Guglielmo da Vercelli: differenze tra le versioni

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[[Tommaso Costo]] riporta che era giunta voce a re [[Ruggero II]] della fama del santo, e che il re desiderava conoscerlo, cosa che, secondo quanto riportato, avvenne a Salerno, dove il re risiedeva.<ref name="istoria-montevergine_p19">{{Cita |istoria-montevergine |p. 19}}.</ref> Secondo le fonti della tradizione cattolica, ivi una [[meretrice]], volendo mettere alla prova il santo, d'accordo col re cercò di entrare nel letto di Guglielmo da Vercelli, il quale, in risposta, pose dei tizzoni ardenti sul suo letto e vi si coricò.<ref name="istoria-montevergine_p19-21">{{Cita |istoria-montevergine |pp. 19-21}}.</ref>
 
Altre fonti aggiungono altri dettagli, secondo cui la [[meretrice]] si sarebbe chiamata Agnese e, in seguito si convertìsarebbe convertita, edificando un monastero presso [[Venosa]], dove avrebbe condotto una vita monastica con altre donne, venendo chiamata "Beata Agnese da Venosa".<ref name="istoria-montevergine_p19-21" /><ref>{{Cita web |titolo=Saint Guillaume de Verceil |url=https://viechretienne.catholique.org/saints/14-saint-guillaume-de-verceil}}</ref> L'agiografo [[Tommaso Costo]], già nel [[Cinquecento]] dichiarò infondata la seconda parte della storia, in quanto nella "Leggenda longobarda" non se ne fa menzione. Laddove la "Leggenda longobarda", con molta probabilità, è la ''Legenda de vita et obitu sancti Guilielmi confessoris et heremitae''.<ref name="istoria-montevergine_p22">{{Cita |istoria-montevergine |p. 22}}.</ref>
 
== L'opera del santo nella città di Altamura ==
Vi è testimonianza della presenza di Guglielmo da Vercelli nella città di [[Altamura]]. Secondo quanto riportato dall'altamurano [[Domenico Santoro (giurista)|Domenico Santoro]] nella sua ''Descrizione della città di Altamura'' (1688), San Guglielmo da Vercelli avrebbe vissuto da eremita in una caverna di una [[Dolina carsica|dolina]] nei pressi della città di Altamura, il cosiddetto [[Pulo di Altamura|Pulo]].<ref name="storie_inedite_p47">{{Cita |storie-inedite |p. 47}}.</ref> Lo stesso Domenico Santoro (1688) riporta che "si vede nel lato settentrionale una Chiesa piccola concava nel sasso dedicata alla SS.ma Annunziazione di Maria, con due stanzette e una grotta: e nel fondo si vede l'orticello, forse quello che fu danneggiato dagli animali con due concavi sassi, forse per premere uva o rigettare piogge".<ref name="storie_inedite_p47"/> La chiesa di cui parla Domenico Santoro oggi non esiste più sebbene siano visibili resti di "adattamento di epoca medioevale". Essendo l'opera del 1688, il Santoro non poteva avere conoscenza diretta della permanenza del santo all'interno del [[Pulo di Altamura|Pulo]], pertanto riguardo a questo particolare potrebbe aver consultato altre fonti oggi andate perdute.
 
Secondo quanto riportato da [[Tommaso Costo]] e ripreso tal quale da Domenico Santoro, un giorno Guglielmo da Vercelli si sarebbe recato dal Governatore di Altamura per lamentarsi di un danno subito al suo seminato. Il Governatore gli rispose che avrebbe punito i malfattori se li avesse portati al suo cospetto. Così il santo intimò a delle bestie feroci colpevoli del misfatto di seguirlo per portarle dal Governatore, le quali bestie divennero di un'inusuale mansuetudine, tanto da seguirlo fino dal governatore. Quest'ultimo, stupito dalla docilità di quelle bestie e interpretando ciò come opera del Signore, fece donazione di un lembo di terra sul quale poi sarebbero sorti una chiesa e un monastero denominati [[Chiesa di Santa Maria della Mena|Santa Maria Della Mena]], che sorgevano nell'area omonima della città di Altamura (l'area Santa Maria della Mena o semplicemente la Mena, a pochi chilometri dal [[Pulo di Altamura|Pulo]]).<ref name="storie_inedite_p47"/><ref name="istoria-montevergine_p16">{{Cita |istoria-montevergine |p. 16}}.</ref> Questo evento è riportato dagli agiografi come un miracolo, sotto il nome di ''miracolo degli animali che guastarono i seminati di S. Guglielmo''<ref name="istoria-montevergine_p16"/>. [[Tommaso Costo]] fa risalire la ragione del nome ''Santa Maria della Mena'' al gesto dell'aver "menato" quelle bestie davanti al Governatore., ma Ll'origine del toponimo potrebbe essere diversa da quanto riportato.
 
== Il culto ==