Terremoto della Marsica del 1915: differenze tra le versioni

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{{Terremoto
[[Immagine:Castello_Orsini.jpg|thumb|400px|Il castello medioevale di Avezzano prima del terremoto del 13 gennaio 1915]]
| titolo = Terremoto della Marsica del 1915
Il '''[[terremoto]] di [[Avezzano]]''' fu un drammatico [[sismologia|evento sismico]] avvenuto il [[13 gennaio]] [[1915]], che colpì l'intera area della [[Marsica]], situata nell'interno [[Abruzzo|abruzzese]].
| immagine = Avezzano aerea 1915.jpg
| didascalia = [[Avezzano]]: veduta aerea dopo il terremoto
| data = [[13 gennaio]] [[1915]]
| ora = 07:52:43<ref name="Orario INGV">Orario e dati riportati nel Parametric Catalogue of Italian Earthquakes dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia.{{cita web|url=https://emidius.mi.ingv.it/CPTI15-DBMI15/query_eq/|titolo=Parametric Catalogue of Italian Earthquakes|editore=[[Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia|INGV]]|accesso=11 gennaio 2018}}</ref>
| fuso_orario =
| magnitudo_Richter =
| magnitudo_momento = 7,0<ref name="Dati INGV">{{cita web | titolo = I terremoti del '900: il terremoto del 13 gennaio 1915 nella Piana del Fucino | url = https://ingvterremoti.wordpress.com/2014/01/13/speciale-99-anni-fa-il-terremoto-del-fucino/ | accesso =13 gennaio 2022 | editore = [[Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia|INGV]] }}</ref>
| profondità =
| distretto_sismico = Piana del Fucino
| posizione_epicentro = [[Fucino]]
| nazioni_colpite = {{ITA 1861-1946}}
| intensità = XI
| tsunami = No
| vittime = 30.519<ref name="Dati INGV"/>
|mappa_localizzazione = ITA
}}
 
Il '''[[terremoto]] della Marsica del 1915''', noto anche come '''terremoto di [[Avezzano]]''', fu un drammatico [[sismologia|evento sismico]] avvenuto il [[13 gennaio]] [[1915]] che devastò la [[Regione geografica#Tipi di regioni geografiche|regione storico-geografica]] della [[Marsica]], in [[Abruzzo]], e le aree limitrofe del contemporaneo [[Lazio]], come la [[valle del Liri]] e il [[Cicolano]], causando secondo il [[Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia|servizio sismico nazionale]] {{formatnum:30519}} morti<ref name="Dati INGV"/>. Il terremoto, classificato tra i [[Terremoti in Italia|principali sismi]] avvenuti in [[Italia]] per forza distruttiva e numero di vittime, interessò gran parte del [[Italia centrale|centro Italia]] causando danni e vittime in diverse province<ref name="ingv">{{cita web|url=http://storing.ingv.it/cfti4med/quakes/24751.html|titolo=Informazioni sul terremoto|editore=[[Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia|INGV]]|accesso=11 gennaio 2018|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171015150041/http://storing.ingv.it/cfti4med/quakes/24751.html|dataarchivio=15 ottobre 2017}}</ref><ref>{{cita|Arrasich, 1984|pp. 5-80}}.</ref>.
==Dati storici==
 
== Sismicità storica ==
Fu uno dei più catastrofici terremoti avvenuti sul territorio italiano: causò più di 29.000 vittime <ref>Fonte: sito Portale Abruzzo [http://www.portaleabruzzo.com/AlbumFotografico/Storiche/Avezzano/Il%20terremoto%20del%2013-01-1915/Avezzano%20-%20terremoto%201915.shtm]</ref> su un totale di 120.000 persone residenti nelle aree disastrate. Dopo soli sei anni dal terremoto del 1908, avvenuto alla fine dell'anno, il 28 dicembre, l'Italia tornò ad essere funestata da un altro violentissimo sisma.
{{Immagine multipla
|direzione=verticale
|immagine1=Atlas of isoseismal maps of Italian earthquakes CNR - Inventario 130 - carta geografica relativa al terremoto di Avezzano del 13 gennaio 1915.tiff
|immagine2=Atlas of isoseismal maps of Italian earthquakes CNR - Inventario 129 - note informative relative al terremoto di Avezzano del 13 gennaio 1915.tiff
|sotto=Mappa isosismica e dettagli del terremoto del 1915 - Atlas of isoseismal maps of Italian earthquakes ([[Consiglio Nazionale delle Ricerche|CNR]])
}}
 
[[File:Coseismic surface faulting.jpg|thumb|L'espressione superficiale della faglia sul [[monte Serrone]] a [[Gioia dei Marsi]]]]
Avvenne alle ore 07:48, e fu dell'XI grado della [[Scala Mercalli]] con [[epicentro]] nella conca del [[Fucino]], ma l'ondata sismica colpì anche alcune zone dell' Italia centrale al confine col [[Lazio]] e la [[Campania]], con effetti pari o superiori al VII grado [[Scala Mercalli|Mercalli]]; nei successivi mesi ci furono circa 1000 repliche.
 
Attestazioni di vario genere e indagini [[Paleosismologia|paleosismologiche]] effettuate nel territorio del [[Fucino]] rendono plausibili forti [[Terremoti in Italia nell'antichità e nel Medioevo|terremoti]] che hanno interessato i distretti sismici marsicani nel [[Tarda antichità|periodo tardo antico]], come quelli avvenuti tra la seconda metà del IV secolo e l'anno 508 d.C.<ref>{{cita|Campanelli, 2001|pp. 15-16}}.</ref><ref>Laura Saladino e Patrizia Montuori, ''Intervista su Avezzano. Storia della città in sessanta risposte'', a cura di Sergio Natalia, L'Aquila, Textus edizioni, 2023, p. 33.</ref>, e nel corso del [[Medioevo]]. Nel 1231 un sisma con epicentro a San Germano, la contemporanea [[Cassino]], causò gravi danni anche nell'area fucense-[[Valle Roveto|rovetana]], così come avvenne con il sisma del 1315 e con il [[terremoto dell'Appennino centro-meridionale del 1349]]. Altri eventi sismici di rilievo causarono danni nella [[Marsica]] e nell'intera [[provincia dell'Aquila|provincia aquilana]] negli anni [[Terremoto dell'Italia centro-meridionale del 1456|1456]], [[Terremoto dell'Aquila del 1461|1461]], [[terremoto di Sora del 1654|1654]]<ref>{{cita web|url=https://ingvterremoti.wordpress.com/2014/07/25/i-terremoti-nella-storia-il-terremoto-del-sorano-del-24-luglio-1654/|titolo=Il terremoto del Sorano del 24 luglio 1654|editore=[[Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia|INGV]]|accesso=9 novembre 2019}}</ref>, [[Terremoti in Italia nell'età moderna|1695]]<ref>{{cita web|url=https://www.ilcentro.it/l-aquila/celano-in-un-saggio-racconto-di-cinque-secoli-1.1986519|titolo=Celano in un saggio, racconto di cinque secoli|autore=Nino Motta|editore=Il Centro|data=3 agosto 2018|accesso=27 marzo 2020}}</ref>, [[Terremoto dell'Aquila del 1703|1703]], [[Terremoto della Maiella del 1706|1706]] e 1885<ref>{{cita|Arrasich, 1984|p. 14}}.</ref>.
 
Il 24 febbraio 1904 un [[Terremoto della Marsica del 1904|terremoto]] di magnitudo stimata di 5,7 con epicentro a [[Rosciolo dei Marsi]] causò gravi danni al patrimonio architettonico dell'area, non facendo tuttavia registrare alcuna vittima<ref>{{cita web|url=http://www.maglianodeimarsi.terremarsicane.it/index.php?module=CMpro&func=viewpage&pageid=30|titolo=Il terremoto del 1904|autore=Giuseppe Di Girolamo|editore=Terre Marsicane|accesso=11 gennaio 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180112043118/http://www.maglianodeimarsi.terremarsicane.it/index.php?module=CMpro&func=viewpage&pageid=30|dataarchivio=12 gennaio 2018|urlmorto=sì}}</ref>. Pochi mesi dopo, il 2 novembre dello stesso anno, un sisma di magnitudo 4,8 fu registrato nel distretto sismico fucense. La stessa magnitudo fu registrata nella Marsica Occidentale il 22 febbraio 1910 e nella Marsica Orientale il 14 aprile 1914<ref>{{cita web|url=https://www.academia.edu/35831309/I_terremoti_nella_Marsica_precedenti_il_1915_nella_documentazione_darchivio|titolo=Terremoti nella Marsica precedenti il 1915 nella documentazione d'archivio|autore=Antonio M. Socciarelli|editore=Academia.edu|accesso=12 gennaio 2019}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.portaleabruzzo.com/nav/limitrofi_T4.asp?tipo=C&id=418&incremento=30&localita=AVEZZANO|titolo=Terremoti storici vicini al Comune di Avezzano|editore=Portale d'Abruzzo|accesso=11 gennaio 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180112042610/https://www.portaleabruzzo.com/nav/limitrofi_T4.asp?tipo=C&id=418&incremento=30&localita=AVEZZANO|dataarchivio=12 gennaio 2018|urlmorto=sì}}</ref>.
 
== Dati storici ==
[[File:Piazza San Bartolomeo (Carlo SCOCCIA).jpg|thumb|Ricostruzione in [[Computer grafica 3D|3D]] di [[Collegiata di San Bartolomeo (Avezzano)|piazza San Bartolomeo]] ad Avezzano prima del sisma]]
[[File:Castello Orsini.jpg|thumb|Il castello di Avezzano prima del terremoto]]
[[File:Avezzano 13 gennaio 1915.jpg|thumb|Soccorritori al lavoro tra le macerie di Avezzano]]
 
Dopo circa sei anni dal [[terremoto di Messina del 1908|terremoto di Messina]] avvenuto il 28 dicembre 1908, pochi mesi prima dell'ingresso nella [[prima guerra mondiale]], l'[[Italia]] tornò ad essere funestata da un violentissimo sisma.
 
Esso avvenne mercoledì 13 gennaio 1915, stando ai dati ufficiali dell'[[Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia]], alle ore 07:52:43<ref name="Orario INGV"/> (mentre un [[telegramma]] informativo inviato dal comune di [[Tagliacozzo]] al [[Ministero dell'interno]] riporta le ore 07:48<ref>{{cita web|url=https://comune.avezzano.aq.it/il-terremoto/|titolo=Il terremoto|editore=Comune di Avezzano|accesso=15 agosto 2025}}</ref>). La scossa principale (''mainshock'') di origine [[tettonica]], secondo il [[Sismologia|sismologo]] Alfonso Cavasino, non fu preceduta da alcun evento premonitore (''[[Sciame sismico|foreshocks]]'') tale da creare un particolare allarme<ref name="Dati INGV"/>. La sua intensità fu pari all'XI grado della [[scala Mercalli]]; in seguito la sua [[magnitudo (geologia)|magnitudo]] fu stimata in 7,0 [[Scala di magnitudo del momento sismico|Mw]]<ref name="Dati INGV"/>. L'[[epicentro]] fu localizzato nella conca del [[Fucino]] in [[Abruzzo]], ma l'ondata sismica colpì anche altre zone dell'Italia centrale come il [[Lazio]], le [[Marche]] e parte della [[Campania]], con effetti pari o superiori al VII grado della scala Mercalli. L'[[Museo di Geofisica di Rocca di Papa|osservatorio geodinamico]] di [[Rocca di Papa]] registrò nei successivi quattro anni repliche (''aftershocks'') di varia intensità, di cui circa 1.300 nei primi sei mesi successivi all'evento principale<ref name="Dati INGV"/>.
 
La scossa fu avvertita dalla [[Pianura Padana]] alla [[Basilicata]], mentre a [[Roma]] i suoi effetti furono classificati tra il VI ed il VII grado della scala Mercalli<ref>{{cita web|url=http://www.pereto.info/images/manifestazioni/terremoto-1915-2009/documentazione/Castenetto.pdf|titolo=Abruzzo: ancora terremoti! Riflessioni sulla prevenzione del rischio sismico in Italia dopo l'evento del 6 aprile 2009|autore=Sergio Castenetto|editore=Pereto.info|accesso=11 gennaio 2018|dataarchivio=4 marzo 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160304190241/http://www.pereto.info/images/manifestazioni/terremoto-1915-2009/documentazione/Castenetto.pdf|urlmorto=sì}}</ref><ref>Boncio P, Galadini F, Visini F, Pace B, Lavecchia G. ''Evidenze di tettonica distensiva attiva e sismogenetica in Appennino centrale'' [[Società geologica italiana|SGI]] 83.ma riunione, 2006.</ref>.
Il sisma del 1915, per forza distruttiva e numero di vittime, è classificato tra i principali [[Terremoti in Italia nel XX secolo|terremoti]] avvenuti in territorio italiano. Nel computo dell'[[Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia]] le vittime furono 30.519, di cui oltre 10.000 nella sola città di [[Avezzano]]. Oltre al capoluogo del [[Circondario di Avezzano|circondario marsicano]] i cosiddetti "quattro undicesimi della scala Mercalli" furono rilevati a [[Cappelle dei Marsi]], [[Gioia dei Marsi]] e [[San Benedetto dei Marsi]], località dove la distruzione fu pressoché totale<ref name="ingvradici">{{cita web|url=https://ingvterremoti.wordpress.com/2015/03/16/le-radici-spezzate-marsica-1915-2015/|titolo=Le Radici Spezzate, Marsica 1915–2015|editore=[[Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia|INGV]]|curatore=Fabrizio Galadini|curatore2=Giuliano Milana|data=16 gennaio 2015|accesso=4 gennaio 2019}}</ref>.
Le vittime furono quasi 30.000, i feriti e i senza tetto decine di migliaia. Questo terremoto fu uno dei più disastrosi della storia italiana. La scossa fu avvertita anche a [[Roma]], producendo lievi danni ad alcuni palazzi, ma, nonostante ciò, si tardò e molto a comprendere la vastità dell’area coinvolta e la drammaticità delle conseguenze: l’allarme non fu sufficiente ad avviare con rapidità i soccorsi.
 
La scossa fu avvertita anche nella capitale, producendo danni ad alcuni edifici, nonostante ciò il [[Governo Salandra II|governo Salandra]] tardò molto a comprendere la vastità dell'area coinvolta e la gravità delle conseguenze: l'allarme in tutta la sua drammaticità fu lanciato ben dodici ore dopo la scossa principale con i [[Telegrafo|lenti mezzi di comunicazione]] dell'epoca<ref name="Vespa">{{cita|Vespa, Panecaldo, 1984}}.</ref> dal comune di [[Sante Marie]]<ref>{{cita web|url=http://www.abruzzoweb.it/contenuti/terremoto-avezzano-cento-anni-/561045-4/|titolo=Avezzano: i cento anni dal terremoto|autore=Elisa Marulli|editore=Abruzzo Web|data=15 gennaio 2015|accesso=8 gennaio 2019|dataarchivio=16 ottobre 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20181016164933/http://www.abruzzoweb.it/contenuti/terremoto-avezzano-cento-anni-/561045-4/|urlmorto=sì}}</ref>. I primi inadeguati soccorsi giunsero nelle aree colpite solo all'alba del giorno successivo<ref>{{cita web|url=http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Terremoto-un-secolo-fa-il-sisma-che-devasta-la-Marsica-f3d65574-f2ac-4ccb-a724-48ab5ff93242.html|titolo=Terremoto, un secolo fa il sisma che devastò la Marsica|editore=[[Rai]]|data=12 gennaio 2015|accesso=11 gennaio 2018}}</ref>.
Prima del sisma Avezzano era una cittadina di circa tredicimila abitanti; il prosciugamento del lago Fucino faceva sentire i primi influssi sull’economia dell’area, non solo nell’agricoltura ma anche nel settore terziario.
I soccorsi ufficiali, avviati dal [[Genio militare]], furono coordinati ad Avezzano dal [[Sindaci di Avezzano|Commissario Regio]], Secondo Dezza<ref>{{cita|Arrasich, 1984|p. 15}}.</ref>.
 
Avezzano, situata nell'area epicentrale, fu quasi completamente rasa al suolo: le vittime furono oltre 10.000 su un totale di circa 13.000 abitanti. Tra queste anche il [[Sindaci di Avezzano|sindaco]] Bartolomeo Giffi e altre autorità locali come il [[Prefetto|sottoprefetto]] De Petris e il delegato di [[pubblica sicurezza]] Angelo Di Salvia<ref>{{cita web|url=https://www.corriere.it/opinioni/20_dicembre_22/umana-preghiera-noi-tutti-d077f66e-4426-11eb-850e-8c688b971ab0.shtml|titolo=Umana preghiera per noi tutti|autore=[[Franco Arminio]]|editore=[[Corriere della Sera]]|data=22 dicembre 2020|accesso=22 dicembre 2020}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.chieracostui.com/costui/docs/search/schedaoltre.asp?ID=32633|titolo=Vittime terremoto. 13 gennaio 1915|accesso=12 gennaio 2024}}</ref>. I pochi sopravvissuti, in gran parte feriti, rimasero senza un tetto per giorni, poiché tutti gli edifici erano crollati su sé stessi, comprese le scuole, le chiese e il [[Castello Orsini-Colonna|castello]]. Restò in piedi, intatta, solo la casa del cementista [[Bologna|bolognese]] Cesare Palazzi, come testimonia anche una targa commemorativa con su scritto ''"Unica casa che ha resistito al terremoto del 13-1-1915"''<ref>{{cita web|url=http://www.ilcentro.it/pescara/quella-sola-abitazione-rimasta-ad-avezzano-1.31715|titolo=Quella sola abitazione rimasta ad Avezzano|autore=Roberto Raschiatore|editore=[[il Centro]]|data=25 febbraio 2017|accesso=11 gennaio 2018}}</ref>.
Il terremoto non colpì solo Avezzano, ma anche tutti i paesi dell’area fucense, i paesi della [[Valle Roveto]] e della media Valle del Liri. [[Avezzano]] venne completamente rasa al suolo, le vittime furono tantissime, più di 10.700 su un totale di 11.000 abitanti, e i pochissimi sopravvissuti (in gran parte feriti) rimasero senza tetto poiché tutti gli edifici crollarono su se stessi tranne uno, al quale è stata applicata targa commemorativa di quella terribile vicenda. Il terremoto isolò completamente la zona e la notizia del disastro fu segnalata solamente nel tardo pomeriggio; i soccorsi, partiti la sera tarda del 13 arrivarono solamente il giorno dopo a causa dell'impraticabilità delle strade causata da frane e macerie.
 
Il sisma isolò completamente la zona e i soccorritori, partiti la sera inoltrata del 13 gennaio, arrivarono il giorno dopo anche a causa dell'impraticabilità di [[Ferrovia Roma-Sulmona-Pescara|ferrovia]] e strade causata da frane e macerie<ref>{{cita web|url=http://www.iltempo.it/cronache/2015/01/13/news/centanni-di-terremoto-965286/|titolo=Cent'anni di terremoto|editore=[[Il Tempo]]|data=13 gennaio 2015|accesso=12 gennaio 2018}}</ref>.
Più di 9000 uomini, fra militari, enti e civili vennero impegnati per i soccorsi, il trasporti dei feriti agli ospedali e la distribuzione dei viveri. A coloro che si distinsero maggiormente fra i soccorritori, venne concessa una medaglia di benemerenza.
 
In Abruzzo, oltre all'area [[Fucino|fucense]] e [[valle Roveto|rovetana]], risultarono isolate e gravemente danneggiate anche le valli dell'[[valle dell'Aterno|Aterno]] e del [[Valle del Tirino|Tirino]]. Nel mandamento di Borgocollefegato, la contemporanea [[Borgorose]], e a [[Sora (Italia)|Sora]] si registrarono centinaia di vittime e ingenti danni al patrimonio architettonico, al pari di molti centri del [[Cicolano]], della [[valle del Velino]] e della [[valle del Liri]]. Più di 9.000 uomini, fra militari e civili, furono impegnati in soccorsi, trasporto dei feriti negli ospedali e distribuzione dei viveri. A coloro che si distinsero maggiormente fra i soccorritori fu, in seguito, concessa una [[Medaglia di benemerenza per il terremoto di Avezzano del 1915|medaglia di benemerenza]] dal [[Savoia-Genova|duca di Genova]] [[Tommaso di Savoia-Genova|Tommaso di Savoia]], che venne nominato Luogotenente Generale del Regno da [[Vittorio Emanuele III di Savoia|Vittorio Emanuele III]].
L’evento sismico mise in evidenza la non preparazione dello Stato. [[Erminio Sipari]], deputato del collegio di [[Pescina]], portò la protesta di quelle vittime che probabilmente si sarebbero potute salvare.
Nell’autunno del 1914 era, inoltre, iniziata la [[prima guerra mondiale|guerra]] e ciò influì pesantemente sull’utilizzo e, soprattutto, sulla permanenza della truppa nella regione colpita. Tra le emergenze del [[terremoto]] ci fu il problema degli orfani: la gran parte di loro fu affidata all’Opera Nazionale di Patronato “Regina Elena” ed accolti presso Istituti, grazie al lavoro instancabile del prelato [[Don Orione]], al quale fu affidata la responsabilità di restituire i bambini orfani ai parenti ancora in vita.
 
L'evento sismico mise in evidenza l'impreparazione e, in parte, l'impotenza dello Stato italiano. [[Erminio Sipari]], deputato del collegio di [[Pescina]], portò al governo la protesta per quelle vittime che in caso di soccorsi tempestivi probabilmente si sarebbero potute evitare<ref>{{cita web|url=http://storia.camera.it/regno/lavori/leg24/sed164.pdf|titolo=Atti parlamentari (n.7539) - Legislatura XXIV - Camera dei Deputati|editore=Camera dei Deputati|accesso=}}</ref> e da subito chiese l'assegnazione di fondi per la ricostruzione della Marsica<ref>{{cita web|url=http://storia.camera.it/regno/lavori/leg25/sed052.pdf|titolo=Atti parlamentari (n.3098) - Legislatura XXV - Camera dei Deputati|editore=Camera dei Deputati|accesso=}}</ref><ref>{{cita web|url=http://storia.camera.it/regno/lavori/leg25/sed079.pdf|titolo=Atti parlamentari (n.4641) - Legislatura XXV - Camera dei Deputati|editore=Camera dei Deputati|accesso=}}</ref><ref>{{cita web|url=http://storia.camera.it/regno/lavori/leg27/sed166.pdf|titolo=Atti parlamentari (n.6584) - Legislatura XXVII - Camera dei Deputati|editore=Camera dei Deputati|accesso=}}</ref>.
Il terremoto del 1915 interessò un settore della catena appenninica fino ad allora caratterizzato da una sismicità poco significativa. Il sospetto che il terremoto fosse stato causato dal prosciugamento del [[Lago del Fucino]] non è mai stato indagato a fondo. Alcuni geologi attribuirono la causa del terremoto allo slittamento di una [[faglia]].
[[File:1915 terremoto di Avezzano e guerra.jpg|thumb|[[Vignetta]] di [[Giuseppe Scalarini]] sulla doppia distruzione di terremoto e guerra]]
Ad Avezzano una sola casa rispettava i criteri di costruzione antisismici (fu l'unica a restare in piedi) ed inoltre l'economia legata al prosciugamento del lago aveva favorito una diffusa speculazione edilizia, dove la maggior parte delle abitazioni veniva costruita velocemente e con materiali inappropriati. E dunque anche questa fu una delle cause che contribuì ad aumentare le proporzioni del disastro.
 
Tra le emergenze del terremoto ci fu il problema degli orfani: la gran parte di loro fu affidata all'Opera Nazionale di Patronato "[[Elena del Montenegro|Regina Elena]]" ed accolta presso alcuni istituti, grazie alla volontà e al lavoro del prelato [[Luigi Orione|don Orione]] che ebbe la responsabilità di restituire i bambini orfani ai parenti ancora in vita.
Nella città di Avezzano il sisma provocò la morte di circa 10.000 persone; i danni agli edifici furono così gravi da consentire il recupero solo di poche abitazioni.
Una delle urgenze più incombenti fu rappresentata dalla raccolta, dal trasporto e dal seppellimento dei cadaveri che, onde evitare epidemie, avvenne perlopiù in fosse comuni<ref>{{cita web|url=http://www.avvenire.it/Cultura/Pagine/MARSICA-.aspx|titolo=Marsica, cent'anni fa il tremuoto|autore=Giovanni D'Alessandro|editore=[[Avvenire]]|data=10 gennaio 2015|accesso=12 gennaio 2021}}</ref>.
Avezzano perse i suoi monumenti importanti: il Castello Orsini e la cattedrale di S. Bartolomeo.
Per assistere od ospitare i terremotati furono realizzate delle strutture conosciute come "Casette Asismiche", che sono visibili ancora oggi.
Col passare degli anni sono state trasformate in case, stalle o rifugi ed insieme ai pochi ruderi ancora visibili del terremoto, rappresentano la memoria storica e tangibile dell’evento.
 
Quattro mesi dopo il sisma, per l'[[Radioso maggio|ingresso in guerra dell'Italia]], i militari furono richiamati in anticipo verso il [[Fronte italiano (1915-1918)|fronte]] [[Friuli|friulano]]. Nonostante la gravità della situazione, i giovani marsicani furono richiamati al servizio militare e costretti a partecipare al [[Prima guerra mondiale|conflitto mondiale in corso]]; di questi, oltre 2.000 persero la vita lungo l'[[Isonzo]] e sul [[Carso]]<ref>{{cita web|url=http://www.terremarsicane.it/il-massacro-dei-fanti-contadini-marsicani-nella-prima-guerra-mondiale-1915-1918/|titolo=Il massacro dei fanti contadini marsicani nella prima guerra mondiale (1915-1918)|autore=Fulvio D'Amore|editore=Terre Marsicane|data=13 ottobre 2014|accesso=12 gennaio 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20181017003233/https://www.terremarsicane.it/il-massacro-dei-fanti-contadini-marsicani-nella-prima-guerra-mondiale-1915-1918/|dataarchivio=17 ottobre 2018|urlmorto=sì}}</ref>.
==Comuni interessati==
La maggior parte delle vittime si concentrò nell'area fucense e nei centri maggiori. <ref>Fonte: sito comune di avezzano [http://www.comune.avezzano.aq.it/index.php?id_sezione=214]</ref>
 
Prima del sisma, Avezzano era una città in forte espansione demografica; il prosciugamento del lago Fucino faceva sentire i primi influssi sull'economia dell'area, non solo nell'agricoltura ma anche nel settore terziario<ref name="Vespa"/>.
*[[Avezzano]], 10.719 vittime
*[[Pescina]], 5.000 vittime circa
*[[Sora]], 5.000 vittime circa
*[[Gioia dei Marsi]], 3.500 vittime circa
*[[Collarmele]], 847 vittime
*[[Magliano de' Marsi]], 700 vittime circa
*[[Cese]], 700 vittime circa
*[[Celano]], 658 vittime
*[[Lecce nei Marsi]], 537 vittime
*Aschi - [[Ortona dei Marsi]], 400 vittime circa
*[[Aielli]]
*[[Massa d'Albe]]
*[[Capistrello]]
*Carrito - [[Ortona dei Marsi]]
*[[Castellafiume]]
*[[Castelnuovo di Farfa|Castelnuovo]]
*[[Cerchio (AQ)]]
*[[Collelongo]]
*[[Luco dei Marsi]]
 
Con il terremoto del 1915 crollarono edifici e monumenti come il [[castello Orsini-Colonna]], la [[Collegiata di San Bartolomeo (Avezzano)|collegiata di San Bartolomeo]], il teatro Ruggeri, il [[Palazzo Torlonia (Avezzano)|palazzo Torlonia]] e la regia scuola normale e complementare femminile "[[Maria Clotilde di Savoia]]".
==Note==
 
Per ospitare i terremotati furono realizzate nei mesi successivi delle strutture conosciute come "casette asismiche", in parte ancora esistenti, che rappresentano in qualche modo la memoria storica e tangibile dell'evento.
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<references/>
</div>
 
In seguito alla tragedia al governo italiano giunse la solidarietà dei paesi europei inclusa addirittura l'[[Austria]], successivamente nemica sul fronte della prima guerra mondiale, i cui rappresentanti inviarono un messaggio ufficiale di solidarietà al ministro degli affari esteri, [[Sidney Sonnino]], in una fase antecedente all'intervento militare italiano<ref>{{cita|Arrasich, 1984|p. 12}}.</ref>. Numerosi furono i gesti solidali come l'arrivo nelle zone disastrate dell'allora re d'Italia [[Vittorio Emanuele III]] e di personaggi illustri come [[Guglielmo Marconi]] e [[Gaetano Salvemini]], le preghiere di [[papa Benedetto XV]], l'aiuto alle migliaia di orfani di don [[Luigi Orione]], san [[Luigi Guanella]] e dell'allora [[Diocesi di Avezzano|vescovo dei Marsi]], Pio Marcello Bagnoli, i soccorsi del patriota [[Nazario Sauro]] e dei compagni [[Irredentismo#Irredentismo italiano|irredentisti]]. Molti furono gli intellettuali del tempo a richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica verso la tragedia; tra questi figurano [[Ignazio Silone]], [[Benedetto Croce]] e [[Gabriele D'Annunzio]]<ref>{{cita web|url=https://emergenze.protezionecivile.gov.it/it/sismiche/terremoto-di-avezzano-1915|titolo=Terremoto Avezzano 1915|editore=[[Dipartimento della protezione civile]]|accesso=28 novembre 2021|dataarchivio=28 novembre 2021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20211128090659/https://emergenze.protezionecivile.gov.it/it/sismiche/terremoto-di-avezzano-1915/|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.terremarsicane.it/13-gennaio-1915-ore-7-52/|titolo=13 gennaio 1915, ore 7.52|autore=Roberta De Santi|editore=Terre Marsicane|data=10 gennaio 2018|accesso=12 gennaio 2018}}</ref>. Numerose amministrazioni comunali di tutta Italia si adoperarono con le raccolte di fondi per fronteggiare l'emergenza<ref>{{cita web|url=http://www.marsicalive.it/?p=108736|titolo=Il volontariato ai tempi del terremoto del 1915|autore=Raffaello Di Domenico|editore=Marsica Live|accesso=31 ottobre 2016}}</ref><ref>{{cita|Arrasich, 1984|pp. 13-38}}.</ref>.
== Collegamenti esterni ==
 
=== Geologia e aspetti sismotettonici ===
[[File:Ruderi Sperone Vecchio.jpg|thumb|[[Sperone (Gioia dei Marsi)|Sperone]] di [[Gioia dei Marsi]] a cavallo della [[scarpata]] di [[faglia]] del [[monte Serrone]]]]
[[File:FratturaVecchia.jpg|thumb|L'abitato quasi del tutto distrutto di [[Frattura (Scanno)|Frattura Vecchia]], situato sul corpo di frana del gruppo montuoso del [[Monte Genzana|Genzana]] che ha generato il [[lago di Scanno]]]]
 
Il territorio abruzzese è caratterizzato da una notevole attività sismica, legata prevalentemente a processi di distensione crostale. Il campo deformativo [[Pliocene|plio]]-[[quaternario]] risulta attivo.
*[http://www.portaleabruzzo.com/ PortaleAbruzzo.com] Sito del portale d'Abruzzo
Il Fucino è un'ampia depressione tettonica circondata da [[Faglia|faglie]] normali e transtensive attive nel Pliocene superiore-Quaternario. È presente anche una fase deformativa compressiva tardo [[messiniano]]-pliocenica inferiore schematicamente attribuita a quattro principali unità, a direzione grossolanamente nord-nordovest/sud-sudest, convergenti a levante: "Costa Grande-[[Monte Salviano|Monte d'Aria]]", "Monte Cefalone-[[Monti della Magnola]]", "[[Altopiano delle Rocche]]-[[Gole di Celano]]" e "[[Monte Sirente]]". Queste strutture compressive deformano sottostanti strati [[mesozoico]]-[[Cenozoico|terziarie]] appartenenti a due domini deposizionali.
*[http://www.comune.avezzano.aq.it comune.avezzano.aq.it] Sito dell'amministrazione comunale contenente molte informazioni dettagliate sul terremoto
 
*[http://www.publiweb.it/azweb/terremot.htm Publiweb.it] questa sezione del sito contiene molte immagini storiche del terremoto
Il primo raggruppa una sedimentazione persistente di piattaforma annegata nel [[Miocene]] e il secondo delle aree annegate nel [[Mesozoico]] con [[sedimentazione]] persistente di scarpata e di bacino, quest'ultima immediatamente a nordest del Fucino. In corrispondenza del primo dominio poggiano le calcareniti a [[briozoi]] del [[Langhiano]]-[[Tortoniano]], mentre vi è una lacuna tra il [[Cretacico superiore]] e la fine del Miocene inferiore. Nel secondo dominio invece vi è una maggior continuità fino al Miocene medio. Questa discrepanza potrebbe essersi creata in concomitanza della fase disgiuntiva legata al [[rift]]ing [[Giurassico inferiore|liassico]] che si è mantenuta fino al Miocene medio.
*[http://www.terremarsicane.it/index.php?module=CMpro&func=viewpage&pageid=204 TerreMarsicane]
 
Affiorano così depositi continentali eluvio-colluviali attribuibili al Plio-[[Pleistocene]] e, in particolare in corrispondenza dell'antico fondo lacustre caratterizzato da sedimenti [[limo]]si, all'[[Olocene]].
 
L'evoluzione [[quaternario|quaternaria]] del bacino è legata all'attività di due principali faglie, una in direzione nordovest-sudest e immersione occidentale, tangente l'ex lago a sudest, e l'altra, tangente a nord, in direzione ovest-sudovest/est-nordest e immersione meridionale.
 
Si formarono scarpate di faglia ([[fagliazione]] principalmente olocenica), spaccature del terreno, vulcanelli di fango, frane, variazioni della topografia e cambiamenti chimico-fisici delle acque<ref>{{cita|Oddone, 1915}}.</ref><ref>{{cita|Campanelli, 2001|pp. 12-16}}.</ref>.
 
== Stima delle vittime ==
[[File:Pescina terremoto.jpg|thumb|Veduta di [[Pescina]] dopo il sisma]]
 
{{Citazione|I soffitti s'aprivano. In mezzo alla nebbia si vedevano ragazzi che, senza dire una parola, si dirigevano verso le finestre. Tutto è durato venti secondi, al massimo trenta. Quando la nebbia di gesso si è dissipata, c'era davanti a noi un mondo nuovo…|[[Ignazio Silone]]<ref>{{cita web|url=http://download.repubblica.it/pdf/domenica/2015/18012015.pdf|titolo=Il terremoto dimenticato|autore=[[Paolo Rumiz]]|editore=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=18 gennaio 2015|pagina=38|accesso=11 gennaio 2018}}</ref>}}
 
Il terremoto marsicano ebbe indubbiamente un grosso impatto sulla dinamica demografica di molte località dell'area epicentrale. Secondo i dati ufficiali, sovente in disaccordo con quelli riportati dalle documentazioni prodotte dalle autorità locali, [[Avezzano]] e il borgo di [[Cese dei Marsi|Cese]] persero oltre l'80% della propria popolazione (10.700 morti), [[Gioia dei Marsi]] il 78%, [[Albe (Massa d'Albe)|Albe]] il 72%, [[Ortucchio]] e [[Pescina]] il 47%<ref name="Dati INGV"/>. Le statistiche ufficiali dell'[[Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia]] fanno ammontare il numero totale dei decessi causati dal terremoto a 30.519; si tratta di una stima che non tiene conto delle persone morte in seguito alle gravi ferite. Il [[Sismologia|sismologo]] Alfonso Cavasino calcolò che nelle aree colpite dell'[[Italia centrale]] le vittime furono in totale 32.610<ref>Alfonso Cavasino, ''Danni nella Marsica, all'Aquila, nell'Umbria e nel Lazio'', in Radar Abruzzo, anno XX, nn. 1-2, marzo-aprile 1991, pp. 24-25.</ref>. La maggior parte delle vittime si concentrò nell'area della piana del [[Fucino]] e nei centri della [[valle Roveto]]<ref name="ingv"/>.
 
== Aree danneggiate ==
Numerosi furono i borghi e i monumenti gravemente danneggiati dal sisma<ref name="ingv"/>.
[[File:Commemorazione terremoto Marsica 2018.jpg|thumb|Il memoriale sul [[monte Salviano]]]]
[[File:San Benedetto dei Marsi facciata Santa Sabina.jpg|thumb|Facciata dell'ex [[Chiesa di Santa Sabina (San Benedetto dei Marsi)|cattedrale di Santa Sabina]] a [[San Benedetto dei Marsi]]]]
[[File:Gioia Vecchio.jpg|thumb|[[Gioia dei Marsi|Gioia Vecchio]] prima del terremoto]]
 
Nella Marsica il borgo antico di [[Aielli]] subì gravi danni al patrimonio architettonico, in particolare alla [[Torre di Aielli|torre medievale]] e alla [[Chiesa della Santissima Trinità (Aielli)|chiesa della Santissima Trinità]].
 
[[Avezzano]] perse il nucleo urbano, raso al suolo insieme alla [[Collegiata di San Bartolomeo (Avezzano)|collegiata di San Bartolomeo]], all'ex [[Monastero di Santa Caterina (Avezzano)|monastero di Santa Caterina]], alle chiese di [[Chiesa di San Giovanni Decollato (Avezzano)|San Francesco (San Giovanni)]], [[Chiesa di San Rocco (Avezzano)|San Rocco]], [[Chiesa di Santa Maria in Vico|Santa Maria in Vico]], [[Chiesa di San Nicola (Avezzano)|San Nicola]], alle numerose cappelle e alla statua della Madonna dell'[[Incile del Fucino|Incile]]. Crollarono il teatro Ruggeri, la [[Stazione di Avezzano|stazione ferroviaria]], il convitto femminile, la caserma dei [[Arma dei Carabinieri|Carabinieri Reali]] e altri edifici pubblici e privati. Del [[castello Orsini-Colonna]] rimase in piedi soltanto il piano terra con i monconi laterali, così come avvenne al [[Palazzo Torlonia (Avezzano)|palazzo Torlonia]]. Il [[santuario della Madonna di Pietraquaria]] subì gravi lesioni.
Andarono quasi completamente distrutti i borghi limitrofi di [[Antrosano]], [[Castelnuovo (Avezzano)|Castelnuovo]], [[Cese dei Marsi|Cese]], [[Paterno (Avezzano)|Paterno]] e [[San Pelino (Avezzano)|San Pelino]].
 
Quasi completamente distrutto risultò il borgo vecchio di [[Balsorano]]. Crollarono, oltre a tanti altri edifici, le chiese della Santissima Trinità e di Maria Santissima del Loreto e riportò gravi danni il [[Castello Piccolomini (Balsorano)|castello Piccolomini]].
 
[[Capistrello]] perse palazzi storici e chiese antiche. Subi gravi danni l'officina idroelettrica dei [[Torlonia]]. A [[Bisegna]] e [[Cappadocia (Italia)|Cappadocia]] crollarono molti edifici e chiese come pure nei borghi di [[San Sebastiano dei Marsi|San Sebastiano]], [[Petrella Liri]] e [[Verrecchie]].
 
A [[Carsoli]] il [[Castello di Carsoli|castello di Sant'Angelo]], già in rovina, subì ulteriori danni. Fu lesionata l'antica [[chiesa di Santa Maria in Cellis]], mentre nella frazione di [[Pietrasecca]] crollò la chiesa di Santo Stefano. A [[Castel di Ieri]] il sisma lesionò la torre medievale e la chiesa parrocchiale. Danni gravi subirono i borghi antichi di [[Castellafiume]] e [[Pagliara dei Marsi]].
 
[[File:Lecce nei Marsi torre.jpg|thumb|Torre campanaria di San Martino in Agne a [[Lecce nei Marsi]]]]
 
Il patrimonio architettonico di [[Celano]] subì ampiamente gli effetti della scossa, in particolare il [[Castello Piccolomini (Celano)|castello Piccolomini]] che subì diversi crolli, i palazzi nobiliari e le chiese, come quella di [[Chiesa di Santa Maria delle Grazie (Celano)|Santa Maria delle Grazie]], furono gravemente danneggiati.
 
Il vecchio centro storico di [[Cerchio (Italia)|Cerchio]] subì gravi danni, la chiesa dei Santi Giovanni e Paolo crollò su se stessa, quella della [[Chiesa di Santa Maria delle Grazie (Cerchio)|Madonna delle Grazie]] subì danni ingenti.
 
Flagellati i paesi di [[Canistro]], [[Civita d'Antino]] e [[Civitella Roveto]], raso al suolo il borgo di [[Meta (Civitella Roveto)|Meta]].
 
A [[Cocullo]] crollarono i resti del castello Piccolomini, rimase in piedi solo la torre che venne successivamente inglobata nella chiesa di San Nicola.
Fu quasi completamente distrutta anche [[Collarmele]] che perse il borgo originario, le chiese e parte della torre medievale.
 
Crollò parzialmente la torre baronale di [[Collelongo]]. Rasi al suolo i paesi di [[Gioia dei Marsi|Gioia-Manaforno]], Gioia Vecchio e [[Sperone (Gioia dei Marsi)|Sperone]] la cui torre, gravemente lesionata, rimase per giorni in bilico fino alla successiva messa in sicurezza. A [[Lecce nei Marsi]] i centri già in rovina di Lecce Vecchio, Sierri e Buccella si accartocciarono. Furono quasi del tutto distrutti i centri di Castelluccio, Taroti e Vallemora. Della chiesa di San Martino in Agne rimase in piedi solo il campanile.
 
A [[Luco dei Marsi]] crollò la torre medievale e subì gravissimi danni la [[Chiesa di Santa Maria delle Grazie (Luco dei Marsi)|chiesa di Santa Maria delle Grazie]] con l'annesso monastero. Il paese di [[Magliano de' Marsi]] fu sconquassato, subì gravissimi danni la [[Chiesa di Santa Lucia (Magliano de' Marsi)|chiesa di Santa Lucia]].
Devastate le frazioni di [[Marano dei Marsi|Marano]] e [[Rosciolo dei Marsi|Rosciolo]] dove fu gravemente lesionata la romanica [[chiesa di Santa Maria in Valle Porclaneta]].
[[File:San Giovanni Valle Roveto borgo vecchio2.jpg|thumb|Il borgo vecchio di [[San Giovanni Valle Roveto]]]]
[[File:Morino vecchio smb bandiera.jpg|thumb|I ruderi di [[Morino]] Vecchio]]
 
Rasi al suolo Corona di [[Massa d'Albe]], il borgo medievale di [[Albe (Massa d'Albe)|Albe]] e il paese di [[Forme]]. Ad Albe soprattutto i danni furono irrimediabili, gravemente danneggiate la [[Chiesa di San Pietro (Massa d'Albe)|chiesa antica di San Pietro]] ad [[Alba Fucens]] e la [[Castello Orsini (Massa d'Albe)|rocca Orsini]].
 
Fu completamente distrutto il borgo primordiale di [[Morino]], gravi danni si registrarono a [[Rendinara]]. Fu danneggiato anche il borgo di [[Opi (Italia)|Opi]].
 
Ad [[Ortona dei Marsi]] ci furono danni gravi ma non irrimediabili, in particolare alla [[Collegiata di San Giovanni Battista (Ortona dei Marsi)|collegiata di San Giovanni Battista]] e al [[Castello di Ortona dei Marsi|castello]] già in decadenza. Furono invece flagellati i borghi di [[Aschi]] e [[Carrito]].
 
Ad [[Ortucchio]] crollò il tetto della romanica [[Santuario di Sant'Orante|chiesa di Sant'Orante]] e subì gravi danni il [[Castello Piccolomini (Ortucchio)|castello Piccolomini]].
Fu lesionato il [[Castello di Pereto|castello medievale]] di [[Pereto]]. Rilevanti lesioni ci furono anche nella [[chiesa dei Santi Pietro e Paolo (Pescasseroli)|chiesa dei Santi Pietro e Paolo]] a [[Pescasseroli]].
 
A [[Pescina]] crollarono gli edifici del borgo antico. Danni gravi anche alla [[Concattedrale di Santa Maria delle Grazie|cattedrale di Santa Maria delle Grazie]], alle chiese di [[Chiesa di San Berardo|San Berardo]] e [[Chiesa di Sant'Antonio (Pescina)|Sant'Antonio]]. Crollarono ampie porzioni del [[torre Piccolomini|castello Piccolomini]] e della [[Casa museo Mazzarino|casa]] del [[Cardinal Mazzarino]]. La parte alta del borgo di [[Venere dei Marsi|Venere]] andò persa unitamente alle antiche chiese, si salvò solo parzialmente una delle torri di avvistamento medievale. A [[Rocca di Cambio]] si verificarono lesioni all'[[abbazia di Santa Lucia]].
 
[[San Benedetto dei Marsi]] fu rasa al suolo, della vecchia [[Chiesa di Santa Sabina (San Benedetto dei Marsi)|cattedrale di Santa Sabina]] rimase in piedi soltanto la facciata. Danneggiate gravemente alcune frazioni della Marsica occidentale e il borgo di [[Sante Marie]].
 
Sconquassati i vecchi borghi di [[San Vincenzo Valle Roveto|San Vincenzo]] e [[San Giovanni Valle Roveto]]. Gravi danni subirono il [[Castello Piccolomini (Morrea)|castello Piccolomini]] e il borgo di [[Morrea]].
 
A [[Scanno]] ci furono lievi lesioni al borgo medievale mentre fu quasi totalmente distrutto il borgo vecchio di [[Frattura (Scanno)|Frattura]]. A [[Scurcola Marsicana]] gravi danni al paese e alla [[rocca Orsini]]. Raso al suolo il borgo di [[Cappelle dei Marsi]].
 
Non si verificarono danni irreparabili a [[Tagliacozzo]], mentre gravi danni si registrarono nelle sue frazioni situate sui bordi orientali dei [[piani Palentini]]. A [[Tione degli Abruzzi]] distrutto il borgo di Goriano Valli, solo la torre medievale rimase in piedi.
 
Gravi danni ci furono a [[Trasacco]] in particolare alla [[Basilica dei Santi Cesidio e Rufino|chiesa di San Cesidio]] e alla [[torre Febonio]]. Subì danni rilevanti il borgo di [[Villavallelonga]].
 
Ci furono crolli e numerosi danni nei comuni dell'[[altopiano delle Rocche]] e nelle valli dell'[[Valle dell'Aterno|Aterno]], [[Valle Subequana|Subequana]] e del [[Valle del Tirino|Tirino]].
 
Al[[l'Aquila]], dove il sisma causò 6 vittime ed una trentina di feriti, si registrarono il crollo di parte della facciata della [[basilica di Santa Maria di Collemaggio]], il collasso di alcune volte dell'ospedale oltre a numerosi altri danni localizzati nei palazzi del centro storico<ref>{{cita news|autore=Maurilio Di Giangregorio|url=http://www.ilcentro.it/l-aquila/terremoto-1915-vittime-anche-all-aquila-1.1563210|titolo=Terremoto 1915, vittime anche all'Aquila|editore=[[il Centro]]|data=14 gennaio 2015}}</ref>.
 
Danni si registrarono anche in alcuni edifici pubblici, palazzi e chiese di [[Roma]]<ref>{{cita web|url=http://roma.repubblica.it/cronaca/2016/10/31/news/roma_e_il_terremoto_una_storia_lunga_2_millenni-151023259/|titolo=Roma e il terremoto: una storia lunga due millenni|autore=Luigi Gaetani|editore=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=31 ottobre 2016|accesso=12 gennaio 2018}}</ref>.
 
Furono gravemente danneggiati anche molti centri [[Lazio|laziali]] e della [[valle del Liri]] come [[Arpino]], [[Castelliri]], [[Isola del Liri|Isola]], [[Sora (Italia)|Sora]] e [[Veroli]], della [[valle del Salto]] e del [[Cicolano]], all'epoca appartenenti all'Abruzzo, e alcuni comuni della contemporanea [[provincia di Caserta]]<ref name="Dati INGV" /><ref>{{cita web|url=http://www.terremotodellamarsica.it/wp-content/uploads/2014/12/Orrendo_Terremoto.pdf|titolo=L'orrendo terremoto del 13 gennaio 1915 (Il Fuoco, cap. VII, p. 12)|editore=terremotodellamarsica.it|accesso=11 gennaio 2018}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.terzaclasse.it/storie/avezzano.htm|titolo=Il terremoto della Marsica del 13 gennaio 1915|editore=Terzaclasse.it|accesso=11 gennaio 2018}}</ref>.
 
== Ricostruzione ==
[[File:Genio civile di Avezzano.jpg|thumb|La sede del [[Genio civile]] di Avezzano istituita nel 1915 dal ministro [[Augusto Ciuffelli]]]]
 
{{Citazione|…Nel terremoto morivano ricchi e poveri, istruiti e analfabeti, autorità e sudditi. Nel terremoto la natura realizzava quello che la legge a parole prometteva e nei fatti non manteneva: l'uguaglianza. Uguaglianza effimera…|[[Ignazio Silone]], [[Uscita di sicurezza (Ignazio Silone)|Uscita di sicurezza]]<ref>{{cita|Silone, 2001|p. 60}}.</ref>}}
Gli interventi di ricostruzione, nel rispetto delle prescrizioni stabilite dal [[regio decreto]] n. 573 del 29 aprile 1915<ref>{{cita web|url=https://www.ingenio-web.it/articoli/sismica-l-analisi-vibrazionale-sperimentale-del-palazzo-torlonia-a-avezzano/|titolo=Sismica: l'analisi vibrazionale sperimentale del Palazzo Torlonia a Avezzano|autore=Giovanni Bongiovanni|autore2=Giacomo Buffarini|autore3=Paolo Clemente|autore4=Fernando Saitta|autore5=Concetta Tripepi|editore=Ingenio|data=17 ottobre 2023|accesso=18 ottobre 2023}}</ref>, riguardarono dapprima [[Avezzano]] che fu ricostruita leggermente più a nord-nord ovest rispetto al centro originario. Nella città devastata il [[Governo Salandra II|governo Salandra]] istituì uno dei più grandi [[Campo di concentramento di Avezzano|campi di concentramento]] della [[prima guerra mondiale]] in località [[Borgo Pineta]] con l'impiego di circa 15.000 prigionieri [[Impero austro-ungarico|austro-ungarici]] e dei soldati [[Romania|rumeni]] della [[Legione Romena d'Italia]] che realizzarono diverse opere come alcuni edifici pubblici, i nuovi servizi viari cittadini, le cisterne per l'approvvigionamento idrico delle Tre Conche, la pineta nella zona nord e il rimboschimento del [[monte Salviano]]<ref>{{cita web|url=https://lestoriedietroifrancobolli.blogspot.it/2013/07/i-prigionieri-di-guerra-austro-ungarici.html|titolo=I prigionieri di guerra austro-ungarici nel campo di concentramento di Avezzano|autore=Angelo Di Stefano|editore=Le storie dietro i francobolli|data=9 luglio 2013|accesso=12 gennaio 2018}}</ref>.
 
La [[Cattedrale di Avezzano|cattedrale di San Bartolomeo]] fu ricostruita in posizione diversa rispetto alla [[Collegiata di San Bartolomeo (Avezzano)|chiesa originaria]] e venne consacrata nel 1942 durante il periodo fascista. I [[Bombardamenti di Avezzano|bombardamenti]] alleati della [[seconda guerra mondiale]] la danneggiarono in modo non irreparabile, mentre la città appena ricostruita subì nel 1944 una nuova distruzione pari al 70% del patrimonio architettonico<ref>{{cita|Mastroddi, 1998|pp. 44-64}}.</ref><ref>{{cita|Palmieri, 2006|p. 106}}.</ref>.
 
Il [[castello Orsini-Colonna]] cadde in abbandono fino agli anni settanta, quando il restauro fu finalmente avviato per essere completato alla fine del secolo. In occasione della riapertura avvenne anche l'inaugurazione della [[Museo di Arte Moderna di Avezzano|pinacoteca d'arte moderna]] collocata al primo piano<ref>{{cita web|url=https://www.abruzzoturismo.it/it/destinazioni/castello-orsini-colonna-avezzano-aq|titolo=Castello Orsini-Colonna di Avezzano|editore=Regione Abruzzo|accesso=15 agosto 2025}}</ref>. Anche per la [[Chiesa di San Giovanni Decollato (Avezzano)|chiesa di San Giovanni Decollato]] il consolidamento e la ricostruzione arrivarono negli anni sessanta, mentre il [[Palazzo Torlonia (Avezzano)|palazzo]] di [[Villa Torlonia (Avezzano)|Villa Torlonia]] e il [[Palazzo di Giustizia (Avezzano)|palazzo di giustizia]] furono ricostruiti a cominciare dagli anni venti seguendo perlopiù un sobrio [[Art Nouveau|stile Liberty]]<ref>{{cita|Pagani, 1966|pp. 780-820}}.</ref><ref>{{cita|Ciranna, Montuori, 2015}}.</ref>.
 
L'[[Cunicoli di Claudio|impianto di drenaggio]] dell'ex lago Fucino, prosciugato pochi decenni prima, sembrò non risentire molto dello sciame sismico, tuttavia nel 1920 si decise il rifacimento completo dei tratti di galleria ritenuti minacciati, mediante tecniche più evolute rispetto al secolo precedente<ref>Sergio Sabbatani, ''Rapporti tra malaria, ambiente, popolazioni e civiltà nell'Italia centrale. La bonifica della piana del Fucino. Le infezioni in medicina.'' in Rivista periodica di Eziologia, Epidemiologia, Diagnostica, Clinica e Terapia delle patologie infettive, v. 9, n. 4, pp. 251-256, Edimes, Pavia, 2001.</ref>.
 
La città contemporanea, abitata da circa 40.000 abitanti, è tra i centri urbani più estesi e popolati della regione [[Abruzzo]]<ref>{{cita web|url=http://www.regione.abruzzo.it/xmontagna/docs/archivioStat/Densita31_12_2007.pdf|titolo=Dati: popolazione, superficie e densità dei comuni appartenenti alle comunità montane abruzzesi|editore=Regione Abruzzo|accesso=12 gennaio 2018|dataarchivio=7 marzo 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160307133031/http://www.regione.abruzzo.it/xmontagna/docs/archivioStat/Densita31_12_2007.pdf|urlmorto=sì}}</ref>. Completamente ricostruita è priva di un centro storico vero e proprio, la maggior parte delle abitazioni è costituita da piano terra e primo piano. Gli edifici più recenti presentano più di due piani, ciò perché i criteri costruttivi antisismici si sono evoluti.
 
Negli altri comuni della [[Marsica]] la ricostruzione fu, nella maggior parte dei casi, più lenta. Tranne a [[Celano]], in cui venne completata negli anni quaranta, la maggior parte dei centri colpiti dovette attendere fino agli anni sessanta. Lo stesso scrittore [[Ignazio Silone]] di [[Pescina]] lamentò il fatto che durante l'epoca fascista il denaro elargito dallo Stato per la ricostruzione fosse deviato dagli amministratori locali per interessi personali e per l'arricchimento industriale di altre città, descrivendo l'isolamento e l'abbandono da parte delle istituzioni dei borghi montani<ref>{{cita web|url=http://www.secoloditalia.it/2015/01/i-lupi-arrivarono-villaggi-distrutti-100-anni-fa-terremoto-marsica/|titolo=I lupi arrivarono nei villaggi distrutti…|autore=Antonio Pannullo|editore=[[Secolo d'Italia]]|data=13 gennaio 2015|accesso=11 gennaio 2018}}</ref>.
 
Negli anni sessanta tutte le chiese, le torri e i castelli limitrofi iniziarono ad essere restaurati e quasi tutti furono rimessi in sesto nel decennio successivo.
I borghi antichi di Albe Vecchia, Lecce Vecchio, Meta Vecchio, Morino Vecchio, Sperone Vecchio, Tione Vecchio e in parte Frattura Vecchia sono rimasti in abbandono perché irrimediabilmente danneggiati dal sisma con la conseguente delocalizzazione dei nuovi abitati<ref name="ingvradici"/>.
 
== Opere sul terremoto del 1915 ==
[[File:Stele del monte Salviano.jpg|thumb|[[Obelisco]] del memoriale sul [[monte Salviano]] realizzato da [[Pasquale Di Fabio]]]]
[[File:Marcello Ercole.jpg|thumb|Opera del pittore Marcello Ercole esposta nel [[Palazzo Municipale (Avezzano)|palazzo municipale di Avezzano]]]]
[[File:Obelisco notturno.jpg|thumb|L'obelisco commemorativo illuminato nel 2025]]
 
{{Citazione|…possibile che le case d'Avezzano, le case di Messina, sapendo del terremoto che di li a poco le avrebbe sconquassate, avrebbero potuto starsene tranquille sotto la luna, ordinate in fila lungo le strade e le piazze…|[[Luigi Pirandello]], [[L'uomo dal fiore in bocca]]<ref>{{cita web|url=http://www.lacittaonline.com/index.php?q=node/1455|titolo=Il terremoto intellettuale per la riuscita|autore=Anna Spadafora|editore=lacittaonline.com|accesso=11 gennaio 2018}}</ref>}}
 
Sono stati molti gli intellettuali che hanno messo al centro delle proprie opere il terremoto marsicano del 1915. Tra questi [[Ignazio Silone]], sopravvissuto al sisma, [[Benedetto Croce]], [[Luigi Pirandello]], [[Francesco Paolo Tosti]], [[Laudomia Bonanni]], [[Cesare De Titta]] e lo scrittore [[Danimarca|danese]] [[Johannes Jørgensen]].
 
Realizzarono [[reportage]] giungendo sul posto cronisti e giornalisti di fama nazionale come [[Giovanni Cena]], [[Tullio Giordana]], [[Giuseppe Prezzolini]], [[Scipio Slataper]] e [[Eduardo Ximenes]]<ref>{{cita web|url=http://www.terzaclasse.it/documenti/notteavezzano.htm|titolo=Una notte tra le tombe della città scomparsa. Il disastro d'Avezzano descritto dal nostro inviato (La Tribuna 15 gennaio 1915)|autore=Tullio Giordana|editore=Terza Classe|accesso=20 aprile 2018}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.qcodemag.it/2015/01/13/il-terremoto-e-la-guerra/|titolo=Il terremoto e la guerra|autore=Andrea Cardoni|editore=Qcodemag|data=13 gennaio 2015|accesso=12 gennaio 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180113094512/http://www.qcodemag.it/2015/01/13/il-terremoto-e-la-guerra/|dataarchivio=13 gennaio 2018|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.lavoroculturale.org/terremoto-della-marsica-del-1915/|titolo=Al terremoto come alla guerra: il terremoto della Marsica del 1915|autore=Stefano Ventura|editore=Lavoro Culturale|data=16 gennaio 2015|accesso=12 gennaio 2018}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.orizzontimarsicani.it/Orizzonte%201.pdf|titolo=Terremoto, ancora un libro|autore=Sergio Natalia|editore=Orizzonti Marsicani|data=Marzo 2016|pagina=7|accesso=12 gennaio 2018|dataarchivio=13 gennaio 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180113093106/http://www.orizzontimarsicani.it/Orizzonte%201.pdf|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.marsicalive.it/anniversario-del-terremoto-di-avezzano-torniamo-a-quel-13-gennaio-1915-con-il-racconto-di-eduardo-ximenes-inviato-sui-luoghi-del-disastro/|titolo=Il racconto di Eduardo Ximenes|autore=Francesco Proia|editore=Marsica Live|data=13 gennaio 2020|accesso=13 gennaio 2020}}</ref>. [[Anton Giulio Bragaglia]] raccontò la devastazione del sisma sulla rivista di viaggi [[Touring Club Italiano|Touring]]<ref>{{cita|Arrasich, 1984|pp. 29-80}}.</ref>.
 
Il [[film muto]] sulla [[prima guerra mondiale]] intitolato ''Sempre nel cor la Patria!'', del regista [[Carmine Gallone]] fu girato nella città di Avezzano che appena distrutta dal sisma poté tragicamente simulare i panorami di guerra<ref>{{cita web|url=http://www.terremarsicane.it/sempre-nel-cor-la-patria/|titolo=Il primo film sulla Grande Guerra girato ad Avezzano nel 1915|autore=Fulvio D'Amore|editore=Terre Marsicane|data=14 aprile 2015|accesso=12 gennaio 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150612113911/http://www.terremarsicane.it/sempre-nel-cor-la-patria/|dataarchivio=12 giugno 2015|urlmorto=sì}}</ref>.
 
Un cortometraggio muto in bianco e nero fu girato a manovella ad Avezzano pochi giorni dopo la tragedia dai cinematografi francesi dell'Istituto [[Gaumont]]. La [[Cines|Società Italiana Cines]] proiettò senza [[censura]] le immagini più cruente del terremoto marsicano dal [[cinema]]tografo Lumière di [[Roma]]<ref>{{cita|Arrasich, 1984|p. 59}}.</ref>.
 
Nei primi anni sessanta l'editore [[Furio Arrasich]] incluse nella [[Collana editoriale|collana]] ''La Cartolina'' un supplemento dedicato al terremoto marsicano affiancando alle [[Cartolina postale|cartoline d'epoca]] le cronache dei quotidiani italiani che si occuparono dell'evento come ''[[Il Giornale d'Italia (1901-1976)|Il Giornale d'Italia]]'', ''[[La Tribuna]]'', ''[[Il Mattino (quotidiano)|Il Mattino]]'' e ''[[Il Piccolo]]'' oltre alla stampa internazionale.
 
In occasione del cinquantenario del sisma, nel 1965, il [[Genio civile]] ricostruì per fini commemorativi una piccola porzione del campanile della distrutta [[Collegiata di San Bartolomeo (Avezzano)|collegiata di San Bartolomeo]]<ref>{{cita|Ciranna, Montuori, 2015|pp. 99-100}}.</ref>, mentre lo scultore [[Pasquale Di Fabio]] realizzò l'obelisco del memoriale innalzato alle pendici del [[monte Salviano]]<ref>Marcello Guido Lucci, ''da Padre in Figlio. Pasquale e Alberto Di Fabio'', pp. 4-10, A.C. Antiqua, Avezzano, 2017.</ref>.
 
Nel 1975 [[Gigi Proietti]] recitò durante il [[Varietà (spettacolo)|varietà]] televisivo ''[[Fatti e fattacci]]'' un [[monologo]] in [[Dialetto romanesco|romanesco]] dal titolo ''Er terremoto d'Avezzano''<ref>{{cita web|url=http://www.gvmprotezionecivile.it/memoria-sismica-magliano-dei-marsi/memorie/terremoto-del-1915-gigi-proietti|titolo=Terremoto del 1915. Video Gigi Proietti|editore=Gruppo Volontari di Protezione Civile di Magliano de' Marsi|data=5 novembre 2012|accesso=13 gennaio 2019}}</ref>.
 
Nel 1982 la [[Cineteca di Bologna]] fece realizzare dalla regista Anna Maria Cavasinni il cortometraggio intitolato ''Marsica un terremoto che ha settanta anni''<ref>{{cita web|url=https://trentofestival.it/archivio/1983/marsica-un-terremoto-che-ha-settanta-anni/|titolo=Marsica un terremoto che ha settanta anni|editore=Trento Film Festival|accesso=10 gennaio 2019}}</ref>.
Nel 2005, a 90 anni dal terremoto, fu realizzato un [[compact disc]] dal titolo ''Se nnè ita 'nganzóna'', raccolta di tredici canti della tradizione musicale avezzanese e marsicana<ref>{{cita web|url=https://www.terremarsicane.it/in-memoria-del-terremoto-di-avezzano-del-1915-gli-storici-canti-della-tradizione-nel-prezioso-cd-se-nne-ita-nganzona/|titolo=In memoria del terremoto di Avezzano del 1915: gli storici canti della tradizione nel prezioso cd Se nnè ita 'nganzóna|autore=Maria Tortora|editore=Terre Marsicane|data=13 gennaio 2023|accesso=13 gennaio 2023}}</ref>.
 
Il documentario storico dal titolo ''La Notte di Avezzano'', realizzato da Raffaello Di Domenico, fu proiettato per la prima volta il 13 gennaio 2011 presso il ristrutturato [[castello Orsini-Colonna]] ad Avezzano. Contiene 150 foto d'epoca pre e post-sisma, dati di sismologia storica e foto dell'ammiraglio statunitense J. Lansing Callan donate all'[[United States Geological Survey|U.S. Geological Survey]]<ref>{{cita web|url=http://www.ilcentro.it/l-aquila/e-oggi-commemorazioni-ad-avezzano-1.613283|titolo=E oggi commemorazioni ad Avezzano|autore=Eleonora Berardinetti|editore=[[il Centro]]|data=13 gennaio 2011|accesso=12 gennaio 2018}}</ref>.
 
Nel 2015, in occasione delle celebrazioni commemorative del centenario, [[Poste Italiane]] ha emesso un francobollo speciale dedicato al terremoto della Marsica<ref>{{cita web|url=http://www.meteoweb.eu/2015/01/marsica-francobollo-2015-dedicato-terremoto-1915/375285/|titolo=Marsica: il primo francobollo del 2015 dedicato al terremoto del 1915|autore=Filomena Fotia|editore=Meteo Web|data=9 gennaio 2015|accesso=11 gennaio 2018}}</ref>, l'[[Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato]] ha coniato la moneta d'argento con impressi i simboli della tragedia e della rinascita su entrambi i lati<ref>{{cita web|url=http://www.avezzanoinforma.it/notizia/2015-05-22/3631/centenario-coniata-la-moneta-in-memoria-del-sisma-il-25-maggio-la-presentazione-.html|titolo=Centenario, coniata la moneta in memoria del sisma|editore=Avezzano informa|data=22 maggio 2015|accesso=11 gennaio 2018}}</ref>. È stato pubblicato un eBook gratuito dal titolo ''Le Fiamme Gialle nei giorni del terremoto della Marsica'' di Gerardo Severino, edito dalla Scuola di Polizia Tributaria della [[Guardia di Finanza]], che racconta le operazioni di soccorso dei finanzieri<ref>{{cita web|url=http://www.marsicalive.it/?p=87983|titolo=Le fiamme gialle nel terremoto della Marsica (ebook di Gerardo Severino)|editore=Marsica Live|data=2 marzo 2015|accesso=11 gennaio 2018}}</ref>. L'[[istituto nazionale di geofisica e vulcanologia]] ha realizzato un documentario suddiviso in tre parti, intitolato ''Le radici spezzate: Marsica 1915 - 2015'', in cui viene raccontato attraverso immagini e testimonianze il fenomeno della delocalizzazione, ovvero della ricostruzione in altri luoghi dei borghi montani distrutti dal sisma<ref name="ingvradici"/><ref>{{cita web|url=http://www.portaleabruzzo.com/AlbumFotografico/Storiche/Avezzano/Il%20terremoto%20del%2013-01-1915/Avezzano%20-%20terremoto%201915.shtm|titolo=Il terremoto di Avezzano - 13 gennaio 1915|editore=Portale d'Abruzzo|accesso=11 gennaio 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190105201228/https://www.portaleabruzzo.com/AlbumFotografico/Storiche/Avezzano/Il%20terremoto%20del%2013-01-1915/Avezzano%20-%20terremoto%201915.shtm|dataarchivio=5 gennaio 2019|urlmorto=sì}}</ref>.
 
Nel 2020 è stato realizzato il cortometraggio ''Sotto la città - 1915'' diretto da Domenico Tiburzi e interpretato, tra gli altri, da [[Lino Guanciale]]<ref>{{cita web|url=https://www.terremarsicane.it/lino-guanciale-termina-le-riprese-di-sotto-la-citta-1915-a-collelongo/|titolo=Lino Guanciale termina le riprese di Sotto la città 1915|editore=Terre Marsicane|data=12 febbraio 2020|accesso=16 febbraio 2020}}</ref>.
 
== Note ==
{{Note strette}}
 
== Bibliografia ==
*{{cita libro|titolo=1915: l'Italia centrale trema. Aquila, Avezzano, Pescina, Sora ecc. Documenti in cartolina|autore=Gabriella Arrasich|editore=La Cartolina/Collana [[Furio Arrasich]]|città=Roma|anno=1984|SBN=BVE0237075|cid=Arrasich, 1984}}
*{{cita libro|titolo=Il tesoro del lago: l'archeologia del Fucino e la Collezione Torlonia|autore=Adele Campanelli|etal=si|editore=Carsa Edizioni|città=Pescara|anno=2001|SBN=UMC0099815|cid=Campanelli, 2001}}
*{{cita libro|titolo=Avezzano, la Marsica e il circondario a cento anni dal sisma del 1915: città e territori tra cancellazione e reinvenzione|autore=Simonetta Ciranna, Patrizia Montuori|editore=Consiglio Regionale dell'Abruzzo|città=L'Aquila|anno=2015|SBN=RMS2695461|cid=Ciranna, Montuori, 2015}}
*{{cita libro|titolo=La frequenza nelle repliche del grande terremoto nella Marsica-Valle del Liri del 13 gennaio 1915|autore=Alfonso Cavasino|editore=Società Tipografica Modenese - Antica Tipografia Soliani|città=Modena|anno=1915|SBN=CUB0176031}}
*{{cita libro|titolo=L'altra Avezzano|autore=Maurizia Mastroddi|editore=Di Censo|città=Avezzano|anno=1998|SBN=AQ10038036|cid=Mastroddi, 1998}}
*{{cita libro|titolo=Elementi fisici del grande terremoto Marsicano-Fucense del 13 gennaio 1915|autore=Emilio Oddone|editore=Società Sismologica Italiana |città=Roma|anno=1915|SBN=GEA0132815|cid=Oddone, 1915}}
*{{cita libro|titolo=Avezzano e la sua storia|autore=Giovanni Pagani|editore=Tipografia dell'Abbazia|città=Casamari|anno=1966|SBN=SBL0393481|cid=Pagani, 1966}}
*{{cita libro|titolo=Avezzano, un secolo di immagini|autore=Eliseo Palmieri|editore=Paolo de Siena|città=Pescara|anno=2006|SBN=TER0011256|cid=Palmieri, 2006}}
*{{cita libro|titolo=Uscita di sicurezza|autore=[[Ignazio Silone]]|editore=Arnoldo Mondadori|città=Milano|anno=2001|SBN=LO10580217|cid=Silone, 2001}}
* {{cita libro|autore=[[Bruno Vespa]], Placido Arnaldo Panecaldo|titolo=Marsica 1915|città=Roma|anno=1984|editore=Edizioni Fotogramma|SBN=BRI0019750|cid=Vespa, Panecaldo, 1984}}
 
== Voci correlate ==
* [[Terremoti in Italia]]
* [[Terremoti in Italia nel XX secolo]]
* [[Medaglia di benemerenza per il terremoto di Avezzano del 1915]]
 
== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
* [http://emidius.mi.ingv.it/DBMI11/query_eq/external_call.htm?eq_id=2407 DBMI11 (INGV)] Database delle osservazioni macrosismiche dei terremoti italiani
* {{cita web|url=https://www.ingv.it/|titolo=INGV|editore=[[Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia]]}}
* [https://comune.avezzano.aq.it/il-terremoto/ Il terremoto] Comune di Avezzano
* [http://www.terremotodellamarsica.it/ Il terremoto della Marsica del 1915] terremotodellamarsica.it
 
{{Avezzano}}
[[Categoria:Terremoti in Italia|Avezzano, Terremoto di]]
{{Terremoti in Italia}}
[[Categoria:Storia dell'Abruzzo]]
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[[Categoria:Avezzano]]
 
[[Categoria:Terremoti in Abruzzo|Marsica]]
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[[Categoria:Terremoti nel Lazio|Valle del Liri]]
{{Portale|Abruzzo|Frosinone}}
[[Categoria:Terremoti del XX secolo|1915]]
[[Categoria:Catastrofi nel 1915]]
[[Categoria:Storia di Avezzano]]
[[Categoria:Storia della Marsica]]