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{{Edificio civile
|nome edificio = Palazzo
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|paese = ITA
|divamm1 = [[Piemonte]]
|città = Torino
|cittàlink =
|indirizzo = Via
|stato = attivo
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|uso = abitativo
|altezza = 4 piani fuori terra
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|proprietario = privati
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'''Palazzo
L'edificio fu vincolato nel 1979 ai sensi della Legge 1089/1939<ref>https://catalogo.beniculturali.it/detail/ArchitecturalOrLandscapeHeritage/0100015760</ref>.
== Storia ==
Il palazzo fu edificato verso la metà del XVII secolo, su progetto dell'architetto [[Amedeo di Castellamonte]], per conto della Famiglia Gonteri di Cavaglià <ref>https://www.cr.piemonte.it/dwd/pubblicazioni/tascabili/tascabile_50.pdf</ref>.
Paolo Gonteri, marchese di Cavaglià, fu in quel periodo direttore generale delle Poste e ammiraglio del Po (il fiume ebbe un unico ammiraglio dedicato) presso il duca di Savoia <ref>https://www.museotorino.it/view/s/47c75e4946bb473385f276632bb96234</ref>, carica confermata il 23 marzo 1649 da [[Carlo Emanuele II]] <ref>La Stampa 23 luglio 1942, http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,2/articleid,1611_02_1942_0175_0002_22290370/</ref>.
Tra le sue mura nacque, nell'aprile 1659, [[Francesco Maurizio Gonteri]] (o Gontery) di Cavaglià, figlio di Paolo Gonteri e Silvia Rovera Giugali, che fu prelato domestico di [[Papa Clemente XI]], Governatore di [[Viterbo]], Arcivescovo di [[Avignone]] <ref>http://web.tiscali.it/cirie/doria/ritratti/20.html</ref>.
Dopo un secolo, l'ultimo discendente Ercole Carlo Maurizio Gonteri morì nel 1770 lasciando solo prole femminile e nel XVIII secolo il palazzo passò ai Doria del Maro di Ciriè in seguito al matrimonio tra il marchese [[Anselmo Doria del Maro]] e Maria Vittoria Carlotta Gonteri <ref>https://www.storiamediterranea.it/wp-content/uploads/2020/una-storia-oscurata/parte2.pdf</ref>.
Nel 1781 furono date dal conte [[Camillo Marcolini-Ferretti|Marcolini-Ferretti]], ministro della [[Sassonia]], le feste per le nozze (per procura, il 29 settembre a [[Moncalieri]]) di [[Maria Carolina di Savoia]], ultimogenita del [[re di Sardegna]] [[Vittorio Amedeo III di Savoia|Vittorio Amedeo III]], con [[Antonio di Sassonia|Antonio Clemente]] principe poi Re di Sassonia. Nel giardino era stato costruito un magnifico salone, secondo il disegno del [[Filippo Giovanni Battista Nicolis di Robilant|conte di Robilant]], suddiviso in tante nicchie dove si distribuivano a profusione rinfreschi e confetti agli invitati, immortalato in una stampa ora custodita a [[Palazzo Madama]] a Torino <ref>https://www.palazzomadamatorino.it/it/archivio-catalogo/palazzo-gonteri-di-cavaglia-nozze-di-carolina-di-savoia-1781/</ref> e narrata nelle cronache di allora <ref>{{cita libro|Luigi|Bassignana|Torino in Festa|Torino Incontra|2004|pp. 142-144}}</ref><ref>file:///C:/Users/HP/Downloads/SPERANZA_FRANCESCO_Camillo+Marcolini+Direttore_2019.pdf</ref>. « ... in quest'occasione fu veduto un ingegnosissimo esperimento di tipografia, ideato dal libraio Beiolo ed eseguito nella sua stamperia: vale a dire un foglio su cui, per via di sole linee, spazi, e fregi di getto, fu rappresentato il disegno di due archi del salone, con esatta espressione delle misure dell'architettura» <ref>https://www.museotorino.it/resources/pdf/books/312.2/files/assets/common/downloads/page0155.pdf</ref>.
Nel 1792 gli interni vennero aggiornati al gusto neoclassico per rendere il palazzo all’altezza dei nuovi ospiti che vi avrebbero soggiornato: [[Maria Teresa di Savoia|Maria Teresa]], figlia di Vittorio Amedeo III, e suo marito [[Carlo X di Francia|conte di Artois]], principe reale Carlo di Francia <ref>https://webthesis.biblio.polito.it/21837/1/tesi.pdf</ref>.
nel 1801 le collezioni dell'attuale [[Museo regionale di scienze naturali (Torino)|Museo di Scienze Naturali di Torino]] furono ospitate temporaneamente in stanze prese in affitto nei palazzi dei nobili Chiablese, Isnardi di Caraglio e Gonteri di Cavaglià <ref>https://www.piemonteparchi.it/cms/index.php/territorio/paleontologia/item/6866-piccole-storie-di-fossili-a-torino</ref>.
Nel 1842 l'edificio ospitò la prima esposizione della [[Società promotrice di belle arti (Torino)|Società Promotrice delle Belle Arti]] <ref>La Stampa 3 gennaio 1992, http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,11/articleid,1283_02_1992_0002_0011_19189343/</ref>.
Il 6 febbraio 1920 presso il Circolo Ufficiali in congedo, che in via Lagrange 7 aveva sede, fu istituita la prima Assemblea Costituente della Sezione di Torino della [[Associazione Nazionale Alpini]], sette mesi dopo la nascita di quest'ultima a Milano <ref>https://www.anatorino.it/storia-de-la-veja/</ref>. Una targa commemorativa della fondazione, posta nel gennaio 2020, è presente all'ingresso dell'edificio <ref>http://www.torinometropoli.it/cms/comunicati/cultura/cent-anni-fa-a-torino-la-prima-sezione-dell-ana-le-celebrazioni-del-centenario-dal-6-febbraio</ref>.
Dopo i bombardamenti avvenuti nel corso della [[Seconda Guerra Mondiale]], il palazzo è stato ricostruito parzialmente nel 1955 <ref>file:///C:/Users/HP/Downloads/ICCD14455840.pdf</ref>.
== Descrizione ==
Il palazzo Gonteri si dispone alla francese, “tra corte e giardino”: il corpo vero e proprio del palazzo non si affaccia sulla strada, ma si colloca al fondo del cortile d’accesso, e si rivolge poi al retrostante giardino, al centro dell’isolato.
== Note ==
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== Bibliografia ==
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== Altri progetti ==
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[[Categoria:Storia di Torino]]
[[Categoria:Palazzi
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