Omicidio di Alvise di Robilant: differenze tra le versioni

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[[File:Via della Vigna Nuova 18, palazzo rucellai, 02,0.jpg|miniatura|[[Palazzo Rucellai]], luogo del delitto]]
L''''omicidio di Alvise di Robilant''' è un caso di [[omicidio]] avvenuto a [[Firenze]] la sera del 15 gennaio 1997. La vittima, conte [[Venezia|veneziano]] di settantuno anni, fu uccisa nel suo appartamento al terzo piano di [[palazzo Rucellai]] e il caso rimane tutt'oggi irrisolto.
== Storia ==
Alvise Nicolis di Robilant, nato a [[Bologna]] il 19 gennaio 1925, era figlio dell'aristocratico veneziano Andrea Nicolis di Robilant e della nobildonna bolognese Gabriela di Bosdari. Il suo bisnonno era [[Carlo Felice Nicolis di Robilant]], generale italiano che fu [[ambasciatore d'Italia in Austria]] tra il 1871 e il 1885. Alvise di Robilant partecipò alla [[seconda guerra mondiale]] e sposò la fotomodella [[Stati Uniti d'America|statunitense]] Elizabeth Stoke, da cui ebbe tre figli e poi divorziò.<ref>{{Cita web|lingua=it|url=https://corrierefiorentino.corriere.it/firenze/notizie/cronaca/22_novembre_13/assassinio-conte-alvise-de-robilant-delitto-irrisolto-palazzo-rucellai-ada4df86-6372-11ed-9479-f8a1a4aeaa2b.shtml|titolo=L’assassinio del conte Alvise de Robilant: il delitto irrisolto di Palazzo Rucellai|sito=corrierefiorentino.corriere.it|data=22 novembre 2013|accesso=4 settembre 2025}}</ref> Dagli anni '70 fino al 1986 fu amministratore delegato della filiale fiorentina della [[Sotheby's]], importante casa d'asta di [[Londra]]<ref>[https://www.persemprenews.it/cronaca-italiana/lomicidio-del-conte-di-robilant-cosa-accadde-a-palazzo-rucellai/ L'omicidio del conte Robilant]</ref>.
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== Indagini ==
Sulla scena del crimine non vennero trovate tracce dell'assassino, eccezion fatta per delle ditate di sangue rinvenute sulla tenda della finestra che era stata aperta. Tali impronte, però, erano impossibili da repertare in quanto erano state lasciate su una superficie porosa e non liscia. Venne ipotizzato che l'assassino aveva aperto la finestra per tentare di mandare via un' odore, forse quello di un profumo (il che aprirebbe alla possibilità di un assassino donna). La pista del furto finito male fu subito scartata, in quanto dal luogo dell'omicidio non era stato rubato nulla se non un'anatra di cristallo, forse l'arma del delitto. L'appartamento del conte apparve molto ordinato, segno che il conte è stato colto di sorpresa e che non ha avuto il tempo di difendersi. Dalla testimonianza di Barbara Rucellai, proprietaria del palazzo, emerse che intorno alle 19:30 il conte stava suonando il [[pianoforte]], ma in modo anormale e irrequieto. Nonostante questa versione confermata da altri testimoni, la polizia scientifica non trovò impronte digitali sui tasti dello strumento.<ref>{{Cita web|lingua=it|url=https://www.vanillamagazine.it/giallo-a-firenze-il-delitto-del-conte-alvise-di-robilant/|titolo=Giallo a Firenze: il Delitto del Conte Alvise di Robilant|sito=www.vanillamagazine.it|data=14 luglio 2018|accesso=4 settembre 2025}}</ref>
 
Altro dettaglio che insospettì gli inquirenti fu il fatto che il conte, al momento dell'aggressione, indossava solo una vestaglia e che sotto di essa era nudo. Gli investigatori ipotizzarono quindi che il conte di Robilant avesse aperto la porta a qualcuno mentre si stava preparando per uscire, dato che sulla porta non c'erano segni di scasso, e che l'assassino fosse una persona di cui si fidava.<ref>{{Cita web|lingua=it|url=https://www.ilgiornale.it/news/cronaca-nera/quadro-impronte-e-bottiglia-conte-conosce-suo-assasino-2151465.html#google_vignette|titolo=Il quadro, le impronte e la bottiglia: "Il conte aprì al killer in accappatoio"|sito=www.ilgiornale.it|data=30 maggio 2023|accesso=4 settembre 2025}}</ref> Venne percorsa con particolare attenzione la pista dell'antiquariato clandestino considerando l'ipotesi secondo la quale il conte, grande appassionato d'arte tanto da avere un quadro antico raffigurante ''[[San Girolamo]]'' nella sua camera da letto (quadro poi sfregiato dall'assassino con un taglio della tela), fosse finito in un affare sporco, magari di riciclaggio o di esportazione illegale di opere d'arte, e che fosse state ucciso per un regolamento di conti. Tale supposizione fu supportata anche dal ritrovamento di un assegno di 1.400.000 lire, firmato dal conte stesso e lasciato in salotto, reperto forse collegato a tale scenario. Fu rinvenuto anche il monitor sfondato del computer usato dal conte, ma ciò non danneggiò il computer stesso, da cui furono recuperati tutti i dati, senza tuttavia trovare materiale utile alle indagini.