=== L'età antica ===
{{Vedi anche|Tuscolo}}
[[File:Grottaferrata 1 - 1.jpg|thumb|[[Criptoportico]] romano sottostante l'abbazia.]]
==== Dal Seicento alla seconda metà dell'Ottocento ====
[[File:Grottaferrata 15 - 1.jpg|thumb|[[Villa Grazioli]].]]
Nel [[XVIII secolo|Settecento]], si succedettero abati commendatari appartenenti a diversi famiglie: il [[Firenze|fiorentino]] [[Giovanni Antonio Guadagni]] dal [[1738]] al [[1759]],<ref name=nota88/> il [[venezia]]no [[Carlo Rezzonico (cardinale)|Carlo Rezzonico "iuniore"]] dal [[1759]] al [[1799]], infine il [[roma]]no [[Ercole Consalvi]] che fu l'ultimo [[abate commendatario]], in carica fino alla definitiva abolizione della [[commenda]] nel [[1824]].<ref name="nota87">{{Cita|Devoti 1999|pp. 142-145}}.</ref>
[[File:Parrocchiale S.Cuore di Gesù - Grottaferrata.jpg|miniatura|La [[Chiesa del Sacro Cuore (Grottaferrata)|chiesa del Sacro Cuore]].]]
====; [[Abbazia di Santa Maria di Grottaferrata ====]]
; [[Chiesa del Sacro Cuore (Grottaferrata)|Chiesa del Sacro Cuore]]
{{Vedi anche|Abbazia territoriale di Santa Maria di Grottaferrata}}
; [[Chiesa di San Giuseppe (Grottaferrata)|Chiesa di San Giuseppe]]
L'abbazia fu fondata nel [[1004]] da [[Nilo da Rossano|san Nilo da Rossano]],<ref name=nota81/> e in breve diventò un notevole centro culturale: istituita in commenda dal [[1428]]<ref name=nota3-2/> al [[1824]],<ref name=nota87/> attualmente è un'[[abbazia territoriale]] retta dall'[[Ordine Basiliano Italiano di Grottaferrata]].
; Chiesa di San Pio X : La chiesa si trova in località Squarciarelli. Consacrata nel 1958 dal [[cardinale vescovo]] della [[sede suburbicaria di Frascati]] [[Federico Tedeschini|Federico Todeschini]], fino al 1975 è stata retta dalla [[congregazione religiosa]] dei [[Poveri servi della Divina Provvidenza]]. Nel 1966 è stata eretta [[chiesa parrocchiale]].
; Casa Santa Rosa : La Casa Santa Rosa delle [[Suore Francescane Missionarie di Maria]], meglio note localmente come "Monache Francesi" (poiché l'ordine fu fondato da [[Hélène de Chappotin de Neuville]] a [[Nantes]], in [[Francia]], nel [[1874]]), fu costruita nel sito di una proprietà della famiglia Santovetti tra il [[1892]] ed il [[1914]], con una sospensione dei lavori nel [[1893]] a causa del ritrovamento nell'area del convento di alcuni resti di età romana attribuiti ad una [[Villa romana|villa suburbana]] di [[Marco Tullio Cicerone]].<ref>{{Cita|Devoti 1999|p. 61}}.</ref> La chiesa conventuale venne completata nel [[1931]]: le suore si resero attive nella vita civile criptense quando accolsero gli sfollati del [[terremoto di Messina del 1908|terremoto di Messina]] ([[1908]]) e del [[Terremoto della Marsica del 1915|terremoto della Marsica]] ([[1915]]), ed ancora quando aprirono una casa di convalescenza per i soldati feriti durante la [[prima guerra mondiale]] ([[1915]]-[[1918]]).<ref name="notas2">{{Cita|Devoti 1999|pp. 63-65}}.</ref> Più di recente, le religiose hanno prestato servizio presso l'Ospedale Civile San Sebastiano di [[Frascati]].<ref name=notas2/>
; Collegio di San Bonaventura : Fondato nel 1932 come "collegio Sant'Antonio" dall'ordine religioso dei [[Ordine dei Minimi|Frati Minimi]] per ospitare i seminaristi della [[Pontificia Università Antonianum]], dal 1971 ospita la comunità di frati francescani ricercatori (c.d. "Padri Quaracchi"). Dal 2018 la biblioteca è stata trasferita a Roma presso il collegio di Sant'Isidoro degli Irlandesi.
; Cappella di villa Senni
; Cappella di villa Gavotti-Gioacchini
; Chiesetta della Madonna della Molara
=== Architetture civili ===
All'interno dell'imponente cerchia muraria, voluta dall'abate commendatario cardinale Giuliano della Rovere, poi [[papa Giulio II]],<ref name=nota83/> si trovano il cinquecentesco palazzo dell'abate commendatario e la chiesa conventuale, di origine medioevale ma rifatto in stile barocco con l'intervento di [[Baldassarre Peruzzi]],<ref name="nota1110">{{Cita|Devoti 1999|p. 112}}.</ref> [[Taddeo Zuccari|Taddeo]] e [[Federico Zuccari]]<ref name="nota1110"/> [[Domenichino]],<ref name="nota1111">{{Cita|Devoti 1999|p. 123}}.</ref> [[Luigi Capponi (scultore)|Luigi Capponi]],<ref name="notaartusi">{{Cita|Devoti 1999|p. 272}}.</ref> [[Antonio da Sangallo il Giovane]],<ref name=nota84/> e, forse, di [[Gian Lorenzo Bernini]].<ref name=nota1111/>
[[File:Santovetti Grottaferrata.jpg|miniatura|Palazzo Santovetti in una [[fotografia]] dei primi del Novecento.]]
'''[[Ville Tuscolane]] "maggiori"'''
==== Chiesa del Sacro Cuore ====
{{Vedi anche|Chiesa del Sacro Cuore (Grottaferrata)}}
La chiesa fu edificata per volontà di Maria Santovetti Tanlongo su circa 3000 metri quadrati di terreno di sua proprietà nel [[1918]]-[[1928]], ed affidata ai [[Società Salesiana di San Giovanni Bosco|padri salesiani]] fino al [[1963]], anno dell'istituzione in parrocchia della chiesa.<ref name=notacuore/>
; [[Villa Grazioli|Villa Bracciano-Montalto-Grazioli]]
Lo stile della chiesa è il [[Architettura neogotica|neogotico]], ed il campanile fu aggiunto solo negli anni sessanta: l'ampio interno a [[pianta basilicale]] è decorato da un [[mosaico]] nel [[Abside|catino absidale]] e da [[Vetrata|vetrate policrome]], dono del marchese Alfredo Dusmet.<ref name=notacuore/> Presso la chiesa esistono un oratorio pomeridiano, un campo da calcio, un teatro e un cinema fornito di impianto audio eccellente.<ref name=notacuore/>
; [[Villa Muti|Villa Arrigoni-Muti]]
==== Chiesa di San Giuseppe ====
{{Vedi anche|Chiesa di San Giuseppe (Grottaferrata)}}
Questa chiesa, sita in località [[Squarciarelli]], fu costruita per volontà del proprietario terriero Nicola Santovetti nel [[1889]], per un costo di costruzione di 15.000 [[Lira italiana|lire italiane]].<ref name=notadeb/> Affidata ai [[Ordine Cisterciense|monaci cisterciensi]], fu tolta a questi per la scarsa volontà pastorale di alcuni monaci ed affidata attorno al [[1905]] ai [[monaci basiliani]] dell'abbazia criptense, che la tennero fino alla costituzione in parrocchia nel [[1919]].<ref name=notadeb/> Fu parzialmente distrutta durante la [[seconda guerra mondiale]] e ricostruita più semplicemente, ed ulteriormente modificata negli anni sessanta.
'''Ville "minori" ed assimilabili'''
All'interno, a tre [[Navata|navate]], si trovano una ''Sacra Famiglia'' di [[Silverio Capparoni]] e la tomba di famiglia dei Santovetti.<ref name=notadeb/>
; Villa Cavalletti : Nel [[1596]] il marchese [[Ermete Cavalletti]] acquistò la tenuta dal cardinale [[Bartolomeo Cesi (cardinale)|Bartolomeo Cesi]]: la villa fu costruita ed arredata nel Settecento, e nel secondo dopoguerra appartenne alla [[Compagnia di Gesù]]:<ref>{{Cita|Devoti 1999|pp. 192-195}}.</ref> attualmente ospita una comunità cattolica d'integrazione e la prestigiosa Accademia per la Teologia del Popolo di Dio.<ref>{{lingue|it|en|de}} {{cita web|url=http://www.akademie-cavalletti.de/|titolo=Sito ufficiale dell'Accademia per la Teologia del Popolo di Dio|accesso=7 settembre 2009}}</ref> Vi si trova una necropoli preistorica tra le più grandi dei [[Colli Albani]].<ref name=nota1339/>
==== Casa Santa Rosa ====
; Villa Rossellini-Dusmet : fu costruita alla fine dell'Ottocento da Zeffiro Rossellini, nonno del celebre regista [[Roberto Rossellini]], e venduta nel [[1919]] al marchese Alfredo Dusmet. In seguito diventò di proprietà della famiglia Campello, e nel [[1940]] fu requisita dalla [[Regia Aeronautica]] come proprio quartier generale, passato ai tedeschi nel [[1943]] (probabilmente in collegamento con l'effimero aeroporto militare operativo in località [[Molara (Grottaferrata)|Molara]]). Negli anni cinquanta fu restituita ai Campello, che nel [[1952]]-[[1953]] vi ospitarono l'esule [[Fārūq I d'Egitto]], che in seguito visse ad Albano Laziale presso la villa che ospita l'attuale [[istituto professionale di stato Nicola Garrone]]. Nel [[1966]] fu acquistata dalle suore pallottine.<ref>Stefano Paolucci, ''[https://www.academia.edu/13210690/La_villa_Rossellini-Dusmet_a_Grottaferrata La Villa Rossellini-Dusmet a Grottaferrata]'', in ''Castelli Romani'', anno XLVII, n. 6, novembre-dicembre 2007, pp. 180-187.</ref>
La Casa Santa Rosa delle [[Suore Francescane Missionarie di Maria]], meglio note localmente come "Monache Francesi" (poiché l'ordine fu fondato da [[Hélène de Chappotin de Neuville]] a [[Nantes]], in [[Francia]], nel [[1874]]), fu costruita nel sito di una proprietà della famiglia Santovetti tra il [[1892]] ed il [[1914]], con una sospensione dei lavori nel [[1893]] a causa del ritrovamento nell'area del convento di alcuni resti di età romana attribuiti ad una [[Villa romana|villa suburbana]] di [[Marco Tullio Cicerone]].<ref>{{Cita|Devoti 1999|p. 61}}.</ref> La chiesa conventuale venne completata nel [[1931]]: le suore si resero attive nella vita civile criptense quando accolsero gli sfollati del [[terremoto di Messina del 1908|terremoto di Messina]] ([[1908]]) e del [[Terremoto della Marsica del 1915|terremoto della Marsica]] ([[1915]]), ed ancora quando aprirono una casa di convalescenza per i soldati feriti durante la [[prima guerra mondiale]] ([[1915]]-[[1918]]).<ref name="notas2">{{Cita|Devoti 1999|pp. 63-65}}.</ref> Più di recente, le religiose hanno prestato servizio presso l'Ospedale Civile San Sebastiano di [[Frascati]].<ref name=notas2/>
; Villa Gavotti - Gioacchini : La villa, che nel Cinquecento era un casino di campagna sito in località Campovecchio di proprietà della famiglia Laghi, fu acquistata nel [[1614]] dal marchese Lorenzo Gavotti, che ampliò l'edificio e sistemò la tenuta. Nel [[1798]] un erede del marchese, Alessandro Gavotti, vendette la villa a Vincenzo Onelli al prezzo di 10.000 [[Scudo pontificio|scudi pontifici]].<ref name="notagioac">{{Cita|Devoti 1999|pp. 268-272}}.</ref> Tuttavia l'Onelli si suicidò nel 1815, forse in conseguenza della caduta di [[Napoleone Bonaparte]] che aveva reso nullo il valore delle [[Azione (finanza)|azioni]] da lui acquistate nel periodo napoleonico:<ref name=notagioac/> i suoi discendenti mantennero la proprietà della villa solo per venderla ai Lugari-Spiga alla metà dell'Ottocento. Questi proprietari a loro volta vendettero la villa ai Gioacchini all'inizio del Novecento, che ne sono ancora proprietari.<ref name=notagioac/>
; Villa Rasponi : Nel Settecento la proprietà della tenuta appartenne alle famiglie Scarsella e Lema, e venne acquistata da Eugenio Rasponi nel [[1821]]: egli costruì la villa, e la vendette per 8000 scudi pontifici al principe Camillo Aldobrandini.<ref>{{Cita|Devoti 1999|pp. 226-232}}.</ref> Durante la seconda guerra mondiale vi fu alloggiato un comando tedesco.<ref>{{cita web|url=http://www.archeobiblio.com/grottaFerrata.htm|titolo=Archeobiblo - Grottaferrata Mon Amour|accesso=7 settembre 2009|dataarchivio=5 aprile 2012|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120405052050/http://www.archeobiblio.com/grottaferrata.htm|urlmorto=sì}}</ref> Gli interni della villa sono stati affrescati da [[Passignano|Domenico Crespri detto "il Passignano"]], [[Pietro da Cortona]] e [[Cigoli (pittore)|Ludovico Cardi detto "il Cigoli"]].<ref name="notamuti">{{cita|Luigi Devoti|p. 232|cidDevoti}}.</ref>
; Villa degli Scozzesi : Sede estiva del Pontificio Collegio Scozzese, oggi ospita una clinica dell'Istituto Neurotrautomatologico Italiano (I.N.I.)
; Casino Spaziani : poi "Hotel Traiano"
; Villa Cicerone : ex-clinica "Natursana"
; Villa Creti
; Villa Di Maggio : oggi sede del ristorante "I Locandieri"
'''Villini storici'''
=== Architetture civili ===
[[File:Santovetti Grottaferrata.jpg|miniatura|Palazzo Santovetti in una [[fotografia]] degli [[Anni 1910|anni dieci]].]]
==== Palazzo Santovetti ====
Il palazzo, già esistente nel Settecento tanto che nel [[1741]] ospitò [[papa Benedetto XIV]], fu modificato nelle forme attuali a partire dal [[1872]] con l'acquisto da parte di Antonio Santovetti, che affidò il progetto all'architetto Enrico Celso Donnini.<ref name="notasant">{{Cita|Devoti 1999|p. 278}}.</ref> All'interno del palazzo è notevole la cappella, affrescata da Silvestro Capparoni.<ref name="notasantxr2">{{cita web|url=http://www.prolocogrottaferrata.it/index.php?option=com_content&view=article&id=55&Itemid=64|titolo=Pro loco Grottaferrata - Palazzo Santovetti|accesso=10 settembre 2009}}</ref>
; Villa Eloisa : Il villino fu progettato da Achille Petrignani (1900-1992) tra il 1936 ed il 1937 su committenza della famiglia Favelli, nel sito di un antico casale appartenuto a Giovanni Passamonti.<ref>{{cita|Baldoni-Strollo|p. 73}}</ref> Il nome scelto per il villino fu quello di Eloisa Barbèri, coniugata Favelli. Il villino fu realizzato in stile architettonico [[Razionalismo italiano|razionalista]] con elementi decorativi [[art decò]].
Fino agli anni cinquanta le grandi cantine del palazzo, oggi di proprietà della famiglia Ranchella, hanno ospitato le rinomate Cantine Santovetti, note a livello nazionale per la produzione di vini locali di ottima qualità.<ref name=notasant/><ref name=notasantxr2/>
; "Il Castagno" : Il villino fu progettato da [[Angiolo Mazzoni]] in stile razionalista nel 1935 su commissione della famiglia Falcone, e rappresenta l'unico contributo di questo importante architetto all'edilizia residenziale unifamiliare.<ref>{{cita|Baldoni-Strollo|p. 159}}</ref>
; Villino Novello
; Villetta Fiorenza : Progettata da [[Oriolo Frezzotti]], demolito l'edificio del villino nel secondo dopoguerra, rimane solo il caratteristico cancello.<ref>{{cita|Baldoni-Strollo|p. 11}}</ref>
; Villino Macherione
; Villino Spreca
; Villini Angelina e Moro : entrambi i villini furono progettati da Pietro Guidi, progettista anche del ripristino della facciata e del campanile della chiesa abbaziale e della chiesa del Sacro Cuore.<ref>{{cita|Baldoni-Strollo|p. 13}}</ref>
; Villino "Villa Pompilia" : Qui visse [[Fausto Pirandello]] per alcuni anni a partire dal 1948
; Villino Anselmi
; Villino Pizzi-Zitelli
; Villino Guerzoni
; Villino "La Paluzza"
; Villino ex-colonia B. Gosio
; Villino Tosi - Sampson
; Villino Ammazzalorsa - Gervasi
; Villino Villa Clarice
; Villino ex-Bentivoglio
; Villino Recchia
; Villino Nardacci
; Villino Basili
; Villino "Villa Fiorita"
; Villino Di Rienzo
; Villino "Villa Maria"
'''Altri edifici civili'''
==== Villa Cavalletti ====
Nel [[1596]] il marchese [[Ermete Cavalletti]] acquistò la tenuta dal cardinale [[Bartolomeo Cesi (cardinale)|Bartolomeo Cesi]]: la villa fu costruita ed arredata nel Settecento, e nel secondo dopoguerra appartenne alla [[Compagnia di Gesù]]:<ref>{{Cita|Devoti 1999|pp. 192-195}}.</ref> attualmente ospita una comunità cattolica d'integrazione e la prestigiosa Accademia per la Teologia del Popolo di Dio.<ref>{{lingue|it|en|de}} {{cita web|url=http://www.akademie-cavalletti.de/|titolo=Sito ufficiale dell'Accademia per la Teologia del Popolo di Dio|accesso=7 settembre 2009}}</ref> Vi si trova una necropoli preistorica tra le più grandi dei [[Colli Albani]].<ref name=nota1339/>
[[File:Grottaferrata 12 - 1.jpg|thumb|Colonna onoraria nel parco della Rimembranza.]]
==== Villa Rossellini-Dusmet ====
Villa Rossellini-Dusmet, meglio nota solo come villa Dusmet, fu costruita davanti a villa Arrigoni-Muti alla fine dell'Ottocento da Zeffiro Rossellini, nonno del celebre regista [[Roberto Rossellini]], e venduta nel [[1919]] al marchese Alfredo Dusmet. In seguito diventò di proprietà della famiglia Campello, e nel [[1940]] fu requisita dalla [[Regia Aeronautica]] come proprio quartier generale, passato ai tedeschi nel [[1943]] (probabilmente in collegamento con l'effimero aeroporto militare operativo in località [[Molara (Grottaferrata)|Molara]]). Negli anni cinquanta fu restituita ai Campello, che nel [[1952]]-[[1953]] vi ospitarono l'esule [[Fārūq I d'Egitto]], che in seguito visse ad Albano Laziale presso la villa che ospita l'attuale [[istituto professionale di stato Nicola Garrone]]. Nel [[1966]] fu acquistata dalle suore pallottine.<ref>Stefano Paolucci, ''[https://www.academia.edu/13210690/La_villa_Rossellini-Dusmet_a_Grottaferrata La Villa Rossellini-Dusmet a Grottaferrata]'', in ''Castelli Romani'', anno XLVII, n. 6, novembre-dicembre 2007, pp. 180-187.</ref>
; Palazzo Santovetti : Il palazzo venne fondato nel 1730 per iniziativa del marchese Benedetto Pietro Passarini, affittuario generale dei beni dell'abbazia.<ref>{{cita|Petta|p. 7}}</ref> L'edificio accolse nel 1741 [[papa Benedetto XIV]] e nel 1744 [[Federico, principe del Galles]].<ref>{{cita|Petta|pp. 56-57}}</ref> Nel 1844 il palazzo fu acquistato da Francesco Sorgi, e pervenne quindi per via ereditaria alla famiglia Santovetti.<ref>Luisa Sorgi, figlia di Francesco Sorgi e sua unica erede, sposò Antonio Santovetti. {{cita|Petta|p. 11}}</ref> Antonio Santovetti (1824-1885) restaurò ed ampliò il palazzo su disegno dell'architetto Enrico Celso Donnini.<ref name="notax1">{{cita|Petta|p. 12}}</ref> La cappella fu decorata dal pittore [[Silverio Capparoni]].<ref name="notax1"/><ref name="notasantxr2">{{cita web|url=http://www.prolocogrottaferrata.it/index.php?option=com_content&view=article&id=55&Itemid=64|titolo=Pro loco Grottaferrata - Palazzo Santovetti|accesso=10 settembre 2009}}</ref> Nel 1873 nel palazzo soggiornò lo scienziato gesuita [[Angelo Secchi]], che vi realizzò una [[meridiana]], un [[anemometro]] ed un [[parafulmine]].<ref>{{cita|Petta|p. 58}}</ref> Nel 1883 venne edificata l'ala dell'edificio destinata a cantina e magazzino, che fu per molto tempo una delle realtà enologiche più significative del territorio.<ref>La cantina fondata da Antonio Santovetti fu portata avanti dai nipoti, Filippo Santovetti e Vincenzo Tanlongo, e costituita nel 1922 in società anonima con la ragione sociale "Società Tuscolana Esportazione Vini" (STEV).</ref><ref name=notasant/><ref name=notasantxr2/> In una sala al primo piano del palazzo, il 27 agosto 1848, venne proclamata l'autonomia amministrativa di Grottaferrata.<ref name="notax1"/>
==== Villa Gavotti-Gioacchini ====
La villa, che nel Cinquecento era un casino di campagna sito in località Campovecchio di proprietà della famiglia Laghi, fu acquistata nel [[1614]] dal marchese Lorenzo Gavotti, che ampliò l'edificio e sistemò la tenuta. Nel [[1798]] un erede del marchese, Alessandro Gavotti, vendette la villa a Vincenzo Onelli al prezzo di 10.000 [[Scudo pontificio|scudi pontifici]].<ref name="notagioac">{{Cita|Devoti 1999|pp. 268-272}}.</ref> Tuttavia l'Onelli si suicidò nel 1815, forse in conseguenza della caduta di [[Napoleone Bonaparte]] che aveva reso nullo il valore delle [[Azione (finanza)|azioni]] da lui acquistate nel periodo napoleonico:<ref name=notagioac/> i suoi discendenti mantennero la proprietà della villa solo per venderla ai Lugari-Spiga alla metà dell'Ottocento. Questi proprietari a loro volta vendettero la villa ai Gioacchini all'inizio del Novecento, che ne sono ancora proprietari.<ref name=notagioac/>
; Cartiera Pontificia : La cartiera fu costruita tra il 1632 e il 1635 e in funzione fino al 1893, confinante con il Fosso dell'Acqua Mariana ed è all'interno del parco regionale dei Castelli Romani<ref>{{Cita web|url=https://www.vivavoceonline.it/articoli.php?id_articolo=1115|titolo=La “Cartiera Pontificia” di Grottaferrata}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.ilmamilio.it/c/news/18188-grottaferrata,-la-cartiera-un-patrimonio-eternamente-perso-il-dibattito-assente.html|titolo=-grottaferrata,-la-cartiera-un-patrimonio-eternamente-perso-il-dibattito-assente}}</ref>
==== Villa Bracciano-Montalto-Grazioli ====
{{Vedi anche|Villa Grazioli}}
Villa Bracciano-Montalto-Grazioli, chiamata confidenzialmente solo villa Grazioli, venne fondata nel [[1580]] dal [[cardinale]] [[Antonio Carafa (cardinale)|Antonio Carafa]], fondandola probabilmente su alcuni resti di età romana: il cardinale Carafa ebbe tra i suoi ospiti anche [[papa Gregorio XIII]], che consacrò la cappella privata della villa.<ref name="notavillagraz">{{Cita|Devoti 1999|pp. 195-225}}.</ref> Nel [[1591]] la proprietà della villa passò in eredità al cardinale [[Ottavio Acquaviva d'Aragona (cardinale 1591)|Ottavio Acquaviva d'Aragona]], che nel [[1606]]-[[1607]] la affittò ai [[Borghese (famiglia)|Borghese]]: fu proprio il cardinale [[Scipione Caffarelli-Borghese]] ad acquistare la villa nel [[1613]] per la somma di 20.000 [[Scudo pontificio|scudi pontifici]].<ref name=notavillagraz/> Tuttavia l'anno seguente il cardinale Borghese pensò bene di permutare la villa criptense con il cardinale [[Ferdinando Taverna]] in cambio della più prestigiosa [[villa Mondragone]] in territorio di [[Monte Porzio Catone]]. Lo stesso cardinale Taverna vendette la villa al principe Michele Peretti, ed in seguito la proprietà dell'immobile e della sua tenuta passò ai [[Savelli (famiglia)|Savelli]] e, dal [[1638]], agli [[Odescalchi]], che la vendettero solo nel [[1870]] al duca Pio Grazioli.<ref name=notavillagraz/> Durante la [[seconda guerra mondiale]] la villa ha ospitato un comando tedesco e dopo la guerra alcune famiglie di sfollati di guerra frascatani:<ref name=notavillagraz/> attualmente l'edificio, riportato all'antico splendore dopo le devastazioni belliche, ospita il Park Hotel Villa Grazioli.<ref>{{lingue|it|en}} {{cita web|url=http://www.villagrazioli.com/|titolo=Sito ufficiale del Park Hotel Villa Grazioli|accesso=7 settembre 2009}}</ref>
; Casale Campovecchio
Gli interni del piano nobile sono completamente affrescati con temi mitologici, storici e pastorali svolti da [[Agostino Ciampelli]] (ma alcuni hanno pensato ad [[Annibale Carracci]] o a [[Federico Zuccari]])<ref name="notagrazioli">{{Cita|Devoti 1999|p. 201}}.</ref> e da [[Giovanni Paolo Pannini]],<ref name="notagraziolipannini">{{Cita|Devoti 1999|p. 214}}.</ref> mentre l'ampliamento della villa compiuto tra il [[1696]] ed il [[1698]] per volere del principe Livio Odescalchi fu progettato dall'architetto Giovanni Battista Fontana.<ref name=notagraziolipannini/>
; Casale Sant'Anna
==== Villa Arrigoni-Muti ====
{{Vedi anche|Villa Muti}}
; ex-Villa Maldura
Villa Arrigoni-Muti fu fondata nel [[1579]] da monsignor Luigi Cerasoli, che la vendette nel [[1595]] a monsignor [[Pompeo Arrigoni]]: questi a sua volta la trasmise ai suoi eredi e nel [[1692]] si arrivò alla suddivisione della villa e della tenuta tra due proprietari, i monsignori Diomede Varesi e Ciriaco Rocci.<ref name="notamut">{{Cita|Devoti 1999|pp. 232-259}}.</ref> All'inizio dell'Ottocento i proprietari erano ben tre: il cardinale Angelo Cesarini, la famiglia Muti e la famiglia Amadei. Un secolo dopo, Achille Muti Bussi riuscì a riunificare tutta la villa sotto la sua proprietà.<ref name=notamut/> Attualmente la villa è di proprietà di una società che vorrebbe realizzarvi una cinquantina di appartamenti privati, proposito contestato da cittadini ed associazioni di Grottaferrata.<ref>{{cita news|url=http://notizie.controluce.it/index.php?option=com_content&view=article&id=3833&Itemid=94|autore=Giovanna Ardesi|titolo=Villa Arrigoni-Muti: protesta delle associazioni.|pubblicazione=Controluce|giorno=1|mese=10|anno=2007|accesso=7 settembre 2009|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{cita news|url=http://notizie.controluce.it/index.php?option=com_content&view=article&id=3834:villa-muti-risponde-la-soprintendenza&catid=70&Itemid=94|autore=Giovanna Ardesi|titolo=Villa Muti. Risponde la Soprintendenza.|pubblicazione=Controluce|giorno=1|mese=11|anno=2007|accesso=7 settembre 2009|urlmorto=sì}}</ref>
; ex-Sottostazione elettrica della STEFER
==== Villa Rasponi ====
Nel Settecento la proprietà della tenuta appartenne alle famiglie Scarsella e Lema, e venne acquistata da Eugenio Rasponi nel [[1821]]: egli costruì la villa, e la vendette per 8000 scudi pontifici al principe Camillo Aldobrandini.<ref>{{Cita|Devoti 1999|pp. 226-232}}.</ref> Durante la seconda guerra mondiale vi fu alloggiato un comando tedesco.<ref>{{cita web|url=http://www.archeobiblio.com/grottaFerrata.htm|titolo=Archeobiblo - Grottaferrata Mon Amour|accesso=7 settembre 2009|dataarchivio=5 aprile 2012|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120405052050/http://www.archeobiblio.com/grottaferrata.htm|urlmorto=sì}}</ref>
; Edificio dell'osteria del Fico
Gli interni della villa sono stati affrescati da [[Passignano|Domenico Crespri detto "il Passignano"]], [[Pietro da Cortona]] e [[Cigoli (pittore)|Ludovico Cardi detto "il Cigoli"]].<ref name="notamuti">{{cita|Luigi Devoti|p. 232|cidDevoti}}.</ref>
==== Villa Senni ====
La villa fu edificata nel Seicento dal prelato [[Giovanni Giustino Ciampini]],<ref name="notasenni">{{cita web|url=http://www.prolocogrottaferrata.it/index.php?option=com_content&view=article&id=50&Itemid=65|titolo=Pro loco Grottaferrata - Villa Senni|accesso=10 settembre 2009}}</ref> che possedeva vaste proprietà nella zona sottostante, che da lui prese l'attuale denominazione di [[Ciampino]].<ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2008/06/11/ciampino-il-mondo-nell-aeroporto-le-memorie.html|autore=Paolo di Paolo|titolo=Ciampino, il mondo nell'aeroporto e le memorie del professor Pasolini|pubblicazione=La Repubblica|giorno=11|mese=6|anno=2008|accesso=10 settembre 2009}}</ref> Originariamente chiamata villa Sant'Andrea, dalla vicina località di [[Gregna|Gregna di Sant'Andrea]], l'edificio diventò di proprietà della famiglia Senni alla metà dell'Ottocento.<ref name=notasenni/>
Fu sede di un comando tedesco durante la [[seconda guerra mondiale]], in posizione strategica sopra la [[Galleria (ingegneria)|galleria ferroviaria]] della [[ferrovia Roma-Frascati]] nella quale erano nascosti i due cannoni ferroviari [[K5 28 cm E (cannone)|Krupp K5]] da 238 mm<ref name=notacanneo/> capaci di bombardare la testa di ponte alleata di [[Anzio]], tanto ricercati dagli anglo-americani nelle loro micidiali incursione aeree sui [[Castelli Romani]]. Attualmente, completamente ricostruita, ospita una casa di riposo per anziani retta dalle [[Suore Ospedaliere del Sacro Cuore di Gesù]].<ref name=notasenni/>
==== Cartiera Pontificia ====
La cartiera fu costruita tra il 1632 e il 1635 e in funzione fino al 1893, confinante con il Fosso dell'Acqua Mariana ed è all'interno del parco regionale dei Castelli Romani<ref>{{Cita web|url=https://www.vivavoceonline.it/articoli.php?id_articolo=1115|titolo=La “Cartiera Pontificia” di Grottaferrata}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.ilmamilio.it/c/news/18188-grottaferrata,-la-cartiera-un-patrimonio-eternamente-perso-il-dibattito-assente.html|titolo=-grottaferrata,-la-cartiera-un-patrimonio-eternamente-perso-il-dibattito-assente}}</ref>
=== Architetture militari ===
[[File:Grottaferrata 3 - 1.jpg|miniatura|Torre nord-occidentale delle mura che circondato l'abbazia.]]
==== Borghetto di Grottaferrata ====
{{Vedi anche|Borghetto di Grottaferrata}}
Oltre alla cerchia di mura che circonda l'abbazia di Grottaferrata, sul territorio comunale sono presenti i ruderi di alcuni castelli:
Il castello fu probabilmente edificato attorno al [[IX secolo|IX]] od al [[X secolo]] dai [[Conti di Tuscolo]],<ref name="notanibbyborgh">{{Cita|Nibby|vol. I p. 309}}.</ref> ai quali apparteneva ancora nel [[1140]], quando compare menzionato per la prima volta come "''taberna in burgo de Tuscolana''".<ref name="notaborghetto">{{Cita|Devoti 1999|pp. 50-57}}.</ref> Dopo la fine dello strapotere dei Conti di Tuscolo il castello appartenne agli [[Annibaldi]] con il toponimo di "''castrum Montis Frenelli''" o "''Monsfrenelli''":<ref name=notaborghetto/> nel Quattrocento fu acquisito dai [[Savelli (famiglia)|Savelli]], che nel [[1473]] lo permutarono con l'[[Abbazia di San Nilo|abbazia di Santa Maria di Grottaferrata]] in cambio del feudo di [[Ariccia]].<ref name=notaborghetto/><ref>{{Cita|Lucidi|appendice IX pp. 434-439}}.</ref> Già all'inizio del Cinquecento tuttavia il castello risultava deserto, ed inutili furono i tentativi di ripopolarlo compiuti dagli abati commendatari. All'inizio del Novecento l'area fu acquistata dal marchese Alfredo Dusmet, che nel [[1935]] la rivendette alla famiglia Spagna:<ref name=notaborghetto/> oggi all'interno delle mura si trovano alcune villette a schiera.
; [[Borghetto di Grottaferrata]]
Le mura del castello sono realizzate in ''[[Opera cementizia|opus caementicium]]'' nella parte inferiore ed in ''[[Opera quadrata|opus quadratum]]'' in blocchetti di [[tufo]] in quella superiore, e formano un ovale di circa 3 chilometri di perimetro fortificato da 13 torri quadrangolari.<ref name=notanibbyborgh/><ref name=notaborghetto/>
; [[Castel de' Paolis]]
; [[Molara (Grottaferrata)|Castello di Molara]]
==== CastelAltro de' Paolis ====
; Monumento ai Caduti
{{Vedi anche|Castel de' Paolis}}
; Colonna onoraria nel parco della Rimembranza
; Viale I Maggio
Il castello sorse attorno all'[[XI secolo]] sui ruderi della [[villa romana]] degli Scriboni-Libones<ref name="notapreistoria">{{Cita|Tomassetti|vol. IV p. 179}}.</ref> e sulle antiche murature identificate da alcuni studiosi con i resti del ''[[municipium]]'' di ''[[Castrimoenium]]'',<ref>{{Cita|Torquati 1974|vol. I cap. XVIII p. 159}}.</ref> collocato da altri presso il [[Villa Colonna di Belpoggio|parco pubblico di villa Desideri]] a [[Marino (Italia)|Marino]]<ref>{{Cita|Tomassetti|vol. IV pp. 181-182}}.</ref> ed oggi comunemente identificato con il [[rione Castelletto]] al centro di Marino.<ref>Giuseppe Ranghiasci, in ''Album - Giornale letterario e di belle arti'', vol. XVII pp. 348-370-385.</ref><ref>Giuseppina Ghini, ''Introduzione'', in Alessandro Bedetti, ''Il mitreo di Marino'', pp. 7-8.</ref>
; "La Violenza è una gabbia" (2025), scultura di Anna Izzo contro la violenza sulle donne, collocata sul piazzale del Comune.<ref>{{cita web|url=https://www.comune.grottaferrata.rm.it/it/novita/page/grottaferrata-accoglie-la-scultura-di-anna-izzo-la-violenza-e-una-gabbia|titolo=Comune di Grottaferrata - Grottaferrata accoglie la scultura di Anna Izzo "La Violenza è una gabbia"|accesso=3 ottobre 2025}}</ref>
La prima citazione del castello risale al [[1116]], quando si parla di una "''ecclesia S. Marie [...] in loco qui dicitur Paoli''":<ref name="notapaoli">{{Cita|Devoti 1999|p. 275}}.</ref> la proprietà del castello rimase da allora in poi all'[[Abbazia di San Nilo|abbazia di Santa Maria di Grottaferrata]], finché nel Seicento non fu completamente spopolato e diruto.<ref name=notapaoli/>
Oggi del castello restano un arco, una parte dell'abside della chiesa ed altri brandelli di massicce murature in ''[[Opera quadrata|opus quadratum]]'' di [[peperino]].<ref>{{Cita|Devoti 1999|p. 273}}.</ref>
==== Molara ====
{{Vedi anche|Molara (Grottaferrata)}}
Il castello sorse presso l'attuale chilometro 22 della [[Strada statale 511 Anagnina|strada statale 511 via Anagnina]] probabilmente nel sito della ''[[mansio]]'' di ''Roboraria'':<ref>{{Cita|Del Nero 1990|p. 41}}.</ref> nel [[X secolo]] vi esisteva un cenobio basiliano, e la fortificazione iniziò ad esistere a partire dal Duecento, quando raggiunse il periodo di massimo splendore sotto il dominio del cardinale Riccardo Annibaldi.<ref name="notamola">{{Cita|Del Nero 1990|pp. 42-45}}.</ref> A Molara il cardinale Annibaldi ospitò [[papa Innocenzo IV]] ([[1254]]), [[Carlo I d'Angiò]] ed il suo esercito ([[1266]]), che le esagerate cronache dell'epoca facevano ammontare a poco meno di 30.000 uomini, [[Tommaso d'Aquino|san Tommaso d'Aquino]] ([[1274]]).<ref name=notamola/>
Con la decadenza degli [[Annibaldi]], nel [[1427]] il castello entrò nell'orbita dei [[Colonna (famiglia)|Colonna]]:<ref>{{Cita|Del Nero 1990|p. 64}}.</ref> in questo periodo perse importanza l'intero sistema difensivo della [[Valle Latina (Colli Albani)|Valle Latina]] in seguito al sostanziale abbandono della via Latina-Anagnina. Nei secoli seguenti la spopolata Molara appartenne agli Altemps, ai [[Borghese (famiglia)|Borghese]] e quindi agli [[Aldobrandini]]: vi era praticata la pastorizia e l'estrazione mineraria.<ref>{{Cita|Devoti 1999|p. 307}}.</ref> La miseria di queste zone era tale che nel [[1762]] il [[Sede suburbicaria di Frascati|cardinale vescovo della diocesi suburbicaria di Frascati]] [[Enrico Benedetto Stuart]], ultimo [[Successione Giacobita|pretendente giacobita]] al [[Regno di Gran Bretagna]], durante una sua [[Visita ad limina|visita ''ad limina'']] nel territorio di [[Monte Porzio Catone]] trovò i pochi abitanti di Molara che vivevano in uno stato quasi animalesco, privi anche del conforto religioso.<ref>{{Cita|Del Nero 1990|p. 78}}.</ref>
'''Monument'''i
'''Il monumento ai caduti di Grottaferrata'''
Il monumento fu realizzato tra gli anni 1919-1925 dallo scultore Amleto Cataldi sotto finanziamento del marchese Alfredo Dusmet. Fu restaurato poi dallo scultore Mario Gavotti.
=== Siti archeologici ===
[[File:Grottaf01.JPG|miniatura|sinistra|La terra dei monaci basiliani dell'abbazia: sullo sfondo, l'[[Agro Romano]].]]
; [[Catacombe di Ad Decimum]]
Il sito archeologico più importante del territorio criptense sono le [[Catacombe di Ad Decimum]], rinvenute nel [[1913]] al X miglio della [[via Latina]]: all'interno vi si trovano oltre 800 sepolture databili fino al [[V secolo]], alcuni affreschi del [[III secolo|III]] o del [[IV secolo]] ed un [[arcosolio]] raffigurante la "''Traditio Legis''", la trasmissione del messaggio evangelico.<ref>{{Cita|Devoti 1999|p. 38}}.</ref> Assieme alle [[catacombe di San Senatore]] di [[Albano Laziale]]<ref>Pino Chiarucci, ''Albano Laziale'', pp. 50-52.</ref> queste sono le uniche [[Catacomba|catacombe]] dei [[Colli Albani]] (pare che una terza catacomba fu rinvenuta casualmente in comune di [[Marino (Italia)|Marino]], lungo la [[via Appia Antica]] presso la località di [[Due Santi]] nel [[1712]] ma ad oggi se ne è persa l'ubicazione).<ref>Raimondo Del Nero, ''Bovillae'', p. 27.</ref>
; Sepolcro di Metilio Regolo
Inoltre, una piccolaUna parte degli scavi archeologici di ''[[Tusculum]]'' ricade nel territorio criptense, mentre la parte più importante dell'antico abitato si trova nel territorio di [[Monte Porzio Catone]].
Per quanto riguarda le memorie preistoriche del territorio criptense, le necropoli più importanti si trovano a villa Cavalletti (una delle più grandi dei Colli Albani)<ref name=nota1339/> e nella ex-vigna Giusti:<ref>{{Cita|Devoti 1999|p. 70}}.</ref> sepolture sparse furono individuate anche a [[Castel de' Paolis]] nel [[1903]]<ref name=notapreistoria/> ed in località Cipriana durante alcuni lavori di scassamento nel [[1880]].<ref>{{Cita|Devoti 1999|p. 164}}.</ref>
Nel territorio criptense è stata collocata una delle due tenute tuscolane di [[Marco Tullio Cicerone]]: nel corso dei secoli, diversi studiosi hanno formulato svariate ipotesi sulla collocazione di queste ville, ma sembra ormai confermato che una sorgesse sul [[Monte Tuscolo|Tuscolo]] presso la città antica di ''[[Tusculum]]'', e l'altra fosse posta in prossimità dell'[[Abbazia di San Nilo|abbazia di Santa Maria di Grottaferrata]],<ref name=nota80/> e che magari si estendesse fino alle propaggini settentrionali del Tuscolo,<ref name=autogenerato2>{{cita|Gaetano Moroni|vol. XXXIII pp. 44-45|cidMoroni}}.</ref> o addirittura in località Poggio Tulliano, che prenderebbe nome proprio dall'arpinate.<ref name="nota1331">{{cita|Luigi Devoti|p. 288|cidDevoti}}.</ref> La collocazione presso l'attuale abbazia appare più probabile e confermata da diverse strutture romane, come l'imponente criptoportico con affaccio sul vallone della marana dell'Acqua Marciana, su cui [[san Nilo da Rossano]] ed i suoi compagni avrebbero costruito il monastero.
=== Aree naturali ===
== Bibliografia ==
* Luigi Devoti, ''La Campagna Romana - Grottaferrata'', Velletri 1999.
* {{Cita libro| Giovanni Antonio | Ricci | Memorie storiche dell'antichissima città di Alba Longa e dell'Albano moderno | 1787 | Stamperia Giovanni Zempel | [[Roma]] | ed= I cid=Ricci}} {{NoISBN}}
* {{cita libro| Emanuele | Lucidi | Memorie storiche dell'antichissimo municipio ora terra dell'Ariccia, e delle sue colonie di Genzano e Nemi | 1796 | Tipografia Lazzarini | [[Roma]] | ed= I | cid=Lucidi}} {{NoISBN}}
* {{cita libro| Nicola | Ratti | [[Storia di Genzano, con note e documenti]] | 1797 | Stamperia Salomoni | [[Roma]] | wkautore= Nicola Ratti| ed= I | cid=Ratti}} {{NoISBN}}
* {{Cita libro| Gaetano | Moroni | [[Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica]] | 1840 | Tipografia Emiliani | [[Venezia]] | wkautore= Gaetano Moroni | ed= I | cid=Moroni}} {{NoISBN}}
* {{Cita libro| Antonio | Nibby | Analisi storico-topografico-antiquaria della carta de' dintorni di Roma | 1848 | Tipografia delle Belle Arti | [[Roma]] | wkautore= Antonio Nibby | capitolo= vol. I | ed= II | cid=Nibby}} {{NoISBN}}
* {{cita libro| Ferdinand | Gregorovius | Storia della città di Roma nel Medioevo | 1973 | [[Giulio Einaudi Editore|Einaudi]] | [[Torino]] | wkautore= Ferdinand Gregorovius |isbn= 88-06-37689-6 |cid=Gregorovius}} {{NoISBN}}
* {{Cita libro| Girolamo | Torquati | Origine della lingua italiana: dall'attuale dialetto del volgo laziale al dialetto del popolo romano nel secolo XIII e da quest'ultimo dialetto a quello della plebe latina nell'età della Repubblica e dell'Impero. Investigazioni filologiche del cav. Girolamo Torquati | 1886 | Mario Armanni | [[Roma]] | wkautore= Girolamo Torquati | ed= I | cid=Torquati 1886}} {{NoISBN}}
* {{Cita libro| Girolamo | Torquati | Studi storico-archeologici sulla città e sul territorio di Marino | 1974 | Tipografica Renzo Palozzi | [[Marino (Italia)|Marino]] | wkautore= Girolamo Torquati | capitolo= vol. I | ed= I | cid=Torquati 1974}} {{NoISBN}}
* {{cita libro|nome=Giuseppe |cognome=Tomassetti |wkautore=Giuseppe Tomassetti |coautori=Francesco Tomassetti |titolo=La Campagna Romana antica, medioevale e moderna IV|anno=1910 |editore=Loescher |città=Torino |ed=I |isbn=88-271-1612-5|cid=Tomassetti}}
* {{Cita libro | Giuseppeautore=Ermanno | LugliPonti | Studiautore2=Filippo e ricerche su Albano archeologica 1914-1967Passamonti | 1969titolo=Storia |e Comunestorie di Albano LazialeGrottaferrata | [[Albano Laziale]]anno=1939 | ededitore=Vittorio IIFerri Editore|p città= 265Roma | cid=Lugli}} {{NoISBNPonti-Passamonti}}
* {{Cita libro | autore=Teodoro Minisci | titolo=S. Maria di Grottaferrata. La chiesa e il monastero | anno=1976 | ed=III | editore=Tipografia italo-orientale "San Nilo"| città=Grottaferrata |cid=Minisci 1976}}
* {{cita libro| Tito | Basili | I Colli Albani | 1971 | Azienda Autonoma Turismo Laghi e Castelli Romani | Roma | ed= I |cid=Basili}} {{NoISBN}}
* {{Cita libro | autore=Francesca Aloisi (a cura di) | titolo=Squarciarelli: storia, degrado, ripristino di una fonte | anno=1988 | editore=Palozzi| città=Marino |cid=Squarciarelli 1988}}
* {{cita libro| Raimondo | Del Nero | La Valle Latina | 1990 | Parco Regionale dei Castelli Romani | [[Frascati]] | ed= I | cid=Del Nero 1990}} {{NoISBN}}
* {{Cita libro| Vittorio | Rufo | Marino - Immagini di una città | 1991 | Banca di Roma | Marino | ed= I | cid=Rufo}} {{NoISBN}}
* {{Cita libro| Vincenzo | Antonelli | La chiesa della Madonna dell'Acquasanta in Marino | 1993 | Tipolitografia dell'Abbazia di Casamari | [[Veroli]] | ed= I | cid=Antonelli}} {{NoISBN}}
* {{cita libro| Raimondo | Del Nero | Bovillae | 1994 | Tipografia Gianni Palozzi | [[Marino (Italia)|Marino]] | ed= I |p= 121 | cid=Del Nero 1994}} {{NoISBN}}
* {{Cita libro| Luigi | Devoti | Cryptaferrata - Grottaferrata | 1999 | Edizioni tra 8 & 9 | [[Velletri]] | wkautore= Luigi Devoti | ed= I | cid=Devoti 1999}} {{NoISBN}}
* {{Cita libro| Alessandro | Bedetti | Dall'antiquarium al museo civico | 2000 | Comune di Marino | Marino | ed= I | cid=Bedetti 2000}} {{NoISBN}}
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* {{cita libro| Luigi | Devoti | Palazzo Matteotti a Marino | 2002 | Banca di Roma | Marino | ed= I |cid=Devoti 2002}} {{NoISBN}}
* {{Cita libro| Luigi | Devoti | Frescati - Frascata - Frascati | 2003 | Edizioni tra 8 & 9 | [[Velletri]] | wkautore= Luigi Devoti | ed= I | cid=Devoti 2003}} {{NoISBN}}
* {{Cita libro | autore=Maria Grazia Dal Bianco| autore2=Valentina Filippi | autore3=Maria Grazia Roncaccia | autore4=Cinzia Silvagni | titolo=Grottaferrata e la seconda guerra mondiale: un'introduzione (8 settembre 1943 - 15 giugno 1944) | collana=Quaderni della Biblioteca | volume=3 | anno=2004 | editore=Comune di Grottaferrata; Biblioteca Comunale Bruno Martellotta| città=Grottaferrata |cid=Quaderni della Biblioteca 3}}
* {{cita libro|autore=Stefano Paolucci|titolo=Il Collegio Americano del Nord a Grottaferrata (1882-1898). Storia e storie di Palazzo Consoli|editore= Comune di Grottaferrata|data= 2007}}
* {{cita pubblicazione | autore=Stefano Paolucci | titolo= Villa Creti. Storia e storie di un benefattore di Grottaferrata | rivista=Castelli Romani. Vicende - uomini - folclore | volume= XLIV (XII n.s.) | numero= 6 | anno= 2004 | mese= novembre - dicembre | pp= 184-190| cid=Paolucci 2004}}
* {{Cita libro | autore=Claudio Baldoni | autore2=Rodolfo Maria Strollo | titolo=Villini del '900 in Grottaferrata | collana=Quaderni di Architettura Tuscolana | volume=I | anno=2005 | editore=Aracne| città=Roma |cid=Baldoni-Strollo}}
* {{Cita libro | autore=Paola Micocci (a cura di) | titolo=I tesori dell'abbazia greca di Grottaferrata | anno=2005 | editore=De Luca Editori d'Arte; Monastero Esarchico di Santa Maria di Grottaferrata| città=Roma |cid=Micocci 2005}}
* {{cita libro|autore=Stefano Paolucci|titolo=Il Collegio Americano del Nord a Grottaferrata (1882-1898). Storia e storie di Palazzo Consoli|editore= Comune di Grottaferrata|anno= 2007| cid=Paolucci 2007a}}
* {{cita pubblicazione | autore=Stefano Paolucci | titolo= La villa Rossellini-Dusmet a Grottaferrata | rivista=Castelli Romani. Vicende - uomini - folclore | volume= XLVII (XV n.s.) | numero= 6 | anno= 2007 | mese= novembre - dicembre | pp= 180-187| cid=Paolucci 2007b}}
* {{Cita libro | autore=Lucia Casarosa| autore2=Silvia Giuntini | autore3=Serena Greci | autore4=Lucia Merlante | autore5=Rossana Tedeschi | titolo=L'abbazia Greca di Grottaferrata | anno=2008 | editore=De Luca Editori d'Arte; Monastero Esarchico di Santa Maria di Grottaferrata; Gruppo Archeologico Latino Colli Albani "Bruno Martellotta"| città=Roma |cid=L'abbazia Greca di Grottaferrata 2008}}
* {{Cita libro | autore=Maria Teresa Galassi Paluzzi Tamassia (a cura di) | titolo=Bruno Martellotta e l'associazionismo a Grottaferrata. Fatti e storie| anno=2009 | editore=PartCom Edizioni| città=Montecompatri |cid=Martellotta 2009}}
* {{cita pubblicazione | autore=Stefano Paolucci | titolo= I Castelli Romani nei documenti d'archivio alleati: Grottaferrata | rivista=Castelli Romani. Vicende - uomini - folclore | volume= LII (XX n.s.) | numero= 2 | anno= 2012 | mese= marzo - aprile | pp= 50-56| cid=Paolucci 2012}}
* {{Cita libro | autore=Annarena Ambrogi | titolo=L'Abbazia di San Nilo a Grottaferrata. Il complesso monumentale e la raccolta archeologica | collana= Biblioteca del Lazio | anno=2013 | editore=TORED| città=Tivoli |cid=Ambrogi}}
* {{cita pubblicazione | autore=Stefano Paolucci | titolo= Due documenti inediti sulle origini della fabbrica di ceramiche di Squarciarelli | rivista=Castelli Romani. Vicende - uomini - folclore | volume= LIV (XXII n.s.) | numero= 5 | anno= 2014 | mese= settembre - ottobre | pp= 136-140| cid=Paolucci 2014}}
* {{cita pubblicazione | autore=Stefano Paolucci | titolo= Le tribolate villeggiature grottaferratesi del primo 'perito filatelico' d'Italia | rivista=Castelli Romani. Vicende - uomini - folclore | volume= LV (XXIII n.s.) | numero= 1 | anno= 2015 | mese= gennaio - febbraio | pp= 20-24| cid=Paolucci 2015}}
* {{cita pubblicazione | autore=Stefano Paolucci | titolo= Le fiere ottocentesche di Grottaferrata attraverso lo sguardo di tre forestieri | rivista=Castelli Romani. Vicende - uomini - folclore | volume= LVIII (XXVI n.s.) | numero= 1-2 | anno= 2018 | mese= gennaio - aprile | pp= 25-39| cid=Paolucci 2018}}
* {{Cita libro | autore=Flavio Altamura | autore2=Alfredo Moraci | titolo="In vino laetitia". Le Ceramiche Squarciarelli e il vino dei Castelli Romani | anno=2025 | editore=Comune di Frascati | città=Frascati |cid=Altamura-Moraci}}
* {{cita pubblicazione | autore=Stefano Paolucci | titolo= Cenni storici sul villino Donati a Grottaferrata | rivista=Castelli Romani. Vicende - uomini - folclore | volume= LXV (XXXIII n.s.) | numero= 3-4 | anno= 2025 | mese= maggio - agosto | pp= 96-102| cid=Paolucci 2025}}
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