Denis Diderot: differenze tra le versioni

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{{Doppia immagine verticale|right|Louis-Michel van Loo 001.jpg|Denis Diderot signature.svg|230|Denis Diderot, 1767, ritratto da [[Louis-Michel van Loo]], dipinto conservato al [[Museo del Louvre]].|[[Firma]]}}
{{Bio
|Nome = Denis
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|Attività2 = critico d'arte
|Attività3 = enciclopedista
|AttivitàAltre = , [[scrittore]] e [[drammaturgo]]
|Nazionalità = francese
|PostNazionalità = , uno dei massimi rappresentanti dell'[[Illuminismo]] e uno degli intellettuali più rappresentativi del [[XVIII secolo]]
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Diderot è convinto che tutta la materia abbia possibilità di uno sviluppo senziente: le primigenie particelle materiali organizzandosi, arrivano alla vita e da questa a quelle forme più alte di sviluppo che sono la coscienza e il pensiero.
[[File:Jean-Honoré Fragonard - Denis Diderot (Fanciful Figure) - WGA8064.jpg|upright=0.9|thumb|Presunto ritratto di Denis Diderot, opera di [[Jean-Honoré Fragonard|Fragonard]] nel 1769 circa<ref>Molti hanno contestato che il soggetto sia Diderot, in quanto mostra un colore di occhi e capelli diverso; Diderot in particolare aveva gli occhi castani, mentre il soggetto raffigurato li ha azzurri; al Louvre il ritratto è presentato come raffigurante un personaggio anonimo; cfr. Marie-Anne Dupuy-Vachey, ''Fragonard: les plaisirs d'un siècle, catalogue de l'exposition'', Paris, Musée Jacquemart-André, 2007, Culturespaces, 2007.</ref>]]
Egli pensa che un organismo completamente formato abbia in sé un complesso di elementi vitali indipendenti dal tutto così come il complesso unitario rappresentato da uno [[sciamatura (ape)|sciame]] di api (l'organismo) è costituito dai singoli insetti (i "microanimali" indipendenti). La prova di questo è nel vedere come ad esempio un polipo possa dividersi in organismi più piccoli o come dalla decomposizione di un corpo nascano microrganismi diversi.<ref>D. Diderot, ''Il sogno di D'Alembert'', intr. B. Craveri, Milano, Rizzoli 1996</ref> Seguendo Condillac, Diderot aderisce al [[sensismo]]: le sensazioni e la sensibilità, correttamente interpretati dalla ragione, sono parti importanti dell'esperienza della vita, ma occorre distinguere tra opinione e realtà verificata.<ref>a{{cita|Diderot, tal''Pensieri proposito:sull'interpretazione "della natura''|p. 49|Interpretazione}}.</ref>
Diderot sostiene che infatti che anche l'etica possa cadere nel [[relativismo]]:
{{quote|Non cessiamo forse di provare compassione allorché la distanza o l'esiguità degli oggetti hanno su di noi lo stesso effetto che ha sui ciechi la privazione della vista? A tal punto le nostre virtù dipendono dal nostro modo di sentire e dall'intensità con cui siamo toccati dalle cose esteriori! Analogamente non dubito che se non fosse per la paura del castigo, molti sarebbero più disposti a uccidere un uomo da una distanza che lo facesse apparire come una rondine, che non a sgozzare un bue con le proprie mani. Se abbiamo compassione per un cavallo che soffre e schiacciamo una formica senza farci alcuno scrupolo, non è forse perché siamo mossi dallo stesso principio?"|da (''Lettera sui ciechi ad uso di coloro che vedono)</ref>, ma occorre distinguere tra opinione e realtà verificata.<ref>{{cita|Diderot, ''Pensieri sull'interpretazione della natura''|p. 49|Interpretazione}}.</ref>
Come [[David Hume|Hume]], [[d'Holbach]], [[Voltaire]] e [[Rousseau]] (e gran parte degli illuministi) riconosce il rispetto agli animali in quanto essere senzienti, anche se per Diderot, con un punto di vista legato all'[[Umanesimo (filosofia)|umanesimo]], il mondo è reso interessante soprattutto per la presenza dell'uomo, l'unico animale che lalo ammira e lalo studia, altrimenti sarebbe solo uno spettacolo senza spettatori:
{{Citazione|Soltanto la presenza dell'uomo rende interessante l'esistenza degli esseri (...). L'uomo è il termine unico dal quale occorre partire e al quale occorre far capo, se si vuol piacere, interessare, commuovere, perfino nelle considerazioni più aride e nei particolari più secchi.<ref>[[Encyclopédie]], alla voce "[[Enciclopedia]]"</ref>}}
Tuttavia nel suo pensiero, si trovano anche un ridimensionamento dell'essere umano, che è pur sempre un animale, inoltre polemizza con le dottrine di Rousseau sulla bontà intrinseca della natura, sostenendo che il suo fascino della natura è anche di essere a volte terribile (estetica [[Preromanticismo|preromantica]] del [[sublime]]):
{{citazione|Andiamo, amico, diamoci un po' meno d'importanza. Noi siamo nella natura, un momento ci stiamo bene, un momento male: credetemi, coloro che lodano la natura per aver tappezzato a primavera la terra di verde, un colore amico dei nostri occhi, sono degli impertinenti che dimenticano che questa stessa natura, di cui vogliono trovare ovunque la benevolenza, stende d'inverno una grande coltre bianca che ferisce i nostri occhi, ci dà il capogiro e ci espone a morire congelati. La natura è bella e buona quando ci è propizia, brutta e cattiva quando ci affligge. Sovente è ai nostri stessi sforzi ch'essa deve almeno una parte del suo fascino...<ref>''Salon'', 1767; da: ''Ouvres esthetique''</ref>}}
 
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====Diderot e il libertinismo====
{{quote|La litania contro le [[Passione (filosofia)|passioni]] non ha mai fine: sono loro imputate tutte le pene dell'uomo, mentre ci si dimentica ch'esse sono anche la fonte di ogni suo [[piacere]]. [...] La sobrietà nelle passioni rende mediocri gli uomini.|Diderot, ''Pensieri filosofici''}}
Diderot ebbe rapporti filosofici con i circoli del [[libertinismo]]; egli non è un "[[Libertino (sociologia)|libertino]] amorale", ma la sua morale laica è diversa da quella corrente alla sua epoca<ref>{{cita|Diderot, ''L'uomo e la morale''|p. 116|Morale}}.</ref>: le [[passione (filosofia)|passioni]] buone portano al piacere e alla felicità, e vanno coltivate, in maniera decisa.<ref>{{cita|Diderot, ''Pensieri filosofici''|I-IV|Pensieri}}.</ref> Il [[sensismo]] e il [[razionalismo]] non portano Diderot a rifiutare [[sentimento]], [[edonismo]], [[istinto]] e, come [[Kant]], [[Passione (sentimento)|passione sentimentale]], ma come i libertini e i [[Romanticismo|romantici]], a coltivarli se portano al bene. Per Diderot
{{quote|...inclinazioni, desideri e avversioni portate a un certo grado di intensità, combinate con una sensazione indistinta di piacere o dolore, causate o accompagnate da un movimento irregolare del sangue e degli [[spiriti animali]], sono ciò che chiamiamo ''passioni''. Possono essere così forti da inibire qualsiasi pratica della libertà personale, uno stato in cui l'anima è in un certo senso resa passiva, da cui il nome di ''passioni''. Questa inclinazione o cosiddetta disposizione dell'anima, nasce dall'opinione che noi sosteniamo che un grande bene o un grande male è contenuto in un oggetto che in sé stesso suscita passione<ref>{{Cita pubblicazione|titolo=Passions|nome=Denis |cognome=Diderot|data=1º aprile 2004|rivista=Encyclopedia of Diderot & d'Alembert - Collaborative Translation Project|volume=12|pp=142-146}}</ref>.}}
 
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[[Categoria:Filosofi della religione]]
[[Categoria:Personalità della laicità]]
[[Categoria:Scrittori francesi del XVIII secolo]]