Porta Salaria: differenze tra le versioni

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{{Struttura militare
[[Immagine:Roma Porta Salaria Vasi.jpg|thumb|right|200 px|La Porta Salaria in una stampa del Vasi]]
|Struttura = Porta cittadina
|Stato attuale = ITA
|Città = Roma
}}[[ImmagineFile:Roma Porta Salaria Vasi.jpg|thumb|right|200 px|La Porta Salaria innel 1870, prima unadella stampademolizione del Vasi1871]]
[[File:Porta Salaria Vespignani.jpg|thumb|La ricostruzione di Vespignani]]
 
La '''Porta Salaria''' era una [[porta cittadina]] che consentiva alla [[via Salaria]] il passaggio attraverso le [[Mura Aurelianeaureliane]]. Fu demolita nel [[1921]] per migliorare la viabilità di [[Roma]], con la creazione di Piazzapiazza Fiume.
[[Immagine:Porta Salaria.jpg|thumb| right|200 px|La Porta Salaria nel 1870, prima della demolizione del 1871]]
 
Sebbene sia attestato il nome di ''Porta Sancti Silvestri'', in quanto la via Salaria porta alle [[Catacombe di Santa Priscilla]], doveove [[papa Silvestro I|san Silvestro papa]] era sepolto, a differenza di molte altre porte, la Salaria non ricevette un nome cristiano durante il [[Medioevo]], probabilmente perché il traffico sulla via Salaria, importante arteria per il trasporto di sale<ref>Le popolazioni [[Sabini|sabine]] avevano cominciato ad utilizzare quel percorso per raggiungere le [[salina|saline]] alle foci del [[Tevere]] in epoca probabilmente anteriore alla [[fondazione di Roma]].</ref>, era ancora notevole, e questa caratteristica della via era ancora predominante su qualsiasi altra utilizzazione della stessa.
La '''Porta Salaria''' consentiva alla [[via Salaria]] il passaggio attraverso le [[Mura Aureliane]]. Fu demolita nel [[1921]] per migliorare la viabilità di [[Roma]], con la creazione di Piazza Fiume.
 
Sebbene sia attestato il nome di ''Porta Sancti Silvestri'', in quanto la via Salaria porta alle [[Catacombe di Santa Priscilla]] dove [[papa Silvestro I|san Silvestro papa]] era sepolto, a differenza di molte altre porte, la Salaria non ricevette un nome cristiano durante il [[Medioevo]], probabilmente perché il traffico sulla via Salaria, importante arteria per il trasporto di sale<ref>Le popolazioni [[Sabini|sabine]] avevano cominciato ad utilizzare quel percorso per raggiungere le [[salina|saline]] alle foci del [[Tevere]] in epoca probabilmente anteriore alla [[fondazione di Roma]].</ref>, era ancora notevole, e questa caratteristica della via era ancora predominante su qualsiasi altra utilizzazione della stessa.
 
== Storia ==
===Storia antica===
Inclusa nell'originario tracciato voluto dall'imperatore [[Aureliano]] ([[270]]-[[275]]), la Porta Salaria aveva lo scopo di permettere alla ''via Salaria nova'' (sul tracciato dell'attuale via Piave), proveniente dalla [[Porta Collina]] delle [[Mura serviane]], di uscire dal circuito cittadino per congiungersi alla ''via Salaria vetus'' e proseguire verso la [[Sabina]] e, più oltre, fino a raggiungere l'Adriatico.
 
Durante il regno di [[Onorio (imperatore)|Onorio]], all'inizio del [[V secolo]], fu rinforzata.
Inclusa nell'originario tracciato voluto dall'imperatore [[Aureliano]] ([[270]]-[[275]]), la Porta Salaria aveva lo scopo di permettere alla ''via Salaria nova'' (sul tracciato dell’attuale via Piave), proveniente dalla [[Porta Collina]] delle [[Mura serviane]], di uscire dal circuito cittadino per congiungersi alla ''via Salaria vetus'' e proseguire poi verso la [[Sabina]] e, più oltre, fino a raggiungere l’Adriatico. La porta era ad un solo fornice, con un arco in pietra sormontato da una cortina in mattoni, ed era affiancata da due torri semicircolari, delle quali (secondo quanto sostiene J.A.Richmond) la occidentale era probabilmente originaria di epoca Aureliana, come quella orientale di [[Porta Pinciana]] e quella occidentale di [[Porta Latina]]. Il fatto che le due torri non fossero contemporanee è forse testimoniato dalle loro diverse dimensioni: l’orientale aveva un diametro di quasi 7,60 metri, mentre l’altra raggiungeva i 9,20. Non si può escludere che anche le altezze fossero diverse.
 
Il [[24 agosto]] [[410]] da questa porta entrò il re [[Visigoti|visigoto]] [[Alarico I]], dando inizio a quello che passò alla storia come il [[Sacco di Roma (410)|Sacco di Roma]]. L’equivocoL'equivoco e dubbio atteggiamento tenuto, nella circostanza, da Onorio, non sembra privo di responsabilità nell’avvenimentonell'avvenimento, e il fatto che i battenti della porta fossero solo socchiusi, benché Alarico fosse accampato lì nei pressi, sembrerebbe accreditare i sospetti di una certa connivenza da parte dell’imperatoredell'imperatore. Era la prima volta che dei barbari entravano in Roma, dall’epocadall'epoca dell’invasionedell'invasione dei [[Galli]] nel [[IV secolo a.C.]].
Come per il resto delle Mura Aureliane, anche la Porta Salaria includeva costruzioni preesistenti, al duplice scopo di velocizzarne la costruzione e di rimuovere possibili punti d'appoggio per eventuali assedianti; alcune tombe del Sepolcreto Salario (tra i più vasti antichi cimiteri dei dintorni dell’Urbe) vennero infatti completamente inglobate nelle torri, con i rivestimenti in travertino spiccanti sullo sfondo della struttura in mattoni.
Nella zona interna del muro, tra le porte Pinciana e Salaria si estendevano i famosi ''[[Horti Sallustiani]]'', la grandiosa villa costruita dallo storico su un’area di proprietà di [[Gaio Giulio Cesare|Cesare]] e divenuta poi proprietà imperiale all’epoca di [[Tiberio Claudio Nerone|Tiberio]]<ref>Gli 'Horti Sallustiani' rimasero nel demanio imperiale fino al [[410]], quando il complesso venne gravemente danneggiato (e mai più ricostruito) da [[Alarico I|Alarico]]. Nel frattempo, oltre a Tiberio, vi soggiornarono, tra gli altri, [[Tito Flavio Vespasiano|Vespasiano]], [[Marco Cocceio Nerva|Nerva]] (che vi morì), [[Publio Elio Traiano Adriano|Adriano]] ed [[Aureliano]], che effettuarono importanti lavori di ampliamento.</ref>. La presenza degli 'Horti Sallustiani' su questo lato della porta e dell’enorme [[Castra di Roma Antica#Castra Praetoria|caserma]] dei [[Guardia Pretoriana|Pretoriani]] sull’altro, sempre dell’epoca di Tiberio, sono probabilmente una delle cause principali dello scarso sviluppo edilizio che tutta quest’area ha conosciuto fino in tempi abbastanza recenti.
 
Nel [[537]] il tratto di mura tra la Porta Salaria e il [[Castra di Roma antica#Castra Praetoria|Castro Pretorio]] fu teatro dell'inutile assedio del re [[goti|goto]] [[Vitige]] contro le truppe bizantine di [[Belisario]] asserragliate in città. In quella circostanza non fu solo il valore di Belisario a salvare Roma, ma un consistente ruolo ebbero anche gli errori tattici e l’inconsistenzal'inconsistenza militare (non certo numerica), degli assedianti.
Durante il restauro voluto dall'imperatore [[Flavio Onorio|Onorio]] all'inizio del [[V secolo]], venne rinforzato l'arco, completandolo con parti in ''opus mixtum'', e sopra di esso vennero aperti tre finestroni ad arco. E’ una delle poche porte i cui restauri non hanno influito pesantemente sull’aspetto originario, ed è quindi rimasta, fino all’epoca della demolizione, praticamente quasi uguale a com’era in origine (motivo di più per dolersi dell’abbattimento).
 
===Storia moderna===
Il [[24 agosto]] [[410]] da questa porta entrò il re [[Visigoti|visigoto]] [[Alarico I]], dando inizio a quello che passò alla storia come il [[Sacco di Roma (410)|Sacco di Roma]]. L’equivoco e dubbio atteggiamento tenuto, nella circostanza, da Onorio, non sembra privo di responsabilità nell’avvenimento, e il fatto che i battenti della porta fossero solo socchiusi, benché Alarico fosse accampato lì nei pressi, sembrerebbe accreditare i sospetti di una certa connivenza da parte dell’imperatore. Era la prima volta che dei barbari entravano in Roma, dall’epoca dell’invasione dei [[Galli]] nel [[IV secolo a.C.]].
[[File:Porta Salaria 2016.jpg|thumb|Porta Salaria vista dall'alto, nel 2016. L'asfalto sulle corsie centrali ha parzialmente ricoperto la sagoma della Porta, sul tracciato delle mura, ma ancora visibile soprattutto ai lati.]]
 
Il [[20 settembre]] [[1870]] il tratto di Mura aureliane tra [[Porta Pia]] e Porta Salaria (il più debole anche perché più esposto) fu lo scenario della fine del [[stato pontificio|potere temporale dei papi]]. Dopo cinque ore di cannoneggiamento fu possibile all'artiglieria del [[Regno d'Italia]] di aprire una breccia nelle mura, la cosiddetta "[[Presa di Roma|Breccia di Porta Pia]]". La Porta Salaria fu così danneggiata da questo attacco, che l'anno seguente venne demolita, per poi essere ricostruita nel [[1873]] su progetto di [[Virginio Vespignani]]. Nel [[1921]] fu deciso di rimuoverla definitivamente, per facilitare la viabilità, e al suo posto si apre ora Piazzapiazza Fiume. Sul selciato della piazza erano state lasciate impronte visibili del tracciato della porta originaria, ma i lavori per la costruzione dei moderni sottopassaggi le hanno rese praticamente irrintracciabili.
Nel [[537]] il tratto di mura tra la Porta Salaria e il [[Castra di Roma antica#Castra Praetoria|Castro Pretorio]] fu teatro dell'inutile assedio del re [[goti|goto]] [[Vitige]] contro le truppe bizantine di [[Belisario]] asserragliate in città. In quella circostanza non fu solo il valore di Belisario a salvare Roma, ma un consistente ruolo ebbero anche gli errori tattici e l’inconsistenza militare (non certo numerica), degli assedianti.
 
==Descrizione==
[[Immagine:2nd Porta Salaria.jpg|thumb|right|200 px|La Porta Salaria del 1873, su disegno di [[Virginio Vespignani]], poi demolita nel 1921]]
[[ImmagineFile:Ludovisi - mura e area sepolcrale a piazza Fiume 1865.JPG|thumb|left|200 px|Mura e area sepolcrale a piazza Fiume]]
 
Inclusa nell'originario tracciato voluto dall'imperatore [[Aureliano]] ([[270]]-[[275]]), la Porta Salaria aveva lo scopo di permettere alla ''via Salaria nova'' (sul tracciato dell’attuale via Piave), proveniente dalla [[Porta Collina]] delle [[Mura serviane]], di uscire dal circuito cittadino per congiungersi alla ''via Salaria vetus'' e proseguire poi verso la [[Sabina]] e, più oltre, fino a raggiungere l’Adriatico. La porta era ad un solo fornice, con un arco in pietra sormontato da una cortina in mattoni, ed era affiancata da due torri semicircolari, delle quali (secondo quanto sostiene J.A. Richmond) la occidentale era probabilmente originaria di epoca Aureliana, come quella orientale di [[Porta Pinciana]] e quella occidentale di [[Porta Latina]]. Il fatto che le due torri non fossero contemporanee è forse testimoniato dalle loro diverse dimensioni: l’orientalel'orientale aveva un diametro di quasi 7,60 metri, mentre l’altral'altra raggiungeva i 9,20. Non si può escludere che anche le altezze fossero diverse.
Il [[20 settembre]] [[1870]] il tratto di Mura aureliane tra [[Porta Pia]] e Porta Salaria (il più debole anche perché più esposto) fu lo scenario della fine del [[stato pontificio|potere temporale dei papi]]. Dopo cinque ore di cannoneggiamento fu possibile all'artiglieria del [[Regno d'Italia]] di aprire una breccia nelle mura, la cosiddetta "[[Presa di Roma|Breccia di Porta Pia]]". La Porta Salaria fu così danneggiata da questo attacco, che l'anno seguente venne demolita, per poi essere ricostruita nel [[1873]] su progetto di [[Virginio Vespignani]]. Nel [[1921]] fu deciso di rimuoverla definitivamente, per facilitare la viabilità, e al suo posto si apre ora Piazza Fiume. Sul selciato della piazza erano state lasciate impronte visibili del tracciato della porta originaria, ma i lavori per la costruzione dei moderni sottopassaggi le hanno rese praticamente irrintracciabili.
 
Come per il resto delle Mura Aurelianeaureliane, anche la Porta Salaria includeva costruzioni preesistenti, al duplice scopo di velocizzarne la costruzione e di rimuovere possibili punti d'appoggio per eventuali assedianti; alcune tombe del Sepolcreto Salario (tra i più vasti antichi cimiteri dei dintorni dell’Urbedell'Urbe) vennero infatti completamente inglobate nelle torri, con i rivestimenti in travertino spiccanti sullo sfondo della struttura in mattoni.
[[Immagine:QS Maximus memorial stone.JPG|thumb|left|Cippo funebre di Quinto Sulpicio Massimo, ritrovato inglobato nella torre occidentale della Porta Salaria]]
[[Immagine:Ludovisi - mura e area sepolcrale a piazza Fiume 1865.JPG|thumb|left|200 px|Mura e area sepolcrale a piazza Fiume]]
Nella zona interna del muro, tra le porte Pinciana e Salaria si estendevano i famosi ''[[Horti Sallustiani]]''. La presenza degli 'Horti Sallustiani' su questo lato della porta e dell'enorme [[Castra Praetoria|caserma]] dei [[Guardia Pretoriana|Pretoriani]] sull'altro, sempre dell'epoca di Tiberio, sono probabilmente una delle cause principali dello scarso sviluppo edilizio che tutta quest'area ha conosciuto fino in tempi abbastanza recenti.
 
Durante il restauro voluto dall'imperatore [[Flavio Onorio (imperatore)|Onorio]] all'inizio del [[V secolo]], venne rinforzato l'arco, completandolo con parti in ''opus mixtum'', e sopra di esso vennero aperti tre finestroni ad arco. E’È una delle poche porte i cui restauri non hanno influito pesantemente sull’aspettosull'aspetto originario, ed è quindi rimasta, fino all’epocaall'epoca della demolizione, praticamente quasi uguale a com’eracom'era in origine (motivo di più per dolersi dell’abbattimento).
Con la demolizione vennero alla luce alcuni monumenti funebri del sepolcreto salario che erano stati inglobati dalla struttura. Sotto la torre orientale venne ritrovato il sepolcro di Quinto Sulpicio Massimo, un ragazzo morto a undici anni, che aveva ricevuto una corona al merito nella terza edizione del ''Certamen'' capitolino in lingua greca del [[94]]<ref>La gara si disputava ogni 5 anni, e comprendeva una competizione letterario-musicale, una equestre e una ginnica; la gara letteraria consisteva nel comporre e recitare versi poetici su un dato tema, in latino o in greco, mentre quella equestre e ginnica comprendeva anche la corsa delle [[quadriga|quadrighe]] e la corsa delle fanciulle. I premi, corone di quercia legate con un nastro d’oro, erano consegnati personalmente dall’imperatore ai vincitori.</ref>, a cui partecipavano altri 52 poeti, avendo suscitato gran meraviglia ed ammirazione nei giudici, pur senza aver vinto la gara. Il componimento, in greco, fu inciso sul cippo funebre del ragazzo, ai lati della statua, il cui originale si trova ora ai [[Musei Capitolini]]. Una copia dell’intero monumento funebre è stata messa vicino al varco ottenuto demolendo la Porta Salaria, all'angolo tra via Piave e via Sulpicio Massimo, di fronte ad una casetta adibita a corpo di guardia, ricavata all'interno delle mura.
 
== Sepolcreto salario ==
Il cippo originale è in marmo, alto circa 1,61 metri, coronato da un timpano al centro del quale, entro una nicchia semicircolare, è raffigurato in altorilievo il giovinetto in toga con un 'volumen', in parte svolto, nella mano sinistra. La scritta 'DEIS MANIBVS SACRVM' separa la parte superiore da quella inferiore, che è interamente occupata da una iscrizione bilingue, in latino e in greco, dedicata al giovane dai genitori Quinto Sulpicio Engramus e Licinia Ianuaria. Il fanciullo morì "…essendosi indebolito e ammalato per il troppo studio e l'esagerato amore per le Muse…".
[[ImmagineFile:QS Maximus memorial stone.JPG|thumb|left|Cippo funebre di Quinto Sulpicio Massimo, ritrovato inglobato nella torre occidentale della Porta Salaria]]
Con la demolizione vennero alla luce alcuni monumenti funebri del [[sepolcreto salario]], cheprima non noti poiché erano stati inglobati dalla struttura. Sotto la torre orientale venne ritrovato il sepolcro di Quinto Sulpicio Massimo, un ragazzo morto a undici anni, che aveva ricevuto una corona al merito nella terza edizione del ''Certamen'' capitolino in lingua greca del [[94]]<ref>[[Carlo Lodovico Visconti]]; [[Virginio Vespignani]], [http://books.google.it/books?id=VYpSAAAAcAAJ&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q&f=false ''Il sepolcro del fanciullo Quinto Sulpicio Massimo''], Roma, Tip. della S.C. de Propaganda Fide, 1871. La gara si disputava ogni 5 anni, e comprendeva una competizione letterario-musicale, una equestre e una ginnica; la gara letteraria consisteva nel comporre e recitare versi poetici su un dato tema, in latino o in greco, mentre quella equestre e ginnica comprendeva anche la corsa delle [[quadrigaQuadriga|quadrighe]] e la corsa delle fanciulle. I premi, corone di quercia legate con un nastro d’orod'oro, erano consegnati personalmente dall’imperatoredall'imperatore ai vincitori.</ref>, amentre cuisul partecipavanolato altrioccidentale 52esterno poeti,delle avendomura suscitatosono granpreservati meravigliaaltri edresti ammirazionedi neialcune giudici, pur senza aver vinto la gara. Il componimento, in greco, fu inciso sul cippo funebretombe del ragazzo, ai lati della statua, il cui originale si trova ora ai [[MuseiI Capitolinisecolo a.C.]]. Una copia dell’intero monumento funebre è stata, messaritrovate vicino al varco ottenuto demolendosotto la Portavicina Salaria, all'angolotorre; tra viaqueste, Piavela etomba via Sulpicio Massimo,circolare di fronte''Cornelia adL. unaScipionis casettaf. adibitaVatieni'' a(Cornelia, corpofiglia di guardiaLucio Scipione, ricavatamoglie all'internodi delle muraVatieno).
 
==Latrina==
Il poemetto, in 40 versi, riporta i rimproveri di [[Giove (divinità)|Giove]] ad [[Apollo]], colpevole di aver lasciato condurre il carro del sole al giovane ed inesperto [[Fetonte]].
[[ImmagineFile:Ludovisi - mura e latrina 1870.JPG|thumb|right|200 px|Resti di una latrina nelle mura aureliane, presso piazza Fiume]]
 
Sul lato occidentale esterno delle mura sono preservati altri resti di alcune tombe del [[I secolo a.C.]], ritrovate sotto la vicina torre; tra queste, la tomba circolare di “Cornelia L. Scipionis f. Vatieni” (Cornelia, figlia di Lucio Scipione, moglie di Vatieno).
 
[[Immagine:Ludovisi - mura e latrina 1870.JPG|thumb|right|200 px|Resti di una latrina nelle mura aureliane, presso piazza Fiume]]
Il tratto di mura occidentale ospita, ottimamente conservata, l'unica latrina sospesa preservata delle 260 presenti nelle mura, costituita da una sporgenza semicilindrica poggiante su due mensole di travertino.
 
==Dogana==
Nei pressi della porta venne rinvenuta una delle “pietre''pietre daziarie”daziarie'', sistemate nel [[175]] e scoperte in tempi differenti nelle vicinanze di alcune porte importanti (ne sono state trovate solo altre due, vicino alla [[Porta Asinaria]] ed alla [[Porta del Popolo|Flaminia]]; erano poste ad individuare una sorta di confine amministrativo, dove si trovavano gli “uffici''uffici di dogana”dogana''.
 
Già dal [[V secolo]] e almeno fino al [[XV secolo|XV]], è attestato come prassi normale l’istitutol'istituto della concessione in appalto o della vendita a privati delle porte cittadine e della riscossione del pedaggio per il relativo transito. In un documento del [[1467]]<ref>Conservato nell’Archivionell'[[Archivio Segreto Vaticano]] e riportato (documento XXXVII) da S.Sigismondo Malatesta in “Statuti''Statuti delle gabelle di Roma”Roma'', Roma, 1886.</ref> è riportato un bando che specifica le modalità di vendita all’astaall'asta delle porte cittadine per un periodo di un anno. Al prezzo di 79 ''fiorini currenti'' e ''bolognini 10'' un certo conte de Stefano Maccaroni si aggiudicò, nel [[1474]], con un unico lotto, la porta[[Porta Pinciana]] e la Salaria<ref>Dal registro della dogana per l’annol'anno 1474.</ref>: si trattava di un prezzo abbastanza alto, e alto doveva quindi essere anche il traffico cittadino per quei passaggi, per poter assicurare un congruo guadagno al compratore. Guadagno che era regolamentato da precise tabelle che riguardavano la tariffa di ogni tipo di merce<ref>Cfr. il documento XXXVI riportato da S. Malatesta, ''op. cit.''</ref>, ma che era abbondantemente arrotondato da abusi di vario genere, a giudicare dalla quantità di ''gride'', editti e minacce che venivano emessi.
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
*{{en}} [[Samuel Ball Platner]]; [[Thomas Ashby]], [http://penelope.uchicago.edu/Thayer/E/Gazetteer/Places/Europe/Italy/Lazio/Roma/Rome/_Texts/PLATOP*/Porta_Salaria.html ''s.v. Porta Salaria''] in [http://penelope.uchicago.edu/Thayer/E/Gazetteer/Places/Europe/Italy/Lazio/Roma/Rome/_Texts/PLATOP*/home*.html ''A Topographical Dictionary of Ancient Rome]''], London, Oxford University Press, 1929, p. &nbsp;416. Tratto dal sito ''[[LacusCurtius]]'' .
* [[Filippo Coarelli]], ''”GuidaGuida archeologica di Roma”Roma''., A.Verona, Arnoldo Mondadori Ed., VeronaEditore, 1984.
* Laura G. Cozzi, ''”LeLe porte di Roma”Roma''. F.Spinosi Ed., Roma, Franco Spinosi, 1968.
* Mauro Quercioli, ''”LeLe mura e le porte di Roma”Roma'', Roma, Newton & Compton Editori, 2005.
* AA.VV., ''Quintus Sulpicius Maximus Il sepolcro del poeta fanciullo presso la necropoli di Porta Salaria a Roma'', Arbor Sapientiae, Roma, 2017.
 
== Voci correlate ==
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* [[Mura aureliane]]
 
== BibliografiaAltri progetti ==
{{interprogetto}}
* Samuel Ball Platner, ''[http://penelope.uchicago.edu/Thayer/E/Gazetteer/Places/Europe/Italy/Lazio/Roma/Rome/_Texts/PLATOP*/home*.html A Topographical Dictionary of Ancient Rome]'', Oxford University Press, 1929, p. 416. Tratto dal sito ''[[LacusCurtius]]''
* Filippo Coarelli, ''”Guida archeologica di Roma”''. A. Mondadori Ed., Verona, 1984
* Laura G. Cozzi, ''”Le porte di Roma”''. F.Spinosi Ed., Roma, 1968
* Mauro Quercioli, ''”Le mura e le porte di Roma”'', Newton & Compton Editori, 2005.
 
== Collegamenti esterni ==
* [http://wwwwww3.iath.virginia.edu/romewaters/forma/forma3.html PorzioneTavola III] della "''Forma Urbis Roma"Romae'' di [[Rodolfo Lanciani"]], che mostrarappresenta la zona intorno alla Porta Salaria.
* [{{Collegamento interrotto|1=http://www.romasegreta.it/sallustiano/portasalariaporta-salaria.htm "Portahtml Salaria"]}}, ''RomaSegreta.it''
 
{{Regio VI Alta Semita}}
{{Portale|Roma}}
{{Via Salaria}}
[[Categoria:Mura e porte antiche di Roma|Salaria]]
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|Antica Roma|Architettura|Roma}}
 
[[enCategoria:PortaMura e porte cittadine antiche di Roma|Salaria]]
[[es:Porta Salaria]]
[[nl:Porta Salaria]]
[[pt:Porta Salaria]]