Lugo (Italia): differenze tra le versioni

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{{nd|altre località italiane omonime|Lugo#Italia|nocat=1}}
{{organizzare|La voce non segue il [[Wikipedia:Modello di voce/Centro abitato|modello di voce]] nell'impostazione e nei contenuti di alcune sezioni, ridondanti e ricche di informazioni non enciclopediche.|geografia|aprile 2015}}
{{Divisione amministrativa
|Nome = Lugo
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'''Lugo''' (''Lug'' in [[lingua romagnola|romagnolo]]<ref>{{cita web|url=https://www.dialettoromagnolo.it/uploads/5/2/4/2/52420601/ludla_ottobre_novembre_18_k2.pdf|titolo=''La Voja''|sito=dialettoromagnolo.it|accesso=23 maggio 2020}}</ref>, impropriamente detto anche ''Lugo di Romagna''<ref>{{cita web|url=http://www.comune.lugo.ra.it/Comune/Comunicazione-e-Informazione/Comunicati-stampa/Anno-2016/Luglio-2016/12.LUGOCONTEMPORANEA.16-Centro-Storico-di-Lugo-di-Romagna|titolo=12.LUGOCONTEMPORANEA.16|sito=comune.lugo.ra.it|accesso=13 novembre 2018|dataarchivio=14 novembre 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20181114103403/http://www.comune.lugo.ra.it/Comune/Comunicazione-e-Informazione/Comunicati-stampa/Anno-2016/Luglio-2016/12.LUGOCONTEMPORANEA.16-Centro-Storico-di-Lugo-di-Romagna|urlmorto=sì}}</ref> o ''Lugo di Ravenna'') è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di {{Popolazione|ITA}} abitanti<ref name="template divisione amministrativa-abitanti" /> della [[provincia di Ravenna]] in [[Emilia-Romagna]].
 
SituataÈ situato nella [[Pianura Padana|bassa pianura romagnola]], èin caratterizzataun’area interessata da architettureopere di bonifica idraulica e attraversata da una rete di canali. L’impianto urbano, di origine medievale, presenta una maglia viaria riconducibile alla centuriazione romana, con un nucleo storico in cui si qualitrovano la [[Rocca estense di Lugo|Rocca Estense]] e il Pavaglione, porticato settecentesco di funzione mercatale<ref>{{Cita web|url=https://websit.labassaromagna.it/PavVT/|titolo=PAVAGLIONE DI LUGO|sito=websit.labassaromagna.it|accesso=2025-05-21}}</ref><ref>{{Cita web|lingua=Italiano|url=https://www.lugoinromagna.it/it/articles/71/il-pavaglione-quadriportico-del-centro-di-lugo.html|titolo=Il Pavaglione, quadriportico del centro di Lugo|sito=www.lugoinromagna.it|accesso=2025-05-21}}</ref>. La posizione lungo direttrici viarie e ferroviarie ne ha determinato il ruolo di centro amministrativo e mercato per il comprensorio circostante.

È nota per la figura di [[Francesco Baracca]], [[asso dell'aviazione]] della [[Prima guerra mondiale]], cui è dedicato un monumento e un museo<ref>{{Cita web|lingua=it-IT|url=https://www.museobaracca.it/|titolo=Museo Baracca|accesso=2025-05-21}}</ref>.
 
== Geografia fisica ==
=== Territorio ===
Lugo èsi situatatrova nel settore nord-occidentale dell'ampiadella pianura alluvionale che circonda [[Ravenna]], fratra i fiumi [[Santerno]] e [[Senio]]. Il territorio comunale è attraversatocaratterizzato da una fitta rete diidrografica canali,artificiale frae inaturale, qualicomprendente il canaleCanale dei Molini di [[Castel Bolognese]], chee hannoaltri modellatocorsi quested’acqua terrederivati da interventi di bonifica. La superficie comunale misura 117,06 unkm² tempoe allagateinclude diverse frazioni, attraversodistribuite lasia bonificain prossimità del capoluogo sia nelle aree rurali circostanti.
 
=== Clima ===
Il clima che caratterizza Lugo, così come tutte le zone interne pianeggianti della [[Romagna]], è di tipo temperato subcontinentale, con inverni piuttosto freddi e umidi ed estati calde e afose. In autunno e in primavera si formano le nebbie che riducono la visibilità. In inverno possono sopraggiungere nevicate e venti forti da nord-est (bora), e gelate nei giorni in cui c'è il sole con temperature molto basse. Riguardo quest'ultima cosa, nel febbraio 2012 durante la grande ondata di freddo che investì l'Italia, oltre le copiose nevicate si raggiunsero i -11&nbsp;°C in diversi giorni grazie all'effetto [[albedo]].
 
== Origini del nome ==
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== Storia ==
{{Vedi anche|Storia di Lugo}}
Lugo, come centro urbano, ha una origine certa solo nel pieno Medioevo<ref>{{cita news|autore=Erika Berto|url=https://www.archeomedia.net/wp-content/uploads/2013/04/Erika.pdf|titolo=Note sulla problematica della ricostruzione degli assetti territoriali, infrastrutturali ed insediativi dell’area della Bassa Romagna in età romana|pubblicazione=Archeomedia|data=aprile 2013|accesso=22 dicembre 2020}}</ref>. L'area dove sorge il centro abitato, invece, è stata frequentata dall'uomo sin dalla Preistoria.
L’area di Lugo fu frequentata sin dalla Preistoria, con insediamenti neolitici attribuiti alla [[Cultura di Sasso-Fiorano]] e successivi stanziamenti di popolazioni celtiche<ref>Non è attestata la presenza degli Etruschi né degli Umbri, pur presenti in varie parti della pianura cispadana.</ref>. In [[Storia romana|epoca romana]] (III-II secolo a.C.) il territorio fu interessato dalla [[centuriazione]] e da un popolamento sparso, con asse viario principale lungo la [[via Emilia]]. Dopo un periodo di rarefazione insediativa tra V e VIII secolo, dovuto anche a mutamenti climatici e idrografici, la riorganizzazione agraria medievale portò alla formazione della ''massa sancti Hilari'', nucleo originario dell’abitato.
=== Preistoria e antichità ===
In un'area prossima al centro abitato sono stati rinvenuti i resti di un villaggio neolitico della [[Cultura di Sasso-Fiorano]] ([[V millennio a.C.|quinto millennio a.C.]]). La campagna dove sorge Lugo vide popolamenti diversi e successivi sino a tutto il [[V secolo a.C.]]. I primi popoli che si stanziarono nel territorio in epoca storica furono i [[Celti]]<ref>Non è attestata la presenza degli Etruschi né degli Umbri, pur presenti in varie parti della pianura cispadana.</ref>. Il territorio lughese entrò nell'orbita romana negli ultimi decenni del [[III secolo a.C.]]. Come tutto il territorio conquistato dai Romani, fu interessato al fenomeno della [[centuriazione]], avviato nel secolo seguente. Le terre furono assegnate a veterani di guerra, che giunsero in questi territori dopo essere stati congedati dall'esercito. Il popolamento fu sparso: non si verificarono forme di concentramento urbano come si ebbero, invece lungo la [[via Emilia]], considerata il [[decumano]] massimo della centuriazione delle terre strappate ai Celti.<br/>
La centuriazione romana si fermò al sito dell'attuale Fabriago (9&nbsp;km a nord-ovest di Lugo). Ciò significa che, oltre, iniziavano le [[Valle Padusa|valli paludose]]. Il [[Cardine (storia romana)|cardo]] corrispondente a Lugo (la strada provinciale «Quarantola», nome dalla lampante etimologia centuriale) terminava a nord con un porto vallivo. Nei documenti dell'Alto Medioevo è chiamato San Giovanni ''in Lyba'' (da cui prenderà nome una delle valli più grandi della valle Padusa, la ''valle Liba'').
 
Nel 1037 è citato per la prima volta nei documenti un ''castrum'' (fortificazione)<ref>{{cita|A. Vasina|p. 179.|Vasina, 1995}}</ref>. Agli inizi del XIII risale la fondazione del libero comune. Tra XIII e XIV secolo Lugo passò sotto il controllo di diverse signorie e poteri comunali, fino all’ingresso stabile nei domini estensi nel 1437<ref>{{Cita news|autore=Samuele Taroni|url=http://www.regioneromagna.org/?q=e-rumagnol|titolo=L'origine della Romagna estense|pubblicazione=È Rumagnol|città=Forlì|data=marzo 2013|p=3|accesso=13 marzo 2013|cid=no}}</ref>. Durante il governo estense furono realizzate opere idrauliche sul [[Santerno]], tracciate nuove strade, sviluppate attività mercantili e favorita la presenza della comunità ebraica<ref name="ebraica3">AA.VV., ''La comunità ebraica a Lugo di Romagna'', Lugo, Walberti 1795, 2014.</ref>.
La presenza romana durò sei secoli. A partire dal [[V secolo]] d.C. iniziò un periodo di peggioramento climatico. Il raffreddamento della temperatura durò ben tre secoli causando il progressivo spopolamento del territorio tra i fiumi [[Santerno]] e [[Senio]] (ovvero dove sorgerà Lugo)<ref name="ref_A">Norino Cani, ''Lugo e la Bassa Romagna tra Ostrogoti, Bizantini e Longobardi (V-VIII secolo)'', Lugo, 2012.</ref>. Senza la manutenzione umana dei canali e dei corsi d'acqua naturali, il territorio si riempì progressivamente delle acque fluviali ristagnanti. I fiumi tornarono a spagliare nella pianura. Dopo alcuni secoli, il livello del terreno al tempo dei romani rimase coperto da circa 1,5 metri di depositi alluvionali. La temperatura tornò ottimale nell'[[VIII secolo]].<br />
Solo a partire dal [[XIII secolo]] la rete di strade ortogonali, tipica della centuriazione, fu ricostruita, anche se le dimensioni del reticolo non coincisero con quelle dei tempi dei romani: le vie ortogonali infatti furono allineate ai cardini e decumani del territorio di Ravenna<ref>{{cita|A. Vasina|p. 172.|Vasina, 1995}}</ref>.
 
Nel 1598 Lugo passò allo [[Stato Pontificio]], mantenendo alcune prerogative locali. Nei secoli XVII e XVIII consolidò il ruolo di centro di mercato e di scambio per la [[Romagna]], con il [[Pavaglione]] come struttura mercatale principale. In questo periodo si svilupparono attività legate alla [[seta]] e si dotò la città di edifici pubblici come il [[Teatro Rossini (Lugo)|teatro]] e il Collegio Trisi. Nel 1796 fu teatro di una rivolta contro le truppe napoleoniche, conosciuta come [[Sommossa e Sacco di Lugo]].
=== Medioevo ===
[[File:Lugo Pilastrino via Paurosa.jpg|thumb|Pilastrino di via Paurosa. Il pilastrino votivo indica il luogo dove nell'XI secolo sorse l'abitato della ''massa sancti Hilari''.]]
Nell'Italia bizantina il territorio era organizzato in "fondi" (dal [[lingua latina|latino]] ''fundus'', podere = appezzamento di circa 60 ettari). Un insieme di ''fundi'' (poderi), tutti dello stesso proprietario, con almeno una chiesa, costituiva una ''massa''. Nella zona a sud della direttrice via Villa-via Cento vi era un agglomerato di fondi denominato ''massa sancti Hilari'' (o ''Ilarii''). È importante spiegare da dove viene la dedicazione, perché è connessa con l'origine di Lugo. Nel VI secolo [[Ellero di Galeata|Sant'Ilaro]] (Ellero) fondò un monastero a [[Galeata]], località dell'[[Appennino forlivese]]. Dopo la sua morte il monastero divenne una stazione di sosta nel cammino dei pellegrini diretti alla [[valle del Tevere]] (e quindi a Roma), tanto che in paese fu allestito un ospizio. Si può dedurre, quindi, l'esistenza di un percorso nord-sud (parallelo e alternativo rispetto alla via Romea ravennate) le cui tappe erano: [[Ferrara]], [[Argenta]], il porto vallivo di ''Lyba'', le vie Quarantola e Felisio, la [[via Emilia]] sino a [[Forlì]], poi il superamento degli Appennini attraverso la [[valle del Bidente]], lungo la quale si trova Galeata<ref>AA. VV., ''Le Vie dei Romei nella Regione Emilia-Romagna'', Bologna 1997, Regione Emilia-Romagna. Assessorato Turismo.</ref>. Lugo fu fondata su questo percorso.
 
Nell’Ottocento, dopo la [[Restaurazione]], Lugo fu coinvolta nei moti risorgimentali e nel 1859 entrò a far parte del [[Regno di Sardegna]], poi [[Regno d'Italia]]. L’economia rimase prevalentemente agricola, con un mercato settimanale di rilievo sovraregionale, ma si svilupparono anche attività industriali e cooperative. Alla fine del secolo si affermarono movimenti politici di orientamento repubblicano e socialista.
La maggior parte dei ''fundi'' che componevano la ''massa sancti Hilari'' era di proprietà dei monasteri dell'[[arcidiocesi di Ravenna-Cervia|arcidiocesi di Ravenna]]<ref>I monasteri di San Martino Confessore, Sant'Andrea Maggiore e Santa Maria in Cereseo.</ref>, pur ricadendo nella [[diocesi di Imola]]. Nel territorio non vi era una fonte battesimale: esercitavano la loro giurisdizione le pievi di [[Barbiano (Cotignola)|Barbiano]]<ref>Il più antico documento che attesta la giurisdizione di Barbiano è datato 1037.</ref> e di Bagnacavallo ([[Pieve di San Pietro in Sylvis|San Pietro ''in Sylvis'']]).
 
Durante la [[prima guerra mondiale]] Lugo visse l'epopea di [[Francesco Baracca]], asso dell'aviazione mondiale capace di abbattere 34 aerei nemici. Durante il conflitto la città subì perdite significative. Nel corso della [[seconda guerra mondiale]] il fronte si attestò lungo il [[Senio]] fino alla liberazione, avvenuta il 10 aprile 1945 ad opera di reparti alleati. Nel dopoguerra la città consolidò il proprio ruolo di centro amministrativo e commerciale della Bassa Romagna, con una progressiva espansione urbana. <br/>
Appartenevano alla pieve di S. Stefano in Barbiano i fondi<ref>{{cita|A. Vasina|p. 178.|Vasina, 1995}}</ref>:
Tra gli eventi recenti si ricorda l’[[Alluvione dell'Emilia-Romagna del 2023]]<ref>{{Cita web|lingua=it|url=https://www.ilrestodelcarlino.it/ravenna/cronaca/lugo-sottacqua-linondazione-arriva-dopo-le-22-pavaglione-allagato-920d7a62|titolo=Lugo sott’acqua L’inondazione arriva dopo le 22 Pavaglione allagato|sito=Il Resto del Carlino|accesso=2023-05-19}}</ref>.
# "Cento" (citato per la prima volta il 14 novembre [[950]])<ref>Esiste una menzione più antica di un fondo ''Cento'', che è citato in un documento del [[782|782 d.C.]], ma la sua localizzazione appare incerta.</ref>
# "Biancanigo" (la cui più antica attestazione risale al 18 febbraio [[981]])<ref>Nel documento in questione sono nominati insieme i fondi di ''Centum et Blancanicum quae sunt in Massa Sancti Hilari''. Il fondo Cento, dunque, faceva parte, assieme al fondo Biancanigo, della ''massa Sancti Hilari''.</ref>;
# "Stiliano" (citato per la prima volta in un documento del [[1071]]; in esso sorgeva l'unica chiesa della ''massa'', intitolata a Sant'Ilaro).
Appartenevano alla pieve di San Pietro ''trans Sylvas'' (vecchio nome di S. Pietro ''in Sylvis'') i fondi:
# "Sala" (di esso si ha notizia il 15 gennaio [[964]]);
# ''Marcianiculo'' o ''Marzanigolo'' (che compare dall'anno 1033);
# "Lucus" (che trova menzione nel [[1111]]).
[[File:Lugo-disegno rocca.jpg|thumb|upright=0.9|Disegno (di anonimo) della rocca estense (XV secolo)]]
[[File:Statuti Lugo.jpg|thumb|upright=0.9|Frontespizio degli Statuti della comunità lughese (1493)]]
Nel [[1037]] è citato per la prima volta nei documenti un ''castrum'' (fortificazione)<ref>{{cita|A. Vasina|p. 179.|Vasina, 1995}}</ref>. Attorno al ''castrum sancti Hilari'' iniziarono a formarsi dei ''burgus'', ovvero i primi nuclei di abitazioni. Un piccolo borgo è documentato nel 1115. Durante la lotta tra Papato e Impero (1154-1183) nel [[1161]] i [[conti di Cunio]], alleati di [[Federico I Barbarossa]], strapparono la ''massa sancti Hilari'' alla Chiesa ravennate<ref>{{cita|M. Martelli|p. 47|Martelli, 1984}}.</ref>. Nel [[1198]] il legato di [[papa Innocenzo III]] ottenne la sua restituzione e nel [[1202]] l'arcivescovo di Ravenna, Alberto Oselletti, iniziò la costruzione di un nuovo ''castrum'' posto 1,5&nbsp;km a nord della massa.
 
Nel [[1218]] il ''castrum'' fu conquistato e distrutto dai Faentini (guidati dal podestà Talamaccio di Cremona), cui si allearono i conti di Cunio. I lughesi dovettero accettare le condizioni del vincitore per ottenere la pace: smantellamento della fortificazione, pagamento di un riscatto per gli ostaggi e trasferimento di molti abitanti nel contado faentino, su terre che necessitavano di nuove braccia da lavoro. Negli anni immediatamente successivi il livello di vita dei lughesi peggiorò notevolmente. Nei documenti dell'epoca l'abitato è definito semplicemente come ''villa''. Risale al [[1224]] il primo documento nel quale appare l'antico nome di Lugo: è una [[bolla pontificia|bolla]] di [[papa Onorio III]] in cui il pontefice conferma a Simeone, arcivescovo di Ravenna, i possedimenti dell'arcidiocesi ravennate. Vi si legge ''villam Luci cum curtibus''<ref>Si veda la ricostruzione etimologica fatta nel XVIII secolo da [[Francesco Leopoldo Bertoldi]]: ''Notizie istoriche dell'antica selva di Lugo''. Faenza: Rinaldi, 1794.</ref>, che in testi cronologicamente successivi diventa ''villa lugi''. La pronuncia gutturale della "g" determinò poi il toponimo.
 
Il popolamento del territorio riprese alla metà del secolo. I campi furono bonificati dalle acque e la rete ortogonale di romana memoria fu ricostruita, partendo da ciò che era sopravvissuto: in alcune zone più elevate, infatti, l'antico disegno centuriale non si era cancellato del tutto. Dal 1232 Rainiero di Cunio tenne in pugno la cittadina per sedici anni<ref>{{cita|M. Martelli|p. 57|Martelli, 1984}}.</ref>. Nel 1248 Rainiero dovette cedere il potere al Senato di [[Bologna]], che aveva ottenuto da [[papa Innocenzo IV]] la sovrintendenza generale sulla Romagna<ref>{{cita|M. Martelli|p. 61|Martelli, 1984}}.</ref>. Lugo venne nominata sede del distretto che comprendeva i centri abitati della diocesi d'Imola a nord della [[via Emilia]] (''subtus Stratam''). A Lugo si insediò il podestà. In un documento del 1256 Lugo tornò ad essere denominata ''castrum''. Nel [[1273]] il comune<ref>La prima attestazione dell'esistenza di un comune risale al 1213, prima ancora che apparisse il toponimo ''Lugo''. Cfr. {{cita|A. Vasina|p. 184.|Vasina, 1995}}</ref> acquistò il plebato di Santa Maria in Fabriago ({{formatnum:5200}} ettari), aumentando notevolmente la propria superficie<ref>{{cita news|autore=Giovanni Baldini|titolo=750 anni fa Lugo "comprò" il plebato di Fabriago|pubblicazione=Giornale di massa|data=febbraio 2014}}</ref>. Iniziò un movimento migratorio convergente dai paesi vicini.
 
Durante le guerre che coinvolsero la Chiesa e le [[Signorie]] per il possesso delle terre romagnole nel corso dei secoli XIII e XIV, Lugo passò più volte di mano. Nel [[1278]] fu restituita dai [[Guelfi]] bolognesi alla Santa Sede. Dieci anni dopo, nel [[1288]], la distinzione ''subtus/super Stratam'' fu cancellata. Nel [[1296]] fu definitivamente distrutto il ''castrum'' di Cunio. L'anno seguente Lugo fu conquistata dalla compagnia di [[Uguccione della Faggiuola]], alla testa dei [[Ghibellini]] romagnoli. Il predominio dei Ghibellini fu di breve durata: il 29 aprile [[1299]] Lugo tornò alla Chiesa ravennate in base a un trattato tra guelfi (Bologna) e ghibellini (Imola, Faenza, Cesena e Forlì)<ref>{{cita|M. Martelli|p. 65|Martelli, 1984}}.</ref>. Nel [[1307]] l'arcivescovo di Ravenna la donò al comune di [[Bologna]]. Appena due anni dopo fu presa dai conti di [[Cunio]] (insediatisi nella rocca di [[Barbiano (Cotignola)|Barbiano]]) e data nuovamente alla Chiesa ravennate. Affidata nel [[1333]] al governo della famiglia [[Guido da Polenta|da Polenta]] di Ravenna, nel [[1338]] fu presa dai [[Pepoli]] di Bologna, ai quali fu sottratta nel [[1352]] dai [[Visconti]] di [[Milano]] (che la tennero fino al [[1367]]).<ref>[[Lucio Gambi]], «Il censimento del cardinale Anglic in Romagna nell'anno 1371» in ''Rivista Geografica Italiana'', dicembre 1947, pp.221-249.</ref>
 
Nel [[1367]] Lugo passò alla Chiesa ravennate, ma non definitivamente. Il 28 febbraio [[1376]] il feudo entrò per la prima volta nell'orbita del casato degli [[Este]] di [[Ferrara]]<ref>{{cita|M. Martelli|p. 80|Martelli, 1984}}.</ref>. Il marchese [[Niccolò II d'Este|Niccolò II]] (1338-1388) lo prese in affitto dalla Santa Sede per otto anni. La concessione fu rinnovata più volte finché, nel [[1395]] [[Manfredo da Barbiano|Manfredo]] e [[Giovanni da Barbiano]] la sottrassero agli Este con l'inganno. Nonostante nel [[1408]] venissero sconfitti dalle milizie del cardinale [[Baldassarre Cossa]], i [[da Barbiano]] conservarono la signoria di Lugo fino al [[1436]]<ref>{{cita|M. Martelli|pp. 96-97|Martelli, 1984}}.</ref>. In quell'anno lasciarono definitivamente la [[Romagna]] e presero possesso del castello di [[Belgioioso]], in Lombardia.
 
=== Lugo nel Ducato di Ferrara ===
L'anno seguente si compì il passaggio definitivo di Lugo agli Este di Ferrara. Il 24 gennaio [[1437]] Nicolò III acquistò dalla [[Santa Sede]] il territorio di Lugo, divenendone così proprietario. Gli Este prevalsero su Nicolò Piccinino, comandante al servizio del duca di Milano, anch'egli pretendente al feudo lughese<ref>{{Cita news|autore=Samuele Taroni|url=http://www.regioneromagna.org/?q=e-rumagnol|titolo=L'origine della Romagna estense|pubblicazione=È Rumagnol|data=marzo 2013|città=Forlì|p=3|accesso=13 marzo 2013|cid=no}}</ref>. I nuovi signori posero Lugo come capoluogo dei propri possedimenti in Romagna. La affrancarono dalla giurisdizione ecclesiastica di Barbiano; fecero costruire la ''via nova'' (poi via Fiumazzo), una strada rettilinea in direzione di Ferrara che tagliava diagonalmente la centuriazione; protessero gli [[ebrei]], attestati a Lugo sin dal XIII secolo<ref name="ebraica">AA.VV., ''La comunità ebraica a Lugo di Romagna'', Lugo, Walberti 1795, 2014.</ref>. La comunità ebraica di Lugo fiorì tra il XV e il XVI secolo, soprattutto negli studi [[talmud]]ici. Gli Estensi consentirono agli ebrei provenienti da [[Spagna]] e [[Portogallo]] di stanziarsi nella cittadina romagnola<ref>Non a caso la maggioranza dei cognomi degli ebrei lughesi è [[sefarditi|sefardita]]: Jacchia (da Yachya), Samaya, Caffaz, Pinto e Saralvo.</ref>. La comunità ebraica lughese raggiunse la vetta della sua importanza culturale e religiosa con i rabbini Samuele Del Vecchio e Beniamino Raffaele da Arezzo. Da Lugo proviene il famoso codice Kaufmann della [[Mishnà]], conservato a [[Budapest]] e realizzato nell'[[XI secolo]] nell'Italia meridionale. L'eccellente patrimonio librario della comunità ebraica di Lugo è disseminato in diverse biblioteche europee, statunitensi e israeliane<ref>Mauro Perani, ''Italia “paniere” dei manoscritti ebraici e la loro diaspora...'', in «La Rassegna mensile di Israel», vol. 82, n. 2-3.</ref>.
 
Con gli Este Lugo divenne il più importante centro amministrativo, oltre che mercantile, della Romagna estense. Gli Este si occuparono anche del riassetto del [[Santerno]], il fiume che solca il territorio lughese. Nel [[1460]] il letto fu innalzato; il Santerno divenne il primo fiume ad essere arginato e condotto dall'uomo nel [[Po di Primaro]]. L'investimento necessario per realizzare l'opera ammontò ad oltre {{formatnum:33703}} lire<ref>{{cita|M. Martelli|p. 146|Martelli, 1984}}. La cifra esatta fu di 33703,13,8, non precisamente traducibile nell'odierno sistema decimale.</ref>, ripartite tra Ferrara e Lugo. Dopo che il fiume fu messo in sicurezza, sorsero lungo la sua riva destra nuovi centri abitati: Ca' di Lugo (fondata nel punto di intersezione tra la nuova strada voluta dagli Este e il Santerno), Bizzuno (1472), San Lorenzo ''in Selva'' (1473) e San Bernardino ''in Selva'' (1475)<ref>AA. VV., ''L'uomo e le acque in Romagna. Alcuni aspetti del sistema idrografico nel '700'', Bologna, CLUEB, 1981, p. 11.</ref>.
 
Nel [[1471]] [[Borso d'Este]] fu insignito del titolo di Duca. Nel suo viaggio verso l'Urbe (dove ricevette l'[[investitura]] da papa [[Papa Paolo II|Paolo II]]) volle passare da Lugo, dove fu acclamato dalla popolazione. Nel [[1474]] il comune di Lugo acquistò la contea di Donigallia (territorio compreso tra Lugo e [[Fusignano]]); l'anno seguente incamerò Guercinoro (sito nella zona di [[Villa San Martino (Lugo)|Villa San Martino]]). Nel [[1506]] furono determinati i confini settentrionali del territorio lughese. Nell'aprile di quell'anno gli Este stipularono un compromesso con il Comune di Ravenna, all'epoca soggetto alla [[Repubblica di Venezia]], con cui furono fissati i confini tra le rispettive giurisdizioni. In conseguenza di questo atto, passarono agli Este tutti i territori a sud della «via Reale» (odierna [[Strada statale 16 Adriatica|S.S. 16 «Adriatica»]]). Su queste terre sorgeranno gli abitati di [[Giovecca]], Frascata e [[Voltana]]. Negli anni tra il [[1516]] e il [[1518]] il governatore di Lugo ottenne il permesso dal duca di Ferrara di revisionare gli Statuti cittadini per uniformarli a quelli ferraresi. I nuovi Statuti furono approvati da [[Alfonso I d'Este]] il 29 novembre 1518<ref>{{cita|M. Martelli|p. 128 (Nota 45)|Martelli, 1984}}.</ref>. Nel [[1528]] il duca di Ferrara strinse un'alleanza con l'imperatore [[Carlo V]], che garantì la sicurezza dei confini del ducato contro eventuali attacchi dell'esercito pontificio. Il duca però dovette accettare la presenza di ben 4.000 soldati spagnoli sul suo territorio. I soldati furono acquartierati a Lugo e la popolazione locale dovette contribuire al loro mantenimento<ref>{{cita|M. Martelli|p. 126|Martelli, 1984}}.</ref>. Nel [[1544]] Lugo si dotò di un grande orologio da torre. Fu eretto sul frontone del palazzo comunale<ref name="MMartelli">{{cita|M. Martelli|p. 132|Martelli, 1984}}.</ref>.
 
=== Dagli Estensi allo Stato Pontificio ===
Nel [[1581]] il [[Inquisizione|Tribunale dell'Inquisizione]] condannò a morte per [[eresia]] [[Andrea Relencini]]. Originario di Modena, viveva nella cittadina romagnola da diversi anni come tornitore ed intagliatore<ref>AA.VV., ''Le istituzioni religiose nella storia del territorio'', Lugo, Walberti, 2001, p. 169.</ref>. Nel [[1887]] il Comune fece murare una lapide sull'esterno della rocca estense a ricordo dell'infausto avvenimento<ref>[[Eraldo Baldini]] e [[Giuseppe Bellosi]], ''Misteri e curiosità della Bassa Romagna'', Il Ponte Vecchio, Cesena 2017, pp. 65-69.</ref>.
 
Nel [[1598]], estintosi il ramo diretto dei signori d'Este, il Ducato di Ferrara ritornò allo [[Stato della Chiesa]], com'era stato pattuito nell'iniziale [[investitura]]. Lugo, così come le località circostanti, furono inseriti nella neonata [[Legazione di Ferrara (1598-1796)|Legazione di Ferrara]]. La cittadina romagnola non perse i privilegi ricevuti dagli Este: esenzione dai dazi, permesso di esportare prodotti non essenziali senza dazi, libertà di mercato senza tasse, esenzione da tributi per il mantenimento di truppe (a meno che non fossero stanziate in città), mantenimento dell'istituzione comunale<ref>AA.VV., ''Le istituzioni religiose nella storia del territorio'', Lugo, Walberti, 2001, p. 164.</ref>. Sempre nel 1598 [[papa Clemente VIII]] intraprese un viaggio nei nuovi territori. Il luogo prescelto per la sosta di una notte fu proprio Lugo (6 maggio 1598).
 
Negli anni successivi si cominciò a parlare della costruzione di un ghetto per gli ebrei. Fino ad allora la popolazione ebraica di Lugo aveva sempre vissuto accanto a quella cristiana (la sinagoga era situata nell'odierno vicolo Strocchi) e la popolazione si era addensata soprattutto lungo via del Limite (attuale corso Garibaldi)<ref>Ha assunto questo nome nel 1887.</ref>. Ora invece anche gli ebrei lughesi dovettero sottostare alle leggi pontificie. Per essere riconosciuti dovettero indossare sul cappello un distintivo giallo detto lo "Sciamannino"<ref name="Filippi">{{cita libro|Daniele| Filippi | Il ritorno del Busto di Sant'Ilaro | 2011|Edit Faenza| Faenza}}</ref>. Nel [[1638]] papa [[Urbano VIII]] impose agli ebrei dell'ex Ducato ferrarese di rimanere soltanto in tre città: Ferrara, Cento e Lugo. Per l'ubicazione del ghetto lughese fu scelto l'ultimo tratto di via Codalunga (oggi corso Matteotti). Gli ebrei si trasferirono nella nuova zona, sinagoga compresa: il tempo fu edificato al secondo piano del n. 70 di Corso Matteotti. La proprietà delle case rimase ai cristiani della zona, che le concessero in affitto perpetuo<ref name="ebraica" />. Nel ghetto affluirono non solo i lughesi, ma tutti gli ebrei di [[Bagnacavallo]], [[Cotignola]], [[Massa Lombarda]] e [[Fusignano]]. La popolazione ebraica di Lugo crebbe così velocemente da raggiungere in pochi anni il 10% della popolazione<ref>{{cita libro | nome= Elena| cognome= Lolli| titolo= Il ''Pinqas Ha-Niftarim'' della comunità ebraica di Lugo di Romagna per gli anni 1658-1825| anno= 2019| editore= [[Università di Bologna]] |url= https://amsdottorato.unibo.it/8786/1/lolli_elena_tesi.pdf}} (tesi di dottorato)</ref>. Nella comunità fu sempre presente un [[rabbino]] fino al 1839. Ebrei lughesi noti furono [[Agide Jacchia]] (musicista, 1875-1932) e il fratello Rambaldo (aviatore, 1876-1922, fondatore della prima società italiana di aviazione), [[Arrigo Jacchia]] (giornalista, 1891-1963), [[Giulio Salvatore Del Vecchio]] (1845-1917) e [[Gustavo Del Vecchio]] (1883-1972)<ref name="ebraica" />.
 
{{approfondimento|allineamento=destra|larghezza=240px|titolo=Popolazione ebraica a Lugo|contenuto=
* 606 nel 1613 (si dovettero trasferire in via Codalunga nel 1639)
* 242 nel 1703
* ca. 400 nel 1732<ref>L'aumento fu dovuto alle immigrazioni.</ref>
* 643 nel 1797
* 456 nel 1811
* ca. 300 nel 1830
* ca. 20 nel 1933<ref>Dopo l'[[unità d'Italia]] cominciò una consistente emigrazione verso le città, soprattutto [[Bologna]] e [[Ferrara]]. Nel 1930 la comunità ebraica di Lugo passò sotto la giurisdizione di Ferrara.</ref>
* ca. 10 nel 1970
Nel 1944 ventisei ebrei lughesi furono deportati nei [[Campo di sterminio|campi di sterminio]].
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<small>Fonti: a) fino al 1811: don Mino Martelli, ''Storia di Lugo di Romagna in chiave francescana'', Walberti, Lugo, 1984; b) dopo il 1811 ''La comunità ebraica a Lugo di Romagna'', Lugo, Walberti, 2014.</small>
}}
Nel [[XVII secolo]] il problema della regimentazione delle acque dei fiumi [[Santerno]] e [[Senio]] si acuì enormemente. Dopo la rotta del Santerno del 1597 (o 1598), furono effettuati nuovi interventi. Nonostante ciò, si ebbero nuove inondazioni a San Bernardino e a Lavezzola. Bonifiche successive furono svolte a San Bernardino, ma negli anni successivi le rotte, alternate, del Senio e del Santerno divennero eventi normali, trasformando le zone di San Lorenzo e San Bernardino in paludi<ref name="ponseggi">{{cita web|url=http://www.ponseggi.it/sabbatino/STOLUG.html|titolo=Storia di Lugo|accesso=5 aprile 2016}}</ref>.
 
Come se non bastassero le inondazioni, il Seicento lughese fu funestato anche dalla [[peste]]. L'[[Peste del 1630|epidemia del 1630]] (la “peste manzoniana”) provocò un calo di circa duemila abitanti, facendo scendere la popolazione dalle {{formatnum:5756}} unità del 1583 alle {{formatnum:3818}} del 1632<ref>{{cita|M. Martelli|p. 157|Martelli, 1984}}.</ref>. Infine, fra il 1641 e il 1644 Lugo fu coinvolta nella [[guerra di Castro]]: mille lughesi vennero arruolati. Si ebbero morti e povertà per il passaggio delle truppe sul territorio<ref name="ponseggi"/>.
 
Nel corso del XVII secolo sorsero le prime tre industrie: fabbricazione di polvere da [[schioppo]] (1639); produzione del ghiaccio (nella rocca, in via Cento e nelle fosse di S. Francesco); del filo del [[baco da seta]]. Il permesso di istituire il mercato della seta era stato ottenuto nel [[1609]] da Roma<ref name="MMartelli_A">{{cita|M. Martelli|p. 149|Martelli, 1984}}.</ref>. Alla fine del XVII secolo Lugo contava {{formatnum:5353}} abitanti.
 
=== XVIII secolo ===
Il secolo XVIII fu per la gran parte un periodo di pace in Romagna. La città di Lugo crebbe in prosperità e ricchezza. Il mercato del mercoledì iniziò ad attirare gente anche da altre città. I generi maggiormente trattati erano: [[Triticum|grano]] e altri [[cereali]], [[uva|uve]] e [[vino|vini]], [[bovini]] e, soprattutto, la [[seta]], i cui bozzoli (che erano richiesti anche dai mercanti toscani) venivano commerciati a quintali<ref>Il fiorente commercio di bozzoli di seta continuò fino al XX secolo inoltrato.</ref>.
 
Situata in posizione centrale fra le tre [[Legazione di Bologna (1540-1796)|Legazioni di Bologna]], [[Legazione di Ferrara (1598-1796)|Ferrara]] e [[Legazione di Romagna|Romagna]], Lugo era divenuta il principale emporio dei tre territori e la città più ricca del ravennate. La Fiera del paese, che si teneva ogni due anni, era la più ricca di tutto lo Stato Pontificio, dopo quella di [[Senigallia]].
 
Alla metà del [[XVIII secolo]], Lugo si era dotata anche di un moderno teatro, uno dei primi teatri settecenteschi della Romagna<ref>Poi denominato [[Teatro Rossini (Lugo)|Teatro Rossini]], la costruzione risale al 1757-61.</ref>. In città aveva sede dal [[1674]] un istituto di istruzione superiore come il Collegio Trisi<ref name="ReferenceB">{{cita|M. Martelli|p. 153|Martelli, 1984}}. Per l'istruzione femminile si dovette attendere il 1765 con la scuola delle Maestre Pie.</ref>. In questo periodo, Lugo contava circa {{formatnum:6000}} abitanti.
 
Negli ultimi decenni del secolo avvennero: il trasferimento del Collegio Trisi da via Codalunga ad un ampio Palazzo che si affaccia sul Pavaglione (1774)<ref>Oggi Palazzo Trisi, sede della biblioteca comunale. Il vecchio Collegio era stato chiuso nel 1763.</ref>, la ristrutturazione della Chiesa del Carmine, l'edificazione della nuova chiesa di San Francesco, la costruzione di un nuovo ponte in pietra sul [[Senio]] e la sistemazione di varie strade e piazze<ref>{{cita libro|AA. | VV. | La Romagna nella Legazione ferrarese | 1988 | Centro Studi Romandiola | Lugo}}</ref>.
 
Alla fine del XVIII secolo la città contava {{formatnum:8000}} abitanti e con il contado superava i {{formatnum:16000}}. Il secolo terminò con un evento bellico che a Lugo lasciò tracce profonde: il [[sommossa e sacco di Lugo|sacco dei francesi]]<ref>In precedenza, Lugo era già stata vessata da truppe straniere, a causa della sua prosperità: aveva dovuto versato un tributo di {{formatnum:30000}} scudi al passaggio di truppe straniere durante le [[Guerra di successione polacca|guerre di successione di Polonia]] (1733-1739) e d'[[Guerra di successione austriaca|Austria]] (1740-48).</ref>. Nel [[1796]] l'esercito di [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]] invase l'Italia. Alla caccia di bottino, le truppe francesi si spinsero fino alla Bassa Romagna. Tutte le città e i paesi incontrati alzarono [[bandiera bianca]]. Solo a Lugo i napoleonici incontrarono resistenza.<br />La rivoltà cominciò il 30 giugno quando durante l'opera di requisizione, venne confiscato anche il veneratissimo busto del patrono [[Ellero di Galeata|sant'Illaro]]. Fu gettato sopra gli altri oggetti, come un qualsiasi soprammobile. Il popolo insorse per il grave oltraggio e, appoggiato dai conti Manzoni e dal clero, mise in fuga i soldati e si impossessò del paese. Intervenne il vescovo di [[Diocesi di Imola|Imola]], il cardinal Chiaramonti (futuro [[papa Pio VII]]) che, temendo il peggio, propose una mediazione. Ma i sollevati non accettarono. La vendetta francese fu dura: dopo un primo assalto, che fu respinto, il 7 luglio i napoleonici, guidati dal generale [[Pierre François Charles Augereau|Augereau]], abbatterono le resistenze a colpi di cannonate. Per un giorno intero Lugo fu teatro di un terribile saccheggio.
 
Nel [[1798]] i francesi introdussero in tutta la [[Repubblica Cisalpina]] la [[coscrizione]] obbligatoria per i maschi dai 18 ai 26 anni. L'aliquota lughese fu indicata in 39 unità poi largamente superata<ref>{{cita|M. Martelli|pp. 241-242|Martelli, 1984}}.</ref>. Le guerre delle coalizioni anti-francesi si susseguirono, così come si susseguì il passaggio di truppe sul territorio lughese: nel solo anno 1799 ben {{formatnum:9168}} soldati (sommando francesi e austriaci) transitarono per Lugo<ref>{{cita|M. Martelli|p. 245|Martelli, 1984}}.</ref>.
 
=== XIX secolo ===
Nel [[1805]] fu inaugurato il servizio di illuminazione pubblica (ad olio). Furono piazzati 42 lampioni, di cui 28 all’interno della città e 14 nella circonvallazione<ref>«Il Messaggero», Lugo, 15 giugno 1946, n. 23.</ref>. Nel [[1806]] fu costruito il nuovo cimitero che, per le leggi del governo laico francese, doveva sorgere fuori dell'abitato. Per non turbare troppo la sensibilità dei lughesi, fu edificato nello spazio antistante il Santuario del Molino<ref>Anna Tamburini (a cura di), ''Lugo, il volto della città'', 1992, p. 95.</ref>. In occasione della Fiera del [[1809]] si svolse una dimostrazione pubblica di volo con “macchina aerostatica” (la [[mongolfiera]]) da parte dell'aeronauta Filippo Silvestrini<ref>{{cita web|url=http://www.bibliotecatrisi.it/Archivio-notizie/I-lughesi-e-il-sogno-del-volo|titolo=I lughesi e il sogno del volo|accesso=2 giugno 2019}}</ref>.
 
La dominazione francese ebbe termine nel [[1814]]. Con la [[Restaurazione]] Lugo tornò a far parte dello Stato Pontificio. L'evento fu festeggiato pubblicamente il 20 luglio 1815<ref>Sante Medri, ''Cultura e società a Lugo dal '600 al '900'', Imola, La Mandragora, 2001, p. 121. La cittadina fu reinserita nella [[Legazione di Ferrara]].</ref>. Nel [[1817]] [[papa Pio VII]] concesse a Lugo il [[Titolo di città in Italia|titolo di Città]] perché rimase fedele ai valori del trono e dell'altare anche durante l'occupazione armata francese.
 
Negli anni seguenti si diffusero a Lugo, come in tutti i principali centri della [[Romagna pontificia]], le idee mazziniane e sorsero circoli [[Carboneria|carbonari]]. Nel [[1831]] molti lughesi parteciparono ai moti rivoluzionari; i repubblicani costituirono la [[Guardia nazionale italiana|Guardia nazionale]], corpo di cittadini armati. L'intervento dell'esercito austriaco ne impose lo scioglimento. Nel [[1848]] lo Stato Pontificio introdusse la Guardia civica, un corpo militare formato dai ceti urbani, per la tutela dell'ordine pubblico.
 
Nel [[1848]] allo scoppio della [[Seconda guerra d'indipendenza italiana|seconda guerra d'indipendenza]], il Papa dichiarò la neutralità dello Stato della Chiesa. Nonostante ciò, 250 lughesi si arruolarono volontari e combatterono in [[Veneto]] inquadrati nel Battaglione del Senio. L'anno seguente, tre alte personalità di Lugo ebbero un ruolo preminente nella nascita della [[Repubblica Romana (1849)|Repubblica Romana del 1849]]: [[Giacomo Maria Manzoni (politico)|Giacomo Maria Manzoni]], Silvestro Gherardi e Giacomo Pescantini, che furono membri della Costituente. I primi due fecero anche parte del governo: Manzoni fu ministro delle Finanze, Gherardi fu titolare dell'Istruzione. Nel [[1855]] Lugo fu tra le città colpite dall'epidemia di [[colera]] che attraversò la regione. Nel 1857 [[papa Pio IX]] intraprese un viaggio nelle città romagnole. Il pontefice si fermò due volte a Lugo, nell’andata e nel ritorno da [[Ravenna]], il 25-26 luglio.
 
L'amministrazione pontificia in Romagna terminò definitivamente nel [[1859]]: il 13 giugno, infatti, i liberali lughesi insediarono nella Rocca un governo provvisorio. Il 27 dicembre dello stesso anno furono ridisegnate le circoscrizioni territoriali; il Comune di Lugo, insieme a tutta la [[Romandiola]] fu aggregato alla [[Provincia di Ravenna]]. L'evento fu ricordato nel 1909 con l'apposizione di una lapida (tuttora visibile) sul bastione ovest della Rocca estense, il cui testo fu dettato da Fausto Balbo, direttore della Biblioteca Trisi<ref>Fausto Balbo era il fratello maggiore di [[Italo Balbo]]. La loro madre, Malvina Zuffi, era lughese.</ref>.
 
L'11-12 marzo 1860 si tenne nelle ex Legazioni pontificie il [[Plebisciti risorgimentali#Plebisciti del 1860|plebiscito di annessione al Regno di Sardegna]]. Il 17 marzo [[1861]] fu proclamato il Regno d'Italia. Nel [[1866]] 450 lughesi parteciparono come volontari alla [[terza guerra d'indipendenza]], l'anno dopo in 200 seguono Garibaldi nella campagna dell'Agro romano che terminò tragicamente a [[Battaglia di Mentana|Mentana]]. Vi morirono due lughesi: il conte Giulio Bolis e Francesco Bosi<ref>Il garibaldino Valentino Stoppa lo ricorda nelle sue memorie.</ref>. Nel 1869 venne inaugurato l'[[ippodromo]], che i lughesi soprannominarono subito «il Tondo» (30 agosto 1869)<ref>Fino al 1869 le corse dei cavalli con fantini si erano tenute nel Pavaglione.</ref>.
 
La nota «Inchiesta Agraria [[Stefano Jacini|Jacini]]» ([[1871]]) tracciò un quadro della gestione del territorio di Lugo negli anni immediatamente successivi alla nascita del Regno d'Italia. L'economia lughese non aveva subito grandi variazioni. L'occupazione principale continuava ad essere l'agricoltura:
* I braccianti a ore ricevevano un salario giornaliero di 1 lira/1,5 lire<ref>Per le donne il salario spaziava da 0,60 a 1 lira all'ora.</ref>
* I coltivatori diretti prendevano la terra in affitto a 120-180 lire/ettaro. La rendita oscillava fra le 132 e le 198 lire/ettaro.
* I piccoli proprietari, una minoranza della popolazione, possedevano in media 10-12 ettari di terra<ref>Giovanni Baldini, «L'avvocato lughese dell'Inchiesta Jacini», ''Giornale di massa'', n. 5/2011, p. 14.</ref>.
 
Il terreno era coltivato soprattutto a [[cereali]]. La frutticoltura era ancora di là da venire: su {{formatnum:11000}} ettari coltivabili, solo 16 erano destinati ad alberi da frutta. La [[Canapa (tessile)|canapa]] occupava il 5% della superficie. Nel 1869 la produzione di [[baco da seta]] era di 582 quintali (dieci anni più tardi aumentarono a 1243). Nel [[Circondario di Lugo|circondario lughese]] si contavano circa 18&nbsp;000 [[bovini]]. Lugo si qualificava all'epoca soprattutto come grande emporio, in virtù del tradizionale mercato del mercoledì (in essere fin dal Medioevo), che col tempo aveva acquisito una dimensione sovraregionale.
 
Nel [[1876]] [[Giosuè Carducci]] salì al Parlamento venendo eletto nel [[Collegio elettorale di Lugo (Regno d'Italia)|collegio di Lugo]]. Nel decennio successivo si affermarono tra i lughesi i movimenti socialista e repubblicano, quale alternativa politica e amministrativa ai moderati e monarchici. Le giunte guidate dal repubblicano radicale [[Ercole Bedeschi]] dal [[1885]] al [[1890]] diedero vita ad importanti esperienze innovative in campo economico e sociale (ad esempio, costruzione di case per gli operai e fondazione di cooperative). Le istituzioni più importanti erano la Banca Popolare, il Canapificio, la «Società fra le Arti Costruttrici» e la «Società edificatrice di case operaje». Lugo vantava anche la più ricca Società di Mutuo Soccorso della Romagna, con una sezione femminile con più di 200 socie e un capitale di {{formatnum:17363.59}} lire.
 
Negli anni 1885-86 due lughesi, Luigi Capucci e Luigi Cicognani, effettuarono l'esplorazione dell'[[Abissinia]], dalla costa alla regione dello [[Scioa]]<ref>{{treccani|luigi-capucci|Luigi Capucci}}</ref><ref>{{treccani|luigi-cicognani|Luigi Cicognani}}</ref>.
 
Tra la fine del secolo e la [[prima guerra mondiale]] Lugo fu amministrata da partiti moderati, salvo la parentesi repubblicana nel primo decennio del secolo. Dopo la tragedia della prima guerra mondiale, nel [[1920]] fu eletto il primo sindaco [[socialista]] di Lugo, Giovanni Foschini (un bracciante di [[Voltana]]), ma nel [[1922]] fu estromesso con la violenza da parte dei [[fascisti]].
[[File:Lugo-1943.jpg|thumb|upright=0.9|Lugo in una fotografia dell'Aviazione britannica scattata il 6 agosto [[1943]] durante la [[Campagna d'Italia (1943-1945)|Campagna d'Italia]]]]
 
=== XX e XXI secolo ===
{{Approfondimento
|allineamento = destra
|larghezza = 240px
|titolo = Lughesi decorati con la<br/>[[Medaglia d'oro al valor militare]]
|contenuto = *[[Antonio Calderoni]] (1888-1916)
*[[Francesco Baracca]] (1888-1918)
*[[Giovanni Bertacchi (militare)|Giovanni Bertacchi]] (1894-1917)
*[[Aurelio Baruzzi]] (1897-1985)
*[[Federico Padovani]] (1912-1937)
*[[Pietro Gramigna]] (1912-1987)
}}
 
[[File:Lugo inaugurazione monumento Baracca.jpeg|thumb|Inaugurazione del monumento dedicato a [[Francesco Baracca]] (giugno 1936).]]
Nel 1917, in piena [[Prima guerra mondiale]], si tenne a Lugo una «Esposizione interregionale d'arte»<ref>{{cita web|url=https://patrimonioculturale.regione.emilia-romagna.it/multimedia/gallerie-di-immagini/immagini-dalla-mostra-note-futuriste.-larchivio-di-francesco-balilla-pratella-e-il-cenacolo-artistico-lughese|titolo=Note futuriste. L'archivio di Francesco Balilla Pratella e il cenacolo artistico lughese|accesso=29 gennaio 2021}}</ref>. Vi parteciparono artisti locali e nazionali. Domenico (Nino) Pasi, Virgilio Ricci, [[Giannetto Malmerendi]], Giacomo Vespignani, [[Orazio Toschi]], [[Enrico Prampolini]], [[Esodo Pratelli]] e [[Roberto Baldessari]] (forse oggi il più quotato tra gli artisti presenti) esposero le loro opere<ref>{{cita libro|autore=[[Maurizio Scudiero]]|url=http://www.farsettiarte.it/uploads/files/61it-baldessari2.pdf|titolo=Roberto Marcello Baldessari "Iras". Opere 1915–1934|anno=2008|editore=Farsetti Arte|accesso=26 agosto 2014}}</ref>. La scelta di Lugo sede della manifestazione confermò la vivacità e il peso dell'ambiente locale nel [[futurismo]] nazionale. <br/>
Nel [[1925]] furono realizzati i lavori per il raddoppio della parte posteriore del cimitero comunale. <br/>
Lugo diede all'aviazione militare italiana l'asso [[Francesco Baracca]] (1888-1918), [[medaglia d'oro al valore militare]]. Oltre 400 furono i militari lughesi morti in guerra o a causa della guerra.
 
Durante la [[seconda guerra mondiale]] il fronte stazionò lungo il fiume [[Senio]] dal dicembre del [[1944]] al 10 aprile [[1945]], quando Lugo fu liberata. I primi ad entrare nella cittadina furono i soldati indiani dell'Esercito britannico (''1st Jaipur Infantry'', VIII Divisione di Fanteria)<ref>Sono noti i nomi dei primi due liberatori: Ali Xiaidar e Namdeo Jadhao. La divisione era interamente composta da soldati [[india]]ni.</ref>, reparto di rinforzo, dopo che il Punjab ed il Maharatta con i Lancieri del Bengala sopportarono lo sfondamento del fronte. Un monumento, collocato in un angolo tra via Mentana e viale Europa, ricorda il loro sacrificio.
 
Risorta rapidamente dalle rovine della guerra, grazie all'operosità dei suoi abitanti e alla stabilità amministrativa, Lugo riveste un importante ruolo nell'economia romagnola come centro di scambi e di commercializzazione per i prodotti agricoli della Bassa Romagna. Il 21 ottobre del [[1971]] il film ''[[...continuavano a chiamarlo Trinità]]'' venne proiettato al cinema Astra in anteprima mondiale. Fu un regalo del produttore del film, [[Italo Zingarelli]] alla propria città natale<ref>{{cita web|url=http://www.pavaglionelugo.net/2016/06/quando-bud-spencer-passeggiava-per-lugo.html|titolo=Quando Bud Spencer passeggiava per Lugo|accesso=5 luglio 2020|dataarchivio=5 luglio 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200705074705/http://www.pavaglionelugo.net/2016/06/quando-bud-spencer-passeggiava-per-lugo.html|urlmorto=sì}}</ref>.
 
Durante l'[[Alluvione dell'Emilia-Romagna del 2023|alluvione dell'Emilia-Romagna del maggio 2023]], il territorio di Lugo è stato completamente allagato dalle acque del [[Senio]], del [[Santerno]] e del [[Canale Emiliano Romagnolo]].<ref>{{Cita web|url=https://www.ilrestodelcarlino.it/ravenna/cronaca/lugo-sottacqua-linondazione-arriva-dopo-le-22-pavaglione-allagato-920d7a62|titolo=Lugo sott’acqua L’inondazione arriva dopo le 22 Pavaglione allagato|sito=Il Resto del Carlino|lingua=it|accesso=2023-05-19}}</ref>
 
===Simboli===
[[File:Lugo (Italia)-Stemma.svg|sinistra|senza_cornice|141x141px|Stemma di Lugo]]
La [[blasonatura]] ufficiale dello stemma di Lugo è la seguente:<ref name=AralCiv>{{Cita web |url=http://www.araldicacivica.it/comune/lugo/ |titolo=Lugo |sito=Araldicacivica |accesso=16 marzo 2023}}</ref>
{{Citazione|Di rosso, alla croce d'argento, ritrinciata e pomata nel capo e ai lati, patente in punta, accantonata alla destra del capo da una [[Colomba (araldica)|colomba]] dello stesso metallo, volante verso il fianco destro dello scudo, con un ramoscello verde di olivo tenuto nel becco. Ornamenti esteriori da Città.<ref>{{Cita web|url=https://www.notiziarioaraldico.info/2023031719611/il-nuovo-stemma-di-lugo/|titolo=Il "nuovo" stemma di Lugo|data=2023-03-17|accesso=22 maggio 2023}}</ref>}}
 
La descrizione del gonfalone è la seguente:<ref name=AralCiv />
{{Citazione|drappo di bianco…}}[[File:Lugo (Italia)-Gonfalone.png|200px|right|Gonfalone civico]]
 
Lo stemma è stato riconosciuto ufficialmente con decreto del [[Capo del Governo Primo Ministro Segretario di Stato|Capo del Governo]] del 7 marzo 1929 mentre il gonfalone ha ricevuto sanzione con il D.C.G. del 1º febbraio 1936.<ref>{{Cita web|url=http://dati.acs.beniculturali.it/comuni/comuni.detail.html?6209 |titolo=Lugo |sito=Archivio Centrale dello Stato, Ufficio araldico - Fascicoli comunali |accesso=16 marzo 2023}}</ref>
 
Il Comune fa anche uso di una bandiera di bianco<ref name="AralCiv" />.
 
Lo stemma cittadino riprende il simbolo dell'[[arcidiocesi di Ravenna|arcivescovo di Ravenna]] da cui dipendeva Lugo, riportato anche in numerosi documenti e monumenti di epoca bizantina: una croce d'altare dalla quale si invola la colomba della pace.<ref>{{cita web|url= https://dati.emilia-romagna.it/id/ibc/stemmi/316/html |titolo= Stemma del Comune di Lugo |sito= Regione Emilia-Romagna}}</ref>
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}}
{{Onorificenze
| immagine = Corona di Città Italiana.svg
| nome_onorificenza = Titolo di Città
| collegamento_onorificenza = Titolo di città in Italia
| motivazione = Concessione sovrana di [[papa Pio VII]]<ref>{{cita web|url=https://www.academia.edu/18290745/Citt%C3%A0_e_quasi_citt%C3%A0_in_Romagna_nei_secoli_XVII-XIX._Forlimpopoli_Brisighella_Lugo_Argenta|titolo=Città e quasi città in Romagna nei secoli XVII-XIX. Forlimpopoli, Brisighella, Lugo, Argenta|accesso=12 dicembre 2016}}</ref>
| data = [[1817]]
}}Il [[Consiglio d'Europa]] ha decorato Lugo con:
* «Bandiera d'Onore d'Europa» (1996);
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== Monumenti e luoghi d'interesse ==
=== Architetture religiose ===
[[File:Il Carmine di Lugo di Romagna (13187589783).jpg|miniatura|Chiesa del Carmine]]
* La [[Collegiata dei Santi Francesco ed Ilaro (Lugo)|Collegiata dei Santi Francesco ed Ilaro]], conosciuta dagli abitanti come "Collegiata", fu edificata come chiesa del convento francescano tra il 1233 (anno dell'arrivo dei Frati minori a Lugo) e il 1238<ref>{{cita|M. Martelli|pp. 58-9|Martelli, 1984}}.</ref>. Fu consacrata e dedicata al Santo il 24 marzo [[1254]]. Vi sono sepolti i [[Da Barbiano|conti di Barbiano]], [[vicario apostolico|vicari apostolici]] di Lugo. Nel [[1438]] il Comune deliberò di allargare le mura per includere il complesso francescano. Nel [[1471]] al convento fu aggiunto il chiostro<ref>Nacque così il quinto borgo di Lugo: Poligaro (o Policaro). Gli altri erano
[[File:Lugo - chiostro di s Francesco 1120260.JPG|miniatura|Chiostro di San Francesco (Collegiata)]]
 
==== In città ====
* La Collegiata dei Santi Francesco ed Ilaro, conosciuta dagli abitanti come "Collegiata", fu edificata come chiesa del convento francescano tra il 1233 (anno dell'arrivo dei Frati minori a Lugo) e il 1238<ref>{{cita|M. Martelli|pp. 58-9|Martelli, 1984}}.</ref>. Fu consacrata e dedicata al Santo il 24 marzo [[1254]]. Vi sono sepolti i [[Da Barbiano|conti di Barbiano]], [[vicario apostolico|vicari apostolici]] di Lugo. Nel [[1438]] il Comune deliberò di allargare le mura per includere il complesso francescano. Nel [[1471]] al convento fu aggiunto il chiostro<ref>Nacque così il quinto borgo di Lugo: Poligaro (o Policaro). Gli altri erano
</ref>. Il chiostro è il monumento più antico di Lugo dopo la rocca<ref>{{cita|M. Martelli|p. 110|Martelli, 1984}}.</ref>. Il pozzale al centro del chiostro, anch'esso quattrocentesco, è un [[monolito]] in pietra d'Istria. Nel [[1760]] fu decisa la demolizione della chiesa e la sua ricostruzione dalle fondamenta. I lavori, affidati all'esperto architetto imolese [[Cosimo Morelli]], durarono dal 1762 al [[1772]]: il 1º settembre di quell'anno venne riaperta al culto. All'interno è scandita da quattro cappelle per parte che conservano opere settecentesche di artisti locali, fra le quali spicca nella grande [[pala d'altare]] la tela raffigurante San Francesco, dipinta da [[Benedetto dal Buono]]. L'organo fu costruito nel 1780 dal [[venezia]]no Giovanni Ghinei. Alla fine del secolo XVIII gli invasori francesi cacciarono i monaci; la chiesa fu affidata a un sacerdote del clero secolare. Nel [[1826]] [[papa Leone XII]] la eresse a chiesa parrocchiale<ref>Fu la terza parrocchia di Lugo, dopo San Giacomo e San Francesco di Paola.</ref> e ne affidò la cura al cardinale lughese [[Francesco Bertazzoli]] (1754-1830), canonico della collegiata dei Santi Petronio e Prospero (poi San Giacomo Maggiore). Due anni dopo il Bertazzoli decise di trasferire il titolo di collegiata alla chiesa del Morelli, che essa porta tuttora. La dotò di fonte battesimale e modificò il suo nome, associando Sant'Ilaro, patrono di Lugo, a San Francesco. Da allora la chiesa è diventata il punto di riferimento della comunità, dove si svolgono le più importanti celebrazioni liturgiche<ref>Vittorio Tampieri, «La Storia» in ''Guida della Collegiata dei Santi Francesco e Ilaro in Lugo'', Imola, 2015.</ref>. Vi è venerata l'immagine della Madonna del Rosario, custodita dal 1950<ref>Vi è stata trasferita dalla chiesa del Limite, adattata a uffici della Banca del Monte.</ref>; il suo giorno di festa è la prima domenica di ottobre. Uno dei dipinti più pregevoli conservati al suo interno è la tela di [[Giacomo Zampa]] (1731-1808) che raffigura l'incontro tra [[Sant'Antonio da Padova]] ed [[Ezzelino III da Romano]]. Dal 6 agosto [[1850]] alla morte vi esercitò il suo ministero il Venerabile don Carlo Cavina (1820-1880).
* Chiesa di San Giacomo Maggiore (chiesa del rione Brozzi). Già esistente prima della distruzione dell'insediamento avvenuta nel 1218, è la più antica chiesa di Lugo ancora esistente<ref>{{cita|G. Baldini|p. 26|San Giacomo, 2015}}.</ref>. Originariamente era situata dentro l{{'}}''oppidum'', la cittadella fortificata<ref>Si trovava pressappoco dalle parti del bar Jolly (loggia del Pavaglione, n. 84).</ref>. Nel 1229, in piena fase di ricostruzione del paese, fu nominata chiesa di [[giuspatronato]] della comunità (lo rimase fino al XV secolo). Era sede delle assemblee consiliari del comune, nonché degli incontri solenni e giurati<ref>{{cita|A. Vasina|p. 185.|Vasina, 1995}}</ref>. Nella chiesa, intitolata ai “Santi Ilaro e Giacomo”, fu conservata a lungo una [[reliquia]] di [[Ellero di Galeata|Sant'Ilaro]], il patrono dei lughesi<ref>La reliquia rimase in San Giacomo fino al 1526, quando fu trasferita nella chiesa dei Carmelitani, dove si trova tuttora.</ref>. Nell'anno 1300 fu la prima chiesa lughese ad ottenere un [[battistero]]<ref>{{cita|G. Baldini|p. 27|San Giacomo, 2015}}.</ref>. Nel 1390 la chiesa venne ricostruita al di fuori della cittadella fortificata, nella via in cui si trova. Nel [[1734]] ricevette il titolo di [[collegiata]], che poi fu trasferito alla chiesa dei Francescani nel 1826<ref>{{cita|G. Baldini|p. 34|San Giacomo, 2015}}.</ref>. Dal 1741 al 1923 fu intitolata ai “Santi Petronio e Prospero”<ref>{{cita|G. Baldini|p. 37|San Giacomo, 2015}}.</ref>. Bombardata durante l'ultimo conflitto mondiale, è stata riaperta al culto il 23 dicembre [[1956]]. All'interno è conservata una statua che ritrae la Madonna addolorata, risalente al [[XVII secolo]], opera della bottega dei Paganelli, artisti lughesi. Nel 1985 è stato realizzato un nuovo battistero.
[[File:Sant'Ilaro reliquiario.jpg|miniatura|100px|Reliquiario con teca in argento e oro di [[Ellero di Galeata|Sant'Illaro]]. Anno [[1689]], chiesa del Carmine]]
* Chiesa di San Francesco di Paola (chiesa del rione Cento) – Fondata come chiesa di Santa Maria del Trivio<ref>L'incrocio in questione (''trivium'') è quello tra via Cento e la perpendicolare via del Limite (attuale corso Garibaldi).</ref> (con annesso ospedale) nel [[XIII secolo]], la sua origine è connessa al popolamento del ''burgus'' Cento, uno dei due borghi principali di Lugo nel XIII secolo. Tra il 1335/40 e il 1370 la chiesa fu ricostruita<ref name="cintura">{{cita web|url=http://www.cassiciaco.it/navigazione/monachesimo/devozioni/mariana/cintura/lugo.html|titolo=Lugo di Romagna|accesso=1º novembre 2017}}</ref>. Nel [[1390]] il parroco dell'antica chiesa della ''massa sancti Hilari'' vi si trasferì perché il luogo in cui sorgeva, all'epoca sito fuori dalle mura, era troppo esposto alle rapine ed alle scorrerie delle bande armate. Egli porto con sé le reliquie conservate nella chiesa abbandonata. Il titolo di parrocchia fu trasferito al nuovo luogo di culto, che fu rinominato “Santa Maria del Trivio e Sant'Ilaro”<ref name="cintura"/>. Da allora Santa Maria iniziò a contendere il primato di principale tempio cittadino all'altra chiesa parrocchiale di Lugo, San Giacomo Maggiore. Negli anni successivi si arricchì di altre reliquie del santo<ref>Su richiesta del Comune di Lugo, l'Abate di Galeata donò alla città un osso del braccio e una parte del cranio</ref>. Nel [[1583]] la popolazione delle due parrocchie di Lugo ammontava rispettivamente a {{formatnum:3056}} anime (San Giacomo) e {{formatnum:2700}} (Santa Maria). L'antagonismo fu rinverdito nel XVII secolo e continuò nel secolo seguente. Nella corsa al primato, Santa Maria batté sul tempo San Giacomo diventando la prima chiesa lughese ad ottenere il titolo di collegiata (dicembre 1733)<ref>Bolla ''Sacri Apostolici ministerii'' di [[papa Clemente XII]] del 4 dicembre [[1733]].</ref>. Ma dopo soli otto anni i titoli della chiesa furono rivoluzionati: la [[Santa Sede]] dispose la soppressione della parrocchia (e quindi della collegiata) e la sua riedificazione a [[San Francesco di Paola]] (bolla ''Copiosus in misericordia Deus'' di [[papa Benedetto XIV]] del 3 maggio 1741). Il titolo parrocchiale fu restituito già nel 1757. Dal [[1838]] poté di nuovo fregiarsi del nome di Sant'Ilaro, che venne aggiunto come co-titolare della parrocchia. Nel 1886 iniziarono i lavori di edificazione della nuova chiesa, che fu inaugurata il 23 aprile 1890<ref>{{cita news|autore=Matteo Pirazzoli|url=|titolo=Per San Francesco di Paola un doppio giubileo|pubblicazione=Il nuovo Diario-Messaggero|data=5 novembre 2020||pp =32-33}}</ref>. Infine, nel [[1921]] la chiesa riebbe il battistero<ref>{{cita|M. Martelli|pp. 177-178|Martelli, 1984}}.</ref>. All'interno è conservato un pregevole [[Gruppi scultorei raffiguranti il Compianto sul Cristo morto|Compianto sul Cristo morto]] in [[terracotta]] policroma risalente al [[XVI secolo]]. Nella Cappella del Sacramento si venera la Madonna della Cintura, una delle sculture lignee più antiche della Romagna. In un'altra cappella è venerata la Madonna del Rosario.
[[File:Sant'Ilaro busto.jpg|miniatura|150px|Busto in argento di [[Ellero di Galeata|Sant'Illaro]]. Anno [[1961]], chiesa del Carmine]]
* [[Chiesa del Carmine (Lugo)|Chiesa del Carmine]] – La chiesa, nella quale si venera Sant'Ilaro, patrono della città, fu costruita dai carmelitani nel Cinquecento e già nel 1526 vi furono collocate le [[reliquie]] e il busto argenteo di Sant'Ilaro provenienti da un più antico oratorio ormai in abbandono. Nel Seicento fu realizzato il chiostro. L'edificio religioso fu completamente ricostruito nel Settecento dall'architetto [[Canton Ticino|ticinese]] [[Francesco Ambrogio Petrocchi]] e la nuova chiesa fu inaugurata il 14 maggio 1772. All'interno della chiesa sono conservati alcuni dipinti di Guidaccio da Imola, tra cui una pregevole ''Madonna del Carmine'' ([[1481]]), titolare della chiesa insieme a Sant'Ilaro, nonché due organi di epoca barocca tuttora funzionanti: un grande strumento del [[1799]] di [[Gaetano Callido]] ed uno del Galli, su cui si esercitò il giovane [[Gioachino Rossini]].<ref>{{cita web|url=https://edicoladelcarmine.suasa.it/Lugo.html|titolo= Chiesa della Beata Vergine del Carmine di Lugo|accesso=3 aprile 2022}}</ref>.
* Chiesa di San Francesco di Paola (chiesa del rione Cento) – Fondata come chiesa di Santa Maria del Trivio<ref>L'incrocio in questione (''trivium'') è quello tra via Cento e la perpendicolare via del Limite (attuale corso Garibaldi).</ref> (con annesso ospedale) nel [[XIII secolo]], la sua origine è connessa al popolamento del ''burgus'' Cento, uno dei due borghi principali di Lugo nel XIII secolo. Tra il 1335/40 e il 1370 la chiesa fu ricostruita<ref name="cintura">{{cita web|url=http://www.cassiciaco.it/navigazione/monachesimo/devozioni/mariana/cintura/lugo.html|titolo=Lugo di Romagna|accesso=1º novembre 2017}}</ref>. Nel [[1390]] il parroco dell'antica chiesa della ''massa sancti Hilari'' vi si trasferì perché il luogo in cui sorgeva, all'epoca sito fuori dalle mura, era troppo esposto alle rapine ed alle scorrerie delle bande armate. Egli porto con sé le reliquie conservate nella chiesa abbandonata. Il titolo di parrocchia fu trasferito al nuovo luogo di culto, che fu rinominato “Santa Maria del Trivio e Sant'Ilaro”<ref name="cintura" />. Da allora Santa Maria iniziò a contendere il primato di principale tempio cittadino all'altra chiesa parrocchiale di Lugo, San Giacomo Maggiore. Negli anni successivi si arricchì di altre reliquie del santo<ref>Su richiesta del Comune di Lugo, l'Abate di Galeata donò alla città un osso del braccio e una parte del cranio</ref>. Nel [[1583]] la popolazione delle due parrocchie di Lugo ammontava rispettivamente a {{formatnum:3056}} anime (San Giacomo) e {{formatnum:2700}} (Santa Maria). L'antagonismo fu rinverdito nel XVII secolo e continuò nel secolo seguente. Nella corsa al primato, Santa Maria batté sul tempo San Giacomo diventando la prima chiesa lughese ad ottenere il titolo di collegiata (dicembre 1733)<ref>Bolla ''Sacri Apostolici ministerii'' di [[papa Clemente XII]] del 4 dicembre [[1733]].</ref>. Ma dopo soli otto anni i titoli della chiesa furono rivoluzionati: la [[Santa Sede]] dispose la soppressione della parrocchia (e quindi della collegiata) e la sua riedificazione a [[San Francesco di Paola]] (bolla ''Copiosus in misericordia Deus'' di [[papa Benedetto XIV]] del 3 maggio 1741). Il titolo parrocchiale fu restituito già nel 1757. Dal [[1838]] poté di nuovo fregiarsi del nome di Sant'Ilaro, che venne aggiunto come co-titolare della parrocchia. Nel 1886 iniziarono i lavori di edificazione della nuova chiesa, che fu inaugurata il 23 aprile 1890<ref>{{cita news|autore=Matteo Pirazzoli|url=|titolo=Per San Francesco di Paola un doppio giubileo|pubblicazione=Il nuovo Diario-Messaggero|data=5 novembre 2020||pp =32-33}}</ref>. Infine, nel [[1921]] la chiesa riebbe il battistero<ref>{{cita|M. Martelli|pp. 177-178|Martelli, 1984}}.</ref>. All'interno è conservato un pregevole [[Gruppi scultorei raffiguranti il Compianto sul Cristo morto|Compianto sul Cristo morto]] in [[terracotta]] policroma risalente al [[XVI secolo]]. Nella Cappella del Sacramento si venera la Madonna della Cintura, una delle sculture lignee più antiche della Romagna. In un'altra cappella è venerata la Madonna del Rosario.
 
* [[Chiesa del Carmine (Lugo)|Chiesa del Carmine]] – La chiesa, nella quale si venera Sant'Ilaro, patrono della città, fu costruita dai carmelitani nel Cinquecento e già nel 1526 vi furono collocate le [[reliquie]] e il busto argenteo di Sant'Ilaro provenienti da un più antico oratorio ormai in abbandono. Nel Seicento fu realizzato il chiostro. L'edificio religioso fu completamente ricostruito nel Settecento dall'architetto [[Canton Ticino|ticinese]] Francesco Ambrogio Petrocchi e la nuova chiesa fu inaugurata il 14 maggio 1772. All'interno della chiesa sono conservati alcuni dipinti di Guidaccio da Imola, tra cui una pregevole ''Madonna del Carmine'' ([[1481]]), titolare della chiesa insieme a Sant'Ilaro, nonché due organi di epoca barocca tuttora funzionanti: un grande strumento del [[1799]] di [[Gaetano Callido]] ed uno del Galli, su cui si esercitò il giovane [[Gioachino Rossini]].<ref>{{cita web|url=https://edicoladelcarmine.suasa.it/Lugo.html|titolo= Chiesa della Beata Vergine del Carmine di Lugo|accesso=3 aprile 2022}}</ref>.
* Chiesa di S. Maria delle Grazie (chiesa del rione Ghetto). Costruita nel [[1612]]. L'edificio è ad un'unica navata con volta a botte. Vi officiavano i frati della Confraternita delle Stimmate di S. Francesco. Custodisce al suo interno un dipinto intitolato alla "Beata Vergine delle Grazie". Datato [[1512]], fu realizzato da un soldato francese di stanza a Lugo, pochi giorni prima di combattere nella sanguinosa [[Battaglia di Ravenna (1512)|Battaglia di Ravenna]]<ref>{{Cita web|url=https://www.bassaromagnamia.it/poitofintrests/chiesa-di-s-maria-delle-grazie/|titolo=Chiesa di S. Maria delle Grazie|accesso=28 marzo 2024}}</ref>. L'immagine, che raffigura la Madonna con il divin figlio tra le braccia, è molto venerata dai lughesi.
* Chiesa di Sant'Onofrio – Fondato come oratorio nel [[1679]], è stata per secoli la chiesa di uno degli ospedali cittadini. Al suo interno contiene grandi ovali nei quali [[Ignaz Stern]] (discepolo del [[Carlo Cignani|Cignani]]), raffigurò la vita del santo a cui è dedicata. Sconsacrata nel [[1910]], dal [[1992]] la proprietà dell'edificio è passata all'[[Azienda sanitaria locale]]. Dal 2008 al 2012 è stato oggetto di restauro. In base ad un accordo col Comune, la chiesa può essere utilizzata come sede di mostre e di incontri culturali.
* Chiesa del Suffragio – Risalente al [[1720]], ospita alcuni apprezzabili dipinti di Stern e dei lughesi Benedetto del Buono e Carlo Ruina. All'interno della chiesa è presente un organo del 1844 realizzato da Cesare e Quintino Rasori e restaurato nel 1999.
* Chiesa dei Cappuccini - Edificata tra il [[1947]] e il [[1951]], presenta al centro una scultura ispirata al tema biblico della [[Pietà (arte)|pietà]]. Una delle cappelle laterali è dedicata ai martiri lughesi della [[seconda guerra mondiale]]. I Cappuccini furono presenti a Lugo dal [[1575]]. Durante la [[peste del 1630]] i Cappuccini diedero il loro contributo al servizio degli appestati. Tra il 1666 e il 1706 il convento fu ampliato più volte e fu fornito di una buona biblioteca. La comunità subì le due soppressioni napoleoniche (1798 e 1805)<ref name="Damati">Alfonso D'Amati, "Appunti per una storia dei Domenicani a Lugo", in AA.VV., ''Romagna Romandiola. Le istituzioni religiose nella storia del territorio'', Lugo Walberti 2001, pp. 93-119.</ref> e quella italiana del [[1866]]<ref>Leggi di [[eversione dell'asse ecclesiastico]]. I monaci lasciarono il convento il 31 dicembre 1866.</ref>. La comunità fu in entrambi i casi ricostituita. Nel 1915 i frati cappuccini furono chiamati a svolgere l'assistenza spirituale nell'ospedale civile. Nel [[1945]] la chiesa fu rovinata dai bombardamenti alleati (30 marzo e 6 aprile). Fu decisa la demolizione per costruire quella attuale, mentre per il convento fu scelta la riparazione<ref name="Damati" />. A partire dal 1968 il numero dei monaci scese considerevolmente. Gli ultimi frati lasciarono il convento nel [[1984]], donando l'edificio alla Chiesa lughese<ref name="Leardo Mascanzoni 2005 pp. 87-101">Leardo Mascanzoni, ''Romagna Romandiola. Le istituzioni religiose nella storia del territorio'', in «Rivista di Storia della Chiesa in Italia», LIX, n. 1 (gennaio-giugno 2005), pp. 87-101.</ref>. Da allora l'ex convento è sede della Casa della carità "San Francesco d'Assisi", struttura assistenziale per persone non autosufficienti;
* San Gabriele Arcangelo: inaugurata e consacrata il 16 ottobre [[1982]], è l'ultima chiesa costruita a Lugo (nome completo: Chiesa di San Gabriele Arcangelo in San Benedetto Abate)<ref>{{Chiese italiane|48797|Chiesa di San Gabriele Arcangelo in San Benedetto Abate|12 agosto 2019|stampa=sì}}</ref>. È situata nella periferia est, vicino al nuovo tracciato della [[Strada statale 253 San Vitale|strada provinciale San Vitale]]. È la chiesa dell'omonima parrocchia, l'ultima in ordine di tempo ad essere eretta nella cittadina.
 
;Chiese==== nelNel forese: ====
* Oratorio di Croce Coperta – Uno dei più antichi luoghi di culto lughesi, è situato esattamente a un [[miglio romano]] dal centro<ref name="ref_A">Norino Cani, ''Lugo e la Bassa Romagna tra Ostrogoti, Bizantini e Longobardi (V-VIII secolo)'', Lugo, 2012.</ref>. Di origine altomedievale, la data di edificazione è sconosciuta. Nel 1465 era in stato di abbandono: il vescovo di Imola la affidò ai Carmelitani che la restaurarono<ref>Anna Tamburini, ''Lugo, il volto della città'', Edizioni Essegi, 1993, p. 85.</ref>. Nel [[1802]] fu completamente spogliata e messa in vendita. L'acquistò Gian Antonio Bolis per salvarla dalla distruzione (1803)<ref>{{cita|M. Martelli|p. 248|Martelli, 1984}}. L'interno è completamente decorato con un ampio ciclo di [[affresco|affreschi]] devozionali che caratterizza questa chiesa come un unicum nel panorama romagnolo.</ref><ref>Estinta la famiglia Bolis, la chiesetta passò a Guglielmo Tamburini, medico condotto e nonno del successivo Guglielmo, [[Podestà (fascismo)|podestà]] di Lugo dal 1927 al 1931.</ref>.
* [[Chiesa di Campanile|Pieve di Campanile]] – Sita in campagna, a circa 10&nbsp;km nord di Lugo, è un antico complesso ecclesiale comprendente una chiesa altomedievale e un campanile ancora intatto risalente all'[[XI secolo]]. La chiesa, originariamente a tre navate, è stata ricostruita dopo che fu devastata dalle esondazioni del fiume [[Santerno]]. La forma a navata unica, risale al [[XVI secolo]]. Nell'[[Alto Medioevo]] il complesso fece parte della rete di pievi rurali che sostituì l'amministrazione romana del territorio. La pieve fu al centro di una vasta zona, delle dimensioni di circa 5200 ettari.
* Chiesa di Ascensione - A pochi km da Lugo, fu edificata nel [[1534]]. La chiesa ha dato il nome al piccolo centro abitato sorto nei dintorni.
* Oratorio di Passogatto, intitolato alla [[Madonna di Loreto]], l'unico con questa dedicazione nella [[diocesi di Imola]]. Pregevole esempio di [[architettura barocca]], l'edificio (edificato tra il 1709 e il 1715) è a forma di [[croce greca]], con quattro cappelle ornate da grandi conchiglie. All'interno è conservata una [[pala d'altare]] di fine '600 con nicchia entro la quale è posta l'immagine della Vergine, databile alla seconda metà del XVI secolo<ref>Don Davide Sandrini, «Il nuovo Diario-Messaggero», 3 settembre 2020, p. 32.</ref>.
 
;==== Devozione mariana ====
* Santuario della Madonna del Molino: la chiesa fu costruita dopo un evento miracoloso. La tradizione fa risalire l'accadimento al 17 maggio [[1496]]. Quel giorno un mercante, proveniente da [[Faenza]] diretto a Ferrara, rovesciò nei pressi di Lugo il suo carro, mandando in frantumi un'immagine della Vergine, in gesso bianco, che portava con sé. Alcuni bambini del posto ricomposero i frammenti; riunitisi in preghiera, l'immagine emise una potente luce e si ricompose senza segni apparenti di rottura<ref>{{cita web|url=http://www.madonnadelmolino.it/index.php/il-santuario/le-origini|titolo=Il Santuario. Le origini|accesso=2 aprile 2016|urlmorto=sì}}</ref>. La Madonnina fu collocata in una piccola cappella. Un anno dopo (27 aprile 1497) fu inaugurata una chiesa in un luogo chiamato popolarmente "Molinaccio" (da un vecchio mulino situato circa 1,5&nbsp;km dal centro del paese). All'interno venne collocata l'immagine prodigiosa<ref name="Leardo Mascanzoni 2005 pp. 87-101" />. La cura santuario fu affidata ai [[Ordine dei frati predicatori|frati domenicani]]. La costruzione iniziò nel [[1516]]; nel [[1538]] la chiesa fu consacrata<ref name="Leardo Mascanzoni 2005 pp. 87-101" />. I Domenicani custodirono l'immagine fino al [[1866]], anno delle leggi sull'[[Eversione dell'asse ecclesiastico|incameramento dei beni ecclesiastici]] e del loro allontanamento dalla città. Nel [[1894]] il Comune restituì il santuario alla [[diocesi di Imola]]<ref name="Tampieri 2016" />. Due anni dopo l'immagine della Madonna, che dai tempi napoleonici non era più uscita dalla chiesa, fu portata in processione tra le strade di Lugo. L'iniziativa ebbe un enorme successo: ventimila pellegrini accorsero per partecipare alla processione. Negli anni trenta del [[XX secolo]] il plurisecolare santuario fu ricostruito su progetto dell'architetto Corrado Capezzuoli; i lavori si protrassero dal [[1939]] al [[1943]]<ref>L'inaugurazione della nuova chiesa si ebbe il 29 maggio 1943.</ref>. Il 13 aprile [[1951]] fu elevata alla dignità di [[basilica minore]]. L'immagine della Madonna del Molino è invocata per le guarigioni da infermità. La sua ricorrenza cade il 15 agosto. Dal 1º febbraio 1984 la chiesa è anche sede parrocchiale. L'area prospiciente il santuario fu la sede originaria della Fiera di Lugo, nata nel 1550. La fiera, che si teneva nei giorni 15 e 16 agosto (i giorni dell'[[Assunzione di Maria|Assunzione al cielo]] di Maria), venne spostata in centro in seguito ad un incendio che si sviluppò proprio durante lo svolgimento della manifestazione, il 16 agosto 1628<ref>Il nuovo Diario-Messaggero, 8 agosto 2024, p. 14. Infine, nella seconda metà del Settecento fu fissata dal 20 agosto al 6 settembre.</ref>. La Madonna del Molino è parrocchia dal 1º gennaio 1984;
Due sono i luoghi di devozione mariana:
* Santuario della Madonna del Molino: la chiesa fu costruita dopo un evento miracoloso. La tradizione fa risalire l'accadimento al 17 maggio [[1496]]. Quel giorno un mercante, proveniente da [[Faenza]] diretto a Ferrara, rovesciò nei pressi di Lugo il suo carro, mandando in frantumi un'immagine della Vergine, in gesso bianco, che portava con sé. Alcuni bambini del posto ricomposero i frammenti; riunitisi in preghiera, l'immagine emise una potente luce e si ricompose senza segni apparenti di rottura<ref>{{cita web|url=http://www.madonnadelmolino.it/index.php/il-santuario/le-origini|titolo=Il Santuario. Le origini|accesso=2 aprile 2016|urlmorto=sì}}</ref>. La Madonnina fu collocata in una piccola cappella. Un anno dopo (27 aprile 1497) fu inaugurata una chiesa in un luogo chiamato popolarmente "Molinaccio" (da un vecchio mulino situato circa 1,5&nbsp;km dal centro del paese). All'interno venne collocata l'immagine prodigiosa<ref name="Leardo Mascanzoni 2005 pp. 87-101"/>. La cura santuario fu affidata ai [[Ordine dei frati predicatori|frati domenicani]]. La costruzione iniziò nel [[1516]]; nel [[1538]] la chiesa fu consacrata<ref name="Leardo Mascanzoni 2005 pp. 87-101"/>. I Domenicani custodirono l'immagine fino al [[1866]], anno delle leggi sull'[[Eversione dell'asse ecclesiastico|incameramento dei beni ecclesiastici]] e del loro allontanamento dalla città. Nel [[1894]] il Comune restituì il santuario alla [[diocesi di Imola]]<ref name="Tampieri 2016"/>. Due anni dopo l'immagine della Madonna, che dai tempi napoleonici non era più uscita dalla chiesa, fu portata in processione tra le strade di Lugo. L'iniziativa ebbe un enorme successo: ventimila pellegrini accorsero per partecipare alla processione. Negli anni trenta del [[XX secolo]] il plurisecolare santuario fu ricostruito su progetto dell'architetto Corrado Capezzuoli; i lavori si protrassero dal [[1939]] al [[1943]]<ref>L'inaugurazione della nuova chiesa si ebbe il 29 maggio 1943.</ref>. Il 13 aprile [[1951]] fu elevata alla dignità di [[basilica minore]]. L'immagine della Madonna del Molino è invocata per le guarigioni da infermità. La sua ricorrenza cade il 15 agosto. Dal 1º febbraio 1984 la chiesa è anche sede parrocchiale. L'area prospiciente il santuario fu la sede originaria della Fiera di Lugo, nata nel 1550. La fiera, che si teneva nei giorni 15 e 16 agosto (i giorni dell'[[Assunzione di Maria|Assunzione al cielo]] di Maria), venne spostata in centro in seguito ad un incendio che si sviluppò proprio durante lo svolgimento della manifestazione, il 16 agosto 1628<ref>Il nuovo Diario-Messaggero, 8 agosto 2024, p. 14. Infine, nella seconda metà del Settecento fu fissata dal 20 agosto al 6 settembre.</ref>. La Madonna del Molino è parrocchia dal 1º gennaio 1984;
* Chiesa di Santa Maria delle Grazie: vi è venerata l'immagine che prende il nome di “Madonna del Ghetto”, poiché la chiesa si trova nel quartiere un tempo abitato dagli ebrei. L'immagine è attestata fin dal [[XVI secolo]]. È invocata per guarigioni da malattie e protezione da calamità naturali. La sua ricorrenza cade il lunedì di [[Pentecoste]].
 
;==== Chiese non più esistenti: ====
* Chiesa del convento domenicano – I primi monaci dell'[[Ordine dei frati predicatori]] si insediarono a Lugo nel [[1492]]. Subito iniziarono i lavori di costruzione del convento con l'annesso orto, elemento essenziale della vita monastica dei Domenicani. Il 27 aprile 1497 i frati ricevettero in custodia una chiesa rurale in cui era custodita un'immagine della Vergine (poi divenuta nota come "Madonna del Molino", ''vedi sopra'') che compiva prodigi. Quanto al loro luogo di culto, convento e chiesa furono edificati in un terreno donato loro dalla comunità nel fondo Cento<ref>La strada di accesso alla chiesa fu realizzata nel 1648, antesignana dell'attuale via Giuseppe Compagnoni.</ref>. La chiesa, a tre navate, fu consacrata nel 1508 e il chiostro fu realizzato nel 1521. Nel 1539 la comunità domenicana lughese ottenne il riconoscimento ufficiale di "convento formale"<ref>Per ottenere questo riconoscimento una comunità doveva raggiungere il numero di 12 frati.</ref>. Nel 1568 fu ultimato il campanile a pigna che affianca la chiesa<ref>{{cita|M. Martelli|p. 134|Martelli, 1984}}.</ref>. Come ogni convento domenicano, anche il convento di Lugo si dotò di una biblioteca. Il fondo fu accresciuto, nel tempo, con le donazioni di numerosi cittadini<ref>Con la soppressione del convento, avvenuta nel XIX secolo, il patrimonio librario fu fatto confluire interamente nella biblioteca comunale.</ref>. I frati fondarono uno ''Studium'' che rilasciò lauree in teologia<ref name="Tampieri 2016">Vittorio Tampieri, ''Terz'ordine domenicano, da più di un secolo "preziosa presenza nelle nostre contrade"'', ne «Il nuovo Diario-Messaggero», 19 novembre 2016, p. 26.</ref>. Nel [[1753]] monsignor Tomaso Emaldi (1706-1762), lughese residente a Roma dove svolgeva il prestigioso incarico di bibliotecario privato di papa [[Benedetto XIV]], finanziò l'istituzione di una cattedra di teologia dogmatica e morale. Tra i docenti che insegnarono nella "Cattedra Emaldiana" va ricordato [[Francesco Gaude]]. Si laurearono presso lo ''Studium'' domenicano due illustri lughesi: [[Francesco Bertazzoli]] e [[Giuseppe Compagnoni]]. Nel [[1862]] i domenicani furono espulsi da Lugo e nel 1866 il convento venne incamerato tra i [[Eversione dell'asse ecclesiastico|beni confiscati dallo Stato]]; il Fondo per il culto destinò l'ex convento a caserma mentre la chiesa fu ridotta a magazzino. Mantenne questa destinazione fino a quando, il 26 dicembre 1944, durante la [[seconda guerra mondiale]], fu completamente distrutta da un bombardamento: rimase solo il complesso conventuale e il campanile. Tra il 1998 e il 2000 l'ex complesso conventuale è stato ristrutturato ed è oggi utilizzato come [[residenza sanitaria assistenziale]] (RSA).
Altre chiese non più esistenti nella città di Lugo sono<ref>''Percorsi del sacro. Chiese e cappelle scomparse nella città di Lugo'', «Il nuovo Diario-Messaggero», 2 marzo 2013, pp. 16-17.</ref>:
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* Chiesa di Santa Maria del Popolo (già "Della nascita di Maria", nell'angolo tra piazza Trisi e corso Garibaldi). Anche quest'ultima aveva un ospedale annesso.
 
==== Cimitero ebraico ====
Il primo cimitero ebraico di Lugo si trovava non lontano dal ghetto (sito in via Codalunga), tra gli attuali viale T. Masi e Viale Dante. Esistente sin dal [[XV secolo]], col passare dei secoli divenne troppo angusto per una comunità sempre più popolosa. Ne fu costruito uno nuovo nella prima metà del XVIII secolo, di dimensioni doppie rispetto al precedente<ref>Ines Miriam Marach in (AA.VV.), ''Bassa Romagna ritrovata. I 10 luoghi della memoria'', Tempo al Libro, 2021, pp. 114-117.</ref>. Nel XIX secolo il cimitero arrivò a contenere 600 sepolture. Nel 1863 la zona dov'era ubicato il cimitero divenne zona residenziale. Divenne necessario individuare per il cimitero ebraico una nuova collocazione. Dopo lunghe trattative con l'amministrazione comunale, nel [[1877]] venne inaugurato il cimitero nell'attuale sede (via di Giù). Con l'unità d'Italia e l'emancipazione degli ebrei, molte famiglie furono attratte dello stile di vita delle grandi città<ref>Prima gli ebrei non si potevano spostare liberamente sul territorio.</ref>; iniziò così l'emigrazione delle famiglie più abbienti verso Bologna e altre importanti città. Il cimitero è attualmente in uso (e visitabile) ed appartiene alla Comunità ebraica di [[Ferrara]].
=== Architetture civili ===
==== Pavaglione ====
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È un [[quadriportico]] di circa 100 metri di lato (copre quindi l'area di un [[ettaro]]) situato di fronte alla rocca estense. Il primo atto della costruzione di quello che divenne il Pavaglione si ebbe nel [[1570]], quando il duca [[Alfonso II d'Este]] ordinò lo smantellamento delle fortificazioni circostanti la rocca, per fare posto al mercato settimanale<ref name="ReferenceA"/>. La prima loggia costruita aveva lo scopo di fornire ricovero alle milizie e riparo ai mercanti in occasione del mercato settimanale; solo successivamente la funzione commerciale prese il sopravvento su quella militare. Negli anni seguenti il portico divenne famoso per il mercato dei bozzoli dei bachi da seta, fino ad essere indicato come "Padiglione de' folicelli da seta", poi "Paviglione" e infine "Pavaglione". Il termine "pavaglione", infatti indica un luogo recintato, e spesso coperto, in cui si svolgono le operazioni di vendita dei bozzoli. I lughesi, vista la fiorente attività di commercio del prezioso lepidottero, decisero di realizzare una struttura permanente, dedicata espressamente al mercato dei [[baco da seta|bachi da seta]].
File:Lugo - Il Pavaglione.jpg|Il Pavaglione
File:Lugo6.jpg|Il timpano
File:Lugo4.jpg|Piazza Mazzini
File:Lugo5.jpg|I portici del Pavaglione
</gallery>È un [[quadriportico]] di circa 100 metri di lato (copre quindi l'area di un [[ettaro]]) situato di fronte alla rocca estense. Il primo atto della costruzione di quello che divenne il Pavaglione si ebbe nel [[1570]], quando il duca [[Alfonso II d'Este]] ordinò lo smantellamento delle fortificazioni circostanti la rocca, per fare posto al mercato settimanale<ref name="ReferenceA">{{cita|M. Martelli|p. 139|Martelli, 1984}}.</ref>. La prima loggia costruita aveva lo scopo di fornire ricovero alle milizie e riparo ai mercanti in occasione del mercato settimanale; solo successivamente la funzione commerciale prese il sopravvento su quella militare. Negli anni seguenti il portico divenne famoso per il mercato dei bozzoli dei bachi da seta, fino ad essere indicato come "Padiglione de' folicelli da seta", poi "Paviglione" e infine "Pavaglione". Il termine "pavaglione", infatti indica un luogo recintato, e spesso coperto, in cui si svolgono le operazioni di vendita dei bozzoli. I lughesi, vista la fiorente attività di commercio del prezioso lepidottero, decisero di realizzare una struttura permanente, dedicata espressamente al mercato dei [[baco da seta|bachi da seta]].
 
Costruito in più fasi, fino al [[1780]] esisteva un unico portico. In quell'anno il consiglio comunale deliberò l'ampliamento della struttura. Il nuovo progetto (firmato dall'architetto ferrarese Giuseppe Campana) comportò l'erezione di tre porticati da innestare su quello già esistente. Campana, facendosi ispirare dalle forme costruttive dell'antichità [[Architettura greca classica|greca]] e [[Architettura romana|romana]], costruì tre lati del vasto quadriportico realizzando due logge più lunghe a una corsia (i bracci nord e sud) e una loggia più corta (il braccio ovest) a doppia corsia. Per uniformità, duplicò la corsia della loggia estense. Gli archi erano sostenuti «da pilastri a base quadra, uniti da cornice semplice e divisi nella continuità con frontespizi a pilastri rettangolari (due per parte nei loggiati più lunghi), fatti di un [[fornice]] a maggior respiro, in mezzo a due aperture minori architravate, con sovrastanti riquadri»<ref>«Il Messaggero», Lugo, 20 aprile 1946, n. 25. La struttura concepita da Campana è rimasta immutata fino ad oggi.</ref>. Sul loggiato di ponente fece innalzare un [[Attico (architettura)|attico]] con grandiosa [[cimasa]], sovrastante tutto il foro mercantile. Il quadriportico fu inaugurato nel settembre 1783, in occasione della Fiera<ref>{{cita|M. Martelli|p. 208|Martelli, 1984}}.</ref>. <br />
La lapide dedicatoria al [[Legazione di Ferrara (1598-1796)|legato di Ferrara]] cardinale [[Francesco Carafa della Spina di Traetto|Francesco Carafa di Traetto]] recita come segue:
 
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Nel [[1917]] sono state apposte nel porticato di ponente le due lapidi di marmo in memoria di [[Cesare Battisti]] e [[Guglielmo Oberdan]] ancora visibili<ref name="Walter Berti 2005, p. 21">Walter Berti (a cura di), ''Lugo nel 900. Una storia di Lugo nel XX secolo'', Walberti, Lugo 2005, p. 21.</ref>. Tra il 1910 e il 1937 fu posto al centro del piazzale un monumento in onore di [[Giuseppe Mazzini|Mazzini]] e [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]].
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File:Lugo6.jpg|Il Pavaglione
File:Lugo4.jpg|Piazza Mazzini, circondata dal Pavaglione
File:Lugo5.jpg|I portici del Pavaglione
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;[[==== Teatro Rossini (Lugo)|Teatro Rossini]]====
[[File:Lugo_teatro_rossini.jpg|thumb|Teatro Rossini]]
Il [[Teatro Rossini (Lugo)|Teatro Rossini]] è un teatro all'italiana con sala scandita su quattro ordini di palchi cui si aggiunge il loggione, costruito nel 1758 su progetto dell'architetto Francesco Ambrogio Petrocchi con il coinvolgimento un paio d'anni più tardi dell'architetto Antonio Galli Bibiena, inaugurato il 15 agosto 1761 con una rappresentazione del "Catone in Utica" di [[Pietro Metastasio]]<ref>L. Baldinini Senni, M. Pagani, M. Rocchi, ''op, cit.'', pp. 3-5.</ref> e intitolato a [[Gioachino Rossini]] nel 1859. Durante la [[seconda guerra mondiale]] l'edificio venne gravemente danneggiato dai bombardamenti. Il teatro, restaurato, ha riaperto nel [[1986]].
 
;==== Palazzo Trisi ====
Palazzo signorile del [[XVIII secolo]] progettato da [[Cosimo Morelli]]. Fu fatto costruire dal Comune per riunire in un'unica moderna sede le scuole pubbliche e il Collegio Trisi. La storia del Collegio può essere distinta in due parti. Fu fondato per donazione testamentaria del nobile Fabrizio Trisi (1580-1630) il quale volle che parte del suo patrimonio, nonché la sua residenza, fossero impiegate nella fondazione di un collegio a lui intitolato dove mantenere dieci giovani lughesi meritevoli<ref>Il numero degli alunni variò nel corso degli anni, stabilizzandosi intorno alle cinque unità. Le famiglie Cassani, Belletti e Taroni godettero del privilegio di poter far iscrivere i propri membri senza affrontare l'esame di ammissione.</ref>. Affidò infine la gestione dell'istituzione all'amministrazione comunale. Il Collegio voluto da Trisi entrò in attività nel [[1674]] grazie alle sollecitazioni del vescovo Costanzo Zani sul Consiglio comunale. La prima sede fu in via Codalunga (oggi via Matteotti) nella casa del nobile. Dapprima rilasciò solo la laurea in legge; a partire dal 1706 anche quella in filosofia<ref name="ReferenceB">{{cita|M. Martelli|p. 153|Martelli, 1984}}. Per l'istruzione femminile si dovette attendere il 1765 con la scuola delle Maestre Pie.</ref>. Nel [[1760]] il consiglio comunale deliberò l'accorpamento del Collegio Trisi con le scuole pubbliche lughesi. Cominciò così la seconda fase della vita dell'istituzione. Si decise di finanziare la costruzione di un nuovo palazzo dove alloggiare il Collegio e le scuole. A quel tempo esistevano a Lugo tre scuole pubbliche: elementare, «Grammatica inferiore» (per lo studio della [[lingua latina]]) e «scuola maggiore», dove si insegnavano Umanità e Retorica<ref name="Medri84">{{cita news|autore=Sante Medri|url=|titolo=Il Collegio Trisi di Lugo e la formazione della «Libraria» nei secoli XVII e XVIII|pubblicazione=Studi Romagnoli|data=1984 (XXXV)}}</ref>. La sede di via Codalunga fu chiusa nel 1763; l'anno seguente iniziarono i lavori, che si conclusero nel [[1774]]. Le scuole pubbliche furono aperte già nel [[1772]], quando i lavori erano ancora in esecuzione. Il Collegio Trisi era dotato di una biblioteca giuridica aperta al pubblico, che divenne municipale durante la dominazione francese e fu aperta al pubblico nel [[1803]].
 
[[File:Scuolamalerbi.jpg|thumb|200px|upright=1.1|La scuola di musica intitolata ai fratelli Malerbi]]
;==== Villa Malerbi ====
[[File:Scuolamalerbi.jpg|thumb|La scuola di musica intitolata ai fratelli Malerbi]]
Fu la residenza di campagna della famiglia Malerbi, che abitava in centro dov'è attualmente Largo della Repubblica. La villa, costruita nei primi anni del [[XIX secolo]], fu ereditata da Pietro Malerbi (1890-1954), ultimo discendente maschio della famiglia. Nel 1949 (primo centenario della morte del canonico Giuseppe, suo antenato) egli la donò al Comune di Lugo, a patto che diventasse sede della scuola comunale di musica. Dal 1950 è sede dell'Istituto musicale pareggiato «Giuseppe e Luigi Malerbi», tuttora in attività. Il suo primo direttore fu Luigi Penazzi, che fu anche l'ultimo direttore della scuola musicale privata fondata dai fratelli Malerbi. Nella prima metà del XX secolo la scuola era stata diretta dal noto compositore [[Francesco Balilla Pratella]] (1910-1929), che accrebbe notevolmente il suo prestigio. Il «Fondo Malerbi», costituito dagli spartiti delle opere dei due fratelli (catalogato nel 1984 da Lauro Malusi) è conservato presso la Biblioteca comunale. All'inizio del XXI secolo Villa Malerbi è stata oggetto di un lungo restauro, terminato nel [[2012]].
 
;[[Ala di Baracca|Monumento a Francesco Baracca]]
==== Palazzo Drei ====
Monumento realizzato nel [[1936]] in onore dell'eroe della [[prima guerra mondiale]] [[Francesco Baracca]], nativo di Lugo. L'opera è dello scultore [[Domenico Rambelli]] di [[Faenza]] (1886-1972), che ne fu anche l'ideatore. La base è realizzata in [[cemento armato]] rivestito di [[travertino]]. Al fianco della statua in bronzo del pilota vi è un'enorme ala alta 27 metri.
;Porta San Bartolomeo
Porta medievale; la data di costruzione è ignota. Deve il nome alla vicinanza di un oratorio dedicato a san Bartolomeo.
;Cimitero ebraico
Il primo cimitero ebraico di Lugo si trovava non lontano dal ghetto (sito in via Codalunga), tra gli attuali viale T. Masi e Viale Dante. Esistente sin dal [[XV secolo]], col passare dei secoli divenne troppo angusto per una comunità sempre più popolosa. Ne fu costruito uno nuovo nella prima metà del XVIII secolo, di dimensioni doppie rispetto al precedente<ref>Ines Miriam Marach in (AA.VV.), ''Bassa Romagna ritrovata. I 10 luoghi della memoria'', Tempo al Libro, 2021, pp. 114-117.</ref>. Nel XIX secolo il cimitero arrivò a contenere 600 sepolture. Nel 1863 la zona dov'era ubicato il cimitero divenne zona residenziale. Divenne necessario individuare per il cimitero ebraico una nuova collocazione. Dopo lunghe trattative con l'amministrazione comunale, nel [[1877]] venne inaugurato il cimitero nell'attuale sede (via di Giù). Con l'unità d'Italia e l'emancipazione degli ebrei, molte famiglie furono attratte dello stile di vita delle grandi città<ref>Prima gli ebrei non si potevano spostare liberamente sul territorio.</ref>; iniziò così l'emigrazione delle famiglie più abbienti verso Bologna e altre importanti città. Il cimitero è attualmente in uso (e visitabile) ed appartiene alla Comunità ebraica di [[Ferrara]].
;Palazzo Drei
Palazzo dell'alta borghesia locale, appartenuto a una ricca famiglia di possidenti, composta dall'unica figlia dell'industriale Arrigo Foschini, Romea, che era stata anche proprietaria terriera per un certo tempo, e dal medico condotto di Lugo Giulio Drei. Dopo la morte del dottor Drei il palazzo andò in rovina e fu venduto allo stilista Angelo Cairoli.
 
=== Architetture militari ===
==== Rocca estense ====
[[File:Lugo_rocca_estenseROCCA ESTENSE Lugo di Romagna.jpg|thumbminiatura|La Rocca estense]]
La [[Rocca estense di Lugo|Rocca estense]] è il monumento più caratteristico della città. Esempio di architettura fortificata, fu costruita sopra un precedente fortilizio. Gli [[Este]] la modificarono e ristrutturarono più volte: i loro interventi riguardarono soprattutto le bastionature ed il rafforzamento delle torri. L'aspetto della fortezza è ancora quello della metà del XVI secolo, al tempo degli Este. Dal 1847 la rocca estense ospita gli uffici dell'amministrazione comunale.
 
==== Porta San Bartolomeo ====
Porta medievale; la data di costruzione è ignota. Deve il nome alla vicinanza di un oratorio dedicato a san Bartolomeo.
 
=== Altri monumenti ===
 
==== Ala di Baracca ====
[[File:Panoramica del monumento a Baracca - Lugo.jpg|miniatura|Ala di Baracca]]
L'[[Ala di Baracca]] è il monumento realizzato nel [[1936]] in onore dell'eroe della [[prima guerra mondiale]] [[Francesco Baracca]], nativo di Lugo. L'opera è dello scultore [[Domenico Rambelli]] di [[Faenza]] (1886-1972), che ne fu anche l'ideatore. La base è realizzata in [[cemento armato]] rivestito di [[travertino]]. Al fianco della statua in bronzo del pilota vi è un'enorme ala alta 27 metri.
=== Siti archeologici ===
* Insediamento neolitico – L'insediamento neolitico è stato individuato nel 1982 al centro del bacino di estrazione di una fornace. I reperti ceramici e litici raccolti all'atto del rinvenimento hanno permesso sin da allora di attribuire l'insediamento al [[Neolitico|Neolitico Antico]] e più precisamente alla Cultura di Fiorano. Il sito non è visitabile.
 
=== Aree naturali ===
Le due aree naturali di maggior pregio site nel territorio di Lugo sono il Canale dei Mulini di Castel Bolognese, Lugo e Fusignano e il Parco del Loto. Nel [[2011]] sono entrate a far parte di un'Area di Riequilibrio Ecologico che si estende tra i Comuni di Lugo e [[Fusignano]] per 79 ettari. L'area comprende anche la "Ex cava Gattelli" e la Vasca di laminazione del canale Brignani.
[[File:Parco del loto - come si passeggia sulle acque.jpg|miniatura|Uno scorcio dello specchio d'acqua del Parco del Loto]]
* Parco del Loto – In un terreno sfruttato precedentemente come cava di [[argilla]] è stato ricavato uno specchio d'acqua che ospita numerose specie di fiori di [[loto]] e [[ninfee]]. Pur avendo una vocazione naturalistica, è situato in un ambito tipicamente urbano, a ridosso del centro storico della città. All'interno del parco sono presenti [[Stagno (acqua)|stagni]], prati, arbusteti e un piccolo boschetto. Il Parco si estende su una superficie di {{formatnum:77252}} metri quadrati. Nel periodo settembre 1995 - agosto 1996 è stato fatto un censimento della vegetazione presente che ha portato all'accertamento di ben 202 specie<ref>{{cita web|url=http://www.comune.lugo.ra.it/Citta-e-territorio/Tempo-libero/Parchi-e-Giardini/Il-Parco-del-Loto|titolo=Il Parco del Loto|accesso=19 marzo 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170320052315/http://www.comune.lugo.ra.it/Citta-e-territorio/Tempo-libero/Parchi-e-Giardini/Il-Parco-del-Loto|dataarchivio=20 marzo 2017|urlmorto=sì}}</ref>. Per quanto riguarda la fauna, sono state rilevate diverse specie di uccelli, tra i quali, il [[cardellino]], l'[[usignolo di fiume]], il [[pendolino europeo]], la [[folaga]], il [[tarabusino]], il [[Tachybaptus ruficollis|tuffetto]], il [[Phalacrocorax carbo|cormorano]], il [[Picus viridis|picchio verde]], [[Dendrocopos major|picchio rosso maggiore]], la [[gallinula|gallinella]], il [[beccamoschino]], la [[capinera]], la tortora reale, la [[cinciallegra]], il [[saltimpalo]], la [[nitticora]], l'[[averla]], il [[Alcedo atthis|martin pescatore]] e l'[[Ardea cinerea|airone cenerino]].
* Canale dei Molini di Castel Bolognese, Solarolo, Lugo e Fusignano – Storica via d'acqua e fonte di approvvigionamento per le attività produttive (mulini e coltivazioni) del lughese, fu costruito a partire dal [[1389]] per dare acqua ai mulini di Castel Bolognese. Nasce dal fiume [[Senio]] a Tebano, in territorio di [[Castel Bolognese]], e sfocia nel [[Canale in Destra Reno|Canale di bonifica in Destra Reno]], per una lunghezza totale di 38&nbsp;km. Prima di raggiungere Lugo il canale passa dalla frazione Zagonara: qui si può osservare un'area protetta di 12 ha, il "podere Gagliardi"<ref>{{cita web|url=https://bitbudrio.files.wordpress.com/2011/12/canale-mulini.pdf|titolo=Il Canale dei Mulini di Lugo. Alla scoperta degli itinerari storico naturalistici|accesso=22 dicembre 2020}}</ref>. Passata Zagonara, il canale prosegue lambendo Lugo sul lato occidentale. Alle porte della città si trova il "Ponte delle lavandaie". L'opera risale al Seicento ed è in buono stato: sono ancora ben conservati i gradoni (ricavati dall'argine) su cui si sedevano le lavandaie. Un tempo, infatti, l'acqua del canale era utilizzata per lavare e sciacquare i panni. Fino al secondo dopoguerra era ancora visibile il Mulino di Figna (dal nome della famiglia dei mugnai), situato nelle vicinanze di Porta Brozzi<ref>Walter Berti (a cura di), ''Lugo nel 900. Una storia di Lugo nel XX secolo'', Walberti, Lugo 2005, p. 122.</ref>. Dopo aver attraversato in un tratto sotterraneo via De' Brozzi (la [[Strada statale 253 San Vitale|strada statale San Vitale]]), il canale prosegue la sua corsa verso nord, giungendo alla frazione Bizzuno, che lambisce ad ovest. Poi entra nel territorio di Fusignano. La gestione del manufatto è di competenza del [[Consorzio di bonifica della Romagna Occidentale]].
* A metà strada tra il parco urbano e l'oasi naturalistica, la Piccola Oasi "Lilly e i vagabondi" è un parco didattico privato situato lungo la riva destra del Canale dei Molini, a sud dell'abitato di Lugo. Si estende per circa {{formatnum:20000}} m² e comprende due vasti canneti palustri, circondati da ampie zone di fitta macchia boschiva conservata allo stato naturale.
* Parco del Loto – In un terreno sfruttato precedentemente come cava di [[argilla]] è stato ricavato uno specchio d'acqua che ospita numerose specie di fiori di [[loto]] e [[ninfee]]. Pur avendo una vocazione naturalistica, è situato in un ambito tipicamente urbano, a ridosso del centro storico della città. All'interno del parco sono presenti [[Stagno (acqua)|stagni]], prati, arbusteti e un piccolo boschetto. Il Parco si estende su una superficie di {{formatnum:77252}} metri quadrati. Nel periodo settembre 1995 - agosto 1996 è stato fatto un censimento della vegetazione presente che ha portato all'accertamento di ben 202 specie<ref>{{cita web|url=http://www.comune.lugo.ra.it/Citta-e-territorio/Tempo-libero/Parchi-e-Giardini/Il-Parco-del-Loto|titolo=Il Parco del Loto|accesso=19 marzo 2017|dataarchivio=20 marzo 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170320052315/http://www.comune.lugo.ra.it/Citta-e-territorio/Tempo-libero/Parchi-e-Giardini/Il-Parco-del-Loto|urlmorto=sì}}</ref>. Per quanto riguarda la fauna, sono state rilevate diverse specie di uccelli, tra i quali, il [[cardellino]], l'[[usignolo di fiume]], il [[pendolino europeo]], la [[folaga]], il [[tarabusino]], il [[Tachybaptus ruficollis|tuffetto]], il [[Phalacrocorax carbo|cormorano]], il [[Picus viridis|picchio verde]], [[Dendrocopos major|picchio rosso maggiore]], la [[gallinula|gallinella]], il [[beccamoschino]], la [[capinera]], la tortora reale, la [[cinciallegra]], il [[saltimpalo]], la [[nitticora]], l'[[averla]], il [[Alcedo atthis|martin pescatore]] e l'[[Ardea cinerea|airone cenerino]].
* A metà strada tra il parco urbano e l'oasi naturalistica, la Piccola Oasi "Lilly e i vagabondi" è un parco didattico privato situato lungo la riva destra del Canale dei Molini (vedi ''supra''), a sud dell'abitato di Lugo. Si estende per circa {{formatnum:20000}}&nbsp;m² e comprende due vasti canneti palustri, circondati da ampie zone di fitta macchia boschiva conservata allo stato naturale.
 
== Società ==
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=== Lingue e dialetti ===
{{Vedi anche|Lingua romagnola}}
Accanto alla lingua italiana, è parlata la [[lingua romagnola]] nella sua locale variante.<br/>
Accanto alla lingua italiana, è parlato il [[Lingua romagnola|romagnolo]] nella sua locale variante.<br />
Mentre le frazioni lughesi rientrano a pieno titolo nell'assetto linguistico della pianura ravennate-forlivese, la parlata tipica del centro storico di Lugo presenta una serie di particolarità proprie. In particolare, i dittonghi ravennati-forlivesi /eə,oə/ sono confluiti in /e,o/, col risultato che i ravennati /'peəl,'pel/ "palo, pelo" e /'meəl,'mel/ "male, miele" diventano rispettivamente omofoni /'pel,'pel/e /'mel,'mel/. Anche le vocali nasali sono diverse: ai ravennati /'vẽ, kə̃, 'bõ/ "vino, cane, buono" corrispondono i lughesi /'vɛĩ, 'kɛ̃, 'boũ/.<ref>{{Cita libro|autore=Daniele Vitali|wkautore=Daniele Vitali (glottologo)|autore2=[[Davide Pioggia]]|titolo=Dialetti Romagnoli|ed=2|anno=2016|editore=Pazzini Editore|capitolo="Il dialetto di Lugo"}}</ref>
 
=== Religione ===
 
;Parrocchie
==== Parrocchie ====
Nel comune di Lugo sono presenti quindici [[parrocchie]] facenti parte della [[diocesi di Imola]], vi sono inoltre tre parrocchie facenti parte della [[diocesi di Faenza-Modigliana]]<ref>Nell'abitato: Santi Francesco e Ilaro (conosciuta come “Collegiata”), principale, San Francesco di Paola (co-patrono), San Giacomo Maggiore, San Gabriele, Madonna del Molino e Santi Simone e Giuda in Madonna delle Stuoie. Nel forese: Ascensione, Belricetto, San Bernardino in Selva, Giovecca, San Lorenzo in Selva, Santa Maria in Fabriago, Voltana, Chiesanuova di Voltana e Zagonara.</ref>.
 
Lugo è sede di vicariato. Rientrano nel territorio vicariale anche due parrocchie del comune di Cotignola: [[Barbiano (Cotignola)|Barbiano]] e [[Budrio (Cotignola)|Budrio]]. Fino al XIV secolo Lugo rientrò nella giurisdizione della pieve di Barbiano. Il capovolgimento si ebbe per opera del duca di Ferrara: con il passaggio di Lugo sotto il dominio degli Este, la città divenne sede di vicariato e si affrancò definitivamente dalla pieve di Barbiano.
 
;==== Il culto di Sant'Ilaro ====
Il culto di Sant'Ilaro è antico quanto le origini di Lugo. Sin dalle origini i primi abitanti del luogo scelsero Sant'Ilaro come loro protettore. Una chiesa a lui dedicata, Sant'Ilaro in Stiliano, situata nel fondo Stiliano della ''massa Sancti Hilari'' (vedi la sezione ''Storia''), era documentata fin dall'anno [[1071]]. La chiesa conservava una [[croce]] di ferro al centro della quale era raffigurato il santo. Risale alla metà del XIII secolo la più antica attestazione di Sant'Ilaro come [[Santo patrono|patrono]] di Lugo: sulla campana della chiesa fu impressa, in latino, l'iscrizione "Sant'Ilaro difenda il suo popolo" con la datazione [[1264]]. La devozione all'abate di Galeata era dettata dalla gratitudine per i numerosi benefici ricevuti nei secoli in occasione di scontri bellici e calamità naturali. Nel 1493 gli Statuti del Comune di Lugo riconobbero la data del 15 maggio (anniversario della morte di Sant'Ilaro) come giorno festivo. Alla fine del [[XIV secolo]], a causa delle ripetute alluvioni che avevano colpito il territorio tra i fiumi Santerno e Senio, gli abitanti del fondo Stiliano si trasferirono nel centro abitato. A quel tempo vi erano in Lugo due chiese: San Giacomo Maggiore e Santa Maria. Il borgo di San Giacomo era allora il più popoloso, pertanto i nuovi abitanti si trasferirono vicino alla chiesa di Santa Maria. La chiesa, intitolata a Santa Maria del Trivio, fu rinominata “Santa Maria del Trivio e Sant'Ilaro”. Nel [[1477]] il Comune chiamò i Carmelitani per affidare loro la custodia di quella sita nel fondo Stiliano<ref>Emanuele Boaga, "I Carmelitani nella Romagna estense", in AA.VV., ''Romagna Romandiola. Le istituzioni religiose nella storia del territorio'', Lugo, Walberti, 2001, pp. 143-154. I monaci provennero dal vicino convento di Massa Lombarda</ref>. Dopo il 1480 i Carmelitani ottennero il permesso di trasferirsi all'interno delle mura. Successivamente fondarono la Chiesa del Carmine con annesso convento, terminato nel [[1523]] e vi trasferirono il titolo di Sant'Ilaro<ref>Nel [[1613]] la Confraternita che custodiva la chiesa di Sant'Ilaro in Stiliano si trasferì a Santa Maria, sancendo l'abbandono del più antico luogo di culto in Lugo. {{cita libro|AA. | VV. | La Romagna nella Legazione ferrarese | 1988 | Centro Studi Romandiola | Lugo}}</ref>. Nel [[1526]] il Comune ottenne alcune [[reliquia|reliquie]] del santo: una croce di ferro, un osso del braccio e una parte del cranio. Furono affidate ai Carmelitani, che da allora le hanno custodite ininterrottamente fino ad oggi<ref>Nel [[1689]] la parte del cranio venne racchiusa in una teca d'argento.</ref>. Nel [[1708]] i Carmelitani fecero realizzare un busto di argento massiccio raffigurante Sant'Ilaro: all'interno vi posero le reliquie del santo. Nel [[1793]] il Comune di Lugo fece costruire un tronetto in legno dorato (stile impero) su cui fu posto il busto. I Carmelitani sono i custodi del culto del santo e del busto in argento che lo ritrae.
 
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Nel [[1888]] il [[venerabile]]<ref>La dichiarazione di venerabilità risale al 26 giugno 2006.</ref> monsignor Marco Morelli (1834-1912) e madre Margherita Ricci Curbastro (1856-1923) diedero vita all'Istituto delle [[Ancelle del Sacro Cuore di Gesù Agonizzante]], dedicato all'educazione delle fanciulle del popolo e alla loro promozione attraverso il lavoro. Dall'agosto [[2013]] la Madre Superiora generale è suor Rossella Bergna.<ref>{{cita web|url=http://www.pavaglionelugo.net/2013/08/suor-rossella-bergna-superiora-generale.html|titolo=Suor Rossella Bergna Superiora generale|accesso=3 gennaio 2013|dataarchivio=5 dicembre 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20201205175912/http://www.pavaglionelugo.net/2013/08/suor-rossella-bergna-superiora-generale.html|urlmorto=sì}}</ref>
 
I [[Ordine della Beata Vergine del Monte Carmelo|Carmelitani]] sono presenti a Lugo sin dal 1477. È l'unico convento attualmente esistente in paese.<br />
I [[Famiglia salesiana|Salesiani]] fondarono una casa a Lugo nel [[1892]]. Furono attivi con una scuola fino al [[1963]], anno in cui si trasferirono a Bologna<ref>{{cita web|url=http://www.salesian.online/wp-content/uploads/2019/07/4-Motto-150-anni-di-apporto-costruttivo-dei-Salesiani-all’unificazione-e-al.pdf|titolo=Emilia-Romagna/San Marino (1846-2010)|accesso=1º marzo 2020}}</ref>. Tra le persone illustri che studiarono al ginnasio dei salesiani vanno annoverati [[Francesco Baracca]]<ref>{{cita web|url=http://www.museobaracca.it/Francesco-Baracca|titolo=Francesco Baracca|accesso=1º marzo 2020}}</ref> e il generale [[Ruggero Bonomi]].
 
È esistito anche un convento di monache agostiniane, il «Monastero delle Adoratrici perpetue del Sacro Cuore». Fondato durante il pontificato di [[papa Pio IX]] (1846 - 1878), il convento fu chiuso negli anni sessanta del [[XX secolo]] e dichiarato estinto nel 2002<ref>{{cita web|url=http://www.gazzettaufficiale.biz/atti/2002/20020042/02A01417.htm|titolo=Gazzetta Ufficiale n. 42 del 19 febbraio 2002|accesso=28 agosto 2012}}</ref>.<br />
Dal 1890 al 2019 sono state presenti in città per 129 anni consecutivi le [[Figlie di Maria Ausiliatrice]], [[istituto religioso]] femminile. Hanno fondato una [[scuola paritaria]] e una società polisportiva, che sono tuttora in attività<ref>''Figlie di Maria Ausiliatrice lasciano Lugo'', ne «Il nuovo Diario-Messaggero», 6 giugno 2019, p. 21.</ref><ref>«Il nuovo Diario-Messaggero», 4 luglio 2019, p. 19.</ref>.
 
=== Tradizioni e folclore ===
La Contesa Estense si svolge ogni anno a Lugo nella settimana del 15 maggio, festa di Sant’Ilaro, patrono della città. L’evento rievoca la sosta del duca Borso d’Este nel 1471, diretto a Roma per ricevere l’investitura papale sui territori della Romandiola (nome che gli Este diedero ai loro possedimenti in Romagna). La manifestazione comprende cortei storici, spettacoli e soprattutto la disfida al tiro alla fune tra i quattro rioni cittadini, che si sfidano contemporaneamente per conquistare il Palio della Caveja.
La Contesa estense è una competizione tra quattro rioni (cioè le quattro circoscrizioni della città che si rifanno ai quattro rioni all'interno medievali dei canali che formavano quattro borghi all'interno della città) di Lugo.<br/>
 
La Contesa estense è stata ufficializzata nel 1969 come ricostruzione storica.
Dal 1437 al 1598 Lugo fu sotto il dominio estense, periodo che garantì pace e prosperità, tanto da farla considerare la capitale della Romandiola. L’associazione organizzatrice promuove ricerche e attività culturali legate alla storia e alle tradizioni cittadine.
 
La Contesa estense è stata ufficializzata nel 1969 come Ricostruzione storica.<ref>{{Cita web|lingua=it-IT|url=https://www.bassaromagnamia.it/events/palio-della-contesa-estense/|titolo=Palio della Contesa Estense|sito=Bassa Romagna Mia|accesso=2025-09-19}}</ref>
 
=== Istituzioni, enti e associazioni ===
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== Cultura ==
Lugo viene menzionata nell''<nowiki/>'[[Orlando Furioso]]'' (canto 3, par. 41) di [[Ludovico Ariosto]], nelle ''Istorie Fiorentine'' (libro Quinto, cap. 22) di [[Niccolò Machiavelli]] e ne ''Il Trecentonovelle'' (novella CCXXIII) di [[Franco Sacchetti]].
 
=== Biblioteche ===
* Biblioteca Trisi. È sita nel Palazzo Trisi, palazzo signorile del [[XVIII secolo]] (Vedi ''Monumenti storici''). Il nucleo originale è costituito dalla raccolta libraria del Collegio Trisi, avviata nel [[1674]], comprendente testi giuridici. In epoca napoleonica, con la soppressione degli ordini religiosi, la biblioteca inglobò anche i fondi librari dei conventi Francescani e Domenicani lughesi. Nel 1803 divenne Biblioteca municipale<ref name="Medri84" />. La biblioteca civica gestisce un patrimonio di circa {{formatnum:170000}} volumi. Nel [[2001]] il Comune ha acquisito il "Fondo [[Francesco Balilla Pratella|Pratella]]", che accorpa oltre duemila unità, tra documenti, libri e immagini. L'istituzione conserva un patrimonio di raccolte storiche e fondi speciali considerevole<ref>{{cita web|url=http://www.bibliotecatrisi.it/Le-raccolte/Raccolte-storiche-e-Fondi-speciali|titolo=Raccolte storiche e Fondi speciali|accesso=7 gennaio 2019}}</ref>. Altre biblioteche di Lugo aperte al pubblico sono: «Il Tondo» e la raccolta del Liceo scientifico "Ricci Curbastro".
 
=== Scuole ===
Nel territorio comunale di Lugo sono presenti sei scuole primarie e cinque scuole secondarie di primo grado, distribuite tra il capoluogo e le frazioni. L’offerta formativa di secondo grado comprende un liceo scientifico statale, il «G. Ricci Curbastro»<ref>{{Cita web|lingua=it-IT|url=https://www.liceolugo.edu.it/index.php|titolo=Homepage Istituto Scolastico - www.liceolugo.it|sito=www.liceolugo.edu.it|accesso=2025-09-19}}</ref>, e un polo tecnico-professionale che riunisce istituti a indirizzo tecnico commerciale, industriale e professionale per i servizi commerciali e turistici. Sono inoltre attivi corsi serali per l’istruzione degli adulti.
 
===Università===
Lugo è sede di corsi di laurea dell'[[Università di Bologna]]. Nell'anno accademico 2022/23 è stato attivato il corso in Meccatronica<ref>{{cita web|url=https://www.ilnuovodiario.com/2022/10/23/inaugurato-il-nuovo-corso-di-laurea-in-meccatronica-a-lugo-nuova-opportunita-di-formazione/|titolo=Inaugurato il nuovo corso di laurea in meccatronica a Lugo, «nuova opportunità di formazione»|accesso=11 novembre 2022}}</ref>.
=== Musei ===
* [[Museo Francesco Baracca]]. Museo storico dedicato all'[[Francesco Baracca|aviatore lughese]]. Allestito nella Rocca Estense fino al 1990, il museo è situato nella casa natale dell'eroe (in via Baracca) ed ospita due aeroplani d'epoca: il [[Aeritalia G-91Y|G91-Y]] e lo [[SPAD S.VII|SPAD VII]], aereo del 1917 sul quale Baracca conseguì una delle sue 34 vittorie (il velivolo è stato restaurato nel 1990). Su di un fianco della fusoliera compare lo stemma personale dell'aviatore, il cavallino rampante che, adottato da [[Enzo Ferrari]], è diventato noto in tutto il mondo. Inoltre, sono in esposizione circa 300 pezzi, tra cimeli personali dell'eroe e documenti della sua epoca. Nel [[2014]] la storica sede del museo è stata sottoposta ad importanti lavori di consolidamento antisismico. Il museo ha riaperto con un nuovo allestimento il 23 maggio [[2015]]<ref>{{cita news|titolo=Il museo Francesco Baracca riapre i battenti|pubblicazione=Il nuovo Diario-Messaggero|data=23 maggio 2015}}</ref>. La maggiore novità è la presenza di un [[simulatore di volo]] collegato a un modello digitale del terreno ad alta risoluzione. Il programma, dotato di una modalità interattiva, consente all'utente di prendere posto all'interno della carlinga, azionare i comandi e partire per un volo per qualsiasi destinazione del mondo<ref>''Dal museo Baracca ora si può decollare per ogni destinazione'', «il nuovo Diario-Messaggero», 30 gennaio 2016, p. 22.</ref>. Il museo Baracca è uno dei sei musei italiani interamente dedicati alla memoria dell'aviazione nazionale.
* [[Casa Rossini (Lugo)|Casa museo di Gioacchino Rossini]] o «Museo polifonico»<ref>{{Cita web|url=https://casarossinilugo.it/|titolo=La Casa di Rossini a Lugo|sito=Casa Rossini Lugo|lingua=it|accesso=2023-05-20}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.bassaromagnamia.it/poitofintrests/casa-museo-gioachino-rossini/|titolo=Casa Museo Gioacchino Rossini|sito=Bassa Romagna Mia|lingua=it|accesso=2023-05-20}}</ref><ref>{{cita pubblicazione|url=https://digitalia.cultura.gov.it/article/view/2888/1999|titolo=La casa di Rossini a Lugo: genesi di un museo polifonico|rivista=DigItalia|autore=Maria Gregorio|autore2=Claudio Ballestracci|pp=145-150|data=ultimo aggiornamento dicembre 2021|accesso=20 maggio 2023|dataarchivio=19 gennaio 2023|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20230119060403/https://digitalia.cultura.gov.it/article/view/2888/1999|urlmorto=sì}}</ref><ref name="musei">{{Cita web|url=http://www.sistemamusei.ra.it/main/index.php?id_pag=6|titolo=Gli altri musei del territorio non aderenti al Sistema|sito=Sistema Museale della Provincia di Ravenna|accesso=2023-05-20}}</ref>. I genitori di Rossini ebbero residenza a Lugo in via Manfredi 25<ref>La famiglia Rossini è romagnola e la stirpe originaria del grande musicista proviene da Cassanigo di [[Cotignola]], come hanno dimostrato gli studiosi Domenico Savini e Raffaella Zama. Nell'albero genealogico vi sono antenati lughesi e faentini. Vedi Giovanni Baldini, «Il nuovo Diario-Messaggero», 10 novembre 2018, p. 27.</ref>. Il giovane [[Gioachino Rossini]] vi abitò, proveniente dalla natia [[Pesaro]], tra il maggio 1802 e il 1805. Il padre lo iscrisse alla scuola di musica dei fratelli Malerbi e gli trovò un insegnante di lettere, uno di matematica e uno di latino<ref name="Giardini1992">Gino Giardini, ''Rossini a Lugo alla scuola dei Malerbi'', Walberti, Lugo 1992.</ref>. Il nonno paterno abitava in via G. Rocca, 14. All'esterno di questa abitazione è posta una lapide con un'iscrizione in latino risalente al 1857<ref>Delibera municipale del 25 aprile 1857.</ref>. Tra il 2018 e il 2020 il Comune ha riadattato la residenza di via G. Rocca, composta da quattro stanze su due piani, a casa-museo. All'interno si possono ammirare documenti e cimeli che attestano il legame del compositore con la città<ref>{{cita web|url=http://www.romagnadeste.it/it/9-lugo/i1331-casa-museo-gioacchino-rossini.htm|titolo=Casa-museo Gioacchino Rossini|accesso=8 gennaio 2020|dataarchivio=13 febbraio 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200213210142/http://www.romagnadeste.it/it/9-lugo/i1331-casa-museo-gioacchino-rossini.htm|urlmorto=sì}}</ref>. Il 28 febbraio [[2023]] Casa Rossini il Museo Baracca sono entrati nel novero delle «Case e studi delle persone illustri dell'Emilia-Romagna»<ref>{{Cita web|url=https://patrimonioculturale.regione.emilia-romagna.it/notizie/2023/case-studi-illustri-strutture-riconosciute|titolo=Case e studi delle persone illustri: le strutture riconosciute|accesso=8 agosto 2023}}</ref>.
A 200 metri circa dalla casa dove abitava il giovane Rossini vi era la residenza dei fratelli Malerbi<ref>{{cita web|url=https://www.smbr.it/lugo-casa-malerbi/|titolo=Lugo, Casa Malerbi|data=12 ottobre 2024}}</ref>. Giuseppe Malerbi (1771-1849) fu socio dell’Accademia Filarmonica bolognese e compositore di musica sacra<ref>Nel [[1811]] don Giuseppe Malerbi accettò l'incarico assegnatogli dal Comune di gestire la prima scuola musicale pubblica del paese per ragazzi meno abbienti. Vedi {{cita web|url=http://www.bibliotecatrisi.it/Archivio-notizie/La-Stanza-della-Musica-musicisti-lughesi-nelle-raccolte-storiche-della-Biblioteca-Trisi|titolo="La stanza della musica"|accesso=17 marzo 2020}}</ref>. Nel 1843 divenne membro della prestigiosa [[Accademia Nazionale di Santa Cecilia|Accademia romana di Santa Cecilia]]. Il fratello Luigi (1776-1843) anch'egli canonico, fu organista sia del Carmine che di S. Francesco a Lugo nonché autore di componimenti per [[pianoforte]]. All'inizio del XIX secolo la loro abitazione divenne sede di una scuola di musica (una delle prime della Romagna). I fratelli Malerbi furono i primi maestri del giovane Rossini, cui impartirono lezioni di basso cifrato e composizione dal 1802 al 1805<ref name="Gon">Federico Gon, ''Le rossiniane «Sonate a quattro» (1804): alle origini del “Tedeschino”'', in «Ad Parnassum. A Journal of Eighteenth and Nineteenth-Century Instrumental Music», Volume 14, n. 27 (aprile 2016), pp. 89-122.</ref><ref>I contatti tra Rossini e i suoi primi maestri proseguirono anche durante il suo soggiorno bolognese, cioè almeno fino al 1809.</ref>. All'età di dodici anni il loro allievo compose a Lugo la sua prima opera, le ''[[Sei sonate a quattro]]'' (1804)<ref name="Gon" /><ref>{{cita web|url=https://www.raiplayradio.it/audio/2018/11/Orrende-sonate-di-un-geniale-ragazzino-72def408-760a-4476-9a8c-e468dab653f9.html|titolo=G. Rossini, Sonata a quattro n. 6 in re maggiore|accesso=15 marzo 2020}}
{{Cita audio
|autore = Gioachino Rossini
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|postscript =
}}.
</ref>. Inoltre Rossini scrisse ''[[Demetrio e Polibio]]'' quando abitava già a [[Bologna]], ma prima d'iscriversi al liceo musicale. Quindi anche quest'opera testimonia la buona preparazione ricevuta alla scuola dei fratelli Malerbi<ref name="Giardini1992" />.
* [[Museo oratorio di Sant'Onofrio]]<ref name="musei" /><ref>{{cita web|url= http://bbcc.ibc.regione.emilia-romagna.it/pater/search.do?type=&group=GROUP0&customquery=*%3A*+-TYPE%3An+-TYPE%3Aeca+-TYPE%3Abib+-TYPE%3Aaut&value%28ANY%29=oratorio+di+Sant%27Onofrio+Lugo
|titolo=Oratorio di Sant'Onofrio|sito=PatER, portale del patrimonio dell'Emilia-Romagna |accesso=20 maggio 2023}}</ref>.
 
===Università===
Lugo è sede di corsi di laurea dell'[[Università di Bologna]]. Nell'anno accademico 2022/23 è stato attivato il corso in Meccatronica<ref>{{cita web|url=https://www.ilnuovodiario.com/2022/10/23/inaugurato-il-nuovo-corso-di-laurea-in-meccatronica-a-lugo-nuova-opportunita-di-formazione/|titolo=Inaugurato il nuovo corso di laurea in meccatronica a Lugo, «nuova opportunità di formazione»|accesso=11 novembre 2022}}</ref>.
=== Teatro ===
A Lugo ha sede il [[Teatro Rossini (Lugo)|Teatro Rossini]] (intitolato a [[Gioachino Rossini]]), splendido esempio di teatro all'italiana inaugurato nel [[1761]]. Offre un programma di prosa, concerti e lirica. La stagione operistica è dedicata in prevalenza al periodo barocco.
<!--* Cinema teatro "San Rocco" (nato nel [[1964]]) che, oltre ad offrire una rassegna di commedie in [[lingua romagnola]], è l'unico cinema di prima visione rimasto aperto in paese<ref>Fino agli anni ottanta del [[XX secolo]] a Lugo vi erano quattro cinema, oltre al San Rocco.</ref>.-->
 
=== Media ===
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A Lugo hanno una propria redazione due quotidiani che coprono il territorio romagnolo: «[[Corriere Romagna]]» e «[[il Resto del Carlino]]».
 
=== EventiTeatro ===
A Lugo ha sede il [[Teatro Rossini (Lugo)|Teatro Rossini]] (intitolato a [[Gioachino Rossini]]), splendido esempio di teatro all'italiana inaugurato nel [[1761]]. Offre un programma di prosa, concerti e lirica. La stagione operistica è dedicata in prevalenza al periodo barocco.
* Fiera biennale dell'Artigianato, Agricoltura e Industria. Si svolge nel centro storico ogni due anni, negli anni pari, durante il mese di settembre; dura circa otto giorni. La manifestazione riprende l'antica ''Fiera estense'', di cui si trovano testimonianze fin dal [[XV secolo]]. Nata nell'area circostante il santuario della Madonna del Molino, dal [[XVII secolo]] la «Fiera di Lugo» si tiene negli spazi antistanti la Rocca, coinvolgendo anche il loggiato prospiciente, edificato al tempo del duca [[Alfonso II d'Este|Alfonso II]]. Alla metà del [[XVIII secolo]] si decise di edificare un teatro per offrire spettacoli ai visitatori, così da renderne più agevole il soggiorno. Inaugurato nel [[1762]], è il [[Teatro Rossini (Lugo)|Teatro Rossini]]. Nel [[1781]] il costante incremento del giro d'affari convinse il Comune ad ampliare il loggiato, costruendo così il quadriportico detto "Pavaglione". La Fiera di Lugo si tenne fino al [[1890]]<ref>{{Cita news|autore=Michele Curzi|titolo=Antiche radici per un simbolo del territorio|pubblicazione=Il Nuovo Diario-Messaggero|data=8 settembre|città=Imola|pp=14-15}}</ref>. Fu ripresa nel [[1932]] e ripetuta tutti gli anni, con un'interruzione per la [[seconda guerra mondiale]] che si prolungò al 1948<ref name="Walter Berti 2005, p. 21"/>. Nel 1959 fu sospesa per mancanza di fondi; fu ripresa nel 1965. Da quell'anno al 1973 si è tenuta tutti gli anni dispari. Dal 1976 la manifestazione si svolge negli anni pari.
<!--Cinema teatro "San Rocco" (nato nel [[1964]]) che, oltre ad offrire una rassegna di commedie in [[lingua romagnola]], è l'unico cinema di prima visione rimasto aperto in paese. Fino agli anni ottanta del [[XX secolo]] a Lugo vi erano quattro cinema, oltre al San Rocco.-->
 
=== Lugo nella letteratura ===
Lugo viene menzionata nell{{'}}''[[Orlando Furioso]]'' (canto 3, par. 41) di [[Ludovico Ariosto]], nelle ''Istorie Fiorentine'' (libro Quinto, cap. 22) di [[Niccolò Machiavelli]] e ne ''Il Trecentonovelle'' (novella CCXXIII) di [[Franco Sacchetti]].
 
=== Lugo nel cinemaCinema ===
Oltre alle prime nazionali di film con protagonisti [[Bud Spencer]] e [[Terence Hill]] ottenute per volere del loro produttore, il lughese [[Italo Zingarelli]], a Lugo sono stati girati i seguenti film:
* ''[[Boccaccio '70]]'' (1962), episodio "La Riffa", di [[Vittorio De Sica]] con [[Sophia Loren]], girato con molte comparse lughesi e utilizzando come scenario per alcune scene il [[luna park]] che si allestisce in occasione della Festa del patrono.
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* ''E allora mambo'' (1999) di [[Lucio Pellegrini]] con [[Luca Bizzarri]], [[Paolo Kessisoglu]] e [[Luciana Littizzetto]], ambientato nella vicina [[Bagnacavallo]] ma con alcune scene girate nel centro di Lugo.
 
=== Geografia antropicaCucina ===
{{Vedi anche|Cucina romagnola}}
Il territorio attorno a Lugo si distingue per un disegno regolare, eredità della [[centuriazione]] romana<ref>{{cita web|url=http://www.parcodeltapo.it/it/paesaggio-protetto-centuriazione.php|titolo=Il paesaggio protetto della centuriazione|accesso=22 dicembre 2020}}</ref>, i cui assi ortogonali furono ripristinati dai contadini del [[Basso Medioevo]].
Lo schema regolare del territorio ha condizionato anche la geografia urbana della città: Lugo è organizzata, infatti, attorno a due assi ortogonali, che ricalcano il disegno della centuriazione:
* in senso ovest-est, corso Matteotti e il suo prolungamento via de' Brozzi, che hanno assunto il ruolo di ''decumano'';
* in senso nord-sud, corso Garibaldi (antica via del Limite) nella funzione di ''kardo''.
===Urbanistica===
La prima forma urbana di Lugo fu quella della cittadella fortificata.<br/>
Il ''castrum'' della futura Lugo fu edificato a partire dal [[1202]] per volere dell’arcivescovo di Ravenna Alberto Oselletti. Sullo stemma cittadino campeggia in alto a sinistra la colomba, simbolo della Chiesa ravennate. La fortificazione era difesa da un fossato.<br>
Al di là della cinta di difesa iniziarono a formarsi i borghi di Brozzi, Cento e Codalunga<ref>{{cita|G. Baldini|p. 25|San Giacomo, 2015}}.</ref>. La strada che, dalla rocca, portava verso via Cento era denominata via del Limite (attuale Corso Garibaldi).<br/>
All'interno della cittadella fortificata vi erano anche una chiesa, intitolata a San Giacomo, e l'ospedale di S. Maria della Scala. La chiesa di San Giacomo fu la seconda in assoluto del territorio lughese dopo la chiesetta della massa di Sant'Ilaro.
 
=== Eventi ===
Nel [[1218]] il ''castrum'' fu conquistato e raso al suolo dai Faentini. Il ripopolamento di Lugo fu attuato con difficoltà, tranne che nel borgo di Brozzi. Qui era stata trasferita la chiesa di San Giacomo dopo la distruzione della cittadella. Il ripopolamento di Brozzi crebbe più velocemente che a Cento e a Codalunga; nella seconda metà del secolo divenne il borgo più popoloso<ref>{{cita web|url=http://www.comune.lugo.ra.it/Citta-e-territorio/Arte-e-Cultura/Chiese/Chiesa-di-S-Onofrio/scheda%201.htm|titolo=L'organizzazione del territorio|accesso=31 marzo 2016|dataarchivio=16 aprile 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160416062534/http://www.comune.lugo.ra.it/Citta-e-territorio/Arte-e-Cultura/Chiese/Chiesa-di-S-Onofrio/scheda%201.htm|urlmorto=sì}}</ref>. Dopo la riedificazione del ''castrum'' Lugo ebbe per la prima volta il podestà.
 
* Contesa Estense – Palio della Caveja: rievocazione storica che si svolge nel mese di maggio, con cortei in costume, gare tra i rioni cittadini e manifestazioni collaterali legate alla tradizione estense.<ref>{{Cita web|lingua=it-IT|url=https://rievocazionistoriche.cultura.gov.it/places/italy/emilia-romagna/lugo/palio-contesa-estense-citta-di-lugo/|titolo=Palio Contesa Estense Città di Lugo|sito=Rievocazioni Storiche|accesso=2025-09-19}}</ref>
Nel XIV secolo l’impianto urbano era rimasto sostanzialmente immutato. La Lugo trecentesca era un ''castrum'' circondato da quattro borghi: Brozzi, Santa Maria, Cento e Codalunga<ref>La strada principale di ciascun quartiere era: Brozzi = Corso Mazzini; Santa Maria = Corso Garibaldi; Cento = la via omonima; Codalunga = la via omonima (attuale corso Matteotti)</ref>. Nella ''[[Descriptio provinciæ Romandiolæ]]'' del [[1371]] (censimento fiscale fondamentale per la conoscenza della Bassa Romagna), Lugo comparve come ''castrum'' di medio-piccole dimensioni (579 ''fumantaria'' contro i 1025 di Bagnacavallo). Era comunque presente un mercato di bestiame e merci esente da dazi. Vi era già un nutrito gruppo di famiglie di religione ebraica, stanziato soprattutto in via del Limite. La sinagoga era situata in una strada adiacente, l'odierno vicolo Strocchi.
* [[Giro di Romagna]] – storica corsa ciclistica su strada, disputata annualmente con partenza e arrivo a Lugo, che ha visto la partecipazione di numerosi campioni del ciclismo internazionale.<ref>{{Cita web|lingua=it|url=https://sport.quotidiano.net/locale/altri-sport/il-giro-di-romagna-se-2f8d48c0|titolo=Il Giro di Romagna s’è tolto il velo. Un finale frizzante sulle Volture|sito=Quotidiano Sportivo|data=2025-09-04|accesso=2025-09-19}}</ref>
* Lugo Vintage Festival: manifestazione primaverile dedicata alla cultura e allo stile del Novecento, con espositori, mercatini, spettacoli e iniziative a tema.<ref>{{Cita web|lingua=it-IT|url=https://www.bassaromagnamia.it/events/lugo-vintage-festival/|titolo=Lugo Vintage Festival|sito=Bassa Romagna Mia|accesso=2025-09-19}}</ref>
* Motosalsicciata di Voltana: raduno motociclistico che abbina percorsi turistici a momenti gastronomici, organizzato nella frazione di Voltana in primavera.
* Lugo Cinema Estate: rassegna cinematografica all’aperto ospitata all’Arena del Carmine nei mesi estivi, con proiezioni di film italiani e internazionali.
* Caffè Letterario di Lugo: ciclo di incontri culturali con autori, conferenze e presentazioni di libri, organizzato in diversi periodi dell’anno.
* Biomarché: mercato settimanale dedicato ai prodotti biologici e a filiera corta, allestito sotto il Pavaglione ogni venerdì.
* Mercato settimanale: appuntamento del mercoledì che occupa il centro storico, tra i più estesi della Romagna per numero di banchi e varietà merceologica.
* Fiera biennale dell’Artigianato, Agricoltura e Industria («Bassa Romagna in Fiera»): manifestazione a cadenza biennale che si svolge nel centro storico di Lugo, con aree espositive dedicate ai settori agricolo, artigianale, industriale e commerciale. Coinvolge espositori provenienti dai comuni dell’Unione della Bassa Romagna e propone eventi, mostre e iniziative di promozione territoriale.<ref>{{Cita web|lingua=it|url=https://www.settesere.it/it/notizie-romagna-bassa-romagna-in-fiera-biennale-a-settembre-tante-le-novit-n18253.php|titolo=Bassa Romagna in Fiera, biennale a settembre, tante le novità|sito=Settesere.it|accesso=2025-09-19}}</ref>
 
== Geografia antropica ==
Con il passaggio sotto il dominio degli [[Este]] di [[Ferrara]] cominciò un nuovo periodo della storia urbanistica di Lugo. Il 24 gennaio [[1437]] [[Niccolò III d'Este|Nicolò III]] acquistò Lugo e il suo territorio dalla [[Santa Sede]]. Uno dei suoi primi provvedimenti fu l'autorizzazione alla costruzione di nuove case nel perimetro della cinta urbana. Vi si insediarono gli abitanti di [[Barbiano (Cotignola)|Barbiano]] e [[Zagonara]]: i due centri abitati non avevano più fortificazioni, che erano state distrutte rispettivamente nel 1409 e nel 1424. Gli Este confermarono i privilegi del mercato del bestiame, restaurarono ed ampliarono la rocca e posero Lugo come capoluogo dei propri possedimenti in Romagna. Vi fissarono la sede del Commissario ducale (il rappresentante estense in tutta la [[Romandiola]]) e del [[Massaio|massaro]].
===Urbanistica===
{{Vedi anche|Urbanistica di Lugo}}Nel corso della sua storia Lugo ha conosciuto diverse fasi di evoluzione urbana, legate sia ad esigenze difensive sia a strategie di riprogettazione del tessuto cittadino. La prima forma urbana fu quella del ''castrum'' fortificato (XIII secolo), attorno al quale sorsero i borghi di Brozzi, Cento e Codalunga. Con il dominio estense (XV secolo) furono autorizzate nuove costruzioni entro la cinta muraria e vennero avviati interventi di ampliamento della [[Rocca estense di Lugo|rocca]] e della piazza del mercato.<ref>Anna Tamburini, ''Lugo, il volto della città'', Edizioni Essegi, 1993, p. 108.</ref>
 
Nel Cinquecento e nel Seicento si assistette alla demolizione della cittadella e alla costruzione del Pavaglione, destinato a favorire il traffico mercantile e a ospitare il mercato settimanale. In età moderna furono introdotti lavori di selciatura delle vie principali e furono creati nuovi spazi pubblici come i Granili, destinati a garantire sicurezza alimentare.<ref name=":0">{{Cita web|url=https://www.smbr.it/lugo-vecchie-pescherie-della-rocca/|titolo=Lugo, Vecchie Pescherie della Rocca}}</ref>
Risale a questo periodo l’attestazione sui documenti del mercoledì come giorno di mercato cittadino. Il mercato di Lugo, ricco di merci di ogni genere, nei settori più importanti, vale a dire mercato del bestiame e del vino, godeva dell'esenzione dai dazi della [[Camera Apostolica]] per tutti coloro che vi portavano le proprie merci. Il regolamento per la riscossione dei dazi del 1437, il più antico pervenuto sino a noi, riporta la presenza sulla piazza lughese di un fiorente mercato di: bestiame, vino, polli d'allevamento, selvaggina, lino, canapa, bozzoli da seta, frutta e ortaggi. I [[bachi da seta]], il cui commercio fu introdotto all'inizio del [[XVI secolo]], divennero una delle merci più ricercate<ref>Mariano Minardi, ''Il Messaggero'', 7 giugno 1975, n. 23 e 28 giugno, n. 26.</ref>. La piazza Maggiore si trovava dov'è oggi piazza Baracca. Vi si fronteggiavano: sul lato sud il palazzo comunale con la torre civica<ref>Entrambi furono demoliti tra il 1895 e il 1898.</ref>; sul lato nord la chiesa del suffragio. La piazza principale era ricompresa nella cittadella fortificata. L'area della cittadella si estendeva fino all'attuale piazza Trisi.
 
Tra XVIII e XIX secolo si svilupparono nuove piazze e palazzi nobiliari, mentre la costruzione dell’ospedale maggiore e la sistemazione delle strade risposero anche a criteri di adeguamento igienico e antisismico. Con l’Unità d’Italia e l’età umbertina furono abbattute diverse porte urbiche per agevolare la viabilità e ampliare gli spazi destinati a fiere e mercati.<ref name=":0" />
{{approfondimento|allineamento=destra|larghezza=240px|titolo=Cronologia sugli ebrei lughesi e sul ghetto|contenuto=
*XIII secolo: Stanziamento della prima comunità ebraica. Gli ebrei si insediano lungo la strada di Santa Maria (poi via del Limite, oggi via Garibaldi) e nelle strade adiacenti;
*XV secolo: Lugo entra nel Ducato di Ferrara. Costruzione del primo cimitero;
*1639: obbligo per gli ebrei lughesi di risiedere nel ghetto di via Codalunga;
*XVIII secolo: costruzione del secondo cimitero;
*7 agosto 1797: abbattimento dei portoni: il ghetto viene aperto;
*novembre 1826: sono rimessi i portoni. Il ghetto è ripristinato;
*1831 ([[Moti del 1830-1831]]): il ghetto è aperto;
*1833: il ghetto è ripristinato;
*circa 1860: il ghetto è definitivamente aperto;
*1877: il cimitero ebraico viene trasferito nella nuova sede in via di Giù<ref>Il primo cimitero degli ebrei lughesi era situato oltre la via Codalunga.</ref>. Copre un'area di 1000 m<sup>2</sup><ref>Il primo cimitero della comunità si trovava dove oggi è l'ospedale Umberto I.</ref>;
*circa 1880: primo negozio gestito da ebrei aperto fuori del ghetto (famiglia Del Vecchio)<ref>Dalla famiglia Del Vecchio provenne l'ultimo grande [[rabbino]] della comunità lughese, attestato nel 1799: Šelo-moh Dawid me-ha-Zeqanim.</ref>;
*1930: il Regio Decreto n. 1731 dispone, tra l'altro, il riordino dell'ebraismo italiano in ventisei comunità metropolitane e cinque nelle colonie. La comunità lughese si unisce a quella di Ferrara.
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<small>Fonte: ''La comunità ebraica a Lugo di Romagna, Lugo, Walberti, 2014.''</small>
}}
[[File:Lugo 1642.jpg|thumb|upright=0.9|Pianta della città di Lugo nel 1642]]
Nel [[1477]] [[Ercole I d'Este]] fece rafforzare le fortificazioni della cittadella, che per la prima volta fu circondata da una cinta muraria. L'area racchiusa dalle mura comprendeva le attuali piazze Trisi, Mazzini (l'interno del Pavaglione) e Martiri<ref>Anna Tamburini, ''Lugo, il volto della città'', Edizioni Essegi, 1993, p. 108.</ref>. Nel [[1544]] Lugo si dotò di un grande orologio da torre. Fu eretto sul frontone del palazzo comunale<ref name="MMartelli" />.
 
Nella seconda metà del XX secolo si assistette alla nascita di nuovi quartieri, come quello della ''Madonna delle Stuoie'' (1969), che introdusse aree residenziali moderne, parcheggi e zone di verde pubblico. Questi interventi segnarono il passaggio da una città di impianto medievale a un centro urbano orientato alla mobilità, alla sicurezza e alla qualità della vita dei cittadini.
Nel Cinquecento la città di Lugo era costituita da cinque borghi<ref>Gino Maria Zanotti, "San Francesco di Lugo e di Bagnacavallo nel rispettivo piano urbanistico", in AA.VV., ''Romagna Romandiola. Le istituzioni religiose nella storia del territorio'', Lugo Walberti 2001, pp. 81-92.</ref>:
*San Giacomo (o "dei Brozzi", dal nome di un'antica famiglia proprietaria del fondo);
*Codalunga, così detto per la lunghezza e la tortuosità della strada che lo attraversava;
*Santa Maria in Trivio (vi sorgeva la chiesa dedicata alla Vergine, oggi co-intitolata a San Francesco di Paola);
*Cento, il cui nome derivava da un antico fondo agricolo (e l'unica fra le antiche strade di Lugo il cui nome è rimasto inalterato fino ad oggi);
*Policaro, nato dopo l'inserimento dentro la cinta muraria del complesso monastico dei Francescani (le attuali vie Manfredi, Ferrucci e Poveromini). Fu ricompreso all'interno delle fosse circondarie nel 1437<ref>Anna Tamburini, ''op. cit.'', p. 101.</ref>. Qui venne fondato il 22 aprile [[1546]] il primo [[Monte di Pietà]] lughese ad opera di frate Andrea da Imola<ref name="ReferenceA">{{cita|M. Martelli|p. 139|Martelli, 1984}}.</ref>.
 
=== Suddivisioni storiche ===
Nel 1568-70 il duca di Ferrara [[Alfonso II d'Este|Alfonso II]] fece abbattere la cittadella, divenuta superflua a fini difensivi. L'area resa libera, prospiciente la rocca, fu destinata alla costruzione di un doppio porticato, il primo braccio del futuro Pavaglione<ref>Anna Tamburini, ''Lugo, il volto della città'', Edizioni Essegi, 1993, p. 3.</ref>. Fra l'ingresso della Rocca e la porta minore del Carmine fu edificato un portico, a beneficio del mercato del mercoledì. Misurava 200 piedi di lunghezza e 40 di larghezza (76 x 15 metri)<ref>La loggia estense durò per tre secoli, fino all’abbattimento avvenuto nel 1876.</ref>.
La città di Lugo è divisa in quattro rioni storici, ciascuno con una propria identità, legata a vicende, famiglie e tradizioni che hanno segnato i secoli.<ref>{{Cita web|lingua=it-IT|url=https://www.bassaromagnamia.it/poitofintrests/contesa-estense/|titolo=CONTESA ESTENSE|sito=Bassa Romagna Mia|accesso=2025-09-19}}</ref> In occasione della Contesa Estense questi rioni non sono solo protagonisti della disfida al tiro alla fune, ma rappresentano anche la memoria viva della comunità:
 
* Rione de’ Brozzi: nato nei primi decenni del 1200, si sviluppa lungo l’attuale Corso Mazzini. Il nome deriva probabilmente da un’antica famiglia proprietaria di terreni, ma richiama anche i “[[Biroccio|birocci]]”, i carri che percorrevano la via per raggiungere il mercato.
Nel [[1598]] il territorio di Lugo ritornò nella giurisdizione dello Stato Pontificio. La Santa Sede confermò i benefici economici già concessi in passato dalla Signoria estense. I lughesi, in segno di riconoscenza, eressero un arco trionfale in suo onore nei pressi del lato sud-est della rocca<ref>{{cita web|url=https://www.smbr.it/lugo-arco-clementino/|titolo=Lugo, Arco Clementino|data=}}</ref>. Nel [[1609]] i lughesi ottennero il permesso di istituire il mercato della seta<ref name="MMartelli_A" />. Negli anni successivi si cominciò a parlare della costruzione di un ghetto per gli ebrei. Nel [[1638]] papa [[Urbano VIII]] impose agli ebrei dell'ex Ducato ferrarese di rimanere soltanto in tre città: Ferrara, Cento e Lugo. Per l'ubicazione del ghetto lughese fu scelto l'ultimo tratto di via Codalunga (oggi corso Matteotti)<ref>Al civico 89 è visibile una grande targa in marmo che ricorda i nomi di vari lughesi ebrei vissuti fra il XVII e il XIX secolo.</ref>. Gli ebrei si trasferirono nella nuova zona, sinagoga compresa: il tempio fu edificato al secondo piano dell'attuale civico 112 di Corso Matteotti<ref>{{Cita web|url=https://www7.tau.ac.il/omeka/italjuda/items/show/515|titolo=Italia Judaica. Lugo|accesso=18 aprile 2024}}</ref>. Nel [[1648]] fu costruito, sul lato ovest di Piazza Maggiore, un lungo edificio avente la funzione di deposito delle scorte di grano. Lo scopo dei Granili (questo il nome che assunse il fabbricato) fu quello di immagazzinare scorte sufficienti di cereali da utilizzare in caso di carestia<ref name="Granili">{{cita web|url=https://www.smbr.it/lugo-granili/|titolo=Granili|data=20 ottobre 2024}}</ref>.
* Rione Cento: prende il nome da Via Cento, la strada più antica della città. La sua storia è legata al ritorno dei lughesi da Faenza nel 1218 e alla ricostruzione della Rocca. In quest’area sorse anche la contrada del Limite, poi dedicata a [[San Francesco da Paola]].
 
* Contrada del Ghetto: si sviluppa lungo l’attuale Corso Matteotti, un tempo Via Codalunga, già abitata dal XII secolo. Dal 1635 divenne il quartiere ebraico, chiuso da cancellate, che ospitava la numerosa comunità israelitica di Lugo.
Nel [[1612]] vi erano cinque ospedali a Lugo. Ciascuno di essi era gestito gratuitamente da una confraternita:
* Rione Madonna delle Stuoie: ispirato all’antico Borgo del Limite, deve il suo nome a una chiesina eretta nel 1737 e dedicata alla [[Madonna della Misericordia]]. La zona, soggetta ad allagamenti, era ricca di canne palustri usate per intrecciare stuoie, da cui deriva l’attuale denominazione.
 
{| style="border-style:solid;border-width:1px;border-color:#808080;background-color:#BBBBBB" cellspacing="2" cellpadding="2" width="760px"
|- align="left" valign="top" bgcolor="#CCCCCB"
| '''Fondazione''' || '''Ospedale''' || '''Confraternita'''
|- align="left" valign="top" bgcolor="#EEEEEE"
| Inizio XIII secolo<ref name="smbr">{{Cita web|url=https://www.smbr.it/lugo-spedale-di-santa-maria-del-limite/|titolo=Lugo, Spedale di Santa Maria del Limite|accesso=18 aprile 2024}}</ref> || «Santa Maria del Limite»,<br/>detto anche degli Infermi || Compagnia dei Devoti di Maria<ref>Dal 1260, su disposizione del vescovo, furono incaricati di curare i malati della cittadina. Santa Maria del Limite fu il primo ospedale lughese a dedicarsi completamente alla cura dei malati, e non degli indigenti o dei pellegrini, come accadeva negli altri luoghi di cura.</ref>
|- align="left" valign="top" bgcolor="#EEEEEE"
| Inizio XIV secolo || Sant'Antonio || Confraternita di Sant'Antonio Abate
|- align="left" valign="top" bgcolor="#EEEEEE"
| 1400 circa || Corpus Domini<ref>Erede dell'ospedale di S. Maria della Scala, costruito nella cittadella fortificata e distrutto nel 1218.</ref> || Confraternita del SS. Sacramento
|- align="left" valign="top" bgcolor="#EEEEEE"
| 1534 || Santa Croce (o dei Poveri di Cristo)|| Compagnia dei Crocesegnati
|- align="left" valign="top" bgcolor="#EEEEEE"
| 1528, riedificato nel 1562 || San Rocco<ref>Nella seconda metà del XX secolo alcuni locali furono adibiti a cinema-teatro.</ref> || Confraternita di San Rocco
|}
 
Nel [[1675]] si aggiunse un sesto luogo di cura, quello di S. Onofrio<ref>{{cita|M. Martelli|p. 152|Martelli, 1984}}. Venne dismesso nel 1873 per accentrare le attività sanitarie nel nosocomio di S. Maria del Limite.</ref>, gestito dall'omonima confraternita. Nel [[1688]] fu inaugurato un pozzo idrico nella piazza centrale; nel [[1695]] fu avviata la selciatura delle vie principali, sull'imitazione delle grandi città<ref>{{cita|M. Martelli|p. 148|Martelli, 1984}}.</ref>. Alla fine del XVII secolo Lugo contava {{formatnum:5353}} abitanti.
 
Grazie al suo mercato, Lugo era una città prospera, la più ricca del territorio ravennate. La sua fiera biennale attirava un cospicuo numero di persone da tre legazioni: Ferrara, Ravenna e Bologna. In questo periodo, Lugo contava circa {{formatnum:6000}} abitanti. Le famiglie più ricche abitavano in via Codalunga (l’attuale corso Matteotti)<ref>Nel 1887 la strada fu intitolata a [[Vittorio Emanuele II]] ed assunse la denominazione attuale nel 1945.</ref>.
 
Negli ultimi decenni del secolo la città si arricchì di nuove opere, destinate ad incidere sulla vita sociale degli abitanti. Nel 1761 fu inaugurato il [[Teatro Rossini (Lugo)|Teatro]], opera del [[Antonio Galli da Bibbiena|Bibbiena]]. Nel 1768 fu avviata la costruzione dell'ospedale maggiore, che avrebbe riunito i cinque nosocomi esistenti. Fu scelto il sito dell'ospedale della Madonna. L'edificio fu abbattuto e ricostruito in dimensioni maggiori<ref name="smbr" />. La loggia estense eretta nel XVI secolo venne completata su tre lati per realizzare un ampio quadriportico. Fu incaricato del progetto l'architetto ferrarese Giuseppe Campana. Ultimato nel [[1783]], il Pavaglione fu utilizzato sia per il mercato del mercoledì che per la Fiera biennale. Vennero costruiti anche nuovi palazzi nobiliari, segnatamente quelli dei Conti Borsa, dei Conti Rossi e dei Tozzelli. Nello stesso periodo furono sistemate varie strade e piazze. Il 27 settembre [[1789]] fu inaugurato il nuovo orologio da torre, che segnava anche i quarti d'ora. Nel [[1796]] aprì il nuovo ospedale maggiore, con annessa farmacia, che ereditò il nome di Santa Maria del Limite<ref>Situato in fondo a via Garibaldi, oggi ospita la sede di una banca.</ref>.
[[File:Lugo-1851.jpg|thumb|upright=0.9|Lugo nella carta topografica dello [[Stato Pontificio]] del [[1851]]. Ad est del paese manca ancora viale Dante: fu costruito negli anni venti del XX secolo in connessione con il nuovo ponte sul Senio.]]
 
Nel primo censimento della popolazione del [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]], avvenuto nel 1861, Lugo contò {{formatnum:22787}} abitanti, di cui almeno 15 mila vivevano nelle campagne. <br/>
Cinque porte chiudevano l'accesso alla città all'epoca del Ducato estense:
*verso Bagnacavallo: Porta della Madonnina, poi del Ghetto;
*verso Massa Lombarda: Porta di Brozzi;
*verso nord: Porta di Pontenuovo;
*verso Barbiano: Porta San Carlo, la più lontana dalla cittadella (circa 1&nbsp;km in linea d'aria). È l'unica tuttora esistente. Nei secoli ha cambiato nome: oggi è Porta S. Bartolomeo. Delle principali strade cittadine, solo via Cento non era ornata da una Porta, essendo difesa solamente dal fossato.
Nel 1635 (quando la signoria estense era terminata) fu edificata una porta in fondo a via del Limite (attuale corso Garibaldi), poco distante da Porta S. Carlo. Si chiamò dapprima Porta S. Maria, poi Porta di Faenza.
Nel 1757 Porta Faenza fu smantellata e poi ricostruita in stile barocco; in quell'anno era già stata demolita la Porta di Pontenuovo per fare spazio al mercato e alla fiera<ref>Essendo stato abbattuto diversi secoli fa, non si hanno informazioni su questo edificio.</ref>. Nel 1821 toccò alla Porta di Brozzi, che fu ricostruita in stile neoclassico.<br/>
Tra il 1894 e il 1896, in piena Età umbertina, fu effettuata una serie di demolizioni che ridisegnò l'aspetto di Piazza maggiore. Furono abbattuti i fabbricati che si affacciavano sul lato ovest e sud. Nell'ordine: Granili, Palazzo pubblico e Torre dell'orologio. Non fu risparmiato neanche l'Arco clementino<ref name="Granili"/>. Il solo Palazzo pubblico fu riedificato, per cui la nuova costruzione fu denominata semplicemente "Palazzi nuovi". Si trattava infatti di due palazzi uniti da un grande arco, sormontato dall'orologio monumentale<ref name="palazzinuovi">{{cita web|url=https://www.smbr.it/lugo-palazzi-nuovi/|titolo=Palazzi Nuovi|data=20 ottobre 2024}}</ref>. Tra la fine del XIX e l'inizio del XX furono demolite tre delle quattro Porte urbiche: la Porta del Ghetto nel 1870, Porta Faenza e Porta di Brozzi nel 1907. Rimase in piedi solo Porta S. Bartolomeo, che è tuttora visibile. Nel [[1900]] l'Ospedale di S. Maria del Limite cessò la sua secolare attività in concomitanza con l'apertura dell'Ospedale Umberto I.
 
Nel [[1936]] fu inaugurato l'imponente monumento in onore dell'aviatore lughese e il corso cittadino fu intitolato ''via Baracca''. Nel [[1939]] fu inaugurato l'acquedotto cittadino. Le acque provenivano da Spinadello, frazione di [[Forlimpopoli]]<ref>{{cita web|url=http://www.forlimpopolidocumentiestudi.it/pdf/2408.pdf|titolo=Il progetto originale della centrale di sollevamento dell'Acquedotto Spinadello|accesso=}}. Rimase in funzione fino al 1986</ref>. Nel 1939 si decise l'abbattimento dei Palazzi Nuovi. Al loro posto fu edificata la nuova sede della Cassa di Risparmio<ref name="palazzinuovi"/>.
 
Nel [[1969]] la città si è arricchita di un nuovo quartiere, «Madonna delle Stuoie», che è diventato il quarto quartiere di Lugo (dopo Cento, Brozzi e Ghetto). Costruito nell'area dietro la ferrovia, il rione prende il nome da una piccola chiesa intitolata alla Madonna della Misericordia. Esisteva sin dal 1737, quando l'ambiente circostante era più simile a quello palustre che non a quello agricolo. Vi crescevano infatti [[giunco|giunchi]] e [[Canna palustre|canne palustri]], che venivano usati per confezionare stuoie. Per questo motivo l'immagine venerata nella chiesa fu denominata ''Madòna dal Stur'' ("Madonna delle Stuoie" in [[lingua romagnola|romagnolo]]).
 
=== Frazioni ===
Fanno parte del comune i seguenti centri abitati: Ascensione, [[Belricetto]], Bizzuno, Ca' di Lugo, Campanile, Chiesanuova, Ciribella, Frascata, [[Giovecca]], Malcantone, Passogatto<ref>Passo-gatto significa "passo con catena". Il passo in questione riguarda l'attraversamento del fiume [[Santerno]]. Fino al [[XV secolo]], prima cioè che venisse costruita la Via Bastia, era un passaggio obbligato in direzione di Ferrara, per cui, com'era d'uso, era sbarrato da una catena per obbligare i viandanti a pagare un dazio. Vedi A. F. Babini, ''Dalla Bastia del Zaniolo alla Bastia di Ca’ di Lugo'', Lavezzola, Santerno, 1959, p. 374.</ref>, San Bernardino, San Lorenzo, San Potito, Santa Maria in Fabriago, Torre, [[Villa San Martino (Lugo)|Villa San Martino]], Viola, [[Voltana]] e [[Zagonara]].<br />
Si trovano a sud di Lugo due frazioni: Villa San Martino e Zagonara. Tutte le altre sono a nord del capoluogo.
 
== Economia ==
[[File:Mercato Lugo 1927-9.jpeg|thumb|Il tradizionale mercato del mercoledì (1927-1929). Nel 1981 chiuse mercato dei bovini che, grazie alla sua storia plurisecolare, era stato il terzo d'Italia per dimensioni.]]
Dalle dichiarazioni [[Irpef]] del [[2011]] (basate sui redditi del [[2010]]) emerge che i lughesi hanno dichiarato in media {{formatnum:22881}} euro. Rispetto agli anni precedenti si registra un aumento dei ricchi (coloro che dichiarano più di {{formatnum:100000}} euro all'anno) e una diminuzione dei nullatenenti che, rispetto al [[2009]], scendono da 267 a 196.
 
=== Settore produttivoAgricoltura ===
L’economia di Lugo èha caratterizzataavuto dastoricamente una floridaforte economia, di derivazione in gran partebase agricola. La [[frutta|frutticoltura]] ha fornitorappresentato per secoli il settore trainante, fornendo materie prime alle moltenumerose aziende conserviere della zona, alcune delle quali di importanzarilievo nazionale.<ref>{{Cita dellaweb|url=https://www.agrintesa.it/|titolo=Agrintesa zonaCooperativa Agricola|sito=www.agrintesa.it|accesso=2025-09-19}}</ref> ATra Lugoqueste haspicca sedela «Pucci», una delle prime cinqueprincipali industrie italiane di conserve alimentari (sottoli e sottaceti), «fondata a Lugo nel 1932.<ref>{{Cita web|url=https://www.pucci.it/|titolo=Pucci» S.r.l. - Novità|sito=www.pucci.it|accesso=2025-09-19}}</ref>
 
Nell’ultimo quarto del XX secolo si è assistito a un notevole sviluppo delle colture [[Cereali|cerealicole]] e, più in generale, delle colture estensive, che hanno contribuito a diversificare la produzione agricola locale.
 
=== Industria ===
Nell'ultimo quarto del [[XX secolo]] hanno conosciuto un forte sviluppo le colture [[cereali]]cole, ed estensive in genere. Nello stesso periodo è cresciuta l'industria manifatturiera, soprattutto del settore alimentare, in buona parte di tipo cooperativo. Anche i settori calzaturiero, metalmeccanico e della plastica hanno assunto dimensioni importanti.
Parallelamente all’evoluzione agricola, si è sviluppata l’[[industria manifatturiera]], con un ruolo di primo piano del settore alimentare, spesso organizzato in forma [[cooperativa]].<ref>{{Cita web|lingua=it-IT|url=https://www.legacoop.coop/manifattura/|titolo=Manifattura|sito=Legacoop Nazionale|accesso=2025-09-19}}</ref> Accanto a questo comparto, hanno assunto dimensioni significative anche i settori calzaturiero, [[metalmeccanico]] e della [[plastica]].<ref>{{Cita web|lingua=it-IT|url=https://cislromagna.it/categorie/femca/|titolo=Femca {{!}} Categorie|sito=CISL Romagna|accesso=2025-09-19}}</ref>
 
La presenza di queste attività ha favorito la crescita economica e l’occupazione, consolidando Lugo come uno dei poli produttivi più rilevanti della [[Romagna]].
 
=== Commercio ===
[[File:Mercato Lugo 1927-9.jpeg|thumb|Il tradizionale mercato del mercoledì (1927-1929). Nel 1981 chiuse mercato dei bovini che, grazie alla sua storia plurisecolare, era stato il terzo d'Italia per dimensioni.]]
Un settore di primaria importanza economica è il commercio. Tutti i mercoledì si svolge nel Pavaglione (''vedi infra'') e nelle piazze principali un mercato che, con gli oltre 600 operatori presenti, è fra i maggiori del [[Nord Italia]].
Un settore di primaria importanza resta il [[commercio]]. Ogni mercoledì si svolge nel Pavaglione e nelle piazze principali un mercato che, con oltre 600 operatori, è considerato tra i maggiori del [[Nord Italia]].<ref>{{Cita web|lingua=it|url=https://www.eventiesagre.it/Mercatini_Enogastronomici/21098316_Mercato+settimanale+a+Lugo.html|titolo=Mercato settimanale a Lugo a Lugo {{!}} 2025 {{!}} (RA) Emilia Romagna {{!}} eventiesagre.it|sito=www.eventiesagre.it|accesso=2025-09-19}}</ref>
 
=== Servizi ===
 
==== Credito e risparmio ====
La prima banca di Lugo fu il Monte di Pietà. Promosso su iniziativa di padre Andrea da Imola, la sua nascita fu registrata con atto comunale il 31 ottobre [[1544]]. La sede fu fissata nell'odierna piazza Trisi. Come ogni monte di pietà, la sua esclusiva attività fu l'erogazione di credito su pegno.<br />La prima banca in senso moderno è stata la [[Cassa di Risparmio]], fondata il 13 gennaio [[1845]] per iniziativa di una sessantina di lughesi, con l'approvazione e l'appoggio del vescovo, [[Giovanni Mastai Ferretti]]<ref>Il futuro Pio IX aveva tentato nel 1837 la fondazione di una Cassa di Risparmio ad Imola, ma fu boicottato dai notabili imolesi. Vedi Mino Martelli, ''Un Vescovo incompreso nell'Ottocento'', in «Nuovo Diario-Messaggero», 11 agosto 1984, p. 10.</ref>. I sessanta azionisti sottoscrissero 63 azioni del valore di 20 [[Scudo pontificio|scudi]] ciascuna.
Il conte [[Giacomo Manzoni (politico)|Giacomo Maria Manzoni]] fu il primo presidente<ref>{{cita libro | nome= Pietro |cognome= Bedeschi| titolo= Il Movimento cattolico nella Diocesi d’Imola| anno= 1978| editore= Galeati| città= Imola|pp. 68-69.}}</ref>. La competenza principale della Cassa di Risparmio fu fornire credito ai privati e finanziare le imprese artigiane e agricole. Il Monte continuò la sua attività nella sovvenzione alle persone indigenti.
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;Strade statali
Lugo è attraversata dall'ex [[Strada statale 253 San Vitale|SS 253 "San Vitale"]], che collega [[Ravenna]] con [[Bologna]]. Nel tempo sono state realizzate due circonvallazioni: la prima nel secondo dopoguerra; la seconda (sul tracciato di via Piratello) nel 1988.
Lugo è posta a 25&nbsp; km da Ravenna e 50 da Bologna. Dalla "San Vitale" si diparte la provinciale n. 95, che collega Lugo al raccordo autostradale per Ravenna.
 
;Strade provinciali
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=== Ferrovie ===
La città è servità dalla [[stazione di Lugo (Italia)|stazione di Lugo]], posta lungo la linea [[Ferrovia Castelbolognese-Ravenna|Castelbolognese–Ravennalinea Castel Bolognese–Ravenna]], e capolinea delle linee [[Ferrovia Lavezzola-Lugo|per Lavezzola]] e [[Ferrovia Faenza-Ravenna|per Faenza]]. Tale impianto è servito da treni regionali svolti da [[Trenitalia]] nell'ambito del contratto di servizio stipulato con la [[Regione Emilia-Romagna]].
 
=== Aeroporto ===
* L'[[Aeroporto di Lugo]], a carattere locale, è dedicato quasi esclusivamente a voli turistici ed è sede di un aeroclub.
 
=== Mobilità urbana ===
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== Amministrazione ==
[[File:Lugo (Italia)-Gonfalone.png|200px|right|Gonfalone civico]]
I Comuni di Lugo, [[Alfonsine]], [[Bagnacavallo]], [[Bagnara di Romagna]], [[Conselice]], [[Cotignola]], [[Fusignano]], [[Massa Lombarda]] e [[Sant'Agata sul Santerno]] formano insieme l'[[Unione dei comuni della Bassa Romagna]].
 
=== Elenco dei sindaciSindaci ===
{{Vedi anche|Sindaci di Lugo}}
 
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== Sport ==
Le associazioni sportive del territorio lughese (frazioni comprese) sono circa 140<ref>{{cita news|autore=Elena Loffi|titolo=Impianti sportivi, prosegue il rinnovamento|pubblicazione=Il nuovo Diario-Messaggero|data=19 ottobre 2013}}</ref>, il movimento di iscritti raggiunge le 12000 unità.
=== Impianti sportivi ===
Il territorio di Lugo (comprendendo le frazioni) vanta la presenza di 60 impianti sportivi, tra i quali sedici palestre pubbliche.<br />
I principali impianti, ovvero i più attrezzati, sono i seguenti:
* [[Calcio (sport)|Calcio]]: l'impianto comprende una pista di [[atletica leggera]] a sei corsie. Dal 25 aprile 1996 è intitolato ad [[Ermes Muccinelli]] (1927-1994), campione di calcio degli anni cinquanta. Nel territorio comunale esistono otto impianti per il gioco del calcio. Il primo campo di calcio permanente a Lugo fu allestito all'interno del parco del Tondo. Venne inaugurato il 9 maggio [[1926]]<ref>Walter Berti (a cura di), ''Lugo nel 900. Una storia di Lugo nel XX secolo'', Walberti, Lugo 2005, p. 152.</ref>;
* [[Nuoto]] e [[sport acquatici]]: Lugo dispone di una piscina coperta; inaugurata nel [[1977]], comprende due vasche per il nuoto di 25&nbsp;m ed una vasca per tuffi ed attività subacquee. All'esterno della piscina c'è una vasca scoperta, utilizzata nei mesi caldi.
* [[Pallacanestro]] e [[pallavolo]]: il primo palazzetto dello Sport di Lugo è stato inaugurato il 16 ottobre [[1971]]. Si trova in via Lumagni, nelle adiacenze del Tondo, ed è tuttora in funzione. È stato sede delle partite di pallacanestro della storica Rubor Lugo. Il nuovo palazzetto, il «Pala Banca di Romagna» (inaugurato nel [[2007]]), è situato in periferia. Oltre a pallacanestro e pallavolo vi si pratica anche il [[Tamburello (sport)|tamburello]]. L'impianto ha una capienza di 450 posti.
* [[Pattinaggio a rotelle]]: a Lugo vi è un impianto specifico per questo sport, sito in Via Piratello. La pista di pattinaggio (50 x 25 metri) è una delle più grandi in Italia. La società sportiva «Up and Down» è attiva dal 1985. Il lughese Andrea Poli (1989) ha vinto quattro volte il titolo di Campione del mondo.
 
=== Manifestazioni sportive ===
==== Ciclismo ====
{{vedi anche|Giro di Romagna}}
Un anno dopo la nascita del Giro d'Italia si è tenuta la prima edizione del [[Giro di Romagna]] (1910). Lugo è tradizionalmente il punto di partenza e arrivo della competizione. Organizzata dalla Società Ciclistica "Francesco Baracca", per diversi decenni la gara è stata inserita calendario professionistico. Nel secondo dopoguerra ha assegnato più volte il titolo di campione italiano. L'ultima edizione si è disputata nel [[2011]].
 
Nella frazione di San Bernardino si disputa annualmente il Gran Premio Camon, [[corsa in linea]] maschile di [[ciclismo su strada]] riservata alla categoria [[Élite (ciclismo)|Under 23]] e vinta da giovani dilettanti divenuti in seguito professionisti come [[Adriano Malori]], [[Paolo Simion]] e [[Niccolò Bonifazio]]<ref>{{cita web|url=http://www.museociclismo.it/content/corse/corsa/77799-G.P.-Camon/index.html|titolo=G.P. Camon |editore=Museociclismo.it|accesso=5 ottobre 2014}}</ref>.
 
Nella categoria non professionisti spiccano:
*il Giro della Romagna (con partenza ed arrivo a Lugo, sostituisce la manifestazione per professionisti);
*la Granfondo Città di Lugo.
Entrambe fanno parte del Circuito romagnolo<ref>Manifestazione annuale che comprende sei prove: Cime di Romagna (Faenza), Valle del Senio, Città di Imola, Ercole Baldini (Massa Lombarda), Città di Lugo e Giro della Romagna.</ref>.
 
Nel settore giovanile la manifestazione più importante è la corsa Lugo-San Marino, "classicissima" per Allievi (anch'essa organizzata dalla "F. Baracca") che si disputa dal [[1958]] ogni prima domenica d'ottobre.
====Motociclismo====
Lugo fu una delle sedi nelle quali si disputò la [[Temporada Romagnola]], manifestazione che si tenne dal 1945 al 1971.
 
=== Società ===
Le associazioni sportive del territorio lughese (frazioni comprese) sono circa 140<ref>{{cita news|autore=Elena Loffi|titolo=Impianti sportivi, prosegue il rinnovamento|pubblicazione=Il nuovo Diario-Messaggero|data=19 ottobre 2013}}</ref>, il movimento di iscritti raggiunge le 12&nbsp;000 unità.
 
==== Calcio ====
[[File:ACF Lugo - Coppa Italia 1995-96.jpg|thumb|La squadra di [[calcio femminile]] del {{Calcio femminile Lugo|N}} vincitrice della [[Coppa Italia (calcio femminile)|Coppa Italia]] nell'edizione 1995-1996]]
 
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La sezione di Lugo dell'[[Associazione Italiana Arbitri]] (A.I.A.) è composta da 64 tesserati<ref>{{Cita web |url=http://www.aialugo.it/ |titolo=aialugo.it |accesso=17 gennaio 2020 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190705151214/http://www.aialugo.it/ |urlmorto=sì }}</ref>. Alcuni di essi operano a livello nazionale.
 
==== Ciclismo ====
Per la sua consolidata tradizione ciclistica, Lugo è stata la prima città romagnola sede di un arrivo di tappa del [[Giro d'Italia]]: il 5 giugno [[1914]] si disputò la frazione L'Aquila-Lugo (429&nbsp;km), vinta da [[Pierino Albini]] in 17 ore e 48 minuti. Lugo ospitò i corridori fino al 7 giugno, quando ripartirono alla volta di Milano. Nel [[2014]], cent'anni dopo, è stata sede di partenza della nona tappa del [[Giro d'Italia 2014|Giro]] (18 maggio, Lugo-Sestola).
 
Lugo ha dato i natali a una delle più antiche società ciclistiche della Romagna: il «Club sportivo romagnolo della velocipedistica», fondato nel [[1886]].<ref name="Tampieri">{{cita libro | nome= Vittorio | cognome= Tampieri| titolo= Giro di Romagna. Cent'anni portati bene| anno= 2010| editore= Il Ponte Vecchio| città= Cesena|p= 53}}</ref> Quell'anno fu organizzata la prima corsa su [[biciclo|bicicli]]. Nel 1892 la società fu rinominata «Unione velocipedistica lughese».<br />
Il 18 febbraio [[1910]] nacque il «Club Sportivo Romagnolo»<ref name="Tampieri" />; in pochi mesi organizzò il 1º [[Giro di Romagna]]. Il primo presidente fu Francesco Rossini<ref>{{cita web|url=http://www.pavaglionelugo.net/2016/11/il-club-sportivo-romagnolo.html|titolo=Il Club Sportivo Romagnolo|accesso=26 febbraio 2017|dataarchivio=27 febbraio 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170227062750/http://www.pavaglionelugo.net/2016/11/il-club-sportivo-romagnolo.html|urlmorto=sì}}</ref>. L'anno dopo (1911) divenne presidente l'industriale Giacomo Valli<ref>Padre dell'editore [[Federico Valli]] (1906-1971), mantenne la carica fino all'avvento del fascismo a Lugo nel 1923.</ref>. La società fu organizzata come polisportiva: i primi settori furono ciclismo, motorismo, podismo e ippica. Successivamente entrarono ginnastica, scherma e tamburello.<br />
Quando morì [[Francesco Baracca]], nel [[1918]], il Club Sportivo Romagnolo cambiò nome e divenne la «Società ciclistica "Francesco Baracca"».<ref>{{cita web|url=http://paneegazzetta.gazzetta.it/2009/09/07/il-giro-di-romagna/|titolo=Il Giro di Romagna|accesso=30 settembre 2013}}</ref> Nel [[1921]], per celebrare il terzo anniversario della morte di Francesco Baracca, la polisportiva organizzò una competizione aeronautica della lunghezza di oltre 1000 chilometri. La gara si tenne il 19 giugno di quell'anno. Nel 1926 la Società ciclistica "Baracca" fu inglobata nelle strutture del regime, che ressero lo sport lughese fino al 1943.
La società rinacque nel 1946 con il nuovo nome di «Ciclistica “Francesco Baracca”, che porta tuttora. I suoi presidenti sono stati: Marino Costa (1946-47), Cesare Cantagalli (1948-49), Giuseppe Guerra (''Pipetto'', 1950-1954), Antonio Muratori (1955-56), Carlo Giovannini (1957-61) e Lorenzo Berardi (dal 1962 alla sua morte nel 1998, [[Stella al merito sportivo|Stella d'oro]] [[CONI]] nel 1987)<ref>''Lugo omaggia Lorenzo Berardi'', «il nuovo Diario-Messaggero», 25 giugno 2016, p. 31.</ref>. Nel [[2004]] la Ciclistica "Baracca" (durante la presidenza di Giorgio Tampieri) è stata insignita del [[Collare d'oro al merito sportivo|Collare d'oro]] del CONI<ref>Vittorio Tampieri, ''op.cit.'', pag. 224. La motivazione recita: «Protagonista di numerose organizzazioni di corse ciclistiche, tra le quali il Giro di Romagna, prosegue da oltre cent'anni la sua intensa attività al servizio dello sport e in particolare del ciclismo giovanile».</ref>.
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Nella frazione San Bernardino è attiva la seconda società ciclistica del territorio lughese per dimensioni: l'«A.S.D. San Bernardinese». A Lugo hanno sede anche diverse società cicloturistiche. Le due più importanti sono l'«Unione Cicloturistica "F. Baracca"» (che, fondata nel [[1972]], è la più antica di Lugo e tra le più numerose in Italia) e il «Pedale Bianconero». Nel mese di maggio organizzano, rispettivamente, la gran fondo "Giro della Romagna" e la gran fondo "Città di Lugo". Entrambi i cicloraduni sono tra i più seguiti d'Italia.
 
==== SportGiro motoristicidi Romagna ====
{{vedi anche|Giro di Romagna}}
{{approfondimento|allineamento=destra|larghezza=260px|titolo=I piloti della Scuderia Diemme<br/>(Ad Maiora nel 1980-81)|contenuto=
Un anno dopo la nascita del Giro d'Italia si è tenuta la prima edizione del [[Giro di Romagna]] (1910). Lugo è tradizionalmente il punto di partenza e arrivo della competizione. Organizzata dalla Società Ciclistica "Francesco Baracca", per diversi decenni la gara è stata inserita calendario professionistico. Nel secondo dopoguerra ha assegnato più volte il titolo di campione italiano. L'ultima edizione si è disputata nel [[2011]].
* 1973-77: [[Giovanni Proni]]
 
Nella frazione di San Bernardino si disputa annualmente il Gran Premio Camon, [[corsa in linea]] maschile di [[ciclismo su strada]] riservata alla categoria [[Élite (ciclismo)|Under 23]] e vinta da giovani dilettanti divenuti in seguito professionisti come [[Adriano Malori]], [[Paolo Simion]] e [[Niccolò Bonifazio]]<ref>{{cita web|url=http://www.museociclismo.it/content/corse/corsa/77799-G.P.-Camon/index.html|titolo=G.P. Camon|editore=Museociclismo.it|accesso=5 ottobre 2014}}</ref>.
 
Nella categoria non professionisti spiccano:
*il Giro della Romagna (con partenza ed arrivo a Lugo, sostituisce la manifestazione per professionisti);
*la Granfondo Città di Lugo.
Entrambe fanno parte del Circuito romagnolo<ref>Manifestazione annuale che comprende sei prove: Cime di Romagna (Faenza), Valle del Senio, Città di Imola, Ercole Baldini (Massa Lombarda), Città di Lugo e Giro della Romagna.</ref>.
 
Nel settore giovanile la manifestazione più importante è la corsa Lugo-San Marino, "classicissima" per Allievi (anch'essa organizzata dalla "F. Baracca") che si disputa dal [[1958]] ogni prima domenica d'ottobre.
 
=== Pallacanestro ===
La principale società cestistica cittadina è il «Basket Club Lorenzo Zanni». Nacque all'interno della polisportiva «U.S. Robur» (atletica leggera, nuoto, calcio, corsa campestre e tennis tavolo), fondata nel [[1946]] (colori sociali: rosso-arancio e verde). Alla metà degli anni cinquanta mutò nome in «U. S. Libertas "F. Baracca" Lugo» e successivamente in «U. S. "F. Baracca" Lugo». La sezione pallacanestro si formò nel 1949 e disputò il suo primo campionato nella primavera del 1950. Partecipò ai campionati regionali, con un'unica presenza nelle serie nazionali, quella del [[Serie C 1954-1955 (pallacanestro maschile)|1954-55]]. Al termine della stagione 1958-59 l'attività agonistica fu sospesa. Fu ripresa nel 1966-67 con la partecipazione al campionato regionale di Iª Divisione<ref>Marco Dalpane, Giuseppe Rossi, ''Robur-pedìa. Enciclopedia della U.S. Robur pallacanestro Lugo'', I vol. (1936-1970), Walberti Lugo, 2012.</ref>.<br />
Il massimo risultato del «Basket Club Lorenzo Zanni» sono stati i due campionati di [[Serie B (pallacanestro maschile)|Serie B]] nazionale disputati nel [[Serie B 2017-2018 (pallacanestro maschile)|2017-2018]] e [[Serie B 2018-2019 (pallacanestro maschile)|2018-2019]].
 
=== Sport motoristici ===
{{approfondimento
|allineamento = destra
|larghezza = 260px
|titolo = I piloti della Scuderia Diemme<br/>(Ad Maiora nel 1980-81)
|contenuto = * 1973-77: [[Giovanni Proni]]
* 1973-75: [[Mario Lega]]
* 1974-75: [[Johnny Cecotto]]
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[[File:Johnny Cecotto - Scuderia Diemme - 1975.jpg|thumb|left|[[Johnny Cecotto]] nel 1975, nel reparto corse della Scuderia Diemme]]
 
All'inizio degli anni sessanta fu fondato il Moto Club di Lugo. Tra gli anni 1970 e l'inizio degli anni 1980, nacquero a Lugo due team che parteciparono ai campionati mondiali di [[Motomondiale|motociclismo]]: la Scuderia Diemme (1973-1981) e la Ricci Ceramiche-Venemotos (anni 1980). Venemotos era stata creata da Andrea Ippolito, un italiano emigrato in [[Venezuela]]. Era l'importatore della [[Yamaha Motor|Yamaha]] nel Paese sudamericano<ref>{{cita web|url=https://voce.com.ve/2020/04/03/489380/famiglia-ippolito-una-vita-a-tutto-gas/|titolo=Famiglia Ippolito, una vita a tutto gas|accesso=4 novembre 2021}}</ref>. Sia la Diemme che la Venemotos equipaggiavano le Yamaha 250 e 350<ref>{{cita web|url=https://www.4live.it/2016/05/quarantanni-fa-in-un-tragico-incidente-al-mugello-perdeva-la-vita-otello-buscherini/|titolo=40 anni fa, in un tragico incidente al Mugello, perdeva la vita Otello Buscherini|accesso=27 settembre 2021}}</ref>. I loro piloti vinsero diversi gran premi; la Venemotos vinse anche alcuni titoli mondiali (Johnny Alberto Cecotto classe 350 nel 1975 e classe 750 nel 1978, [[Carlos Lavado]], classe 250 nel 1983 e 1986)<ref>{{cita web|url=https://motosprint.corrieredellosport.it/news/rubriche/polvere-di-stelle/2021/11/09-4905459/polvere_di_stelle_la_storia_in_esposizione_a_lugo_e_bologna|titolo=Polvere di stelle. La storia in mostra a Lugo e Bologna|accesso=28 novembre 2021}}</ref>. I venezuelani Cecotto e Lavado in quegli anni divennero "lughesi d'adozione", specie Lavado, che continuò ad abitare a Lugo anche molti anni dopo il suo ritiro dalle corse. <br />
In quegli anni il Moto Club di Lugo e il Moto Club di San Lorenzo (una frazione di Lugo) organizzarono delle gare presso il [[Circuito di Misano Adriatico]].
 
Nella frazione di Villa San Martino vi è l'Aeroclub Baracca, dove ha sede una delle pochissime scuole di guida di elicotteri in Italia. Hanno conseguito il brevetto a Lugo, tra gli altri, [[Nelson Piquet]], [[Gianni Bugno]] e [[Pierluigi Martini]].
 
====Pallacanestro Motociclismo ====
Lugo fu una delle sedi nelle quali si disputò la [[Temporada Romagnola]], manifestazione che si tenne dal 1945 al 1971.
La principale società cestistica cittadina è il «Basket Club Lorenzo Zanni». Nacque all'interno della polisportiva «U.S. Robur» (atletica leggera, nuoto, calcio, corsa campestre e tennis tavolo), fondata nel [[1946]] (colori sociali: rosso-arancio e verde). Alla metà degli anni cinquanta mutò nome in «U. S. Libertas "F. Baracca" Lugo» e successivamente in «U. S. "F. Baracca" Lugo». La sezione pallacanestro si formò nel 1949 e disputò il suo primo campionato nella primavera del 1950. Partecipò ai campionati regionali, con un'unica presenza nelle serie nazionali, quella del [[Serie C 1954-1955 (pallacanestro maschile)|1954-55]]. Al termine della stagione 1958-59 l'attività agonistica fu sospesa. Fu ripresa nel 1966-67 con la partecipazione al campionato regionale di Iª Divisione<ref>Marco Dalpane, Giuseppe Rossi, ''Robur-pedìa. Enciclopedia della U.S. Robur pallacanestro Lugo'', I vol. (1936-1970), Walberti Lugo, 2012.</ref>.<br/>
Il massimo risultato del «Basket Club Lorenzo Zanni» sono stati i due campionati di [[Serie B (pallacanestro maschile)|Serie B]] nazionale disputati nel [[Serie B 2017-2018 (pallacanestro maschile)|2017-2018]] e [[Serie B 2018-2019 (pallacanestro maschile)|2018-2019]].
 
==== Sport olimpici ====
 
;Atletica leggera
==== Atletica leggera ====
L'atletica leggera a Lugo nacque nel periodo tra le due guerre. Dal dopoguerra fino agli anni sessanta la società di atletica cittadina (Club Atletico “F. Baracca”) svolse attività esclusivamente maschile. Alla fine del [[1969]] si costituì una seconda società per svolgere attività extra-Fidal (corse campestri) all'interno dell'[[Uisp]]. L'anno dopo, al suo interno nacque la prima società femminile lughese («Società Comprensoriale Atletica Femminile»). Nel [[1971]] una nota azienda cittadina, la «Diemme» di Gian Franco Deggiovanni, affiancò la gestione della S.C.A.F. come sponsor principale. Nel [[1973]] avvenne l'incorporazione del Club Atletico negli organici della società, sancendo la riunione dei settori maschile e femminile. Il nome della nuova società fu «Atletica Diemme Lugo».
 
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Nel [[2013]] l'Icel ha ottenuto per la prima volta nella sua storia la promozione in Serie A1, ovvero la massima serie nazionale della disciplina. Inoltre una sua tesserata, [[Carolina Bianchi]] (1988) ha vinto il titolo nazionale assoluto di [[Eptathlon]]. In campo giovanile, Michele Brini ha vinto il titolo italiano Cadetti nel [[Pentathlon]]. I tre successi conquistati hanno fanno del 2013 l'Anno d'oro dell'Atletica Icel. Nel [[2014]] l'Icel Lugo ha vinto il suo primo titolo italiano di società, conquistando l'oro nell'Eptathlon con Carolina Bianchi, Laura Reggi e Chiara Calgarini.<ref>{{cita web|url=http://www.fidalemiliaromagna.it/showquestion.php?faq=56&fldAuto=3804|titolo=Otto titoli nazionali di società per l'Emilia-Romagna nel 2014|accesso=27 dicembre 2014|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20141227215124/http://www.fidalemiliaromagna.it/showquestion.php?faq=56&fldAuto=3804}}</ref>
 
;==== Pugilato ====
L'ENAL Pugilistica, ma anche altre palestre specializzate, hanno allenato diversi campioni originari di altre località. Fra questi [[Francesco Damiani]], nato nella vicina [[Bagnacavallo]], campione italiano, europeo e mondiale WBO nonché medaglia d'argento olimpica, e [[Alfredo Mulas]], nativo della Sardegna, campione italiano dei pesi gallo nel 1978 e che tentò la conquista del titolo europeo contro il pugliese Zurlo.
 
;==== Scherma ====
Le origini della [[scherma]] a Lugo risalgono al [[1919]], quando nacque una società schermistica intitolata a Francesco Baracca. I soci erano prevalentemente ex ufficiali che avevano appreso la tecnica durante il [[servizio militare]]. Dal [[1930]] partecipò a manifestazioni agonistiche. Dopo la Seconda guerra mondiale la scherma lughese fu rifondata da Achille Antonellini (medaglia d'argento CONI)<ref>{{cita web|url=http://www.pavaglionelugo.net/2017/08/immagini-di-sport-lughese-di-qualche_19.html|titolo=Anni '60 - Torna in auge la nobile arte della scherma|accesso=22 luglio 2018|dataarchivio=22 luglio 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180722125537/http://www.pavaglionelugo.net/2017/08/immagini-di-sport-lughese-di-qualche_19.html|urlmorto=sì}}</ref>, che nel [[1948]] fondò la «Società schermistica lughese», da lui poi diretta per trentacinque anni. Si affiliò subito al CONI, prima società della provincia a registrarsi. La società conta circa 80 soci, tra tecnici e atleti<ref>{{cita web|url=http://www.comune.lugo.ra.it/Comune/Comunicazione-e-Informazione/Comunicati-stampa/Anno-2018/Giugno-2018/Intitolata-ad-Achille-Antonellini-la-palestra-di-scherma-del-Palabanca|titolo=Intitolata ad Achille Antonellini la palestra di scherma del Palabanca|accesso=22 luglio 2018|dataarchivio=22 luglio 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180722130130/http://www.comune.lugo.ra.it/Comune/Comunicazione-e-Informazione/Comunicati-stampa/Anno-2018/Giugno-2018/Intitolata-ad-Achille-Antonellini-la-palestra-di-scherma-del-Palabanca|urlmorto=sì}}</ref>.
 
;=== Altri sport ===
Altre discipline molto seguite a Lugo sono: la [[pallavolo]] (Pallavolo Gattelli), il [[judo]] (Team Romagna Judo e Judo Club Lugo), il [[nuoto]] agonistico (Nuoto Club Lugo, Deka Nuoto Lugo nonché Sub Baracca Lugo per quanto riguarda il [[nuoto pinnato]]), il [[pattinaggio a rotelle]] (Up and Down), l'[[aeromodellismo]] (F. Baracca). Dal [[2011]] Lugo ha anche una squadra di [[rugby]], la A.s.d. Lugo Rugby, affiliata al [[Romagna Rugby Football Club]].
 
=== Impianti sportivi ===
Il territorio di Lugo (comprendendo le frazioni) vanta la presenza di 60 impianti sportivi, tra i quali sedici palestre pubbliche.<br />
I principali impianti, ovvero i più attrezzati, sono i seguenti:
* [[Calcio (sport)|Calcio]]: l'impianto comprende una pista di [[atletica leggera]] a sei corsie. Dal 25 aprile 1996 è intitolato ad [[Ermes Muccinelli]] (1927-1994), campione di calcio degli anni cinquanta. Nel territorio comunale esistono otto impianti per il gioco del calcio. Il primo campo di calcio permanente a Lugo fu allestito all'interno del parco del Tondo. Venne inaugurato il 9 maggio [[1926]]<ref>Walter Berti (a cura di), ''Lugo nel 900. Una storia di Lugo nel XX secolo'', Walberti, Lugo 2005, p. 152.</ref>;
* [[Nuoto]] e [[sport acquatici]]: Lugo dispone di una piscina coperta; inaugurata nel [[1977]], comprende due vasche per il nuoto di 25&nbsp;m ed una vasca per tuffi ed attività subacquee. All'esterno della piscina c'è una vasca scoperta, utilizzata nei mesi caldi.
* [[Pallacanestro]] e [[pallavolo]]: il primo palazzetto dello Sport di Lugo è stato inaugurato il 16 ottobre [[1971]]. Si trova in via Lumagni, nelle adiacenze del Tondo, ed è tuttora in funzione. È stato sede delle partite di pallacanestro della storica Rubor Lugo. Il nuovo palazzetto, il «Pala Banca di Romagna» (inaugurato nel [[2007]]), è situato in periferia. Oltre a pallacanestro e pallavolo vi si pratica anche il [[Tamburello (sport)|tamburello]]. L'impianto ha una capienza di 450 posti.
* [[Pattinaggio a rotelle]]: a Lugo vi è un impianto specifico per questo sport, sito in Via Piratello. La pista di pattinaggio (50 x 25 metri) è una delle più grandi in Italia. La società sportiva «Up and Down» è attiva dal 1985. Il lughese Andrea Poli (1989) ha vinto quattro volte il titolo di Campione del mondo.
 
== Galleria d'immagini ==
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immagineFile:Rocca di Lugo Arco Ghetto ebraico.jpg|Primi decenni del XX secolo. La Rocca estense e l'Arco Clementino, che segna l'inizio del ghetto ebraico
immagineFile:Pavaglione Lugo mercato della seta.jpg|Primi decenni del XX secolo. Il Pavaglione. Nel lato ovest si tiene il tradizionale mercato della seta
immagineFile:Ospedale Umberto I 1910.jpg|L'ospedale «Umberto I», inaugurato il 21 ottobre del 1900
immagineFile:Ponte delle lavandaie Lugo.jpg|Primi decenni del XX secolo. Il ponte delle lavandaie sul Canale dei mulini
immagine:Sant'Ilaro reliquiario.jpg|Reliquiario<ref>Con teca in argento e oro di [[Ellero di Galeata|Sant'Illaro]]. Anno [[1689]], chiesa del Carmine</ref>
immagine:Sant'Ilaro busto.jpg|[[Ellero di Galeata|Sant'Illaro]]<ref>Busto in argento del santo. Anno [[1961]], chiesa del Carmine</ref>
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