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{{Edificio civile
|nome edificio = Palazzo Gozzani[[Gonteri di San GiorgioCavaglià]]
|immagine = Via Bogino 31 Torino palazzo San Giorgio.jpg
|didascalia = La facciata del palazzo in via Bogino
|paese = ITA
|divamm1 = [[Piemonte]]
|città = Torino
|cittàlink =
|indirizzo = Via BoginoLagrange 315-7-9, quartiere [[Centro storico di Torino|Centro]]
|stato = attivo
|periodo costruzione = [[SettecentoSeicento]]
|demolito =
|distrutto =
|ricostruito = 1955
|stile = [[baroccoBarocco]]
|uso = abitativo
|altezza = 4 piani fuori terra
|costo =
|architetto = [[FilippoAmedeo Juvarradi Castellamonte]]
|ingegnere =
|appaltatore =
|costruttore = [[Ignazio Agliaudi]]
|proprietario = privati
|proprietario = [[Reale Mutua Assicurazioni]] <ref>https://www.rivaitalia.it/images/scheda_san_giorgio.pdf</ref>
}}
 
'''Palazzo GozzaniGonteri Sandi GiorgioCavaglià''', opoi palazzoPalazzo di TaviglianoCiriè, poi Palazzo Ceriana-Mayneri, è un [[palazzo]] storico di [[Torino]] costruito nel [[SettecentoSeicento]] in contradavia degliLagrange Ambasciatori, l'attualeangolo via Bogino, adsu operaprogetto del contedi [[Ignazio Agliaudi]]Amedeo di [[TaviglianoCastellamonte]] che ne fu anche il primo proprietario.
 
L'edificio fu vincolato nel 1979 ai sensi della Legge 1089/1939<ref>https://catalogo.beniculturali.it/detail/ArchitecturalOrLandscapeHeritage/0100015760</ref>.
 
== Storia ==
Il palazzo fu edificato verso la metà del XVII secolo, su progetto dell'architetto [[Amedeo di Castellamonte]], per conto della Famiglia Gonteri di Cavaglià <ref>https://www.cr.piemonte.it/dwd/pubblicazioni/tascabili/tascabile_50.pdf</ref>.
[[File:Via Bogino 31 Torino targa.jpg|thumb|Targa commemorativa posta sulla facciata del palazzo]]
Nella prima metà del Settecento il comune di Torino affida l’incarico di rinnovare un antico edificio in contrada degli Ambasciatori all’architetto [[Ignazio Agliaudi]], che lo ricostruisce su disegno dell’architetto [[Filippo Juvarra]] e lo fa diventare sua residenza personale. Il conte Agliaudi di Tavigliano, allievo di [[Filippo Juvarra]], nel 1739 realizza anche il disegno della sagrestia della [[Chiesa della Santissima Trinità (Torino)|Chiesa della Santissima Trinità]] sempre in Torino <ref>https://www.piemontesacro.it/chiese_torino/chiesa_trinita.htm</ref>.
 
Paolo Gonteri, marchese di Cavaglià, fu in quel periodo direttore generale delle Poste e ammiraglio del Po (il fiume ebbe un unico ammiraglio dedicato) presso il duca di Savoia <ref>https://www.museotorino.it/view/s/47c75e4946bb473385f276632bb96234</ref>, carica confermata il 23 marzo 1649 da [[Carlo Emanuele II]] <ref>La Stampa 23 luglio 1942, http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,2/articleid,1611_02_1942_0175_0002_22290370/</ref>.
Il palazzo in seguito viene acquistato dal marchese di [[San Giorgio Monferrato]] Giovanni Battista Gozzani (o Gozani), che lo usa per reddito e come base d'appoggio per le sue trasferte nel capoluogo subalpino.
 
Tra le sue mura nacque, nell'aprile 1659, [[Francesco Maurizio Gonteri]] (o Gontery) di Cavaglià, figlio di Paolo Gonteri e Silvia Rovera Giugali, che fu prelato domestico di [[Papa Clemente XI]], Governatore di [[Viterbo]], Arcivescovo di [[Avignone]] <ref>http://web.tiscali.it/cirie/doria/ritratti/20.html</ref>.
Una parte del palazzo viene utilizzata da [[Giambattista Bogino]], cui in seguito fu intitolata la contrada degli Ambasciatori e che morì, nel 1784, nel palazzo Gozzani San Giorgio. Una lapide posta sulla facciata ricorda la sua permanenza nel palazzo <ref>https://www.mepiemont.net/torino_pala7.html</ref>. Ministro di Stato del re Carlo Emanuele III e governatore della Sardegna, fu conte di [[Portacomaro|Migliandolo]] e [[Vinadio]].
 
Dopo un secolo, l'ultimo discendente Ercole Carlo Maurizio Gonteri morì nel 1770 lasciando solo prole femminile e nel XVIII secolo il palazzo passò ai Doria del Maro di Ciriè in seguito al matrimonio tra il marchese [[Anselmo Doria del Maro]] e Maria Vittoria Carlotta Gonteri <ref>https://www.storiamediterranea.it/wp-content/uploads/2020/una-storia-oscurata/parte2.pdf</ref>.
Bogino accolse in casa e adottò come figlio [[Prospero Balbo]], in seguito ambasciatore a Parigi e sindaco di Torino, il quale si trasferì poi al n.8 della stessa via (Palazzo Balbo).
 
Nel 1781 furono date dal conte [[Camillo Marcolini-Ferretti|Marcolini-Ferretti]], ministro della [[Sassonia]], le feste per le nozze (per procura, il 29 settembre a [[Moncalieri]]) di [[Maria Carolina di Savoia]], ultimogenita del [[re di Sardegna]] [[Vittorio Amedeo III di Savoia|Vittorio Amedeo III]], con [[Antonio di Sassonia|Antonio Clemente]] principe poi Re di Sassonia. Nel giardino era stato costruito un magnifico salone, secondo il disegno del [[Filippo Giovanni Battista Nicolis di Robilant|conte di Robilant]], suddiviso in tante nicchie dove si distribuivano a profusione rinfreschi e confetti agli invitati, immortalato in una stampa ora custodita a [[Palazzo Madama]] a Torino <ref>https://www.palazzomadamatorino.it/it/archivio-catalogo/palazzo-gonteri-di-cavaglia-nozze-di-carolina-di-savoia-1781/</ref> e narrata nelle cronache di allora <ref>{{cita libro|Luigi|Bassignana|Torino in Festa|Torino Incontra|2004|pp. 142-144}}</ref><ref>file:///C:/Users/HP/Downloads/SPERANZA_FRANCESCO_Camillo+Marcolini+Direttore_2019.pdf</ref>. « ... in quest'occasione fu veduto un ingegnosissimo esperimento di tipografia, ideato dal libraio Beiolo ed eseguito nella sua stamperia: vale a dire un foglio su cui, per via di sole linee, spazi, e fregi di getto, fu rappresentato il disegno di due archi del salone, con esatta espressione delle misure dell'architettura» <ref>https://www.museotorino.it/resources/pdf/books/312.2/files/assets/common/downloads/page0155.pdf</ref>.
Nel giugno 1769 viene ospitato nel complesso l’imperatore [[Giuseppe II d'Asburgo-Lorena|Giuseppe II d’Austria]], accompagnato dal [[Benedetto di Savoia|duca di Chablais]] e diretto a [[Napoli]] per visitare sua sorella [[Maria Carolina d'Asburgo-Lorena|Maria Carolina]] <ref>https://www.ilmonferrato.it/notizia/5aCNhCsuKUKYMHo5lfn7VA/c-e-un-palazzo-gozzani-a-torino</ref>.
 
Nel 1792 gli interni vennero aggiornati al gusto neoclassico per rendere il palazzo all’altezza dei nuovi ospiti che vi avrebbero soggiornato: [[Maria Teresa di Savoia|Maria Teresa]], figlia di Vittorio Amedeo III, e suo marito [[Carlo X di Francia|conte di Artois]], principe reale Carlo di Francia <ref>https://webthesis.biblio.polito.it/21837/1/tesi.pdf</ref>.
Dopo la morte di Giovanni Battista nel 1791, avvenuta nello stesso anno del figlio marchese Carlo Antonio (gentiluomo del re, luogotenente del reggimento provinciale e marito di Sofia d'Oria <ref>Giuliana Romano Bussola, https://iltorinese.it/2023/03/29/la-vita-della-marchesa-gozzani-di-san-giorgio/</ref>), il palazzo viene ereditato dal nipote marchese Carlo Giovanni (1788-1843), guardia del corpo del re [[Carlo Felice di Savoia|Carlo Felice]], tra i soci fondatori a Torino della Società Italiana del Gas (poi [[Italgas]]) nel 1837, socio in affari con il marchese [[Michele Benso di Cavour]] nelle grange vercellesi e nella prima società di navigazione del [[Lago Maggiore]].
 
nel 1801 le collezioni dell'attuale [[Museo regionale di scienze naturali (Torino)|Museo di Scienze Naturali di Torino]] furono ospitate temporaneamente in stanze prese in affitto nei palazzi dei nobili Chiablese, Isnardi di Caraglio e Gonteri di Cavaglià <ref>https://www.piemonteparchi.it/cms/index.php/territorio/paleontologia/item/6866-piccole-storie-di-fossili-a-torino</ref>.
Carlo Giovanni lasciò nel 1827 il suo enorme patrimonio al cugino austriaco Felice Carlo Gozzani, detto ''l’Alman'' (il tedesco), il quale nel 1840 modificò in stile neoclassico la facciata del palazzo, edificò l’ala destra terrazzata del palazzo al n.13 di via Giolitti e il cortile a ciottoli in bianco e nero su disegno circolare degli architetti Antonelli e Bollati, quest’ultimo già progettista di Felice Carlo nel castello monferrino di San Giorgio <ref>Armano Luigi Gozzano, https://iltorinese.it/2024/07/17/torino-alla-scoperta-di-palazzo-san-giorgio-gozzani/</ref>.
 
Nel 1842 l'edificio ospitò la prima esposizione della [[Società promotrice di belle arti (Torino)|Società Promotrice delle Belle Arti]] <ref>La Stampa 3 gennaio 1992, http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,11/articleid,1283_02_1992_0002_0011_19189343/</ref>.
Nel 1814 si stabilisce per un breve periodo nel palazzo il comandante delle truppe austriache [[Ferdinando Bubna]], che aveva cacciato i francesi di Napoleone e preceduto il ritorno di [[Vittorio Emanuele I]] a Torino {{Cn}}.
 
Il 6 febbraio 1920 presso il Circolo Ufficiali in congedo, che in via Lagrange 7 aveva sede, fu istituita la prima Assemblea Costituente della Sezione di Torino della [[Associazione Nazionale Alpini]], sette mesi dopo la nascita di quest'ultima a Milano <ref>https://www.anatorino.it/storia-de-la-veja/</ref>. Una targa commemorativa della fondazione, posta nel gennaio 2020, è presente all'ingresso dell'edificio <ref>http://www.torinometropoli.it/cms/comunicati/cultura/cent-anni-fa-a-torino-la-prima-sezione-dell-ana-le-celebrazioni-del-centenario-dal-6-febbraio</ref>.
Nel 1860 nel palazzo fu ospitato il barone di Lainate Ignazio Weill-Weiss <ref>https://www.geni.com/people/Ignazio-Ignaz-Weil-Weiss-di-Lainate/6000000013216626258</ref>, banchiere ebreo di Zagabria dichiarato cittadino italiano da [[Vittorio Emanuele II]] re di Sardegna {{Cn}}.
 
Dopo i bombardamenti avvenuti nel corso della [[Seconda Guerra Mondiale]], il palazzo è stato ricostruito parzialmente nel 1955 <ref>file:///C:/Users/HP/Downloads/ICCD14455840.pdf</ref>.
Il palazzo S.Giorgio fu proprietà dei marchesi Gozzani fino al 1861, anno del fallimento di Felice Carlo dichiarato dal tribunale di Casale. Fu rilevato da enti creditizi, restaurato nel 1951 (fonte De Bernardi-Ferrero), nel 1968 (fonte Ist. Architettura Tecnica), nel 1980-86 dalla [[Banca Nazionale dell'Agricoltura]] e in seguito dalla [[Banca Monte dei Paschi di Siena]].
 
== Descrizione ==
Il palazzo Gonteri si dispone alla francese, “tra corte e giardino”: il corpo vero e proprio del palazzo non si affaccia sulla strada, ma si colloca al fondo del cortile d’accesso, e si rivolge poi al retrostante giardino, al centro dell’isolato.
Nel 1840 la facciata del palazzo fu modificata in stile neoclassico. Agli inizi del 1800 conteneva ancora affreschi dei [[Fratelli Galliari|fratelli Galliari]].
 
Lo stemma in fine marmo con testa di giovane bianco avente le stesse inquartature degli stemmi di Casale e Luzzogno (poi sostituito dalla famiglia con quello feudale con teste di moro), esposto nel museo di arte antica di [[Palazzo Madama e Casaforte degli Acaja|palazzo Madama]], è attribuibile al marchese Giovanni Battista Gozzani, e probabilmente fu asportato dal loro palazzo di via Bogino durante le ristrutturazioni avvenute dopo il 1861.
 
== Note ==
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== Bibliografia ==
*
* Renzo Rossotti, ''I palazzi di Torino'', Newton Compton Editori, Roma 2000
 
== Altri progetti ==
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{{Categorie bozza|
[[Categoria:Storia di Torino]]
[[Categoria:Palazzi barocchineoclassici di Torino|Palazzo GozzaniGonteri Sandi GiorgioCavaglià]]
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