Dio è morto: differenze tra le versioni

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==Il rifiuto dei valori==
{{citazione|[...] cosa significa allora definitivamente la sentenza nicceananicciana? Il colpo più duro contro [[Dio]], che non consiste nel provare la indimostrabilità della sua esistenza, ma innalzarlo a supremo valore, è stato ormai inferto. Ciò significa che l'evento non consiste solamente nella morte di Dio ma nel fatto, enigmatico, che noi uomini l'abbiamo ucciso.<ref>''Morte dell'uomo e morte di Dio in Heidegger e Nietzsche'', in [[Roberto Bondì]], ''Homo moriens: ermeneutiche della morte da Omero a oggi'', p. 324.</ref>|Annabella d'Atri}}
''Dio è morto'' non è inteso letteralmente, come ''Dio è fisicamente morto'', piuttosto è la maniera usata da Nietzsche (che infatti riteneva che Dio non esistesse) per dire che l'idea di Dio non è più fonte di alcun codice [[morale]] o [[Teleologia|teleologico]]. Nietzsche riconosce la crisi che la morte di Dio rappresenta per le considerazioni morali esistenti, poiché «quando uno rifugge la fede cristiana, uno si toglie il diritto della morale cristiana da sotto i piedi. Questa moralità è senza dubbio auto-evidente [...] Rompendo uno dei principali concetti della cristianità, la [[fede]] in Dio, cade il tutto: nulla di necessario rimane nelle mani». Ciò è perché ne ''Il Folle'', il folle si rivolge non ai credenti, ma agli [[Ateismo|atei]] – il problema è ritenere valido un qualunque sistema di valori in assenza di un ordine divino per cui egli esclama: «Cerco Dio! Cerco Dio!» e riaccende il "Cerco l'uomo" di [[Diogene di Sinope|Diogene]].