Cartagine: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
 
(5 versioni intermedie di uno stesso utente non sono mostrate)
Riga 52:
== Descrizione ==
 
La [[città]] era collocata sul lato [[est|orientale]] del [[lago di Tunisi]]<ref>{{Cita web|url=http://pleiades.stoa.org/places/314921|titolo=Carthago: a Pleiades place resource|autore=Hitchner, R., DARMC, R. Talbert, S. Gillies, J. Åhlfeldt, R. Warner, J. Becker, T. Elliott|sito=Pleiades: a gazetteer of past places|lingua=en|accesso=4 ottobre 2017}}</ref>. Secondo una [[leggenda]] [[romana]], fu fondata nell'814 a.C. da coloni fenici provenienti da [[Tiro (città antica)|Tiro]], guidati da Elissa (la regina [[Didone]])<ref name=":0">{{Cita libro|autore=Sabatino Moscati e Grassi Palazzo |titolo=The Phoenicians |url=https://www.worldcat.org/oclc/47953853|annooriginale=1997|data=2001|editore=I.B. Tauris|OCLC=47953853|ISBN=9781850435334}}</ref>. Divenne una grande e ricca città, molto influente nel [[Mediterraneo occidentale]], fino a scontrarsi con [[Siracusa (città antica)|Siracusa]] e [[Roma (città antica)|Roma]] per l'egemonia sui mari.
 
Le prime battaglie navali coinvolgenti il popolo cartaginese, infatti, furono le cosiddette [[guerre greco-puniche]], campagne di assedio per il predominio sul Mediterraneo e in particolare sulla [[Sicilia (isola)|Sicilia]], la quale nel corso dei secoli [[VIII secolo a.C.|VIII]] fino al [[V secolo a.C.|V a.C.]] era coabitata dalle etnie fenicio-puniche (principalmente a [[Mozia]], [[Solunto]], [[Palermo]]), dai [[Storia della Sicilia preellenica|Popoli preellenici]] e dall'[[Sicelioti|etnia greca]]. Le campagne di espansione greca verso l'occidente furono spesso motivi di guerra tra le due componenti e in particolare i contrasti tra le città di [[Selinunte]] (greca) e [[Segesta]] ([[Elimi|elima]] e in quanto tale alleata dei Fenici) erano motivo di accesi conflitti. Spesso Cartagine entrava nello scacchiere fornendo mezzi e uomini a supporto dei Fenici isolani, fino ad essere coinvolta in diversi scontri. Il terreno di battaglia fu spesso la Sicilia, come nella celebre [[Battaglia di Imera (480 a.C.)|battaglia di Hymaera]], ma non mancarono scontri navali.
 
Inoltre, verso il [[VI secolo a.C.]], i Cartaginesi [[Storia della Sardegna fenicio-punica|cercarono di impadronirsi della Sardegna]]. Al tentativo di colonizzazione seguì l'inevitabile reazione armata dei [[Nuragici|sardo-nuragici]] che in breve rioccuparono i territori invasi minacciando la distruzione delle città costiere già loro colonie. Nella [[Storia della Sardegna fenicio-punica|Primaprima guerra sardo-punica]] (540 a.C.), Cartagine inviò in Sardegna un suo esperto generale, già vittorioso in Sicilia contro i Greci e da questi chiamato Malco; nella [[Storia della Sardegna fenicio-punica|Secondaseconda guerra sardo-punica]] (535 a.C.), dopo la vittoriosa battaglia navale del Mare Sardo contro i Greci focesi, i Punici al comando dei due fratelli Asdrubale e Amilcare, figli di Magone, tentarono una nuova campagna militare per la conquista dell'Isola. Venticinque anni dopo, nel 510 a.C., si combatteva ancora, ed in quell'anno i Punici persero in battaglia il generale Asdrubale.
 
I Cartaginesi inoltre, sotto la guida di [[Annibale]], giunsero a mettere in pericolo il dominio romano con la [[battaglia di Canne|vittoria a Canne]], ma uscirono poi debolissimi dalla [[seconda guerra punica]]. Con la sconfitta nella [[terza guerra punica]], la città fu distrutta nel 146 a.C. dai Romani. I Romani distrussero Cartagine perché era una città che non si era arresa a loro dopo le prime sconfitte, ma dopo molte guerre. Successivamente però la ricostruirono e ne fecero una delle città più importanti dell'[[Impero romano]].
Riga 147:
=== Pirro re dell'Epiro ===
{{Vedi anche|Guerre greco-puniche|Trattati Roma-Cartagine}}
Fra il [[280 a.C.]] e il [[275 a.C.]], [[Pirro]] dell'[[Epiro]] mosse [[guerre pirriche|due grandi campagne]] nel tentativo di proteggere ed estendere l'influenza greca nel [[Mediterraneo occidentale]]. Una campagna venne scatenata contro Roma con il proposito di difendere le colonie greche del sud Italia. La seconda campagna venne mossa contro Cartagine nell'ennesimo tentativo di riportare la Sicilia interamente sotto controllo greco.
 
[[Pirro]], pur vincendo alcune battaglie sia in Italia che in Sicilia (i cartaginesi si arroccarono a [[Lilibeo]] dove respinsero l'assedio), non riuscì a portare a termine gli obiettivi che si era prefisso. Dove per Cartagine questo significò il mero ritorno allo [[status quo]], per Roma significò la conquista di [[Taranto]] e una robusta ipoteca sull'intera [[Italia meridionale]]. Il risultato finale mostrò quindi un nuovo bilanciamento del potere nel Mediterraneo Occidentaleoccidentale: i Greci videro ridotto il loro controllo sul sud Italia mentre Roma crebbe come potenza e le ambizioni territoriali la portarono per la prima volta direttamente allo scontro frontale con Cartagine.
 
=== La crisi messinese ===
Una nutrita compagnia di mercenari era stata assunta al servizio di [[Agatocle]]. Alla morte del tiranno nel [[288 a.C.]], questi si trovarono improvvisamente senza lavoro. Anziché lasciare la [[Sicilia]] si posero all'assedio di [[Messana]], conquistandola. Con il nome di "[[Mamertini]]" (figli di [[Marte (divinità)|Marte]]), si posero al comando della città terrorizzando i territori circostanti.
 
Dopo anni di scaramucce, nel [[265 a.C.]], [[Gerone II]], nuovo [[tiranno di [[Siracusa]] e [[re di Sicilia]], entrò in azione. Trovandosi di fronte a forze preponderanti i Mamertini si divisero in due fazioni. Una pensava di arrendersi ai cartaginesi, la seconda preferiva chiedere aiuto a Roma. Così due ambasciate furono inviate alle due città.
 
Mentre il Senato di Roma dibatteva sul comportamento da tenere, i cartaginesi decisero rapidamente di inviare una guarnigione a [[Messina]]. La guarnigione fu ammessa in città e una flotta cartaginese entrò nel [[porto di Messina]]. Poco dopo, però i cartaginesi cominciarono a negoziare con Gerone mettendo in allarme i Mamertini che inviarono un'altra ambasciata a Roma chiedendo l'espulsione dei cartaginesi da Messina.