Genocidio: differenze tra le versioni
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All'inizio degli [[anni 1920|anni venti]] del [[XX secolo]] vi furono i primi tentativi di organizzare tribunali penali internazionali per perseguire crimini di guerra e contro l'umanità commessi nel corso del [[prima guerra mondiale|primo conflitto mondiale]]. In particolare il [[trattato di Sèvres|trattato di pace di Sèvres]], firmato tra le nazioni vincitrici e l'Impero ottomano il 10 agosto 1920, obbligava i turchi a consegnare alle [[Alleati della prima guerra mondiale|potenze alleate]] «le persone la cui resa può essere richiesta da queste ultime in quanto responsabili dei massacri commessi durante la continuazione dello stato di guerra sul territorio che faceva parte dell'Impero turco il 1º agosto 1914.» I responsabili dei massacri avrebbero dovuto essere processati da appositi tribunali istituiti dagli Alleati, salvo che nel frattempo la [[Società delle Nazioni]] non avesse creato un tribunale competente a giudicarli.<ref name=Sevres>{{cita web|url=http://www.hri.org/docs/sevres/part7.html|titolo=The Treaty of Peace Between the Allied and Associated Powers and Turkey Signed at Sèvres, August 10, 1920|sito=Hellenic Resources Network|editore=HRI|data=10 agosto 1920|lingua=en|accesso=8 gennaio 2021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20201127224502/http://www.hri.org/docs/sevres/part7.html|urlmorto=no|posizione=Part VII, article 230}}</ref> Il trattato non entrò mai in vigore perché non riconosciuto dal nuovo governo guidato da [[Mustafa Kemal Atatürk]] che prese il posto di quello ottomano al termine della [[Guerra d'indipendenza turca]] che ridefinì i confini e lo ''status'' della moderna [[Turchia]] come repubblica. Ciò costrinse le potenze alleate a tornare al tavolo dei negoziati e alla sottoscrizione di un nuovo trattato di pace. Il [[Trattato di Losanna (1923)|Trattato di Losanna]], firmato il 24 luglio 1923, annullava il trattato di Sèvres, stipulato peraltro con il non più esistente Impero ottomano, e non impegnava più la nuova Turchia sul tema della consegna dei responsabili dei massacri.<ref name=Mancini>{{cita web|url=https://www.affarinternazionali.it/2015/04/sotto-la-lente-del-diritto-internazionale/|titolo=Genocidio armeno. Sotto la lente del diritto internazionale|autore=Marina Mancini|sito=Affari internazionali|editore=Istituto affari internazionali|data=23 aprile 2015|accesso=8 gennaio 2021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170824173048/http://www.affarinternazionali.it/2015/04/sotto-la-lente-del-diritto-internazionale/|urlmorto=no}}</ref><ref name=Losanna>{{cita web|url=https://wwi.lib.byu.edu/index.php/Treaty_of_Lausanne|titolo=Treaty of Peace with Turkey Signed at Lausanne, July 24, 1923|sito=The World War I Document Archive|data=24 luglio 1923|lingua=en|accesso=8 gennaio 2021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20201208172542/https://wwi.lib.byu.edu/index.php/Treaty_of_Lausanne|urlmorto=no}}</ref>
La mancata applicazione del
Il primo paese a riconoscere come genocidio il massacro degli armeni fu l'[[Uruguay]] nel 1965 a cui seguirono molti altri stati, soprattutto europei e sudamericani, sino a una prima presa d'atto da parte del [[Parlamento europeo]] con una risoluzione formale del 18 giugno 1987.<ref name=GUUE1987>{{cita web|url=https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=OJ:C:1987:190:FULL&from=IT|titolo=Risoluzione su una soluzione politica del problema armeno|autore=Parlamento europeo|data=20 luglio 1987|formato=pdf|p=119|accesso=8 gennaio 2021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210107165346/https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=OJ%3AC%3A1987%3A190%3AFULL&from=IT|urlmorto=no|pubblicazione=Gazzetta ufficiale delle Comunità europee|numero=C 190}}</ref> Nel 2015, in occasione del centesimo anniversario, il Parlamento europeo confermò con un'altra risoluzione il riconoscimento del genocidio armeno esortando la Turchia «a fare i conti con il proprio passato».<ref name=GUUE2015>{{cita web|url=https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:22015P0923(05)&from=SL|titolo=Risoluzione sul centenario del genocidio armeno|autore=Parlamento europeo|data=23 settembre 2015|formato=pdf|p=23|accesso=8 gennaio 2021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210107171159/https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX%3A22015P0923%2805%29&from=SL|urlmorto=no|pubblicazione=Gazzetta ufficiale dell'Unione europea|numero=C 315}}</ref>
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Nell'ambito del dibattito sono stati valutati altri termini come "[[etnocidio]]", derivante dal [[lingua greca|greco]] ''ἔθνος'' (''ethnos'', "nazione") e dal [[lingua latina|latino]] ''caedo'' ("uccidere"), inteso come la distruzione della cultura più che l'eliminazione fisica delle persone. Il termine fu proposto dallo stesso Raphael Lemkin nel suo ''Axis Rule in Occupied Europe'' in alternativa a "genocidio".<ref name=Lemkin79/> Altro neologismo utilizzato in ambito sociopolitico è "[[politicidio]]" (o "policidio"), inteso come «l'uccisione o lo sterminio di un particolare gruppo a causa delle sue convinzioni politiche o ideologiche», utilizzato per la prima volta nel 1968 in relazione al supposto obbiettivo degli Arabi di distruggere lo [[Stato di Israele]].<ref name=Politicide>{{cita web|url=https://www.oed.com/view/Entry/265482|titolo=Politicide|sito=Oxford English Dictionary|editore=Oxford University Press|lingua=en|accesso=30 gennaio 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200130160433/https://www.oed.com/view/Entry/265482|urlmorto=no}}</ref>
Il politologo statunitense [[Rudolph Joseph Rummel]] ha coniato il termine "[[democidio]]", di accezione ampia, per indicare «l'assassinio di qualsiasi persona o popolo da parte di un governo, inclusi genocidio, politicidio e omicidio di massa.» Secondo Rummel «il significato necessario e sufficiente del democidio è quello dell'uccisione intenzionale da parte del governo di una o più persone disarmate. A differenza del concetto di genocidio, è limitato all'uccisione intenzionale e non si estende ai tentativi di eliminare culture, razze o persone con mezzi diversi dall'uccidere persone. Inoltre, il democidio non si limita alla componente omicida del genocidio, né al politicidio, all'omicidio di massa o al massacro o al terrore. Li include tutti e anche ciò che escludono, purché tale uccisione sia un atto intenzionale, una politica, un processo o un'istituzione di governo».<ref name=Rummel31>{{cita|Rummel|pp. 39-40}}.</ref>
Un progetto italiano per un Codice dei [[Crimine internazionale|crimini internazionali]] del 2022 amplia la definizione di genocido e introduce il "genocidio culturale" in cui il fine della distruzione del gruppo bersaglio avviene anche attraverso pratiche coercitive, obblighi, divieti o altre misure volte alla rimozione dei suoi caratteri culturali, linguistici o religiosi.<ref name=Aitala>{{cita news|autore=Rosario Aitala|titolo=Crimini Cpi. Non tutto è genocidio, ma l'Italia ancora non vede tante atrocità|pubblicazione=Avvenire|data=23 settembre 2022|url=https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/non-tutto-genocidio-ma-litalia-ancora-non-vede-tante-atrocit|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20220925163629/https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/non-tutto-genocidio-ma-litalia-ancora-non-vede-tante-atrocit|urlmorto=no}}</ref>
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