Bozza:Donatello Stefanucci: differenze tra le versioni
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{{Bozza|arg=biografie|arg2=arte|ts=20250829112120|wikidata=}}<!-- IMPORTANTE: NON CANCELLARE QUESTA RIGA, SCRIVERE SOTTO -->{{W|artisti|settembre 2025}}{{Bio
|Nome = Donatello
|Cognome = Stefanucci
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|Nazionalità = italiano
|Immagine =Donatello_Stefanucci.jpg
|Didascalia = Donatello Stefanucci, ''Autoritratto
}}
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Come scriverà infatti più tardi un autorevole critico d'arte:
{{Citazione|Che Donatello Stefanucci sia nato pittore potrebbero attestarlo le mille persone che in Cingoli lo videro tracciar pupazzetti fin dal primo momento che seppe tenere un lapis in mano|''
Appena adolescente inizia il suo apprendistato artistico al seguito di [[Francesco Ferranti]], in vari cantieri, di committenza ecclesiastica e patrizia, in territorio marchigiano
Compie gli studi all'[[Accademia di belle arti di Roma]], conseguendovi l'abilitazione all'insegnamento del disegno
[[File:Donatello Stefanucci nel suo studio.jpg|thumb|Donatello Stefanucci nel suo studio; 1923 ca.; Biblioteca comunale Ascariana, Fondo fotografico, Cingoli]]
All'indomani della [[prima guerra mondiale]], rientrato a Cingoli, riprende i pennelli in mano: "molto tempo dedicando a un esercizio proficuo, già esercitato prima della guerra, quello di
In un imprecisato periodo tra gli ultimi anni
=== Maturità ===
Conseguentemente all'esperienza laziale il pittore torna nella città natale "''padrone di una tavolozza totalmente trasformata''"
A questo periodo, tra i suoi più felici, data
[[File:Donatello Stefanucci - Montagne picene.jpg|thumb|Donatello Stefanucci, ''“Montagne Picene”'' (1924); tempera su tela, 197×96 cm, collezione privata, Roma]]
Da ricordare la partecipazione nel 1924 alla II Biennale Internazionale
▲A questo periodo, tra i suoi più felici, data l’avvio delle partecipazioni a importanti esposizioni e concorsi: Roma, Milano, Firenze, Fiume, Rovigo, Bologna. L’Esposizione Nazionale della Reale Accademia di Brera, l’Esposizione Internazione d’Arte di Fiume, l’Esposizione nazionale degli artisti a Palazzo Pitti in Firenze, in Roma varie edizioni della Biennale Internazionale d’Arte e dell’Esposizione Nazionale “Amatori e Cultori” e sempre nella capitale la I Mostra Nazionale del Paesaggio italiano, la I Mostra d’arte pura di Rovigo, a Bologna la II Mostra Nazionale del Paesaggio italiano e molte altre.
▲Da ricordare la partecipazione nel 1924 alla II Biennale Internazionale d’Arte, dove una sua opera dal titolo ''“Montagne Picene”'' fu definita dal noto pittore e critico Onorato Carlandi ''«la più bella di quante ne ospitasse la mostra»''<ref name = LP2>{{cita|Luca Pernici, ''Donatello Stefanucci'', in: Luca Pernici - Angelica Mogianesi, Donatello Stefanucci. La collezione comunale cingolana. Catalogo, Cingoli 2012, pp.27-47}}</ref>.
Durante questi stessi anni, che lo vedono impegnato in una importante produzione al cavalletto, non trascura l'attività della pittura muraria.
{{Citazione|Permanendo l'amore del muro egli compie notevoli cicli di decorazione civile in Cingoli e fuori.|''
Di tale ciclo pittorico si conserva, esposto nella Pinacoteca comunale di Cingoli, il modello in scala su sopporto ligneo che il pittore presentò alla committenza <ref name = LP3/>.
Va accennato inoltre all'imponente e sontuoso ''Cristo Pantocrator'' che realizza nel mausoleo della famiglia Pasqualini-Mattioli nel cimitero cittadino di Cingoli, su invito del concittadino [[Alessandro Mattioli Pasqualini]]<ref name = LP2/><ref name = LP3/>.
[[File:Donatello Stefanucci - Panorama.jpg|thumb|Donatello Stefanucci, ''Cingoli Balcone delle Marche''; litografia, 100x135; 1934, Pinacoteca Comunale, Cingoli]]Gli anni '20 e '30 vedono Cingoli impegnata in un'ambiziosa politica di promozione turistica<ref name = LP4>{{cita| Luca Pernici, ''Cingoli - Gli anni del fascismo: infrastrutture, valorizzazione turistica, fermenti culturali'' in: Atlante storico delle città italiane – Marche - Cingoli, a cura di Francesca Bartolacci, Macerata, EUM, 2024. pp.15-27}}</ref>. Condividendo il fervore dilagante in città, egli mette a disposizione la sua arte. Ne usciranno tra le sue opere più iconiche, tra cui il manifesto per la stagione estiva 1934: "''Cingoli Balcone delle Marche''"<ref name = LP3/>.
=== Trasferimento a Fano ===
Nel 1940, per ragioni molteplici e tutt'oggi in gran parte ignote, Stefanucci lascia, per sempre, Cingoli.
Si trasferisce a [[Fano]], città a cui è legata tutta la seconda parte della sua vita.
A Fano all'attività artistica affianca quella didattica, quale docente presso il locale Istituto d'Arte, oggi Liceo artistico Nolfi Apolloni.
Nella città adriatica, dando veste anche formale ad un legame stretto nel frattempo con alcuni pittori locali – «fanesi per nascita o per adozione» – fonda con questi, nella tarda estate del 1945, la "Accolta dei 15": un «''cenacolo di artisti impegnati ad operare per la diffusione della pittura''», «''aperto ai liberi di spirito in ogni epoca e per ogni incontro nell'arte''»: il più importante sodalizio artistico della Fano del pieno e secondo Novecento<ref name = LP5>{{cita|Arianna Piermattei, L'Accolta dei Quindici. Percorsi dell'arte in provincia / Fano (1946-1996), Comune di Fano, Carifano, Fano 1996.}}</ref>.
Dipinge, con quella fecondità e passione che sempre l'animarono, fino alla morte, che sopravviene, per complicazioni seguite ad una caduta, nella notte tra il 19 e 20 ottobre 1987.
Il suo corpo è tumulato nel cimitero urbano di Fano.
In occasione delle esequie il critico d'arte fanese Marcello Francolini - dando espressione al riconoscimento tributato negli anni dalla città di Fano all'artista e all'uomo - scriverà: {{Citazione|Se ne è andato di notte, in punta di piedi, senza disturbare nessuno, così come aveva sempre fatto in vita: vita che tutta aveva dedicato all'arte e alla pittura, nonché all'insegnamento di queste. A lui noi fanesi dobbiamo molto, non solo per ciò che ci ha dato, ma per il tanto che ci ha insegnato: e cioè la modestia, il rigore professionale, la serietà e la severità degli intenti.|''Marcello Francolini, L'ultima mostra di Donatello Stefanucci prima della morte, in: “Pesaro e Urbino” (periodico semestrale dell'Amministrazione provinciale) – anno IV n. 4 del 30-11-1987''}}
Pochi giorni prima della morte, in seguito anche a una visita di alcuni estimatori cingolani (tra cui l'allora Sindaco Gilberto Giorgi e il direttore dei civici Istituti culturali Paolo Appignanesi), e forse con l'intento di rimarginare quella ferita apertasi tanti anni prima con la sua città, «''l'amore per la quale in lui non si era mai sopito''», dispose, quale lascito, una importante donazione di suoi dipinti al Comune di Cingoli. Ciò anche con il fine di favorire l'istituzione sul “Balcone delle Marche” di una civica pinacoteca: idea – in Cingoli molti anni prima a lungo dibattuta e da «cittadini cospicui e colti» promossa – a cui egli stesso, e avanti lui suo padre, aveva concepito e sostenuto<ref name = LP3/>.
Nell'autunno 1988, nella ricorrenza del primo anniversario della sua morte, Cingoli gli tributa il meritato riconoscimento intitolandogli la neo-istituita Pinacoteca comunale<ref name = LP2/>.
== Giudizi critici ==
*Remigio Strinati in: "''Giovane Arte Picena Contemporanea''", Roma - Edizioni E. Pinci, [1927], pp. 80-82: «Ci sono, nella pittura dello Stefanucci, rivolta quasi esclusivamente al paese, benché egli sappia far non men bene la figura ne' rari casi in cui s'induce a trattarla, delle qualità che debbono dirsi istintive perché non solo costanti in ogni suo quadro, anche dall'anteguerra, ma perché in continuo incremento attraverso l'esercizio e l'esperienza: alludiamo alla cristallina purezza dell'impasto, alla levità aerata delle ombre, all'equilibrio dei rapporti, alla consistenza del chiaroscuro, al taglio decorativo, e specialmente all'irradiazione prepotente della luce: frutto, oltre che di un temperamento come nato ad hoc, del dipingere, senza eccezione, all'aria aperta, a valle e a monte, in ogni stagione, in ogni ora del giorno.»
*Valerio Volpini in: "''Donatello Stefanucci, Fano 19 luglio-14 agosto 1987''", brochure della mostra: «Stefanucci appartiene a quella categoria di creatori che non lasciano indifferenti perché nella coerenza della costruzione, nella giustezza della luce coloristica, nell'immediatezza dei segni trasmette vigorose suggestioni. Quella di Stefanucci forse non è una “bella pittura” nel senso dell'amabilità che spesso fa colpo ma è una “forte pittura” che si lega alla non ancora completamente valorizzata tradizione ottocentesca italiana. Quello che egli ci ha dato è una continuità del linguaggio espresso senza finzioni e senza tentennamenti. Ha mantenuto nei suoi lunghi anni di lavoro una giovinezza perenne: la giovinezza che è propria della poesia.»
*Marcello Francolini in: "''L'ultima mostra di Donatello Stefanucci prima della morte''": «La sua è una pittura ancora legata a certi valori dell'ottocento italiano, dove si ritrova il gusto del paesaggio, del colore, del rigore nella costruzione, dell'immediatezza dell'immagine. Nulla è lasciato al caso, nulla v'è di soprappiù: sia nei paesaggi. sia nella figure umane, sia negli squarci di strade e vicoli. Forse i colori usati, con il passare degli anni, hanno cambiato contenuto e significato; ci sono differenze, infatti, tra le opere dipinte prima del secondo conflitto mondiale e quelle degli ultimi tempi: essi si sono fatti più caldi, più morbidi, più pastosi, più lucenti e brillanti come nelle nevicate, nei fiori di casa, nei tagli obliqui di palazzi e giardini. Il suo mondo, in fondo è il “nostro mondo”, perché Stefanucci, da sempre, ritrae la vita di tutti i giorni, le immagini quotidiane e familiari, i paesaggi comuni: il mare, la collina, lo squero e l'Arzilla, le stradine del centro antico, le vecchie chiese.»
*Luca Pernici in: "''Donatello Stefanucci. Pittore''", in: Luca Pernici, Pinacoteca comunale "Donatello Stefanucci". Cingoli nell'Arte del Novecento, Cingoli 2025, pp.15-27: «La Cingoli degli anni '30 fa da scena a uno dei periodi più intensi e proficui della sua vicenda artistica: dove la terra natìa diviene soggetto pittorico non solo precipuo, ma, in qualche modo, esclusivo. Ciò con intento in senso forte artistico. C'è la grande tradizione del vedutismo, ma c'è insieme un senso tutto nuovo, assolutamente novecentesco, del vedere. Il tentativo che vi si indovina è quello di porre sulla tela, invocandola tramite il gesto pittorico, l'anima del luogo; negli scorci invasi di luce, nelle ombre lunghe sui muri, come nel bianco pastoso degli studi sulle nevicate o nel verde profondo dei boschi di là verso occidente, così come nelle rosa-azzurre lontananze dei cieli che s'aprono sopra i tetti cittadini, e oltre questi, verso l'altro azzurro adriatico, oltre quel «mare di colline ondose» che sono le Marche, ecc… ecc… c'è forte il riferimento, la nostalgia verrebbe da dire, a un Altrove, a una Cingoli oltre Cingoli, che nel paesaggio si cela, ma anche si rivela.»
== Opere (elenco parziale) ==
* ''Ricordo di Grottaferrata'', 1922, olio su tela, 47x70 cm, collezione privata, Cingoli;
* ''Montagne Picene'', 1924, 197×96 cm, collezione privata, Roma;
* ''Assunzione al cielo di Maria'', 1939, [[Duomo di Cingoli]];
* ''Cristo Pantocrator'', 1939, tecnica mista su muro, Cimitero di Cingoli, Mausoleo Pasqualini-Mattioli, Cingoli;
* ''Panorama di Pergola'', 1941, collezione privata, Cingoli.
Opere che si conservano nella Pinacoteca comunale "Donatello Stefanucci" di Cingoli:
* ''Chiostro del convento di S.Giacomo''; tecnica mista su tavola; 49x64 cm; anni '20-'30;
* ''Cingoli Balcone delle Marche''; litografia 100x135 cm + composizione in legno; 1934;
* ''Alto paese piceno sotto la neve''; olio su tela; 100x100 cm; anni '30;
* ''Cortile''; tecnica mista su tela 58x63 cm; anni '30;
* ''Portico del convento di S.Giacomo''; olio su tela; 97x97 cm; 1934;
* ''Il botro''; tecnica mista su tavola; 52x64 cm; 1935;
* ''Apparizione nella chiesa di Rambona''; olio su tavola; 95x66 cm; anni '30;
* Bozzetto del catino dell'abside della cattedrale; tempera su legno; 1938;
* ''Santa Sperandia'' – Studio per la decorazione del catino dell'abside della cattedrale; sanguigna su carta; 58x40 cm; 1938;
* ''Confratello con lampione'' – Studio per la decorazione del catino dell'abside della cattedrale; sanguigna su carta; 58 x40 cm; 1938;
* ''Processione''; olio su tela; 100x150 cm; ?;
* ''Interno di chiesa''; tecnica mista su tela; 60x60 cm; anni '40;
* ''Interno di palazzo''; olio su tela; 65x70 cm; anni '40;
* ''Lungo un fiume''; olio su tavola; 72x72 cm; s.d.;
* ''Ulivi''; olio su carta; 51x51 cm; s.d.;
* ''Nevicata nel giardino''; tecnica mista su carta; 70x70 cm; s.d.;
* ''Nevicata''; acquerello; 100x100 cm; s.d.;
* ''Nevicata''; olio su tela; 100x100 cm; s.d.;
* ''Nevicata nel giardino''; olio su tela; 75x57 cm; s.d.;
* ''Frati''; olio su tela; 150x100 cm; anni '70;
* ''Vestizione di una strega''; olio su tela; 100x100 cm; anni '60;
* ''Suore con torre in lontananza''; olio su tela; 70x70 cm; anni '60-'70;
Molte sue opere, alcune note altre no, si conservano in collezioni private, in gran parte a Cingoli, a Roma e a Fano. Ciò «''non avendo egli mai disdegnato'' - come scrisse l'amico cingolano Pacifico Topa - ''di accontentare amici ed estimatori''»<ref name = PT>{{cita|Pacifico Topa, ''Donatello Stefanucci'', in: D. Bacelli – P. Topa, Cingoli 1944-2002. Vita pubblica e privata, Cingoli 2002, pp. 258-260;}}</ref>.
== Note ==
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== Bibliografia ==
* Remigio Strinati, ''Giovane arte picena contemporanea''. Biografie illustrate, Roma 1927, pp. 78-85;
*Arianna Piermattei, L'Accolta dei Quindici. Percorsi dell'arte in provincia / Fano (1946-1996), Comune di Fano, Carifano, Fano 1996;
* Pacifico Topa, ''Donatello Stefanucci'', in: D. Bacelli – P. Topa, Cingoli 1944-2002. Vita pubblica e privata, Cingoli 2002, pp. 258-260;
* Luca Pernici, Federico Stefanucci : "a Donatello accanto nell'esperienze primissime" in: Luca Pernici - Angelica Mogianesi,
* Luca Pernici, ''Donatello Stefanucci'', in: Luca Pernici - Angelica Mogianesi,
* Luca Pernici, ''Donatello Stefanucci. Pittore'', in: Luca Pernici, Pinacoteca comunale "Donatello Stefanucci". Cingoli nell'Arte del Novecento, Cingoli 2025, pp.15-27;
* Luca Pernici, ''Cingoli - Gli anni del fascismo: infrastrutture, valorizzazione turistica, fermenti culturali'' in: Atlante storico delle città italiane – Marche - Cingoli, a cura di Francesca Bartolacci, Macerata, EUM, 2024. pp.15-27;
== Voci correlate ==
*[[Cingoli]]
*[[Duomo di Cingoli]]
*[[Fano]]
== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
* {{collegamenti esterni}}
* {{cita web|https://www.antiqui.it/doc/personaggi/stefanucci.htm |
* {{cita web|https://www.comune.cingoli.mc.it/novita/la-pinacoteca-comunale-donatello-stefanucci-riapre-le-sue-porte/|Riapertura Pinacoteca Comunale ''Donatello Stefanucci''}}
* {{cita web|https://www.bibliotecacingoli.it/donatello-stefanucci-luoghi-cingolani/|Biblioteca di Cingoli}}
* {{cita web|https://www.ilrestodelcarlino.it/macerata/cronaca/ecco-i-tre-dipinti-inediti-del-pittore-stefanucci-8e18a5ae|Tre dipinti inediti}}
* {{cita web|https://www.cronachemaceratesi.it/2012/07/18/cingoli-ricorda-il-pittore-donatello-stefanucci/216166/|Ricordo del pittore Donatello Stefanucci}}
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{{Categorie bozza|
[[Categoria:Arte nelle Marche]]
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