Italo de Feo: differenze tra le versioni

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{{W|biografie|novembre 2007|firma=[[Utente:Kaspo|Kaspo]] 01:18, 7 nov 2007 (CET)}}
{{Bio
|Nome = Italo
|Cognome = de Feo
|PostCognomeVirgola = nome completo '''Italo Arturo Alfredo de Feo'''<ref>Cfr. il [http://dl.antenati.san.beniculturali.it/v/Archivio+di+Stato+di+Avellino/Stato+civile+italiano/Mirabella+Eclano/Nati/1912/1094/101879430_00061.jpg.html Registro dei Nati dell’anagrafe comunale di Mirabella Eclano].</ref>
|Sesso = M
|LuogoNascita = Mirabella Eclano
|GiornoMeseNascita = 30 aprile
|AnnoNascita = 1912
|LuogoMorte = Roma
|GiornoMeseMorte = 6 marzo
|AnnoMorte = 1985
|NoteMorte = <ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1985/03/07/morto-roma-italo-de-feo.html È morto a Roma Italo De Feo] Repubblica.it</ref>
|Attività = scrittore
|Epoca = 1900
|Attività = scrittore
|Attività2 = critico letterario
|Attività3 = saggista
|AttivitàAltre = &nbsp;e [[giornalista]]
|Nazionalità = italiano
|Immagine =
|PostNazionalità =
}}
Era padre della giornalista ed ex senatrice [[Diana de Feo]], nonché suocero dell'ex conduttore del [[TG1]] e del [[TG4]] [[Emilio Fede]].
 
== Biografia ==
 
Il volume, pubblicato postumo, di ''Sisto V. Un grande papa tra Rinascimento e Barocco'' racchiude molte delle qualità di Italo de Feo.
Si era laureato a [[Napoli]] in [[giurisprudenza]], [[filosofia]] e [[lingue orientali]] ed era stato allievo di [[Adolfo Omodeo]], negli anni in cui tale storico teneva i suoi corsi sulla [[Restaurazione]] francese, e di [[Benedetto Croce]].
Le ultime pagine, quelle conclusive, furono dettate dall'Autore durante i difficili mesi della malattia. In quella ferrea volontà di scrivere, anche se ormai attraverso la mano della giovane nipote [[Sveva Fede]], è a ben vedere uno dei tratti salienti del suo carattere di certo battagliero.
 
Alla chiarezza e ''velocitas'' della scrittura la serietà e al rigore scientifico di derivazione storicistica, univa una ben radicata convinzione cattolica.
Ad interrompere la sua attività di insegnante, a causa delle sue idee giudicate non troppo ortodosse, fu il [[regime fascista]] nel 1933.
Uomo di fede, dunque, che si dimostrava, però, poco incline soffermarsi a lungo nelle sfere del misticismo prediligendo piuttosto taluni aspetti pratici del costume religioso che l'Autore richiama anche attraverso la pubblicazione di una lettera di Ignazio di Loyola con la quale il Santo ad un suo troppo devoto fedele raccomandava di dedicare meno tempo alla preghiera a vantaggio di un maggiore impegno nel fare del bene al prossimo.
 
A scorrere la vita di de Feo si ha la sensazione che ad un tratto la storia abbia bussato anche alla sua porta e qui vi abbia trovato un uomo ben saldo nei suoi ideali di libertà, pronto a non soccombere al dispotismo.
Arrestato e deferito al [[Tribunale Speciale|Tribunale speciale]], Italo de Feo trascorse una parte della sua esistenza a [[Cagli]], in [[provincia di Pesaro e Urbino]], dove giunse nell'autunno del 1933 per insegnare al ginnasio inferiore. Di quel periodo ebbe a conservare un particolare ricordo, come rammentano anche i suoi amici fraterni e del quale è una sua diretta testimonianza nell'articolo ''Ricordo di Cagli'', edito nell'agosto 1963 per un periodico locale.{{sf}} Il 20 novembre 2010, gli è stata conferita la cittadinanza onoraria alla memoria da parte del Comune di Cagli, con pubblica cerimonia alla presenza dei suoi figli.<ref>[http://www.spiritocagliese.it/notizie/attualita/news.asp?id=2078 Cittadinanza onoraria alla memoria di Italo De Feo]</ref>
Italo de Feo (nato nel 1912 a [[Mirabella Eclano]]) si era laureato a Napoli in giurisprudenza, filosofia e lingue orientali ed era stato allievo di [[Omodeo]] (negli anni in cui tale storico teneva i suoi corsi sulla [[Restaurazione]] francese) e di [[Croce]].
 
Ad interrompere la sua attività di insegnante, a causa delle sue idee giudicate non troppo ortodosse, ebbe a provvedere il Regime fascista nel 1933.
=== Attività politica ===
Arrestato e deferito al Tribunale Speciale, Italo de Feo trascorse una parte della sua esistenza a [[Cagli]] (in [[Provincia di Pesaro e Urbino]]) dove giunse nell'autunno del 1933 per insegnare al ginnasio inferiore. Di quel periodo ebbe a conservare un particolare ricordo, come rammentano anche i suoi amici fraterni e del quale è una sua diretta testimonianza nell'articolo ''Ricordo di Cagli'' edito nell'agosto 1963 per un periodico locale.
 
Prende corpo così l'impegno politico di de Feo che l'8 settembre 1943 è a [[Napoli]] da dove parte per ricoprire dapprima il ruolo di capo dell'ufficio stampa del [[CNL]] (Comitato di Liberazione Nazionale che raggruppa i partiti antifascisti dai liberali ai comunisti). Divenuto, inoltre, membro della Commissione nazionale della stampa, capo dell'ufficio radio della presidenza del Consiglio fu dal 1944 (fino al 1947) segretario e stretto collaboratore di [[Togliatti]].
Prende corpo così l'impegno politico di de Feo, che l'8 settembre 1943 è a [[Napoli]] da dove parte per ricoprire dapprima il ruolo di capo dell'ufficio stampa del [[Comitato di Liberazione Nazionale]] (CLN), che raggruppa i partiti [[antifascismo|antifascisti]], dai [[liberali]] ai [[comunisti]]. Diventa, inoltre, membro della Commissione nazionale della stampa, capo dell'ufficio radio della [[Presidenza del Consiglio]], fu dal 1944 fino al 1947 segretario e stretto collaboratore di [[Palmiro Togliatti]].
La conoscenza diretta di taluni eventi comportò tra la fine del 1946 e la primavera del 1947 alla rottura con il [[PCI]]. Delle motivazioni di tale scelta, avvertita da de Feo come ineluttabile, e che certo dovette essere coraggiosa e difficile, in anni in cui ad un poeta quale [[Alfonso Gatto]] capitò per motivi analoghi di essere sputato per strada, sarà tempo dopo lo stesso de Feo a narrarne nel libro ''Tre anni con Togliatti''. Egli scrive ''Avevo letto un rapporto sulla situazione dei nostri connazionali in Jugoslavia, e l'indegno trattamento ch'era loro fatto non in quanto fascisti ma semplicemente perché italiani. E non avevo esitato, secondo il mio temperamento, a dirne quello che pensavo […] Avevo pure detto che simili metodi non mi sembravano comunisti, bensì fascisti, anzi nazisti. Era una bestemmia come mi disse una volta Giancarlo Pajetta''. Della sospensione da ogni attività di partito, scrive de Feo, [[Togliatti]] ''Mi fece dire che considerava il provvedimento contro di me un grosso errore ma non si adoperò perché fosse revocato''.
 
La volontà di non arrendersi porta de Feo nel partito socialriformista di [[Saragat]] (del quale fu amico e consigliere) nato dalla scissione maturata a palazzo Barberini con i socialisti di [[Nenni]] che avrebbero atteso i fatti del 1956 dell'invasione sovietica dell'[[Ungheria]] per una loro decisa presa di posizione.
La conoscenza diretta di taluni eventi comportò tra la fine del 1946 e la primavera del 1947 la rottura con il [[Partito Comunista Italiano|PCI]]. Delle motivazioni di tale scelta, avvertita da de Feo come ineluttabile, sarà tempo dopo lo stesso de Feo a narrarne nel libro ''Tre anni con Togliatti''. Egli scrive:
Della [[RAI]]-TV, della quale era stato uno dei primi organizzatori, ne fu Direttore per poi passare alla vicepresidenza. Incarico quest'ultimo che ricoprì per undici anni dal 1964. In seno alla Regione [[Lombardia]] svolse l'ufficio di consigliere per il partito socialdemocratico.
{{quote|Avevo letto un rapporto sulla situazione dei nostri connazionali in [[Jugoslavia]], e l'indegno trattamento ch'era loro fatto non in quanto fascisti ma semplicemente perché italiani. E non avevo esitato, secondo il mio temperamento, a dirne quello che pensavo […] Avevo pure detto che simili metodi non mi sembravano comunisti, bensì fascisti, anzi nazisti. Era una bestemmia come mi disse una volta Giancarlo Pajetta.|I. De Feo, ''Tre anni con Togliatti'', Milano, 1971}}
Nel 1985, poche settimane prima di chiudere i suoi giorni, aveva concordato la relazione che avrebbe tenuto quale Presidente del [[Sindacato Libero degli Scrittori Italiani]], il sodalizio che, nel settore della cultura, riunì e rinfrancò centinaia di personaggi di prim'ordine. In questa, sostiene [[Francesco Grisi]], vi è l'insegnamento di de Feo quando afferma ''la meditazione sul passato non è un esercizio di memoria o una nostalgia ma una necessità per sperare senza cadere del dominio tecnologico. La storia insegna che i valori della persona umana prima o dopo prevarranno sempre sulla retorica e sugli acritici schematismi''.
Della sospensione da ogni attività di partito, scrive de Feo,
Teneva in maniera particolare a tale Sindacato che aveva sostenuto e promosso fin dal 1971 (anno della sua costituzione) e del quale fu il massimo riferimento. Rammenta ancora [[Francesco Grisi]] che quando nel febbraio di quell'anno si recò da Italo de Feo per sottoporgli l'iniziativa lui senza esitazioni esclamò ''non mi sono mai tirato indietro. L'iniziativa è doverosa. Dobbiamo formare un Sindacato libero da schemi ideologici e altamente qualificato''.
{{quote|<nowiki>[</nowiki>Togliatti<nowiki>]</nowiki> mi fece dire che considerava il provvedimento contro di me un grosso errore ma non si adoperò perché fosse revocato.}}
Un uomo fortemente impegnato il cui credo politico si sostanziava in idee quanto mai chiare circa una libertà che non può tramutarsi in deresponsabilizzazione a fini egoistici e che va conquistata e difesa specie dalla silenziosa erosione quotidiana. Egli andava affermando, infatti, che ''accanto ai diritti della libertà, vi debbono essere i doveri della libertà, ed è con dolore che io intravedo i pericoli di una libertà che può degenerare in anarchia e in servitù''.
 
In un altro suo testo dal titolo ''Diario politico'' con estrema lucidità chiarisce che ''la crisi dell'autorità è anche crisi della libertà e viceversa. L'intimo rapporto tra dispotismo e anarchia è così che va esaminato. Il dispostismo è orgoglio che calpesta la volontà dell'altro. E l'anarchia è orgoglio che adora la libertà propria. Vi è una sostanziale identità tra tirannide e licenza sotto qualsiasi forma si manifestino''.
La volontà di non arrendersi porta de Feo nel [[Partito Socialista Democratico Italiano|partito socialriformista]] di [[Giuseppe Saragat]] (del quale fu amico e consigliere) nato dalla scissione maturata a [[palazzo Barberini]] con i [[Partito Socialista Italiano|socialisti]] di [[Pietro Nenni]] che avrebbero atteso i [[Rivoluzione ungherese del 1956|fatti del 1956]] dell'invasione [[URSS|sovietica]] dell'[[Ungheria]] per una loro decisa presa di posizione.
Tali principi permeano tutta l'attività di de Feo scrittore, critico, saggista, pubblicista ma anche autore e promotore di numerose pubblicazioni, saggi, pellicole su personaggi storici e politici, su scrittori e letterati, sul giornalismo e sulla cultura in genere. In campo televisivo è stato autore di molti programmi e films per la televisione alcuni dei quali hanno conseguito un successo internazionale.
 
Intensa, dunque, l'attività giornalistica che lo portò a collaborare con [[''Time'']], [[''Life'']], [[''Il Mondo'']], [[''Il Giornale d'Italia'']], [[''La Gazzetta del Popolo'']], [[''Il Resto del Carlino'']] e [[''La Nazione'']].
=== Attività culturale ===
Della sua feconda produzione letteraria vanno anche ricordati ''Venti secoli di giornalismo'', ''L'Italia dei nostri nonni'', ''L'Italia di Giolitti'', ''Croce e il suo mondo'', ''L'ultima Italia'', ''Giovanna d'Angiò regina di Napoli'', ''Cavour l'uomo e l'opera''.
 
L'uomo, di corporatura minuta con occhi descritti come estremamente mobili e con lo sguardo pungente che seguiva attento l'interlocutore e sembrava anticipare la risposta prima che la domanda finisse, poco prima di terminare i suoi giorni, sul letto di morte, ebbe a dire ''io non sono cristiano, ma mi sforzo di esserlo'' richiamando così la famosa massima di [[Croce]] il quale per qualificare il suo liberismo asseriva ''non possiamo non dirci cristiani''.
Della [[Rai]], della quale era stato uno dei primi organizzatori, fu direttore per poi passare alla vicepresidenza. Incarico quest'ultimo che ricoprì per undici anni dal 1964. In seno alla Regione [[Lombardia]] svolse l'ufficio di consigliere per il [[Partito Socialista Democratico Italiano|partito socialdemocratico]].
Termina così l'itinerario di un uomo di vasta esperienza che vedeva nella conoscenza del passato anche un momento necessario della ''preparazione dell'azione''.
 
Nel 1985, poche settimane prima di morire, aveva concordato la relazione che avrebbe tenuto quale presidente del [[Francesco Grisi (scrittore)#Sindacato Libero Scrittori Italiani (1970)|Sindacato Libero Scrittori Italiani]]. In questa, sostiene [[Francesco Grisi (scrittore)|Francesco Grisi]], vi è l'insegnamento di de Feo quando afferma
{{q|la meditazione sul passato non è un esercizio di memoria o una nostalgia ma una necessità per sperare senza cadere del dominio tecnologico. La storia insegna che i valori della persona umana prima o dopo prevarranno sempre sulla retorica e sugli acritici schematismi}}
 
Teneva in maniera particolare a tale Sindacato che aveva sostenuto e promosso fin dal 1971 (anno della sua costituzione) e del quale fu il massimo riferimento. Rammenta ancora [[Francesco Grisi (scrittore)|Francesco Grisi]] che quando nel febbraio di quell'anno si recò da Italo de Feo per sottoporgli l'iniziativa, lui senza esitazioni esclamò
{{q|non mi sono mai tirato indietro. L'iniziativa è doverosa. Dobbiamo formare un Sindacato libero da schemi ideologici e altamente qualificato}}
Il suo credo politico si sostanziava in idee circa una libertà che non può tramutarsi in deresponsabilizzazione a fini egoistici e che va conquistata e difesa specie dalla silenziosa erosione quotidiana. Egli andava affermando, infatti, che
{{q|accanto ai diritti della libertà, vi debbono essere i doveri della libertà, ed è con dolore che io intravedo i pericoli di una libertà che può degenerare in anarchia e in servitù}}
 
In un altro suo testo dal titolo ''Diario politico'' chiarisce che
{{q|la crisi dell'autorità è anche crisi della libertà e viceversa. L'intimo rapporto tra dispotismo e anarchia è così che va esaminato. Il dispostismo è orgoglio che calpesta la volontà dell'altro. E l'anarchia è orgoglio che adora la libertà propria. Vi è una sostanziale identità tra tirannide e licenza sotto qualsiasi forma si manifestino}}
 
Tali principi permeano tutta l'attività di de Feo scrittore, critico, saggista, pubblicista ma anche autore e promotore di numerose pubblicazioni, saggi, pellicole su personaggi storici e politici, su scrittori e letterati, sul giornalismo e sulla cultura in genere. In campo televisivo è stato autore di molti programmi e film per la televisione alcuni dei quali hanno conseguito un successo internazionale.{{Citazione necessaria}}
 
L'attività giornalistica lo portò a collaborare con ''[[Time]]'', ''[[Life (rivista)|Life]]'', ''[[Il Giornale d'Italia (1901-1976)|Il Giornale d'Italia]]'', ''[[La Gazzetta del Popolo]]'', ''[[Il Resto del Carlino]]'', il ''[[Giornale di Brescia]]'' e ''[[La Nazione]]''.
 
Della sua produzione letteraria vanno anche ricordati ''Venti secoli di giornalismo'', ''L'Italia dei nostri nonni'', ''L'Italia di Giolitti'', ''Croce e il suo mondo'', ''L'ultima Italia'', ''Giovanna d'Angiò regina di Napoli'', ''Cavour l'uomo e l'opera''.
 
L'uomo, di corporatura minuta con occhi descritti{{sf}} come estremamente mobili e con lo sguardo pungente che seguiva attento l'interlocutore e sembrava anticipare la risposta prima che la domanda finisse, poco prima di terminare i suoi giorni, sul letto di morte, ebbe a dire "io non sono cristiano, ma mi sforzo di esserlo" richiamando così la famosa massima di Croce il quale per qualificare il suo liberismo asseriva "non possiamo non dirci cristiani".
 
== Opere ==
* ''Applicazioni dialettiche al concetto di Stato nell'opera del Montesquieu e del Rousseau'', Napoli, 1935
* ''Aspects de l'œuvre d'Anatole France'', Napoli, 1935
* ''Introduzione critica al Discorso sul metodo'', Napoli, 1936
* ''Materialismo storico e critica idealistica'', Napoli, Humus, 1944
* ''Antologia Marx-Engels'', Roma, Ed. Della Bussola, 1946
* ''L'Italia dei nostri nonni'', Roma, Canesi, 1962
* ''Venti secoli di giornalismo. Le grandi firme e i grandi reportages della storia'', Canesi, Roma, Canesi, 1962
* Luigi Preti e I. de Feo (a cura di), ''Giuseppe Saragat. Quaranta anni di lotta per la democrazia: scritti e discorsi 1925-1965'', Milano, Mursia, 1965
* ''Benedetto Croce e il suo mondo'', Torino, ERI, 1966
* ''L'Italia di Giolitti'', Torino, E.R.I., 1966
* ''L'ultima Italia'', Torino, ERI, 1967
* ''Giovanna D'Angio regina di Napoli'', Napoli, Fausto Fiorentino Editore, 1968
* ''Cavour. L'uomo e l'opera'', Mondadori, Milano, 1969
* ''Mito e storia nella poesia di Virgilio'', Mantova, 1984
* ''Il Maschio Angioino centro storico di Napoli'', Napoli, 1969
* ''Roma 1870. L'Italia dalla morte di Cavour a Porta Pia'', Milano, Mursia, 1970
* ''Tre anni con Togliatti'', Milano, Mursia, 1971
* ''Leopardi. L'uomo e l'opera'', Milano, Mondadori, 1972
* ''Diario politico. 1943-1948'', Milano, Rusconi, 1973
* ''Manzoni. L'uomo e l'opera'', II ed., Milano, Mondadori, 1973
* I. de Feo e Ugo Fasolo, ''Manzoni ieri Manzoni oggi'', Mantova, 1974
* ''Croce. L'uomo e l'opera'', Milano, Mondadori, 1975
* ''Umanesimo e computer nella cultura di domani'', Roma, 1985
* ''Sisto V. Un grande papa tra Rinascimento e barocco'', Milano, Mursia, 1987
 
== Onorificenze e riconoscimenti ==
 
{{Onorificenze
| immagine=Cordone di gran Croce OMRI BAR.svg
| nome_onorificenza=Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana
| collegamento_onorificenza=Ordine al Merito della Repubblica Italiana
| motivazione=
| luogo=3 giugno [[1966]]<ref>[http://www.quirinale.it/elementi/DettaglioOnorificenze.aspx?decorato=33761 Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.]</ref>
}}
 
*Cittadinanza onoraria alla memoria dalla città di [[Cagli]] (Consiglio comunale di Cagli, Delibera n. 52 del 29.09.2010).
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
A. Mazzacchera, ''Italo de Feo'', Urbania 2000.
 
* [[Giuseppe Galasso]], ''Italo de Feo: un uomo capace di lasciare il segno in tutti i campi'', in ''Italo de Feo. Scrittore, critico letterario, giornalista e uomo politico''. "Atti del seminario di studi eclanese nel centenario della nascita (1912-2012), 14 settembre 2012", Flumeri, 2013.
==Altri progetti==
* Alberto Mazzacchera, ''Conferimento della Cittadinanza Onoraria alla memoria di Italo de Feo'', in ''Italo de Feo. Scrittore, critico letterario, giornalista e uomo politico'', "Atti del seminario di studi eclanese nel centenario della nascita (1912-2012), 14 settembre 2012", Flumeri 2013.
* [[Gaetano Quagliariello]], ''Italo de Feo: "Diario Politico 1943-1948" e "3 anni con Togliatti'', in ''Italo de Feo. Scrittore, critico letterario, giornalista e uomo politico''. "Atti del seminario di studi eclanese nel centenario della nascita (1912-2012),14 settembre 2012", Flumeri, 2013.
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|q}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
 
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|biografie|Letteratura}}
 
[[Categoria:Antifascisti italiani]]
[[Categoria:Cavalieri di gran croce OMRI]]
[[Categoria:Vincitori del Premio Saint-Vincent]]