Governo Andreotti II: differenze tra le versioni

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''Salvo precisazioni la ricostruzione che segue è dedotta dai capitoli IV e V de I partiti politici italiani di [[Giorgio Galli]]''
 
Le [[Elezioni politiche in Italia del 1972|elezioni politiche del 1972]] rappresentano uno spartiacque nella storia della prima repubblica. Sono le prime a svolgersi in anticipo sulla fine di una legislatura caratterizzata da gravi problemi di ordine pubblico, da numerosi scandali politici e dall'introduzione nell'ordinamento italiano del divorzio, e sono precedute da una campagna elettorale che è stata tra le più cupecupa e allo stesso tempo più appassionateappassionante. Anche se con interessi diversi si può dire che la fine anticipata della legislatura l'abbiano voluta tutti, e per diversi buoni motivi:
 
* la convocazione dei comizi elettorali rinvia almeno di un anno lo svolgimento del referendum per l'abrogazione del divorzio, e dà ai partiti il tempo di trovare un'intesa coicon i cattolici del comitato promotore per evitarlo;
* la campagna elettorale distoglie l'attenzione della pubblica opinione dalla profonda crisi in cui il Paese si trova dal punto di vista economico, con un reddito nazionale lordo in diminuzione, il deficit di bilancio sempre piùritenuto incontrollabile ed il [[PIL]] al penultimo posto tra i [[Paesi europei]], e più ancora politico per i numerosi scandali (l'[[Opera nazionale maternità e infanzia|OMNI]], il fallimento Marzollo, i fondi neri della [[Edison]]) che hanno travolto quasi esclusivamente la DC;
* la crisi della formula di [[centro-sinistra]] a dieci anni dalla sua prima apparizione col secondo governo di [[Amintore Fanfani]].
 
In questa situazione la DC si presenta agli elettori con un significativo "avanti al centro", additandosi comequale autirevole garante della [[democrazia]] contro [[comunismo]] e [[fascismo]], ma; la [[contestazione studentesca]], l'[[autunno caldo]] e le prime azioni del [[terrorismo in Italia|terrorismo]] favoriscono però il [[Movimento Sociale Italiano - Destra Nazionale|MSI]] di [[Giorgio Almirante]] a danno dei tradizionali alleati di governo. Tornato alla guida del partito nel 1969, infatti, Almirante haprospetta giocatouna la[[conservatorismo cartanazionale|destra diconservatrice]] unarispettabile, grandeaperta destraai rispettabilemoderati e moderata invitando a farneprenderne parte i liberali di [[Giovanni Malagodi]], che rifiutano, ede i monarchici di [[Alfredo Covelli]], che invece accettano per l'azzeramento dei consensi elettorali. Al voto dei moderati, andato nel 1963 e nel 1968 ai liberali, il MSI assomma anche quello dei fautori dell'ordine aumentando del 4,23% alla Camera e del 4,63% al Senato per la contemporanea presenza nelle sue liste di personalità comequali [[Achille Lauro (armatore)|Achille Lauro]], [[Gino Birindelli]], [[Vito Miceli]] e [[Giovanni De Lorenzo]].
 
Il secondo governo Andreotti, detto l'Andreotti-Malagodi, nasce essenzialmentein perconsiderazione del ilcategorico rifiuto dei socialisti a sedere ad un tavolo di trattativa che comprendesse anche i liberali. È un esecutivo malvistoche vede anche dal'insoddisfazione vastidi ampi settori della DC[[cristianesimo sociale|sinistra interna]] al partito di maggioranza, che per un anno deve affrontare l'insidia dei franchi tiratori, che lo mandano ripetutamente sotto più volte, eed tiraessenzilmente avantiprosegue per la mancanza di un'alternativa credibile che emerge soltantosolo alla vigilia del congresso democristiano.<ref>Giulio Andreotti: Visti da vicino, vol. III - Pag. 117-118</ref> Il [[patto di Palazzo Giustiniani]] tra Moro, Rumor e Fanfani e il ritiro dell'appoggio repubblicano all'esecutivo aprono la strada ad una rinnovata versione del centro-sinistra.
 
== Compagine di governo ==