Regno di Gerusalemme: differenze tra le versioni

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== Vita nel regno ==
Il regno era retto essenzialmente dall'[[aristocrazia crociata]] crociata che presto si era imparentata con famiglie nobili locali di stirpe siriaco-cristiana e armena. Le nuove generazioni di sudditi cominciarono a sentirsi più nativi che immigrati, e ragionavano e si comportavano ormai come orientali ([[siria]]ni). Spesso imparavano il greco, l'arabo e altre lingue, e sposavano donne greche o armene. Come scriveva lo storico [[Fulcherio di Chartres]], "coloro che prima erano occidentali ora sono diventati orientali".
 
Il regno aveva una struttura [[feudalesimo|feudale]] come gli Stati europei contemporanei, ma con importanti differenze. Prima di tutto si estendeva su una piccola superficie, con poca terra coltivabile; fin dai tempi antichi l'area aveva un'economia urbana, a differenza dell'Europa medioevale e la nobiltà, nonostante possedesse le terre, preferiva risiedere a Gerusalemme o in altre città.
[[File:Silver denier of Fulk V of Anjou (the Younger).jpg|miniatura|left|Moneta di [[Folco V d'Angiò|Folco]] e [[Melisenda di Gerusalemme|Melisenda]]]]
[[File:Silver denier of Baldwin III of Jerusalem.jpg|miniatura|left|Moneta di [[Baldovino III di Gerusalemme|Baldovino III]]]]
Come in Europa, i nobili avevano loro vassalli, e loro stessi erano sottoposti al re. Ma la distribuzione della produzione agricola era regolata dall'equivalente musulmano del sistema feudale (''iqṭāʿ''), che non era stato modificato dai crociati. I musulmani, come anche gli ebrei e gli ortodossi, continuarono la loro vita nelle campagne esattamente come prima. Il ''rais'', a capo della comunità, era in pratica un subordinato del proprietario della terra su cui si trovava ma, data la frequente assenza dei nobili cristiani, godevano di una certa autonomia. Essi si occupavano della coltivazione e ne consegnavano i prodotti ai crociati come i [[Servitù della gleba|servi della gleba]] europei, ma non avevano obblighi militari. Anche le repubbliche marinare italiane, nonostante occupassero parte delle città portuali, non avevano obblighi di questo tipo. L'esercito del reame rimase così sempre ridotto, composto quasi esclusivamente col contributo delle famiglie [[Franchi|franche]].
 
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== Metà del XII secolo ==
L'affermazione dei [[Franchi]] in [[Terrasanta]] provocò un rapido risveglio dei potentati musulmani locali, che, riavutisi dalla sorpresa, iniziarono a riorganizzarsi per il contrattacco. Spesso gli occidentali in [[Palestina]] chiedevano aiuto militare all'[[Europa]], che veniva concesso soprattutto dalle città marinare (in prima linea [[Genova]] e [[Pisa]], un po' più tardi anche [[Venezia]]). I crociati, resisi conto delle rivalità tra [[sunniti]] di [[Baghdad]] e [[Ismailismo|ismailiti]] [[sciiti]] del [[Il Cairo|Cairo]], che proprio nella zona siro-irachena avevano un confine non ben delimitato, iniziarono a sfruttare le rivalità del nemico, e grazie alle flotte provenienti dall'Italia riuscirono a conquistare gradualmente tutta la costa del [[marMar di Levante]], da [[Alessandretta]] a [[Suez]]. anche l'entroterra venne gradualmente ampliato, fino all'estrema enclave a est rappresentata dalla fortezza di [[Kerak]]. Le strade erano comunque insicure e la [[guerriglia]] musulmana costante.<ref>Bini-Luschi, p. 38</ref>
 
A Baldovino II succedette nel [[1131]] la figlia [[Melisenda di Gerusalemme|Melisenda]], che governò insieme al marito [[Folco V d'Angiò|Folco d'Angiò]]. Durante il loro regnoRegno Gerusalemme conobbe la sua massima espansione economica e culturale, testimoniata dal [[Salterio di Melisenda]], commissionato tra [[1135]] e [[1143]]. Folco, rispettato comandante, dovette affrontare un nuovo e più pericoloso nemico: [[Zengi]], ''[[atabeg]]'' di [[Mosul]]. Anche se Folco riuscì a controllare l'antagonista per tutto il suo regno, Guglielmo di Tiro lo criticò per non aver protetto i confini con un'azione decisa. Folco morì in un incidente di caccia nel [[1143]], e Zengi (Zenki) ne approfittò occupando [[Contea di Edessa|Edessa]] ([[1144]]): la caduta della città in mani turche fu un segnale d'allarme per tutto il regno. Zengi mirava a riunire sotto l'egida sunnita tutti gli [[Emiro|emirati]] tra il [[marMar di Levante]] e l'[[Eufrate]], per questo guardava con sospetto anche al [[califfato]] [[sciita]] del [[Cairo]].<ref>Bordonove, p. 120</ref>
 
Gli europei non seppero accorgersi di come il rafforzarsi del potere di Zengi fosse visto con preoccupazione e ostilità da parte degli altri potentati musulmani della zona: mentre si stava costituendo un fronte musulmano ostile a Zengi, un'alleanza cristiano-musulmana avrebbe forse permesso la salvezza del regno crociato. Però dal lato europeo troppi erano gli interessi contrapposti a un'eventuale alleanza con i [[musulmani]] (dalla memoria ancora viva dell'epopea del [[1096]]-[[1099]] alla volontà della stessa Chiesa romana), che diffusero una visione schematica dell'[[Islam]] come blocco compatto e in antitesi al cristianesimo.
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[[File:Raids mongoli in Siria e Palestina-1260.it.svg|thumb|Le [[incursioni mongole in Palestina]] del [[1260]].]]
 
Per tutto il secolo successivo il regnoRegno di Gerusalemme sopravvisse come un piccolo Stato sulla riva palestinese, con la capitale a [[San Giovanni d'Acri]], e poche altre città importanti ([[Tiro (città antica)|Tiro]] e [[Beirut]]), oltre alla sovranità su [[Tripoli (Libano)|Tripoli]] e quella contestata su [[Antiochia di Siria|Antiochia]]. Fu programmata una [[quarta crociata]] dopo il fallimento della terza, ma essa fu deviata su [[Costantinopoli]], saccheggiata nel [[1204]], e nessuno dei partecipanti arrivò mai in Terra Santa.
 
Isabella e il suo ultimo marito, [[Amalrico II di Lusignano]], morirono nel [[1205]], e il regno fu nuovamente messo nelle mani di una bambina, la figlia di Isabella e Corrado, [[Maria del Monferrato]]. La giovane fu quindi data in sposa a un cavaliere esperto e sessantenne, [[Giovanni di Brienne]], che riuscì ad assicurare la sopravvivenza del reame. La speranza di riprendere Gerusalemme ai musulmani diminuiva anno dopo anno e il fatto che i musulmani non avessero né impedito né ostacolato il flusso dei pellegrini cristiani ai luoghi santi aveva allentato la necessità di intervento.
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Nel [[1274]] [[papa Gregorio X]] valutò la fattibilità e la possibilità di vittoria di una nuova spedizione, dando origine all'interessante letteratura del ''[[De recuperatione Terrae Sanctae]]'', ricca di nozioni geografiche, logistiche, strategiche, economiche e finanziarie (tra i più famosi autori vi furono [[Jacques de Molay]], [[Pietro Dubois]], [[Benedetto Zaccaria]], [[Marin Sanudo il vecchio]] e [[Raimondo Lullo]]).
 
Negli anni seguenti le speranze dei crociati erano rivolte ai [[mongoli]], i quali pareva simpatizzassero per i cristiani. Essi invasero la Siria molte volte, ma furono ripetutamente sconfitti dai [[Sultanato mamelucco (Il Cairo)|mamelucchi]] che si vendicarono sull'inerme regnoRegno di Gerusalemme, strappandogli le città rimanenti una per una, fino alla [[Assedio di San Giovanni d'Acri (1291)|caduta di Acri]] nel [[1291]], a opera del Sultanosultano mamelucco [[Al-Ashraf Khalil]].<ref>{{Cita|Prawer|p. 320}}.</ref>
 
In seguito a questo evento il regno cessò di esistere sul continente, ma il titolo di sovrano di Gerusalemme fu rivendicato dai [[Lusignano]] [[Regno di Cipro|re di Cipro]], che per anni avevano cercato di pianificare la riconquista della [[Terra Santa]]. Per i sette secoli successivi alla caduta dello Stato, alcune fra le più importanti casate europee reclamarono la corona titolare di Gerusalemme. Fra le altre, [[Casa Savoia]] si fregiava dei titoli di Rere di Gerusalemme, Cipro e Armenia, per successione dei [[Lusignano]].
I sovrani di Casa Savoia hanno continuato a pretendere i troni dei regni crociati, usando i relativi titoli reali insieme a quelli di "[[Regno di Sardegna (1720-1861)|Rere di Sardegna]], [[Ducaduca di Savoia]] ecc. ecc. ecc."<ref>[[s:Italia, Regno - Statuto albertino|Testo dello Statuto Albertino]]</ref>, fino alla proclamazione del [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]].
In realtà il titolo passò dalla regina [[Caterina Cornaro]] alla [[Repubblica di Venezia]] quando tornò in patria e donò il regno nel 1489. Il [[doge]] veneto da questo momento detenne il titolo di monarca del regnoRegno di Cipro, Gerusalemme ed Armenia.
 
==Cronotassi dei regnanti==