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L{{'}}'''iperico''' ('''''Hypericum perforatum''''' [[Linnaeus|L.]]), comunemente noto anche col nome di '''erba di San Giovanni''', è una [[pianta officinale]] perenne semisempreverde appartenente alla [[famiglia (tassonomia)|famiglia]] delle [[Hypericaceae]].<ref name=POWO>{{cita web |lingua=en |titolo=Hypericum perforatum|sito=Plants of the World Online |editore=Royal Botanic Gardens, Kew |url=https://powo.science.kew.org/taxon/urn:lsid:ipni.org:names:433719-1|accesso=
Utilizzato nella medicina tradizionale per via delle sue proprietà [[erba medicinale|fitoterapeutiche]], in particolare quelle [[Psicofarmaco#Antidepressivi|antidepressive]] e [[antivirale|antivirali]].<ref name="ncbi.nlm.nih.gov">{{Cita libro|nome=Kenneth M.|cognome=Klemow|nome2=Andrew|cognome2=Bartlow|nome3=Justin|cognome3=Crawford|titolo=Herbal Medicine: Biomolecular and Clinical Aspects|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/books/NBK92750/|accesso=24 ottobre 2017|edizione=2nd|data=2011|editore=CRC Press/Taylor & Francis|ISBN=978-1-4398-0713-2}}</ref>
==Etimologia==
L'[[epiteto specifico]] ''perforatum'' deriva dal fatto che le foglioline, controluce, appaiono bucherellate, effetto dovuto a ghiandole traslucide presenti anche nei sepali e nei petali.
I nomi comuni e volgari sono invece molti. Il più comune è ''Erba di San Giovanni''. Questo epiteto è legato al fatto che la fioritura massima si ha verso il 24 giugno, ricorrenza di [[Giovanni Battista|San Giovanni]].<ref>{{cita libro|autore1=Carlo Battisti|wkautore1=Carlo Battisti|autore2=Giovanni Alessio|wkautore2=Giovanni Alessio|titolo=Dizionario etimologico italiano|editore=Barbera|città=Firenze|anno=1950-57|sbn=LIA0963830|p=II, 1510}}</ref>
== Descrizione ==
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Benché già noto alla medicina antica (ne parlano [[Dioscoride Pedanio|Dioscoride]], [[Galeno]], [[Plinio il Vecchio]] e [[Pietro Andrea Mattioli|Mattioli]]<ref>{{Cita libro |titolo = Le piante della salute. Atlante delle piante medicinali |autore = Francesco Bianchini, Francesco Corbetta |illustratore= Marilena Pistoia |editore=Arnoldo Mondadori |città=Milano |anno=1975 |SBN=SBL0583994}}</ref>) l'uso più interessante dell'iperico è scoperta relativamente recente: ormai numerosi studi ne hanno dimostrato l'efficacia antidepressiva, specie nel caso di [[Depressione (psichiatria)|depressione]] lieve e moderata, con un effetto paragonabile ad alcuni [[Psicofarmaco|psicofarmaci]] [[Antidepressivo|antidepressivi]].
Una review degli studi al 2008 condotta dalla ''Cochrane Collaboration'', una delle istituzioni scientifiche più autorevoli al mondo, conclude che "''le attuali evidenze suggeriscono che gli estratti di hypericum sono superiori al placebo nel trattamento della depressione maggiore, con una efficacia simile ai classici farmaci antidepressivi ma con significativamente meno effetti collaterali''".<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Cochrane Collaboration|anno=2008|titolo=St. John's wort for treating depression.|lingua=en|accesso=24 ottobre 2017|doi=10.1002/14651858.CD000448.pub3|url=http://www.cochrane.org/CD000448/DEPRESSN_st.-johns-wort-for-treating-depression.|citazione=The available evidence suggests that the hypericum extracts tested in the included trials a) are superior to placebo in patients with major depression; b) are similarly effective as standard antidepressants; c) and have fewer side effects than standard antidepressants. The association of country of origin and precision with effects sizes complicates the interpretation.}}</ref>
Il suo uso è particolarmente diffuso in Germania, dove viene consigliato come trattamento nella depressione negli adolescenti, prima di tentare la via farmacologica.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Jörg M.|cognome=Fegert|data=February 2006|titolo=Antidepressant use in children and adolescents in Germany|rivista=Journal of Child and Adolescent Psychopharmacology|volume=16|numero=1-2|pp=197-206|accesso=24 ottobre 2017|doi=10.1089/cap.2006.16.197|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/16553540|nome2=M.|cognome2=Kölch|nome3=Julie Magno|cognome3=Zito}}</ref> A volte è utilizzato, associato ad altri prodotti, anche per il trattamento fitoterapico di alcune forme d'[[ansia]]. Gli studi utilizzano generalmente degli estratti standardizzati di Iperico (spesso prodotti da società svizzere e tedesche col nome di LI 160, WS 5570/2 e ZE 117) ad alta concentrazione di principi attivi (che generalmente si attestano attorno allo 0,3 % in [[ipericina]] e al 3-6 % in [[iperforina]]) che la [[European Scientific Cooperative on Phytotherapy]] (ESCOP, l'ente scientifico europeo sulla fitoterapia) consiglia di assumere al dosaggio di 300–1800 mg/giorno.<ref name="ncbi.nlm.nih.gov" />
Il meccanismo d'azione antidepressivo dei suoi principi attivi solo ora comincia ad essere delucidato ed appare essere solo parzialmente correlato a quello dei classici farmaci ad oggi più utilizzati. Il principio inizialmente ritenuto attivo era l'[[ipericina]] ma i recenti sviluppi hanno chiarito che anche gli altri composti presenti negli estratti contribuiscono sinergicamente all'efficacia. Di questi fanno parte:<ref name=":0">{{Cita libro|nome=Kenneth M.|cognome=Klemow|nome2=Andrew|cognome2=Bartlow|nome3=Justin|cognome3=Crawford|titolo=Herbal Medicine: Biomolecular and Clinical Aspects|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/books/NBK92750/|accesso=24 ottobre 2017|edizione=2nd|data=2011|editore=CRC Press/Taylor & Francis|citazione=All the recent clinical trials mentioned in the literature suggest that Hypericum is more tolerable than synthetic antidepressants as it causes fewer side effects and also shows similar adverse reactions as seen in placebo-controlled groups. This makes SJW an attractive option for treating depression.|ISBN=978-1-4398-0713-2}}</ref>
* naftodiantroni: di cui fanno parte principalmente ipericina, pseudoipericina, isopericina e protopericina. Sono fotoreattive e sono causa probabilmente dell'azione fotosensibilizzante degli estratti. Ne contengono una concentrazione media del 0,2-0,3 %.
* floroglucinoli: iperforina, un altro dei maggiori componenti attivi, e suoi analoghi insieme ad altri composti lipofili. L'iperforina è instabile sia all'ossigeno che alla luce.
* flavonoidi: [[amentoflavone]], quercitina, luteina, iperina ed altri che sono presenti negli estratti ad una concentrazione media del 7-12 %.
* altri composti con probabili effetti di sinergia sia farmacodinamica sia farmacocinetica (tannini, xantani, composti fenolici, polisaccaridi).
L'iperforina è in grado di inibire il reuptake (ricaptazione) della serotonina in modo diverso dagli SSRI (''Selective Serotonin Reuptake Inhibitor''): mentre questi bloccano l'attività del trasportatore della serotonina (SerT, che funziona grazie ad un gradiente Na<sup>+</sup>/Cl<sup>-</sup>) per inibizione competitiva, l'iperforina (e forse gli altri composti attivi) sembrano aumentare il gradiente di sodio e calcio intracellulare influenzando di conseguenza la suddetta pompa Na<sup>+</sup>/Cl<sup>-</sup> (che funziona raccogliendo Na<sup>+</sup> dallo spazio sinaptico) e riducendo quindi l'attività del SerT. Inoltre si è dimostrata in grado di agire in maniera simile su un ampio altro numero di trasportatori, inibendo la ricaptazione di dopamina, glutammato, noradrenalina e GABA con IC50 (concentrazione di principio attivo che causa una inibizione del 50 %) di 0.05-0.1 µg/mL. Tale attività si crede sia dovuta alla capacità dell'ipericina di attivare il ''transient receptor potential channel protein 6'' (TRPC6), un canale ionico appartenente alla più ampia classe dei ''canali cationici non selettivi'' (NSCCs, delle proteine in grado di regolare il movimento cellulare di cationi come Na+ e Ca2<sup>+</sup>) che porta ad un incremento dell'uptake del sodio nel neurone, causando quindi una diminuzione della sua concentrazione nel vallo sinaptico e l'indisponibilità per le proteine trasportatrici per le monoammine.<ref name=":0" /> Ciò però non ne spiega completamente l'attività farmacologica: uno studio del 2014 ha mostrato come l'iperforina stessa agisca da agente protonoforo inducendo una corrente di H<sup>+</sup> che induce una acidificazione del citosol e un ulteriore incremento delle concentrazioni di sodio intracellulari.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Thomas S.|cognome=Sell|data=2014|titolo=Protonophore properties of hyperforin are essential for its pharmacological activity|rivista=Scientific Reports|volume=4|numero=1|lingua=en|accesso=24 ottobre 2017|doi=10.1038/srep07500|url=https://europepmc.org/abstract/med/25511254|nome2=Thabet|cognome2=Belkacemi|nome3=Veit|cognome3=Flockerzi}}</ref> Al contrario di quanto causato dagli antidepressivi serotoninergici, l'iperforina si è dimostrata in grado di incrementare il numero di recettori per la serotonina a seguito di somministrazione cronica, suggerendo un potenziale effetto benefico.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=R.|cognome=Teufel-Mayer|data=September 1997|titolo=Effects of long-term administration of hypericum extracts on the affinity and density of the central serotonergic 5-HT1 A and 5-HT2 A receptors|rivista=Pharmacopsychiatry|volume=30 Suppl 2|pp=113-116|accesso=24 ottobre 2017|doi=10.1055/s-2007-979530|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/9342771|nome2=J.|cognome2=Gleitz}}</ref>
L'ipericina ha dimostrato avere forte affinità per i recettori sigma, i quali regolano a loro volta i livelli di dopamina. Inoltre agisce da antagonista sui recettori per l'adenosina, GABA-A, GABA-B e [[Inositolo|inositoli trifosfati]], i quali regolano i potenziali d'azione causati dai neurotrasmettitori. Altri studi hanno dimostrato come l'ipericina sia un inibitore degli enzimi Mono Ammino Ossidasi (il target farmacologico degli antidepressivi cosiddetti ''[[Inibitore della monoamino ossidasi|MAOI]])'' anche se tale azione non sembra essere significativa alle concentrazioni normalmente raggiunte con l'uso degli estratti.<ref name=":0" />
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=== Altri usi ===
Nella fitoterapia tradizionale, invece, dell'iperico sono state valorizzate principalmente le qualità astringenti, antinfiammatorie e antibatteriche, anche per uso interno ma soprattutto per uso esterno nel trattamento di scottature, [[emorroidi]], [[ferite]], [[ulcera|piaghe]].<ref name="Piamed">"Le piante medicinali", di Roberto Michele Suozzi, Newton&Compton, Roma, 1994, pag.86</ref>
Nel trattamento delle ferite, la sua capacità sembra essere dovuta alla stimolazione della produzione di collagene; gli estratti di iperico sembrano possedere attività antinfiammatorie per inibizione di geni pro-infiammatori come quelli delle COX-2, interleuchine-6 e iNOS.<ref name=":0" />
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=== Interazioni ===
Sono stati svolti numerosi studi per verificare la possibilità di interazioni tra gli estratti di Erba di San Giovanni ed i farmaci di più comune utilizzo. Le loro conclusioni si basano sui risultati dei test di inibizione\induzione di particolari enzimi degradativi deputati alla metabolizzazione dei farmaci. Tuttavia è risultato spesso che i dati ottenuti dagli studi effettuati in vitro non hanno avuto analogo riscontro in vivo. Ad esempio, mentre dai test in vitro gli estratti dell'Erba di San Giovanni sembrano agire come inibitori di molti isoenzimi del Citocromo P450, inclusi CYP2C9, CYP2D6, CYP3A4 (enzima che metabolizza l'80 % dei farmaci in commercio),<ref>{{Cita pubblicazione|nome=J. W.|cognome=Budzinski|nome2=B. C.|cognome2=Foster|nome3=S.|cognome3=Vandenhoek|data=2000-07|titolo=An in vitro evaluation of human cytochrome P450 3A4 inhibition by selected commercial herbal extracts and tinctures|rivista=Phytomedicine: International Journal of Phytotherapy and Phytopharmacology|volume=7|numero=4|pp=273-282|accesso=7 novembre 2023|doi=10.1016/S0944-7113(00)80044-6|url=https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/10969720/}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=R. S.|cognome=Obach|data=2000-07|titolo=Inhibition of human cytochrome P450 enzymes by constituents of St. John's Wort, an herbal preparation used in the treatment of depression|rivista=The Journal of Pharmacology and Experimental Therapeutics|volume=294|numero=1|pp=88-95|accesso=7 novembre 2023|url=https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/10871299/}}</ref>
Per esempio, l'erba di San Giovanni riduce la concentrazione serica dell'antidepressivo [[Amitriptilina]] (substrato del CYP2C9, CYP2D6 e del CYP3A4),<ref>{{Cita libro|nome=John T.|cognome=Schwarz|nome2=Melanie Johns|cognome2=Cupp|titolo=St. John's Wort|url=http://dx.doi.org/10.1385/1-59259-020-9:67|accesso=7 novembre 2023|editore=Humana Press|pp=67-78}}</ref>
L'erba di San Giovanni potrebbe causare alterazioni nel ciclo mestruale di donne che assumono contraccettivi orali, anche se ciò non sembra determinare un aumento il rischio di gravidanze indesiderate, a causa dell'aumento del metabolismo dell'[[estradiolo]] e di tutti i [[Corticosteroide|corticosteroidi]] che sono substrato dell'enzima CYP3A4.
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Il metabolismo della [[carbamazepina]] non risente della contemporanea somministrazione degli estratti di Erba di San Giovanni, nonostante sia anch'essa metabolizzata dal CYP3A4, visto che l'autoinduzione del CYP3A4 da parte del farmaco è maggiore di quella causata dagli estratti dell'erba.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=A. H.|cognome=Burstein|nome2=R. L.|cognome2=Horton|nome3=T.|cognome3=Dunn|data=2000-12|titolo=Lack of effect of St John's Wort on carbamazepine pharmacokinetics in healthy volunteers|rivista=Clinical Pharmacology and Therapeutics|volume=68|numero=6|pp=605-612|accesso=7 novembre 2023|doi=10.1067/mcp.2000.111530|url=https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/11180020/}}</ref> Deve essere posta attenzione alla co-somministrazione degli estratti di Iperico con altri farmaci in grado di aumentare la disponibilità di [[serotonina]], come gli antidepressivi [[Inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina|SSRI]] e [[Inibitori della ricaptazione di serotonina e noradrenalina|SNRI]], a causa del potenziale rischio di sindromi simil-serotoninergiche.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=J. B.|cognome=Gordon|data=1998-03-01|titolo=SSRIs and St.John's Wort: possible toxicity?|rivista=American Family Physician|volume=57|numero=5|pp=950,953|accesso=7 novembre 2023|url=https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/9518947/}}</ref>
Gli estratti dell'Erba di San Giovanni sono in grado di indurre anche la [[P-glicoproteina|P-Glicoproteina]], un enzima implicato nel metabolismo di alcuni farmaci come la digossina, di cui un case-report ha riportato una riduzione delle concentrazioni plasmatiche del 18-25 % (in particolare nel caso di dosi di Iperico superiori a 1 grammo/die di peso secco)
== Note ==
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