Groypers: differenze tra le versioni

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I Groypers prendono il nome da un anfibio da cartone animato chiamato “Groyper”, una variante del meme di Internet ''Pepe the Frog''. Groyper è raffigurato come una creatura verde e panciuta simile a una rana, spesso rappresentata seduta con il mento poggiato sulle mani intrecciate. Vi sono alcune divergenze sui dettagli: secondo alcuni, il Groyper sarebbe una rappresentazione di Pepe, per altri un personaggio distinto ma della stessa specie, o addirittura un rospo. Il meme di Groyper fu utilizzato già nel 2015 e divenne popolare nel 2017.
 
Nel 2018, un gruppo di informatici che studiava il linguaggio d'odio su Twitter osservò che l'immagine di Groyper veniva usata di frequente come avatar da account identificati come “ostili” all'interno del loro dataset. I ricercatori notarono che i profili tendevano a essere anonimi e che twittavano principalmente su politica, razza e religione. Scoprirono inoltre che non si trattava di “lupi solitari”, ma che potevano essere identificati come una comunità con un'elevata centralità di rete. Nello stesso anno, ''Right Wing Watch'' riportò che Shiva Ayyadurai, candidato alle elezioni congressuali del Massachusetts, aveva creato una spilla per la campagna elettorale con una variazione dell'immagine di Groyper, descritta da RWW come un tentativo di attrarre gli attivisti di estrema destra attivi su [[4chan]], Gab e Twitter, che avevano adottato il meme.
 
== Nick Fuentes nel 2022 ==
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Nel dicembre 2019, [[Nick Fuentes|Fuentes]] organizzò il ''Groyper Leadership Summit'' in Florida. Un piccolo gruppo partecipò di persona, mentre altri si collegarono tramite livestream. L'evento si tenne nello stesso periodo e nella stessa città del ''Student Action Summit'' (SAS) di Turning Point USA; i Groypers discussero con i partecipanti al SAS fuori dalla sede, e Fuentes, Patrick Casey e alcuni Groypers vennero allontanati dopo aver tentato di entrare. Al ''Groyper Leadership Summit'', Fuentes, Casey e l'ex collaboratore di ''InfoWars'' Jake Lloyd parlarono della strategia e dell'ideologia dei Groypers.
 
All'esterno di un altro evento di Turning Point USA, Fuentes incrociò [[Ben Shapiro]], che si stava recando alla manifestazione con la moglie e i figli. Fuentes lo affrontò riguardo ad alcuni suoi precedenti interventi pubblici, ma Shapiro si rifiutò di riconoscerlo. Fuentes ricevette ampie condanne da parte di politici e commentatori – tra cui Nikki Haley, Meghan McCain, Sebastian Gorka, Megyn Kelly e Michael Avenatti – per aver affrontato Shapiro mentre era con la sua famiglia.
 
Nel gennaio 2020, il Groyper ed ex leader del capitolo di Turning Point USA alla Kansas State University, Jaden McNeil, fondò l'organizzazione studentesca ''America First Students''. Il gruppo, che condivide il nome con il podcast ''America First'' di Fuentes, fu concepito al ''Groyper Leadership Summit'' ed è stato promosso da diversi leader Groypers. L'associazione dichiara di essere nata “in difesa dei valori cristiani, delle famiglie forti, delle frontiere chiuse e del lavoratore americano” ed è considerata una delle realtà che sostengono e diffondono il movimento Groyper.
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Nick Fuentes e Patrick Casey si trovavano sugli scalini del Campidoglio e celebrarono l'interruzione temporanea dei lavori del Congresso, ma non furono incriminati.[54][55] Entrambi furono convocati a testimoniare dal ''United States House Select Committee on the January 6 Attack'' nel gennaio 2022 per il loro ruolo nella pianificazione dell'attacco.
 
* Riley June Williams, di Harrisburg (Pennsylvania), fu accusata di aver invaso l'ufficio di Nancy Pelosi, rubato il suo laptop e il martelletto e, più in generale, di aver contribuito ad accelerare l'attacco. Fu processata e dichiarata colpevole di sei capi d'accusa, incluso un reato grave di disordini civili. Il 23 marzo 2023, Williams fu condannata a tre anni di carcere, tre anni di libertà vigilata e al pagamento di una multa.
* Christian Secor, di Costa Mesa (California), era presente al Campidoglio, dove avrebbe sventolato la bandiera dei Groypers. Fu condannato per ostruzione a un procedimento ufficiale, disordini civili, aggressione e resistenza all'arresto, ricevendo una pena di 42 mesi di carcere.
 
* Joseph Brody, di Springfield (Virginia), e altri quattro agirono come gruppo aiutando la folla a “usare una barricata metallica contro un agente della polizia del Campidoglio, respingendo l'agente mentre cercava di mettere in sicurezza la porta nord”. Fu condannato per aggressione a un agente, resistenza o impedimento alle forze dell'ordine, lesioni personali, interferenza con un agente durante disordini civili e ostruzione a un procedimento ufficiale.
Christian Secor, di Costa Mesa (California), era presente al Campidoglio, dove avrebbe sventolato la bandiera dei Groypers. Fu condannato per ostruzione a un procedimento ufficiale, disordini civili, aggressione e resistenza all'arresto, ricevendo una pena di 42 mesi di carcere.
* David Dempsey, di Los Angeles (California), ricevette una condanna a 20 anni di carcere per aver attaccato diversi agenti delle forze dell'ordine il 6 gennaio. Si tratta della seconda condanna più lunga inflitta a chi prese parte all'insurrezione. Prima della sentenza, Dempsey chiese scusa agli agenti in aula dicendo di provare un “profondo senso di rimorso”, ma mentre veniva condotto fuori dalla sala fece un gesto con la mano associato al movimento Groyper.<ref>{{Cita web|url=https://abcnews.go.com/US/jan-6-rioter-attacked-numerous-officers-sentenced-20/story?id=112722004|titolo=condanne attacco al campidoglio|accesso=13 settembre 2025}}</ref>
 
* Thomas Carey (Pittsburgh, Ohio), Gabriel Chase (Gainesville, Florida), Jon Lizak (Cold Spring Harbor, New York) e Paul Ewald Lovley (Halethorpe, Maryland) si dichiararono colpevoli di aver manifestato all'interno di un edificio del Campidoglio e furono ciascuno multati di 500 dollari.
Joseph Brody, di Springfield (Virginia), e altri quattro agirono come gruppo aiutando la folla a “usare una barricata metallica contro un agente della polizia del Campidoglio, respingendo l'agente mentre cercava di mettere in sicurezza la porta nord”. Fu condannato per aggressione a un agente, resistenza o impedimento alle forze dell'ordine, lesioni personali, interferenza con un agente durante disordini civili e ostruzione a un procedimento ufficiale.
* L'influencer Groyper Anthime Gionet, conosciuto come ''Baked Alaska'', fu arrestato per il suo ruolo nell'irruzione, che trasmise in diretta. Secondo l'''Institute for Strategic Dialogue'', “Durante la rivolta indossava occhiali da sole Pit Viper, che da allora sono stati adottati come simbolo dai Groypers”.
 
* Tristan Sartor, di Ruffs Dale ([[Pennsylvania]]), fu accusato di ingresso criminale in un edificio ad accesso limitato e di tentativo di “ostacolare o interrompere la regolare conduzione delle attività governative” al Campidoglio.
David Dempsey, di Los Angeles (California), ricevette una condanna a 20 anni di carcere per aver attaccato diversi agenti delle forze dell'ordine il 6 gennaio. Si tratta della seconda condanna più lunga inflitta a chi prese parte all'insurrezione. Prima della sentenza, Dempsey chiese scusa agli agenti in aula dicendo di provare un “profondo senso di rimorso”, ma mentre veniva condotto fuori dalla sala fece un gesto con la mano associato al movimento Groyper.<ref>{{Cita web|url=https://abcnews.go.com/US/jan-6-rioter-attacked-numerous-officers-sentenced-20/story?id=112722004|titolo=condanne attacco al campidoglio|accesso=13 settembre 2025}}</ref>
 
Thomas Carey (Pittsburgh, Ohio), Gabriel Chase (Gainesville, Florida), Jon Lizak (Cold Spring Harbor, New York) e Paul Ewald Lovley (Halethorpe, Maryland) si dichiararono colpevoli di aver manifestato all'interno di un edificio del Campidoglio e furono ciascuno multati di 500 dollari.
 
L'influencer Groyper Anthime Gionet, conosciuto come ''Baked Alaska'', fu arrestato per il suo ruolo nell'irruzione, che trasmise in diretta. Secondo l'''Institute for Strategic Dialogue'', “Durante la rivolta indossava occhiali da sole Pit Viper, che da allora sono stati adottati come simbolo dai Groypers”.
 
Tristan Sartor, di Ruffs Dale (Pennsylvania), fu accusato di ingresso criminale in un edificio ad accesso limitato e di tentativo di “ostacolare o interrompere la regolare conduzione delle attività governative” al Campidoglio.
 
== Attivismo politico ==
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== Reazioni ==
Le ''Groyper Wars'' ricevettero ampia attenzione mediatica dopo l'incidente all'[[Università della California - Los Angeles|UCLA]] con Donald Trump Jr. Chadwick Moore di ''Spectator USA'' commentò che l'episodio rivelava profonde divisioni all'interno della destra americana tra i giovani elettori, in particolare quelli della Generazione Z. Moore sostenne che questa frattura fosse dovuta al fatto che i Groypers vedevano Charlie Kirk e altri del movimento conservatore mainstream come coloro che avevano “afferrato il testimone e si erano autoproclamati custodi dei frutti del 2016”, pur mantenendo posizioni che, secondo Fuentes e i suoi seguaci, erano in conflitto con l'agenda ''Make America Great Again'' di Trump. Un altro autore di ''Spectator'', Ben Sixsmith, affermò che la riluttanza di Turning Point a rispondere a domande controverse e l'uso di insulti per liquidare i critici rivelavano l'ipocrisia dell'organizzazione, dopo essersi “promossa come il gruppo del dibattito”.
 
Anche diversi commentatori conservatori mainstream intervennero sul tema. Parlando della crescente attenzione verso l'estrema destra a causa delle domande aggressive poste a Kirk, [[Ben Shapiro]] tenne un discorso alla Stanford University in cui attaccò Fuentes (senza nominarlo) e i suoi seguaci come sostanzialmente una versione ribrandizzata dell'alt-right. Allo stesso modo, Dan Crenshaw definì i Groypers “alt-right 2.0”, mentre il presidente dell'''American Conservative Union'', Matt Schlapp, dichiarò: “Non c'è posto nel nostro movimento conservatore per coloro che vogliono fomentare odio, violenza di massa o propaganda razzista”.
 
Al contrario, la commentatrice conservatrice Michelle Malkin scrisse un articolo per ''American Greatness''<ref>{{Cita web|url=https://www.mediaite.com/politics/michelle-malkin-tears-into-slow-learner-charlie-kirk-in-scathing-article/|titolo=Michelle Malkin on immigration policies|accesso=13 settembre 2025}}</ref> attaccando le politiche di immigrazione di Kirk, in particolare la sua posizione secondo cui gli immigrati che si laureano nelle università statunitensi dovrebbero ricevere la green card. Dopo aver difeso Fuentes e i suoi seguaci, Malkin fu rimossa come relatrice dalla ''Young America's Foundation'', un'organizzazione rivale di Turning Point, i cui eventi erano stati anch'essi presi di mira dai Groypers. In seguito, Malkin si autodefinì una figura materna e leader dei Groypers.