Vincenzo Scamozzi: differenze tra le versioni
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Nella sua riflessione teorica, l'[[architettura]] è concepita come disciplina di carattere "[[scienza|scientifico]]", dotata di regole proprie da indagare e applicare con metodo.<ref
Secondo [[Rudolf Wittkower]], il "calcolato [[intellettualismo]]" delle sue opere rende Scamozzi un precursore del [[neoclassicismo]] settecentesco.<ref name="cita|Wittkower 1993|p. 88">{{cita|Wittkower 1993|p. 88}}</ref>
== Biografia ==
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[[File:Vila-Molin-2.jpg|thumb|[[Villa Molin]] alla Mandria, Padova]]
Nato nel 1548 a Vicenza, ricevette una prima educazione dal padre Giandomenico, [[imprenditore]] [[edilizia|edile]] e [[carpentiere]], il cui interesse per l'opera di [[Sebastiano Serlio]] ebbe un ruolo nella formazione del giovane Vincenzo.<ref name="DBI">{{cita|Guidarelli 2018|pp. 285–286}}</ref> La sua istruzione fu in larga parte da autodidatta: fu allievo di maestri privati e soprattutto coltivò lo studio diretto dei trattati di [[Vitruvio]] e di Serlio, che divennero la base della sua concezione dell'architettura come disciplina fondata su principi scientifici.<ref>{{cita|Barbieri Beltramini 2003|pp. 45–49}}</ref>
Grazie anche alle risorse familiari, possedeva una vasta [[biblioteca]], che andò accrescendosi nel corso della vita fino a diventare una delle raccolte librarie di architettura più importanti del suo tempo. In essa figuravano edizioni di Vitruvio, Serlio, [[Andrea Palladio]], oltre a testi di [[matematica]], [[ottica]] e [[scienze naturali]], a testimonianza del carattere [[Enciclopedia|enciclopedico]] della sua formazione teorica.<ref>{{cita|Puppi 2003|pp. 152–154}}</ref><ref>{{cita|Guidarelli 2018|pp. 288–289}}</ref>
Nel 1572 si stabilì a Venezia.<ref name="DBI" /> Nel 1578-1580 soggiornò per la prima volta a [[Roma]], dedicandosi allo studio e al rilievo dei monumenti antichi, come attestano i ''Discorsi sopra le antichità di Roma'' (1582).<ref name="DBI" /> L'esperienza romana consolidò la sua vocazione [[Antiquariato|antiquaria]] e [[Filologia|filologica]], oltre a fornirgli un repertorio di soluzioni architettoniche che lo accompagnerà in tutta la carriera.
Tornato a Vicenza, in collaborazione col padre realizzò palazzi e ville nella città e nel territorio, intervenendo anche nel completamento di vari cantieri di Palladio lasciati aperti alla morte di quest'utimo nel 1580, tra cui [[Villa Almerico Capra|Villa Almerico Capra detta "la Rotonda"]] e il [[Teatro Olimpico]].<ref name="DBI" />
A soli ventisei anni progettò la ''[[Villa Pisani (Lonigo)|Rocca Pisana]]'' a [[Lonigo]], una delle prime ville a pianta centrale del Rinascimento veneto, considerata un'opera fondamentale per la sua affermazione autonoma.<ref name="DBI" />
Stabilitosi nuovamente a Venezia, Scamozzi nel 1582 ottenne a seguito di concorso l'incarico per le [[Procuratie Nuove]] e per il completamento della [[Biblioteca nazionale Marciana|Libreria di San Marco]], interventi che ridefinirono l'assetto di [[Piazza San Marco]].<ref name="DBI" /> Tra i suoi progetti più celebri a Venezia si annovera anche la [[Chiesa di San Nicola da Tolentino (Venezia)|chiesa dei Tolentini]], caratterizzata da una facciata classica a tempio.<ref name="DBI" /> ▼
[[File:Bust of Vincenzo Scamozzi. Panteon Veneto; Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti.jpg|thumb|left|Busto di Vincenzo Scamozzi, opera di Pietro Zandomeneghi precedente al 1847. Il busto fa parte del Panteon Veneto, conservato presso [[Palazzo Loredan (Campo Santo Stefano)|Palazzo Loredan]].]]▼
Stabilitosi nuovamente a Venezia, Scamozzi nel 1582 ottenne a seguito di concorso l'incarico per le [[Procuratie Nuove]] e per il completamento della [[Biblioteca nazionale Marciana|Libreria di San Marco]], realizzazioni che ridefinirono l'assetto di [[Piazza San Marco]].<ref name="DBI" /> Tra gli interventi più innovativi rientra l'ordinamento dello ''Statuario della Repubblica di Venezia'' nell'Antisala della
Nel 1599 interruppe l'attività tra Venezia e Vicenza per intraprendere viaggi che lo portarono a [[Praga]], in [[Svizzera]], in [[Germania]] e in [[Francia]]; del ritorno da [[Parigi]] rimane il ''Taccuino di viaggio da Parigi a Venezia'' (14 marzo - 11 maggio 1600), testimonianza del suo interesse per l'[[architettura gotica]].<ref name="DBI" /><ref>{{cita|Barbieri 1959|pp. 7–15}}</ref>▼
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Fu attivo in varie località della Repubblica di Venezia, da [[Castelfranco Veneto]] a [[Bergamo]], dove predispose il progetto del [[Palazzo Nuovo (Bergamo)|Palazzo Nuovo]], destinato a divenire la sede della biblioteca civica.<ref name="DBI" /> Tra i suoi ultimi capolavori spicca [[Villa Molin]] alla [[Mandria (Padova)|Mandria]] presso [[Padova]], esempio paradigmatico del classicismo veneto di fine Cinquecento.<ref name="EI">{{cita|Pallucchini 1936|p. 690}}</ref> ▼
▲Nel 1599 interruppe l'attività tra Venezia e Vicenza per intraprendere viaggi che lo portarono a [[Praga]], in [[Svizzera]], in [[Germania]] e in [[Francia]]; del ritorno da [[Parigi]] rimane il ''Taccuino di viaggio da Parigi a Venezia'' (14 marzo - 11 maggio 1600), testimonianza del suo interesse per l'[[architettura gotica]].<ref name="DBI" /><ref name="cita|Barbieri 1959|pp. 7–15">{{cita|Barbieri 1959|pp. 7–15}}</ref>
A livello internazionale, il progetto per la [[Cattedrale di Salisburgo]], elaborato tra il 1604 e il 1607, rappresenta una delle sue prove più ambiziose: anche se la costruzione fu poi affidata a [[Santino Solari]], i disegni di Scamozzi ebbero notevole influenza sul successivo sviluppo dell'architettura sacra austriaca.<ref>{{cita|Lippmann 2003|pp. 407–413}}</ref> ▼
▲Fu attivo in varie località della Repubblica di Venezia, da [[Castelfranco Veneto]] a [[Bergamo]], dove predispose il progetto del [[Palazzo Nuovo (Bergamo)|Palazzo Nuovo]], destinato a divenire la sede della biblioteca civica.<ref name="DBI" /> Tra i suoi ultimi capolavori spicca [[Villa Molin]] alla [[Mandria (Padova)|Mandria]] presso [[Padova]], esempio paradigmatico del classicismo veneto di fine Cinquecento.<ref name="EI">{{cita|Pallucchini 1936|p. 690}}</ref>
▲A livello internazionale, il progetto per la [[Cattedrale di Salisburgo]], elaborato tra il 1604 e il 1607, rappresenta una delle sue prove più ambiziose: anche se la costruzione fu poi affidata a [[Santino Solari]], i disegni di Scamozzi ebbero notevole influenza sul successivo sviluppo dell'architettura sacra austriaca.<ref name="cita|Lippmann 2003|pp. 407–413">{{cita|Lippmann 2003|pp. 407–413}}</ref>
Morì a Venezia nel 1616.<ref name="DBI" />
== Architettura ==
=== L'architettura come scienza ===
{{Vedi anche|L'idea dell'architettura universale}}
[[File:Teatro Sabbioneta Scamozzi.jpg|thumb|Disegno preparatorio di Scamozzi per il [[Teatro all'Antica|teatro di Sabbioneta]]. Firenze, [[Gabinetto dei disegni e delle stampe|Gabinetto dei disegni e delle stampe degli Uffizi]].]]
La riflessione teorica di Scamozzi presenta l'[[architettura]] come disciplina regolata e sistematica, come attesta il trattato ''[[L'idea dell'architettura universale]]'' (Venezia, 1615) e la relativa tradizione esegetica.<ref name="ReferenceA">{{cita|Guidarelli 2018|pp. 290–291}}</ref>
▲Tra gli interventi più innovativi rientra l'ordinamento dello ''Statuario della Repubblica di Venezia'' nell'Antisala della [[Biblioteca nazionale Marciana|Libreria]], complesso inaugurato nel 1596 e considerato «uno dei più antichi [[Museo|musei]] pubblici d'Europa».<ref name="Marciana">{{cita web|url=https://bibliotecanazionalemarciana.cultura.gov.it/la-biblioteca/il-patrimonio/patrimonio-storicoartistico/il-palazzo-della-libreria-sansoviniana/scalone-e|titolo=Lo Statuario della Serenissima|sito=Biblioteca nazionale Marciana|accesso=23 agosto 2025}}</ref>
Il trattato ''L'idea dell'architettura universale'' ebbe ampia fortuna europea e conobbe particolare diffusione nei [[Paesi Bassi]] nel [[XVII secolo]], dove edizioni e adattamenti ridussero il testo a manuale per costruttori.<ref name="ReferenceB">{{cita|Hopkins Witte 1996|pp. 274–302}}</ref> Le ricerche e i progetti di Scamozzi mostrano un'attenzione specifica ai problemi della luce e dell'illuminazione degli spazi, tema presente sia nella trattatistica sia nelle applicazioni museali e architettoniche coeve.<ref>{{cita|Davis 2002|pp. 45–48}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.palladiomuseum.org/attachment/202|titolo=Vincenzo Scamozzi, architetto della luce|sito=Palladio Museum|accesso=23 agosto 2025}}</ref>
Tra le testimonianze editoriali della diffusione del trattato, si registra la versione francese ''Oeuvres d'architecture de Vincent Scamozzi'' stampata a [[Leida]] nel 1713, con materiali tratti dall{{'}}''Idea'' (trad. d'Aviler e du Ry).<ref name="catalog.hathitrust.org">{{cita libro|url=https://catalog.hathitrust.org/Record/100236589|titolo=Oeuvres d'architecture de Vincent Scamozzi vicentin, architecte de la republique de Venise, contenuës dans son idée de l'architecture universelle|città=Leida|anno=1713|lingua=fr}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.metmuseum.org/art/collection/search/356731|titolo=Oeuvres d'Architecture de Vincent Scamozzi (1713)|sito=The Metropolitan Museum of Art|lingua=en|accesso=23 agosto 2025}}</ref>
=== Rapporto con Palladio ===
[[File:Interior of Teatro Olimpico (Vicenza)- Scaenae frons close-up - La porta regia.jpg|thumb|[[Vicenza]], [[Teatro Olimpico]]. Le scene lignee di Scamozzi visibili oltre la ''porta regia'' del proscenio disegnato da [[Andrea Palladio|Palladio]]]]
Vincenzo Scamozzi, di quarant'anni più giovane di [[Andrea Palladio]], pur ammirandolo molto non ne fu un semplice discepolo, ma una figura autonoma e talora concorrente, capace di misurarsi criticamente con i cantieri palladiani e con la committenza veneziana.<ref name="DBI" /><ref name="Mostra2003CS">{{cita web|url=https://www.palladiomuseum.org/attachment/197|titolo=«Architettura è scienza». Vincenzo Scamozzi (1548-1616) – Comunicato stampa|sito=Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio|accesso=23 agosto 2025}}</ref
Dopo il 1580 intervenne su diversi cantieri palladiani rimasti aperti (tra cui la Rotonda, i palazzi di Enea Thiene, [[Palazzo Thiene Bonin Longare]], e di Alessandro Porto, [[Palazzo Porto in piazza Castello]]) e soprattutto al Teatro Olimpico (1584), dove ridisegnò gli accessi, riconfigurò il ''[[proscenio|frons scenae]]'' e realizzò le scene prospettiche, appropriandosi del capolavoro palladiano e mutandone molti significati.<ref name="DBI" />
Già con la ''[[Villa Pisani (Lonigo)|Rocca Pisana]]'' (1575–1578), Scamozzi propose un modello alternativo alla celebre Rotonda: pur riprendendo lo schema a pianta centrale, ne accentuò il carattere compatto e severo, con una [[cupola]] più massiccia e priva di [[pronao]], configurando un edificio che la critica interpreta come una consapevole «correzione» del linguaggio palladiano.<ref name="DBI" /><ref>{{cita|Barbieri Beltramini 2003|pp. 145–148}}</ref> Analogamente, con [[Villa Molin]] (1597) Scamozzi rielaborò temi palladiani come il pronao e il rapporto tra volumi centrali e laterali, riducendoli a una pianta nitida e di assoluta coerenza geometrica, che la storiografia considera uno degli esempi più maturi di classicismo veneto di fine Cinquecento.<ref name="DBI" /><ref>{{cita|Barbieri Beltramini 2003|pp. 233–236}}</ref>
Scamozzi visse e lavorò a più riprese a Venezia, senza però riuscire a sostituirsi a Palladio, la cui fama era ormai arrivata in tutte le corti d'Europa. Gli studi a Roma gli consentirono comunque di accreditarsi presso l'élite veneziana che aveva sostenuto Palladio, in particolare presso [[Marcantonio Barbaro]]:<ref name="mostra" /> a Venezia ottenne per concorso il prestigioso incarico delle Procuratie Nuove (delibera del 10 aprile 1582) e fu coinvolto nel coevo completamento della [[Biblioteca nazionale Marciana|Libreria Marciana]].<ref name="DBI" />
Un delicato nodo storiografico riguarda la trasmissione dei disegni palladiani a [[Inigo Jones]].
== Critica ==
▲[[File:Bust of Vincenzo Scamozzi. Panteon Veneto; Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti.jpg|thumb|
Il giudizio sulla figura di Scamozzi conobbe oscillazioni significative nella storiografia architettonica. ▼
▲Il giudizio sulla figura di Scamozzi conobbe oscillazioni significative nella storiografia architettonica.
Già nel Settecento, [[Francesco Milizia (scrittore d'arte)|Francesco Milizia]] lo definì «dotto, ma di poca invenzione», sottolineando come il suo trattato fosse «più una compilazione di altri che opera originale», pur riconoscendone l'importanza come repertorio di precetti architettonici.<ref>{{cita|Milizia 1768|pp. 387–389}}</ref> ▼
▲Già nel Settecento, [[Francesco Milizia (scrittore d'arte)|Francesco Milizia]] lo definì «dotto, ma di poca invenzione», sottolineando come il suo trattato fosse «più una compilazione di altri che opera originale», pur riconoscendone l'importanza come repertorio di precetti architettonici.<ref>{{cita|Milizia 1768|pp. 387–389}}</ref>
Nell'Ottocento il giudizio rimase in prevalenza critico: [[Filippo Scolari (critico)|Filippo Scolari]] pubblicò un ampio commentario, riconoscendone l'importanza come sistematizzatore teorico ma sottolineando anche i limiti creativi rispetto a Palladio.<ref>{{cita|Scolari 1837|pp. 18–22}}</ref> ▼
▲Nell'Ottocento il giudizio rimase in prevalenza critico: [[Filippo Scolari (critico)|Filippo Scolari]] pubblicò un ampio commentario, riconoscendone l'importanza come sistematizzatore teorico ma sottolineando anche i limiti creativi rispetto a Palladio.<ref>{{cita|Scolari 1837|pp. 18–22}}</ref>
Nel Novecento, studiosi come [[Rudolf Wittkower|Wittkower]] hanno messo in evidenza il suo ruolo di «precursore del neoclassicismo settecentesco»,<ref>{{cita|Wittkower 1993|p. 88}}</ref> mentre la critica più recente tende a sottolineare l'originalità della sua posizione teorica e progettuale, autonoma rispetto a Palladio e centrale per la trasmissione del [[palladianesimo]] in Europa.<ref name="DBI" /><ref name="Mostra2003CS" /> In particolare [[Lionello Puppi]] ha messo in risalto la «solitudine» di Scamozzi, spesso marginalizzato dal confronto con Palladio, interpretandolo però come un «nostro contemporaneo» per la modernità della sua riflessione teorica e per l'attenzione ai temi della luce, della scena e del rapporto con la città.<ref>{{cita|Puppi 2003}}</ref>▼
▲Nel Novecento, studiosi come [[Rudolf Wittkower|Wittkower]] hanno messo in evidenza il suo ruolo di «precursore del neoclassicismo settecentesco»,<ref
== Eredità ==
[[File:Chiesa di San Lorenzo a Vicenza - Interno - Monumento di Vincenzo Scamozzi.jpg|thumb|Monumento a Vincenzo Scamozzi nella [[Chiesa di San Lorenzo (Vicenza)]]]]
Nel contesto veneto, Scamozzi ebbe un'influenza diretta nella relazione maestro-allievo con [[Baldassare Longhena]], che completò le [[Procuratie Nuove]] già avviate "dal suo maestro Scamozzi".<ref>{{cita web|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/baldassare-longhena_%28Dizionario-Biografico%29/|titolo=Longhena, Baldassare|accesso=8 settembre 2025}}</ref> La continuità degli insegnamenti è attestata anche nell'attività di [[Giuseppe Sardi (1624-1699)|Giuseppe Sardi]], che fece propri gli insegnamenti di Scamozzi e di Longhena e ne tradusse i principi in facciate come quelle della [[Chiesa di Santa Maria di Nazareth (Venezia)|chiesa degli Scalzi]] e di [[Chiesa di Santa Maria del Giglio (Venezia)|Santa Maria del Giglio]].<ref>{{cita web|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/giuseppe-sardi/|titolo=Sardi, Giuseppe|accesso=8 settembre 2025}}</ref>
Nel suo [[testamento]] (1616) Vincenzo Scamozzi dispose un [[lascito]] destinato a un giovane vicentino che volesse studiare architettura, con l'obbligo di aggiungere al proprio cognome quello dello stesso Scamozzi; tra i beneficiari è attestato, un secolo dopo, [[Ottavio Bertotti Scamozzi]],<ref>{{DBI|ottavio-bertotti-scamozzi|BERTOTTI-SCAMOZZI, Ottavio|autore=[[Franco Barbieri]]|volume=9|anno=1967}}</ref> che divenne uno dei principali studiosi e continuatori locali del [[palladianesimo]].
La fortuna del trattato ''[[L'idea dell'architettura universale]]'' fu ampia nell'Europa settentrionale: in area olandese conobbe traduzioni, estratti e riduzioni che, tra XVII e XVIII secolo
== Opere ==
=== Cronologia delle opere === [[File:Vicenza, Palazzo Thiene Bonin Longare.jpg|thumb|upright=0.8|[[Palazzo Thiene Bonin Longare]], Vicenza]]
[[File:Villa Pisani La Rocca (Lonigo) Prospetto Frontale.jpg|thumb|upright=0.8|[[Villa Pisani (Lonigo)|Villa Pisani a Lonigo (VI), detta ''La Rocca Pisana'']], capolavoro di Scamozzi.]]
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[[File:Padova Chiesa di San Gaetano Fassade.jpg|thumb|upright=0.8|[[Chiesa di San Gaetano (Padova)|Chiesa di San Gaetano]], Padova. Dettaglio della facciata.]]
* 1568-1575: [[Villa Ferramosca]], per Girolamo Ferramosca, Barbano di [[Grisignano di Zocco]] (Vicenza) (con Giandomenico Scamozzi).<ref name="DBI" /><ref>{{Cita web|sito=Catalogo generale dei Beni Culturali (ICCD)|titolo=Villa Ferramosca ora Beggiato|url=https://catalogo.beniculturali.it/detail/ArchitecturalOrLandscapeHeritage/0500184280|accesso=23 agosto 2025}}</ref
* 1569: Palazzo Godi, [[Vicenza]], per famiglia Godi (progetto, alterato nell'esecuzione postuma).<ref>{{cita|Barbieri 1965|pp. 27–43}}</ref>
* 1572-1593: [[Palazzo Thiene Bonin Longare]], Vicenza (completamento del progetto di [[Andrea Palladio]] per [[Francesco Thiene]] e poi per Bonin-Longare).<ref>{{Cita web|sito=Mediateca Palladio (CISA Andrea Palladio)|titolo=Palazzo Thiene-Bonin Longare, Vicenza (scheda opera)|url=https://mediateca.palladiomuseum.org/palladio/opera_bibliografia.php?id=27|accesso=23 agosto 2025}}</ref>
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* 1580-1584: [[Villa Nani Mocenigo]] a [[Canda]] (Rovigo), per i Nani Mocenigo.<ref>{{cita|Barbieri 1965|pp. 7–9}}</ref>
* 1580-1592: [[Villa Almerico Capra|Villa Almerico Capra detta ''La Rotonda'']], Vicenza (completamento del progetto palladiano per Paolo Almerico; Scamozzi ridisegnò la [[cupola]] e aggiunse annessi rurali).<ref name="DBI" />
* 1581-1586: [[Chiesa di San Gaetano (Padova)|chiesa di San Gaetano]], [[Padova]] (committenti: Teatini).<ref name="palladiomuseum.org">{{Cita web|sito=Palladio Museum (CISA)|titolo=Scopri le architetture di Vincenzo Scamozzi – Chiesa di San Gaetano a Padova (1591)|url=https://www.palladiomuseum.org/it/scamozzi|accesso=23 agosto 2025}}</ref>
* 1581-1599: [[Procuratie|Procuratie Nuove]], [[Piazza San Marco]], [[Venezia]] (completate in seguito da Longhena).<ref name="DBI" />
* 1582-1591: [[Biblioteca nazionale Marciana|Biblioteca di San Marco]], Venezia (completamento su progetto di [[Jacopo Sansovino]]).<ref name="DBI" />
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* 1590-1595: [[Chiesa di San Nicola da Tolentino (Venezia)|Chiesa e convento di San Nicola da Tolentino]], Venezia.<ref>{{Cita web|sito=Palladio Museum (CISA)|titolo=Scopri le architetture di Vincenzo Scamozzi – Chiesa dei Tolentini (1590)|url=https://www.palladiomuseum.org/it/scamozzi|accesso=23 agosto 2025}}</ref>
* 1591-1595: Statuario della Repubblica di Venezia, antisala della Libreria di San Marco.<ref>{{Cita web|sito=Biblioteca nazionale Marciana|titolo=Lo Statuario della Serenissima|url=https://bibliotecanazionalemarciana.cultura.gov.it/mostre/lo-statuario-della-serenissima|accesso=23 agosto 2025}}</ref>
* 1591-1594: San Gaetano Thiene, Padova (monastero).<ref
* 1591-1595: [[Villa Cornaro]], per Girolamo Cornaro, [[Piombino Dese]] (Padova), completamento (attribuzione discussa).<ref name="cita|Barbieri 1965|pp. 15–17">{{cita|Barbieri 1965|pp. 15–17}}</ref>
* 1592-1606: [[Villa Duodo]] con [[santuario giubilare delle sette chiese di Villa Duodo|santuario giubilare delle sette chiese]], per Francesco e Domenico Duodo, [[Monselice]] (Padova), progetto unitario comprendente la villa, la chiesa di San Giorgio e le cappelle devozionali.<ref name="cita|Olivato 2006|pp. 95-102">{{cita|Olivato 2006|pp. 95-102}}</ref><ref name="cita|Puppi 2003|pp. 155-160">{{cita|Puppi 2003|pp. 155-160}}</ref><ref name="Villa Duodo 1606">{{Cita web|url=https://www.palladiomuseum.org/it/scamozzi|titolo=Scopri le architetture di Vincenzo Scamozzi – Complesso di Villa Duodo (1589–1606)|sito=Palladio Museum / CISA|accesso=23 agosto 2025}}</ref>
* 1592: [[Palazzo Duodo Balbi Valier|Palazzo Duodo]], per Pietro Duodo, [[Venezia]] (Santa Maria Zobenigo, attribuzione incerta).{{cn}}
* 1593-1596: Monumento funebre a [[Marcantonio Bragadin (generale)|Marcantonio Bragadin]], [[Basilica dei Santi Giovanni e Paolo (Venezia)|Venezia]] (attribuzione discussa).<ref>{{Cita web|url=https://arte.cini.it/Opere/645481|titolo=Scamozzi Vincenzo - Monumento funebre di Marcantonio Bragadin|sito=arte.cini.it|citazione=L'attribuzione a Vincenzo Scamozzi, avanzata da Lorenzetti (1926) e ritenuta attendibile da Barbieri (1952), è respinta da Davis (2003).|accesso=2025-08-24}}</ref>
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* 1597: [[Villa Molin]], per Nicolò Molin, Mandria, [[Padova]].<ref>{{Cita web|sito=Catalogo generale dei Beni Culturali (ICCD)|titolo=Villa Molin - Kofler (attribuzione a Vincenzo Scamozzi)|url=https://catalogo.beniculturali.it/detail/Veneto/ArchitecturalOrLandscapeHeritage/CRV-A_9000262|accesso=23 agosto 2025}}; {{Cita web|sito=Palladio Museum (CISA)|titolo=Scopri le architetture di Vincenzo Scamozzi – Villa Molin alla Mandria (1597)|url=https://www.palladiomuseum.org/it/scamozzi|accesso=23 agosto 2025}}</ref>
* 1597: [[Palazzo Priuli Cornaro]], [[Padova]] (attribuzione incerta).{{cn}}
* 1598: [[Villa Priuli]], per i Priuli, Carrara di [[Due Carrare]] (Padova).<ref
* 1598–post 1615: [[Villa Godi Piovene|Villa Godi]], Sarmego di [[Grumolo delle Abbadesse]] (Vicenza) (attribuzione discussa).<ref>{{cita|Barbieri 1965|pp. 18–20}}</ref>
* 1598: Le tre porte monumentali della [[Fortezza di Palmanova]], [[Palmanova]] (Udine) (attribuzione incerta).{{cn}}
* 1601: Villa Dolfin, per i [[Dolfin (famiglia)|Dolfin]], [[San Germano dei Berici]] (Vicenza).<ref>{{Cita web|url=https://catalogo.beniculturali.it/sigecSSU_FE/scheda.action?id=0200433090&ct=architetture|titolo=Villa Dolfin|sito=Catalogo generale dei Beni Culturali (ICCD)|accesso=23 agosto 2025}}</ref>
* 1601: [[Chiesa di San Giacomo di Rialto]], [[Venezia]] (altare della Scuola degli Orefici; con [[Girolamo Campagna]]).<ref name="DBI" />
* 1601: [[Chiesa di San Lazzaro dei Mendicanti]], Venezia (modello presentato; non realizzato secondo l'incarico iniziale).<ref name="DBI" />
* 1601–1603: [[Basilica dei Santi Giovanni e Paolo (Venezia)|Santi Giovanni e Paolo]], [[Venezia]] (porta della sacrestia; con [[Alessandro Vittoria]]).<ref name="DBI" />
* 1604–1607: Progetti per la [[Cattedrale di Salisburgo]] (soggiorno documentato nel 1604; disegni del 1606–1607; edificio poi costruito 1614–1628 da [[Santino Solari]]).<ref
* 1605–1606: [[Villa Duodo]] e [[santuario giubilare delle sette chiese di Villa Duodo]], per Francesco e Domenico Duodo, [[Monselice]] (Padova) (cappelle del percorso devozionale connesse al complesso).<ref
* 1607–1611: [[Basilica di San Giorgio Maggiore]], Venezia (facciata completata con la consulenza di Scamozzi da [[Simone Sorella]] su progetto palladiano).<ref>{{Cita web|url=https://web.archive.org/web/20160701000000/https://www.britannica.com/topic/San-Giorgio-Maggiore|titolo=San Giorgio Maggiore|sito=Encyclopaedia Britannica|lingua=en|accesso=23 agosto 2025}}</ref>
* 1609: Villa Trevisan, per Domenico Trevisan, [[San Donà di Piave]] (progetto documentato).<ref>{{cita|Barbieri 1965|pp. 21–23}}</ref>
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</gallery>
=== Scritti
[[File:Scamozzi, Vincenzo – Idea dell'architettura universale, 1615 – BEIC 13280658.jpg|miniatura|''[[L'idea dell'architettura universale]]'', 1615]]
* ''Discorsi sopra le antichità di Roma'' (1582), pubblicati a Venezia da Francesco Ziletti: costituiscono la prima prova a stampa di Scamozzi e testimoniano il suo interesse antiquario e filologico per i monumenti della capitale.<ref name="DBI"/><ref>{{Cita libro|editore=appresso Francesco Ziletti|titolo=Discorsi sopra le antichità di Roma|città=Venezia|anno=1582|url=https://books.google.it/books?id=4sIUSHEt2CMC&printsec=frontcover&hl
* ''[[L'idea dell'architettura universale]]'' (1615), in due volumi editi a Venezia da Giorgio Valentini, è la sua opera teorica maggiore: un trattato enciclopedico che ambiva a sistematizzare l'intero sapere architettonico. Vi confluiscono esperienze maturate nei cantieri e nei viaggi, oltre alle riflessioni sugli antichi e sulla trattatistica coeva.<ref>{{cita|Barbieri Beltramini 2003|pp. 233–240}}</ref>
** ''L'idea dell'architettura universale'', volume 1<ref>{{Cita libro|titolo=L'idea dell'architettura universale|volume=1|editore=Giorgio Valentini|città=Venezia|anno=1615|url=https://gutenberg.beic.it/webclient/DeliveryManager?pid=13280658}}</ref>
** ''L'idea dell'architettura universale'', volume 2<ref>{{Cita libro|titolo=L'idea dell'architettura universale|volume=2|editore=Giorgio Valentini|città=Venezia|anno=1615|url=https://gutenberg.beic.it/webclient/DeliveryManager?pid=13281927}}</ref>
* ''Memoria al Senato Veneto per la costruzione della chiesa di San Nicola da Tolentino'' (1590 ca.), testo [[manoscritto]] in cui Scamozzi illustra il progetto e difende la scelta di una facciata classica a tempio.<ref>{{cita|Guidarelli 2018|pp. 289–291}}</ref>
* ''Taccuino di viaggio da Parigi a Venezia'' (1600), diario manoscritto che documenta il ritorno dalla Francia (14 marzo – 11 maggio 1600). È fonte preziosa per la conoscenza delle architetture gotiche da lui osservate e commentate; fu edito e commentato da Franco Barbieri nel 1959.<ref
▲* ''Memoria al Senato Veneto per la costruzione della chiesa di San Nicola da Tolentino'' (1590 ca.), testo [[manoscritto]] in cui Scamozzi illustra il progetto e difende la scelta di una facciata classica a tempio.<ref>{{cita|Guidarelli 2018|pp. 289–291}}</ref>
* ''Relazione sul progetto per il Duomo di Salisburgo'' (1606–1607; nota attraverso i disegni conservati a Salisburgo e pubblicata negli atti della mostra vicentina del 2003).<ref
* ''Appunti e manoscritti vari'' relativi a progetti (Palmanova, Sabbioneta, Monselice), in parte confluiti nell{{'}}''Idea'', in parte dispersi tra biblioteche italiane e austriache.<ref>{{cita|Puppi 2003|pp. 155–160}}</ref>
▲* ''Taccuino di viaggio da Parigi a Venezia'' (1600), diario manoscritto che documenta il ritorno dalla Francia (14 marzo – 11 maggio 1600). È fonte preziosa per la conoscenza delle architetture gotiche da lui osservate e commentate; fu edito e commentato da Franco Barbieri nel 1959.<ref>{{cita|Barbieri 1959|pp. 7–15}}</ref>
*''Oeuvres d'architecture de Vincent Scamozzi'', Leida, 1713, contiene materiali tratti dal trattato ''L'idea dell'architettura universale'' di Scamozzi.<ref name="catalog.hathitrust.org"/>
▲* ''Relazione sul progetto per il Duomo di Salisburgo'' (1606–1607; nota attraverso i disegni conservati a Salisburgo e pubblicata negli atti della mostra vicentina del 2003).<ref>{{cita|Lippmann 2003|pp. 407–413}}</ref>
▲* ''Appunti e manoscritti vari'' relativi a progetti (Palmanova, Sabbioneta, Monselice), in parte confluiti nell{{'}}''Idea'', in parte dispersi tra biblioteche italiane e austriache.<ref>{{cita|Puppi 2003|pp. 155–160}}</ref>
==Note==
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* {{Cita pubblicazione|autore=Umberto Barbisan|titolo=Il Ponte di Rialto: l'enigma del progetto|rivista=Tecnologos|numero=06|url=https://web.archive.org/web/20131111162036/http://www.tecnologos.it/index.php?option=com_content&view=article&id=272:il-ponte-di-rialto-lenigma-del-progetto&catid=77:06&Itemid=95|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131111162036/http://www.tecnologos.it/index.php?option=com_content&view=article&id=272:il-ponte-di-rialto-lenigma-del-progetto&catid=77:06&Itemid=95|dataarchivio=11 novembre 2013|cid=Barbisan 2013}}
* {{Cita libro|autore=Umberto Barbisan|titolo=Il viaggio. Un architetto alla scoperta dell'Europa di fine Cinquecento|id= prefazione di Roberto Masiero|editore=Tecnologos|città=Cavriana (MN)|anno=2003}}
*{{cita pubblicazione|autore=Guido Beltramini|titolo=The Fortunes and Misfortunes of Scamozzi's ''Idea dell'Architettura Universale'' in Palladian Territory|rivista=Annali di architettura|anno=2006–2007|numero=18–19|lingua=en|url=https://www.academia.edu/3126459/The_Fortunes_and_Misfortunes_of_Scamozzis_Idea_dellArchitettura_Universale_in_Palladian_Territory|editore=CISA Palladio}}
* {{Cita pubblicazione|autore=Lucia Collavo|titolo=Sic ad aethera virtus. Del trattato d'architettura di Vincenzo Scamozzi|rivista=Il Veltro|volume=XLVIII|numero=1/2|anno=2004|pp=29–79}}
* {{Cita pubblicazione|autore=Lucia Collavo|titolo=L'esemplare dell'edizione giuntina de ''Le Vite'' del Vasari letto e annotato da Vincenzo Scamozzi|rivista=Saggi e memorie di storia dell'arte|numero=29|anno=2005|pp=1–213}}
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