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{{nota disambigua|il nome proprio di persona|Vermondo}}
'''Warmondo''', o Varmondo o Veremondo ([[930]]?- [[1011]]?) appartenente alla nobile famiglia degli Arborio, tenne la cattedra episcopale di [[Ivrea]] tra il [[965]]-[[968]] ed il [[1005]] (probabile anno della sua morte); è stato dichiarato [[beato]] della [[Chiesa cattolica]].▼
{{Santo
|nome= Beato Varmondo d'Ivrea
|immagine= Ivrea Duomo Cappella Warmondo.jpg
|didascalia=Pala d'altare e urna con le spoglie del Beato Warmondo nel [[Duomo di Ivrea]]
|note= <span align="center">Vescovo</span>
|nato= [[930]] circa
|morto= [[1011]] circa
|venerato da= Chiesa cattolica
|beatificazione=
|canonizzazione=
|santuario principale=
|ricorrenza= [[13 novembre]]
|attributi=
|patrono di=
}}
{{Bio
|Nome = Warmondo
|Cognome =
|PostCognome = o Varmondo o Veremondo
|Sesso = M
|LuogoNascita =
|GiornoMeseNascita =
|AnnoNascita = [[930]] circa
|LuogoMorte =
|GiornoMeseMorte =
|AnnoMorte = [[1011]] circa
|Epoca = 900
|Attività = vescovo
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità = , appartenente alla nobile famiglia degli [[Arborio]]
}}
▲
== La vita ==
Durante il suo lungo episcopato eporediese, Warmondo portò a grande splendore il culto cittadino, anzitutto attraverso la ricostruzione dalle fondamenta della sua [[Duomo di Ivrea|cattedrale]] (come attesta un'iscrizione su di una pietra murata nel suo ambulacro), ma anche attraverso il nuovo impulso dato allo ''scriptorium'' in cui operavano copisti, disegnatori e alluminatori. Da esso provengono i preziosi codici miniati conservati oggi nella [[Biblioteca Capitolare (Ivrea)|Biblioteca Capitolare]] (primo fra tutti, il ''[[Sacramentario del vescovo Warmondo|Sacramentarium Episcopi Warmundi]]'' dell'anno [[1002]], codice membranaceo di 444 pagine, con molteplici miniature e lettere iniziali auree).
Warmondo è ricordato soprattutto per essere stato protagonista della storia eporediese intorno all'anno [[1000]], nella strenua lotta che lo oppose ad [[Arduino d'Ivrea|Arduino]], [[marchese
Gli anni [[997]]- [[999]] furono particolarmente cruenti. Arduino, con l'appoggio di fedeli vassalli, fece scoppiare in città violenti tumulti contro il vescovo, che furono causa di lutti cittadini e che comportarono la cacciata del vescovo dalla sua sede. <br/>▼
Warmondo, a questo punto lanciò contro Arduino, a breve distanza di tempo, due ferocissime [[scomunica|scomuniche]]. <br/>▼
Nonostante Arduino fosse diventato disponibile a riconoscere i suoi privilegi feudali, Warmondo sollecitò Ottone III ad aprire un processo contro i delitti commessi dal suo avversario. ▼
Tuttavia nel [[1001]], Arduino con il suo esercito conquistò Ivrea e [[Vercelli]], cacciando i rispettivi vescovi dalle loro sedi, e - approfittando della morte dell'imperatore - nel [[1002]] venne, dai suoi fedeli, proclamato [[Re d'Italia]]. <br/>▼
▲Gli anni [[997]]-
Nel [[1003]] la lotta tra Warmondo ed Arduino doveva essere di nuovo accesa, dal momento che alla benedizione della prima pietra dell'abbazia di [[Fruttuaria]] a [[San Benigno Canavese|San Benigno]], si registra la presenza, con Arduino, di un "antivescovo" di Ivrea, tale Ottobiano. (Va però ricordato che Arduino e Warmondo appoggiarono entrambi, in momenti diversi, la costruzione e la autonoma amministrazione dell'abbazia). ▼
▲Warmondo, a questo punto lanciò contro Arduino, a breve distanza di tempo, due ferocissime [[scomunica|scomuniche]].
▲{{Citazione necessaria|Nonostante Arduino fosse diventato disponibile a riconoscere i suoi privilegi feudali, Warmondo sollecitò Ottone III ad aprire un processo contro i delitti commessi dal suo avversario.
Nel 1004, il nuovo imperatore tedesco [[Enrico II del Sacro Romano Impero|Enrico II]], calato con le sue truppe in Italia, sconfisse Arduino, così che Warmondo poté riprendere il suo potere ed governo della sua diocesi. <br/>▼
▲Tuttavia nel [[1001]], Arduino con il suo esercito conquistò Ivrea e [[Vercelli]], cacciando i rispettivi vescovi dalle loro sedi}}, e - approfittando della morte dell'imperatore - nel [[1002]] venne, dai suoi fedeli, proclamato [[Re d'Italia]].
▲Nel [[1003]] la lotta tra Warmondo ed Arduino doveva essere di nuovo accesa, dal momento che alla benedizione della prima pietra dell'[[abbazia di
▲Nel 1004, il nuovo imperatore tedesco [[Enrico II
Il nome di Warmondo fu indicato come santo già nel [[XII secolo]]. D'altra parte già nel ''Sacramentarium Episcopi Warmundi'' egli si era fatto raffigurare con l'aureola quadrata, che l'iconografia dell'epoca riservava ai viventi in odore di santità.
Le sue spoglie mortali sono conservate in
Fu proclamato Beato il [[17 settembre]] [[1857]] da [[Pio IX]], per istanza di monsignor Luigi Moreno, ed è festeggiato al 13 novembre.▼
▲Fu
== La scomunica contro Arduino==▼
Il codice XX della Biblioteca Capitolare di Ivrea (che, con involontaria ironia, porta il titolo di ''Liber Benedictionum'') conserva il testo della scomunica lanciata da Warmondo contro Arduino; testo che vale la pena leggere come testimonianza storica del livello di scontro tra i due contendenti e del temperamento - assai poco incline alla misericordia - che dovette avere il vescovo eporediese. <br/>▼
▲== La scomunica contro Arduino ==
▲Il codice XX della Biblioteca Capitolare di Ivrea (che, con involontaria ironia, porta il titolo di ''Liber Benedictionum'') conserva il testo della scomunica lanciata da Warmondo contro Arduino; testo che vale la pena leggere come testimonianza storica del livello di scontro tra i due contendenti e del temperamento - assai poco incline alla misericordia - che dovette avere il vescovo eporediese.
Si tenga presente che il rito adottato dalla chiesa di Ivrea prevedeva che la scomunica venisse officiata con la presenza di dodici sacerdoti che reggevano lampade accese, mentre il vescovo
▲Si tenga presente che il rito adottato dalla chiesa di Ivrea prevedeva che la scomunica venisse officiata con la presenza di dodici sacerdoti che reggevano lampade accese, mentre il vescovo pronunciva la terribile formula della scomunica:
▲<<''Malediciamo Arduino e Amedeo suo fratello, predoni e devastatori della chiesa di Dio; malediciamo tutti i cittadini d'Ivrea che loro diedero aiuto e consiglio; siano maledetti nella città, maledetti nei campi, maledetti i loro beni e le terre loro e gli armenti e tutti i loro animali, maledetti dove entrano, donde escono; mandi Iddio su di essi la fame e la pestilenza; siano maledetti vigilanti, viaggianti, dormenti, riposanti. Li percuota Iddio con miserie, febbri, geli, arsure, infermità fino alla morte Li percuota il delirio, la cecità, il furore della mente in ogni tempo; i loro figli siano tosto orfani e vedove le mogli. Dio, falli come rota al vento, come fuoco che avvampa in foresta, come fiamma sprigionata dai monti. E queste maledizioni tutte, dalla pianta dei piedi al vertice dei capelli, li avvi1uppino per ogni dove, finché non tornino penitenti e sommessi nel seno della madre chiesa. E tutta la plebe di questa madre chiesa dica: Così sia, così sia. Amen''>>. (La traduzione dal latino del passo riportato è contenuta in M.L. Tibone, L. M. Cardino, Il ''Canavese. Terra di storia e di arte'', Omega Edizioni, Torino, 1993). <br/>
Terminata la lettura della scomunica, i dodici sacerdoti officianti gettavano a terra le loro lampade e le calpestavano con i piedi.
==
La Chiesa lo considera beato e lo ricorda il [[13 novembre]]: dal [[Martirologio Romano]]: ''A Ivrea in Piemonte, commemorazione del beato Varmondo, vescovo, che fu insigne per la sua viva fede, la pietà e l'umiltà, rivendicò la libertà della Chiesa dalle insidie dei potenti, costruì la cattedrale e promosse la vita monastica e istituì una scuola episcopale.''
*[[Ivrea]]▼
*[[Duomo di Ivrea]]▼
== Note ==
<references/>
== Voci correlate ==
▲* [[Ivrea]]
▲* [[Duomo di Ivrea]]
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|biografie}}
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[[Categoria:
[[Categoria:Beati proclamati da Pio IX]]
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