Ingmar Bergman: differenze tra le versioni

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{{Bio
[[Immagine:Ingmar Bergman.jpg|thumb|right|160px|I.Bergman]]
|Nome = Ernst Ingmar
|Cognome = Bergman
|PreData = {{IPA|[ˈɪŋːmar ˈbærjman]|sv}}
|Sesso = M
|LuogoNascita = Uppsala
|GiornoMeseNascita = 14 luglio
|AnnoNascita = 1918
|LuogoMorte = Fårö
|GiornoMeseMorte = 30 luglio
|AnnoMorte = 2007
|Epoca = 1900
|Epoca2 = 2000
|Attività = regista
|Attività2 = sceneggiatore
|Attività3 = drammaturgo
|AttivitàAltre = , [[scrittore]] e [[produttore cinematografico]]
|Nazionalità = svedese
|Immagine = Ingmar_Bergman_(1966).jpg
|Didascalia = Ingmar Bergman nel 1966
|Didascalia2 = {{Premio|Oscar|alla memoria Irving G. Thalberg|1971}}
[[File:Ingmar Bergman Signature.png|200px]]
}}
Considerato uno dei maggiori registi della [[storia del cinema]], fu autore di pellicole di profonda introspezione psicologica in cui rappresentò con abilità e senso del dramma la tensione interiore e l'angoscia dell'individuo.<ref name="DA">{{cita libro|titolo=Il cinema, grande storia illustrata|editore=De Agostini|città=Novara|anno=1982|volume=vol. V|p=205}}</ref> Durante la sua carriera diresse film di notorietà internazionale come ''[[Monica e il desiderio]]'' (1953), ''[[Sorrisi di una notte d'estate]]'' (1955), ''[[Il settimo sigillo]]'' (1957), ''[[Il posto delle fragole]]'' (1957), ''[[Come in uno specchio]]'' (1961), ''[[Persona (film 1966)|Persona]]'' (1966), ''[[L'ora del lupo (film 1968)|L'ora del lupo]]'' (1968), ''[[La vergogna]]'' (1968), ''[[Sussurri e grida]]'' (1972), ''[[Scene da un matrimonio]]'' (1973), ''[[Fanny e Alexander]]'' (1982) e ''[[Sarabanda (film)|Sarabanda]]'' (2003). Tre suoi film vinsero l'Oscar come miglior film straniero: ''[[La fontana della vergine]]'' (1960), ''[[Come in uno specchio]]'' (1961) e ''[[Fanny e Alexander]]'' (1982).
 
== Biografia ==
:<font color=blue>''"In effetti, io abito sempre nel mio sogno e di tanto in tanto faccio una visita alla realtà"'' <br>- (I.Bergman) </font>
{{Citazione|In realtà io vivo continuamente nella mia infanzia: giro negli appartamenti nella penombra, passeggio per le vie silenziose di Uppsala, e mi fermo davanti alla Sommarhuset ad ascoltare l'enorme betulla a due tronchi, mi sposto con la velocità a secondi, e abito sempre nel mio sogno: di tanto in tanto, faccio una piccola visita alla realtà|Ingmar Bergman, ''Lanterna magica'', autobiografia, 1987}}
 
=== Gli anni giovanili ===
'''Ingmar Bergman''' ([[Uppsala]], [[14 luglio]], [[1918]]) è uno fra i più importanti [[registi celebri|registi]] ed un [[scrittori celebri|autore]] [[Svezia|svedese]], sia [[teatro (rappresentazione)|teatrale]] che [[cinema|cinematografico]]. &Egrave; considerato una delle personalità più eminenti della cinematografia mondiale.
[[File:Erik Bergman.jpg|min|verticale|Il padre di Ingmar Bergman, Erik (1886-1970), pastore luterano, mentre tiene un sermone nella chiesa ''Hedvig Eleonora'' a Stoccolma nel 1930 (circa). Foto conservata al museo cittadino di Stoccolma (''"Stockholms Stadsmuseum"'')]]
Nato a [[Uppsala]] da un [[Pastore (religione)|pastore]] [[luterano]], Erik, e da Karin Åkerblom, proveniente da una famiglia benestante di [[Stoccolma]], trascorse l'infanzia seguendo gli spostamenti del padre nelle case parrocchiali di vari paesini e fu educato secondo i concetti luterani di ''"peccato, confessione, punizione, perdono e grazia"'', temi che saranno poi ricorrenti nei suoi film. Mentre la paternità è certa non è sicuro che la vera madre sia stata Karin Åkerblom: sembra infatti che la madre naturale fosse Hedvig Sjöberg<ref>{{Cita news|autore=Francesco Tortora|url = http://www.corriere.it/spettacoli/11_maggio_26/ingmar-bergman-scambiato-in-culla_2e0ba6f0-87d4-11e0-8601-a1952c3da2ae.shtml|titolo = Bergman scambiato in culla da neonato|pubblicazione= [[Corriere della Sera]]|accesso=1º febbraio 2024|data=26 maggio 2011}}</ref>.
 
Il padre iniziò il suo ministero pastorale presso l'ospedale di [[Uppsala]], poi venne prima nominato [[pastore]] della chiesa Hedvig-Eleonora di Stoccolma e infine [[cappellano]] della Corte Reale; pur essendo un eccellente oratore aveva un temperamento irritabile, come sostiene Bergman nella sua biografia: "Non potevamo fischiare, non potevamo camminare con le mani in tasca. Improvvisamente decideva di provarci una lezione e chi s'impappinava veniva punito. Soffriva molto per il suo udito eccessivamente sensibile, i rumori forti lo esasperavano"<ref name=B125>{{cita|Bergman 1987|p. 125}}.</ref>.
Bergman, figlio di un pastore luterano, Erik, e di Karin Akerblom, trascorse l'infanzia seguendo gli spostamenti del padre e fu educato secondo i concetti luterani di ''"peccato, confessione, punizione, perdono e grazia"'', temi che saranno poi ricorrenti nei suoi [[film]].
 
Erik impartì al figlio un'educazione molto severa, le cui tracce si riscontreranno spesso nella sua opera; la figura del padre sarà portata sullo schermo in tre film: ''[[Fanny e Alexander]]'' (1982), ''[[Con le migliori intenzioni]]'' (1992) e ''[[Conversazioni private]]'' (1996). La madre "aveva un eccessivo carico di [[lavoro]], era tesissima, non riusciva a dormire, faceva uso di forti sedativi, che avevano effetti collaterali quali l'irrequietezza e l'ansia"<ref name=B125 />.
== Biografia ==
Dopo gli studi superiori ed il servizio militare, si iscrisse all'[[Università di Stoccolma]] per frequentare un corso di storia della [[letteratura]] (la sua tesi di laurea riguarderà [[Johan August Strindberg]]) iniziando nel contempo ad occuparsi di teatro studentesco e a scrivere i testi per alcuni drammi; come aiuto regista, intanto, iniziava a lavorare per il Teatro dell'Opera.
 
Ingmar aveva un fratello maggiore di quattro anni<ref>Che tenterà più tardi il [[suicidio]] e andrà a vivere a Uppsala.</ref> e una sorella minore di quattro anni. In una situazione familiare così oppressiva sono da ricercare le ragioni dei suoi dubbi esistenziali e soprattutto della sua continua ricerca di un [[Dio]] che non rappresenti solamente un [[rito]], ma amore. Il rapporto conflittuale con i genitori portò così il giovane Ingmar a rinchiudersi in un suo mondo liberatorio e fantasioso con il quale sostituiva quello reale e, quando a dodici anni gli venne regalato il primo [[proiettore cinematografico]], trovò nel mondo della pellicola, con le sue luci e le sue ombre, quello che cercava.
Nel [[1943]] Bergman sposò [[Else Fischer]], ballerina e coreografa (che gli darà una figlia, la futura scrittrice Lena). E' in questo periodo che un suo manoscritto, ''Hets'' (''Tormento'', [[1944]]) viene acquistato dalla ''Filmindustri'' e trasformato in film, sotto la regia di [[Alf Sjoberg]], con Bergman quale [[assistente alla regia]].
 
Nel 1936, dopo l'ennesimo scontro con i genitori, partì per [[Stoccolma]] dove andò a vivere da solo. Dopo gli studi superiori e il servizio militare, si iscrisse all'[[Università di Stoccolma]] per frequentare un corso di storia della letteratura, ma l'abbandonò ed entrò per la prima volta in contatto con il mondo del [[teatro]] e del [[cinema]]. Iniziò a occuparsi di teatro studentesco dirigendo una compagnia filodrammatica presso la stessa università e scrivendo testi per alcuni [[dramma|drammi]]. Nel 1940 divenne [[aiuto regista]] presso il [[Opera reale svedese|Teatro dell'opera]] (anche se senza stipendio). Una ragazza del corpo di ballo lo aiutò finanziariamente fintanto che riuscì a ottenere l'incarico di [[suggeritore]] per l{{'}}''[[Orfeo all'inferno (Offenbach)|Orfeo all'inferno]]'' con un compenso di tredici [[corona svedese|corone]] a sera.
Pochi mesi dopo questa prima esperienza cinematografica, gli venne proposto di ricavare e dirigere un film dalla commedia ''"La bestia madre"'' di [[Leck Fischer]]. Benché il film, uscito col titolo poi con il titolo [[Crisi]] ([[1945]]), non avesse avuto successo, il produttore indipendente Lorens Marmsted gli offrì una nuova occasione: nel [[1946]] nasce così [[Piove sul nostro amore]]. &Egrave; nello stesso anno che decide di trasferirsi a [[Goteborg]], dove viene nominato primo regista del teatro cittadino. Debutta con ''"Caligola"'' di [[Albert Camus]] e mette in scena molti dei suoi drammi.
 
Raggiunta la tranquillità economica, si mise a scrivere intensamente e nel giro di due anni produsse ben dodici drammi e un'[[opera lirica]]. Nel 1942 uno dei suoi drammi, ''La morte di Kasper'', venne messo in scena per decisione del direttore del teatro studentesco e questo fatto segnò la sua fortuna. Ad assistere allo spettacolo vi erano infatti in platea il neodirettore della [[Svensk Filmindustri]], Carl Anders Dymling, e Stina Bergman, vedova del drammaturgo [[Hjalmar Bergman]], responsabile della sezione manoscritti che, colpita dalla rappresentazione, lo convocò il giorno seguente e lo assunse con uno stipendio di cinquecento corone al mese<ref>{{cita|Bergman 1987|pp. 130-131}}.</ref>.
Grazie alla fiducia di Marmsted, Bergman può così realizzare altri due film: [[La Terra del desiderio]] e [[Musica nel buio]] ([[1947]]). L'attenzione suscitata da questo ultimo lavoro, spinge la ''Svensk Filmindustri'' a commissionargli una sceneggiatura (''"La furia del peccato ed Eva"'', regia di [[Gustaf Molander]]) ed un film ([[Città Portuale]] ([[1948]])), ma il fallimento che la pellicola registra porta ad un nuovo taglio dei fondi.
 
=== I primi film e il teatro ===
E' ancora grazie all'aiuto di Lorens Marmstedt che Bergman riesce a realizzare [[La Prigione]] ([[1949]]), tratto da un suo stesso soggetto e primo film importante nella sua carriera. Intanto si separa dalla moglie Else e sposa [[Ellen Lundstrom]]; nel 1951 inizia una relazione con la giornalista [[Gun Hagberg]] che diverrà successivamente sua moglie e dalla quale avrà una figlia. Il relativo successo del film [[La Prigione]] lo porta di nuovo a lavorare per la ''Svensk Filmindustri'', realizzando quattro film in due anni: [[Sete]], [[Verso la gioia]], [[Ciò non accadrebbe qui]] e [[Un' estate d'amore]].
[[File:Ingmar Bergman 1944-09-06.jpg|min|verticale|Bergman nel 1944]]
Nel 1944 uno dei suoi scritti venne letto dal regista [[Gustaf Molander]], che insistette per ricavarne un film. Il manoscritto venne acquistato dalla Svensk Filmindustri per cinquemila corone e, con la regia di [[Alf Sjöberg]] che lo tradusse in immagini, e la collaborazione di Bergman stesso come segretario di edizione, fu girato ''Hets'' (''[[Spasimo]]''), storia di un professore, soprannominato "Caligola", severo e opprimente con i suoi allievi. [[Stig Järrel]], l'[[attore]] protagonista, venne truccato in modo che assomigliasse al capo della [[Gestapo]], [[Himmler]]. Il film venne molto apprezzato soprattutto in quanto attacco al [[nazismo]]<ref>[[Georges Sadoul]], [https://www.mymovies.it/film/1944/spasimo/rassegnastampa/255893/ Recensione] su [[MyMovies]].</ref>, quantunque in numerose interviste lo stesso Bergman abbia ammesso di essere stato infatuato dalla figura di Hitler (che egli aveva personalmente visto durante un viaggio a Weimar) durante gli anni del conflitto<ref>{{cita web|lingua=en|url=http://news.bbc.co.uk/2/hi/entertainment/441057.stm|sito=BBC News|titolo=Bergman admits Nazi past|data=7 settembre 1999|accesso=1º febbraio 2024}}</ref>. ''Spasimo'' vincerà un premio nel 1946 durante il primo [[Festival di Cannes]] del [[Dopoguerra#Secondo dopoguerra|secondo dopoguerra]].
 
Durante la lavorazione del film, Bergman venne nominato direttore dello "Stadsteater" di [[Helsingborg]], uno dei teatri più antichi di tutta la [[Svezia]], ma presto subentrarono difficoltà finanziarie perché le sovvenzioni ad esso destinate erano state girate al nuovo teatro di [[Malmö]]<ref>Ingmar Bergman, ''Lanterna magica'', op. cit., pgg. 132-133-134</ref>.
Nel [[1953]] comincia a lavorare allo ''Stadsteater'' di [[Malmoe]], dove conosce un gruppo di attori che diventeranno presenze stabili nei suoi film: [[Gunnel Lindblom]], [[Max von Sydow]], [[Ingrid Thulin]], [[Harriet Andersson|Harriet]] e [[Bibi Andersson]].
 
=== IlLa settimofase sigilloromantica ===
Pochi mesi dopo questa prima esperienza cinematografica, gli venne proposto di dirigere un film adattato dalla [[commedia]] dell'autore teatrale [[Danimarca|danese]] [[Leck Fischer]], ''La bestia madre''. ''[[Crisi (film 1946)|Crisi (Kris)]]''<ref>{{cita|Bergman 1987|pp. 146-147}}.</ref>, uscito nelle sale nel 1946, è la storia di una ragazza che dopo molte avventure ritrova finalmente la madre e sposa il giovane che da molto tempo era innamorato di lei. Il tema conduttore del film è quello dello scontro tra generazioni e, come scrive Alfonso Moscato<ref>{{cita|Moscato|p. 34}}.</ref> si tratta di "uno scontro che, equilibrato in periodo di normalità, è qui acuito dal materialismo dilagante nella società postbellica".
Due anni dopo arriva il premio al [[Festival di Cannes]] per [[Sorrisi di una notte d'estate]], suo primo vero successo europeo. Nel [[1956]] termina [[Il settimo sigillo]] che ottiene vari riconoscimenti, oltre al premio speciale al [[Festival di Cannes]]; arrivano poi l'[[Orso d'Oro]] al [[Festival di Berlino]] e il premio della critica al [[Festival di Venezia]] grazie a [[Il posto delle fragole]]. Succesivamente [[Alle soglie della vita]] e [[Il volto]] ricevono il premio come miglior regia rispettivamente a [[Festival di Cannes|Cannes]] e a [[Festival di Venezia|Venezia]], mentre nel [[1960]] [[La fontana della vergine]] gli vale il suo primo [[premio Oscar|Oscar]].
 
Benché il film non avesse avuto successo, il [[Produttore cinematografico|produttore]] indipendente Lorens Marmsted offrì al regista una nuova occasione e gli commissionò un nuovo film: ''[[Piove sul nostro amore]]'', pellicola di modesta qualità a causa, come Bergman stesso ammette, della scarsa padronanza dei mezzi tecnici che aveva all'epoca. Malgrado ciò, l'opera non manca di spunti interessanti, che anticipano il modo bergmaniano di fare cinema.
Nel [[1959]] si sposa per la quarta volta, con la pianista [[Kabi Laretei]]. Nel [[1961]] diventa il direttore del teatro drammatico di [[Stoccolma]] e realizza [[Come in uno specchio]], primo capitolo di una discussa trilogia religiosa: il film riceve l'[[premio Oscar|Oscar]] come miglior film straniero.
 
All'inizio dell'autunno del 1946, Bergman si trasferì a [[Göteborg]], dove venne nominato primo regista presso il teatro della città, debuttando con ''Caligola'' di [[Albert Camus]] e mettendo in scena altri suoi drammi, deciso a portare avanti senza tregua sia l'attività di regista cinematografico sia quella di regista teatrale.
Seguono [[Luci d'inverno]], premiato a Berlino e a Vienna, e [[Il silenzio]]. L'anno successivo, colpito da una grave depressione, scrive [[Persona]] ed inizia una relazione con [[Liv Ullman]], dalla quale nasce Lynn.
 
Nel 1947, grazie alla fiducia di Marmsted, seguirono due film tratti ancora una volta da opere teatrali, ''[[La terra del desiderio]]'' e ''[[Musica nel buio]]'', dove prevale la tematica del disagio giovanile e della fuga dalla realtà che connota anche i successivi film fino a ''[[Un'estate d'amore]]'', con il quale può dirsi conclusa la prima fase romantica della sua produzione. L'attenzione suscitata da quest'ultimo lavoro, spinse la ''Svensk Filmindustri'' a commissionargli, nel 1948, la sceneggiatura di ''[[Eva (film 1948)|Eva]]'' con la regia di [[Gustaf Molander]] e un film, ''[[Città portuale]]'', tratto da un romanzo di [[Olle Länsberg]]. L'insuccesso della pellicola condusse però a un nuovo taglio dei fondi.
Al ritmo di un film all'anno, vengono realizzati [[L'ora del lupo]] ([[1966]]), seguito da [[La Vergogna]] ([[1967]]), [[Il rito]] ([[1968]], film per la [[televisione]]), [[Passione]] ([[1969]], primo lungometraggio a colori) e [[L'adultera]] ([[1970]]).
 
Ma fu ancora grazie all'aiuto di Lorens Marmsted, che Bergman riuscirà a realizzare nello stesso anno ''[[La prigione]]'', tratto da un suo stesso [[Soggetto (cinema)|soggetto]], e primo film significativo della sua carriera. Pur non essendo un capolavoro, il film destò un certo interesse, tanto da convincere la ''Svensk Filmindustri'' a dare ancora fiducia al regista, che poté così realizzare ''[[Sete (film)|Sete]]'' (1949), tratto dalle [[novella|novelle]] di [[Birgit Tengroth]], ''[[Verso la gioia]]'', interpretato in modo magistrale da [[Victor Sjöström]] e ''[[Ciò non accadrebbe qui]]'', un film [[anticomunista]], del quale però non firmò né il soggetto né la sceneggiatura, che narra la storia di una profuga che nella [[Stoccolma]] della [[seconda guerra mondiale]] cerca di sfuggire alle spie [[comuniste]].
Terminato l'amore con [[Liv Ullman]], si sposa di nuovo con [[Ingrid von Rosen]], che rimarrà sua moglie fino al [[1995]], anno della sua morte: i due avranno un figlio, Daniel, che intraprenderà anch'egli la carriera artistica (regista), come peraltro tutti i suoi sette fratellastri (molti dei quali sono attori).
 
Sempre in questo periodo, Bergman mise in scena anche due testi teatrali: ''Rachele e il fattorino del cinema'' e ''Uscirsene a mani vuote''.<ref>{{cita|Bergman 1987|p. 142}}.</ref>.
== Sussurri e grida ==
Nuovamente in difficoltà economiche, Bergman si risolleva grazie all'inaspettato successo mondiale di [[Sussurri e Grida]] ([[1972]]), vincitore di numerosi premi. L'anno seguente gira [[Scene da un matrimonio]], nato come film ad episodi per la TV e trasformato poi in un film di quasi tre ore. Seguono poi il dramma psicologico [[L'immagine allo specchio]] ([[1976]]) e [[L'uovo del serpente]] ([[1976]]).
 
=== I primi successi ===
In questo stesso anno va però in crisi per alcuni problemi con il fisco e viene ricoverato in un ospedale psichiatrico. Si ritira quindi sull'isola di Faro dove si dedica esclusivamente al cinema, realizzando [[Sonata d'Autunno]], con [[Ingrid Bergman]]. Per la televisione tedesca viene prodotto [[Un mondo di marionette]] ([[1980]]), seguito l'anno successivo dal monumentale [[Fanny e Alexander]], film televisivo autobiografico di quasi cinque ore; la versione cinematografica fu ridotta a tre ore, e portò a Bergman quattro premi [[premio Oscar|Oscar]]. Sempre per la televisione il regista realizza [[Dopo la prova]] ([[1983]]), [[Il Segno]] ([[1985]]), [[Il volto di Karin]] ([[1986]]).
[[File:Andersson-Bergman-1953.jpg|miniatura|Ingmar Bergman in compagnia dell'attrice [[Harriet Andersson]] nel 1953]]
Solo poco dopo, nel 1950, scrisse ''[[Un'estate d'amore]]'', film che risente intensamente dello stato d'animo in cui Bergman si trovava in quel periodo e nel quale dimostra, per la prima volta, tutte le sue possibilità espressive. Egli dichiarerà durante un'intervista a Jörn Donner:<ref>{{cita news|autore=Jörn Donner|titolo=Bergman: "Sono un impostore"|pubblicazione=[[Epoca (rivista)|Epoca]]|data=14 luglio 1971|cid=Donner}}</ref> "Fu il primo film in cui cominciai a sentirmi veramente in grado di esprimermi. Era già parecchio che dirigevo film. A quell'epoca ero quel che si dice a digiuno di preparazione tecnica; anzi, dal lato tecnico, ero preoccupato, incerto e pasticcione. Però c'è una cosa da tener presente: che a quei tempi la tecnica era molto più complicata di oggi".
 
Dopo ''Un'estate d'amore'', a causa delle proteste per una tassa statale che era stata messa sui divertimenti, il cinema svedese subì un forte rallentamento e Bergman venne licenziato dalla ''Svensk Filmindustri''.
== Con le migliori intenzioni ==
Lascia il cinema definitivamente per dedicarsi al teatro; tuttavia, scrive le sceneggiature di [[Con le migliori intenzioni]] (regia di [[Bille August]], [[1991]]) e [[Conversazioni Private]] (regia di [[Liv Ullman]], [[1998]]).
 
Gun ispirò al regista il personaggio di Karin Lobelius in ''[[Donne in attesa]]'', film che venne realizzato nel 1952 e presentato l'anno seguente alla [[Mostra internazionale d'arte cinematografica]] di Venezia senza grande successo.<ref>{{cita|Bergman 1987|pp. 155-156}}.</ref>.
Nel [[1997]] torna dietro la camera da presa realizzando, per la televisione svedese, [[Vanità e affanni]]. Nel [[1999]] regala a [[Liv Ullman]] la nuova sceneggiatura per il film [[L'infedele]].
 
Seguirà nel 1953 ''[[Monica e il desiderio]]'', che verrà considerato un film-scandalo, a causa della insolente sensualità dell'[[attrice]] [[Harriet Andersson]] che, girandosi spontaneamente verso la camera, regala uno dei migliori primi piani di sempre, a detta dello stesso regista. L'attrice, a quel tempo, era appena ventenne e Bergman le si legherà [[Sentimento|sentimentalmente]]: con nove film realizzati in collaborazione con il regista, la Andersson diventerà una delle sue attrici preferite.
Ha poi proseguito la sua attività teatrale, regalando per le scene e per lo schermo una edizione de [[Il flauto magico]] [[Wolfgang Amadeus Mozart|mozartiano]] unica nella sua forte visionaria fascinazione, pur senza lasciare la macchina da presa: [[Saraband]], del [[2003]], lo ha visto cimentarsi con le tecniche di ripresa digitali.
 
Nel 1953, fallita l'aspirazione di essere assunto al ''Dramatiska Teatern'' di Stoccolma, accettò l'offerta dello ''Stadsteater'', il Teatro Municipale di [[Malmö]], che lo assunse come regista e presso il quale rimarrà per otto anni, producendo tredici regie. In questo periodo perfezionò la collaborazione con alcuni attori già affermati che diventeranno anche presenze stabili nei suoi film: oltre alla già citata Harriet Andersson, [[Gunnel Lindblom]], [[Max von Sydow]], [[Erland Josephson]], [[Ingrid Thulin]], e [[Bibi Andersson]]<ref>{{cita|Bergman 1987|pp. 162-163}}.</ref>.
Ha scritto nella sua autobiografia intitolata ''"Lanterna magica"'': ''"In realtà, io vivo continuamente nella mia infanzia: giro negli appartamenti nella penombra, passeggio per le vie silenziose di Uppsala e mi fermo davanti alla Sommarhuset ad ascoltare l'enorme betulla a due tronchi. Mi sposto con la velocità di secondi e abito sempre nel mio sogno: di tanto in tanto faccio una visita alla realtà".
 
In quello stesso anno mise in scena ''[[Sei personaggi in cerca d'autore]]'' di [[Luigi Pirandello]] e ''[[Il castello]]'' di [[Franz Kafka]] con l'adattamento di Max Brod, mentre per il cinema produsse un film molto triste ambientato nel mondo del [[Circo equestre|circo]] dal titolo ''[[Una vampata d'amore]]''. Nel 1954 mise in scena al teatro di Malmö una "Vedova allegra" e un balletto dal titolo ''Giochi crepuscolari'', mentre per il cinema passò dal dramma alla [[commedia]] con ''[[Una lezione d'amore]]''.
 
Nel 1955 realizzò una commedia che la critica giudicò mediocre, ''[[Sogni di donna]]'', ma anche il film che lo fece conoscere al pubblico di tutta Europa, ''[[Sorrisi di una notte d'estate]]'', opera raffinata tra la commedia e il dramma che venne premiato a [[Festival di Cannes|Cannes]] per il suo "umorismo poetico". Tra il 1956 e il 1959 avvenne la sua consacrazione internazionale.
 
=== Il successo internazionale ===
{{Citazione|CAVALIERE: Io voglio sapere. Non credere. Non supporre. Voglio sapere. Voglio che Dio mi tenda la mano, mi sveli il suo volto, mi parli.<br />MORTE: Il suo silenzio non ti parla?|Ingmar Bergman, da ''Il settimo sigillo''<ref>{{cita|Bergman 1994|p. 28}}.</ref>}}
[[File:Filmkamera384 86151a.jpg|miniatura|Ingmar Bergman alla macchina da presa nel 1965]]
Nel 1956 Bergman terminò ''[[Il settimo sigillo]]'', il cui soggetto deriva da un atto unico che aveva scritto nel 1954 per un saggio di recitazione degli allievi dell'"Accademia Drammatica" di Malmö. Si trattava di una rappresentazione intitolata ''[[Pittura su legno]]'' e durava circa cinquanta minuti. Due anni dopo, Bergman espresse il desiderio di trasformare ''Pittura su legno'' in un film, ma il suo produttore rifiutò: dovette quindi aspettare il successo al [[Festival di Cannes]] di ''Sorrisi di una notte d'estate'' per riproporre il progetto. Questa volta la risposta fu positiva, a patto però che la lavorazione del film non durasse oltre i trenta giorni. Nella sua autobiografia<ref>{{cita|Bergman 1987|p. 246}}.</ref>, Bergman scriverà a proposito del film: "è un film disuguale cui tengo molto perché venne girato con mezzi poverissimi, facendo appello alla vitalità e all'amore. Nel bosco notturno dove viene bruciata la strega si intravedono tra gli alberi le finestre delle case di Råsunda".
 
Il film rese più solida la fama del regista, che ottenne nel 1957 il "Premio speciale della giuria" al "Festival di Cannes" e nel 1958 ricevette il "Gran Premio dell'Accademia francese" del cinema. Nel 1960 venne proiettato in Italia e si guadagnò il [[Nastro d'argento]], mentre in [[Spagna]] ottenne il [[Semana Internacional de Cine de Valladolid|Lábaro de oro]].
 
Ma il film indubbiamente più celebre, a cui si deve la fama internazionale e duratura di Bergman è ''[[Il posto delle fragole]]'', uscito nel 1958 in un periodo di intensa attività teatrale dell'autore. Egli vi si dedicò con grande impegno, tanto che alla fine delle riprese dovette essere ricoverato in una clinica per esaurimento nervoso. Il film è una serena meditazione sulla vita e sulla morte e ottenne l'[[Orso d'oro]] al [[Festival di Berlino]] e il premio della critica al [[Festival di Venezia]].
 
Ma l'esaurimento non fermò il regista, che dopo soli tre mesi ritornò al lavoro sugli schermi svedesi con un nuovo film: ''[[Alle soglie della vita]]'', che gli fece ottenere il premio come miglior ''metteur en scène'' e alle quattro protagoniste un premio unico per la loro interpretazione. La critica però non accolse il film con entusiasmo ed esso fu relegato tra le sue opere minori.
 
Bergman si rifece presto con ''[[Il volto]]'', che ottenne nel 1959 il premio speciale della giuria al Festival di Venezia per "la miglior regia, originalità poetica e stile", mentre il [[Leone d'oro]] venne assegnato ''ex aequo'' a ''[[La grande guerra]]'' di [[Mario Monicelli]] e a ''[[Il generale Della Rovere]]'' di [[Roberto Rossellini]]. I giornalisti vollero però assegnare a ''Il volto'', in segno di polemica, il [[Premio Pasinetti]] come opera migliore della rassegna.
 
=== Un periodo di pausa ===
Dopo ''Il volto'', Bergman si concesse un periodo di pausa, concludendo la collaborazione col Malmö Stadsteater e rallentando l'attività cinematografica. Si impegnò invece in una [[tournée]] teatrale a [[Parigi]] e a [[Londra]] e il 1º settembre 1959 si sposò per la quarta volta con la [[pianista]] [[Käbi Laretei]]<ref>{{cita|Bergman 1987|p. 172}}.</ref>, dalla quale ebbe il figlio [[Daniel Bergman|Daniel Sebastian]], al quale dedicherà qualche anno dopo il [[cortometraggio]] intitolato ''Daniel''. Moriva nel frattempo il direttore della Svensk Filmindustri e veniva nominato al suo posto un amico di Bergman, Manne Fant, che lo invitò subito a collaborare come consigliere artistico. In quegli anni lavorò anche alla neonata [[televisione]] svedese, realizzando: ''[[Venetianskan]]'' e ''[[Rabies (film 1958)|Rabies]]'' (1958) e ''Oväder'' (1960).
 
=== La ripresa dell'attività cinematografica ===
Nel 1960, con ''[[La fontana della vergine]]'', tratto da una [[Ballata (poesia)|ballata]] svedese del [[XIV secolo]], Bergman riprese l'attività cinematografica vera e propria. Il film, a differenza dei precedenti, affronta una tematica religiosa e rinuncia quasi del tutto al dialogo per affidarsi unicamente alle immagini che si snodano con un ritmo lento e assorto e crea un forte lirismo. Film apparentemente tra i più cupi di Bergman, esso in verità rimane una delle sue opere maggiormente aperte alla speranza. Subito dopo ''La fontana della vergine'', Bergman si dedicò a un'opera più allegra che definirà, nei titoli di testa un "[[rondò]] capriccioso": ''[[L'occhio del diavolo]]''.
 
==== La "Trilogia del silenzio di Dio" ====
[[File:Ingmar Bergman behind the scenes The Silence.jpg|min|Ingmar Bergman e Jörgen Lindström nel 1963 durante la lavorazione de ''[[Il silenzio (film 1963)|Il silenzio]]'']]
 
Alla fine degli [[Anni 1950|anni cinquanta]] venne chiamato a lavorare nel Teatro reale svedese, il "Kungliga Dramatiska Teatern" di Stoccolma e nel 1961 ricevette la nomina di direttore<ref>{{cita|Bergman 1987|pp. 172-173}}.</ref>. Pensava intanto alla realizzazione di un film diverso dagli altri, ambientato su di un'isola. Andò così a visitare le [[isole Orcadi]] che però non riuscirono a soddisfarlo e, su suggerimento di qualcuno, si recò nel [[Baltico]] dove scoprì, nella brulla e desolata isola di [[Fårö]], il paesaggio ideale che gli ispirerà in quegli anni la "[[trilogia]] del silenzio di [[Dio]]". ''[[Come in uno specchio]]'' fu presentato al [[Festival di Berlino]] del 1962 ottenendo il premio dell'OCIC (''Office Catholique International du Cinéma'', organizzazione cattolica del cinema), ''[[Luci d'inverno]]'' (1963), premiato a [[Berlino]] e a [[Vienna]] e ''[[Il silenzio (film 1963)|Il silenzio]]'' (1963), uno tra i suoi film che diedero maggior scandalo.
 
==== Uno scherzo autobiografico ====
Nel 1963 produsse ''Ett Drömspel'', un film per la [[televisione]] e il film di ispirazione [[autobiografica]] ''[[A proposito di tutte queste... signore]]'', che venne presentato fuori concorso nella serata inaugurale della [[25ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia]] nel 1964, suscitando reazioni contrastanti e giudicato dai più un intermezzo dopo le fatiche della trilogia. Come scrisse Grazzini<ref>''Corriere della Sera,'' 28 agosto 1964.</ref> si tratta di "uno scherzo autobiografico, una vacanza, ma anche un boomerang. Giunto all'apice della fama, salutato come uno dei grandi maestri del cinema contemporaneo, Bergman avverte di essere in pericolo di morte, qualora si prenda troppo sul serio. Conosce bene le insidie che comporta lo splendido isolamento dell'artista. Se ci raspate dentro, vedete che la critica ha lo stesso tremore di quella, tragica, che in ''Come in uno specchio'' affrontava i rapporti tra l'opera d'arte e la sua ispirazione... Si ride poco per essere un film comico. Ma Bergman ha il diritto di farci scherzi di cattivo gusto".
 
Dopo ''A proposito di tutte queste...signore'', durante l'estate del 1965, Bergman si mise a lavorare all'idea di un film da dedicare agli attori da intitolare ''Mangiatori d'uomini'', ma proprio in quel periodo cadde in una profonda depressione e solo durante la convalescenza scriverà la [[Trama (narrativa)|trama]] di quello che diventerà poi ''Persona'', che inaugurerà una serie di film dove saranno in primo piano fantasmi e incubi.
 
==== La tetralogia di Fårö ====
Il primo di questa serie, denominata la "tetralogia di Fårö", sarà, appunto, ''[[Persona (film 1966)|Persona]]'' (1966), che siglerà il distacco di Bergman dal Teatro Reale e il suo ritiro nell'isola di Fårö, che aveva acquistato e dove abiterà fino alla sua morte. Dirà a Jörn Donner nell'intervista ''Come in uno specchio'':<ref>Bergman a Jörn Donner {{cita|nell'intervista ''Come in uno specchio''|p. 82|Donner}}.</ref> "capitai in questo paesaggio di Fårö, con la sua assenza di colori, la sua durezza e le sue proporzioni straordinariamente ricercate e precise, dove si ha l'impressione di entrare in un mondo che è esterno, e del quale non siamo che una minuscola particella, come gli animali e le piante. Come sia accaduto non lo so, ma qui ho messo le radici e ora credo che la mia vita abbia nuovamente delle radici".
 
[[File:Daniel Bergman.jpg|min|verticale|Daniel, figlio di Ingmar Bergman, diventato anche lui regista]]
Dopo ''Persona'', Bergman accettò di collaborare a un film in otto episodi dal titolo ''Stimulantia'', realizzato da un gruppo di registi giovani, come [[Richard Donner]], e meno giovani, come [[Gustaf Molander]], che si proponeva di individuare le cose più stimolanti della vita. Per Bergman scelse come argomento della sua opera "il bambino" e intitolò il suo episodio ''Daniel'' dedicandolo al figlio nato dalla sua unione con la pianista Käbi Laretei.
 
Nel 1966 riprese in mano il manoscritto che aveva abbozzato nell'[[estate]] del 1965, ''I mangiatori d'uomini'', e da esso, dopo averlo rimaneggiato, nacque il semi-[[Cinema horror|horror]] ''[[L'ora del lupo (film 1968)|L'ora del lupo]]'' (1968).
 
Il regista aveva intanto trasformato l'isola di Fårö in una [[Cinecittà]] e lì realizzò interamente il film sulla [[guerra]] ''[[La vergogna]]'' (1967), opera piuttosto contrastata e che ebbe contestazioni e polemiche, perché secondo alcuni critici assumeva, a proposito della [[guerra in Vietnam]], una posizione [[qualunquista]].
 
Nel 1968 Bergman realizzò il film ''[[Passione (film 1969)|Passione]]'', ultimo diretto per la Svensk Filmindustri prima di mettersi in proprio, proiettato per la prima volta il 10 ottobre del 1969.
 
==== L'incontro con la televisione ====
Nel marzo del 1969, avvenne il suo primo incontro con la televisione, con il breve film in bianco e nero intitolato ''[[Il rito (film 1969)|Il rito]]'', che presentò egli stesso alle [[emittente televisiva|emittenti televisive]] di Svezia, [[Norvegia]], [[Finlandia]] e [[Danimarca]].
 
=== Gli anni settanta ===
Nel 1969, Bergman realizzò un [[documentario]] di forte impegno sociale per la televisione svedese, intitolato ''[[Fårödokument (film 1969)|Fårödokument]]'', che venne proiettato per la prima volta il 10 novembre 1970, dedicato alla sua isola Fårö dove protagonista è la gente del luogo, alla quale viene dato spazio per esporre i propri problemi e rivendicare i suoi diritti.
 
Nel 1970, quasi come per contrasto all'opera impegnata appena terminata, Bergman realizzò un film, che si rivelerà essere tra i più superficiali, dal titolo ''[[L'adultera (film 1971)|L'adultera]]''. La pellicola si rivelerà un grande insuccesso, trascinando nuovamente il regista in difficoltà economiche, dalle quali riuscirà a risollevarsi nel 1972 grazie all'inaspettato successo mondiale di ''[[Sussurri e grida]]'', film ricco di valori formali e sostanziali che ottenne numerosi premi.
 
==== I film e la televisione ====
L'anno seguente girerà ''[[Scene da un matrimonio]]'', nato come serie a episodi per la televisione e trasformato poi in un film di quasi tre ore, premiato dall'associazione dei critici americani come miglior film del 1973.
 
Seguirà poi il film televisivo ''Misantropen'' nel 1974, ispirato all'opera di [[Molière]] e la realizzazione di un film-[[Opera lirica|opera]] intitolato ''[[Il flauto magico (film 1975)|Il flauto magico]]'', dove finalmente poteva realizzare il sogno di venticinque anni prima. Si trovava infatti a quei tempi a Malmö e avrebbe voluto dirigere ''Il flauto magico'', ma non aveva osato per il timore di non possedere gli attori adatti e la maturità necessaria. Ora, grazie al rapporto con la televisione, egli poteva parlare di [[Mozart]] che, insieme a [[Chopin]] e a [[Wagner]], era uno dei suoi [[compositore|compositori]] più amati e presenti, con la loro [[musica]], in tanti dei suoi film. Il film fu lodato dai critici cinematografici e ancor più dai musicofili. Il [[cinefilo]] G. Legrand scriverà su ''Positif'':<ref>''"Positif"'', fascicolo n. 1., 1977, p. 108.</ref> "più intelligente, più agile, il ritmo dell'illustrazione della musica non è meno strettamente collegato alla musica, che anzi esso la raddoppia, la rende anche più esplicita, senza mai sostituirvisi". Nel 1976 Bergman realizzò, quasi come appendice a "Il flauto magico", ancora una breve opera televisiva anch'essa di notevole valore, dal titolo ''[[Il ballo delle ingrate (film 1976)|Il ballo delle ingrate]]'', del quale non si può parlare come di un vero e proprio [[balletto]] ma a un'azione [[mimo|mimata]] in musica.
 
Il dramma psicologico ''[[L'immagine allo specchio]]'', sempre del 1976, nacque anch'esso come film televisivo articolato in quattro episodi di cinquanta minuti ciascuno, trasformato in un film della durata di 135 minuti, che venne presentato al Festival di Cannes. Si tratta di un'opera che lo stesso Bergman giudicherà nella sua autobiografia<ref>{{cita|Bergman 1987|p. 211}}.</ref> non tra i migliori affermando: "la stanchezza artistica sogghignava sotto la tela sottile".
 
==== Un periodo di profonda crisi e di intenso lavoro ====
Nel 1976 Bergman possedeva la sua casa cinematografica, la Cinematograph, che aveva sede in un bel palazzo di Stoccolma, era appena terminata la sceneggiatura del film ''L'immagine allo specchio'', gli appoggi erano notevoli, i contatti presi con i produttori [[statunitense]] erano stati utili, [[Dino De Laurentiis]] aveva accettato di produrre la sceneggiatura del film ''[[L'uovo del serpente]]'' e l'ultimo matrimonio con Ingrid von Rosen sembrava solido: niente poteva far immaginare la tempesta che stava per arrivare.
 
Il 30 gennaio, mentre al teatro "Dramaten" si svolgevano le prove di ''[[Danza di morte]]'' di [[Strindberg]], arrivarono all'improvviso due poliziotti, che condussero Bergman al centro di polizia in quanto indagato per frode fiscale. Le peripezie legali impegnarono il regista ben nove anni, anche se si risolsero con il pagamento di una somma non esagerata: 180.000 [[corona svedese|corone]]. Ma i giornali divulgarono con insistenza la notizia e Bergman, che era stato costretto a trasferirsi con la moglie nell'appartamento a [[Grev Turegatan]], fu colto da una forte crisi depressiva che lo tenne rinchiuso per tre mesi nel [[ospedale psichiatrico|reparto psichiatrico]] di Karolinska.
 
Nel marzo del 1977 poté ritornare a Fårö ma, non ancora libero dalle sue angosce, si buttò intensamente nel lavoro e in questo periodo nacque il soggetto di ''[[Sinfonia d'autunno]]'' con il titolo provvisorio di ''Madre, Figlia e Madre''. Ma a fine ottobre, sempre assillato dalla burocrazia, decise di allontanarsi dalla Svezia e, dopo aver depositato i suoi averi su un conto bloccato si recò insieme alla moglie prima a Parigi e in seguito a [[Copenaghen]], decidendo nel frattempo che ''L'uovo del serpente'' sarebbe stato girato negli studi della "[[Bavaria Film]]" a [[Monaco di Baviera]]. Trascorse l'estate a [[Los Angeles]] con una puntata a [[Francoforte]] per ritirare il [[Premio Goethe]], una nostalgica visita a Fårö e ancora a Monaco, il 28 ottobre 1977, per assistere alla [[prima (teatro)|prima]] del film.
 
Nel 1978, dopo il film tedesco ''[[L'uovo del serpente]]'', Bergman, che nel frattempo aveva risolto i suoi problemi con il fisco, realizzò un film norvegese, ''[[Sinfonia d'autunno]]'', che segnò l'incontro con [[Ingrid Bergman]], che non recitava nei [[Paesi scandinavi]] dal 1940, fatta eccezione per l'episodio di ''Stimulantia'' diretto da Gustaf Molander.
 
Ancora con attori tedeschi, tra il 1979 e il 1980 il regista realizzò, nei Bavaria Filmstudios, ''[[Un mondo di marionette]]'': possedeva ancora uno studio a Monaco e aveva contatti con la Repubblica federale. Il film segna il ritorno al bianco e nero, al quale Bergman era molto affezionato, ma non ebbe un buon successo di critica, a cominciare da quella tedesca.
 
Nel 1979, quasi a voler monitorare i mutamenti avvenuti nel sostrato socioeconomico dell'isola, a dieci anni esatti di distanza dal primo, Bergman realizzò un altro documentario dedicato a Fårö, ancora intitolato ''[[Fårödokument (film 1979)|Fårödokument]]''.
 
=== Gli anni ottanta ===
[[File:Bergman 03.jpg|miniatura|Ingmar Bergman in conferenza stampa durante la [[42ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia]], 1985]]
Al ritorno dalla [[Germania]] si ritirerà sull'isola di Fårö e nel 1982 realizzerà quello che doveva essere, nelle sue intenzioni, il suo ultimo film e pertanto un congedo al cinema, ''[[Fanny e Alexander]]'', ritratto di [[Uppsala]], la sua città natale, tra il 1907 e il 1909. I personaggi sono una sessantina, e al centro della storia, un pastore [[protestante]] elegantissimo e perfido, proprio come il padre del regista. Il film doveva durare sei ore, ma la durata fu bocciata in sede di [[censura]], così la versione per la televisione durerà cinque ore, quella per il cinema tre ore.
 
Nacque un capolavoro con elementi fortemente autobiografici e, come scrive Giovanni Grazzini:<ref>{{cita news|autore=Giovanni Grazzini|titolo=Fanny e Alexander|pubblicazione=Corriere della sera|data=10 settembre 1983}}</ref>"un riassunto di quarant'anni di cinema". Dopo il successo di ''Fanny e Alexander'' Bergman, negli anni seguenti, a dimostrazione che il suo congedo dal cinema non era stato definitivo, realizzò nel 1983 il [[Parapsicologia|parapsicologico]] ''[[Dopo la prova]]'', nato per la televisione, ma presentato in seguito a [[Cannes]] e distribuito dapprima come un normale film e poi in [[videocassetta]].
 
Nel 1986 diresse ancora il teorico ''[[Il segno]]'', che denota l'ancor grande attività artistica del regista, malgrado l'età avanzata.
 
Pur non girando più film, Bergman non cessò l'attività e si occupò ancora di lavori televisivi come, nel 1986, il [[cortometraggio]] ''[[Il volto di Karin]]'' dedicato alla madre e continuò a dedicarsi al teatro. Sempre nel 1986 venne invitato in televisione per realizzare una lunga intervista di 57 minuti, nella quale raccontava i tempi e i metodi della lavorazione del film ''Fanny e Alexander''; l'intervista fu proposta per il pubblico nazionale.
 
Dal 1988 al 1992 continuò l'attività teatrale e televisiva in maniera meno intensa ma ugualmente produttiva, che avrà poi termine con il quarantaquattresimo [[lungometraggio]] intitolato ''[[Vanità e affanni]]'' dove verranno adottate per la prima volta [[tecnica digitale|tecniche digitali]].
 
=== Gli anni novanta e la televisione ===
[[File:Filmstaden.jpg|min|Le scene in interno di molti film di Bergman sono state girate negli studi ''Filmstaden'' a nord di Stoccolma (1925 circa)]]
Lasciato il cinema per dedicarsi al teatro, Bergman tuttavia scrisse nel 1991 le sceneggiature di ''[[Con le migliori intenzioni]]'', una produzione televisiva di sei ore, adattata poi allo schermo in due ore e quaranta con la direzione di [[Bille August]], il regista danese che aveva vinto nel 1989 l'Oscar per il miglior film straniero con ''[[Pelle alla conquista del mondo]]''. Dal film venne tratto il libro intitolato ''[[La buona volontà]]'' che porta in calce la firma di Bergman.
 
Nell'aprile del 1991 portò in Italia un'opera scritta dal [[giappone]]se [[Yukio Mishima]], ''[[Madame de Sade]]'', che venne rappresentata a [[Parma]] al "Festival dell'attore". Nello stesso mese venne rappresentato nel piccolo teatrino all'ultimo piano del "Dramaten di Stoccolma" la sua regia di [[Peer Gynt]] di [[Ibsen]] con l'interpretazione di Bibi Andersson e in giugno Bergman diresse ''[[Le baccanti]]'' di [[Euripide]], con la musica di [[Daniel Börtz]], all'"Opera di Stoccolma" che ottenne un grande consenso di pubblico.
 
Sempre nel 1991 si occupò della sceneggiatura del film ''[[Il figlio della domenica]]'' diretto dal figlio [[Daniel Bergman|Daniel]], che tratta di un episodio della fanciullezza di Bergman, in particolare delle passeggiate che faceva in bicicletta con il padre, raccontato nell'autobiografia ''Lanterna magica''<ref>{{cita|Bergman 1987|pp. 239 e ss.}}</ref>.
Tra il 1992 e il 1994 produsse una serie sfortunata di film televisivi: ''[[Markisinnan De Sade]]'' (1992), ''[[Backanterna]]'' (1993) e ''[[Sista Skriket]]'' (1994). Nel 1995 divenne membro onorario dell'[[Unione dei Teatri d'Europa]].
 
Nel 1996 collaborò al film ''[[Conversazioni private]]'' con la [[Regia cinematografica|regia]] di [[Liv Ullmann]] e nel 1997 decise di ritornare dietro la macchina da presa realizzando, per la televisione svedese, ''[[Vanità e affanni]]'', splendido film ambientato nel 1925 nell'[[ospedale psichiatrico]] in cui fu rinchiuso nel 1977: la storia è quella di un uomo che vuole fare il primo film della storia del cinema, e nonostante la pellicola si guasti, decide di recitarlo come in teatro.
 
In quello stesso anno, in polemica con i critici cinematografici, egli rifiutò di ritirare il premio alla carriera conferitogli a [[Cannes]]. Nel 1999 regalò a Liv Ullmann la nuova sceneggiatura per il film ''[[L'infedele (film 2000)|L'infedele]]'' e presentò in teatro ''I cineasti'', sul tema dell'[[alcolismo]].
 
=== Gli ultimi anni ===
[[File:Filmstaden Solna Sweden.jpg|min|Gli studi ''Filmstaden'' di Stoccolma come si presentano attualmente (2005)]]
Nel 2000 girò per la televisione ''[[Bildmakarna]]'', che racconta di come [[Victor Sjöström]], il grande regista svedese, nel 1921 girò uno dei suoi film più famosi: ''[[Il carretto fantasma]]''. Proseguì la sua attività teatrale, regalando per le scene e per lo schermo una edizione de ''[[Il flauto magico]]'' [[Wolfgang Amadeus Mozart|mozartiano]], unica nella sua forte visionaria fascinazione, pur senza lasciare la macchina da presa.
 
Nel 2002 pubblicò il volume ''Immagini'', con molte fotografie riguardanti la sua infanzia. Nel 2003 girò ''[[Sarabanda (film)|Sarabanda]]'', il seguito di ''[[Scene da un matrimonio]]'', che con altre quattro reti europee venne cofinanziato dalla [[Rai]] e che fu girato con tecniche digitali. Sul [[Set (cinema)|set]] Bergman disse: "questo è il mio ultimo film".
 
Il 20 gennaio 2005 ricevette il Premio [[Federico Fellini]] - che aspira a diventare il "[[Premio Nobel]] del cinema" - per l'eccellenza della sua produzione artistica cinematografica. Il 30 luglio 2007, all'età di 89 anni, morì nella sua casa di [[Fårö]], isola svedese del [[Mar Baltico]], lo stesso giorno della scomparsa del regista italiano [[Michelangelo Antonioni]].
 
== Vita sentimentale ==
Bergman ebbe una vita sentimentale molto intensa: nel corso della sua vita si sposò cinque volte ed ebbe nove figli. Nel 1943 sposò [[Else Fischer]], ballerina e coreografa che gli darà una figlia, la futura scrittrice Lena. Nel 1944, durante la lavorazione del film ''[[Spasimo]]'', la moglie e la figlia si ammalarono di [[tisi]] e furono ricoverate in due diversi [[sanatorio|sanatori]]; Bergman, per sostenere le spese, si adattò a redigere manoscritti per la società cinematografica per cui lavorava. In quel periodo conobbe [[Ellen Lundström]], anche lei ballerina e coreografa, con la quale avviò una relazione; quando lei rimase incinta, decise di divorziare per sposarla. Da Ellen ebbe quattro figli.
 
Nel 1946 Bergman ed Ellen andarono a vivere a [[Göteborg]]. Durante l'estate del 1949, mentre stava girando gli esterni a [[Helsingborg]] di ''[[Verso la gioia]]'', il regista conobbe la [[giornalista]] Gun Hagberg, "una ragazza dieci e lode, bella, alta, sportiva, intensi occhi blu, riso aperto, disponibile, fiera, integra, piena di forza femminile"<ref>{{cita|Bergman 1987|p. 148}}.</ref>, con la quale iniziò una relazione che continuò al ritorno in sede. Nel 1950 ottenne il divorzio da Ellen; nel frattempo Gun era rimasta incinta ed era andata ad abitare da lui. Bergman si trovò così a dover mantenere due mogli e cinque figli. Si adattò a produrre sceneggiature per conto di altri e a realizzare dei [[cortometraggio|cortometraggi]] [[pubblicità|pubblicitari]]. Nel 1951 sposò Gun Grut, che diventò così la sua terza moglie. Verso la fine degli [[anni cinquanta]] conobbe la pianista [[Käbi Laretei]], che nel 1959 divenne la sua quarta moglie.
 
Nel 1964 si innamorò dell'attrice [[Liv Ullmann]]: dalla loro relazione nacque nel 1966 una figlia, [[Linn Ullmann]]. Bergman lasciò la moglie e andò a vivere con Liv e la figlia, finché nel 1969 divorziò da Käbi Laretei. Il regista nel 1971<ref>{{cita|Bergman e von Rosen|p. 9}}.</ref> sposò Ingrid Karlebo von Rosen<ref>Da sposata assunse il nome del marito: Ingrid Bergman, da non confondere con l'[[Ingrid Bergman|attrice cinematografica]] morta nel 1982.</ref>. Dal 1976 Bergman prese la residenza all'estero per non avere problemi con il fisco svedese.
 
Nel 1995 la moglie Ingrid morì: fu per Bergman un duro colpo. Il dolore per la perdita lo fece cadere in uno stato di depressione; il regista, che nel frattempo era tornato a vivere in patria, si ritirò nell'isoletta di Fårö, nel [[Mar Baltico]], dove condusse una vita solitaria fino alla morte. Trovò parziale conforto dal fatto che tutti i suoi figli erano diventati attori, quasi tutti teatrali. Oltre a Liv Ullmann, le attrici con cui Bergman condivise la sua vita furono [[Harriet Andersson]], [[Bibi Andersson]] e [[Ingrid Thulin]].
 
== Stile e convinzioni religiose ==
Ingmar Bergman ha coniugato in maniera unica l'interrogarsi sui temi universali dell'esistenza umana con l'utilizzo delle tecniche del linguaggio cinematografico: se, da un lato, ha innalzato le sue sceneggiature alla profondità di un testo letterario, dall'altro la forza figurativa dei suoi film è paragonabile a quella dei migliori autori della [[settima arte]]. Un esempio di questo straordinario connubio è uno dei suoi film più famosi, ''[[Il settimo sigillo]]'': i dialoghi tra i personaggi possiedono l'intensità di una rappresentazione teatrale; nello stesso tempo, il film è preso da esempio dalle scuole di regia come modello per lo studio delle relazioni che sovrintendono la composizione dell'immagine.
 
Generalmente Bergman scriveva le sue sceneggiature, riflettendo su di esse per mesi o anni prima di iniziare la stesura definitiva.
I suoi primi film sono strutturati con attenzione, e sono o basati su suoi testi teatrali o scritti in collaborazione con altri autori.
 
Bergman scelse di essere mite nelle relazioni con gli attori, riteneva infatti di avere una grande responsabilità verso loro, li vedeva come collaboratori spesso in una vulnerabile posizione psicologica. Ingmar Bergman era [[ateo]]: “[[ateo]] [[cristianesimo|cristiano]]” lo definì Sergio Trasatti, autore del “Castoro” dedicato al regista, che riportò tale definizione nel numero 2/2011 del mensile Cult Frame.
 
== Filmografia ==
=== Cinema ===
==== Regista e sceneggiatore ====
* ''[[Crisi (film 1946)|Crisi]]'' (''Kris'') (1946)
* ''[[Piove sul nostro amore]]'' (''Det regnar på vår kärlek'') (1946)
* ''[[La terra del desiderio]]'' (''Skepp till India land'') (1947)
* ''[[Musica nel buio]]'' (''Musik i mörker'') (1948)
* ''[[Città portuale]]'' (''Hamnstad'') (1948)
* ''[[La prigione]]'' (''Fängelse'') (1949)
* ''[[Sete (film)|Sete]]'' (''Törst'') (1949)
* ''[[Verso la gioia]]'' (''Till glädje'') (1949)
* ''[[Ciò non accadrebbe qui]]'' (''Sånt händer inte här'') (1950)
* ''[[Un'estate d'amore]]'' (''Sommarlek'') (1951)
* ''[[Donne in attesa]]'' (''Kvinnors väntan'') (1952)
* ''[[Monica e il desiderio]]'' (''Sommaren med Monika'') (1953)
* ''[[Una vampata d'amore]]'' (''Gycklarnas afton'') (1953)
* ''[[Una lezione d'amore]]'' (''En lektion i kärlek'') (1954)
* ''[[Sogni di donna]]'' (''Kvinnodröm'') (1955)
* ''[[Sorrisi di una notte d'estate]]'' (''Sommarnattens leende'') (1955)
* ''[[Il settimo sigillo]]'' (''Det sjunde inseglet'') (1957)
* ''[[Il posto delle fragole]]'' (''Smultronstället'') (1957)
* ''[[Alle soglie della vita]]'' (''Nära livet'') (1958)
* ''[[Il volto]]'' (''Ansiktet'') (1958)
* ''[[La fontana della vergine]]'' (''Jungfrukällan'') (1960)
* ''[[L'occhio del diavolo]]'' (''Djävulens öga'') (1960)
* ''[[Come in uno specchio]]'' (''Såsom i en spegel'') (1961)
* ''[[Luci d'inverno]]'' (''Nattvardsgästerna'') (1963)
* ''[[Il silenzio (film 1963)|Il silenzio]]'' (''Tystnaden'') (1963)
* ''[[A proposito di tutte queste... signore]]'' (''För att inte tala om alla dessa kvinnor'') (1964)
* ''[[Persona (film 1966)|Persona]]'' (1966)
* ''Daniel'', episodio di ''[[Stimulantia]]'' (1967)
* ''[[L'ora del lupo (film 1968)|L'ora del lupo]]'' (''Vargtimmen'') (1968)
* ''[[La vergogna]]'' (''Skammen'') (1968)
* ''[[Passione (film 1969)|Passione]]'' (''En passion'') (1969)
* ''[[L'adultera (film 1971)|L'adultera]]'' (''Beröringen'') (1971)
* ''[[Sussurri e grida]]'' (''Viskningar och rop'') (1972)
* ''[[Scene da un matrimonio]]'' (''Scener ur ett äktenskap'') (1973)
* ''[[Il flauto magico (film 1975)|Il flauto magico]]'' (''Trollflöjten'') (1975)
* ''[[L'immagine allo specchio]]'' (''Ansikte mot ansikte'') (1976)
* ''[[L'uovo del serpente]]'' (''The Serpent's Egg'') (1977)
* ''[[Sinfonia d'autunno]]'' (''Höstsonaten'') (1978)
* ''[[Un mondo di marionette]]'' (''Aus dem Leben der Marionetten'') (1980)
* ''[[Fanny e Alexander]]'' (''Fanny och Alexander'') (1982)
 
==== Sceneggiatore ====
* ''[[Spasimo]]'' (''Hets''), regia di [[Alf Sjöberg]] (1944)
* ''[[La furia del peccato]]'' (''Kvinna utan ansikte''), regia di [[Gustaf Molander]] (1947)
* ''[[Eva (film 1948)|Eva]]'', regia di [[Gustaf Molander]] (1948)
* ''[[La banda della città vecchia]]'' (''Medan staden sover''), regia di [[Lars-Eric Kjellgren]] (1950)
* ''[[I divorziati]]'' (''Frånskild''), regia di [[Gustaf Molander]] (1951)
* ''[[La sesta coppia fuori]]'' (''Sista paret ut''), regia di [[Alf Sjöberg]] (1956)
* ''[[Luce nella notte]]'' (''Nattens Ljus''), regia di [[Lars-Eric Kjellgren]] (1957)
* ''[[Parco dei divertimenti (film)|Parco dei divertimenti]]'' (''Lustgården''), regia di [[Alf Kjellin]] (1961)
* ''[[La riserva]]'' (''Reservatet''), regia di [[Jan Molander]] (1970)
* ''[[Con le migliori intenzioni]]'' (''Den goda viljan''), regia di [[Bille August]] (1992)
* ''[[Il figlio della domenica]]'' (''Söndagsbarn''), regia di [[Daniel Bergman]] (1992)
* ''[[L'infedele (film 2000)|L'infedele]]'' (''Trolösa''), regia di [[Liv Ullmann]] (2000)
 
=== Televisione ===
==== Regista e sceneggiatore ====
* ''[[Venetianskan]]'' – film TV (1958)
* ''[[Rabies (film 1958)|Rabies]]'' – film TV (1958)
* ''[[Oväder]]'' – film TV (1960)
* ''[[Ett Drömspel]]'' – film TV (1963)
* ''[[Don Juan (film 1965)|Don Juan]]'' – miniserie TV (1965)
* ''[[Il rito (film 1969)|Il rito]]'' (''Riten'') – film TV (1969)
* ''[[Misantropen]]'' – film TV (1974)
* ''[[Il ballo delle ingrate (film 1976)|Il ballo delle ingrate]]'' (''De fördömda kvinnornas dans'') – cortometraggio (1976)
* ''[[Dopo la prova]]'' (''Efter repetitionen'') – film TV (1984)
* ''[[Il volto di Karin]]'' (''Karins Ansikte'') – cortometraggio (1984)
* ''[[Il segno]]'' (''De Två saliga'') – film TV (1986)
* ''[[Markisinnan De Sade]]'' – film TV (1992)
* ''[[Backanterna]]'' – film TV (1993)
* ''[[Sista Skriket]]'' – film TV (1995)
* ''[[Vanità e affanni]]'' (''Larmar och gör sig till'') – film TV (1997)
* ''[[Bildmakarna]]'' – film TV (2000)
* ''[[Sarabanda (film)|Sarabanda]]'' (''Saraband'') – film TV (2003)
 
==== Sceneggiatore ====
* ''[[Pittura su legno]]'' (''Trämålning''), regia di [[Lennart Olsson]] (1963)
* ''The Lie'' – miniserie TV (1970-1973)
* ''[[Con le migliori intenzioni]]'' (''Den goda viljan'') (1991) versione per la TV
* ''[[Conversazioni private]]'' (''Enskilda samtal''), regia di [[Liv Ullmann]] (1996)
 
== Sceneggiature ==
* ''Quattro film'', traduzione di Bruno Fonzi e Giacomo Oreglia, Einaudi, 1961 (contiene: ''Sorrisi di una notte d'estate; Il settimo sigillo; Il posto delle fragole; Il volto'')
* ''Scene di vita coniugale'', traduzione di Piero Monaci, Einaudi, 1974
* ''L'immagine allo specchio'', traduzione di A. Incisa, Einaudi, 1977
* ''Sei film'', traduzione di Giacomo Oreglia, Einaudi, 1979 (contiene: ''Luci d'inverno; Come in uno specchio; Il silenzio; Il rito; Sussurri e grida; Persona'')
* ''L'uovo del serpente'', traduzione di Renzo Pavese, Einaudi, 1980
* {{cita libro|titolo=Il settimo sigillo|traduttore=A. Criscuolo|altri=introduzione di Goffredo Fofi|editore=Iperborea|anno=1994|cid=Bergman 1994}}
* ''Il quinto atto'', traduzione di Laura Cangemi, Garzanti, 2000 (contiene, tra le altre cose, le sceneggiature di ''Dopo la prova'' e ''Vanità e affanni'')
* ''ll posto delle fragole'', traduzione di Renato Zatti, postfazione di Paolo Mereghetti, Iperborea, 2004
* ''Sarabanda'', traduzione di Renato Zatti, postfazione di Paolo Mereghetti, Iperborea, 2005
* ''Il Vangelo secondo Bergman: Storia di un capolavoro mancato'', a cura di Pia Campeggiani e Andrea Panzavolta; trad. di Pia Campeggiani, Il melangolo, Genova, 2018
 
== Romanzi e memorie ==
* ''Fanny e Alexander. Un romanzo'', traduzione di Maria Pia Muscarello e Renzo Pavese, Ubulibri, 1987
* {{cita libro|titolo=Lanterna magica|traduttore=Fulvio Ferrari|editore=Garzanti|anno=1987|cid=Bergman 1987}}
* ''Immagini'', traduzione e una nota di Renzo Pavese, Garzanti, 1992
* ''Nati di domenica'', traduzione di Carmen Giorgetti Cima, Garzanti, 1993
* ''Con le migliori intenzioni,'' traduzione di Carmen Giorgetti Cima, Garzanti, 1994
* ''Conversazioni private'', traduzione di Laura Cangemi, Garzanti, 1996
* {{cita libro|coautore=con Maria von Rosen|titolo=Tre diari|traduttore=Renato Zatti|altri=postfazione di [[Goffredo Fofi]]|editore=Iperborea|anno=2008|cid=Bergman e von Rosen}}
 
== Drammaturgia ==
* ''Kaspers död'', 1942
* ''Tivolit'', 1942
* ''Jack hos skådespelarna'', 1946
* ''Rakel och biografvaktmästaren'', 1946
* ''Dagen slutar tidigt '', 1948 (''[[Il giorno finisce presto]]'', traduzione di Renato Zatti; postfazione di Luca Scarlini, Iperborea, 2008)
* ''Mig till skräck'', 1947
* ''Kamma noll'', 1948
* ''Joakim Naken eller Självmordet'', 1949
* ''Staden'', 1951
* ''Mordet i Barjärna'', 1952
* ''Trämålning '', 1955 (''Pittura su legno'', a cura di Luca Scarlini, traduzione di Luciano Marrucci, Einaudi, 2001)
* ''Fröken Julie'', 1986
* ''En själslig angelägenhet'', 1990
* ''Sista skriket'', 1993 (''L'ultimo grido,'' in ''Il quinto atto,'' traduzione di Laura Cangemi, Garzanti, 2000)
 
== Premi e riconoscimenti ==
=== Premio Oscar ===
* [[Premi Oscar 1960|1960]] - Candidato per [[Oscar alla migliore sceneggiatura originale|miglior sceneggiatura originale]] per ''[[Il posto delle fragole]]''
* [[Premi Oscar 1963|1963]] - Candidato per [[Oscar alla migliore sceneggiatura originale|miglior sceneggiatura originale]] per ''[[Come in uno specchio]]''
* '''[[Premi Oscar 1971|1971]]''' - '''[[Premio alla memoria Irving G. Thalberg]]'''
* [[Premi Oscar 1974|1974]] - Candidato per [[Oscar al miglior film|miglior film]] per ''[[Sussurri e grida]]''
* [[Premi Oscar 1974|1974]] - Candidato per [[Oscar al miglior regista|miglior regista]] per ''[[Sussurri e grida]]''
* [[Premi Oscar 1974|1974]] - Candidato per [[Oscar alla migliore sceneggiatura originale|miglior sceneggiatura originale]] per ''[[Sussurri e grida]]''
* [[Premi Oscar 1977|1977]] - Candidato per [[Oscar al miglior regista|miglior regista]] per ''[[L'immagine allo specchio]]''
* [[Premi Oscar 1979|1979]] - Candidato per [[Oscar alla migliore sceneggiatura originale|miglior sceneggiatura originale]] per ''[[Sinfonia d'autunno]]''
* [[Premi Oscar 1984|1984]] - Candidato per [[Oscar al miglior regista|miglior regista]] per ''[[Fanny e Alexander]]''
* [[Premi Oscar 1984|1984]] - Candidato per [[Oscar alla migliore sceneggiatura originale|miglior sceneggiatura originale]] per ''[[Fanny e Alexander]]''
 
=== Guldbagge ===
* [[Guldbagge 1964|1964]] - [[Premio Guldbagge per il miglior regista|Miglior regista]] per ''[[Il silenzio (film 1963)|Il silenzio]]''
* [[Guldbagge 1983|1983]] - Miglior regista per ''[[Fanny e Alexander]]''
* [[Guldbagge 1993|1993]] - [[Premio Guldbagge per la migliore sceneggiatura|Migliore sceneggiatura]] per ''[[Con le migliori intenzioni]]''
Dall'edizione del [[Guldbagge 1978|1978]] a quella del 2007 è stato assegnato un premio a lui intitolato alle figure che hanno contributo allo sviluppo del cinema svedese.
 
== Note ==
<references />
 
== Bibliografia ==
* {{Cita libro|autore=[[Sergio Arecco]] |titolo=Ingmar Bergman. Segreti e magie |anno=2000 |editore=Le Mani |isbn=88-8012-154-5}}
* {{Cita libro|autore=[[Guido Aristarco]] |titolo=I sussurri e le grida |anno=1988 |editore=Sellerio |isbn=88-389-0480-4}}
* {{Cita libro|autore1=[[Stig Björkman]]|autore2=[[Olivier Assayas]] |titolo= Conversazione con Ingmar Bergman |anno=1990 |editore=Lindau |isbn=88-7180-274-8}}
* {{Cita libro| autore= Roberto Chiesi| titolo= Il cinema di Ingmar Bergman| editore = Gremese editore| anno= 2018| isbn = 978-8866920243| cid=Chiesi}}
* {{Cita libro|autore=[[Alberto Corsani]] |titolo=Il libro che affiora. Suggestioni dal cinema di Ingmar Bergman |anno=2008 |editore=Edizioni SEB 27 |isbn=978-88-86618-63-2}}
* {{Cita libro|autore=[[Antonio Costa (storico del cinema)|Antonio Costa]] (a cura di) |titolo=Ingmar Bergman |anno=2009 |editore=Marsilio (Collana "Sequenze d'autore" a cura di Paolo Bertetto) |isbn=88-317-9671-2}}
* {{Cita libro|autore=[[Costanzo Costantini]] |titolo=I re del cinema |anno=1999 |editore=Gremese |isbn=88-7742-068-5}}
* {{Cita libro|autore=[[Aldo Garzia]] |titolo=Bergman, the genius : la vita, le idee, i film, i libri, i rapporti con l'Italia, l'amore per l'isola di Fårö |anno=2010 |editore=Editori Riuniti University Press |isbn=9788864730530 }}
* {{Cita libro|autore=Aldo Garzia |titolo=Fårö, la Cinecittà di Ingmar Bergman |anno=2001 |editore=Sandro Teti Editore |isbn=88-88249-02-8}}
* {{Cita libro|autore=[[Jean-Luc Godard]] |titolo=Bergmanorama |anno=1958 |editore= }}
* {{Cita libro|titolo=La politica degli autori. I testi |anno=2003 |editore=Minimum Fax |isbn=88-87765-72-3}}
* {{cita libro|lingua=fr|Dr Anatoly|Livry|Ingmar Bergman et le National-socialisme hitlérien|2020|Alba Leone|Paris|ISBN=978-973-0-32992-6}}
* {{Cita libro|autore=[[Fabrizio Marini]] |titolo=Ingmar Bergman. Il settimo sigillo |anno=2002 |editore=Lindau |isbn=88-7180-410-4}}
* {{Cita libro|autore1=[[Lise-Lone Marker]]|autore2=[[Frederick J. Marker]] |titolo=Ingmar Bergman: tutto il teatro |anno=2000 |editore=Ubulibri |isbn=88-7748-148-X}}
* {{cita libro|Franco|Marucci|L'occhio del diavolo. Agoni, smarrimenti, riscatti nel cinema di Ingmar Bergman|2020|Nardini|Firenze|ISBN=8840401180}}
* {{cita libro|Alfonso|Moscato|Ingmar Bergman. La realtà e il suo doppio|1981|Edizioni Paoline|Roma|cid=Moscato}}
* {{Cita libro|autore=[[Francesco Netto]] |titolo=Ingmar Bergman. Il volto e le maschere |anno=2008 |editore=Edizioni Ente dello Spettacolo |isbn=9788885095427}}
* {{Cita libro|curatore=[[Roger W. Oliver]]|titolo=Ingmar Bergman |anno=1999 |editore=Gremese |isbn=88-7742-338-2}}
* {{cita libro|Salvatore M.|Ruggiero|Il Genio di Uppsala|2013|Lulu Editore|ISBN=9781291496901}}
* {{Cita libro|autore=[[Sergio Trasatti]] |titolo= Ingmar Bergman|collana=[[Il Castoro Cinema]]|numero=156 |anno=2005|città=Roma|editore=Il Castoro |isbn=88-8033-010-1}}
 
== Altri progetti ==
*[[Crisi]] (1945)
{{interprogetto|q|n=Ingmar Bergman è morto}}
*[[Piove sul nostro amore]] (1946)
*[[La terra del desiderio]] (1947)
*[[Musica nel buio]] (1947)
*[[Città Portuale]] (1948)
*[[Prigione]] (1949)
*[[Sete]] (1949)
*[[Verso la gioia]] (1949)
*[[Ciò non accadrebbe qui]] (1950)
*[[Un estate d'amore]] (1951)
*[[Donne in attesa]] (1952)
*[[Una lezione d'amore]] (1953)
*[[Monica e il desiderio]] (1953)
*[[Una vampata d'amore]] (1953)
*[[Sogni di Donna]] (1955)
*[[Sorrisi di una notte d'estate]] (1955)
*[[Il settimo sigillo]] (1956)
*[[Il posto delle fragole]] (1957)
*[[Alle soglie della vita]] (1958)
*[[Il volto]] (1958)
*[[L'occhio del diavolo]] (1959)
*[[Come in uno specchio]] (1960)
*[[La fontana della vergine]] (1960)
*[[Luci d'inverno]] (1963)
*[[Il silenzio]] (1963)
*[[A proposito di tutte queste... signore]] (1964)
*[[Persona]] (1966)
*[[L'ora del lupo]] (1968)
*[[La vergogna]] (1968)
*[[Passione]] (1969)
*[[Il rito]] (1969)
*[[L'adultera]] (1971)
*[[Scene da un matrimonio]] (1973)
*[[Sussurri e grida]] (1973)
*[[Il flauto magico]] (1974)
*[[L'immagine allo specchio]] (1976)
*[[L'uovo del serpente]] (1977)
*[[Sinfonia d'autunno]] (1978)
*[[Un mondo di marionette]] (1980)
*[[Fanny e Alexander]] (1982)
*[[Dopo la prova]] (1984)
*[[Il Segno]] (1986)
*[[Il volto di Karin]] (1986)
*[[Vanità e Affanni]] (1997)
*[[Saraband]] (2003)
 
== LinkCollegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
vedi anche:
* {{cita web|url=http://www.film.it/cinema/schedapersonaggio.php?id=25140|titolo=Ingmar Bergman|accesso=3 agosto 2007|dataarchivio=16 luglio 2007|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070716150813/http://film.it/cinema/schedapersonaggio.php?id=25140|urlmorto=sì}}
*[[cinema]]
* {{cita web|1=http://bergmanorama.webs.com|2=Ingmar Bergman|lingua=en|accesso=5 giugno 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140301073344/http://bergmanorama.webs.com/|dataarchivio=1º marzo 2014|urlmorto=sì}}
*[[registi celebri]]
 
{{Premio Erasmo}}
[[categoria:biografie|Bergman Ingmar]]
{{Premio Sonning}}
[[categoria:registi svedesi|Bergman Ingmar]]
{{Premio Goethe}}
[[categoria:scrittori svedesi|Bergman Ingmar]]
{{Leone d'oro alla carriera}}
[[Categoria:Premi Oscar al miglior film straniero|Bergman Ingmar]]
{{Film di Ingmar Bergman}}
 
{{Controllo di autorità}}
[[bg:Ингмар Бергман]]
{{Portale|biografie|cinema}}
[[de:Ingmar Bergman]]
[[Categoria:Morti nella contea di Gotland]]
[[fr:Ingmar Bergman]]
[[Categoria:Nastri d'argento alla carriera]]
[[en:Ingmar Bergman]]
[[Categoria:David di Donatello per il miglior regista straniero]]
[[eo:Ingmar BERGMAN]]
[[Categoria:Personalità dell'ateismo nelle arti]]
[[es:Ingmar Bergman]] [[ja:&#12452;&#12531;&#12464;&#12510;&#12540;&#12523;&#12539;&#12505;&#12523;&#12452;&#12510;&#12531;]]
[[Categoria:David di Donatello per la migliore sceneggiatura straniera]]
[[nl:Ingmar Bergman]]
[[Categoria:Premio Guldbagge per il miglior regista]]
[[sv:Ingmar Bergman]]
[[Categoria:Premio Guldbagge per la migliore sceneggiatura]]
[[Categoria:Registi teatrali svedesi]]
[[Categoria:Scrittori svedesi]]
[[Categoria:Produttori cinematografici svedesi]]
[[Categoria:Registi televisivi svedesi]]
[[Categoria:Leone d'oro alla carriera]]
[[Categoria:Vincitori del Premio Erasmo]]