Urbino: differenze tra le versioni
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* La chiesa di Sant'Andrea Apostolo. Situata sull'angolo tra la via e la piola eponime, in contrada Lavagine. Si sviluppa sull'asse est-ovest ed è ad aula unica. È legata al vicino palazzo Rossi De Pretis, tramite un passaggio soprelevato e coperto che scavalca le scalette della piola. Fu eretta nella prima metà del [[XVII secolo]], risulta alquanto anonima dal punto di vista architettonico. Si può segnalare nell'interno la grande pala dell'altare maggiore, ''Cristo e Sant'Andrea'', opera di incerta attribuzione tra i pittori urbinati Gian Ortensio Bertuzzi e Giovan Battista Urbinelli<ref>''Nel segno di Barocci'', Federico Motta editore, 2005</ref>, entrambi profondamente influenzati dallo stile del [[Federico Barocci|Barocci]], a cominciare dal soggetto del quadro, ripreso parzialmente da un originale baroccesco, dipinto, nel 1583, per l'omonima confraternita di [[Pesaro]].<ref>F. Mazzini, ''I mattoni e le pietre di Urbino'', Urbino, Argalia editore, 1982, p. 494</ref> Attualmente è chiusa al pubblico e inutilizzata.
* La chiesa di San Bartolo o Bartolomeo. Situata sulle pendici orientali del colle del Poggio, in fondo al rione eponimo e vicino alla [[Mura di Urbino|cinta muraria]]. Fu una chiesa parrocchiale fin verso la metà del XX secolo. Risalente probabilmente al XV secolo. La struttura originaria era però diversa, più piccola, a tre navate e a [[croce greca]], e orientata nel senso opposto (ingresso a est e altare a ovest) a quello odierno. I resti della chiesa medievale si possono vedere sulla facciata posteriore, l'antica facciata principale, con un oculo centrale e due finestroni laterali tamponati, i lati di questi ultimi sono decorati da semicolonne in laterizi con capitelli in pietra; invece l'antico ingresso principale non è più visibile perché coperto dalla sopraelevazione del terreno del giardino dell'ex canonica. Proprio in quest'ultimo giardino si trova un altro resto della chiesa originaria, la base in pietra di un pilastro polistilo, simile al semipilastro ancora visibile nella prima campata dell'attuale chiesa. L'interno e la facciata principale sono frutto di una ristrutturazione [[XIX secolo|ottocentesca]], che portò anche alla chiusura del portico sul lato occidentale a monte, per ampliare l'interno; un pilastro del portico è ancora visibile vicino alla chiesa nella facciata dell'adiacente ex canonica. L'interno attuale si presenta ad aula unica con tre altari (il maggiore e due laterali). La chiesa ha ospitato due importanti opere d'arte, il ''Martirio di San Sebastiano'' di Giovanni Santi e il polittico della ''Madonna del Latte con scene della vita di San Bartolomeo e di Cristo'' (inizio XV secolo) di un anonimo artista marchigiano, ora entrambe conservate nella Galleria Nazionale delle Marche.
* La chiesa di Santo Spirito. Situata sul versante sud-orientale del colle del Monte, sull'angolo tra largo Clemente XI (facciata principale) e le scalette eponime, in contrada Santa Lucia. Fu una chiesa parrocchiale, tanto che a destra della chiesa si trova l'edificio dell'antica canonica. L'interno è ad aula unica rettangolare con tre altari (il maggiore e due laterali). La chiesa fu eretta verso la metà del [[XVI secolo]], a cui dovrebbe risalire il portale, mentre il resto dell'edificio fu rifatto nel [[XVII secolo|secolo successivo]], inclusa la decorazione intorno alla finestra sul portale principale. Tra gli [[Anni 1950|anni cinquanta]] e [[Anni 1960|sessanta del XX secolo]], crollò il pavimento della chiesa, a causa dei movimenti franosi che colpirono il centro storico cittadino in quel periodo. L'interno è adornato da un ricco apparato decorativo [[XVII secolo|seicentesco]], a partire dalla volta a specchio abbellita dagli affreschi dell'urbinate [[Girolamo Cialdieri]] e della sua bottega, che ha realizzato, entro riquadri dalle cornici elaborate, i ''Sette doni dello Spirito Santo'' alternati con scene tratte dalle [[Sacre Scritture]] e negli angoli quattro ''Profeti''. Le pareti invece sono scandite da una serrata serie di paraste doriche dipinte, sostenenti una trabeazione dipinta lungo il margine superiore dei muri. Tra le paraste oltre a inserirsi delle finestre lunghe e strette chiuse da archi a tutto sesto, sei sul lato sinistro (divise in due blocchi da tre, ai lati dell'altare laterale) e tre sul lato destro (a sinistra dell'altare laterale), sotto di esse vi sono una serie di tele raffiguranti la ''Vergine'', la ''Maddalena'' e gli ''Apostoli'', sempre opera del Cialdieri e della sua bottega. Sull'altare maggiore si trova una pala raffigurante la ''Pentecoste'', attribuita a [[Federico Zuccari]]; in origine ai lati di questa vi erano anche due tele di [[Luca Signorelli]], una ''Crocifissione'' e una ''Pentecoste'', poi trasferite nel [[Palazzo Ducale (Urbino)|Palazzo Ducale]], dagli [[Anni 1860|anni sessanta del XIX secolo]]. Le tele del Signorelli costituivano un unico stendardo processionale, commissionato alla fine del [[XV secolo]] dall'urbinate Filippo Gueroli per la Fraternita dello Spirito Santo, all'epoca ospitata nella vicina chiesa di Santa Lucia. Le tele signorelliane furono divise nel [[XVIII secolo]]; al posto di esse nella chiesa vi
* L'ex chiesa di Santa Maria della Bella. Si trova a metà di via Saffi, in contrada San Polo, sul versante meridionale del colle del Poggio. Si sviluppa sull'asse est-ovest, sull'angolo a valle con via San Girolamo. La chiesa risale a un oratorio eretto nel sito nei primi anni del XV secolo, divenendo fin dall'inizio uno degli edifici religiosi più importanti della città, come comprovano le committenze artistiche, a partire dall'affresco del ferrarese Antonio Alberti, raffigurante una ''Crocifissione'', alcuni frammenti furono distaccati agli inizi del XX secolo e trasferiti nella Galleria Nazionale delle Marche. Inoltre l'oratorio originario aveva un [[soffitto a carena di nave]]. Verso la seconda metà del XV secolo l'interno fu arricchito dalla pala dell'altare maggiore, realizzata da [[Fra Carnevale]] e rappresentante la ''[[Presentazione della Vergine al Tempio (Fra Carnevale)|Presentazione della Vergine al Tempio]]'', che dopo la devoluzione del Ducato, fu rimossa e spostata a Roma nella collezione del cardinal [[Antonio Barberini (cardinale 1627)|Antonio Barberini]]; quest'ultimo si premurò di sostituire questa tavola nell'oratorio con una tela di Claudio Ridolfi, poi trafugata dalle truppe francesi agli inizi del XIX secolo, spostata nella Pinacoteca di Brera e infine data in deposito alla chiesa parrocchiale di [[Groppello d'Adda]]. Verso la metà del XVI secolo, nella chiesa e nell'attiguo ospedale s'insediò una comunità conventuale, grazie al sostegno [[Ducato di Urbino|ducale]]. Il convento subì una profonda ristrutturazione nel XVIII secolo, che conferì alla chiesa l'aspetto odierno. Alla metà del XIX secolo il convento fu soppresso e sostituito da un orfanotrofio femminile, che perdurò fin oltre la metà del XX secolo. Tra gli anni sessanta e settanta, passò all'Università cittadina, che decise di sistemarvi la facoltà di magistero, affidando il progetto di ristrutturazione all'architetto [[Giancarlo De Carlo|De Carlo]]. L'intervento comportò la demolizione di gran parte del convento, solo la parte prospiciente su via Saffi sopravvisse (seppur profondamente ristrutturata), inclusa l'ex chiesa, riconvertita e frazionata all'interno con soppalchi metallici, per ospitare un'aula magna e la biblioteca.
* L'ex chiesa di San Polo o Paolo. Sorge con la sua alta mole sull'angolo a monte tra via Saffi e via San Girolamo, sulla parte alta del versante meridionale del colle del Poggio; ma la facciata principale è rivolta a monte (sull'estremità opposta) su una piccola piazzetta rientrante, affacciata su via Saffi. Si sviluppa sull'asse nord-sud, ad aula unica voltata a botte. Fu una chiesa parrocchiale (che diede nome all'intera contrada in cui si trova), risalente al XIV secolo, che sorse su un tratto della cinta muraria romana prossima alla Porta Minor (l'estremità meridionale del cardo massimo), di cui si conservano alcuni resti nei sotterranei e sulle murature esterne. Per quanto riguarda l'apparato decorativo originario, resta solo una tavola cuspidata raffigurante una ''Madonna del Latte'', attribuita ad [[Andrea da Bologna]], oggi conservata nel [[Museo diocesano Albani]]. La chiesa fu ricostruita ''ex novo'' nella prima metà del XVII secolo, ma il suo aspetto fu modificato da una ristrutturazione sul finire del XIX secolo, che comportò il rifacimento della facciata principale e l'alterazione dell'interno con pesanti ridipinture. Verso la metà del XX secolo fu sconsacrata e destinata ad altri usi, fino all'odierno, ovvero come laboratorio di restauro. Nessuna tela dell'apparato decorativo seicentesco è rimasta nella chiesa, che conservò una serie di dipinti a monocromo di Girolamo Cialdieri e Claudio Ridolfi, raffiguranti sei storie legate alla vita di ''San Paolo'' e dieci medaglioni con busti di ''Apostoli'' e i ''Santi Pietro'' e ''Paolo'', trasferiti nella Galleria Nazionale delle Marche. Sull'altare maggiore vi era una pala raffigurante ''San Paolo'', spostata su un altare laterale nella vicina [[Ex convento di Sant'Agostino|ex chiesa di Sant'Agostino]]. Mentre altre due tele con ''Sant'Andrea'' e ''San Pietro'' sono state spostate nel Museo diocesano Albani.
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=== Frazioni ===
Il territorio comunale è suddiviso in
==== Schieti e Ca'Mazzasette ====
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