Colonna Vendôme: differenze tra le versioni

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[[File:Colonne Vendôme 1.jpg|miniatura|La colonna nel 2022]]
La '''Colonna Vendôme''' è una [[colonna coclide]] di [[Parigi]] situata al centro di [[piazza VendomeVendôme]], nel [[I arrondissement di Parigi|I ''arrondissement'']], e fatta erigere da [[Napoleone Bonaparte]] per celebrare la [[Battaglia di Austerlitz|vittoria di Austerlitz]], su modello della [[Colonna Traiana]] a [[Roma]].
 
==Descrizione==
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=== Colonna ===
La colonna Vendôme raggiunge un'altezza di 44 metri e presenta un [[diametro]] medio di circa 3,60 metri.<ref>{{Cita libro|titolo=La Lettura|volume=1|anno=1901|p=952}}</ref> Realizzata in pietra e rivestita in [[bronzo]], si erge su un [[Basamento (architettura)|basamento]] in [[porfido]] di [[Algajola]]<ref>{{Cita libro|autore=Amédée Burat|titolo=Géologie appliquée ou Traité de la recherche et de l'exploitation des minéraux utiles|anno=1843}}</ref> ed è sormontata da una statua di [[Napoleone]]. L'opera si ispira direttamente alla [[Colonna Traiana]] dei [[Fori Imperiali]] a Roma, realizzata interamente in marmo; un'ispirazione analoga informa anche la [[colonna di Luglio]], collocata in Place de la Bastille.
La colonna Vendôme raggiunge un'altezza di 44 metri e presenta un [[diametro]] medio di circa 3,60 metri.<ref>{{Cita libro
|titolo=La Lettura
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}}</ref> Realizzata in pietra e rivestita in [[bronzo]], si erge su un [[Basamento (architettura)|basamento]] in [[porfido]] di [[Algajola]]<ref>{{Cita libro
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}}</ref> ed è sormontata da una statua di [[Napoleone]]. L'opera si ispira direttamente alla [[Colonna Traiana]] dei [[Fori Imperiali]] a Roma, realizzata interamente in marmo; un'ispirazione analoga informa anche la [[colonna di Luglio]], collocata in Place de la Bastille.
 
Il suo [[Fusto (architettura)|fusto]] è composto da 98 [[tamburo (architettura)|tamburi]] di pietra<ref>{{Cita web|url=https://comite-vendome.fr/en/the-vendome-column-desired-by-napoleon-1st/|titolo=The Vendôme column, desired by Napoleon 1st|autore=Comité Vendôme|data=2025|accesso=3 ottobre 2025}}
</ref> e contiene al suo interno una scala a chiocciola di 180 gradini, larga 93 centimetri. Il rivestimento bronzeo, secondo la tradizione, sarebbe stato fuso utilizzando il metallo di circa 1200 [[cannone|cannoni]] sottratti alle armate [[Russia|russe]] e [[austria]]che durante la [[Terza coalizione|guerra della terza coalizione]];<ref>{{cita libro|p=588|titolo=Manuale di scienze ed arti, ossia Repertorio metodico di storia universale, usi e costumi, mitologia, archeologia, numismatica, blasone, geografia, storia naturale, fisica, chimica, geometria, belle arti ec. ec|anno=1846|editore=Sapienza - Università di Roma}}</ref> si tratta, tuttavia, di un numero probabilmente propagandistico. La decorazione esterna, in stileogni classicocaso, è costituita inda ognibassorilievi caso,in dastile bassorilievi checlassico rappresentanoraffiguranti trofei e scene belliche. Questa sequenza decorativa, lunga complessivamente 280 metri, si avvolge a spirale attorno al fusto con 22 giri e comprende 76 bassorilievi ottenuti da 425 lastre di bronzo. I disegni dei fregi in bassorilievo furono commissionati nel 1806 agli artisti [[Pierre-Nolasque Bergeret]], [[François Mazois]] e [[Benjamin Zix]]. La direzione dei lavori fu affidata a [[Dominique Vivant Denon]], che incaricò della realizzazione plastica dei rilievi un gruppo composto sia da scultori affermati sia da giovani talenti emergenti:<ref>{{cita web|url=https://www.napoleon.org/histoire-des-2-empires/articles/autour-de-la-colonne-de-la-grande-armee/|autore=Jean-Marie Darnis|titolo=Autour de la colonne de la Grande Armée|lingua=fr|sito=napoleon.org}}</ref>
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|consultato=3 ottobre 2025
}}
</ref> e contiene al suo interno una scala a chiocciola di 180 gradini, larga 93 centimetri. Il rivestimento bronzeo, secondo la tradizione, sarebbe stato fuso utilizzando il metallo di circa 1200 [[cannone|cannoni]] sottratti alle armate [[Russia|russe]] e [[austria]]che durante la [[Terza coalizione|guerra della terza coalizione]];<ref>{{cita libro|p=588|titolo=Manuale di scienze ed arti, ossia Repertorio metodico di storia universale, usi e costumi, mitologia, archeologia, numismatica, blasone, geografia, storia naturale, fisica, chimica, geometria, belle arti ec. ec|anno=1846|editore=Sapienza - Università di Roma}}</ref> si tratta, tuttavia, di un numero probabilmente propagandistico. La decorazione esterna, in stile classico, è costituita in ogni caso, da bassorilievi che rappresentano trofei e scene belliche. Questa sequenza decorativa, lunga complessivamente 280 metri, si avvolge a spirale attorno al fusto con 22 giri e comprende 76 bassorilievi ottenuti da 425 lastre di bronzo. I disegni dei fregi in bassorilievo furono commissionati nel 1806 agli artisti [[Pierre-Nolasque Bergeret]], [[François Mazois]] e [[Benjamin Zix]]. La direzione dei lavori fu affidata a [[Dominique Vivant Denon]], che incaricò della realizzazione plastica dei rilievi un gruppo composto sia da scultori affermati sia da giovani talenti emergenti:<ref>{{cita web|url=https://www.napoleon.org/histoire-des-2-empires/articles/autour-de-la-colonne-de-la-grande-armee/|autore=Jean-Marie Darnis|titolo=Autour de la colonne de la Grande Armée|lingua=fr|sito=napoleon.org}}</ref>
{{div col}}
* [[Lorenzo Bartolini]],
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La costruzione procedette lentamente fino al 1805, quando, grazie alla fusione di cannoni catturati principalmente agli eserciti russo e austriaco, il progetto ricevette nuovo slancio sotto l’impulso di [[Dominique Vivant Denon]]. Completata nel 1810, la colonna fu dedicata alla gloria delle armate napoleoniche vittoriose e denominata «Colonne de la Grande Armée». Sulla sommità fu collocata una statua di Napoleone nelle vesti di imperatore romano, scolpita da Antoine Denis Chaudet.
 
[[File:Fier detre francais colonne vendome gravure caroline naudet 1819.png|thumb|left|Caricatura di [[Caroline Naudet]] nel 1819 raffigurante degli ufficiali francesi mentre ammirano la Colonna. In basso vi è l'iscrizione: «''Ah ! qu'on est fier d'être Français, quand on regarde la Colonne''» [Ah! Come siamo fieri di essere francesi quando guardiamo la Colonna<nowiki>]</nowiki> ]]
=== Cambiamenti di statua ===
Nella primavera del 1814, durante l'[[Occupazione della Francia (1815-1818)|occupazione di Parigi da parte delle truppe della coalizione antifrancese]], la statua di Napoleone fu rimossa su iniziativa di [[Jacques Marie Armand Guerry de Beauregard]] e di [[Sosthènes de La Rochefoucauld]]. Durante la [[Restaurazione]], al suo posto fu issata una bandiera bianca ornata di gigli, simbolo della monarchia borbonica. Le sorti del metallo della statua originaria sono oggetto di interpretazioni divergenti: secondo una testimonianza coeva, esso sarebbe stato riutilizzato per la fusione del Monumento a Luigi XIV in [[Place des Victoires]], inaugurato nel 1822;<ref>{{Cita libro|titolo=Mémoires relatifs à la Révolution française. Mémoires de Lombard de Langres, ancien ambassadeur en Hollande|editore=Ladvocat, libraire|anno=1823|volume=II|p=70}}</ref> secondo il [[Musée d’Orsay]], invece, servì alla realizzazione della statua equestre di Enrico IV, collocata nel 1818 sul [[Pont Neuf]].<ref>{{cita web |autore=France Debuisson|titolo=Colonne Vendôme, ou Colonne de la Grande Armée, ou Monument à Napoléon Ier |url=https://anosgrandshommes.musee-orsay.fr/index.php/Detail/objects/5025 |editore=[[musée d'Orsay]] |anno=2020 |accesso=13 giugno 2020}}</ref>
|titolo=Mémoires relatifs à la Révolution française. Mémoires de Lombard de Langres, ancien ambassadeur en Hollande
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}}</ref> secondo il [[Musée d’Orsay]], invece, servì alla realizzazione della statua equestre di Enrico IV, collocata nel 1818 sul [[Pont Neuf]].<ref>{{cita web |autore=France Debuisson|titolo=Colonne Vendôme, ou Colonne de la Grande Armée, ou Monument à Napoléon Ier |url=https://anosgrandshommes.musee-orsay.fr/index.php/Detail/objects/5025 |sito=anosgrandshommes.musee-orsay.fr |editore=[[musée d'Orsay]] |anno=2020 |accessole=13 giugno 2020}}.</ref>
 
Nel medesimo anno, il ''[[Goguette|goguettier]]'' [[Émile Debraux]] compose la canzone ''La Colonne'', in omaggio al monumento e a Napoleone I. Il brano conobbe un immediato successo e contribuì a lanciare la carriera dell’autore, godendo di una lunga popolarità: attualmente, tuttavia, la composizione è caduta nell’oblio.<ref>{{cita pubblicazione|autore=Gaetano Manfredonia|titolo=La chanson anarchiste en France des origines à 1914|lingua=fr|città=Paris|editore=L'Harmattan|anno=1997|isbn=2-7384-6080-1|p=32}}</ref>
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Durante la Monarchia di Luglio, una nuova statua dell’imperatore, raffigurato nelle vesti di [[caporale]], fu realizzata dallo scultore [[Charles Émile Seurre]] e collocata sulla sommità della colonna il 28 luglio 1833, alla presenza del re Luigi Filippo. Il gesto si inseriva in una strategia simbolica volta a richiamare l’eredità dell’Impero e ad appropriarsene politicamente. L’opera è attualmente conservata presso l’Hôtel des Invalides.
 
Nel 1863, Napoleone III, ritenendo che la statua fosse esposta a rischi in ragione della sua posizione elevata, ne ordinò la rimozione. Essa fu sostituita da una nuova scultura, replica della statua originaria di Antoine Denis Chaudet, realizzata da Auguste Dumont. La statua di Seurre venne esposta su un piedistallo presso la rotonda di Courbevoie fino all’assedio di Parigi del 1870, dopodiché fu smontata e messa in sicurezza.<ref name="D1958">{{Cita web|url=http://defense-92.fr/histoire|titolo=Histoire de La Défense|accesso=3 ottobre 2025}}</ref><ref name="HD">{{Cita web|url=http://www.paris-unplugged.fr/1958-histoire-de-la-defense/|titolo=1958 – Histoire de la Défense|accesso=3 ottobre 2025}}</ref>
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=== Distruzione durante la Comune ===
{{vedi anche|Comune di Parigi}}
[[Karl Marx]] aveva anticipato profeticamente il crollo della Colonna Vendôme nel suo pamphlet politico ''[[Il 18 brumaio di Luigi Bonaparte]]'', un’opera fortemente critica nei confronti di [[Napoleone III]]. In chiusura del testo, Marx scriveva: «Ma se il mantello imperiale cadrà finalmente sulle spalle di Luigi Bonaparte, la statua di bronzo di Napoleone cadrà dall'alto della Colonna Vendôme».<ref>{{Cita libro|autore=Karl Marx, Friedrich Engels|titolo=Collection complète de compositions|lingua=fr|ed=2|volume=8|p=217}}</ref> Nel 1871 Marx avrebbe poi visto con i suoi occhi l’avverarsi della sua profezia.
|autore=Karl Marx, Friedrich Engels
|titolo=Collection complète de compositions
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}}</ref> Nel 1871 Marx avrebbe poi visto con i suoi occhi l’avverarsi della sua profezia.
 
[[File:Souvenirs de la Commune de Paris, renversement de la colonne Vendôme, 1871.jpg|thumb|Autore sconosciuto, ''Souvenirs de la Commune de Paris, renversement de la colonne Vendôme'' (1871)]]
In seguito alla proclamazione della [[Terza Repubblica francese]], il 4 settembre 1870, il pittore [[Gustave Courbet]] — figura di rilievo dell’ambiente artistico e politico parigino — indirizzò infatti una petizione al Governo della Difesa Nazionale, datata 14 settembre. In essa proponeva il «trasferimento» della Colonna Vendôme, chiedendo che fosse smantellata sotto la supervisione dell’amministrazione del Museo dell’Artiglieria, e che i materiali fossero depositati presso l’Hôtel de la Monnaie. Courbet auspicava la ricostruzione del monumento agli Invalides, con l’intento di erigere una nuova colonna sormontata da un [[berretto frigio]] e dedicata alla “Repubblica universale”.<ref>{{cita libro|autore=Charles Fegdal|lingua=fr|titolo=Dans notre vieux Paris|lieucittà=Paris|editore=Librairie Stock, Delamain, Boutelleau & Cie|anno=1934|p=68}}</ref> Questa proposta rimase priva di esito.
 
Durante l’insurrezione della [[Comune di Parigi]] (marzo–maggio 1871), la distruzione del monumento assunse una connotazione più apertamente radicale e rivoluzionaria. Un decreto ufficiale della Comune, datato 12 aprile 1871, venne pubblicato sul ''Journal officiel de la République française'':<ref>{{Cita web|url=http://classes.bnf.fr/rendezvous/pdf/Revol5_DrapeauR.pdf|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20181029031056/http://classes.bnf.fr/rendezvous/pdf/Revol5_DrapeauR.pdf |autore=Caroline Doridot|titolo=Le drapeau rouge au XIX. Focus sur la Révolution de 1848 et la Commune|editore=[[Bibliothèque nationale de France]], Action pédagogique|p=5}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k2095533h/f1|titolo=Décret du 12 avril 1871, Journal officiel de la République française, n° 103, 14 avril 1871, p. 275|accesso=3 ottobre 2025|dataarchivio=Gallica, Bibliothèque nationale de France}}</ref>
{{citazione|La Comune di Parigi, considerando che la colonna imperiale di Place Vendôme è un monumento alla barbarie, un simbolo di forza bruta e falsa gloria, un'affermazione del militarismo, una negazione del diritto internazionale, un insulto permanente dei vincitori ai vinti, un attacco perpetuo a uno dei tre grandi principi della Repubblica francese, la fraternità, decreta:<br><br> ''Articolo unico''. La colonna Vendôme sarà demolita.||
|url=http://classes.bnf.fr/rendezvous/pdf/Revol5_DrapeauR.pdf
La Commune de Paris, considérant que la colonne impériale de la place Vendôme est un monument de barbarie, un symbole de force brute et de fausse gloire, une affirmation du militarisme, une négation du droit international, une insulte permanente des vainqueurs aux vaincus, un attentat perpétuel à l'un des trois grands principes de la République française, la fraternité, décrète :<br><br> ''Article unique''. La colonne Vendôme sera démolie|lingua=fr}}
|archivio_url=https://web.archive.org/web/20181029031056/http://classes.bnf.fr/rendezvous/pdf/Revol5_DrapeauR.pdf
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|url=https://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k2095533h/f1
|titolo=Décret du 12 avril 1871, Journal officiel de la République française, n° 103, 14 avril 1871, p. 275
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|archivio=Gallica, Bibliothèque nationale de France
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{{citazione|La Comune di Parigi, considerando che la colonna imperiale di Place Vendôme è un monumento alla barbarie, un simbolo di forza bruta e falsa gloria, un'affermazione del militarismo, una negazione del diritto internazionale, un insulto permanente dei vincitori ai vinti, un attacco perpetuo a uno dei tre grandi principi della Repubblica francese, la fraternità, decreta:<br><br>
 
''Articolo unico''. La colonna Vendôme sarà demolita.||
La Commune de Paris, considérant que la colonne impériale de la place Vendôme est un monument de barbarie, un symbole de force brute et de fausse gloire, une affirmation du militarisme, une négation du droit international, une insulte permanente des vainqueurs aux vaincus, un attentat perpétuel à l'un des trois grands principes de la République française, la fraternité, décrète :<br><br>
 
''Article unique''. La colonne Vendôme sera démolie|lingua=fr}}
 
La demolizione della Colonna Vendôme fu inizialmente programmata per il 5 maggio 1871, in coincidenza con l’anniversario della morte di Napoleone Bonaparte.<ref>{{cita libro|autore=Charles Chassé|titolo=Napoléon par les écrivains|p=174 |città=Paris|editore=Hachette |anno=1921}}</ref> Tuttavia, a causa del deteriorarsi della situazione militare, l’operazione fu rinviata più volte. La cerimonia di abbattimento ebbe infine luogo, malgrado notevoli difficoltà tecniche, il 16 maggio 1871 alle ore 17:30, tra le acclamazioni della folla presente. Le placche in bronzo che rivestivano il fusto furono recuperate, mentre il globo della Vittoria, elemento originario del 1810, andò perduto. L’evento fu documentato dal fotografo [[Bruno Braquehais]], che realizzò una serie di immagini intitolata ''La chute de la colonne Vendôme'' [La caduta della colonna Vendôme]. La distruzione del monumento fu successivamente evocata con rammarico e costernazione da [[Victor Hugo]] nella raccolta ''L’Année terrible''.
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[[File:Vendome column reconstruction 1873.jpg|thumb|Ricostruzione della colonna nel 1873]]
 
Dopo la caduta della Comune di Parigi, nel maggio 1873 il nuovo presidente della Repubblica [[Patrice de Mac-Mahon]] decise di procedere alla ricostruzione della Colonna Vendôme, addebitandone le spese a Gustave Courbet, ritenuto responsabile della sua demolizione. L’importo previsto ammontava a 323.091,68 franchi, da corrispondere da parte dell’artista con rate annuali di circa 10.000 franchi per un periodo di trentatré anni. Courbet morì il 31 dicembre 1877, alla vigilia del primo pagamento, a causa di una malattia epatica aggravata da abitudini di vita intemperanti.<ref>{{cita web|url=http://www.luciendescaves.fr/Le-journaliste/Chroniques/Chroniques-historiques/31-Gustave-Courbet-et-la-Colonne-Vendome-10-janvier-1928|lingua=fr|titolo=Chroniques Historiques : Gustave Courbet et la Colonne Vendôme|autore=Lucien Descaves|sito=luciendescaves.fr|data=10 gennaio 1928|accesso=12 ottobre 2015}}.</ref>
 
I lavori di ricostruzione, in ogni caso, furono avviati nel 1873 e conclusi nel 1875 sotto la direzione dell’architetto [[Alfred-Nicolas Normand]]. L’impresa incaricata della realizzazione fu la Gaget Gauthier et Cie, con sede al 25 di rue de Chazelles.<ref>{{cita web|url=http://www.carnavalet.paris.fr/fr/collections/reconstruction-de-la-colonne-vendome|titolo=Reconstruction de la Colonne Vendôme|autore=[[Musée Carnavalet]]|site=carnavalet.paris.fr}}.</ref><ref>{{cita web|url=http://lafabriquedeparis.blogspot.fr/2013/04/la-liberte-eclairant-la-rue-de-chazelles.html|titolo=La Liberté éclairant la rue de Chazelles|lingua=fr|autore=Denis Cosnard|sitesito=lafabriquedeparis.blogspot.fr|data=14 aprile 2013|accesso=12 luglio 2016}}.</ref>
 
Il 17 dicembre 1873, l’articolo firmato Chrysale (pseudonimo di [[Albert Blanquet]]) sulla rivista ''La Liberté'' criticò la ricostruzione, sottolineando come questa non avesse tenuto conto dei progetti originali di Jean-Baptiste Lepère e Pierre-Nicolas Gondouin. In risposta, si segnalò che una copia di tali progetti era stata proposta dall’architetto Dusillion, il quale si offrì di dirigere gratuitamente i lavori, proposta tuttavia non accolta.<ref>{{cita pubblicazione|autore=Albert Blanquet|titolo=Hommes et Choses|lingua=fr|autoreeditore=La Liberté|data=17 dicembre 1873|p=3|url=https://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k4779322t/f3}}.</ref>
{{clear}}