avesse una connotazione religiosa dal suo uso anche come aggettivo per l'antico eroe-dio mitologico sardo [[Sardus Pater]] <ref>{{Cita web|url=http://www.aristeo.org/sardegnaemiti/personaggi/sardo.html|titolo=Personaggi - Sardo|sito=www.aristeo.org|dataaccesso=16 August 2016}}</ref> ("Padre Sardo"; l'interpretazione comune secondo cui il termine significa "Padre dei Sardi" è errata, poiché sarebbe "Sardorum Pater"), oltre ad essere la radice dell'aggettivo "[[sardonico]] ".
 
Nell'antichità [[Antichità classica|classica]], la Sardegna era conosciuta con diversi nomi oltre ''a Sardṓ'' ( {{Lang|grc|Σαρδώ}} ) o ''Sardegna'', come ''{{Lang|la|Ichnusa}}'' (la forma latinizzata del greco {{Lang|grc|Ἰχνοῦσσα}} ), ''Sandaliotis'' ({{Lang|grc|Σανδαλιῶτις}}) e ''Argyrophleps'' ({{Lang|grc|Αργυρόφλεψ}}).<ref name="Sardinian Toponymy">For the historical toponymy of ''Sardinia'', cf. {{Cita pubblicazione|autore=Ong|data=2022|titolo=Unveiling the Enigmatic Origins of Sardinian Toponyms|rivista=Languages|volume=7|pp=131: 1–19|doi=10.3390/languages7020131}}</ref>
== Storia ==
{{vedi anche|Storia della Sardegna|Sardi (popolazione)}}
Riga 206 ⟶ 212:
Secondo recenti studi linguistici, l'appellativo [[lingua latina|latino]] ''Sardinia'' deriverebbe da un'altra denominazione greca conosciuta come ''Sardṓ'' (''Σαρδώ'', desinenza femminile tipica di alcuni toponimi greci; compara la variante morfologica Συρακώ ''Surakṓ'' dell'antica [[Siracusa]]), nome di una leggendaria donna [[Anatolia|anatolica]] della quale si ha notizia nel [[Timeo (dialogo)|Timeo]] di [[Platone]] e le cui origini venivano da ''Sárdeis'' (''Σάρδεις''), capitale della [[Lidia]]<ref>{{Cita web |url=https://archeologianuragica.blogspot.com/2010/08/sul-nome-sardigna.html |titolo=Sul nome Sardigna |cognome=Pittau |nome=Massimo |editore=Archeologia Nuragica |accesso=3 marzo 2011 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120111104613/http://archeologianuragica.blogspot.com/2010/08/sul-nome-sardigna.html |urlmorto=no}}</ref>.
 
[[Sallustio]] nel I secolo d.C. sosteneva che: «''[[Sardus Pater|Sardus]]'', generato da [[Ercole]], insieme a una grande moltitudine di uomini partito dalla [[Antica Libia|Libia]] occupò la Sardegna e dal suo nome denominò l'isola», e [[Pausania il Periegeta|Pausania]] nel II secolo d.C. confermava quanto detto da Sallustio aggiungendo che: «Sardo venne dalla Libia con un gruppo di coloni e occupò l'Isola il cui antico nome, Ichnusa, mutò in Sardò ( [...] )»<ref>{{Cita web |url=http://www.aristeo.org/sardegnaemiti/personaggi/sardo.html |titolo=Sardo |editore=Circolo culturale Aristeo |accesso=4 marzo 2011 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110913120132/http://www.aristeo.org/sardegnaemiti/personaggi/sardo.html |urlmorto=sì}}</ref>. In una [[Stele di Nora|stele]] in pietra risalente all'VIII / IX secolo a.C. ritrovata nell'odierna [[Pula (Italia)|Pula]] appare scritto in [[Alfabeto fenicio|fenicio]] la parola ''b-šrdn'' che significa "in Sardegna", a testimonianza che tale toponimo era già presente sull'Isola all'arrivo dei mercanti fenici<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Brenda Man Qing Ong|autore2=Francesco Perono Cacciafoco|data=24 maggio 2022|titolo=Unveiling the Enigmatic Origins of Sardinian Toponyms|rivista=Languages|volume=7|numero=2, 131|pp=1–19|lingua=Ingleseen|doi=10.3390/languages7020131|url=https://www.mdpi.com/2226-471X/7/2/131| issn=2226-471X}}</ref>.
 
=== Stemma, bandiera e inno ===
Riga 232 ⟶ 238:
{{Vedi anche|Lingua sarda|Lingua sassarese|Lingua gallurese|Dialetto algherese|Dialetto tabarchino|Dialetto castellanese|Italiano regionale della Sardegna}}
In Sardegna coesistono oggi diverse [[lingue romanze]], perlopiù appartenenti al sistema linguistico sardo e a quello italiano<ref>{{cita libro|autore= Giovanni Floris|anno=1998|titolo= L'uomo in Sardegna: aspetti di antropobiologia ed ecologia umana| editore=Zonza| p= 206|url=https://www.saribs.it/scheda.asp?id=SBS-978-88-SBS-2395-Z&ver=it&currency=eur|accesso= 29 aprile 2025}}</ref>. La lingua sarda è stata utilizzata in diverse epoche come lingua ufficiale delle istituzioni; tra i documenti più importanti vi sono i [[Condaghe|condaghi]] (''condaghes''), gli [[Statuti Sassaresi]]<ref>{{Cita web |url=http://archiviostorico.comune.sassari.it/statuti/ |titolo=Statuti Sassaresi |editore=Archivio Storico di Sassari |accesso=2 agosto 2021 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210802205254/https://s7.addthis.com/js/250/addthis_widget.js |urlmorto=no}}</ref> (''Istatutos Tataresos'') e le ''Cartas'', fra le quali spicca la celebre ''[[Carta de Logu]]'' del [[Giudicato di Arborea]]<ref>{{Cita web |url=http://www.istar.oristano.it/it/materiali/pubblicazioni-istar/carta-de-logu/ |titolo=Carta de Logu |editore=Istar, Istituto Storico Arborense}}</ref>, rimasta in vigore fino alla sua sostituzione con l'italiano ''Codice Feliciano'' nel 1827. A partire dal diciottesimo secolo, si è prodotto un lento fenomeno di italianizzazione delle strutture sociali, nonché di [[deriva linguistica]] verso l'italiano. L'[[Lingua italiana|italiano]] è così la lingua più diffusa nell'isola: sulla base dei dati ISTAT del 2006, l'italiano era impiegato abitualmente dal 52,5% della popolazione sarda anche in ambito familiare<ref name="www3.istat.it">{{Cita web |url=http://www3.istat.it/salastampa/comunicati/non_calendario/20070420_00/testointegrale.pdf |titolo=La lingua italiana, i dialetti e le lingue straniere. Istat, 2006 |accesso=14 marzo 2019 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120722142548/http://www3.istat.it/salastampa/comunicati/non_calendario/20070420_00/testointegrale.pdf |urlmorto=no}}</ref>.
[[File:Statuti Sassaresi XIV century 1a.png|miniatura|[[Statuti Sassaresi]] del XII - XIII secolo, scritti in [[Lingua sarda logudorese|logudorese]] e [[latino medievale|latino]], in [[Scrittura gotica|gotica corsiva]]]]
 
La lingua sarda è convenzionalmente ripartita in varianti rappresentate da due modelli ortografici fondamentali e standardizzati: il [[sardo logudorese]] (''sardu logudoresu'')<ref>rappresenta le varianti centro-settentrionali, rimaste più simili al latino in desinenze e pronuncia. In tale ortografia furono scritte poesie e componimenti come ''[[No potho reposare]]'', l'inno patriottico ''[[Su patriotu sardu a sos feudatarios|Procurad'e moderare, barones, sa tirannia]]'', il canto religioso [[Deus ti salvet Maria]] e l'[[S'hymnu sardu nationale|inno del Regno]] [[Storia della Sardegna sabauda|sabaudo]].</ref> e il [[sardo campidanese]] (''sardu campidanesu'')<ref>rappresenta le varianti centro-meridionali, relativamente più innovative rispetto al latino classico ma anche più diffuse. Nell'[[Ogliastra]] la parlata ha una matrice campidanese arcaica con molti vocaboli barbaricini, da cui il nome di "barbaricino orientale".</ref>. Accanto alla lingua sarda propriamente detta si affiancano altri due idiomi romanzi di derivazione prevalentemente [[lingua corsa|corso]]-[[Dialetto toscano|toscana]]: il [[Lingua sassarese|sassarese]] (''sassaresu'') e il [[lingua gallurese|gallurese]] (''gadduresu'' {{IPA|/ɡaɖːuˈrezu/}}). Infine, sono riconosciute delle [[isola linguistica|isole linguistiche]] non sarde: ad [[Alghero]] è parlata una variante arcaica del [[lingua catalana|catalano]] orientale, l'[[dialetto algherese|algherese]] (''alguerès''), nell'[[arcipelago del Sulcis]], nell'[[isola di San Pietro]] e nell'[[isola di Sant'Antioco]] è parlato un [[dialetto ligure coloniale]], denominato [[tabarchino]] (''tabarchin'').
Riga 249 ⟶ 255:
[[File:Borutta - Chiesa di San Pietro di Sorres (14).JPG|thumb|left|Interno della [[chiesa di San Pietro di Sorres]], [[Borutta]] (SS)]]
 
I Romani diedero impulso alla ristrutturazione di diverse città e alla realizzazione di molteplici infrastrutture di cui rimangono le rovine, come il [[palazzo di Re Barbaro]] a Porto Torres o l'[[Anfiteatro romano di Cagliari|anfiteatro di Cagliari]]. Un particolare sviluppo ebbe nel periodo giudicale l'[[Architettura romanica in Sardegna|architettura romanica]]. La [[basilica di San Gavino]] a [[Porto Torres]] è considerato il testo architettonico di riferimento per lo sviluppo dell'architettura romanica in Sardegna<ref>[[Raffaello Delogu]], ''L'architettura del Medioevo in Sardegna'', Roma, 1953, p. 92</ref>.
 
I [[francescani]] introdussero forme del [[gotico italiano]] a partire dal XIII secolo. Gli [[Aragonesi]] concentrarono le prime realizzazioni a Cagliari: la più antica chiesa [[Gotico catalano|gotico-catalana]] della Sardegna è il [[santuario di Nostra Signora di Bonaria]]. Ad Alghero furono costruite la [[Chiesa di San Francesco (Alghero)|chiesa di San Francesco]] e la [[Cattedrale di Santa Maria (Alghero)|cattedrale]].
Riga 262 ⟶ 268:
Il [[Neolitico]] fu il periodo in cui si rilevano le prime manifestazioni artistiche con le [[Statuaria prenuragica e nuragica|tipiche statuine]] della [[Dea Madre]] e di ceramiche incise con disegni geometrici. Successivamente la [[Civiltà nuragica|Cultura nuragica]] produrrà centinaia di statuine in bronzo e l'enigmatica statuaria in pietra dei [[Giganti di Mont'e Prama]].
 
Il connubio tra le popolazioni nuragiche e i mercanti provenienti da ogni parte del Mediterraneo portò a una raffinata produzione di gioielli in oro<ref>{{Cita web |url=http://www.sardegnacultura.it/argomenti/arte/ |titolo=Arte |cognome=della Sardegna |nome=Regione Autonoma |editore=Regione Sardegna |accesso=29 settembre 2014 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20141001204852/http://www.sardegnacultura.it/argomenti/arte/ |urlmorto=no}}</ref>. I Romani introdussero l'arte dei [[mosaico|mosaici]] e ornarono con sculture e pitture le ricche ville dei [[Patrizio (storia romana)|patrizi]]<ref>{{Cita web |url=http://www.sardegnacultura.it/argomenti/arte/romana.html |titolo=Arte romana |cognome=della Sardegna |nome=Regione Autonoma |editore=Regione Sardegna |accesso=29 settembre 2014 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20141011060150/http://www.sardegnacultura.it/argomenti/arte/romana.html |urlmorto=no}}</ref>.
 
Nel Medioevo, durante il periodo giudicale, le architetture delle chiese furono arricchite da [[Capitello|capitelli]], [[Sarcofago|sarcofagi]], [[Affresco|affreschi]], [[Altare|altari]] in marmo e impreziosite da [[retablo|retabli]], dipinti da importanti pittori come il [[Maestro di Castelsardo]], [[Pietro Cavaro]], [[Antioco Mainas]], [[Andrea Lusso]], e la scuola del [[Maestro di Ozieri]] a cui facevano capo [[Giovanni del Giglio]] e [[Pietro Giovanni Calvano]].
Riga 281 ⟶ 287:
[[File:Tenores di Bitti Mialinu Pira al Festival Internazionale del Folklore di Florinas (SS), 2009.jpg|miniatura|[[Tenores di Bitti "Mialinu Pira"]]]]
[[File:Selargius - Costume tradizionale (25).JPG|miniatura|left|Suonatori di launeddas]]
La musica tradizionale sarda è molto antica: un vaso risalente alla [[cultura di Ozieri]], circa 3.000 anni a.C., riporta delle scene di danza<ref>{{Cita web |url=http://www.sardegnacultura.it/documenti/7_4_20060402095130.pdf |titolo=Il Museo archeologico G.A. Sanna |cognome=Lo Schiavo |nome=Fulvia |editore=Carlo Delfino |p=35 (PDF 36) |accesso=1º marzo 2011 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110925100620/http://www.sardegnacultura.it/documenti/7_4_20060402095130.pdf |urlmorto=sì}}</ref>. La caratteristica danza sarda chiamata ''su ballu tundu'' viene spesso accompagnata dal suono delle [[launeddas]], un antico strumento oggetto di studio da parte del musicologo [[Andreas Fridolin Weiss Bentzon|Andreas F. Weis Bentzon]].
 
Il [[canto a tenore]] è tipico della [[Barbagia]] ed è ritenuto un'espressione artistica peculiare e unica al mondo: nel 2005 è stato riconosciuto dall'[[UNESCO]] come [[Patrimoni orali e immateriali dell'umanità|patrimonio orale e immateriale dell'Umanità]]<ref>{{Cita web |url=http://www.sardegnacultura.it/j/v/258?s=20336&v=2&c=2700&t=7 |titolo=Canto a tenore |cognome=Cultura |nome=Sardegna |editore=Regione Autonoma della Sardegna |accesso=1º marzo 2011 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20181213125441/http://www.sardegnacultura.it/j/v/258?s=20336&v=2&c=2700&t=7 |urlmorto=no}}</ref>.
 
Il ''[[cantu a chiterra]]'' è un canto nato in [[Logudoro]] e diffusosi successivamente anche in [[Gallura]] e [[Planargia]]: spesso, nelle feste paesane, si svolgono delle vere e proprie competizioni tra ''cantadores'', accompagnati da un chitarrista e spesso anche da un fisarmonicista.<ref>{{Cita web |url=http://www.sardegnadigitallibrary.it/index.php?xsl=626&id=66270 |titolo=Cantu a la corsicana |cognome=Digital Library |nome=Sardegna |editore=Enneelle srl. Cagliari |accesso=1º marzo 2011 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20181213124534/http://www.sardegnadigitallibrary.it/index.php?xsl=626&id=66270 |urlmorto=no |tipo=Audio}}Documento audio sul canto alla ''<nowiki>corsicana'</nowiki>''</ref> Ha conquistato popolarità internazionale grazie alla cantante [[Maria Carta]]. Numerosi i compositori sardi: si ricordano [[Luigi Canepa]], [[Gavino Gabriel]], [[Lao Silesu]] ed [[Ennio Porrino]].
Riga 321 ⟶ 327:
==== Il pane ====
{{vedi anche|Pane carasau|Civraxiu}}
Diverse tecniche e procedimenti lavorativi contribuiscono a rendere molteplice la scelta delle forme di pane in ogni zona dell'isola<ref>{{Cita web |url=http://www.sardegnacultura.it/documenti/7_49_20060414131202.pdf |titolo=Pani. Tradizione e prospettive della panificazione in Sardegna |cognome=VV. |nome=AA. |editore=Ilisso Edizioni Nuoro |curatore=Anna Pau |accesso=27 ottobre 2014 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20121116081949/http://www.sardegnacultura.it/documenti/7_49_20060414131202.pdf |curatore2=Paolo Piquereddu}}</ref>.
 
Alcuni tipi di pane più diffusi sono: il [[pane carasau]] (tipico pane della [[Barbagia]])<ref>{{Cita web |url=http://www.sardegnadigitallibrary.it/index.php?xsl=626&s=17&v=9&c=4460&id=190962 |titolo=Pani carasau |cognome=Cau |nome=Antonello |editore=Telesat broadcast S.r.l |accesso=1º marzo 2011 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20181230181328/http://www.sardegnadigitallibrary.it/index.php?xsl=626&s=17&v=9&c=4460&id=190962 |urlmorto=no |tipo=Video}}</ref>, il ''[[pistocu]]'', la ''spianada'' (conosciuta anche come ''cogones'' o ''cogoneddas''),<ref>{{Cita web |url=http://www.sardegnadigitallibrary.it/index.php?xsl=626&s=17&v=9&c=4460&id=189387&ric=1&ni=13&c1=Enogastronomia&mtd=7&xctl=1&o=20&n=47&urlrif=http://www.sardegnadigitallibrary.it/xml/datidl.php?idtipo=2%26n=15%26p=0%26xctl=1%26cerca=Enogastronomia%26mtd=7%26order=20 |titolo=La spianata sarda |cognome=Cau |nome=Antonello |editore=Telesat broadcast S.r.l |accesso=1º marzo 2011 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20181230181416/http://www.sardegnadigitallibrary.it/index.php?xsl=626&s=17&v=9&c=4460&id=189387&ric=1&ni=13&c1=Enogastronomia&mtd=7&xctl=1&o=20&n=47&urlrif=http%3A%2F%2Fwww.sardegnadigitallibrary.it%2Fxml%2Fdatidl.php%3Fidtipo%3D2%26n%3D15%26p%3D0%26xctl%3D1%26cerca%3DEnogastronomia%26mtd%3D7%26order%3D20 |urlmorto=no |tipo=Video}}</ref>, il ''[[civraxiu]]'' (tipico del [[Campidano]]), il ''[[coccoi a pitzus]]'' e il ''[[pane 'e poddine]]'', molto simile alla [[pita]].
Riga 339 ⟶ 345:
==== Vini e liquori ====
{{Vedi anche|Vini della Sardegna|Filu 'e ferru|Liquore di mirto}}
La coltura della [[Vitis|vite]] in Sardegna risale all'epoca della [[civiltà nuragica]]<ref>{{Cita web |url=http://www.sardegnaagricoltura.it/documenti/14_43_20080505182810.pdf |titolo=La vite e il vino in Sardegna dalla preistoria alla fine del mondo antico |cognome=Sanges |nome=Mario |editore=Soprintendenza ai Beni Archeologici per le Province di Sassari e Nuoro |accesso=1º marzo 2011 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160304080055/http://www.sardegnaagricoltura.it/documenti/14_43_20080505182810.pdf |urlmorto=no}}</ref>. Tra i vini rossi più noti si annoverano il [[Cannonau di Sardegna|Cannonau]], il [[Monica di Sardegna|Monica]], il [[Carignano del Sulcis rosso|Carignano del Sulcis]], il [[Girò di Cagliari|Girò]], mentre tra i bianchi vi sono quelli previsti dal [[disciplinare]]: [[Vermentino di Gallura]] [[Denominazione di origine controllata e garantita|DOCG]], la [[Malvasia di Bosa secco|Malvasia di Bosa]], il [[Nasco di Cagliari|Nasco]], il [[Alghero Torbato|Torbato]], il [[Nuragus di Cagliari]], il [[Moscato di Sardegna|Moscato]], la [[Vernaccia di Oristano]]<ref name="vini">{{Cita web |url=http://www.sardegnadigitallibrary.it/documenti/17_43_20100215114610.pdf |titolo=Vini di Sardegna |autore2=Renzo Peretto |cognome=Casu |nome=Antonella |editore=Agenzia LAORE Sardegna |accesso=4 marzo 2011 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120120103045/http://www.sardegnadigitallibrary.it/documenti/17_43_20100215114610.pdf |urlmorto=no}}</ref>.
 
A fine Novecento diversi vitigni minori sono stati riscoperti e sono oggetto di un'importante valorizzazione da parte di diversi produttori sardi. È il caso di vitigni come il Cagnulari (che era in via di estinzione), il Caddiu (valle del Tirso), il Semidano<ref name="vini" /> e altri. Molti vini sono [[Denominazione di origine controllata|DOC]], e variano di gusto e di gradazione a seconda delle zone in cui vengono prodotti. Si produce l'[[acquavite]] che è nota con il nome di ''[[filu 'e ferru]]'' o ''abbardente''. Tra i liquori, il liquore di mirto (sia bianco che rosso) e il Villacidro sono tra i più diffusi.
Riga 381 ⟶ 387:
=== Immigrazione ===
{{Vedi anche|Flussi migratori in Sardegna}}
La presenza dell'[[Homo sapiens|uomo moderno]] sull'isola risale al [[Paleolitico superiore]] ([[grotta Corbeddu]])<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Spoor, F.|anno=1999|titolo=The human fossils from Corbeddu Cave, Sardinia: a reappraisal|rivista=Deinsea|volume=7|numero=1|pp=297–302|url=https://natuurtijdschriften.nl/pub/538638}}</ref> e al [[Mesolitico]] (es. [[Amsicora (archeologia)|Amsicora]])<ref name=Lugliè />, ma è solo a partire dal [[Neolitico]] antico che si ha una capillare occupazione del territorio grazie all'arrivo di nuove popolazioni dall'[[Europa continentale]]<ref name=Lugliè>{{Cita web|url=https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S1040618217305426|titolo=Your path led trough the sea … The emergence of Neolithic in Sardinia and Corsica|autore=Carlo Lugliè|lingua=ingleseen|accesso=22 giugno 2024}}</ref> che introdussero la cosiddetta ''[[rivoluzione neolitica]]'', originatasi nel [[Vicino Oriente]]. Durante l'[[Età dei metalli]] altre genti, provenienti da varie regioni europee, si spinsero sull'isola, sovrapponendosi o mischiandosi con chi le precedeva<ref>{{Cita |Giovanni Lilliu |p. 406 |Lilliu}}.</ref>.
 
Dal VIII secolo a.C. circa, i [[Fenici]] si insediarono in alcune località costiere. Successivamente sia i Cartaginesi che i Romani fondarono nuovi insediamenti e deportarono nell'isola un vasto numero di schiavi, utilizzati per lavorare nelle miniere e nelle pianure come agricoltori, per la produzione intensiva di [[Cereale|cereali]]<ref>{{Cita |P. Meloni |p. 77|P. Meloni}}.</ref>.
 
Nel [[Medioevo]] fu importante anche l'afflusso di genti [[Repubblica di Pisa|toscane]], [[Repubblica di Genova|liguri]]<ref name=Cioppi /> e [[Corsi (popolo moderno)|còrse]] e successivamente [[Spagna|iberiche]], durante la dominazione aragonese e spagnola<ref name=Cioppi>{{Cita web|url=https://repositori.udl.cat/bitstreams/2558c856-cd00-404b-bbcf-a7705dff45ee/download|titolo=Una terra di migranti nel Mediterraneo: i flussi migratori iberici in Sardegna tra il XII e il XV secolo|autore=Alessandra Cioppi|anno=2018|accesso=22 giugno 2024}}</ref>, mentre in epoca moderna, nel XVIII secolo, ci fu l'insediamento dei [[tabarchini]] nell'[[isola di San Pietro]] ([[Carloforte]]) e nell'estremità settentrionale dell'[[isola di Sant'Antioco]] ([[Calasetta]]). Nella prima metà del XX secolo arrivarono alcune [[Veneto|popolazioni venete]], chiamate da [[Benito Mussolini|Mussolini]] a insediarsi nelle bonifiche dell'oristanese e che nel 1928 fondarono ''Mussolinia'', in seguito rinominata [[Arborea (comune)|Arborea]]. Numerosi lavoratori giunsero da varie [[regioni d'Italia]] per popolare il grosso [[Miniera|centro minerario]] di [[Carbonia]], nel Sulcis (1938). Nel 1946 arrivarono gli esuli [[Esodo istriano|istriano]]-[[Venezia Giulia|giuliano]]-[[Dalmati italiani|dalmati]] scampati all'[[Massacri delle foibe|epurazione etnica]] perpetrata in [[Dalmazia]] e nell'[[Istria]], che si stabilirono a [[Fertilia]], nella [[Nurra]] di [[Alghero]]<ref>{{Cita web |url=http://www.sardegnadigitallibrary.it/index.php?xsl=626&s=17&v=9&c=4460&id=221945 |titolo=Giuliani in Sardegna |autore2=Cinegiornale Rai |cognome=Moretti |nome=Enrico |editore=Archivio Istituto Luce |accesso=4 marzo 2011 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110917124905/http://www.sardegnadigitallibrary.it/index.php?xsl=626&s=17&v=9&c=4460&id=221945 |urlmorto=no |tipo=Video}}</ref>. Tra la fine del XX secolo e l'inizio del XXI si è registrato un discreto flusso immigratorio di cittadini provenienti da altri paesi europei ed extra-europei. La popolazione straniera al 1°º gennaio 2024 ammontava a {{formatnum:52041}} persone, il 3,3% della popolazione residente<ref>[https://www.tuttitalia.it/sardegna/statistiche/cittadini-stranieri-2024/ Cittadini Stranieri 2024 - Sardegna]</ref>.
 
=== Emigrazione ===
Riga 452 ⟶ 458:
L'artigianato della [[cesteria|cestineria]] in [[asfodelo]] è molto diffuso nell'[[Oristano|oristanese]]. A [[Castelsardo]] sono presenti attività artigianali di produzione di cesti e [[Nassa (pesca)|nasse]] mediante intreccio della [[palma nana]], del [[Juncus|giunco]] e della [[rafia]]. Le [[ceramica|ceramiche]] hanno una forma semplice e lineare. Altra antica tradizione è quella legata alla coltelleria, con la produzione della [[Resolza|''arresoja'', ''resolza'' o ''resorza'']]<ref>{{Cita web |url=http://www.sardegnadigitallibrary.it/index.php?xsl=626&s=17&v=9&c=4460&id=159726 |titolo=Il coltellaio |cognome=Dessì |nome=Francesca |editore=Regione Sardegna |accesso=2 marzo 2011 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110917093636/http://www.sardegnadigitallibrary.it/index.php?xsl=626&s=17&v=9&c=4460&id=159726 |urlmorto=sì |tipo=Video}}</ref> nella cui lavorazione si distinguono gli artigiani di [[Pattada]] e [[Arbus (Italia)|Arbus]].
 
L'[[oreficeria]] ha radici antiche<ref>{{Cita web|url=https://www.unionesarda.it/bella-sardegna/leggende-e-tradizioni/tutto-sui-gioielli-sardi-il-significato-tra-leggende-e-tradizione-d76ie3v6|titolo=Tutto sui gioielli sardi, il significato tra leggende e tradizione|sito=L'Unione Sarda.it|data=30 gennaio 2023|accesso=10 maggio 2024}}</ref>: alcuni oggetti risalgono all'epoca fenicia e punica<ref>{{Cita web|url=https://museinazionalicagliari.cultura.gov.it/attivita/racconti-dal-museo-archeologico-di-cagliari-puntata-27/|titolo=Museo Archeologico di Cagliari puntata 27|sito=Museo Archeologico Nazionale di Cagliari|accesso=10 maggio 2024}}</ref>. I gioielli tradizionali sono tipicamente in [[Filigrana (oreficeria)|filigrana]]<ref>{{Cita web |url=http://www.sardegnacultura.it/documenti/7_49_20060414131456.pdf |titolo=Gioielli - Storia, linguaggio, religiosità dell'ornamento in Sardegna |cognome=Piquereddu |nome=Paolo |editore=Ilisso Edizioni Nuoro |accesso=30 giugno 2024 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111121063106/http://www.sardegnacultura.it/documenti/7_49_20060414131456.pdf |urlmorto=sì}}</ref>. Tra essi si ricordano: la ''corbula'', ossia il bottone sardo<ref>{{Cita libro|nome=Fabrizio|cognome=Casu|titolo=Il gioiello|url=https://books.google.com/books?id=HBnZDwAAQBAJ&newbks=0&printsec=frontcover&pg=PT147&dq=bottone+sardo&hl=it|accesso=11 maggio 2024|data=9 giugno 2018|editore=Europa Edizioni|ISBN=978-88-9384-579-3}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.regione.sardegna.it/isola/gioielli/gioielli.htm|titolo=Oreficeria|sito=web.archive.org|data=6 aprile 2004|accesso=10 maggio 2024|dataarchivio=6 aprile 2004|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20040406101222/https://www.regione.sardegna.it/isola/gioielli/gioielli.htm|urlmorto=sì}}</ref>, spille<ref>{{Cita libro|nome=Piergiorgio|cognome=Gometz|titolo=Gioielli di Sardegna: tradizione, arte, magia|url=https://books.google.com/books?id=sKAmxRP94LYC&newbks=0&printsec=frontcover&dq=oreficeria+sarda&q=oreficeria+sarda&hl=it|accesso=10 maggio 2024|data=1995|editore=Edizioni Della Torre|ISBN=978-88-7343-286-9}}</ref>, il pendente ''lasu''<ref>{{Cita libro|nome=Stefano|cognome=Milioni|titolo=Artigianato in Italia|url=https://books.google.com/books?id=_-2fOfLgRy8C&newbks=0&printsec=frontcover&pg=PA203&dq=oreficeria+sarda&hl=it|accesso=10 maggio 2024|data=2003|editore=Touring Editore|ISBN=978-88-365-2806-6}}</ref>, l'anello ''maninfide''<ref>{{Cita libro|nome=Gianmichele|cognome=Lisai|titolo=101 cose da fare in Sardegna almeno una volta nella vita|url=https://books.google.com/books?id=RmWSAwAAQBAJ&newbks=0&printsec=frontcover&pg=PT221&dq=maninfide+anello&hl=it|accesso=10 maggio 2024|data=15 maggio 2014|editore=Newton Compton Editori|ISBN=978-88-541-6674-5}}</ref> e la [[fede sarda]].
 
=== Tecnologia ===
Riga 567 ⟶ 573:
{{vedi anche|Cagliari Calcio|Torres (calcio)}}
[[File:Unione Sportiva Cagliari 1969-70.jpg|thumb|Il Cagliari campione d'Italia nella stagione 1969-70]]
Nel [[Cagliari|capoluogo dell'isola]] ha sede il [[Cagliari Calcio]], società fondata nel 1920<ref>{{Cita web |http://www.cagliaricalcio.net/club/storia/storia.html|Le origini della società.|19 settembre 2014 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140929052940/http://www.cagliaricalcio.net/club/storia/storia.html |urlmorto=sì}}</ref> e che nella [[Serie A 2024-2025|stagione 2024-2025]] milita nella [[Serie A]] del campionato italiano. Gli incontri casalinghi vengono disputati alla [[Unipol Domus]] di Cagliari. La squadra vinse il suo unico [[scudetto (sport)|scudetto]] nella [[Serie A 1969-1970|stagione 1969-1970]]<ref>{{Cita web|http://www.cagliaricalcio.net/club/storia/campioni.html|Campioni d'Italia|19 settembre 2014 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140903013330/http://www.cagliaricalcio.net/club/storia/campioni.html |urlmorto=sì}}</ref>, un titolo storico per la città di Cagliari<ref>{{Cita web|url=http://www.sardegnadigitallibrary.it/index.php?xsl=626&s=17&v=9&c=4460&id=86090|titolo=Visti da fuori - Cagliari scudetto|autore2=Jacopo Onnis|cognome=Mossa|nome=Maria Piera|editore=Rai Sardegna|accesso=4 marzo 2011|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120118165023/http://www.sardegnadigitallibrary.it/index.php?xsl=626&s=17&v=9&c=4460&id=86090|urlmorto=no|tipo=Video}}</ref>. La ''[[Torres'' (calcio)|Torres]] è una [[squadra di calcio|società]] [[calcio (sport)|calcistica]] [[italia]]na con sede nella città di Sassari. Milita nella [[Serie C]] del [[Campionato italiano di calcio|campionato italiano]].
 
Nel 2019 è stata rifondata la Nazionale di calcio della Sardegna, che già nel 1990 e nel 1997 aveva avuto due estemporanee uscite. La [[Federatzione Isport Natzionale Sardu]], la federazione calcistica dell'Isola, è affiliata alla [[CONIFA]] e la ''Natzionale'' partecipa agli appuntamenti [[Coppa europea di calcio CONIFA|europei]] e [[Coppa del mondo CONIFA|mondiali]] delle nazioni senza Stato da essa organizzata.