Nepi: differenze tra le versioni
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{{nd}}
{{NN|Lazio|agosto 2019}}
{{Divisione amministrativa
|
|Panorama = PalComNepi.JPG
|Didascalia =
|Bandiera = Nepi-Gonfalone.png
|Voce bandiera =
|Stemma = Nepi-Stemma.png
|Voce stemma =
|Stato = ITA
|Grado amministrativo = 3
|Divisione amm grado 1 = Lazio
|Divisione amm grado 2 = Viterbo
|Amministratore locale = Franco Vita
|Partito = [[lista civica]] Noi & voi per Nepi
|Data elezione = 27-5-2019
|Data istituzione =
|Altitudine =
|Sottodivisioni = Colle Farnese, Colle Lydia, Colle Salomonio, Grezzano, Settevene, Gabelletta
|
|Zona sismica = 3A-3B
|Gradi giorno = 1824
|Nome abitanti = nepesini
|Patrono = santi Tolomeo e Romano
|Festivo = 24/25 agosto
|PIL =
|PIL procapite =
|Didascalia mappa = Posizione del comune di Nepi nella provincia di Viterbo
|Sito = http://www.comune.nepi.vt.it/
}}
'''Nepi''' è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di {{Popolazione|ITA}} abitanti<ref name="template divisione amministrativa-abitanti" /> della [[provincia di Viterbo]] nel [[Lazio]].
[[File:Carte Falisques 450avJC.png|thumb|Posizione dell'antica Nepete nell'[[età regia di Roma]].]]
[[File:Fondazione nepi.jpg|thumb|upright|Termo Larte edifica Nepi 548 anni prima di Roma. Affresco del ciclo pittorico decorante la sala nobile del palazzo comunale di Nepi, dipinto da Domenico Torti e Ludovico De Mauro nel 1870]]
[[File:Nepi - Fontana del palazzo comunale 2.JPG|thumb|upright|La fontana del palazzo comunale, scolpita nel travertino da Filippo Barigioni nel 1727. Raffigura lo stemma della città di Nepi: la torre con il serpente che si attorciglia ai suoi piedi]]
[[File:Valle Suppentonia-Nepi (Loc. Il Pizzo).jpg|thumb|Veduta della Valle Suppentonia sotto il monastero di San Bernardo]]
[[File:Cascate della "Caduta del Picchio".jpg|thumb|Le due cascate dette "Caduta del Picchio"]]
[[File:Forra Castel d'Ischi.jpg|thumb|upright=0.9|La forra nei pressi del castello d'Ischi]]
[[File:Cathedral of Santa Maria Assunta (Nepi).jpg|thumb|L'interno della basilica concattedrale]]
[[File:Nepi - San Tolomeo 1.JPG|thumb|upright=0.7|La facciata della chiesa di San Tolomeo, con l'attiguo monastero dei padri "Servi di Maria"]]
[[File:Dome of the church of San Tolomeo (Nepi).jpg|thumb|upright|L'interno della cupola della chiesa di San Tolomeo]]
[[File:Volta San Biagio.jpg|thumb|Volta a crociera affrescata del tempietto dedicato al Santo, nella chiesa di San Biagio, risalente al XV secolo]]
[[File:Nepi - Madonna delle Grazie 3.JPG|thumb|Dettaglio del campanile a vela della chiesa della Madonna delle Grazie]]
[[File:Porta romana.jpg|thumb|''Porta Romana'', varco di accesso principale alla città]]
[[File:Nepi - Palazzo comunale 2.JPG|thumb|La piazza del comune su cui prospetta l'omonimo palazzo]]
[[File:Massimo d'Azeglio - Collines près d'un lac.jpg|thumb|Massimo D'Azeglio, Colline nei pressi di un lago, olio su carta trasportato su tela, 1821, 23 × 44.8 cm, [[Galleria civica d'arte moderna e contemporanea]], Torino. L'opera risale al soggiorno tra Nepi e Castel Sant'Elia del grande uomo politico e paesaggista. Il paesaggio lo ha dipinto dalla località nepesina di "Stracciacappe", il lago è quello di Bracciano. Sullo sfondo il monte più alto è la cima di "Roccaromana"]]
[[File:Tagliata della Massa.jpg|thumb|upright|La via cava o "Tagliata" in località "La Massa"]]
[[File:Tre ponti-cavo degli zucchi.jpg|thumb|La necropoli di "Tre Ponti", presso il cosiddetto "Cavo degli Zucchi", una delle numerose vie cave percorse dal tracciato della via Amerina-Annia]]
[[File:Centrostorico-nepi.jpg|thumb|Vista del centro storico dal mastio della [[Rocca di Nepi|Rocca dei Borgia]]. Sullo sfondo il [[Monte Soratte]]]]
[[File:Focarone-Nepi.jpg|thumb|upright=0.8|Il tradizionale "Focarone" di Sant'Antonio Abate]]
[[File:Salame cotto.jpg|thumb|Il "salame cotto", uno dei tipici insaccati della cucina nepesina]]
== Geografia fisica ==
=== Territorio ===
Il territorio comunale nepesino si estende su una vasta area nota come Agro Falisco, delimitato a sud e sud-ovest dai [[Monti Sabatini]], a nord-ovest dai [[Monti Cimini]] e dalla [[Valle del Tevere]] a nord e ad est.
Benché il paesaggio dell'Agro Falisco appaia in lontananza come un'unica e piatta vallata, mossa solo da modeste collinette, l'immagine di questo territorio muta completamente non appena si decide di addentrarcisi, anche solo transitando sulle strade principali che lo attraversano. Profonde gole e burroni si aprono come squarci nel terreno. Luoghi suggestivi e spesso ancora selvaggi, caratterizzano fortemente il paesaggio di questi luoghi.
Le “[[Forra|Forre]]”, che rappresentano l'elemento geomorfologico caratteristico del territorio, sono delle larghe valli delimitate da pareti sub-verticali scavate dalla millenaria azione erosiva dei torrenti sul substrato vulcanico, depositatosi a seguito delle attività eruttive dei due complessi vulcanici, Vicano in misura maggiore, e Sabatino, datate tra 600.000 e circa 20.000 anni fa. Il protrarsi dell'erosione da parte dei due corsi d'acqua confluenti facenti parte de bacino del fiume [[Treja]], Rio Falisco a nord e Rio Puzzolo a sud, ha isolato uno sperone tufaceo di forma triangolare, delimitato da pareti sub-verticali, dove é edificato il centro storico del paese. L'adattamento dell'uomo a questa morfologia, è la matrice degli sviluppi architettonici e soprattutto urbanistici di ogni insediamento nell'area. I "Cavoni", caratteristiche vie tagliate di epoca pre-romana, sono vie di comunicazione che univano le Forre coi pianori tufacei, costituiti da fenditure continue operate dall'uomo nella roccia vulcanica delimitate da pareti verticali.
In questo contesto si inserisce l'abitato di Nepi, città sorta in epoca antica. La morfologia stessa del territorio ha facilitato l'insediamento umano, avendo creato dei luoghi già di per sé difesi naturalmente e difficilmente accessibili. Inoltre la consistenza del tufo locale, ha favorito sin dalle epoche più remote la creazione di insediamenti rupestri e di necropoli.
Queste valli furono abitate sin dalla più remota preistoria. Numerosi sono stati infatti i ritrovamenti archeologici di utensili in pietra scheggiata e frammenti di vasi con segni di cottura. Questi insediamenti rupestri furono abitati quindi per lungo tempo, dal [[neolitico]] all'inizio dell'[[età del ferro]]. Al centro di questo territorio, si trova la Valle Suppentonia, ovvero la forra che partendo da Nepi, giunge fin quasi sotto [[Civita Castellana]], dove il fosso del Ponte si getta nel Treja. La particolarità di questa lunga forra è quella di raggiungere dimensioni molto rilevanti, specie nei pressi di [[Castel Sant'Elia]], superando in alcuni punti i cento metri di altezza. Le sue pareti spesso a perpendicolo, sono rivestite di una rigogliosa e spesso impenetrabile vegetazione; numerose sono le cascate formate dai torrenti che scorrono nel fondovalle.
=== Clima ===
{{...|centri abitati d'Italia}} il clima è mite, umido in inverno e secco in estate.
== Origini del nome ==
Nepi: l'antica ''Nepet'' o ''Nepete'', deriverebbe il suo nome dalla parola etrusca ''Nepa'', ovvero acqua. Quindi Nepi è "città delle acque", tanto da portare i segni di questo ancestrale legame nel nome stesso. La leggenda della sua fondazione ci parla di un particolare serpente acquatico, adorato da questi antichi popoli come divinità, il quale uscì allo scoperto mentre il mitico fondatore Termo Larte<ref>Mentre Termo sarebbe il suo nome, Larte (Laerte) indicherebbe la carica di capo/maestro che quest'uomo assunse, indicato nella legenda quale capotribù o comunque il promotore del congregarsi delle diverse popolazioni che occupavano questo territorio e promotore della fondazione di un'unica città. Una raffigurazione di questo evento si trova nella Sala Nobile del Palazzo Comunale, affresco risalente al secolo XIX, dove vediamo il fondatore con i suoi familiari ed un sacerdote, mentre stupiti e impauriti vedono uscir fuori da un gruppo di massi il grosso e verde serpente. Sullo sfondo, su un pianoro di tufo, fervono i lavori della costruzione della nuova città.</ref> era intento a tracciare il solco del [[pomerio]] del nuovo insediamento. Questo venne interpretato come simbolo di buon auspicio e la città venne consacrata alla divinità che aveva voluto manifestarsi proprio durante il sacro atto della fondazione. Un'altra interpretazione del nome vorrebbe collegarlo con una divinità mediorientale che aveva fattezze di [[scorpiones|scorpione]]<ref>Si definiscono [[Nepidae]] la famiglia degli scorpioni d'acqua e in particolare Nepa la sottofamiglia presente in Europa.</ref>, mettendo in relazione questo animale con la forma che i torrenti formano intorno allo sperone su cui sorge la città<ref>Anche in [[Astrologia]], lo scorpione rientra proprio nei tre segni che compongono il cosiddetto [[segni d'acqua|"Trigono d'acqua"]] insieme con il segno dei [[Pesci (astrologia)|pesci]] e del [[Cancro (astrologia)|cancro]].</ref>. Ancora un animale legato all'acqua. Serpenti, scorpioni; in ogni caso il rapporto fortissimo che da sempre Nepi ha avuto con l'acqua è evidente. La quantità di torrenti e fonti, d'acque ferruginose, solforose e minerali, di [[solfatare]], ancora oggi palesa la caratteristica di questo territorio.<ref>A questo va aggiunto che la medesima radice del nome Nepi, la ritroviamo molto spesso in relazione con l'acqua. Come ad esempio nel nome di molti fiumi, come il Nera in [[Umbria]], affluente del [[Tevere]], e nella stessa parola "acqua", "νερό" in greco. Il nome stesso del dio del mare Nettuno, in Latino Neptūnus, ha fondamentalmente ancora una volta la stessa radice.</ref>
== Storia ==
=== Fondazione ===
Numerosi ritrovamenti archeologici nel territorio circostante testimoniano il popolamento dell'area in epoche antiche. In particolare due insediamenti vicini alla città, il Pizzo e Torre Stroppa, sono fiorenti fino all’età del bronzo finale (XI secolo a.C.). Dopo un periodo di spopolamento, nel corso del quale i gruppi residenti contribuirono a formare la grande città di [[Veio]] e [[Area archeologica di Poggio Sommavilla|Poggio Sommavilla]], durato circa un secolo, le tracce archeologiche indicano un inizio dell’occupazione dello sperone tufaceo di Nepi a partire dal secolo VIII a.C. Da questo momento e fino alla conquista romana il centro urbano di Nepi fu parte integrante del territorio [[narce]]nse e le sue produzioni artigianali mostrano affinità con quelle della vicina Falerii (attuale Civita Castellana, i cui abitanti erano appunto i [[falisco|Falisci]]).
=== Epoca romana ===
La prima notizia documentata è quella riportata da [[Tito Livio|T. Livio]], in cui si evince che nel [[383 a.C.]] Nepi è alleata con Roma. L'epoca è quella in cui la nascente potenza romana sta via via conquistando le zone di influenza etrusca e falisca. Nepi e [[Sutri]] sono definite proprio da T. Livio «Claustra Etruriae» e «Antemuralis Etruriae» proprio per l'importanza strategica di questi due antichi insediamenti. Il periodo romano la vede diventare "[[Municipio (storia romana)|municipium]]", città ricca e potente. Numerosi i resti archeologici a noi pervenuti di quel periodo. Le ville patrizie disseminate nel territorio, l'anfiteatro, le cosiddette "Terme dei Gracchi", mausolei lungo la via Amerina-Annia, cippi, statue e molteplici lapidi.
Durante la [[seconda guerra punica]] insieme ad altre undici [[colonie latine]], rifiuta il suo supporto a Roma, ma come narratoci sempre da T. Livio, la conseguenza a questa decisione fu quella di pagare in doppia misura.
=== Medioevo ===
Sede vescovile già nel IV secolo, come riportato nelle sottoscrizioni ai vari [[Concili]] romani. Saccheggiata più volte durante le invasioni barbariche, conobbe proprio nell'alto Medioevo un periodo di notevole splendore per il fatto di essere attraversata dalla [[via Amerina|via Amerina-Annia]], unica arteria a congiungere durante le [[guerre greco-gotiche]] Roma a [[Ravenna]]. Riprova della sua importanza fu l'invio del nutrito esercito guidato dal duca Leonzio a difesa della città, da parte del pontefice [[Papa Gregorio I|S. Gregorio Magno]].
Durante l'VIII secolo, Totone, nobile nepesino di stirpe longobarda, ricordato dalla storia quale Duca di Nepi, discese su Roma forte di un esercito, col quale assoggettò la [[città eterna]] divenendone Duca e interferendo nel [[conclave]] del [[768]], fece nominare papa suo fratello, che salì al soglio pontificio col nome di [[Antipapa Costantino II|Costantino II]]. L'anno successivo il suo potere ebbe fine per mano dell'opposta fazione che uccise [[Totone]] e destituì suo fratello, che accecato finì i suoi giorni rinchiuso in un monastero.
Nel 915 i Nepesini sconfiggono in uno scontro decisivo i saraceni.
Nel [[1002]] moriva a Castel Paterno<ref>Castel Paterno, antichissimo insediamento preetrusco, sorgeva su un pianoro tufaceo dominante il fiume Treja alla confluenza col Fosso del Ponte, proprio alla fine della Valle Suppentonia. Oggi i suoi affascinanti resti, ricadono nel comune di [[Faleria]]. Ben conservato ancora il perimetro difensivo, alcune strutture all'interno dell'insediamento e soprattutto le numerose abitazioni rupestri a picco sulla forra.</ref> (all'epoca ricadente nel territorio Nepesino) [[Ottone III di Sassonia]]<ref>Ottone III di Sassonia morì nel 1002, forse di malaria o ucciso da una congiura orchestrata dalle famiglie patrizie romane, in particolare da quella dei Crescenzio, maggiori osteggiatori dell'impresa di restaurare l'impero romano. Una leggenda medievale narra infatti che Stefania, vedova di Crescenzio, da lui fatto uccidere qualche anno prima, lo abbia sedotto eppoi avvelenato per vendetta.</ref><ref>A tal proposito all'interno del vecchio palazzo comunale di [[Castel Sant'Elia]] era conservato, fino alla seconda guerra mondiale, un logoro tronco d'albero secolare. Si dice che quello fosse la pianta sotto la quale l'imperatore morì.</ref>, restauratore del [[Sacro Romano impero]], mentre cercava rifugio dall'incalzante opposizione delle nobili famiglie romane.
Nepi si costituì [[Libero Comune]] nel [[1131]], come testimoniato dalla lapide del primo patto comunale<ref>Traduzione della lapide posta tuttora sotto il portico della Cattedrale di Nepi, a sigillo del primo patto comunale: "Anno del Signore 1131, al tempo di Anacleto II papa, nel mese di luglio, indizione VIII. I cavalieri e i Consoli di Nepi stabiliscono con giuramento che se qualcuno di loro vuole infrangere la nostra società sia cacciato con i suoi seguaci da ogni onore e dignità e inoltre con Giuda e Caifa e Pilato spartisca il suo destino (dopo morto); e ancora, sopporti una morte infame come Galeone che tradì i suoi compagni e di lui non sia più memoria, ma sieda alla rovescia su di un'asina e tenga la coda in mano"</ref><ref>A proposito della lapide del primo patto comunale del 1131, possono essere fatte interessanti considerazioni sulla società nepesina dell'epoca: La presenza di queste due categorie dei MILITES (cavalieri) e CONSULES (Consoli), ovvero le autorità militari e civili è un richiamo molto forte e ben evidente alla tradizione romana, probabilmente ancora ben viva nella Nepi del XII secolo.
Inoltre le condanne terribili che vengono lanciate sui sovvertitori di quest'ordine appena costituito, richiamano due legende medievali molto conosciute. La prima, la ritroveremo due secoli dopo circa nell'Inferno dell'Alighieri: [[Giuda Iscariota|Giuda]], [[Caifa]] e [[Ponzio Pilato|Pilato]], nella bocca di [[Satana]], perennemente masticati dalla Bestia. Ed infine l'infame Galeone (Gano di Maganza?), personaggio della "[[Chanson de Roland]]" poema del ciclo carolingio, che traditore della patria venne squartato vivo e i suoi resti bruciati e le ceneri disperse al vento. Anche l'essere esposti al pubblico ludibrio, alla rovescia su di un'asina, mentre con la mano gli si regge la coda, era in epoche passate segno di estremo disonore. In entrambi i casi la citazione puntuale di accadimenti e situazioni tratte da opere letterarie francesi, mostra gli stretti scambi culturali che venivano a crearsi proprio lungo i territori attraversati dalla [[via Francigena]] e dalle altre vie di pellegrinaggio. Ricordiamoci che la [[via Cassia]] è in quest'ultimo tratto, l'asse stradale principale che portava i pellegrini a Roma. Su queste vie insieme con le persone e le mercanzie, viaggiava anche la cultura e il costume.
Nei dintorni, come non ricordare a [[Sutri]], la grotta d'[[Orlando (paladino)|Orlando]], luogo dove secondo la legenda, sarebbe nato il paladino e a [[Capranica]], sempre lungo la via Cassia, la località detta "Le querce d'Orlando".</ref>, conservata nel portico della Cattedrale. Nella lotta tra pontefice ed imperatore, Nepi fu di parte imperiale durante i regni di [[papa Alessandro II|Alessandro II]], [[papa Nicola II|Nicola II]], [[papa Gregorio VII|Gregorio VII]] e [[papa Innocenzo II|Innocenzo II]]; caduta in mano ai papisti nel [[1160]], combatté contro il comune di [[Roma]] e nel [[1244]] venne assediata dall'imperatore [[Federico II di Svevia|Federico II]]. Divenuta possedimento feudale, passò in un primo momento ai [[prefetti di Vico]] e successivamente venne concessa agli [[Orsini]], ai [[famiglia Colonna|Colonna]]. [[Rodrigo Borgia]], all'indomani della sua elezione a papa col nome di [[Papa Alessandro VI|Alessandro VI]] la cedette al cardinale [[Ascanio Sforza]], contraccambiando così il suo appoggio alla sua nomina. Ma a seguito della calata francese su [[Milano]], il Pontefice tolse Nepi allo Sforza, la elevò al rango di ducato e la donò nell'anno 1499 alla figlia [[Lucrezia Borgia|Lucrezia]], la quale fu munifica amministratrice, amata e rispettata dalla popolazione. Dopo alterne vicende, [[Paolo III]] Farnese, la cedette a [[Pier Luigi Farnese]], suo figlio naturale. Con la creazione del [[Ducato di Castro|Ducato di Castro e Nepi]], per questo territorio si ebbe uno dei periodi più floridi e prolifici.
=== Epoca moderna ===
Numerose furono le opere improntate in questo breve lasso di tempo, che va dal [[1537]] al [[1545]]. Con la nomina di Pier Luigi Farnese a [[duca di Parma e Piacenza]], Nepi torna sotto il diretto dominio della [[Santa Sede]] e dichiarata indipendente durante il regno di [[Sisto V]], quando potrà innalzare le insegne senatoriali: S.P.Q.N. Il 2 dicembre [[1798]] venne saccheggiata dalle [[truppe napoleoniche|truppe francesi]] in ritirata da quelle borboniche. Il 13 dicembre vi si svolse lo scontro fra i due eserciti, nel quale ebbe la meglio quello francese guidato dal generale [[François Étienne Kellermann]]. Nel [[1805]] ospitò [[Pio VII]] di ritorno da [[Parigi]], mentre il 13 settembre [[1870]] fu occupata dalle truppe italiane e annessa al [[Regno d'Italia]].
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
=== Architetture religiose ===
* La [[Duomo di Nepi|basilica concattedrale di Santa Maria Assunta]]. Da tempio pagano a basilica cristiana.
* La chiesa di San Tolomeo, anche detta del [[Rosario]]. Iniziata nel [[1543]] su progetto di [[Antonio da Sangallo il Giovane]], per poter accogliere le reliquie dei santi martiri, ritrovate all'interno delle catacombe di Santa Savinilla. I lavori vennero però sospesi nel [[1550]] a seguito della partenza del committente [[Pier Luigi Farnese]] e per la morte del [[papa Paolo III]]. Le uniche opere realizzate fino a quel periodo erano le strutture di fondazione delle absidi e del monastero, e la cripta ottagona. Solo nel [[1588]] i lavori vennero ripresi improntando però un progetto ridotto rispetto al precedente. L'architetto fu Giovanni Antonio Garzoni da [[Viggiù]], al servizio di [[Alessandro Farnese]] presso il suo [[Palazzo Farnese di Caprarola|palazzo di Caprarola]]. Successivamente vennero impiegati anche l'architetto Giovanni Rosa e [[Flaminio Ponzio]], autore della facciata e del portale. L'edificio fu aperto al culto nel [[1606]]. Nel [[1892]] venne aggiunta la [[volta a botte]] della navata, la cupola sulla tribuna e resa circolare l'abside. Sull'unica navata dell'interno si aprono tre cappelle per lato. Gli altari lignei sono tutti dei primi anni del Seicento. In fondo, la zona presbiteriale, rialzata su alcuni gradini, è delimitata da otto possenti colonne che sostengono la sovrastante cupola. Tre sono gli altari qui posti: quello maggiore, del [[1654]], conserva le reliquie dei santi martiri. Notevole la statua giacente di San Tolomeo, il cui autore fu Giovanni Francesco De Rossi nel [[1664]]. A sinistra invece l'altare della Madonna del Rosario o "Della Vittoria". La grandiosa struttura in legno dorato venne realizzata per racchiudere l'immagine inizialmente su tela della Vergine, il culto della quale si lega con la storica [[battaglia di Lepanto]]. Nel [[1695]] venne posta una statua ancora oggi veneratissima. A destra si trova l'altare dedicato ai Sette Santi fondatori dell'[[ordine dei Servi di Maria]]. La tela, del pittore nepesino Sem Rossi, risale al XX secolo, mentre l'altare è del [[1632]], sempre in legno dorato e originariamente dedicato a [[San Domenico]].
* La chiesa di [[San Biagio]], probabilmente una delle più antiche della città. Dichiarata monumento nazionale, esisteva già nell'anno [[950]]. Ad aula unica, con presbiterio rialzato al di sopra della cripta. Sulla parete destra una cappella con volta a crociera, con [[peducci]] e [[nervature]] con decorazioni tardogotiche. La grata posta sul pavimento di questo ambiente, permette di vedere le varie sepolture ritrovate durante l'ultimo intervento di consolidamento e restauro. Sul presbiterio a sinistra, il notevole tempietto votivo dedicato al Santo titolare. Elevato sul finire del XV secolo dall'"università" di Nepi, della quale si nota lo stemma ai piedi del [[San Sebastiano]] dipinto appena sopra la colonna. Nell'abside resti di affreschi databili al XIII secolo. Riconoscibili una Madonna, [[Egidio abate|Sant'Egidio]] affiancato dal tradizionale cervo, i Santi [[Abdon e Sennen]] e altre figure non identificate. La sottostante cripta è sorretta da due colonne in marmo materiale di spoglio. Le voltine sono a crociera. Al centro un altarino sul quale si nota una crocifissione del XIV secolo, mentre a sinistra un affresco raffigurante la Vergine con Bambino affiancata da Santa Sofia e da un'altra Santa non identificabile. La facciata esterna della chiesa è molto semplice, ma arricchita dal portale di accesso costituito da resti lapidei di epoca romana, rilavorati in epoca medievale. Rimarchevoli sono le decorazioni fitomorfe degli stipiti, mentre l'architrave è ricavato da un sarcofago tardoimperiale. Al centro la dedica alla defunta Velia Midia Massimillia, sorretta da due genietti alati. A destra il busto-ritratto della donna, mentre nella parte sinistra un gruppo di putti vendemmiano e pigiano l'uva. Attigua a questo insigne monumento, è la chiesa della Madonna delle Grazie. Ad unica navata, ha il presbiterio chiuso da una cancellata risalente ai primi anni del Novecento. Della stessa epoca l'altare con piacevoli passaggi richiamanti fortemente lo stile [[Liberty]]. L'architettura racchiude l'affresco della Vergine in sacra conversazione coi santi [[San Nicola di Bari|Nicola]] e [[Sant'Egidio Abate|Egidio]], opera forse del XVII secolo (le palesi manomissioni e restauri poco consoni dei secoli successivi ne rendono molto difficile una datazione certa). Sotto la cantoria all'ingresso, l'[[acquasantiera]] è costituita da un cippo funerario tardoimperiale. La facciata, conserva un bel portale romanico in travertino e peperino, sottolineato da due agili colonnine addossate alla [[strombatura]].
* La [[chiesa di San Pietro Apostolo (Nepi)|chiesa di San Pietro Apostolo]], esempio di [[tardo barocco|architettura tardo barocca]].
* La [[Chiesa di San Giovanni Decollato (Nepi)|chiesa di San Giovanni Decollato]]. Costruita nel [[1564]] dall'omonima [[Confraternita (Chiesa cattolica)|Confraternita]]. Ospita al suo interno pregevoli opere d'arte.
* Chiesa di [[Vera Croce|Santa Croce]]
* Chiesa di San Silvestro Abate (Carmine)
* Chiesa e convento di [[Bernardo di Chiaravalle|San Bernardo]]
* Chiesa di [[San Rocco]]
* Chiesa dei [[San Vito|Santi Vito]] e Modesto
* Chiesa di San Godiziano o Feliziano. La piccola cappella posta sulla via del cimitero, esisteva già nel [[398]]. Essa sorge all'interno di un evidente rudere di epoca romana in "[[opus coementicium]]", forse una cisterna.
* Chiesa della [[Madonna dell'Umiltà]] (loc. Umiltà)
* Chiesa di Sant'Eleuterio (sconsacrata, adibita a sala parrocchiale)
* Chiesa di Santa Maria degli Angeli (annessa al vecchio Seminario)
* Chiesa Santa Famiglia (loc. San Bernardo)
* Chiesa e convento della Madonna della Consolata (casa generalizia delle Suore Missionarie, loc. Settevene)
* Chiesa di [[Sant'Antonio abate|Sant'Antonio]] (loc. Settevene)
* Chiesa di San Paolo (loc. Colle Lidia)
=== Architetture civili ===
* La [[Rocca di Nepi|Rocca dei Borgia]]. Circondata da possenti mura, è attraversata dall'antica via Amerina. Suoi ospiti furono nelle varie epoche [[Lucrezia Borgia]], suo fratello "[[Il Valentino]]", ed i papi [[Alessandro VI]] e [[Paolo III]].
* Il [[Palazzo Comunale (Nepi)|palazzo comunale]], iniziato da [[Antonio da Sangallo il Giovane]] nel [[1542]] e dopo alterne vicende terminato nel [[1744]] dall'architetto Michele Locatelli.
* L'[[Acquedotto di Nepi|Acquedotto]], opera idraulica terminata nel 1727, costituisce uno dei luoghi più suggestivi e pittoreschi dell'intera città.
* Palazzo Celsi (via Garibaldi). Edificato dal nobile Ascanio Celsi durante il periodo farnesiano. Notevole esempio di architettura sangallesca, con la sua splendida e lineare facciata. La pianta è quella del palazzo a blocco con corte aperta. Il portale d'ingresso è decorato da un elegante [[bugnato]], mentre le finestre del piano terra sono un tipico esempio di [[finestra inginocchiata|inginocchiata]]. Al piano nobile, a cui si accede con una monumentale scala in [[peperino]], numerose sono le sale affrescate da artisti della seconda metà del XVI secolo. Rimarchevole il salone principale, con le raffigurazioni degli dei dell'Olimpo e con l'enorme camino, sulla cui cappa è affrescato il [[Vulcano (divinità)|dio Vulcano]] che forgia nella sua fucina. Della Famiglia Celsi un Aulo, nel 1425, fu nominato Vice-Governatore della Legazione di Viterbo (il Governatore era sempre un prelato); fu lungamente l'unico cittadino della Tuscia arrivato alla più alta carica della Provincia pubblica consentita ad un laico, fino alla nomina del nobile Arcangelo Sansoni - altro nepesino - alla medesima carica nel 1819.
* Palazzo Sansoni (via Garibaldi). Elegante edificio cinquecentesco caratterizzato dal loggiato a quattro arcate in mattoni di cotto sulla facciata corta che guarda verso la piazza del comune, elemento architettonico aggiunto nel XVIII secolo. La facciata fu invece portata avanti, riducendo quindi l'ampiezza del portico, intorno al 1855 per volere del nobile Antonio Sansoni (figlio di Arcangelo e di Teodora dei marchesi Tiberi) e di sua moglie Isabella dei conti Vincentini, su progetto dell'Architetto Apolloni Ghettj. Notevole il cortile, porticato su un lato e arricchito da una pregevole fontana. Il portale bugnato è in [[peperino]]. La struttura rinascimentale è sovrastata dalla parte terminale di una torre medievale, poco visibile in realtà per via delle successive superfetazioni. Questo palazzo ospita membri della famiglia Sansoni dal 1520.
* Palazzo Pisani. Attiguo a Palazzo Sansoni, si trova quest'altro esempio di architettura civile della metà del XVI secolo. Vi si accede tramite un ampio portale bugnato che dà accesso ad un cortile porticato sul lato in fondo. Uno scalone dà accesso al piano nobile. Una targa sul pianerottolo, ricorda l'ospitalità offerta a [[Papa Pio VII]] nel [[1805]], mentre ritornava a Roma, dopo essere stato prigioniero in Francia durante l'ultimo periodo napoleonico. In quel periodo usufruttuario del palazzo era il nobile Arcangelo Sansoni.
* Palazzo Savi (via Termo Larte). Posto lungo il ciglio della forra a sud della città. L'edificio di epoca medievale, è stato arricchito nel XVI secolo di decorazioni architettoniche in linea con il nuovo stile che si andava affermando. Ariosa la loggia, sostenuta da beccatelli che la fanno sporgere dalla parete.
* Palazzo Floridi (via Tor di Floridi). Ancora un palazzo d'epoca medievale, di cui addirittura si conserva la svettante e compatta torre in blocchi regolari di tufo. Nel Cinquecento l'architettura sangallesca si impone a ridisegnare la lineare facciata, col suo portale bugnato e le aperture simmetriche. Questo palazzo è stato la residenza nepesina dei conti Floridi dal X al XIX secolo, famiglia dell'antico baronaggio romano.
* Palazzo Melata (via Tor di Floridi). Raro esempio di barocchetto romano nell'architettura civile a Nepi. Il portale e le altre aperture sono arricchite di stucchi a formare cornici, ghirlande e stemmi.
=== Architetture militari ===
* I [[Bastioni]] Farnesiani, progettati intorno al [[1540]] da [[Antonio da Sangallo il Giovane]]. Il [[Vasari]] nelle sue "Vite", definì quest'opera "inespugnabile e bella".
* Le torri medievali. Numerose sono le torri sopravvissute ai secoli e agli sventramenti rinascimentali. In molti casi quindi, queste alte strutture sono quanto resta delle cosiddette "[[Casa torre|case torri]]" d'epoca medievale, periodo nel quale le varie famiglie si osteggiavano l'un l'altra per l'acquisizione del potere in città e le loro residenze divenivano quindi segno di prestigio e potenza. Le torri a noi giunte, sono tutte a pianta quadrata, costruite con blocchi regolari di tufo di rilevanti dimensioni. Oltre alle già citate torri dei palazzi Sansoni e Floridi, ben visibile è la cosiddetta ''Tor di Valle''<ref>Originariamente questo primo tratto dell'attuale via Garibaldi, prendeva proprio il nome da questa torre, via Tor di Valle, per poi diventare dalla chiesa del Carmine in poi via Dritta, essendo stato uno dei primi rettifili realizzati in città in epoca farnesiana.</ref>, nella parte iniziale di via Garibaldi e la cosiddetta Torre di Corte, posta a metà di via del Corso, unico resto dell'antico palazzo di corte un tempo sede dell'amministrazione di giustizia della città. A ricordo di questo edificio resta ancora nella toponomastica il nome della via di corte. Altre due torri, sono sopravvissute essendo state inglobate nella struttura di due chiese: la prima è visibile sul fianco est della chiesa di San Pietro, l'altra invece sul fianco est della Chiesa di San Silvestro o del Carmine.
* Il [[Castello di Filissano]].
=== Siti archeologici ===
[[File:Catacomba savinilla 03.JPG|thumb|Loculi scavati nella catacomba di S. Savinilla.]]
* La [[Catacomba di Santa Savinilla]] è un complesso cimiteriale tardoimperiale posto nei pressi dell'attuale camposanto. Vi si accede dalla chiesa di San Tolomeo alle Sante Grotte. La catacomba è composta da tre gallerie principali e numerose altre ramificazioni. È considerato uno dei maggiori e più importanti complessi funerari dell'Italia centrale proprio per la sua monumentalità
* Le [[vie Cave]] o "Tagliate". Sono degli antichi percorsi scavati lungo le pareti tufacee delle [[forra|forre]], risalenti all'epoca falisca. Tagli perpendicolari in cui angusti percorsi si insinuano tra due alte pareti. La loro funzione, non ancora del tutto chiara, fu probabilmente a scopo culturale. Scavate in alto sulle pareti, numerose grotte, riutilizzate in epoche e con funzioni diverse, furono in epoca medievale cappelle ed [[eremo|eremi]]. Una delle vie cave meglio conservate e più impressionante per le dimensioni monumentali è sicuramente quella in loc. "Il Cardinale", che conduce alla loc. "La Massa", oggi facilmente percorribile grazie ad un percorso ecologico segnalato, che comincia appena fuori dalla porta del centro storico. Un'altra, resa in epoche recenti carrabile, è quella cosiddetta della "Corta di Ronciglione", che dal Piazzale della Bottata, appena sotto le mura urbane, guadagna il piano in direzione nord-ovest.
* La [[necropoli]] di "Tre Ponti". Posta al confine tra i comuni di Nepi, [[Fabrica di Roma]], [[Castel Sant'Elia]] e [[Civita Castellana]], si estende lungo il percorso dell'antica [[via Amerina|via Amerina-Annia]], della quale si conservano ancora i resti di tre ponti di cui uno ancora intatto, risalenti al [[III secolo a.C.]] La necropoli, che ebbe genesi nello stesso periodo, era luogo di sepoltura per la città di [[Falerii|Falerii Novi]], insediamento costruito dopo la conquista romana del territorio falisco. Numerose sono le sepolture a dado, a portico, a colombario a camera, arcosoli e una piazzola sacra, dove si concentrano gli imponenti resti di alcuni mausolei. Tipologie che mostrano ancora il permanere delle soluzioni architettoniche tipiche delle popolazioni preromane, innestate poi in quelle che sono le soluzioni tipicamente romane, come i mausolei appunto. Ricche soluzioni scenografiche saranno allora adottate con la conquista romana, come ad esempio le false murature, le lesene e i capitelli, scolpiti direttamente nel tenero tufo locale. Rimarchevoli sono i resti in alcune sepolture di parte dell'intonaco originario, con ancora evidenti i pigmenti della decorazione parietale.
== Società ==
=== Evoluzione demografica ===
{{Demografia/Nepi}}
=== Tradizioni e folclore ===
* [[Sant'Antonio Abate]] (17 gennaio). La processione serale con la statua del Santo culmina con la benedizione del tradizionale "Focarone", un'enorme pira di legno che arde tutto il giorno. Centinaia di persone si riuniscono poi attorno al fuoco benedetto per consumare insieme carne di maiale. La domenica successiva si svolge la sfilata dei carri allegorici per l'apertura del [[Carnevale]]<ref>Nepi è una delle poche città in cui le festività carnascialesche si ripetono sia in gennaio per l'apertura che successivamente nei giorni precedenti il [[Mercoledì delle Ceneri]].</ref> e la fiera di merci e bestiame.
* Riti della [[Settimana Santa]]. Il giovedì si svolge la visita ai "Sepolcri" (altari della reposizione), altari allestiti nelle varie chiese, decorati da ceri e fiori in cui si espone l'[[eucaristia]] nel giorno della sua istituzione. Il venerdì, invece, si dispiega la processione del "Cristo morto". La statua del Cristo deposto dalla croce e della Madonna Addolorata vengono portate in spalla per le vie del centro, dalle confraternite, in un silenzioso corteo funebre<ref>In questa occasione, le numerose croci recate in processione dalle confraternite sono prive di Crocefissi. Al loro posto vengono drappeggiati teli di lino bianchi, simboleggianti il tessuto in cui fu avvolto il Cristo prima di essere deposto nel Sepolcro. In questa sola processione la Confraternita di San Giovanni, detta anche Compagnia della "Bona Morte", indossa i cappucci a coprire i visi, usanza un tempo frequente durante i recuperi dei cadaveri che questa Confraternita svolgeva nelle vaste campagne del territorio nepesino.</ref>.
* Madonne di maggio. Ogni domenica di questo mese è dedicata ad uno specifico culto mariano. La prima è riservata alla Madonna dell'Immagine, popolarmente detta dei "Somarari", la cui celebrazione si svolge nella chiesa di San Bernardo. La seconda domenica è quella dedicata alla Madonna di Costantinopoli, anche detta "dei matti". In suo onore si svolge una festa nella piazzetta di San Giovanni, nel quartiere della Ripa e la tradizionale processione dei ceri. La terza domenica è riservata alla Madonna delle Grazie, la cui effigie si trova nell'omonima chiesetta. Seguono la Madonna del "Buon Consiglio", posta nella chiesa di San Tolomeo alle Sante Grotte, ed infine la Madonna della Salute in Cattedrale.
* [[Corpus Domini]]. Una solenne processione percorre le vie cittadine, lungo le quali gli abitanti stendono un elaborato tappeto di fiori. In questa occasione il grande "[[Basilica (araldica)|umbraculum]]"<ref>"L'umbraculum" ovvero ombrellino o anche detto padiglione, è un grande ombrello simbolo dell'autorità papale sull'intera Chiesa Cattolica ed identifica la natura di Basilica di una chiesa. È caratterizzato da gheroni rossi e gialli e da un'asta a lancia. Il suo intercedere è accompagnato dal suono di una campanella portata di solito da un bambino.</ref> simbolo della Basilica Cattedrale, viene trasportato accanto all'[[ostensorio]], mentre dalle finestre piovono petali di fiori.
== Cultura ==
;Biblioteca
Biblioteca comunale
;Musei
Museo Civico Archeologico<ref>{{Cita web|url=https://www.museociviconepi.it/|titolo=museo civico nepi}}</ref>
=== Cucina ===
* La lavorazione della carne di maiale costituisce da sempre un'attività tipica del territorio. A tal proposito vanno citati quantomeno i due [[salumi]] principali di questa tradizione: il "[[salame cotto]]"<ref>{{cita web|url=http://www.arsial.it/portalearsial/prd_tipici/Default.asp|titolo=Prodotti tipici del Lazio <!--creato automaticamente, da ricontrollare manualmente -->|lingua=|data=|accesso=|dataarchivio=29 ottobre 2007|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20071029135140/http://www.arsial.it/portalearsial/prd_tipici/Default.asp|urlmorto=sì}}</ref> e la "scapicollata".
* Notevole il [[pecorino romano]] prodotto nella zona, memore della pastorizia esercitata per secoli negli ampi spazi incolti di queste terre, caratterizzate da [[latifondi]] di proprietà in larga parte della [[Camera Apostolica]] e di pochi possidenti terrieri.
* Meritevole di un rilancio di produzione, ma oramai quasi estinta, è la "cipolla nepesina", causa tra l'altro dell'appellativo di "cipollari" ai nepesini, da parte degli abitanti dei paesi del circondario.
* Numerosi e variegati sono i dolciumi che durante l'anno caratterizzano alcune festività. Solo per citarne alcuni: i "fagottelli" natalizi, le "fave dei morti" da gustare accompagnate con la [[sambuca (liquore)|sambuca]] il giorno di [[Ognissanti]].
* Singolare è la presenza nella tradizione gastronomica locale dell'"acquacotta", tipico piatto dei pastori degli [[Appennini]], ma che qui ritroviamo per via della [[transumanza]], che annualmente faceva transitare proprio per Nepi queste genti.
=== Eventi ===
{{C|La sezione contiene descrizioni dettagliate di eventi minori e inserimenti tipo volantino pro loco non enciclopedici nei contenuti e nel linguaggio. Le tradizioni sarebbero da collocare nella sezione "Tradizioni e folclore" corredate di fonti autorevoli (quelle presenti sono autoreferenziali). Da rivedere come richiesto da [[Wikipedia:Modello di voce/Centro abitato#Eventi]].|Eventi|aprile 2017}}
* [[Palio dei Borgia]] (prime tre settimane di Giugno). Giostra dei cavalli e torneo degli arcieri, in cui le quattro contrade nepesine si sfidano per aggiudicarsi l'ambito drappo. Il corteo storico rievoca la consegna del Ducato di Nepi a [[Lucrezia Borgia]] nel [[1499]].
== Economia ==
[[File:Nepi.jpg|thumb|upright=2.7|center|Veduta aerea dell'area urbana di Nepi. In primo piano, lo sperone tufaceo su cui sorge l'insediamento, a strapiombo sulle monumentali Forre]]
{{Senza fonte|Con la caduta dello [[Stato pontificio]] e la ridistribuzione delle terre, si è assistito allo sviluppo di un'economia basata sull'agricoltura. Per decenni i mercati generali romani sono stati invasi dagli ortaggi prodotti da queste parti.
Un altro prodotto particolarmente apprezzato della città è il suo latte, esportato in tutto l'alto [[Lazio]] e a [[Roma]].}}
Di seguito la tabella storica elaborata dall'Istat a tema ''Unità locali'', intesa come numero di imprese attive, ed addetti, intesi come numero addetti delle unità locali delle imprese attive (valori medi annui).<ref name=imprese>{{Cita web |url=http://asc.istat.it/asc_BL/ |titolo=Atlante Statistico dei comuni dell'Istat |accesso=20 febbraio 2020 |dataarchivio=14 gennaio 2020 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200114110901/http://asc.istat.it/asc_BL/ |urlmorto=sì }}</ref>
{| class="wikitable"
|+
!
!2015
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!2014
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!2013
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|-
|
|Numero imprese attive
|% Provinciale Imprese attive
|% Regionale Imprese attive
|Numero addetti
|% Provinciale Addetti
|% Regionale Addetti
|Numero imprese attive
|Numero addetti
|Numero imprese attive
|Numero addetti
|-
|Nepi
|637
|2,73%
|0,14%
|{{formatnum:1693}}
|2,85%
|0,11%
|641
|{{formatnum:1679}}
|674
|{{formatnum:1703}}
|-
|Viterbo
|{{formatnum:23371}}
|
|5,13%
|{{formatnum:59399}}
|
|3,86%
|{{formatnum:23658}}
|{{formatnum:59741}}
|{{formatnum:24131}}
|{{formatnum:61493}}
|-
|Lazio
|{{formatnum:455591}}
|
|
|{{formatnum:1539359}}
|
|
|{{formatnum:457686}}
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|{{formatnum:1525471}}
|}
Nel 2015 le 637 imprese operanti nel territorio comunale, che rappresentavano il 2,73% del totale provinciale ({{formatnum:23371}} imprese attive), hanno occupato {{formatnum:1693}} addetti, il 2,85% del dato provinciale ({{formatnum:59399}} addetti); in media, ogni impresa nel 2015 ha occupato due persone (2,66).
=== Agricoltura ===
;L'acqua di Nepi
{{Senza fonte|Nepi è particolarmente famosa per la sua acqua e per il motto della stessa: ''Nepe civitas, nobilis atque potens, in cuius fertilissimis agris balnea scaturiunt salutifera'' ("La città di Nepi, nobile e potente, nei cui campi fertilissimi sgorgano acque salutifere"). L'acqua sfocia nei prati di Nepi e grazie ad essa esiste l'industria Acqua di Nepi che esporta i suoi prodotti in tutta l'[[Europa]].}}
== Infrastrutture e trasporti ==
=== Strade ===
Nepi è collegata tramite la [[Strada Provinciale]] 77 ''Castel Sant'Elia'', a [[Castel Sant'Elia]].
È collegata a [[Roma]] tramite la [[Strada statale 2 Via Cassia]]
== Amministrazione ==
Nel [[1928]], a seguito del [[riordino delle circoscrizioni provinciali]] stabilito dal regio decreto n. 1 del 2 gennaio [[1927]], per volontà del governo fascista, con cui l'anno prima era stata istituita la [[provincia di Viterbo]], Nepi passò dalla [[provincia di Roma]] a quella di Viterbo.
* Fa parte dell'[[Associazione nazionale città dell'olio]].
{{ComuniAmminPrecTitolo}}
{{ComuniAmminPrec|[[2019]]||Franco Vita|[[Lista civica]] (Noi & Voi per Nepi)|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrecFine}}
== Sport ==
Hanno sede nel comune: la società ASD Atletica Nepi.<ref>[http://www.fidal.it/mappa.php?regione=LAZ La società sul sito della Fidal (funzione cerca sulla mappa)]</ref> e la società di calcio ASD Fortitudo Nepi, fondata nel 1938, che ha disputato campionati dilettantistici regionali.
== Note ==
<references/>
== Bibliografia ==
{{C|L'elenco sembrerebbe eccessivo. Verificare che la voce sia aderente ai modelli applicabili|Lazio|febbraio 2020}}
* G. Ranghiasci, Memorie (o siano Relazioni istoriche sull'origine nome fasti e progressi dell'antichissima Città di Nepi), [[Todi]], 1845.
* M. d'Azeglio, I miei ricordi, Ed. Fiorentia, [[Firenze]], 1934.
* AA.VV., Il quattrocento a Viterbo (collana:Il quattrocento a Roma e nel [[Lazio]]), Ed. De Luca, Roma, 1983.
* E. Lucchesi, Nepi Filissano Isola Conversina Ponte Nepesino (collana: torri castelli e città del Viterbese), Ed. DGL, Roma, 1984.
* M.P.Penteriani Iacoandeli / U. Penteriani, Nepi e il suo territorio nell'[[alto Medioevo]] (476-1131), Ed. NES, Roma, 1986.
* AA.VV, Una terra non protetta-Le forre del Treja, a cura della Lega per l'ambiente di [[Civita Castellana]], Civita Castellana, maggio 1991.
* V. Fiocchi Nicolai, Santa Savinilla di Nepi (collana: [[Catacombe]] di [[Roma]] e d'[[Italia]], 4), Ed. Pontificia Commissione di Archeologia Sacra, [[Città del Vaticano]], 1992.
* AA.VV., Nepi (3295 anni di miti, leggende e storia, ambiente naturale, cultura ed arte), [[Ronciglione]], settembre 1993.
* G. Pomponi, Nepi (collana: Carivit sulle città della [[Provincia di Viterbo]]), [[Viterbo]], maggio 1998.
* AA.VV., 2 dicembre 1798-2 dicembre 1998 "...e la città ancora bruciava" (catalogo della mostra tenutasi nel Palazzo Comunale di Nepi dal 19 dicembre 1998 al 10 gennaio 1999), Boll. periodico Antiquaviva (Anno I, Num.1), Nepi, dicembre 1998.
* L. Alimelli, Nepa Nepet Nepete (Nepi una città della storia), Ed.SEI, Roma, agosto 1999.
* L.Giovagnoli, L'Anima Romanica della Cattedrale di Nepi, Quaderni di Studi e Ricerche a cura dell'Ass. Cult. Antiquaviva, (Anno II, Num.1), Nepi, aprile 2000.
* P. Antonini/Padre R.Fagioli, [[Alessandro Stradella]] "Cara e dolce Libertà" (catalogo della mostra tenutasi nel Palazzo Comunale di Nepi nel maggio 2000), Quaderni di Studi e Ricerche a cura dell'Ass. Cult. Antiquaviva, (Anno III, Num.2), Nepi, maggio 2000.
* Padre T.M. Sartori, Ven. [[Cecilia Eusepi]] (Vita-Spiritualità),Postulazione OSM, Roma 2001.
* S.Tarquini, I [[Borgia]] a Nepi, Quaderni di Studi e Ricerche a cura dell'Ass. Cult. Antiquaviva, (Anno VI, Num.3), Nepi, giugno 2003.
* Padre R. Fagioli, Appunti di Storia 5, Quaderni di Studi e Ricerche a cura dell'Ass. Cult. Antiquaviva, (Anno VI, Num.4), Nepi, agosto 2003.
* G. Buzi, William Turner in Etruria, [[Grotte di Castro]], gennaio 2004.
* AA.VV., Massimo D'Azeglio a [[Castel Sant'Elia]] - maggio 1821, a cura dell'Ass. Cult. Ipogeo, Castel Sant'Elia, 2004.
* Padre R. Fagioli, Appunti di Storia 7, Quaderni di Studi e Ricerche a cura dell'Ass. Cult. Antiquaviva, (Anno VII, Num.3), Nepi, agosto 2004.
* E. Racioppa/R. Brunetti, [[Massimo d'Azeglio]] a Nepi, [[Castel Sant'Elia]] e [[Civita Castellana]], Quaderni di Studi e Ricerche a cura dell'Ass. Cult. Antiquaviva, (Anno VII, Num.6), Nepi, ottobre 2004.
* M.C.Canestrelli, Nepi e [[Paolo III]] Farnese (Storia della Città dal 1534 al 1545), Quaderni di Studi e Ricerche a cura dell'Ass. Cult. Antiquaviva, (Anno VIII, Num.2), Nepi, novembre 2005.
* S. Francocci(a cura di), Archeologia e Storia a Nepi, I. Quaderni del Museo Civico di Nepi, Sutri, 2006.
* AA.VV., La Fortezza Borgiana (Restauro e Recupero), Nepi, 2007.
* M.C.Canestrelli/P.Antonini, Le fontane a Nepi, Quaderni di Studi e Ricerche a cura dell'Ass. Cult. Antiquaviva, (Anno X, Num.1), Nepi, febbraio 2008.
* G.Felini/S.Francocci, La Sala Nobile del Palazzo Comunale di Nepi, Roma, 2010.
== Voci correlate ==
* [[Valle del Tevere]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
{{Via Francigena}}
{{Comuni della provincia di Viterbo}}
{{Controllo di autorità}}
{{portale|Lazio}}
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[[Categoria:Città murate del Lazio]]
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