Ernest Hemingway: differenze tra le versioni
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Il 6 aprile 1917 gli [[Stati Uniti d'America]] entrarono in [[prima guerra mondiale|guerra]] e Hemingway, lasciato il lavoro, si presentò come volontario per andare a combattere in [[Europa]] con il [[American Expeditionary Forces|Corpo di spedizione statunitense]] del [[John Pershing|generale Pershing]], come già stavano facendo molti giovani aspiranti scrittori che provenivano dalle università, tra i quali [[Edward Estlin Cummings]], [[John Dos Passos]], [[William Faulkner]] e [[Francis Scott Fitzgerald]].
Escluso dai reparti combattenti a causa di un difetto alla vista, fu arruolato nei servizi di autoambulanza come autista dell'ARC (''[[Croce Rossa Americana|American Red Cross]]'',<ref>{{Cita web|lingua=EN|autore=[[John Henry O'Hara|John O'Hara]]|url=https://archive.nytimes.com/www.nytimes.com/books/99/07/04/specials/hemingway-river.html|titolo=The Author's Name Is Hemingway|sito=[[The New York Times]]|data=10 settembre 1950|accesso=28 agosto 2025|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20250525102452/https://archive.nytimes.com/www.nytimes.com/books/99/07/04/specials/hemingway-river.html|dataarchivio=25 maggio 2025|urlmorto=no}}</ref> la sezione [[Stati Uniti d'America|statunitense]] della [[Croce Rossa]]) destinati al fronte italiano nella città di [[Schio]] (ai piedi del monte [[Pasubio]]) e, dopo due settimane di addestramento e dieci giorni trascorsi a [[New York]], il 23 maggio 1918 si imbarcò sulla ''Chicago'' diretta a [[Bordeaux]], città nella quale sbarcò il 29 maggio.
Il 31 maggio giunse a [[Parigi]] ed ebbe modo, girando per la città con l'amico [[Ted Brumback]], di vedere il disastro provocato nei vari [[Quartieri di Parigi|quartieri della città]] dal cannone tedesco chiamato [[Parisgeschütz]] (spesso confuso per errore con la [[Grande Berta]]). Proseguì in treno per [[Milano]], dove rimase per alcuni giorni prestando opera di soccorso (nelle campagne circostanti, a [[Bollate]] era infatti saltata in aria una fabbrica di munizioni e molte erano state le vittime tra le operaie). In seguito fu inviato a [[Vicenza]] con Ted Brumback e Bill Horne, assegnato alla Sezione IV della [[Croce Rossa Internazionale]] statunitense, presso il [[lanificio Cazzola]] a [[Schio]],<ref>A Schio soggiornò nel giugno 1918 alla trattoria "Due Spade", dove ora si trova all'esterno una targa in suo ricordo.</ref>
Malgrado il 15 giugno si fosse scatenata sul [[Fronte italiano (1915-1918)|fronte italiano]] la [[battaglia del solstizio]], alla Sezione IV la situazione era tranquilla e, per alcune settimane, Hemingway alternò il lavoro di soccorso a bagni nel torrente e partite di pallone con gli amici. Iniziò anche a collaborare a un giornale intitolato ''Ciao'', con articoli scritti sotto forma di epistola, e conobbe, recandosi in un paese vicino alla Sezione, [[John Dos Passos]].
Il giovane desiderava assistere alla guerra da vicino e così fece domanda per essere trasferito. Fu mandato sulla riva del [[Basso Piave]], nelle vicinanze di [[Fossalta di Piave]] e [[Monastier di Treviso]], come assistente di [[trincea]]. Aveva il compito di distribuire generi di conforto ai soldati, recandosi quotidianamente alle prime linee in bicicletta. Durante la notte tra l'8 e il 9 luglio, nel pieno delle sue mansioni, fu colpito dalle schegge dell'esplosione di una [[bombarda (arma)|bombarda]] austriaca [[Minenwerfer]], mentre stava recandosi al posto di medicazione con un ferito in spalla. Le schegge gli ferirono la gamba destra, penetrandogli il piede e una rotula. Si salvò anche perché i frammenti della bombarda, che lo ferirono comunque gravemente, gli erano arrivati dopo avere colpito in pieno il soldato italiano che, facendogli involontariamente da scudo gli salvò la vita.<ref>Dopo più di cento anni dall'accaduto, il nome di quel soldato fu poi individuato, dal biografo statunitense [[James McGrath Morris]] e dallo storico italiano [[Marino Perissinotto]], nel fante Fedele Temperini. Secondo le ricerche condotte dai due storici, il Passini citato nel libro ''Addio alle armi'' sarebbe Fedele Pietro Angelo Temperini, figlio di Pellegrino Temperini e Zelinda Marconi, nato l’8 febbraio 1892 nel Podere "il Giardino" di [[Poggio alle Mura]], comune di [[Montalcino]], soldato del 69º reggimento della Brigata Ancona, morto a [[Fossalta di Piave|Fossalta]] l'8 luglio 1918. Cfr. in Pino Blasio, [https://www.lanazione.it/siena/cronaca/fedele-hemingway-1.4404473 ''Montalcino, l’eroe Fedele che salvò Hemingway. In guerra fece da scudo allo scrittore. Nato in un podere a Poggio alle Mura, ucciso dai mortai austriaci''] su [[La Nazione]] del 22 gennaio 2019.</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.ricercheememoriestoriche.it/single-post/2019/01/20/MeA-2-Ritrovato-il-nome-del-soldato-italiano-che-salv%C3%B2-la-vita-ad-Hemingway|titolo=#MeA 2: Ritrovato il nome del soldato italiano che salvò la vita ad Hemingway {{!}} Home {{!}} Associazione Culturale “Ricerche e Memorie Storiche" Selargius|sito=Home {{!}} Associazione Culturale “Ricerche e Memorie Storiche" Selargius|lingua=en|accesso=23 gennaio 2019|dataarchivio=23 gennaio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190123223429/https://www.ricercheememoriestoriche.it/single-post/2019/01/20/MeA-2-Ritrovato-il-nome-del-soldato-italiano-che-salv%C3%B2-la-vita-ad-Hemingway|urlmorto=sì}}</ref>
Dopo le prime cure, ricevute presso l'[[ospedale da campo]] gestito da volontari della [[San Marino|Repubblica di San Marino]], il 15 luglio fu finalmente trasportato su un [[treno ospedale]] e il 17 luglio fu consegnato all'Ospedale della [[Croce Rossa Americana]] a Milano, dove fu operato. Lì rimase tre mesi, durante i quali si innamorò di un'infermiera statunitense di origine tedesca, [[Agnes von Kurowsky]], che però era legata sentimentalmente al tenente napoletano Domenico Caracciolo. Agnes von Kurowsky considerava il rapporto con Ernest Hemingway una fugace relazione giovanile e [[Amore platonico|platonica]].<ref>''In amore e in guerra. Il diario perduto di Agnes von Kurowsky, le sue lettere e le lettere di Ernest Hemingway''. Henry Serrano Villard, James Nagel. Mursia. 1992. ISBN 88-425-1291-5</ref> La vicenda ispirò qualche anno dopo (1929) ''A Farewell to Arms ([[Addio alle armi]])''.
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