Sokollu Mehmed Pascià: differenze tra le versioni

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{{militare
[[Immagine:Sokullupasa.jpg|222px|right|thumb|Sokollu Mehmet Paşa]]
|Nome = Sokollu Mehmed Pascià
'''Sokollu Mehmet Paşa''' o Mehmet Paşa Sokolovič ([[Sokolovići]], presso [[Višegrad]] [[1506]] - [[Istanbul]], [[1579]]) fu un importante statista [[Impero ottomano|ottomano]] di origini [[Serbia|serbe]].
|Immagine = Sokollu Memhed Pascià.jpg
|Didascalia =
|Soprannome =
|Data_di_nascita = 1506 circa
|Nato_a = [[Sokolovići]] presso [[Višegrad]]
|Data_di_morte = 11 ottobre 1579
|Morto_a = [[Istanbul]]
|Cause_della_morte = assassinato
|Luogo_di_sepoltura =
|Etnia = serba
|Religione = [[Cristianesimo Ortodosso]] poi [[Islamismo|Islam]]
|Nazione_servita = [[File:Flag of the Ottoman Empire (Thicker Crescent).svg|22px|border]] [[Impero ottomano]]
|Forza_armata =
|Arma =
|Corpo =
|Specialità =
|Unità =
|Reparto =
|Anni_di_servizio = 1526 - 1568
|Grado = generale
|Ferite =
|Comandanti =
|Guerre = * [[Guerre ottomano-asburgiche]]
* [[Guerra di Cipro]]
|Campagne =
|Battaglie = * [[Battaglia di Mohács (1526)|Battaglia di Mohács]]
* Assedio di Timișoara
* Battaglia di Szigetvár
|Comandante_di =
|Decorazioni =
|Studi_militari =
|Pubblicazioni =
|Frase_celebre =
|Altro_lavoro = [[Gran visir]]
|Altro_campo =
|Altro =
|Note =
|Ref =
}}
{{Carica pubblica
| nome = Sokollu Mehmed Pascià
| immagine =
| carica = XXXV [[Gran visir dell'Impero ottomano]]
| mandatoinizio = 28 giugno 1565
| mandatofine = 12 ottobre 1579
| monarca = [[Solimano il Magnifico]] <br/> [[Selim II]] <br/> [[Murad III]]
| predecessore = [[Semiz Ali Pascià]] (I mandato)
| successore = [[Semiz Ahmed Pascià]] (II mandato)
}}
{{Bio
|Nome = Sokollu
|Cognome = Mehmed
|PostCognome = '''[[Pascià]]''', o '''Mehmed-paša Sokolović'''
|Sesso = M
|PreData = in [[Lingua turca ottomana|turco ottomano]] سوکلو محمد پاشا, {{serbo|Мехмед-паша Соколовић}}
|LuogoNascita = Sokolovići
|LuogoNascitaAlt = presso [[Višegrad]]
|GiornoMeseNascita =
|AnnoNascita = [[1506]] circa
|LuogoMorte = Istanbul
|GiornoMeseMorte = 11 ottobre
|AnnoMorte = 1579
|Epoca = 1500
|Attività = politico
|Attività2 = generale
|Nazionalità = ottomano
|PostNazionalità = di origini serbo-bosniache
}}<ref name=Kocan>Kočan, Ismet (Dec. 21, 2005). [http://www.novosti.co.yu/code/navigate.php?Id=16&status=jedna&datum=2006-02-03&feljton=4972 Mit i stvarnost - Mehmed-paša Sokolović] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20071101000413/http://www.novosti.co.yu/code/navigate.php?Id=16 |data=1º novembre 2007 }}. Večernje Novosti Online.</ref><ref>[http://www.bosnjaci.nl/forum/topics/mehmed-pasa-sokolovic Prof. Mustafa Imamovic] - History of Bosniaks, page 158-163.</ref><ref>[http://books.google.com/books?id=gxwB5fQeMWIC&pg=PA90 The Companion Guide to Istanbul and Around the Marmara - John Freely, Anthony Glyn - Google Libri]</ref>
 
== Biografia ==
Proveniva da una famiglia ortodossa della piccola nobiltà serba di [[Bosnia]]. Secondo varie fonti, aveva una sorella e due fratelli, fra cui il [[patriarcato di Peć|patriarca ortodosso di Peć]], Makarije Sokolovič. Nel [[1516]] una spedizione ottomana raggiunse il suo villaggio ed egli fu reclutato secondo la pratica del [[devşirme]]. Convertitosi all'[[Islam]], ricevette il nome di Mehmet.
Proveniva da una famiglia serbo-ortodossa della piccola nobiltà di [[Bosnia]]. Secondo varie fonti, aveva una sorella e due fratelli, fra cui il [[Patriarcato di Peć|patriarca ortodosso serbo di Peć]], Makarije Sokolović. Nel [[1516]] una spedizione ottomana raggiunse il suo villaggio ed egli fu reclutato secondo la pratica del ''[[devşirme]]''. Convertitosi all'[[Islam]], ricevette il nome di [[Maometto (nome)|Mehmet]].
= Carriera =
 
Mehmet fu protagonista di una rapida ascesa nei ranghi prima dell'esercito e successivamente dell'amministrazione ottomana. Fu Gran[[gran Visirvisir]] sotto tre sultani e rivestì un ruolo di grande importanza nella diplomazia [[Europa|europea]].
 
== Prime cariche politiche e militari (1526 - 1555)==
=== Prime cariche politiche e militari (1526-1555) ===
[[File:Suleiman I. after 1560.jpg|thumb|Solimano il Magnifico, Museo del [[Palazzo di Topkapı]].]]
Cominciò la sua ascesa al potere come capo degli scudieri del sultano (in questa posizione divenne molto vicino a [[Solimano il Magnifico]]), dimostrando il proprio valore come soldato nella [[battaglia di Mohács (1526)|battaglia di Mohács]] ({{Turco|Mohaç Savaşı}}), svoltasi il 29 agosto [[1526]], nella quale gli ungheresi subirono una terribile sconfitta che segnò la fine del loro [[Regno d'Ungheria (1000-1538)|regno indipendente]], e nel primo [[assedio di Vienna]] ([[1529]]). Alla morte di [[Khayr al-Dīn Barbarossa]] ([[1546]]), Sokollu Mehmet prese il suo posto come [[capitan pascià]] e ricoprì questa carica per cinque anni. Divenne poi [[Beilerbei]] di [[Eyalet di Rumelia|Rumelia]] nel 1551, stabilendosi a [[Sofia]]. La leggenda vuole che fosse riconosciuto dalla madre, che non lo vedeva da 30 anni, per una voglia che aveva sul viso.
Nel frattempo scoppiò una guerra in [[Ungheria]]: gli [[Casa d'Asburgo|Asburgo]] rivendicavano i propri diritti sulla [[Transilvania]], all'epoca sottomessa al potere Ottomano. A Mehmet venne ordinato di dirigersi al più presto in Ungheria. Mise assieme un esercito di {{formatnum:90000}} uomini e 54 cannoni, e marciò verso il nemico assieme ai [[Bey (carica)|bey]] di [[Sangiaccato di Smederevo|Smederevo]], [[Sangiaccato di Vidin|Vidin]] e [[Sangiaccato di Nicopoli|Nicopoli]]. Quando le sue armate raggiunsero la provincia transilvanica di Srem, il monaco Ðorðe Utješenović lo supplicò di non attaccare la Transilvania, in nome della sua fedeltà ad [[Istanbul]]. Mehmet rifiutò ogni proposta di negoziato, e condusse le sue forze in tutta la regione, conquistando numerose città. Ðorðe Utješenović rispose sollevando le popolazioni locali, così da costringere Mehmet ad assediare [[Timișoara|Temeşvar]], il 14 ottobre 1551.
 
[[Immagine:Suleiman Mohacs.jpg|left|thumb|250px|Solimano il Magnifico in viaggio verso Mohács, Museo del Palazzo di Topkapı]]
Cominciò la sua ascesa al potere come capo degli scudieri del sultano (in questa posizione divenne molto vicino a [[Solimano]]), dimostrando il proprio valore come soldato nella [[battaglia di Mohács]] (Mohaç Savaşı), svoltasi il 29 agosto [[1526]], nella quale gli ungheresi subirono una terribile sconfitta che segnò la fine del loro regno indipendente, e nel primo assedio di [[Vienna]] ([[1529]]). Alla morte di Khaireddin [[Ariadeno Barbarossa|Barbarossa]] ([[1546]]), Sokollu Mehmet prese il suo posto come
[[kapudanpaşa]] e ricoprì questa carica per cinque anni. Divenne poi Beylerbeyi di Rumelia nel 1551, stabilendosi a [[Sofia]]. La leggenda vuole che fosse riconosciuto dalla madre, che non lo vedeva da 30 anni, per una voglia che aveva sul viso.
Nel frattempo scoppiò una guerra in [[Ungheria]]: gli [[Asburgo]] rivendicavano i propri diritti sulla [[Transilvania]], all'epoca sottomessa al potere Ottomano. A Mehmet venne ordinato di dirigersi al più presto in Ungheria. Mise assieme un esercito di 90.000 uomini e 54 cannoni, e marciò verso il nemico assieme ai [[Bey (carica)|bey]] di [[Smederevo]], [[Vidin]] e [[Nicopoli]]. Quando le sue armate
raggiunsero la provincia transilvanica di Srem, il monaco Ðorðe Utješenović lo supplicò di non attaccare la Transilvania, in nome della sua fedeltà ad [[Istanbul]]. Mehmet rifiutò ogni proposta di negoziato, e condusse le sue forze in tutta la regione, conquistando numerose città. Ðorðe Utješenović rispose sollevando le popolazioni locali, cosi da costringere Mehmet ad assediare [[Timişoara|Temeşvar]], il 14 ottobre 1551.
Si dice che, alle richieste degli assediati di lasciare la Transilvania, Mehmet avesse risposto:
 
{{quotecitazione|''Prima che accada questo i cervi voleranno, e il mare si ritirerà, lasciando i pesci allo scoperto''||''Prije će, dakle, laki jelen u vazduhu pasti i more gole ribe na obali ostaviti.''|lingua=sr}}
L'assedio durò circa 2 settimane, con risultati positivi per gli assediati, e Sokollu fu costretto a ritirarsi a [[Belgrado]], dove cominciarono i negoziati di pace con Utješenović, diventato nel frattempo viceré. Questi però fu assassinato il 17 dicembre e nel 1552 Mehmet riuscì a completare la conquista della Transilvania.
 
Nel 1553, Solimano dichiarò guerra alla [[Persia]] e Mehmet fu spedito a [[Tokat]] nell'inverno '53/'54, per comandare le forze del fronte orientale.
 
=== Terzo Visirvisir (1555 - 1561) ===
Impressionato da Mehmet, Solimano lo nominò Terzo [[visir]] nel 1555, mentre la carica di governatore della Rumelia fu data ad all'[[Agha dei Giannizzeri|ağa dei giannizzeri]], di origine erzegovina, Pertev Pascià, compagno di Mehmet ai tempi dell'apprendistato presso il tesoriere (''[[defterdar]]'') [[İskender Çelebi]]. Quasi subito Mehmet dovette sedare una rivolta nei pressi di [[Tessalonica]], capeggiata da Mustafa Bey, che si spacciava per figlio del sultano. La rivolta fu repressa e Mustafa impiccato.
Il fratello di Mehmet, Makarije, era l'[[igumeno]] del [[monastero di Hilandar]] a [[Stato Monastico Autonomo del Monte Athos|Monte Athos]]. Durante una visita ad [[Istanbul]], nel 1557, Makarije discusse con il fratello la possibilità di un rinnovamento all'interno della [[Chiesa ortodossa serba]]. Più tardi, lo stesso anno, Mehmet promulgò un editto (''[[Firmano|ferman]]''<ref>In italiano "firmano".</ref>) con il quale ripristinava il Patriarcato serbo di Peć, con [[Makarije Sokolović]] come patriarca Makarije I. L'editto garantiva inoltre la libertà di culto all'interno dell'impero. [[Lala Kara Mustafa Pascià|Lala Mustafa Pascià]], precettore dei figli del sultano, e che anni dopo sarà comandante della campagna militare per la conquista di [[Cipro]], incitò il figlio di Solimano, [[Şehzade Bayezid|Bayezid]], allora [[beilerbei]] di [[Eyalet di Karaman|Karaman]], a guidare una rivolta contro il fratello [[Selim II|Selim]], successore designato di Solimano. Sokollu Mehmet mise insieme un esercito e marciò su [[Konya]], sedando la rivolta e sconfiggendo le forze di Bayezid nel maggio 1559. Questo fuggì in [[Persia]], ma dopo vari negoziati il visir riuscì ad ottenere la sua estradizione da parte dello ''[[shah]]'', in modo da poter giustiziare il ribelle insieme ai suoi quattro figli.
 
=== Secondo visir (1561-1565) ===
Impressionato da Mehmet, Solimano lo nominò Terzo [[Visir]] nel 1555, mentre la carica di governatore della Rumelia fu data ad un generale (ağa) dei [[giannizzeri]], di origine erzegovina, Pertev Paşa, compagno di Mehmet ai tempi dell'apprendistato presso il tesoriere (''defterdar'') [[İskender Çelebi]]. Quasi subito Mehmet dovette sedare una rivolta nei pressi di [[Tessalonica]], capeggiata da [[Mustafa Bey]], che si spacciava per figlio del sultano. La rivolta fu repressa e Mustafa impiccato.
Quando il gran visir [[Rüstem Pascià]] morì nel 1561, gli successe il secondo visir [[Semiz Ali Pascià]]. Di conseguenza Mehmet divenne secondo visir, Pertev Pascià il terzo. L'anno seguente Mehmet sposò la nipote di Solimano [[Ismihan Sultan (figlia di Selim II)|İsmihan Sultan]], figlia del principe Selim, e trascorse in pace gli anni seguenti. Successivamente, nel 1564, suo nipote [[Sokollu Mustafa Bey]] fu nominato [[sanjak-bey]] di [[Sangiaccato di Bosnia|Bosnia]].
Il fratello di Mehmet, Makarije, era l'[[igumeno]] del monastero di [[Chilandar]] sul [[monte Athos]]. Durante una visita ad [[Istanbul]], nel 1557, Makarije discusse con il fratello la possibilità di un rinnovamento all'interno della [[Chiesa ortodossa]] serba. Più tardi, lo stesso anno, Mehmet promulgò un editto ([[ferman]]) con il quale ripristinava il patriarcato di [[Peć]], con Makarije Sokolovič come patriarca Makarije I. L'editto garantiva inoltre la libertà di culto all'interno dell'impero. [[Lala Mustafa Paşa]], precettore dei figli del sultanto, e che anni dopo sarà comandante della campagna militare per la conquista di [[Cipro]], incitò il figlio di Solimano, [[Bayezid]], allora governatore di [[Karaman]], a guidare una rivolta contro il fratello [[Selim II|Selim]], successore designato di Solimano. Sokollu Mehmet mise insieme un esercito e marciò su [[Konya]], sedando la rivolta e sconfiggendo le forze di Bayezid nel maggio 1559. Questo fuggi in [[Persia]], ma dopo vari negoziati il visir riuscì ad ottenere la sua estradizione da parte dello [[shah]], in modo da poter giustiziare il ribelle insieme ai suoi quattro figli.
 
=== SecondoGran Visirvisir (1561 1565-1579) 1565)===
Nel giugno del 1565 Semiz Ali morì. Il sultano, che riponeva grande fiducia in Mehmed, lo promosse a gran visir.
 
==== Assedio di Szigetvár (1566) ====
Quando il Gran Visir [[Rüstem Paşa]] morì nel 1561, gli successe il secondo visir [[Semiz Ali Paşa]]. Di conseguenza Mehmet divenne secondo visir, Pertev Paşa il terzo.
Alla fine di quell'anno e nei primi mesi del 1566 crebbe la tensione tra Solimano e il Sacro Romano Impero di [[Massimiliano II d'Asburgo|Massimiliano II]]. Questi desiderava riprendere le città precedentemente conquistate dagli [[Impero ottomano|Ottomani]] in Ungheria e Bosnia e, quando i negoziati fallirono, dichiarò guerra. Allora Sokollu ordinò a suo nipote Mustafa Bey di Bosnia di avanzare contro l'imperatore cristiano. Mustafa riuscì a prendere le città di [[Krupa na Uni|Krupa]] e [[Dvor (Croazia)|Dvor na Uni]]. Il Sultano rispose immediatamente dichiarando guerra a sua volta e il gran visir cominciò a preparare l'avanzata del grosso dell'esercito ottomano. In 50 giorni Mehmet e il Sultano, alla guida delle truppe, giunsero a Belgrado, per poi passare in Ungheria, dove avvenne lo scontro tra una parte degli Ottomani e le truppe del nobile croato-ungherese [[Nikola Šubić Zrinski|Nikola Zrinski]]. Quest'ultimo ebbe la meglio, sconfiggendo il Sancak Bey Tirhal Mehmet, per poi giustiziarlo insieme al figlio e acquisire un bottino di {{formatnum:17000}} [[Ducato (moneta)|ducati]]. Ciò suscitò l'ira del sultano, che ordinò a Sokollu di assediare la città di [[Szigetvár]], mentre il governatore di [[Buda]], Arslan Pascià, perdeva le città di [[Palota]], [[Veszprém]] e [[Tata (Ungheria)|Tata]]. Per questo motivo il sultano privò Arslan della sua carica e lo sostituì con Sokollu Mustafa Bey. Alla battaglia di Szigetvár parteciparono Mehmet Pascià, i suoi figli Kurt Bey e Hassan Bey e lo stesso sultano Solimano; l'esercito ottomano comprendeva {{formatnum:90000}} soldati e 300 cannoni. La città cadde dopo un lungo ed estenuante assedio, durante il quale persero la vita sia Nikola Zrinski che Solimano il Magnifico (quest'ultimo per cause naturali).
L'anno seguente Mehmet sposò la nipote di Solimano [[İsmihan]], figlia del principe Selim, e trascorse in pace gli anni seguenti. Successivamente, nel 1564, suo nipote [[Sokollu Mustafa Bey]] fu nominato governatore di [[Bosnia]].
 
[[File:II Selim.jpg|thumb|Il Sultano Selim II, Museo del Palazzo di Topkapı]]
== Gran Visir (1565 - 1579)==
 
Sokollu Mehmet Pascià giustiziò tutti coloro che avevano assistito alla morte del sovrano e annunciò che questi era troppo malato per mostrarsi e che si sarebbe curato a Szigetvár, nel frattempo egli avrebbe agito secondo le sue disposizioni. Quindi premiò tutti coloro che avevano contribuito maggiormente alla cattura della città e aumentò la paga dei soldati, poi inviò una lettera al principe Selim, rimasto unico erede al trono, comunicandogli la morte di Solimano. Così l'esercitò si mise in marcia verso Belgrado e il gran visir annunciò solennemente la dipartita del Sultano. In Serbia il nuovo sultano [[Selim II]], passato alla storia come ''Sarhoş'' (l'Ubriacone), salutò le truppe e confermò Mehmet Pascià come suo gran visir.
Nel giugno del 1565 Semiz Ali morì. Il sultano, che riponeva grande fiducia in Mehmed, lo promosse a Gran Visir.
 
Due anni dopo, il 17 febbraio 1568, Mehmet Pascià riuscì a concludere a Istanbul un [[Trattato di Adrianopoli (1568)|trattato di pace]] con l'Imperatore Massimiliano II, in cui questi accettava di pagare un "dono" annuale di {{formatnum:30000}} ducati.
=== Assedio di Szigetvár (1566)===
 
==== Strategie politiche (1568-1571) ====
Alla fine di quell'anno e nei primi mesi del '66 crebbe la tensione tra Solimano e il Sacro Romano Impero di [[Massimiliano II]]. Questi desiderava riprendere le città precedentemente conquistate dagli ottomani in Ungheria e Bosnia e, quando i negoziati fallirono, dichiarò guerra. Allora Sokollu ordinò a suo nipote Mustafa Bey di Bosnia di avanzare contro l'imperatore cristiano. Mustafa riuscì a prendere le città di [[Krupa]] e [[Dvor na Uni]]. Il Sultano rispose immediatamente dichiarando guerra a sua volta e il Gran Visir cominciò a preparare l'avanzata del grosso dell'esercito ottomano. In 50 giorni Mehmet e il Sultano, alla guida delle truppe, giunsero a Belgrado, per poi passare in Ungheria, dove avvenne lo scontro tra una parte degli Ottomani e le truppe del nobile croato-ungherese [[Nikola Zrinski]]. Quest'ultimo ebbe la meglio, sconfiggendo il Sancak Bey Tirhal Mehmet, per poi giustiziarlo insieme al figlio e acquisire un bottino di 17000 [[Ducato (moneta)|ducati]]. Ciò suscitò l'ira del sultano che ordinò a Sokollu di assediare la città di [[Szigetvár]], mentre il governatore di [[Buda]], Arslan Paşa, perdeva le città di [[Palota]], [[Veszprém]] e [[Tata]]. Per questo motivo il sultano privò Arslan della sua carica e lo sostituì con Sokollu Mustafa Bey. Alla battaglia di Szigetvár parteciparono Mehmet Paşa, i suoi figli Kurt Bey e Hassan Bey e lo stesso sultano Solimano; l'esercito ottomano comprendeva 90000 soldati e 300 cannoni. La città cadde dopo un lungo ed estenuante assedio, durante il quale persero la vita sia Nikola Zrinski che Solimano il Magnifico.
Si può ben dire che Sokollu Mehmet ragionasse in termini di "Mediterraneo allargato". Egli fu il massimo sostenitore del progetto di un canale che doveva collegare il [[Don (fiume Russia)|Don]] al [[Volga]], favorendo i commerci tra [[Mar Nero]] e [[Mar Caspio]], così come nel 1568 pensò anche a un canale che tagliasse l'istmo di [[Suez]] per un collegamento tra [[Mar Mediterraneo|Mediterraneo]] e [[Mar Rosso]]. Ma non portò mai a termine nessuna delle due opere. Si tentò di realizzare la prima inviando delle truppe ad assediare la russa [[Astrachan']], sul Volga, insieme alle maestranze per la costruzione del canale, mentre contemporaneamente una flotta ottomana minacciava dal Mar Nero la città di [[Azov]]. I Russi reagirono immediatamente sbaragliando le forze ottomane sul Volga e una tempesta distrusse le navi di Istanbul al largo di Azov. Quindi nel 1570 un nuovo accordo con la [[Russia]] di [[Ivan il Terribile]] ripristinò i rapporti amichevoli tra i due paesi, tra [[Sultano]] e [[Zar]].
[[Immagine:II Selim.jpg|thumb|left|il Sultano Selim II, Museo del Palazzo di Topkapı]]
[[Selim II]] era un sovrano assai debole, il vero potere era nelle mani del gran visir, che si adoperò anche per consolidare i confini dell'impero nella [[Penisola arabica]], e in particolare nell'[[Hegiaz]] e nello [[Yemen]], riportando grandi successi militari e ottenendo grande fama e popolarità. Nel 1571 la moglie di Mehmet, İsmihan, fece costruire a Istanbul dal famoso architetto [[Sinān]] la ''Sokollu Mehmet Paşa Camii'' ([[Moschea di Sokollu Mehmed Pascià (Fatih)|Moschea di Sokollu Mehmet Pascià]]).
 
==== Guerra di Cipro (1570-1573) ====
Sokollu Mehmet Paşa giustiziò tutti coloro che avevano assistito alla morte del sovrano e annunciò che questi era troppo malato per mostrarsi e che si sarebbe curato a Szigetvár, nel frattempo egli avrebbe agito secondo le sue disposizioni. Quindi premiò tutti coloro che avevano contribuito maggiormente alla cattura della città e aumentò la paga dei soldati, poi inviò una lettera al principe Selim, rimasto unico erede al trono, comunicandogli la morte di Solimano. Così l'esercitò si mise in marcia verso Belgrado, e il Gran Visir annunciò solennemente la dipartita del Sultano. In Serbia il nuovo sultano [[Selim II]], passato alla storia come Sarhoş (l'Ubriacone), salutò le truppe e confermò Mehmet Paşa come suo Gran Visir.
{{Vedi anche|Guerra di Cipro}}
[[File:Battle of Lepanto 1571.jpg|upright=1.9|thumb|La battaglia di Lepanto (''artista sconosciuto'').]]
L'isola di Cipro rivestiva una grande importanza da un punto di vista strategico e commerciale, poiché costituiva una tappa fondamentale per il rifornimento delle [[galea|galee]] sulle rotte del Mediterraneo orientale verso la [[Palestina]], l'[[Egitto]], ma soprattutto verso i luoghi santi di [[Mecca]] e [[Medina]]. Era in mano [[Repubblica di Venezia|veneziana]] da tempo, ed era rimasta ormai l'unica enclave cristiana in un mare prevalentemente musulmano e ottomano. Secondo una certa storiografia occidentale la guerra iniziata dagli Ottomani per la sua conquista fu dettata da motivi personalistici di Selim II, che puntava a una grande impresa militare per passare alla storia come grande conquistatore e inoltre l'isola fungeva da base sicura per i pirati cristiani in quell'area.
 
Nel 1570 a Istanbul si formarono due fazioni, una a favore della guerra, l'altra contraria. Sokollu Mehmet, che temeva una grande alleanza cristiana, apparteneva alla seconda, mentre la prima fazione era assai più numerosa. A questa appartenevano il terzo visir [[Piyale Pascià]], il secondo visir [[Pertev Mehmed Paşa]], il precettore (''[[Lala (titolo)|lala]]'', in turco) del sultano e generale [[Lala Kara Mustafa Pascià|Lala Mustafa Pascià]], il Sultano e il Gran [[Muftī]] [[Ebussuud Efendi|Ebussuud]], principale esponente del ceto religioso degli [[ʿulamāʾ]] nell'Impero ottomano, che emise una ''fetva'' (parola turca dall'arabo ''[[fatwā]]'', sentenza basata sulla ''[[shari'a|sharīʿa]]'') in cui giustificava una campagna militare per la conquista di Cipro in quanto questa, agli albori dell'Islam, era stata per una trentina di anni musulmana (dal 654 al 683) e doveva quindi essere "riconquistata". Nell'estate del 1570 la flotta ottomana sbarcò sull'isola e il 4 agosto del 1571 completò la sua conquista sconfiggendo i Veneziani nell'[[assedio di Famagosta]]. Fu tragicamente famosa la fine del comandante veneziano [[Marcantonio Bragadin (generale)|Marcantonio Bragadin]], difensore di Famagosta, [[scorticamento|scuoiato vivo]] da Lala Mustafa Pascià con il pretesto di aver giustiziato, dopo aver sottoscritto la resa, cinquanta pellegrini musulmani catturati qualche tempo prima e di cui aveva giurato il rilascio. Episodio assai importante della guerra di Cipro fu la [[battaglia di Lepanto]], il 7 ottobre del 1571. Una grande coalizione cristiana promossa da [[papa Pio V]] e da [[Filippo II di Spagna|Filippo II]] e che comprendeva oltre a [[Stato Pontificio]] e [[Spagna]] (compresi i suoi domini italiani di [[Napoli]] e [[Sicilia]]), anche [[Venezia]], [[Genova]], [[Ducato di Savoia]] e [[Cavalieri Ospitalieri]] di [[Malta]], riunì le sue navi nel [[porto di Messina]], da cui partì sotto il comando generale di [[Giovanni d'Austria|Don Giovanni d'Austria]] per scontrarsi con la flotta ottomana nel mare di fronte alla cittadina greca di [[Lepanto]]. La grande sconfitta subita dagli Ottomani, guidati da [[Müezzinzade Alì Pascià]], Pertev Pascià, e dal rinnegato calabrese [[Uluç Alì Pascià|Uluç Ali]] (il cui vero nome era Giovanni Dionigi Galeni), che fu l'unico a tornare vivo e con le proprie navi, fu esaltata trionfalmente nelle corti d'Europa e in particolare a Venezia, soprattutto secoli dopo, in [[risorgimento|età risorgimentale]], per dimostrare la grandezza dei propri antenati. In realtà questa grande sconfitta fece parte di una guerra che gli Ottomani vinsero, e attraverso la quale Sokollu Mehmet Pascià riuscì abilmente a eliminare i propri nemici politici partiti verso il fronte. La battaglia di Lepanto passò quasi inosservata a Istanbul, dove si festeggiava la conquista di Cipro, e la flotta fu ricostruita in poco tempo.
Due anni dopo, il 17 Febbraio 1568, Mehmet Paşa riuscì a concludere a Istanbul un trattato di pace con l'Imperatore Massimiliano II, in cui questi accettava di pagare un "dono" annuale di 30000 ducati.
 
L'amministrazione di [[Eyalet di Cipro|Cipro]] fu affidata a un vecchio amico del gran visir, l'arabo [[Ahmed Pascià]]. Nel 1573 Venezia firmò una nuova pace separata con Mehmet, ponendo fine alla [[Lega Santa (1571)|Lega Santa]]. Egli inoltre estese ad altri otto anni la pace con gli Asburgo e mantenne buone relazioni con [[Francia]], [[Polonia]] e Russia.
=== Strategie politiche (1568 - 1571) ===
[[File:Sultan Murad III.jpeg|thumb|Il Sultano Murat III]]
 
==== Ultimi anni (1574-1579) ====
Si può ben dire che Sokollu Mehmet ragionasse in termini di "Mediterraneo allargato". Egli fu il massimo sostenitore del progetto di un canale che doveva collegare il [[Don]] al [[Volga]], favorendo i commerci tra [[Mar Nero]] e [[Mar Caspio]], così come nel 1568 pensò anche a un canale che tagliasse l'istmo di [[Suez]] per un collegamento tra [[Mediterraneo]] e [[Mar Rosso]]. Ma non portò mai a termine nessuna delle due opere. Si tentò di realizzare la prima inviando delle truppe ad assediare la russa [[Astrakhan]], sul Volga, insieme alle maestranze per la costruzione del canale, mentre contemporaneamente una flotta ottomana minacciava dal Mar Nero la città di [[Azov]]. I Russi reagirono immediatamente sbaragliando le forze ottomane sul Volga e una tempesta distrusse le navi di Istanbul a largo di Azov. Quindi nel 1570 un nuovo accordo con la [[Russia]] di [[Ivan il Terribile]] ripristinò i rapporti amichevoli tra i due paesi, tra [[Sultano]] e [[Zar]].
Nel 1574 il patriarca ortodosso di Peć Makarije Sokolović, fratello del gran visir, morì. Allora Mehmet lo fece sostituire da suo nipote Antonije Sokolović e dopo la sua morte prematura, nel 1575, fece sì che quella carica fosse di un altro suo nipote, Gerasim Sokolović.<br />Quando nel 1574 morì Selim II, Sokollu si inchinò al nuovo sultano [[Murad III|Murat III]], che lo riconfermò. Questa volta però avrebbe dovuto condividere il suo potere effettivo con la madre del sultano (''valide sultan'') [[Nûr Bânû]] (ovvero la veneziana Cecilia Baffo). Iniziò così il periodo di declino del grande potere di Mehmet. Murat rimosse gradualmente dalle cariche più alte tutti gli alleati del gran visir, come il tesoriere (''defterdar'') Feridun Pascià, mandato a Belgrado, o il governatore di Cipro Ahmed, fatto fuori dai militari di stanza nell'isola. Il 10 ottobre del 1578 il governatore di Buda e nipote di Mehmet, Sokollu Mustafa Bey, fu assassinato. Un anno e un giorno dopo un [[derviscio]] mentalmente instabile chiese di vedere il gran visir e questi gli permise di entrare nelle sue stanze. Ma il derviscio, che nascondeva un pugnale, lo accoltellò. Dopo tre ore di agonia Mehmet Pascià Sokolovič morì e il governo ne fu informato il mattino seguente dal [[Bailo (Repubblica di Venezia)|bailo]] veneziano.<br/>
[[Selim II]] era un sovrano assai debole, il vero potere era nelle mani del Gran Visir, che si adoperò anche per consolidare i confini dell'impero nella [[Penisola Araba]], e in particolare nello [[Hijaz|Ḥijāz]] e nello [[Yemen]], riportando grandi successi militari e ottenendo grande fama e popolarità. Nel 1571 la moglie di Mehmet, İsmihan, fece costruire a Istanbul dal famoso architetto [[Sinan]] la Sokollu Mehmet Paşa Camii (Moschea di Sokollu Mehmet Paşa).
Paragonato ad altri statisti ottomani, Mehmet fu cauto negli affari esteri e preferì mosse strategiche a possibili atti di forza. Dopo la sua morte la libertà religiosa che aveva concesso agli abitanti dell'Impero fu riconfermata.
 
==Famiglia==
=== Guerra di Cipro (1571 - 1573) ===
Il 17 agosto 1562 sposò [[Ismihan Sultan (figlia di Selim II)|Ismihan Sultan]], figlia del futuro sultano [[Selim II]] e di [[Nurbanu Sultan]] e nipote del [[Sultani ottomani|sultano]] [[Solimano il Magnifico]].
 
Insieme ebbero una figlia e tre figli:
[[Immagine:Lepanto.jpg|420px|thumb|La battaglia di Lepanto (''artista sconosciuto'').]]
*Safiye Hanımsultan (1563 - ?). Sposò inizialmente il cugino di suo padre, Sokollu Mustafa Pasha, governatore di Buda. Dopo il suo esilio nel 1578, divorziò e sposò il nuovo governatore di Buda, Silahdar Cafer Pasha. Dopo la sua morte nel 1587, gli diede due figli postumi, i gemelli Mehmed Bey e Cafer Bey, che morirono da bambini. Sposò in terze nozze Sultanzade Abdülbaki Bey, figlio della cugina di sua madre [[Hümaşah Sultan (figlia di Şehzade Mehmed)|Hümaşah Sultan]].
*Sultanzade Ahmed Bey (1563 - 1567)
*Sultanzade Sokolluzade Ibrahim Han Pascià (1565 - 1622). Nel 1924, un suo discendente, Sokulluzade Abdülbâki Ihsân Bey, sposò un'altra principessa ottomana, [[Rukiye Sultan]], nipote del sultano [[Mehmet V|Mehmed V]].
*Sultanzade Piri Mehmed Bey (1566 - 1567)
 
== Lasciti ==
L'isola di Cipro rivestiva una grande importanza da un punto di vista strategico e commerciale, poiché costituiva una tappa fondamentale per il rifornimento delle [[galea|galee]] sulle rotte del Mediterraneo orientale verso la [[Palestina]], l'[[Egitto]], ma soprattutto verso i luoghi santi di [[Mecca]] e [[Medina]]. Era in mano [[Repubblica di Venezia|veneziana]] da tempo, ed era rimasta ormai l'unica enclave cristiana in un mare prevalentemente musulmano e ottomano. Secondo una certa storiografia occidentale la guerra iniziata dagli Ottomani per la sua conquista fu dettata da motivi personalistici di Selim II, che puntava a una grande impresa militare per passare alla storia come grande conquistatore e inoltre l'isola fungeva da base sicura per i pirati cristiani in quell'area.
Mehmet Pascià viene ricordato tra le [[slavi|popolazioni slave meridionali]] per le opere architettoniche fatte costruire da lui nell'area dei [[Penisola balcanica|Balcani]]. Inoltre, come è già stato ricordato, fu molto importante la sua azione all'interno della [[Chiesa ortodossa serba]] durante il periodo del terzo visirato e non solo. L'opera più importante di cui Mehmet volle dotare le sue terre d'origine fu un [[Ponte di Mehmed Paša Sokolović|ponte a undici arcate]] sul fiume [[Drina]], fatto costruire dal gran visir nella sua città, [[Višegrad]]. La storia di questo ponte verrà poi ricordata nel romanzo dello scrittore premio Nobel [[Ivo Andrić]], ''[[Il ponte sulla Drina]]''. Nel villaggio natale di Sokolovići fece erigere una moschea, un caravanserraglio e una scuola. Fece installare inoltre un sistema di irrigazione, ancora oggi visibile. Oltre al ponte di Višegrad gli vengono attribuiti anche il ponte '' [[Ponte di Arslanagić|Arslanagić]]'' a [[Trebigne]], il ponte ''del visir'' a [[Podgorizza]] e il ponte ''Kozja'' a [[Sarajevo]]. Si deve a lui anche la costruzione di una strada tra Sarajevo e Višegrad e un castello, di cui resta oggi solo una fontana.<br/>
Nel 1571 a Istanbul si formarono due fazioni, una a favore della guerra, l'altra contraria. Sokollu Mehmet,che temeva una grande alleanza cristiana, apparteneva alla prima, mentre la seconda fazione era assai più numerosa. A questa appartenevano il terzo visir [[Piyale Paşa]], il secondo visir [[Pertev Paşa]], il precettore (lala) del sultano e generale [[Lala Mustafa Paşa]], il Sultano e il Gran [[Mufti]] [[Ebussuud]], capo della classe religiosa degli [[ulema]] nell'Impero Ottomano, che emise una ''fetva'' (parola turca dall'arabo [[fatwa]], sentenza basata sulla [[sharī‘a|shari'a]]) in cui giustificava una campagna militare per la conquista di Cipro in quanto questa, agli albori dell'Islam, era stata per una trentina di anni musulmana (dal 654 al 683) e doveva quindi essere "riconquistata". Nell'estate del 1571 la flotta ottomana sbarcò sull'isola e il 5 agosto completò la sua conquista sconfiggendo i Veneziani nell'assedio di [[Famagosta]]. Famosa è la tragica fine del comandante veneziano [[Marcantonio Bragadin]], difensore di Famagosta,fatto squartare vivo da Lala Mustafa Paşa per aver giustiziato, dopo aver sottoscritto la resa, cinquanta pellegrini musulmani catturati qualche tempo prima e di cui aveva giurato il rilascio. Episodio assai importante della guerra di Cipro fu la [[battaglia di Lepanto]], il 7 ottobre del 1571. Una grande coalizione cristiana promossa da papa [[Pio V]] e da [[Filippo II di Spagna|Filippo II]] e che comprendeva oltre a [[Stato Pontificio]] e [[Spagna]] (compresi i suoi domini italiani di [[Napoli]] e [[Sicilia]]), anche [[Venezia]], [[Genova]], [[Ducato di Savoia]] e [[Cavalieri Ospitalieri]] di [[Malta]], riunì le sue navi nel porto di [[Messina]], da cui partì sotto il comando generale di [[Don Giovanni d'Austria]] per scontrarsi con la flotta ottomana nel mare di fronte alla cittadina greca di [[Lepanto]]. La grande sconfitta subita dagli Ottomani, guidati da [[Ali Pasha|Müezzinzâde Ali Paşa]], Pertev Paşa, e dal rinnegato calabrese Uluç Ali (il cui vero nome era [[Giovanni Dionigi Galeni]]), che fu l'unico a tornare vivo e con le proprie navi, fu esaltata trionfalmente nelle corti d'Europa e in particolare a Venezia, soprattutto secoli dopo, in [[risorgimento|età risorgimentale]], per dimostrare la grandezza dei propri antenati. In realtà questa grande sconfitta fece parte di una guerra che gli Ottomani vinsero, e attraverso la quale Sokollu Mehmet Paşa riuscì abilmente a eliminare i propri nemici politici partiti verso il fronte. La battaglia di Lepanto passò quasi inosservata a Istanbul, dove si festeggiava la conquista di Cipro, e la flotta fu ricostruita in poco tempo.
La vita di Mehmed Paşa Sokolovič è diventata nel corso dei secoli il soggetto di numerose leggende balcaniche e turche, poesie e racconti.
L'amministrazione di Cipro fu affidata a un vecchio amico del Gran Visir, l'arabo [[Ahmed Paşa]]. Nel 1573 Venezia firmò una nuova pace separata con Mehmet, ponendo fine alla [[Lega Santa]]. Egli inoltre estese ad altri otto anni la pace con gli Asburgo e mantenne buone relazioni con [[Francia]], [[Polonia]] e Russia.
 
== Note ==
[[Immagine:Sultan Murad III.jpeg|thumb|left|230px|Il Sultano Murat III]]
<references/>
 
== Bibliografia ==
=== Ultimi anni (1574 - 1579)===
* {{Cita libro|autore=Maria Pia Pedani|titolo=Breve storia dell'impero ottomano|url=https://www.academia.edu/14679324/Breve_storia_dell_Impero_Ottomano_Roma_2006|anno=2006|editore=Aracne|OCLC=868521250|ISBN=88-548-0901-2}}
* {{Cita libro|autore=[[Robert Mantran]]|titolo=Storia dell'impero ottomano|anno=1999|editore=Argo|OCLC=868615920|ISBN=88-8234-019-8}}
 
== Voci correlate ==
Nel 1574 il patriarca ortodosso di Peć Makarije Sokolovič, fratello del Gran Visir, morì. Allora Mehmet lo fece sostituire da suo nipote Antonije Sokolovič e dopo la sua morte prematura, nel 1575, fece sì che quella carica fosse di un altro suo nipote, Gerasim Sokolovič.
* [[Guerre ottomano-asburgiche]]
Quando nel 1574 morì Selim II, Sokollu si inchinò al nuovo sultano [[Murad III|Murat III]], che lo riconfermò. Questa volta però avrebbe dovuto condividere il suo potere effettivo con la madre del sultano (''valide sultan'') [[Nur-Banu|Nur Banu]]. Secondo la tradizione costei sarebbe stata una nobildonna veneziana ([[Cecilia Venier-Baffo]]) finita nell'harem del Sultano dopo essere stata rapita in mare, ma secondo le ricerche più recenti pare che si trattasse in realtà di una greca di [[Corfù]]. Iniziò così il periodo di declino del grande potere di Mehmet. Murat rimosse gradualmente dalle cariche più alte tutti gli alleati del Gran Visir, come il tesoriere (''defterdar'') Feridun Paşa, mandato a Belgrado, o il governatore di Cipro Ahmed, fatto fuori dai militari di stanza nell'isola. Il 10 ottobre del 1578 il governatore di Buda e nipote di Mehmet, Sokollu Mustafa Bey, fu assassinato. Un anno e un giorno dopo un [[derviscio]] mentalmente instabile chiese di vedere il Gran Visir e questi gli permise di entrare nelle sue stanze. Ma il derviscio, che nascondeva un pugnale, lo accoltellò. Dopo tre ore di agonia Mehmet Paşa Sokolovič morì e il governo ne fu informato il mattino seguente dal [[bailo]] veneziano.
* [[Gran visir dell'Impero ottomano]]
Paragonato ad altri statisti ottomani Mehmet fu cauto negli affari esteri e preferì mosse strategiche a possibili atti di forza. Dopo la sua morte la libertà religiosa che aveva concesso agli abitanti dell'Impero fu riconfermata.
 
== Altri progetti ==
= Lasciti =
{{interprogetto}}
 
[[Immagine:Višegrad 001.JPG|300px|thumb|right|Il Ponte di [[Višegrad]]]]
 
Mehmet Paşa viene ricordato tra le [[slavi|popolazioni slave meridionali]] per le opere architettoniche fatte costruire da lui nell'area dei [[Balcani]]. Inoltre, come è già stato ricordato, fu molto importante la sua azione all'interno della [[Chiesa Ortodossa Serba]] durante il periodo del terzo visirato. L'opera più importante di cui Mehmet volle dotare le sue terre d'origine fu un ponte a undici arcate sul fiume [[Drina]], fatto costruire dal Gran Visir nella sua città, Višegrad. La storia di questo ponte verrà poi ricordata nel romanzo d'esordio dello scrittore bosniaco premio Nobel [[Ivo Andrić]], [[Il ponte sulla Drina]]. Nel villagio natale di Sokolovići fece erigere una moschea, un caravanserraglio e una scuola. Fece installare inoltre un sistema di irrigazione, ancora oggi visibile. Oltre al ponte di Višegrad gli vengono attribuiti anche il ponte '' Arslanagić'' a [[Trebinije]], il ponte ''del Visir'' a [[Podgorica]] e il ponte ''Kozja'' a [[Sarajevo]]. Si deve a lui anche la costruzione di una strada tra Sarajevo e Višegrad e un castello, di cui resta oggi solo una fontana.
La vita di Mehmed Paşa Sokolovič è diventata nel corso dei secoli il soggetto di numerose leggende balcaniche e turche, poesie e racconti.
 
== Collegamenti esterni ==
= Bibliografia =
* {{Collegamenti esterni}}
* Maria Pia Pedani, ''Breve Storia dell'Impero Ottomano'', Roma, Aracne, 2006
* Robert Mantran, ''Storia dell'Impero Ottomano'', Lecce, Argo, 1999
 
{{Gran visir ottomani del XVI secolo}}
[[Categoria:Storia dell'Impero Ottomano]]
{{Controllo di autorità}}
{{portale|biografie}}
 
[[Categoria:Gran visir dell'Impero ottomano del secolo XVI]]
[[bs:Mehmed-paša Sokolović]]
[[Categoria:Morti pugnalati]]
[[de:Mehmed-paša Sokolović]]
[[Categoria:Capitan Pascià]]
[[en:Sokollu Mehmet Paşa]]
[[Categoria:Damat]]
[[fr:Mehmed pacha Sokolović]]
[[hr:Mehmed-paša Sokolović]]
[[hu:Szokoli Mehmed]]
[[ja:ソコルル・メフメト・パシャ]]
[[nl:Sokollu Mehmet Paşa]]
[[sr:Мехмед-паша Соколовић]]
[[tr:Sokollu Mehmet Paşa]]