Agli inizi del 1962 il [[Governo Fanfani IV]] ricevette la fiducia dal parlamento italiano e assunse l'impegno di proporre entro 3 mesi dalla fiducia un provvedimento di unificazione del sistema elettrico nazionale.<ref name="libro_9788846489746">{{cita libro|titolo= Intervento pubblico e crescita economica: un equilibrio da ricostruire|p=156|autore=Giancarlo Morcaldo|editore= FrancoAngeli|anno=2007|isbn= 978-88-464-8974-6}}</ref><ref>{{cita libro|titolo= Italia contemporanea|volume= 176-177|anno=1989|editore= Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione|autore=Fabio Silari}}</ref><ref name="isbn_9788800860031">{{cita libro|titolo= Miti e realtà: genesi, obiettivi e consuntivi della nazionalizzazione dell'industria elettrica, 1962-1977 : l'interpretazione economica dei bilanci in rosso|autore=Publio Fedi|autore2=Fabrizio Liberati|editore= Mondadori Education|anno=1981|isbn= 978-88-00-86003-1}}</ref><ref>{{cita web|url= http://www.storiadc.it/doc/1962_c04fanfani_fanfani.html |titolo= IV Governo Fanfani: Intervento di Amintore Fanfani alla Camera dei deputati (Roma, 2 marzo 1962)|data=2 marzo 1962|accesso=31 gennaio 2015|sito=La Democrazia Cristiana in Italia}}</ref> Nella seduta della [[Camera dei deputati (Italia)|Camera dei deputati]] del 26 giugno 1962 venne presentato il [[disegno di legge]] di una [[legge delega]] che sanciva i princìpi e le modalità per l'istituzione dell{{'}}Ente nazionale per l'energia di lavoro (ENEL).<ref name="web_intervento_pubblico_nel_settore_dell_energia_elettrica" /><ref>{{cita web|url= http://www.camera.it/_dati/leg03/lavori/stampati/pdf/39060001.pdf |titolo=Disegno di legge|sito=Camera dei deputati|data=26 giugno 1962|accesso=31 gennaio 2015}}</ref><ref>{{cita libro|titolo= Rivista delle società|volume=7|autore=Tullio Ascarelli|editore= Giuffrè editore|anno= 1962}}</ref><ref>{{cita web|url= http://www.progettointeramna.it/energia.htm |titolo= Nazionalizzazione - Liberalizzazione del Settore Elettrico: ripercussioni sul territorio ternano|accesso=31 gennaio 2015|data=luglio 2008|sito=Progetto Interamna}}</ref>
L'ENEL nascenacque ufficialmente con la legge 6 dicembre 1962, n. 1643<ref>{{Cita legge italiana|originale=si |tipo =legge |anno =1962 |mese =12 |giorno =6 |numero =1643}}</ref>(pubblicata nella Gazzetta Ufficiale il 12 dicembre 1962).
Enel acquisì tutte le attività delle aziende operanti nella [[Produzione di energia elettrica|produzione]], [[Elettrotecnica#Produzione.2C trasmissione e distribuzione di energia elettrica|trasformazione]], [[Trasmissione di energia elettrica|trasmissione]] e [[distribuzione di energia elettrica]], fatto salvo alcune eccezioni, quali gli autoproduttori ovvero aziende che producevano più del 70% di energia elettrica in funzione di altri processi produttivi (a cui successivamente furono equiparate anche le [[azienda municipalizzata|aziende municipalizzate]]<ref name="libro_9788846489746"/>), o le piccole aziende che non producevano più di 10 milioni di chilowattora per anno.<ref name="le_politiche_energetiche">{{cita libro|titolo= Le politiche energetiche comunitarie. Un'analisi degli incentivi allo sviluppo delle fonti rinnovabili|autore= Barbara Pozzo|editore= Giuffrè Editore|anno=2009|isbn= 978-88-14-14462-2}}</ref><ref name="ReferenceA">{{cita pubblicazione|titolo=Energia nucleare|editore=ENEA|anno=1990}}</ref><ref name="libro_9788813274382">{{cita libro|titolo= Manuale breve di diritto dell'Energia|autore=Eugenio Grippo|autore2=Filippo Manca|editore= Wolters Kluwer Italia|anno=2008|isbn= 978-88-13-27438-2|pp=33,64}}</ref><ref>{{cita libro|titolo= Codice dell'ambiente|autore= Stefano Nespor|autore2=Ada Lucia De Cesaris|editore= Giuffrè Editore|anno=2009|isbn= 978-88-14-13797-6|pp=1166-1174}}</ref><ref>{{cita libro|titolo= Energia e territori di montagna. La produzione idroelettrica e il ruolo dei Consorzi dei BIM. Problemi e prospettive| editore = FrancoAngeli|anno=2014|isbn= 978-88-917-0916-5|p=47|autore= Geremia Gios|autore2=Ilaria Goio|autore3= Pietro Nervi}}</ref><ref>{{cita libro|titolo= Acea di Roma 1909-2000: da azienda municipale a gruppo multiservizi|autore=Stefano Battilossi|editore= FrancoAngeli|anno=2001|isbn=978-88-464-2952-0|p=260}}</ref>
=== 1963–1970: ammodernamento e sviluppo della rete ===
I primi obiettivi di Enel sono statifurono l'ammodernamento e lo sviluppo della rete elettrica con la costruzione delle dorsali ad [[alta tensione]], i collegamenti internazionali, i collegamenti con le isole, l'elettrificazione delle zone rurali e la realizzazione del centro nazionale di dispacciamento, finanziati anche tramite l'emissione, nel 1965, di [[obbligazione (finanza)|obbligazioni]] garantite dallo stato per un valore di oltre 200 miliardi di lire.<ref>{{cita web|url= http://legislature.camera.it/_dati/leg04/lavori/stampati/pdf/013_001184_F001.pdf |sito=Camera dei deputati|data=9 settembre 1966|accesso=2 febbraio 2015|titolo=Relazione della Corte dei Conti}}</ref><ref name="sito_economia_tesi_online">{{cita web|url= http://economia.tesionline.it/economia/article.jsp?id=1023 |titolo= Enel|sito=Tesi Online Economia|accesso= 1º febbraio 2015|autore= Ilenia Giuga}}</ref>
In questi anni si èvenne anche finalizzata l'incorporazione di tutte quellele piccole imprese di generazione e distribuzione dell'di energia elettrica che erano ancora sparse sul territorio nazionale e non erano rientrate nel novero di quelle prioritarie. Le acquisizioni avvenivano solitamente mediante decreti del Presidente della Repubblica.<ref>{{cita testo|url=https://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=1965-04-21&atto.codiceRedazionale=065U0320&elenco30giorni=false|titolo=Gazzetta Ufficiale, D.P.R. 18 Gennaio 1965, n. 320}}</ref>
Nel 1967 la sorveglianza di Enel è passatapassò dal Comitato dei Ministri al [[comitato interministeriale per la programmazione economica]] (CIPE) sempre di concerto con il [[Ministero dell'industria, del commercio e dell'artigianato]].<ref name="libro_9788813274382" /><ref>{{cita web|url= http://legislature.camera.it/_dati/leg05/lavori/stampati/pdf/015_037001_F004.pdf |titolo= Relazione del consiglio di amministrazione|formato=pdf|autore=Collegio dei revisori|data=3 maggio 1968}}</ref><ref>{{cita libro|titolo= Dal monopolio alla concorrenza. La liberalizzazione incompiuta di alcuni settori|autore= Maria Martellini|pp=61-62|editore=FrancoAngeli|anno= 2007|isbn= 978-88-464-9443-6}}</ref> In questo periodo inoltre la [[produzione di energia elettrica in Italia|produzione di energia]] termoelettrica ha superatosuperò per la prima volta quella idroelettrica.<ref>{{cita libro|titolo= ABC dell'elettrotecnica e della illuminazione|autore=Luigi Morati|editore=Hoepli|anno=1999|isbn= 978-88-203-2581-7}}</ref><ref name="isbn_9788832362145">{{cita libro|titolo= Storia della tecnica elettrica|editore=Cisalpino|anno=2009|isbn= 978-88-323-6214-5|autore=Virginio Cantoni|autore2=Silvestri Andrea|p=201}}</ref>
==== Centro nazionale di dispacciamento ====
{{vedi anche|Dispacciamento}}
Nel 1963 è statovenne creato il Centro nazionale di [[dispacciamento]] di Roma al fine di gestire i flussi di energia sulla rete coordinando gli impianti di [[Produzione di energia elettrica|produzione]], la rete di [[Trasmissione di energia elettrica|trasmissione]], la [[Distribuzione di energia elettrica|distribuzione]] oltre che l'interconnessione del sistema elettrico italiano con l'estero, regolando istante per istante la produzione e la trasmissione di energia sulla base dell'effettiva richiesta.<ref name="sito_radio_radicale" /><ref name="isbn_9781137033918"/><ref name="sito_economia_tesi_online" /><ref>{{cita web|url= http://www.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2012-08-01/quando-energia-idroelettrica-fini-210855.shtml?uuid=Ab9w0xHG |titolo= Quando nel '62 si unì l'Italia energetica |sito= Il Sole 24 ore|accesso=1º febbraio 2015|data=2 agosto 2012|autore=Paolo Andrea Colombo}}</ref><ref>{{cita web|url= http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/11/12/cos-il-dispacciamento.html |sito= La Repubblica|titolo= Cos'è il dispacciamento|data=12 novembre 1994|accesso=1º febbraio 2015}}</ref><ref>{{cita web|url= http://www.terna.it/default/Home/SISTEMA_ELETTRICO/dispacciamento.aspx |titolo= Dispacciamento|sito=Terna|accesso=1º febbraio 2015|urlmorto=sì|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20200318143628/https://www.terna.it/default/Home/SISTEMA_ELETTRICO/dispacciamento.aspx}}</ref><ref>{{cita libro|titolo= Les transports d'énergie: techniques nouvelles et conséquences économiques. Travaux du Colloque européen d'économie de l'énergie. Grenoble, 6-8 mai 1965|lingua=fr|editore= Mouton & Company|anno=1969|p=95}}</ref>
==== Elettrificazione rurale ====
Nell'ambito dell'elettrificazione rurale, i nuclei abitati non collegati alla rete elettrica sono passatipassarono dall'1,27% del 1960 allo 0,46% del 1964, con oltre {{formatnum:320000}} nuovi abitanti collegati. Nel quinquennio 1966-1970 sono stativennero avviati ulteriori investimenti per l'elettrificazione rurale, a carico per l'80% dello Stato e per il 20% di Enel, complementati da tariffe agevolate come stimolo allo sviluppo agricolo.<ref>{{cita libro|titolo= Design per l'energia: strumenti e linguaggi per una produzione diffusa|autore=Luca Mazzari|editore= Alinea Editrice|anno=2011|isbn= 978-88-6055-637-0|p=72}}</ref><ref>{{cita web|url= http://www.cnel.it/53?shadow_documenti=17510 |sito=CNEL|titolo=Diffusione della elettrificazione rurale|data=26 gennaio 1967|accesso=1º febbraio 2015|urlmorto=sì|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20150202205013/http://www.cnel.it/53?shadow_documenti=17510 }}</ref><ref>{{cita libro|titolo=L'energia ed i poteri. Il mercato libero dell'energia elettrica tra realtà ed apparenze|autore=Alfonso Percuoco|editore= FrancoAngeli|anno=2004|isbn= 978-88-464-5500-0|p=58}}</ref><ref>{{cita web|url= https://www.researchgate.net/publication/252931569_Cassa_per_il_Mezzogiorno._Il_caso_dell'Abruzzo/file/5046351f5754b42630.pdf|titolo=Cassa per il Mezzogiorno - Il caso dell'Abruzzo|accesso=1º febbraio 2015|p=44|autore=Emanuele Felice}}</ref><ref>{{cita libro|titolo= Indagine sulla situazione della elettrificazione rurale in Italia|anno=1966|editore=Enel}}</ref>
==== Rete ad alta tensione e collegamenti con le isole ====
Nel 1968 sono iniziatiiniziarono i lavori (terminati nella prima metà degli anni '70) di realizzazione della linea a {{m|380|ul=kV}} di collegamento tra Firenze e Roma che unì il sistema elettrico ad [[alta tensione]] del Nord con quello del Centro Sud.<ref>{{cita libro|titolo= Enciclopedia di Roma: dalla origini all'anno Duemila|autore=Caterina Napoleone|editore=Franco Maria Ricci|anno= Franco Maria Ricci|isbn= 978-88-216-0946-6|p=387}}</ref><ref>{{cita libro|titolo= Vita italiana|volume=25|editore= Presidenza del Consiglio dei ministri|p=430}}</ref> Sono stati realizzati inoltre i collegamenti internazionali ad alta tensione con la [[Francia]] (linea 380 kV Venaus-Villarodin, 1969) e con la [[Svizzera]].<ref name="isbn_9788800860031" /><ref>{{cita web|url=http://www.terna.it/LinkClick.aspx?fileticket=hnWA2E5xq7Y%3D&tabid=6503|sito=Terna|titolo=Tutti i numeri dell'interconnessione Italia-Francia|accesso=2 febbraio 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150202205929/http://www.terna.it/LinkClick.aspx?fileticket=hnWA2E5xq7Y%3D&tabid=6503|urlmorto=sì}}</ref>
Negli stessi anni sono stativennero attivati i collegamenti elettrici con l'utilizzo di cavi sottomarini tra la penisola e l'[[Isola d'Elba]] (1966),<ref name="libro_l_universo">{{cita libro|titolo=L'Universo|volume=50|editore= Istituto geografico militare|curatore=Silvio Govi}}{{cita web|url=http://www.enel.tv/#/entities/due-cavi-per-lelba/|titolo=Due cavi per l'Elba|sito=Enel.tv|accesso=2 febbraio 2015|data=1967}}</ref> l'[[Isola d'Ischia]] (1967)<ref name="libro_l_universo" /><ref>{{cita web|url=http://www.enel.tv/entities/ischia-70-metri-sotto/|titolo=Ischia 70 metri sotto|accesso=2 febbraio 2015}}</ref> e la [[Collegamento a corrente continua Italia-Corsica-Sardegna|Sardegna, attraverso la Corsica]] (1967).<ref name="isbn_9788832362145" />
==== Il disastro del Vajont ====
{{vedi anche| Disastro del Vajont}}
L'Enel è statafu coinvolta nel [[disastro del Vajont]], accaduto il 9 ottobre [[1963]] al [[bacino idroelettrico|bacino]] del [[Diga del Vajont|Vajont]], [[invaso]] artificiale da poco costruito e che si intendeva sfruttare per produrre una grande quantità di [[energia idroelettrica]], sulle cui acque è cadutacadde una frana di 260 milioni di metri cubi. L'impianto era stato realizzato dalla [[Società Adriatica di Elettricità|Sade]] e il 14 marzo 1963 era stato appena conferito nell'ambito del processo di nazionalizzazione alla neonata Enel. L'impatto della frana nel lago ha provocatoprovocò delle ondate, dentro e fuori la [[valle del Vajont]], che hanno lambitolambirono i paesi di [[Erto e Casso]] e che hanno scavalcatoscavalcarono la diga, distruggendo i paesi a valle di [[Longarone]], Pirago, Rivalta, Villanova e Faè. Questo disastro ha causatocausò circa duemila vittime. Enel è statavenne imputata al processo come società responsabile del disastro, aggravata dalla prevedibilità dell'evento. Nel 1964, anche la [[Montedison]] è statavenne coinvolta nel processo, avendo acquisito la società [[Società Adriatica di Elettricità|SADE]], costruttorecostruttrice dell'impianto.<ref>{{cita web|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1999/06/24/vajont-il-risarcimento-montedison.html|titolo=Vajont, il risarcimento Montedison|data=24 giugno 1999|accesso=29 novembre 2014|editore=La Repubblica }}</ref> Le due società sono statefurono condannate a risarcire i danni alle comunità coinvolte nella catastrofe.
=== 1970–1980: crisi energetica e ricerca di nuove fonti ===
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