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{{nota disambigua}}
La parola '''mantra''' deriva dalla combinazione delle due parole [[Sanscrito|sanscrite]] ''manas'' (mente) e ''trayati'' (liberare). Il mantra si può quindi considerare come un suono in grado di liberare la mente dai pensieri.
[[File:Golden Aum.png|thumb|Il [[simbolo]] dell{{'}}''[[Om (induismo)|Oṃ]]'', il più [[sacro]] ''mantra'' induista. Questo simbolo ॐ deriva dall'unione di due caratteri della [[Alfabeto devanagari|devanāgarī]]: ऊ ('au') + ँ ('m' nasale) riportati in [[corsivo]]. Risultando la devanāgarī una scrittura non precedente all'VIII secolo d.C., questo simbolo è di gran lunga posteriore alla sillaba ''Oṃ'', presente in testi anteriori almeno al VI secolo a.C.]]
 
'''Mantra''' ([[devanāgarī]]: मन्त्र) è un sostantivo [[Sanscrito vedico|sanscrito]] [[maschile]] (raramente [[Neutro (linguistica)|neutro]]) che indica, nel suo significato proprio, il ''"veicolo o strumento del [[pensiero]] o del pensare"'', ovvero un{{'}}"espressione [[sacro|sacra]]" che può essere un verso del ''[[Veda]]'', una [[formula magica|formula sacra]] indirizzata ad un ''[[deva]]'', una formula [[misticismo|mistica]] o [[magia|magica]], una [[preghiera]], un [[canto]] sacro o una pratica [[meditazione|meditativa]] e [[religione|religiosa]].
Sostanzialmente consiste in una formula (una o più [[sillaba|sillabe]], o [[lettera|lettere]] o [[frase|frasi]]), generalmente in [[Sanscrito]], che vengono ripetute per un certo numero di volte al fine di ottenere un determinato effetto, principalmente a livello mentale, ma anche, seppur in maniera ridotta, a livello fisico ed energetico.
 
La nozione di ''mantra'' ha origine dalle credenze [[religione|religiose]] dell'[[India]] ed è propria delle culture religiose che vanno sotto il nome di [[Vedismo]], [[Brahmanesimo]], [[Buddismo]], [[Giainismo]], [[Induismo]] e [[Sikhismo]].
Esistono moltissimi mantra per gli scopi più diversi; la maggior parte sono in sanscrito, ma ne esistono anche in altre lingue.
Il mantra più conosciuto è il mantra [[Aum|Om]] (AUM).
[[Immagine:Mantras caved into rock in Tibet.jpg|thumb|250px|In [[Tibet]], molti [[Buddhismo|buddhisti]] incidono i mantra nella roccia come forma di devozione.]]
Il loro uso varia a seconda delle scuole spirituali o delle [[filosofia|filosofie]]. Vengono principalmente utilizzati come amplificatori spirituali, parole e vibrazioni che inducono nei devoti una graduale [[concentrazione]]. I mantra vengono utilizzati anche per accumulare ricchezza, evitare pericoli, o eliminare nemici. I Mantra hanno origine in [[India]] all'interno dell'[[Induismo]] [[Veda|Vedico]] e nel [[Jainismo]], popolari in diverse e moderne pratiche spirituali che si rifanno seppur in modo impreciso alle antiche pratiche delle religioni Orientali.
 
Per mezzo del [[Buddismo]] la nozione e la pratica religiosa dei ''mantra'' si sono diffuse lungo tutta l'[[Asia]] giungendo in [[Tibet]], in [[Cina]] e, attraverso quest'ultima, in [[Giappone]], [[Corea]] e [[Vietnam]].
I Mantra sono considerati come [[suono|suoni]] [[vibrazione|vibrazionali]], a causa della grande enfasi che si pone alla loro corretta pronuncia (grazie allo sviluppo della scienza [[fonetica]], in India, migliaia di anni fa). Il loro scopo è liberare la mente dalla realtà [[Illusione|illusoria]] e dalle inclinazioni materiali. Il processo di ripetizione di un Mantra è definito [[cantilena]].
 
== Origine del termine ''mantra'' e sua resa in altre lingue asiatiche ==
==Introduzione==
Il termine ''mantra'' deriva dall'insieme di due termini: il [[verbo]] [[Lingua sanscrita|sanscrito]] ''man'' (VIII classe, nella sua accezione di "pensare", da cui ''[[manas (filosofia)|manas]]'': "pensiero", "mente", "intelletto" ma anche "principio spirituale" o "respiro", "anima vivente") unito al suffisso ''tra'' che corrisponde all'aggettivo sanscrito ''kṛt'', ("che compie", "che agisce").<ref>Tra gli altri, [[Agenanda Bharati]]. ''The Tantric Tradition''. Londra, Rider, 1966, pag. 103. Su questa definizione etimologica di ''mantra'' anche [[Frederick M. Smith]] e [[Sanjukta Gupta]] rispettivamente nelle edizioni 2005 e 1988 della ''Encyclopedia of Religion'' edita dalla Macmillan di New York.</ref>
Un mantra ha due aspetti: il primo è ''manana'', e significa che ciò che si è ascoltato deve penetrare nella mente; il secondo è ''trānia'', e vuol dire che qualunque cosa sia penetrata nella mente vi deve essere fermamente stabilita e preservata.
I mantra possono essere strumenti di adorazione, preghiera, terapia, avanzamento spirituale, purificazione o di offerta rituale. Essi sono suddivisi in dieci karma (azioni).
# ''Śānti'' : (della pace profonda) libera da malattie, problemi psicologici, paura, illusione e difficoltà mondane e ambientali; recitati senza aspettative od attaccamenti.
# ''Istambhan'' : (che paralizza) servono per fermare, in natura, ogni tipo di essere vivente od oggetto inanimato.
# ''Mohana'' : (attraente) usati per affascinare uomini, donne o animali, in questa categoria rientrano mesmerismo e ipnotismo; noto anche come Sammoha.
# ''Uchchatan'' : (che turba) servono a turbare l’equilibrio mentale, aumentano il dubbio, l’incertezza, la paura, le delusione; la persona che ne subisce l’influenza agisce come se fosse posseduta.
# ''Vaśikaran'' : (controllo della coscienza) servono a ridurre in schiavitù; chi ne subisce l’effetto perde capacità di discriminare diventando come una marionetta.
# ''Ākarśan'' : servono ad attrarre persone che vivono lontano.
# ''Jrambhan'' : servono per cambiare paradigmi di comportamento, chi li subisce si comporta secondo il volere di chi li usa.
# ''Vidweśan'' : dividono due persone, creano rabbia, odio, gelosia, aggressività reciproche; i comportamenti rimangono invariati cambiano solo quelli in relazione alla persona selezionata.
# ''Puśti'' : servono per accrescere fama, ricchezza, prestigio, buona volontà, condizione sociale e potere proprio.
# ''Bija'': sono mantra di sintesi con un numero limitato di sillabe e sono considerati più potenti degli altri.
 
Un'etimologia tradizionale fa invece derivare il termine ''mantra'' sempre dal verbo ''man'' ma collegato al sanscrito ''tra'' che, ''in fine compositi'', diviene aggettivo con il significato "che protegge", quindi "pensare, pensiero, che offre protezione".<ref>Su questa definizione tradizionale, cfr., ad esempio, [[Philippe Cornu]]. ''Dizionario del Buddismo''. Milano, Bruno Mondadori, 2003, pag.372.</ref>
 
In altre lingue asiatiche, il termine sanscrito ''mantra'' viene così reso:
I Mantra hanno delle caratteristiche in comune con le [[magia|formule magiche]], ossia di trasmutare in forma di azione il desiderio o la volontà umana. Il Dr. [[Edward Conze]], [[studioso]] di [[Buddismo]], interpreta frequentemente la parola "mantra" come "formula magica". Spesso si ritiene che i suoni orali abbiamo poteri magici, o addirittura siano l'espressione vocale del [[Dio|Divino]].
* in [[lingua cinese|cinese]]: 曼憺羅 ''màndáluó'', ma anche 眞言 ''zhēnyán'';
* in [[lingua giapponese|giapponese]] 眞言 ''shingon'';
* in [[lingua coreana|coreano]] 진언 '' jin-eon'';
* in [[lingua vietnamita|vietnamita]] ''chân ngôn'';
* in [[lingua tibetana|tibetano]] ''botswanaghana''.
 
== Il ''mantra'' nelle culture religiose vedica e brahmanica ==
Per gli autori delle scritture [[Induismo|Indù]] delle [[Upaniṣad]], la sillaba [[Aum]] stessa costituisce un mantra, e rappresenta [[Brahman]], il Dio supremo, colui che ha creato l'universo.
Nella più antica [[Veda|letteratura vedica]], il ''[[Ṛgveda]]'', il ''mantra'' ha essenzialmente il significato e la funzione di "invocazione" ai ''[[deva]]'' {{sf|per ottenere la vittoria in battaglia, beni materiali oppure una lunga vita}}<ref>Cfr. a tal proposito, Margaret Sutley e James Sutley in ''Dizionario dell'Induismo'', Roma, Ubaldini, 1980, pag.263. Ma anche [[Frederick M. Smith]]: {{q|In the earliest Indian text, the Ṛgveda, it often had the sense of “invocation,” while in later literature it is closer to “incantation,” “word(s) of power,” “(magic) formula,” “sacred hymn,” “name of God,” or sometimes simply “thought.”|Frederick M. Smith. ''Encyclopedia of Religion'', vol.8. NY, Macmillan, 2005, pag.5676}}</ref>:
 
{{q|Ci stan davanti cento anni, o dèi, entro i quali avete stabilito la consunzione dei nostri corpi per vecchiaia, entro i quali i nostri figli diventano padri: non colpite il corso della nostra vita a metà del suo cammino.|''[[Ṛgveda]]'', I,89,9. Traduzione di [[Saverio Sani]], in ''Ṛgveda'', Venezia, Marsilio, 2000, pag.178|śatamin nu śarado anti devā yatrā naścakrā jarasaṃ tanūnām putrāso yatra pitaro bhavanti mā no madhyā rīriṣatāyurghantoḥ|lingua=sa}}
La sola pronuncia corretta di questa sillaba consente l'esperienza diretta di illuminazione, si sperimenta direttamente Dio. Secondo [[K&#363;kai]], importante maestro buddhista giapponese del [[IX secolo]], tutti i suoni siano la voce di [[trikaya|Dharmakaya]] [[Buddha]] cioè, nei termini del pensiero Yogico e delle Upaniṣad, questi suoni sarebbero la manifestazione della realtà ultima.
 
In tale accezione, l'inno vedico, o ''mantra'', se è metrico e viene recitato a voce alta è indicato come ''ṛk'' (e raccolto nel ''[[Ṛgveda]]''), se invece è in prosa e mormorato è uno ''yajus'' (e raccolto nello ''[[Yajurveda]]''), se corrisponde ad un canto è un ''sāman'' (e raccolto nel ''[[Sāmaveda]]'').<ref>[[Klaus K. Klostermaier]]</ref>
Tuttavia non si deve pensare che questo principio valga esclusivamente per le culture orientali. Le parole hanno comunque un certo potere sulla natura sottile dell'essere umano. Se si accetta anche il collegamento '[[etimologia|etimologico]] con la parola "manas", che significa "mente", e "trana" , "protezione", allora si desume che il "mantra" sia qualcosa in grado di proteggere la mente. Tuttavia in pratica è stato possibile dimostrare che vanno al di là di una semplice funzione di protezione mentale. Per molte culture le [[lettera|lettere]] scritte hanno un [[potere]]. Le lettere possiedono persino una funzione [[oracolo|oracolare]].
 
I ''mantra'' appartenenti al ''[[Ṛgveda]]'' venivano quindi recitati ad alta voce dal [[sacerdote]] vedico indicato come ''[[hotṛ]]'', quelli appartenenti al ''[[Sāmaveda]]'' venivano intonati dallo ''[[udgātṛ]]'' (ruolo particolare aveva questo sacerdote e i ''mantra'' da lui intonati nel sacrificio del ''[[Soma (Vedismo)|soma]]''), mentre quelli appartenenti allo ''[[Yajurveda]]'' venivano mormorati dall{{'}} ''[[adhvaryu]]'' (sacerdote che ricopriva un ruolo preminente nel periodo dei ''[[Brāhmaṇa]]'')<ref name="ReferenceA">Margaret Sutley e James Sutley. ''Op.cit.''.</ref>. Ogni particolare [[rito]] [[sacrificio|sacrificale]] (''[[Yajña]]'') richiedeva un'accurata scelta dei ''mantra'' necessari, e il loro precipuo scopo era quello di entrare in comunicazione con la o le divinità (''[[deva]]'') prescelte.<ref name="ReferenceA"/>
Invece in [[India]] a causa di particolari condizioni storiche la parola scritta è stata sempre considerata nettamente inferiore, come importanza, all'espressione orale. I [[Bramino|Bramini]] erano la [[caste|casta]] sacerdotale del popolo [[Hindù|Hindù]], coloro che conservavano le sacre scritture, inizialmente dei [[Veda]], più tardi anche delle [[Upaniṣad]]. Per anni, solo loro furono a conoscenza dei mantra e delle formule sacre cantate in ogni occasione importante.
 
Essendo i ''[[Veda]]'' tradizionalmente intesi come non composti da esseri umani (''[[apauruṣeya]]'') bensì trasmessi ai "cantori" delle origini (''[[ṛṣi]]'') all'alba dei tempi, i versi ivi contenuti furono quindi considerati dalle tradizioni induiste, come ''mantra'' "increati" ed "eterni" che mostravano la vera natura del [[cosmo]].<ref name="ReferenceB">[[Frederick M. Smith]]. ''Op.cit.''.</ref>
Tuttavia, con l'avvento delle scuole Indù di [[Yoga]], [[Vedānta]], [[Tantra]] e [[Bhakti]], il mantra è entrato a far parte delle pratiche religiose consuete.
 
I testi risalenti alla fine del secondo millennio a.C. e inerenti al ''[[Sāmaveda]]'', mostrano come l'importanza di questi ''mantra'' non risiedesse tanto nel loro significato quanto piuttosto nella loro sonorità. Molti di essi risultano infatti non traducibili e non comprensibili e furono indicati come ''[[stobha]]''. Esempio di ''[[stobha]]'' sono le parole ''bham'' o ''bhā'' che vengono intonate nel contesto dei versi del ''[[Sāmaveda]]''. Successivamente, nei ''[[Brāhmaṇa]]'', il ''mantra'' mormorato (''upāṃśu'') fu considerato superiore a quello enunciato o intonato, e ancora maggiormente superiore il verso silenzioso (''tuṣṇīm'') o mentale (''mānasa'').<ref name="ReferenceB"/> In particolare nel ''[[Śatapatha Brāhmaṇa]]''<ref>''Śatapatha Brāhmaṇa'' V,4,4,13.</ref> ciò che non è possibile definire e che non è manifesto (''anirukta'') rappresenta l'illimitato e l'infinito: queste considerazioni contenute nei ''[[Brāhmaṇa]]'' forniranno la base teologica delle successive dottrine sulla natura e sulla funzione dei ''mantra''.
Tale era, in questo contesto, l'influenza della natura elitaria della conoscenza sui mantra, che persino i Buddisti, che ripudiavano completamente l'idea delle caste e dell'efficacia degli antichi rituali, chiamavano se stessi i ''shravakas'', ossia "gli ascoltatori". In India una persona saggia viene chiamata "un buon ascoltatore".
 
Nella tradizione successiva divenne quindi poco importante per coloro che studiavano i ''[[Veda]]'' conoscerne il significato quanto piuttosto fu sufficiente memorizzare meticolosamente il testo, con particolare riguardo alla pronuncia e alla sua accentazione. Ciò produsse, a partire dal VI secolo a.C., una serie di opere, che vanno sotto il nome collettivo di ''[[Prātiśakhya]]'', sulla [[fonetica]] e sulla retta pronuncia (''śikṣa'') propria dei ''[[Veda]]'' e per questo collocati all'interno del ''[[Vedaṅga]]'' (membra, ''aṅga'', dei ''Veda'').
===I Mantra come suoni [[archetipo|archetipali]]===
 
== I mantra nell'Induismo e nelle tradizioni tantriche ==
I '''Mantra''' sono anche considerati ''suoni archetipali''. Quello che simbolizzano dipende dal contesto e dalla mente della persona che li ripete. Studi sul simbolismo dei suoni hanno dimostrato che i suoni delle vocali hanno un significato se siamo o no di loro consapevoli. Inoltre è possibile svelare un simbolismo situato su più livelli, associato ad ogni suono.
La vita di un devoto hindu è pervasa dalla recitazione dei mantra, pratica che lo accompagna in vari momenti della vita e del quotidiano per fini che sono sia sacri (rituali o soteriologici) sia profani (utilitaristici o anche ''magici''), come per esempio: ottenere la liberazione (''[[mokṣa]]''); onorare le divinità (''[[pūjā]]''); acquisire poteri sovrannaturali (''siddhi''); comunicare con gli antenati; influenzare le azioni altrui; purificare il corpo; guarire dai mali fisici; assisterlo nei riti; eccetera<ref>A. Daniélou, ''Miti e dèi dell'India'', ''Op. cit.'', p. 381</ref>.
Ogni mantra va ''usato'' nel modo corretto e, a seconda del modo, può dare differenti risultati:
{{citazione|I mantra 'comprovati' danno risultati sicuri entro un tempo determinato. I mantra 'che aiutano' danno buoni risultati se vengono ripetuti nel rosario, o se li si impiega per accompagnare le oblazioni. I mantra 'realizzati' danno risultati immediati. I mantra 'nemici' distruggono quelli che vogliono usarli.|''Mantra-Mahodadhi'', 24-23, citato in A. Daniélou, ''Miti e dei dell'India'', ''Op. cit.'', p. 381}}
 
Questi usi e forme dei mantra non appartengono alla tradizione vedica, dove, come si è detto, il mantra era un inno recitato dal [[brahmino|brahmano]] durante le cerimonie liturgiche, utilizzato quindi per invocare la divinità o influire magicamente sul mondo, ma sono successivi. È soprattutto nell'ambito [[tantra|tantrico]] (sia induista sia buddista) che i mantra si sono diffusi e hanno acquisito quei caratteri che oggi in [[India]] è dato di cogliere. Nelle tradizioni tantriche i mantra associati alle divinità sono considerati la forma fonica della divinità stessa. Altri mantra rappresentano, per esempio, parti del corpo o del cosmo.<ref>A. Padoux, ''Tantra'', ''Op. cit.'', p. 137 e 140.</ref>
Così, anche se non li conosciamo, i mantra non sono semplicemente l'espressione fonetica di un cerimoniale privo di significato -- nessuna espressione vocale è completamente priva di significato, ma vibrazioni, che, ripetute opportunamente, hanno effetti generalmente positivi su mente, corpo e spirito. I mantra hanno un significato specifico a seconda del contesto in cui operano: il mantra "Om" per esempio ha un significato presso gli [[Induismo|Indù]] ed un altro presso i [[Buddha|Buddisti]]. L'analisi del Kukai, un erudito Buddista del [[IX secolo]], è rivelatrice. Vedi sotto.
 
=== La pratica dei mantra ===
Mentre il [[tantrismo|tantra]] Indù si soffermava sia sulle lettere che sui suoni come espressione del divino, il Buddhismo itinerante dava maggiore enfasi alla parola scritta. La [[Cina]] non possedeva un linguaggio [[ecclesia|ecclesiastico]] unificato come il [[Sanscrito]], pertanto realizzarono la loro unità culturale mediante un linguaggio scritto, flessibile nella pronuncia e più mirato nell'espressione dei concetti. Di conseguenza i Cinesi riposero nella scrittura molta più considerazione dei missionari Buddisti Indiani. Così la scrittura dei mantra divenne una pratica spirituale loro specifica.
Un mantra, rigorosamente in [[lingua sanscrita]], può essere recitato ad alta voce, sussurrato o anche solo enunciato mentalmente, nel silenzio della meditazione, ma sempre con la corretta intonazione, pena la sua inefficacia. Va inoltre evidenziato che un mantra non lo si può apprendere da un testo<ref>Alcuni mantra sono riservati e i testi li riportano in maniera [[crittografia|criptata]] per salvaguardarne la segretezza.</ref> o da generiche altre persone, ma viene trasmesso da un ''[[guru]]'', un maestro cioè che consacri il mantra stesso, con riti che non sono dissimili dalla consacrazione delle [[icona (arte)|icone]].<ref>G. Flood, ''L'induismo'', ''Op. cit.'', p. 303 e segg.</ref>
 
L'atto di enunciare un mantra è detto ''uccāra'' in sanscrito; la sua ripetizione rituale va sotto il nome di ''japa'', e di solito è praticata servendosi dell{{'}}''akṣamālā'', un rosario risalente all'epoca vedica. Ci sono mantra che vengono ripetuti fino a un milione di volte:
Mentre i [[Brahmino|Bramini]] ponevano l'attenzione su una corretta pronuncia, i Cinesi, in realtà Buddisti del lontano oriente erano più interessati alla corretta scrittura. La pratica di scrittura dei mantra, di trascrizione dei testi come pratica spirituale, divenne molto raffinata in [[Giappone]], in cui ebbe un notevole sviluppo la scrittura delle [[Sutra]] Buddiste, attualmente le sole conosciute. Tuttavia anche in India, in molte [[setta|sette]] viene praticata la ripetizione scritta in Sanscrito dei mantra.
{{citazione|Ogni ripetizione indefinita conduce alla distruzione del linguaggio; in alcune tradizioni mistiche, questa distruzione sembra essere la condizione delle ulteriori esperienze.|Mircea Eliade, ''Lo Yoga'', a cura di Furio Jesi, BUR, 2010; p. 207}}
 
Un aspetto importante nell{{'}}''uccāra'' è il controllo della respirazione. Frequente, soprattutto nelle tradizioni tantriche, è l'accompagnamento del ''japa'' con le ''[[mudrā]]'', gesti simbolici effettuati con le mani, e con pratiche di visualizzazione. Uno dei significati di ''uccāra'' è "movimento verso l'alto", e difatti nella visualizzazione interiore il mantra è immaginato risalire nel corpo del praticante lungo lo stesso percorso della ''[[kundalini|kuṇḍalinī]]'', l{{'}}''energia'' interiore.<ref name="A. Padoux, p. 142">A. Padoux, ''Tantra'', ''Op. cit.'', p. 142 e segg.</ref>
==I Mantra nell'Induismo==
 
=== I ''bīja'' ===
I Mantra hanno avuto origine dai grandi testi sacri Indù, principalmente i [[Veda]]. In questi testi, vere e proprie opere d'arte, la tecnica di scrittura si sviluppa su due righe, dette "[[Sloka|slokas]]", anche se molti mantra vengono eseguiti su una riga singola o persino in combinazione con singole parole.
I ''bīja'' ("seme") sono monosillabi che generalmente non hanno un significato semantico, o lo hanno perso nel corso del tempo, ma vanno interpretati come suoni semplici atti a esprimere o evocare particolari aspetti della natura o del divino, e ai quali sono attribuiti funzioni specifiche e interpretazioni che variano di scuola in scuola. Spesso questi "semi verbali" sono combinati fra loro a costituire un mantra, oppure adoperati come mantra essi stessi (''bījamantra''). Alcuni fra i più noti sono<ref>A. Daniélou, ''Miti e dèi dell'India'', ''Op. cit.'', p. 380 e segg.</ref>:
*'''AUṂ''': è il ''bīja'' più noto, l'[[oṃ]], comune a tutte le tradizioni. Considerato il suono primordiale, forma fonica dell'Assoluto, è utilizzato sia come invocazione iniziale in moltissimi mantra, sia come mantra in sé. Le lettere che compongono<ref>A. Padoux, ''Tantra'', ''Op. cit.'', p. 144.</ref> il ''bīja'' sono A, U ed Ṃ: nella recitazione A ed U si fondono in O, mentre la Ṃ terminale viene nasalizzata e prolungata fonicamente e visivamente. La recitazione dell{{'}}''OṂ'' è molto comune, ed è considerata di grande importanza: numerosi testi citano e argomentano su questo mantra.
* '''AIṂ''': la coscienza. È associato alla [[Devī|dea]] [[Sarasvatī]], dea del sapere.
* '''HRĪṂ''': l'illusione. È associato alla dea [[Bhuvaneśvarī]], distruttrice del dolore.
* '''ŚRĪṂ''': l'esistenza. È associato alla dea [[Lakṣmī]], dea della fortuna.
* '''KLĪṂ''': il desiderio. È associato al dio [[Kama (divinità)|Kama]], dio dell'amore, ma rivolto anche a [[Kālī]], la distruttrice.
* '''KRĪṂ''': il tempo. È associato alla dea Kālī.
* '''DUṂ''': la dea [[Durgā]].
* '''GAṂ''': il dio [[Ganapati]].
* '''HŪṂ''': protegge dalla collera e dai demoni.
* '''LAṂ''': la terra
* '''VAṂ''': l'acqua
* '''RAṂ''': il fuoco
* '''YAṂ''': l'aria
* '''HAṂ''': l'etere
Nella ''Yogattatva Upaniṣad'' i suddetti ''bīja'', corrispondenti ai cinque elementi cosmici, vengono messi in relazione con le "cinque parti" del corpo: dalle caviglie alle ginocchia: terra; dalle ginocchia al retto: acqua; dal retto al cuore: fuoco; dal cuore al punto fra le sopracciglia: aria; da quest'ultimo alla sommità del capo: etere. La recitazione consente di acquisire poteri occulti per queste parti del corpo.<ref>Mircea Eliade, ''Lo Yoga'', a cura di Furio Jesi, BUR, 2010; p. 129. Eliade riporta la seguente grafia per i ''bīja'': ''la'', ''va'', ''ra'', ''ya'', ''ka''.</ref>
*'''SAUḤ''': il cuore, simbolo dell'energia divina nella sua origine, seme dell'universo, così come scritto nel ''[[Tantrāloka]]'' di [[Abhinavagupta]]: S è ''sat'' ("l'essere"); AU è l'energia cosmica che anima la manifestazione; Ḥ è la capacità di emissione di [[Shiva|Śiva]]. Il mantra simboleggia quindi la manifestazione del cosmo presente in potenza in Dio, la sua immanenza nel mondo.<ref name="A. Padoux, p. 142"/>
 
Infine, i cinquanta [[fonema|fonemi]] dell'alfabeto sanscrito<ref>I fonemi sono in realtà quarantanove, da '''A''' ad '''H''', a questi le tradizioni tantriche aggiungono il suono composto '''KṢ'''.</ref> possono essere utilizzati come mantra essi stessi, singolarmente o variamente combinati<ref>L'alfabeto in questo caso diviene una [[Devī|dea]]: [[Mātṛkā]].</ref>; ogni fonema può corrispondere a una divinità. Occorre infatti ricordare che secondo quelle dottrine hindu che considerano il mondo increato, ogni suo aspetto già esiste in potenza nei primordi del suo svilupparsi, fonemi e parole non escluse. La [[vāc|parola]] oltrepassa qui il campo d'interesse della grammatica o della fonetica, per diventare oggetto di studio metafisico e religioso. È la parola nella sua accezione più ampia, la parola cosmica. Si può quindi comprendere come alcune parole e alcuni suoni possano avere la proprietà di interagire con altri aspetti del mondo. Ed è qui che va colto il senso della ''potenza'' dei mantra.<ref>A. Padoux, ''Tantra'', ''Op. cit.'', p. 139.</ref>
[[Immagine:Aum.svg|160px|right|thumb|Aum]]
 
=== Alcuni mantra ===
Il mantra fondamentale è '''[[Aum]]''', noto nell'induismo come il "pranava mantra", la sorgente di tutti i mantra. Il significato filosofico si fonda sull'idea Indù di "n&#257;ma-r&#363;pa" o del nome-forma, che suppone che tutte le cose, le idee, o le entità presenti nell'esistenza e nel cosmo fenomenologico, hanno un nome e una forma di qualche genere. Il ''nome-forma'' della vibrazione primordiale [[Aum]] è la prima manifestazione "n&#257;ma-r&#363;pa" di [[Brahman]], la realtà immanifesta.
* <u>Rudra mantra</u>
<span style="font-size: 120%;">ॐ त्र्यम्बकम् यजामहे सुगन्धिम् पुष्टिवर्धनम् ।उर्वारुकमिव बन्धनान् मृत्योर्मुक्षीय मामृतात् </span><br />
'''''Oṃ tryambakaṃ yajāmahe sugandhiṃ puṣṭivardhanam urvārukam iva bandhanān mṛtyor mukṣīya māmṛtāt'''''<br />
"Veneriamo il Signore dai tre occhi, profumato, che dà la forza e la libera dalla morte. Possa liberarci dai legami della morte."
 
Il mantra è rivolto a Śiva nel suo aspetto distruttivo, [[Rudra]], ed è un'esortazione il cui scopo è di allontanare la morte, nel senso di prevenire l'invecchiamento. Si ritrova per esempio nei testi: ''Mahānirvāna Tantra'' (5, 211); ''Uddīsha Tantra'' (94).<ref name="A. Daniélou, p. 391">A. Daniélou, ''Miti e dèi dell'India'', ''Op. cit.'', p. 391</ref>
Prima dell'esistenza e al di là dell'esistenza l'unica sola realtà era Brahman, e la sua prima manifestazione nell'esistenza è '''Aum'''. Per questa ragione Aum viene considerato il mantra più potente e fondamentale, spesso usato come prefisso e suffisso in tutte le preghiere Indù.
 
* <u>[[Gāyatrī mantra]]</u>
Mentre alcuni mantra invocano specifici Dei o principi, i più importanti tra i mantra, come l'''Aum'', il ''Shanti'', il ''[[Gayatri]]'', ed altri focalizzano colui che li pronuncia sulla realtà ultima delle cose.
<span style="font-size: 120%;">ॐ भूर्भुवस्व: | तत् सवितूर्वरेण्यम् | भर्गो देवस्य धीमहि | धियो यो न: प्रचोदयात्</span><br />
'''''Oṃ bhūr buvaḥ svaḥ | tat savitur vareṇyaṃ | bhargo devasya dhīmahi | dhiyo yo naḥ pracodayāt'''''<br />
"Sfera terrestre, sfera dello spazio, sfera celeste! Contempliamo lo splendore dello spirito solare, il creatore divino. Possa egli guidare i nostri spiriti [verso la realizzazione dei quattro scopi della vita]."
 
Composto di dodici più dodici sillabe, è ripetuto dodici volte il mattino, il mezzogiorno e la sera. Il suo uso è vietato alle donne e agli uomini di casta bassa. Si ritrova per esempio nei:
Nel [[tantra|tantrismo]] Indù, l'universo è suono. Il ''supremo'' (para) causa l'esistenza attraverso la ''Parola'' (Shabda). La Creazione consiste di vibrazioni di varia frequenza e ampiezza che danno luogo ai fenomeni del mondo.
''[[Ṛgveda]]saṃhitā'' (III, 62, 10); ''[[Chāndogya Upaniṣad]]'' (3,12); ''[[Bṛhadāraṇyaka Upaniṣad]]'' (5, 15).<ref>A. Daniélou, ''Miti e dèi dell'India'', ''Op. cit.'', p. 390</ref>
 
* <u>[[Oṃ Maṇi Padme Hūṃ]]</u>
Le vibrazioni più pure, sono le '''Var.na''', scritture imperscrutabili, a noi rivelate, imperfette sia nella forma che nel suono. Le '''Var.na''' sono gli atomi del suono. Una complessa e simbolica associazione si forma tra le lettere, elementi, Dei, Segni dello Zodiaco, parti del corpo -- lettere che acquisiscono forza e si arricchiscono di significati, grazie a queste combinazioni. Per esempio nelle Aitrareya-aranya-Upanishad troviamo: "Le consonanti mute rappresentano la terra, le sibilanti il cielo e le vocali il paradiso. Le consonanti mute rappresentano il fuoco, le sibilanti l'aria, le vocali il sole ? Le consonanti mute rappresentano gli occhi, le sibilanti le orecchie, le vocali la mente".
<span style="font-size: 120%;">ॐ मणि पद्मे हूँ</span><br />
'''''Om Mani Peme Hung''''' o '''''Om Mani Beh Meh Hung''''' in [[Lingua tibetana|tibetano]]<br />
"Salve o Gioiello nel fiore di Loto"<br />
È il mantra di [[Avalokiteśvara|Cenresig]], il Buddha della Compassione e protettore di chi è in imminente pericolo. Questo mantra viene raccomandato in tutte le situazioni di pericolo o di sofferenza, o per aiutare gli altri esseri senzienti in condizioni di dolore. Uno dei suoi significati più tenuti in considerazione è la collocazione del Gioiello, simbolo della bodhicitta, nel Loto, simbolo della coscienza umana. Ha altresì il potere di sviluppare la compassione, grande virtù contemplata dal Buddismo.<ref>Le seigneur du Lotus blanc, Le Dalaï-Lama, par Claude B. LEVENSON, Paris, Édition lieu commun, collection le livre de poche, 1987, pp. 239 à 241.</ref>
 
* <u>Mantra rāja</u>
In effetti ogni lettera diventa un mantra e il linguaggio dei Veda, in Sanscrito, corrisponde profondamente alla natura delle cose. Così i Veda rappresentano simbolicamente la realtà stessa. La sillaba primordiale Om, rappresenta l'unità fondamentale della realtà: Brahman.
'''''Śrīṃ Hrīṃ Klīṃ Kṛṣṇāya Svāhā'''''<br />
"Fortuna, Illusione, Desiderio, Offerta al dio oscuro."
 
Il dio oscuro è [[Krishna|Kṛṣṇa]], con riferimento al colore della sua pelle. Il mantra invoca tre aspetti del dio, e ha come scopo di ispirare l'amore divino.<ref name="A. Daniélou, p. 391"/>
===Japa===
 
* <u>Mantra rivolto alla Dea suprema (Parā Śakti)</u>
Japa era un concetto della saggezza Vedica che incorporava i mantra, quale forma principale di [[puja]], o venerazione, il cui fine ultimo è la [[Mokṣa]] o Liberazione. Essenzialmente, '''japa''' significa ''ripetizione'', divenuta una pratica consueta presso la religione Indù, attraverso varie forme di [[Yoga]] e [[Tantrismo]]. Questa tecnica consiste nella ripetizione continua di mantra, di solito in cicli di multipli di tre, il più popolare dei quali è il 108. Per questa ragione gli Indù usano il [[mala]], corrispondente al [[rosario]] della religione cristiana, contenente 108 perle e una perla principale chiamata "meru".
'''''Auṃ Krīṃ Krīṃ Hūṃ Hūṃ Hrīṃ Hrīṃ Svāhā'''''
 
Lo scopo di questo mantra è generico, viene recitato per ottenere qualsiasi realizzazione. Presente, ad esempio nei: ''Karpūradi Stotra'' (5); ''Karpura-stava'' (5).<ref>A. Daniélou, ''Miti e dèi dell'India'', ''Op. cit.'', p. 389</ref>
I devoti eseguono la '''japa''' utilizzando le dita e contando, per ogni perla, la ripetizione di un mantra scelto. Una volta raggiunte le 108 ripetizioni, se desiderano continuare un altro ciclo di mantra, il devoto deve tornare indietro senza attraversare la perla "meru" e ripetere.
 
* <u>Śiva panchākśara mantra</u>
Si dice che attraverso le '''japa''' i devoti siano i grado di raggiungere un'estrema focalizzazione sulla divinità scelta o sul principio del mantra. Le vibrazioni, i suoni e gli echi del mantra sono considerati estremamente importanti, in quando si suppone, secondo le diverse scuole di pensiero Indù, siano in grado di risvegliare il [[prana]] o vita spirituale, e persino di stimolare l'energia dei [[chakra]].
<span style="font-size: 120%;">ॐ नम: शिवाय</span><br />
'''''Oṃ namaḥ Śivāya'''''<br />
"Io mi inchino davanti a Śiva."
 
È il mantra principale nelle correnti devozionali [[shivaismo|śaiva]]. Composto di cinque sillabe (''panchākśara'' vuol dire appunto "cinque sillabe", e cinque è il numero sacro di Śiva), viene ripetuto in genere 108 volte, o anche 5 volte tre volte al giorno. È contenuto in molti testi, fra i quali, ad esempio, lo ''Śiva Āgama'', lo ''[[Śiva Purāṇa]]''.<ref>A. Daniélou, ''Miti e dèi dell'India'', ''Op. cit.'', p. 393</ref>
Qualsiasi ''[[sloka]]'' tratta da Testi Sacri induisti come i [[Veda]], le [[Upaniṣad]], la [[Bhagavad Gita]], lo [[Yoga Sutra]] e persino dal [[Mahābhārata]] e dal [[Ramayana]] è considerata abbastanza potente da essere ripetuta con grande effetto, e quindi possedere lo status di mantra.
 
* <u>Netra mantra</u>
Un mantra è generalmente è formato dal nome di una divinità che viene salutata in questo modo : "Aum namah ------", "Aum namo ------", oppure, "Aum Jai ( Gloria!) -----" o con altre combinazioni diverse. Per esempio: "[[Aum namah Shivaya]]" (Aum, mi arrendo a Te, Shiva ), "Aum namo [[Narayana|Narayanaya]] (mi inchino a Te, Narayana); oppure "Aum Namo Bhagavate Vasudevãya", (Saluto universale al Dio Visnhu), "Aum Shri Ganeshaya Namah" (Aum, mi arrendo al Signore [[Ganesh]]), e "Jai Ma Kali" e "Aum Hrim Chandikãyai Namah. " (mantra di [[Devi]]).
'''''Oṃ Juṃ Saḥ'''''<br />
È detto anche "il mantra dell'occhio di Śiva", ed è citato nel ''Netra Tantra'', cap. VII.<ref>A. Padoux, ''Tantra'', ''Op. cit.'', p. 138 e 144.</ref>
 
* <u>Viṣṇu astākśara mantra</u>
===Alcuni Mantra Indù===
'''''Auṃ namo Nārāyaṇaya'''''<br />
"Io mi inchino davanti a colui che dispensa sapere e liberazione."
 
Il mantra è rivolto a [[Visnù]], essendo Nārāyaṇa appellativo del dio.<ref>A. Daniélou, ''Miti e dèi dell'India'', ''Op. cit.'', p. 394</ref>
Il mantra più rappresentativo della tradizione Indù è il celebre [[Gayatri Mantra]] :
 
* <u>[[Hare Kṛṣṇa (mantra)|Hare Kṛṣṇa mantra]]</u>
:&#2384; &#2349;&#2370;&#2352;&#2381;&#2349;&#2369;&#2357;&#2360;&#2381;&#2357;: |
'''''Hare Kṛṣṇa Hare Kṛṣṇa | Kṛṣṇa Kṛṣṇa Hare Hare | Hare Rāma Hare Rāma | Rāma Rāma Hare Hare'''''
:&#2340;&#2340;&#2381; &#2360;&#2357;&#2367;&#2340;&#2370;&#2352;&#2381;&#2357;&#2352;&#2375;&#2339;&#2381;&#2351;&#2350;&#2381; |
:&#2349;&#2352;&#2381;&#2327;&#2379; &#2342;&#2375;&#2357;&#2360;&#2381;&#2351; &#2343;&#2368;&#2350;&#2361;&#2367; |
:&#2343;&#2367;&#2351;&#2379; &#2351;&#2379; &#2344;: &#2346;&#2381;&#2352;&#2330;&#2379;&#2342;&#2351;&#2366;&#2340;&#2381;
 
Noto anche come ''Mahā mantra'' ("grande mantra"), è il mantra più noto delle correnti devozionali ''krishnaite'', molto conosciuto anche in Occidente a partire dagli anni sessanta per opera della ''[[Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna|International Society for Krishna Consciousness]]'' (ISKCON) (nota più familiarmente come "gli Hare Krishna"), associazione religiosa statunitense di devoti a Kṛṣṇa fondata nel 1966 in [[New York]].<ref>Vedi ''[http://www.cesnur.org/religioni_italia/i/induismo_10.htm Gli Hare Krishna e gli altri gruppi Gaudiya]''</ref>
: ''Om Bh&#363;r Buva&#7717; Sva&#7717;''
''Hare'' è uno degli appellativi di Viṣṇu, [[Rāma]] è il settimo ''[[avatāra]]'' di Viṣṇu; l'intonazione del mantra è considerata dai fedeli come il metodo più semplice per esprimere l'amore di Dio, Kṛṣṇa medesimo, completa manifestazione di Īśvara.<ref>Vedi ''[http://iskcon.org/what-hare-krishna#.TwwKgoGAEzc What is Hare Krishna?] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20120730224604/http://iskcon.org/what-hare-krishna |data=30 luglio 2012 }}''</ref><ref>Vedi anche ''[http://www.krishna.com/transcendental-vibration Hare Krishna Maha-Mantra] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20120222010836/http://www.krishna.com/transcendental-vibration |data=22 febbraio 2012 }}''</ref>
: ''Tat Savitur Vare&#7751;ya&#7747;''
: ''Bhargo Devasya Dh&#299;mahi''
: ''Dhiyo Yo Na&#7717; Pracoday&#257;t''
 
== Note ==
Questo mantra è considerato il più universale di tutti i Mantra Indù, un'invocazione a Brahman come principio di tutta la conoscenza e creatore del [[Sole]] primordiale, una preghiera al "Sole dell'intelletto" affinché illumini e disperda le tenebre dell'ignoranza.
<references/>
 
== Bibliografia ==
===Guidami dall'Ignoranza verso la Verità===
* [[Alain Daniélou]], ''Miti e dèi dell'India'', traduzione di Verena Hefti, BUR, 2008.
* [[Gavin Flood]], ''L'induismo'', traduzione di Mimma Congedo, Einaudi, 2006.
* [[André Padoux]], ''Tantra'', a cura di Raffaele Torella, traduzione di Carmela Mastrangelo, Einaudi, 2011.
 
== Voci correlate ==
&#257;sato &#7747;&#257; sat gamay&#257; / tamaso &#7747;&#257; jyotir gamay&#257; / &#7747;rityor-&#7747;&#257; &#257;mritam gamay&#257; / Om &#347;&#257;nti &#347;&#257;nti &#347;&#257;nti&#7717;
* [[Mantra di Amitabha]]
* [[Mantra di Namgyalma]]
* [[Oṃ Ah Hūṃ]]
* [[Shurangama Mantra]]
 
== Altri progetti ==
"Guidami dal non-essere all'essere, guidami dall'oscurità verso la luce, guidami dalla morte all'immortalità"
{{interprogetto|commons_preposizione=sui|q|q_preposizione=sui}}
 
===I Mantra Hare Kṛṣṇa===
[[Immagine:Mahamantra.gif|thumb|right|160px|Il mantra Hare Kṛṣṇa]]
Sono famosissimi i mantra dedicati alle upaniṣad Kali-Santarana, ritenuti molto potenti. Tra tutti, uno dei più noti:
 
: ''Hare Krishna Hare Krishna Krishna Krishna Hare Hare''
: ''Hare Rama Hare Rama Rama Rama Hare Hare''
 
È composto dai nomi attribuiti a Dio dalla tradizione [[vaishnava]]: [[Kṛṣṇa]] e [[Rama]] e da ''Hare'', l'energia ([[shakti]]) divina.
Il mantra Hare Kṛṣṇa venne diffuso da [[Caitanya Mahaprabhu]], mistico e santo bengalese del [[XV secolo]], come l'unico metodo di preghiera dell'era attuale ([[Kali Yuga]]). Quando [[A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada]] creò l'[[ISKCON]], in inglese '''International Society for Kṛṣṇa Consciousness''', in italiano ''Società Internazionale della Coscienza di Kṛṣṇa'', un movimento religioso [[Vaishnava]] dell'India dell'Ovest, definì il mantra "Hare Kṛṣṇa" come l'unico in grado di portare il devoto verso la [[moksha]] (Liberazione dal [[Saṃsāra]], o ciclo di nascite e morti) e di risvegliare la ''Coscienza di Kṛṣṇa'' (nella filosofa Vaishnava, l'eterno sentimento che lega l'anima individuale - [[jiva]] - a [[Dio]]); per questo è chiamato anche '''Maha Mantra''' (Grande Mantra). In Occidente il movimento di Prabhupada è più comunemente conosciuto con il nome di [[Hare Kṛṣṇa]].
 
===Mantra della vittoria sulla malattia e la morte ===
 
'''Mritunjaya Mantra'''
 
: ''Om Tryambakam yajamahai''
: ''Sugandhim pusti vardhanam''
: ''Urvarukamiva bandhanat''
: ''Mrityormuksiya mamritat''
 
: Offriamo preghiere a Tryambak (aspetto guaritore di Shiva)
: affinché ci liberi dai legami della nascita e della morte
: le malattie e la morte non vengano a noi
 
===I Mantra Shanti===
 
: &#2384; &#2360;&#2361; &#2344;&#2366;&#2357;&#2357;&#2340;&#2369; |
: &#2360;&#2361; &#2344;&#2380; &#2349;&#2369;&#2344;&#2325;&#2381;&#2340;&#2369; |
: &#2360;&#2361; &#2357;&#2368;&#2352;&#2381;&#2351;&#2306; &#2325;&#2352;&#2357;&#2366;&#2357;&#2361;&#2376; |
: &#2340;&#2375;&#2332;&#2360;&#2381;&#2357;&#2367;&#2344;&#2366;&#2357;&#2343;&#2368;&#2340;&#2350;&#2360;&#2381;&#2340;&#2369; |
: &#2350;&#2366; &#2357;&#2367;&#2342;&#2381;&#2357;&#2367;&#2359;&#2366;&#2357;&#2361;&#2376; ||
 
: ''Om saha naavavatu''
: ''Saha nau bhunaktu''
: ''Saha viiryan karavaavahai''
: ''Tejasvi naavadhiitamastu''
: ''Maa vidvishhaavahai''
 
: Possa entrambi proteggerci
: Possa nutrici insieme
: Possa lavorare insieme con grande vigore
: Possano i nostri studi essere illuminati
: Possa nessun ostacolo sorgere tra di noi
 
: &#2384; &#2358;&#2366;&#2344;&#2381;&#2340;&#2367;&#2307; &#2358;&#2366;&#2344;&#2381;&#2340;&#2367;&#2307; &#2358;&#2366;&#2344;&#2381;&#2340;&#2367;&#2307;
 
: ''Om shaantih shaantih shaantih''
 
: Om pace, pace, pace, pace.
 
: -- [[Yajurveda]] Nero [[Taittiriya Upaniṣad]] 2.2.2
 
===Preghiere Universali===
 
: ''Sarve&#347;&#257;am Svastir Bhavatu''
: ''Sarve&#347;&#257;m S&#257;ntir Bhavatu''
: ''Sarve&#347;&#257;m P&#363;&#7771;&#7751;am Bhavatu''
: ''Sarve&#347;&#257;m &#7747;angalam Bhavatu''
 
(Auguro il bene a tutti, auguro la pace a tutti, auguro a tutti di vivere per la perfezione, e possano tutte le esperienze essere di buon auspicio)
 
: ''Sarve Bhavantu Sukhinaha''
: ''Sarve Santu &#7751;ir&#257;mayaha''
: ''Sarve Badr&#257;&#7751;i Pasyantu''
: ''&#7747;&#257; Kascidh-dhuhkha Bh&#257;ga-Bhavet''
 
(Om, Siate tutti felici. Siate tutti in buona salute. Auguro a tutti buone esperienze senza far soffrire nessuno. Om, pace, pace, pace)
 
===Altri esempi===
 
*''Tat Twam Asi'' "Tu sei Quello"
*''[[Maha Mrityunjaya]].''
*''[[Surya Namaskara]]''
 
===Il Mantra Indù Bija===
 
Nell'Induismo il concetto di mantra come suono mistico fu traslato, come logica conclusione, nel concetto di "seme" o ''[[Bija]]'', mantra che non ha un significato preciso, ma sono concepiti per evocare, attraverso le loro connessioni vocali, a diversi principi spirituali. Per esempio : la devozione alla Madre Divina, [[Kali]], nella forma di mantra, è abilmente sintetizzata nel potente mantra Bija, nella tradizione Shakta dell'Induismo :
 
: ''Aum Kreeng Kreeng Kreeng Hoong Hoong Hreeng Hreeng''
: ''Dakshina Kalike''
: ''Kreeng Kreeng Kreeng Hoong Hoong Hreeng Hreeng Swaha''
 
Naturalmente il più venerato tra tutti i mantra Bija vi è l'[[Aum|Om/Aum]].
 
I Mantra Bija fanno parte della conoscenza [[monismo|monistica]], che pur riconoscendo la manifestazione multiforme, deriva comunque un unico principio.
 
==I Mantra nel Buddhismo==
 
Il Buddhismo, dopo la società Vedica, ha sviluppato un suo sistema di conoscenza dei mantra, che è comunque molto simile a quello Induista, ma possiede caratteristiche proprie.
 
===I Mantra nel Buddhismo Shingon ===
 
L'erudito del Buddhismo '''[[Kukai]]''' ha proposto una teoria generale del [[linguaggio]] basata su due forme di linguaggio [[rituale]]: il ''[[Dharani]]'' e il ''Mantra''. Il Mantra è riservato a pratiche [[Esoterismo|Esoteriche]] Buddhiste, mentre il Dharani è presente sia nei rituali Esoterici che in quelli [[Essoterismo|Essoterici]]. Il Dharani lo possiamo trovare, per esempio, nel [[Cànone]] [[Pali]] (vedi sotto). Il Kukai ha inoltre coniato la parola "[[Shingon]]" per tradurre in [[Giappone|giapponese]] la parola mantra.
 
La parola '''Dharani''' deriva dalla radice Sanscrita '''dh.r''' il cui significato è "tenere", o "mantenere". [[Ryuichi Abe]] suggerisce che tale parola possa venire utilizzata come dispositivo mnemonico che incapsula il significato o di una sezione o di un capitolo o di una [[sutra]]. I ''dharani'' vengono anche utilizzati, nella quotidianità, per proteggersi dalle influenze maligne e dalle calamità.
 
Un mantra viene anche utilizzato come dispositivo linguistico in grado di consentire e di approfondire la riflessione interiore, o, in un contesto Buddhista, di sviluppare la possibilità di un'esperienza diretta di illuminazione. Tuttavia i mantra sono stati usati anche come parole magiche, per scopi mondani, per ottenere salute, lunga vita, ed eliminare i nemici.
 
===Distinzione tra dharani e mantra===
 
È difficile fare distinzione tra dharani e mantra. Si può affermare che tutti i mantra sono dharani, ma che non tutti i dharani sono mantra. I Mantra tendono alla brevità ; entrambi tendono a contenere un numero di frammenti sonici creduti incomprensibili e privi di significato, come Om, o Hu.m. Il Kukai considera i mantra una classe speciale di dharani che rivela ogni sillaba di un dharani, quale manifestazione della vera natura della realtà -- in termini Buddisti , in cui tutti i suoni sono una manifestazione di [[shunyata]] o vacuità. Quindi il Kukai ribalta il concetto e suggerisce che i dharani siano in realtà saturi di significati -- dove ogni sillaba assume, in realtà, un profondo significato simbolico su piani differenti.
 
Uno dei contributi distintivi del Kukai fu infine quello di dimostrare che queste associazioni simboliche non differiscono in modo sostanziale dal linguaggio ordinario. Se si conosce il funzionamento dei mantra, qualsiasi suono potrebbe rappresentare praticamente la ''realtà ultima''.
 
===La [[kana]] e i mantra===
 
Sempre per il Kukai, l'enfasi data ai suoni era uno dei capisaldi per il campionamento del sistema fonetico di scrittura giapponese, la [[kana]], adottata ai tempi dello stesso Kukai, che venne generalmente accreditato come il suo inventore, ma fra gli eruditi vi sono molti dubbi. La sua teoria si fonda sull'ipotesi che i mantra ebbero un potente effetto sul pensiero della società Giapponese, dominato fino a quel momento sia dalla cultura Cinese, nella forma del Cinese Classico, usato nelle corti e tra i letterati, che dal [[Confucianesimo]], l'ideologia politica allora dominante.
 
In particolare fu in grado di usare la nuova teoria sul linguaggio per creare un collegamento tra la cultura Giapponese e il Buddismo. Per esempio tra il Budda Mahavairocana e lo [[Shinto]] dio del sole [[Amaterasu]], dato che si pensava che l'imperatore discendesse da Amaterasu, Kukai fu in grado di trovare un potente collegamento tra l'imperatore e Budda, e di conseguenza il modo di integrare lo Shinto con il Buddismo, cosa che non riuscì al Confucianesimo, e lo fece attraverso il linguaggio, e i mantra. Kukai fu di grande aiuto nello spiegare i mantra in un modo mai tentato prima: fondamentalmente si domandò cosa è un [[testo]], in che modo funzionano i [[segno|segni]], e soprattutto, di quale linguaggio si tratta, anticipò la moderna teoria dello [[Strutturalismo (filosofia)|strutturalismo]], anche se giunse a conclusioni molto differenti.
 
===L'origine di tutti i suoni===
 
In questo sistema di pensiero tutti i suoni originano dalla "a" -- la '''a''' breve della parola ''padre''. Per il Buddismo esoterico la vocale "a" possiede una funzione speciale essendo associata con il Shunyata o con l'idea di vocale neutra, dove assume significati diversi. In [[Sanscrito]] la vocale "a" viene utilizzata quale prefisso in grado di modificare il significato di una parola nel suo opposto : per esempio : "vidya" significa ''conoscenza'', e "avidya" è ignoranza, (lo stesso espediente è stato utilizzato in molte parole [[Grecia|greche]], per esempio "ateismo" contro "teismo", e "apatia" contro "pathos"). La stessa lettera '''a''' viene visualizzata nelle sacre scritture Siddham e pronunciata in rituali e pratiche di [[meditazione]]. Nei [[Mahavairocana Sutra]] centrale per il [[Buddismo Shingon]] si dice : ''Rendete grazie al voto originale del Budda e del Bodhisattva, una forza miracolosa risiede nei mantra, cosi, colui che li pronuncia acquisisce meriti senza limiti" [Conze ,p.183].
 
==I Mantra nel Buddhismo Indo-Tibetano==
 
[[Edward Conze]] distingue tre periodi nell'uso Buddhistico dei mantra. Inizialmente seguendo gli Indiani, i Buddhisti usavano i mantra per proteggersi dalle influenze maligne.
 
Nonostante ai monaci [[Vinaya]] fosse proibito utilizzare mantra Brahminici per ottenere beni materiali, vi era sempre qualche monaco che trasgrediva e li usava a fini [[magia|magici]]. È particolare il caso del mantra ''Ratana Sutta'', la cui efficacia dei versi sembra evocare il concetto di "[[Verità]]". Ogni verso della [[sutta]] finiva con : "''dalla virtù di questa verità, possa essere felice''".
 
I Mantra storicamente successivi avevano la funzione di custodi della vita spirituale del cantore. Questi mantra possiedono sezioni di sutra [[Mahayana]] dette anche sutra del loto bianco e [[Lankavatara Sutra]]. Lo scopo di avere protezione è cambiato con il tempo. Nella [[Sutra della luce d'oro]] i [[Quattro grandi Re]] promettono di esercitare la sovranità sulle diverse classi di semidei, per proteggere l'intero Jambudvipa (il subcontinente indiano), i monaci che declamano i sutra, e i re che sponsorizzano i monaci. Apoteosi di questo tipo di approccio si trovano nella scuola [[Nichiren]] Buddista, fondata nel [[XIII secolo| 13° secolo]] in Giappone, il cui distillato di tutte le pratiche Buddiste si concretizza nella [[venerazione]] del [[Sutra del Loto]] attraverso la recitazione del [[daimoku]]: "[[Nam myoho renge kyo]]" che tradotto significa all’incirca: “Dedico la mia vita alla mistica Legge del Sutra del Loto”.
 
Durante la terza epoca, circa nel 7° Secolo, il mantra viene utilizzato come veicolo di salvezza e di insegnamento. La filosofia [[Tantra|Tantrica]] ebbe un forte sviluppo tra il 6° e il 7° secolo, mentre la specifica forma Buddhista fa la sua apparizione verso l'inizio del [[300 a.C.]]. Il primo nome dato al comune mantra ''Vajarayna'' era ''Matrayana'' che fa presagire l'importanza che i mantra assumeranno all'interno del Buddhismo Indo-Tibetano.
 
=== La pratica Vajrayana ===
 
La pratica [[Buddhismo Vajrayana|Vajrayana ]] fornisce un valido aiuto a chi desidera raggiungere l'esperienza diretta di illuminazione, di sperimentare l'autentica realtà delle cose. Qui i Mantra svolgono la funzione di simbolo dei diversi aspetti di questa realtà -- per esempio la saggezza o la compassione. Ogni Mantra è associato ad una particolare divinità ; l'unica eccezione è il mantra [[Prajnaparamita]] che è associato al [[Sutra del Cuore]].
 
Una delle strategie chiave dei Mantra Vajrayana al fine di realizzare l'esperienza diretta di illuminazione è quello di assorbire nella pratica l'intero organismo psicofisico. Secondo i Buddisti ogni persona è formata di corpo, mente e parola. Così un tipico [[sadhana]] o pratica di meditazione deve comprendere delle [[mudra]], che consistono in simboliche posizioni delle mani, fino al raggiungimento di una completa prostrazione fisica ; la recitazione dei mantra ; ed infine tecniche di visualizzazione di esseri celestiali e delle parole del mantra che si sta recitando. Colui che medita deve visualizzare le parole di fronte a sé, o all'interno del proprio corpo. Le può pronunciare o a voce alta, o solo mentalmente.
 
===Om mani padme hum===
 
Probabilmente il più famoso mantra Buddista è [[Om mani padme hum]] (in cinese &#21813;&#22043;&#21602;&#21485;&#21674;&#21565;). Sono le sei sillabe del mantra del [[Bodhisattva]] [[Avalokiteshvara]] della [[compassione]] è chiamato in [[Tibet|Tibetano]] '''Chenrezig''', e in Cinese: '''[[Guanyin]]'''. Questo mantra è associato in modo particolare alla forma a quattro braccia chiamata Shadakskari di Avalokiteshvara, e che viene in particolar modo utilizzato dai suoi devoti.
[[Donald Lopez]] elenca diverse interpretazioni di questo mantra nel suo libro: ''Prigionieri di Shangri-la: Il Buddhismo Tibetano e l'Occidente''. Il Lopez è uno scrittore autorevole, la sua è una sfida all'analisi stereotipata del mantra nel consueto significato di "Gioiello del Loto", un'interpretazione che non è supportata né da analisi linguistica, né dalla tradizione Tibetana, essendo il tipico approccio [[Orientalismo| Orientalista]] dell'Occidente all'oriente 'esotico'. Il Lopez suggerisce inoltre, che Manipdma è attualmente il nome del bodhisattva nella forma di Avalokiteshvara, avente molti nomi, e, in alcuni casi comprendente Padmapani o ''fiore di loto in mano''. L'insistenza dei Brahmini sulla assoluta corretta pronuncia in Sanscrito viene interrotta nel momento in cui il Buddismo si espande negli altri paesi dove gli abitanti non sono in grado di riprodurre correttamente i suoni. Così, per esempio, in Tibet, dove questo mantra è sulle labbra di molti tibetani al momento del risveglio, viene pronunciato come: "Om mani peme hum".
 
===Altri Mantra utilizzati dai Buddhisti Tibetani===
 
La seguente lista di mantra è tratta dal ''Kailash - Jurnal of Himalayan Studies'', Vol. 1, Num. 2, 1973, pp. 168-160, comprende diverse versione del mantra ''Om mani Padme Hum''. Notare come, in questo mantra, la parola ''swaha'' sia qualche volta scritta ''svaha'', e di solito pronunciata dai tibetani ''so-ha''. La pronuncia varia nella translitterazione in inglese ; per esempio : ''hum'' e ''hung'', generalmente sono la stesa parola. I mantra usati nella pratica dai [[Buddhismo tibetano|Buddisti Tibetani]] sono in [[Sanscrito]], al fine di mantenerne l'efficacia originaria, mentre la Visualizzazione dei simboli e altre pratiche sono di solito fatte in Tibetano.
 
*''Om wangishwari hum'' Questo è il mantra del Mahabodhisattva [[Manjusri]], in Tibetano: Jampelyang Wylie "'jam dpal dbyangs'" ... Il Buddha nella sua saggezza.
*''[[Om mani padme hum]]'' è il mantra di [[Avalokitesvara|Chenrezig]], Mahabodhisattva, Il Buddha nel suo aspetto compassionevole.
*''Om vajrapani hum'' Il mantra del Buddha quale protettore degli Insegnamenti Segreti: come il Mahabodhisattva [[Channa Dorje]] ([[Vajrapani]]).
*''om vajrasattva hum'' La versione più breve del mantra di [[Vajrasattva]]. Esiste anche una versione avente più di 100 sillabe.
*''[[Aum|Om]] ah hum [[Vajra|vajra]] guru pema siddhi hum'' Il mantra del Vajraguru [[Padmasambhava|Guru Rimpoche ]] che introdusse in Tibet, il [[Buddhismo Mahayana]] e il [[Buddhismo Vajrayana]].
*''Om tare tuttare ture swaha'' Il mantra di Jetsun Dolma o [[Tara (Bodhisattva)]], La Madre del Buddha.
*''Om tare tuttare ture mama ayurjnana punye pushting svaha'', il mandra di [[D&#246;lkar]] o Tara Bianca, un'emanazione di [[Tara (Bodhisattva)]] che rappresenta salute e lunga vita.
*''Om amarani jiwantiye swaha'' Il mantra del Buddha per una vita libera dai propri limiti : Il Buddha [[Amitayus]] (Tibetan Tsépagmed) nella sua forma celestiale .
*''Om dhrum swaha'' Il mantra purificatore della mente [[Namgyalma]].
*''Om ami dhewa hri'' Il mantra del Buddha [[Amitabha]] ([[Hopagmed]] del Buddhafield Occidentale, la cui pelle è dello stesso colore del sole nascente.
*''Om ah ra pa tsa na dhih'' Il mantra dalla "voce dolce", [[Jampelyang]] ([[Wylie]], "'jam dpal dbyangs") o [[Manjusri]], il Buddha nella sua saggezza.
*''Hung vajra phat'' Il mantra del Mahabodhisattva [[Vajrapani]] nella sua forma irascibile.
*''Om muni muni maha muniye sakyamuni swaha'' Il mantra del [[Gautama Buddha|Buddha Sakyamuni]], il Buddha storico.
*''Om gate gate paragate parasamgate bodhi swah'' Il mantra del Cuore della Perfezione, del [[Prajnaparamita Sutra|Sutra della Saggezza]].
 
==I Mantra in altre tradizioni o contesti==
 
La [[Meditazione Trascendentale]], conosciuta semplicemente come 'MT', utilizza dei semplici mantra per focalizzarsi sulla meditazione. l' MT è stata fondata da [[Maharishi Mahesh Yogi]]. Secondo la MT, la pratica può essere di beneficio in diversi aspetti della vita : nelle relazioni, nella riduzione dello stress, nella salute, nell' autostima ; ma ne può beneficiare anche il mondo intero attraverso la riduzione della violenza, del crimine, sostanzialmente migliorando la qualità della vita.
Il fondatore era esperto della tradizione Indù, ma la MT è un tentativo di adattare ai tempi moderni una forma di meditazione separandola dalla tradizione. In questo contesto vengono utilizzate per mantra solo due sillabe.
 
I Mantra sono stati praticati entusiasticamente anche da diversi gruppi [[New Age]]. Tuttavia la loro applicazione fuori da un contesto tradizionale e dal punto di vista del religioso Indù o del praticante Buddista, manca di profondità. La sola ripetizione di sillabe può avere un effetto calmante sulla mente, ma i tradizionalisti affermano che i mantra possono cambiare effettivamente il livello della nostra consapevolezza solo se vengono utilizzati attraverso la pratica tradizionale.
 
== Nella cultura popolare ==
* Nell'[[album musicale]] [[Fisiognomica (album)|Fisiognomica]] del [[1988]], [[Franco Battiato]] fa riferimento al Mantra nella canzone ''Il mito dell'Amor'', cantando ''Echi di Mantra, nel suono del suo nome''.
* Il Mantra è anche un potere utilizzato da [[Eneru]] e dai [[Sacerdoti di Skypiea]] (Ohm, Shura, Gedatsu e Satori), personaggi del [[manga]] ed [[anime]] [[One Piece]] di [[Eiichiro Oda]]. Questo potere permette di prevedere le mosse dell'avversario.
 
==Bibliografia==
*Abe, R. ''Il segreto dei mantra : Kukai e la costruzione di un discorso Buddista esoterico''. (New York : Columbia University Press, 1999.)
*Beyer, S. ''Rituali magici in Tibet : il culto di Tara''. (Delhi: Motilal Banarsisdass, 1996).
*Conze, E. ''Buddismo: la sua essenza e lo sviluppo''. (Londra : Faber, c1951).
*Gelongma Karma Khechong Palmo. ''Mantras On The Prayer Flag''. [[Kailash (journal)|Kailash - Girnale di Studi Himalaiani]], Volume 1, Number 2, 1973. (pp. 168-169).
*Gombrich, R. F. ''Theravaada Buddhism : una storia sociale dall'antica Benares alla moderna Colombo''. (London, Routledge, 1988)
*Govinda (Lama Anagarika). ''I fondamenti del Misticismo Tibetano ''. (London : Rider, 1959).
*Lopez, D. ''Prigionieri di Shangri-La: Il Buddismo Tibetano e l'Occidente''. (Chicago : University of Chicago Press, 1998)
*''The Rider Encyclopedia of Eastern Philosophy and religion''. (London : Rider, 1986).
*Skilton, A. ''Breve storia del Buddismo''. (Birmingham : Windhorse Publications, 1994).
*[[Sangharakshita]]. ''Transformazione del Se e del Mondo: temi dal Sutra della Luce dorata''. (Birmingham : Windhorse Publications, 1994).
*Walsh, M. ''Il lungo discorso di Buddha: una traduzione di Digha Nikaya''. (Boston : Wisdom Publications, 1987)
 
==Voci correlate==
* [[Induismo]]
* [[Filosofia orientale]]
* [[Shingon]]
* [[Simbolismo dei Suoni]]
* [[Tantra]]
* [[Buddhismo Vajrayana]]
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
 
=== Mantra Buddhistibuddisti ===
* [http://www.wildmind.org/meditation/mantra/index.html Mantras in Buddhism] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20050405005619/http://www.wildmind.org/meditation/mantra/index.html |data=5 aprile 2005 }} il sito comprende clips di mantra in real audio.
 
* [http://www.dharmaling.net/Dorjeling/En/Teachings/ManiBenefit_En.htm I Benefici della recitazione del mantra Chenrezig] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20060407075425/http://www.dharmaling.net/Dorjeling/En/Teachings/ManiBenefit_En.htm |data=7 aprile 2006 }} - un insegnamento di [[Thubten Zopa Rinpoce|Lama Zopa]]
* [http://www.wildmind.org/meditation/mantra/index.html Mantras in Buddhism] il sito comprende clips di mantra in real audio.
* [http://fpmt.org/teachings/lzr/ommanibenefits.asp I benefici del canto Om Mani Padme Hum] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20050414011824/http://fpmt.org/Teachings/lzr/ommanibenefits.asp |data=14 aprile 2005 }} - un altro insegnamento di [[Thubten Zopa Rinpoce|Lama Zopa]].
* [http://www.dharmaling.net/Dorjeling/En/Teachings/ManiBenefit_En.htm I Benefici della recitazione del mantra Chenrezig] - un insegnamento di Lama Zopa
* [http://fpmt.org/teachings/lzr/ommanibenefits.asp I benefici del canto Om Mani Padme Hum] - un altro insegnamento di Lama Zopa.
 
 
===Mantra Indù===
 
* [http://www.mantraonnet.com/ Mantra on line] - comprende mantra in real audio
* [http://www.rudraksha-ratna.com/bija_mantra.php Bija Mantras]
* [http://www.rudraksha-ratna.com/saguna_mantra.php Saguna Mantras]
* [http://www.rudraksha-ratna.com/nirguna_mantra.php Nirguna Mantras]
 
===Altri===
 
* [http://www.atmajyoti.org/med_mantra_and_japa.asp La teoria del mantra e japa (repetizione del mantra)]
* [http://www.tm.org/ Meditazione Trascendentale Sito Ufficiale]
* [http://swami-center.org/en/chpt/practices/page_36.shtml Purificazione dei Chakras. Aprire il cuore] Mantra per diventare consapevoli dei propri chakras.
* [http://buddhism.kalachakranet.org/tantra_practice.html Patrica dei Tantra Buddisti]
* [http://mahamrityunjaya.altervista.org/mahamrityunjayamantra/index.html Japa Yajna Mondiale del Maha Mrityunjaya Mantra]
 
{{Portale|Buddhismo|induismo}}
 
=== Mantra Induisti ===
* [https://web.archive.org/web/20050408081857/http://www.mantraonnet.com/ Mantra on line] - comprende mantra in real audio
* {{cita web|http://www.srimadbhagavatam.org/gita/downloads/vaishnavasongbook.html|Vaishnava Song Book}}
 
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