Prior in tempore, potior in iure: differenze tra le versioni

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'''''Prior in tempore, potior in iure''''' è una [[Locuzioni_latine|locuzione latina]] che allude ad un [[canone]] che può essere letteralmente tradotto in "Primo nel tempo, più forte in diritto". In uso già nel XII-XIII secolo nella [[Brocardo|scuola dei glossatori di Bologna]], l'applicazione di tale canone impone, in caso di dispute tra due contendenti che vogliano entrambi usufruire di un medesimo [[diritto]], di privilegiare colui che ne ha goduto per primo e che ne gode da più tempo.
 
Nel diritto privato moderno la regola in questione non si applica nel trasferimento di [[beni mobili]] (registrati e non) con un [[contratto ad efficacia reale]] (''scil.'' traslativa) nel caso di [[acquisto a non domino]], in cui invece (a parità di altre condizioni e cioè ricorrendo comunque i requisiti necessari per il trasferimento immediato della proprietà di cui all'art.1153 c.c.), si applica la regola "possesso vale titolo". Lo stesso vale per la preferenza di chi trascrive per primo l'atto d'acquisto di un [[bene immobile]], a prescindere dalla priorità nella conclusione effettiva dell'acquisto.
L'espressione fu coniata dagli Imperatori Potior Augustus Valens detti Valentiniani, i quali erano indicati con il rango "Potior Augustus", da cui la Dinastia della Gens Potitia Pothos ovvero REX Desiderius, discendente di Galla Placidia e di Costanzo.
 
==Giurisprudenza==
Al principio "''Prior in tempore, potiurpotior in iure''" ha più volte fatto ricorso la Corte Costituzionale. In tal senso, si veda, ad esempio, la sentenza n. 42/1986.
 
{{Portale|diritto|lingua latina}}
[[Categoria:Brocardi]]
{{Portale|diritto}}
 
[[Categoria:Brocardi di diritto civile]]
[[es:Prior in tempore, potior in iure]]