Duelli nell'Iliade: differenze tra le versioni

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m La struttura e gli elementi del duello dell’Iliade
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{{E|incomprensibile|letteratura|giugno 2008|[[Utente:Fradeve11|Fradeve11]]}}
[[File:Akhilleus Penthesileia Staatliche Antikensammlungen 1502.jpg|upright=1.2|thumb|Duello a cavallo tra Achille e [[Pentesilea]].]]
 
Nella società guerriera aristocratica rappresentata nell'''[[Iliade]]'', i [[Duello|duelli]] tra gli eroi antagonisti rappresentano un nucleo fondamentale, che si propongono secondo uno schema prefissato.
Il duello è il momento saliente dell’''aristia'', dell'onore. Il duello è un ''topos'', luogo comune, dentro ad un altro ''topos''. Il duello fa parte di un’''aristia'' (il valore, le gesta dell’eroe). L’''aristia'' inizia con la vestizione delle armi, uno o più duelli, il ferimento dell’eroe ed il compimento di altre gesta che culminano con lo scontro con l’avversario più potente. Quando l’avversario viene ucciso vi è una lotta per conquistare le armi e l’armatura dell’eroe.
 
==La "singolar tenzone"==
Gli elementi del duello-tipo possono essere divisi in vari momenti:
[[File:Iliad41.jpg|thumb|[[Achille]] fa strage tra i compagni di [[Asteropeo]] sulle rive del fiume [[Scamandro]] (la divinità del fiume è sdraiata, al centro: a destra il cadavere di Asteropeo sparisce tra i flutti). [[Miniatura]] del XVIII secolo, opera di Johann Balthasar Probst.]]
 
Tutta la storia dell'[[assedio]] alla città di [[Troia]] ruota attorno ad una serie di duelli<ref>«Poi il poeta dà inizio a una fitta successione di duelli individuali, costruendo uno sfondo che durerà per l'intero poema» «Ed ecco il duello: esso racchiude fasi e dettagli che riconosceremo come ricorrenti in questi scontri individuali ... Il colpo mortale è descritto con precisione ... Riprende subito dopo la cadenza degli scontri individuali». «L'Iliade è un tetragono inno alla lotta eroica» cfr.''Letteratura greca'', Mondadori, 2007, vol. I, pag. 104-107). Così anche Angelo Brelich: «A nessuno sfugge che le guerre epiche si risolvono per buona parte in una serie di ''monomachie''; la guerra tra le masse contrapposte è del tutto in secondo piano». (in ''Gli eroi greci'', Ateneo, Roma, 1978, pag. 92) e [[Raffaele Cantarella]]: «Omero ... fu primo e solo a creare, con la lotta fra Achille ed Ettore, il vero interesse umano e poetico dell'Iliade». (in ''Storia della letteratura greca'', Accademia, Milano, 1962, pag. 95)</ref> ed anzi nel poema epico passano in secondo piano lo scontro tra gli eserciti contrapposti che il poeta rappresenta come risolvibile una volta per tutte "in una singolar tenzone".<ref>«il tentativo di risolvere tutto il conflitto in una singolar tenzone» in Albin Lesky, ''Storia della letteratura greca'', vol. I, pag.59-60</ref>
- L’avversario rivolge talvolta all’antagonista una allocuzione (offesa). Es. Stolto (gr. ''áfron''), pazzo, misero (gr. ''deilós''), cane (gr. ''kúon'').
 
Il motivo dello scontro cruento personale tra i due eroi protagonisti, capi dei campi avversi, diverrà elemento centrale in tutta la letteratura epica cavalleresca seguente, dai poemi della ''[[Chanson de geste]]'' a quelli dei [[paladino|paladini]] dell'[[Ludovico Ariosto|Ariosto]] e del [[Torquato Tasso|Tasso]].
- Spesso i colpi vanno a vuoto. In genere è usata sempre una stessa formula. Es. Alessandro «chinandosi, sfuggì alla nera Moira» (Iliade III, 360). Anche Ettore nello stesso modo schiva il colpo di Menelao: «chinandosi, sfuggì alla nera Moira» (Iliade VII, 254). Oppure descrizione dei colpi che colpiscono gli scudi. Es. «e per primo Alessandro scagliò l'asta ... e colpì lo scudo dell'Atride» (Iliade III, 345-6).
 
La stessa [[pittura]] dedicata all'''Iliade'' ha percepito come la rappresentazione simbolica dell'intero poema potesse essere raffigurata nei celebri duelli tra gli eroi che ne punteggiano l'intero racconto epico. Per es. [[Jacopo Amigoni]] (1724-26), ne il ''Combattimento tra Ettore e Achille'', oppure [[Felice Giani]] (1802-1805), ''Il corpo di Ettore lungo le mura di Troia'', ecc.
-Vi può essere la presenza di un Dio che aiuta l’eroe (dirige o para il colpo o lo salva portandolo via). ES. «Ma lo (= Alessandro) sottrasse Afrodite ... e lo nascose in una fitta nebbia» (Iliade III,380-1).
 
==Duelli in terra e in cielo==
- Spesso viene invocato il Dio. Es. Menelao: «Zeus signore ... uccidilo per mano mia» (Iliade III, 351-23).
Il duello sulla terra rispecchia il conflitto stesso fra gli dei che partecipano alla contesa.
 
Nell'''Iliade'' il primo duello importante è quello tra [[Paride]] e [[Menelao]] ([[Trama dell'Iliade#Libro terzo|libro III]]). Nel [[Trama dell'Iliade#Libro quinto|libro V]] ci sono una serie di duelli minori: [[Pandaro]] contro [[Diomede]]; [[Enea]] contro Diomede; Diomede con [[Atena]] contro il dio [[Ares]]. Vi è poi un grande duello: [[Ettore (mitologia)|Ettore]] contro [[Aiace Telamonio|Aiace]], con ambedue gli eroi che sopravvivono. Nel [[Trama dell'Iliade#Libro undicesimo|libro XI]] ci sono i duelli di [[Agamennone]], nel [[Trama dell'Iliade#Libro dodicesimo|XII]] duelli sotto le mura di Troia, dal [[Trama dell'Iliade#Libro tredicesimo|XIII]] al [[Trama dell'Iliade#Libro quindicesimo|XV]] i duelli presso le navi, nel [[Trama dell'Iliade#Libro sedicesimo|XVI]] i duelli di Enea e quelli di [[Patroclo]], nel [[Trama dell'Iliade#Libro diciassettesimo|XVII]] i duelli intorno al corpo di Patroclo. Nel [[Trama dell'Iliade#Libro ventunesimo|XX]] [[Achille]] duella con [[Enea]], che rischia di rimanere ucciso ma è salvato dall'intervento divino di Poseidone. Nel [[Trama dell'Iliade#Libro ventunesimo|XXI]] [[Achille]] massacra i [[Peoni]] in una serie di scontri individuali: il primo, quello che lo vede opposto ad [[Asteropeo]], è noto perché per la prima e unica volta nel poema l'eroe acheo rimane ferito. Nel [[Trama dell'Iliade#Libro ventiduesimo|XXII]] si ha il duello conclusivo, quello di Achille e Ettore.
- Descrizione dettagliata del colpo inferto.
 
==Il duello come onore==
- Entra in campo il Dio intervenendo (può anche non esserci).
Nell'antico eroe greco convivevano il sentimento dell'ordine stabilito dalla ragione e quello dell'[[Hybris|''hýbris'']], di quella violenza e potenza dell'uomo che alterando l'ordine scatena l'ira e la vendetta degli dei. I duelli dell'''Iliade'' sono il risultato di un'armonia raggiunta in nome dell'onore guerriero tra questi due sentimenti contrapposti che fa sì che il combattimento acre e violento tra gli eroi si mantenga nel limite, non assuma il senso di un volgare e cruento assassinio del nemico.<ref>[[Massimo Cacciari]],''Geo-filosofia dell'Europa'',(cap.''Il duello'') Adelphi 2003</ref>
 
==Lo schema del duello==
- L’eroe colpito rivolge talvolta una preghiera all’altro eroe (salvare qualcuno o onorare il suo corpo dopo la morte), oppure predica il futuro della prossimo morte dell’eroe che lo ha sconfitto. Es. «Anche tu non andrai molto lontano, ma ecco i si avvicina la morte». (Iliade XVI, 852-3). Ettore ad Achille: «Ti prego ... non lasciare che vicino alle navi i cani degli Achei mi sbranino, ma accetta ... i doni che ti daranno» (XXII, v.338-341). Ettore ad Achille: «quel giorno che Paride e Febo Apollo insieme a lui ti uccideranno» (Iliade XXII, 359-60).
[[File:Plate Euphorbos BM GR1860.4-4.1.jpg|thumb|upright=1.4|Il combattimento di Ettore e Menelao sul cadavere di [[Euforbo]] nell'elaborata composizione decorativa di un piatto [[rodi]]o ([[600 a.C.]] ca.), Londra, [[British Museum]] GR 1860.4-4.1 (A 749).]]
Nell'''Iliade'' il duello quindi esprime la suprema virtù aristocratica quella dell'[[onore]] (''aristia'') ed è espresso secondo una procedura fissata:
* la vestizione delle armi
* duello verbale tra gli eroi
* uno o più duelli
* il ferimento dell'eroe
* il compimento di altre gesta che culminano con lo scontro con l'avversario più potente.
* l'eventuale uccisione dell'eroe nemico comporta poi una contesa per conquistare le armi e la [[corazza]] dell'eroe sconfitto.
 
A sua volta il duello viene descritto attraverso degli elementi anch'essi predeterminati che si ripetono nel corso del racconto epico:
- Colui il quale sta avendo la meglio nel duello schernisce l’avversario. Es. Ettore a Patroclo «Qui gli avvoltoi ti mangeranno» (Iliade XVI, 836).
 
-* L’avversariol'avversario rivolge talvolta all’antagonistaall'antagonista una allocuzione (offesa).offensiva: ad Eses. Stoltostolto (gr. ''áfron''), pazzo, misero (gr. ''deilós''), cane (gr. ''kúon'').
- La vita (gr. ''psyké''), che è soffio, respiro, esce dalla ferita. L’ombra del vinto va nell’Ade. Es. «La morte lo (= Patroclo) lo avvolse, la vita volò via dalle membra e scese nell'Ade» (Iliade XVI, 855-6). «La morte lo (= Ettore) lo avvolse, la vita volò via dalle membra e scese nell'Ade» (Iliade XXII, 361-2).
-* Spessonon ipochi colpi vanno a vuoto. In genere è usata sempre una stessa formula.:<br Es/> ad es. Alessandro, «chinandosi, sfuggì alla nera Moira» (<ref>''Iliade'', III, 360).</ref>. Anche Ettore nello stesso modo schiva il colpo di MenelaoAchille: «chinandosi,ma sfuggìvedendosela alladavanti nerala Moira»schivò (Ettore luminoso»<ref>''Iliade'', VII, 254).</ref>. OppureAnche descrizionese deinon colpiraggiungono chel'eroe antagonista, questi colpiscono talvolta gli scudi. EsAd es. nel duello tra Paride e Menelao «e per primo Alessandro scagliò l'asta ... e colpì lo scudo dell'Atride» (<ref>''Iliade'', III, 345-6)346.</ref>.
-* Vi può essere la presenza di un Diodio che aiuta l’eroel'eroe (dirige o para il colpo; o looppure salva il suo protetto portandolo via). ESAd es.: «Ma lo (= Alessandro) sottrasse Afrodite ... e lo nascose in una fitta nebbia» (<ref>''Iliade'', III, 380-1)381.</ref>.
-* Spesso viene invocato ilun Diodio da uno dei duellanti. EsAd es. Menelao dice: «Zeus signore ... uccidilo per mano mia» (<ref>''Iliade'', III, citazione estratta da parti dei versi 351-23) e 353.</ref>.
-* Descrizione dettagliata del colpo inferto.
-* Entra in campo ilun Diodio intervenendo (in maniera risolutivo ma può anche non esserci).
-* L’eroeL'eroe colpito rivolge talvolta una preghiera all’altroall'altro eroe (salvare qualcuno o onorare il suo corpo dopo la morte), oppure predicapredice il futuro della prossimoprossima morte dell’eroedell'eroe che lo ha sconfitto. EsAd es. «Anche tu non andrai molto lontano, ma ecco iti si avvicina la morte». (<ref>''Iliade'', XVI, 852-3).</ref>. Ettore adimplora Achille: «Ti prego ... non lasciare che vicino alle navi i cani degli Achei mi sbranino, ma accetta ... i doni che ti daranno»<ref>''Iliade'', (XXII, v.338-341).</ref>; Ettoree poco dopo dice anche ad Achille: «quel giorno che Paride e Febo Apollo insieme a lui ti uccideranno» (<ref>''Iliade'', XXII, 359-60).</ref>.
-* Colui il quale sta avendo la meglio nel duello schernisce l’avversariol'avversario. EsAd es. Ettore dice a Patroclo «Qui gli avvoltoi ti mangeranno» (<ref>''Iliade'', XVI, 836). </ref>.
-* La vita (gr. ''psyké''), che è soffio, respiro, esce dalla ferita. L’ombraL'ombra del vinto va nell’Ade. Es.nell'Ade: «La morte lo (= Patroclo) lo avvolse, la vita volò via dalle membra e scese nell'Ade» (<ref>''Iliade'', XVI, 855-6)856.</ref>. «La morte lo (= Ettore) lo avvolse, la vita volò via dalle membra e scese nell'Ade» (<ref>''Iliade'', XXII, 361-2)362.</ref>.
* Lo scontro ha come conclusione quasi sempre la morte di uno degli eroi.
 
L'onore si può avere in entrambi i casi, sia che si vinca sia che si muoia. È il duello stesso, che condotto secondo lealtà e coraggio, conferisce l'onore ai duellanti.
- Lo scontro ha come conclusione la morte di uno degli eroi. L'onore (gr. timé) si può avere in entrambi i casi: vincere e morire. L’importante è che il guerriero non venga meno all’onore. «Non senza lottare, non senza gloria morirò» (v. XXII, 304). Nel combattimento si è prodi o perdenti. Talvolta essere perdenti può essere considerata vigliaccheria. Non basta essere coraggiosi, ma bisogna che gli altri siano consapevoli della potenza dell’eroe e della distribuzione del bottino. L’avidità e la competitività sono simboli della ''timé''. L’onore è una conquista individualista: se un eroe viene offeso nell’onore le sue ragioni o azioni sono giuste.
L'importante è che il guerriero non venga meno all'onore. «Non senza lottare, non senza gloria morirò»<ref>''Iliade'', XXII, 304.</ref>. Nel combattimento si è valorosi o perdenti.
 
==La Moira==
- La moira (parte assegnata) è il fato, il destino e anche gli Dei vi si devono sottomettere. Questo è un luogo superiore, una identità astratta che decide la ''parte'' di vita che spetta ad ogni persona.
Ma talvolta essere stati sconfitti può essere considerato di per sé un disonore, una vigliaccheria. Non basta essere coraggiosi, ma bisogna che gli altri siano consapevoli della potenza dell'eroe e la riconoscano come tale anche nella distribuzione del bottino di guerra. L'avidità e l'aggressività sono simboli dell'onore guerriero.
 
L'onore è una caratteristica essenziale a cui l'eroe non può rinunciare neppure in minima parte. Qualunque sia il motivo, se un eroe viene offeso nell'onore, le sue ragioni o azioni sono considerate di per sé giuste.
Esempi tratti dal combattimento tra Ettore e Patroclo (''Iliade'', XVI):
«Febo gli (= Patroclo) mosse incontro nella mischia selvaggia» (v. 788) e «dietro gli si fermò, colpì la schiena» (v. 791. «Allora Zeus lo (= Patroclo) donò a Ettore» (v. 799). Ettore gli dice «vantandosi» (v. 829) «qui gli avvoltoi ti mangeranno» (836). E Patroclo: «Sì, Ettore, adesso vantati» (v. 844) ma «anche tu non andrai molto lontano, ecco ti si avvicina la morte e il destino invincibile» (v. 852-3). «E la morte lo (= Ettore) avvolse, la vita volò via dalle membra e scese nell'Ade» (v. 855-6).
 
Infine al di sopra di tutti, eroi e dei, vi è la ''moira'', il [[destino]] a cui tutti si devono piegare. Il destino è la ''parte assegnata'' di vita che spetta ad ogni individuo. Niente, né valore, né lealtà, potrà mutare il corso degli eventi. Esso interverrà a colpire i giusti e i malvagi indifferentemente.
Esempi tratti dal combattimento tra Achille ed Ettore (''Iliade'', XXII):
 
Ettore: «Non fuggo più davanti a te ... adesso il cuore mi spinge a starti di fronte, debba io vincere o essere vinto. ora ivochiamo gli dèi ... testimoni saranno e custodi dei patti» (v. 252-5) «... se Zeus mi darà la forza di strapparti la vita, dopo averti spogliato delle armi, renderò il corpo agli Achei; e anche tu fai in questo modo» (v. 256-9). Achille: «Non mi parlare di patti, maledetto ... fra di noi non ci saranno patti, se prima uno, crollato in terra, non sazierà con il suo sangue Ares». (v. 261-7). Achille scaglia l'asta ma Ettore la riesce a evitare. Ettore: «Hai fallito» (v. 279). Ettore scaglia l'asta e coglie «nel mezzo lo scudo di Achille». L'inganno di Atena (v. 276). Ettore: «Atena mi ha teso un inganno» (v. 299). Ettore: «Ormai mi ha raggiunto la Moira ... non senza lottare, non senza gloria morirò» (v. 303-4).
==Gli elementi del duello==
Achille lo colpisce nel collo e mentre Ettore stramazza «nella polvere» (v.330) lo deride: «Credesti forse, mentre ti impadronivi delle spoglie di Patroclo, di rimanere impunito?» (v.331-2). Ed Ettore: «Ti prego ... non lasciare che vicino alle navi i cani degli Achei mi sbranino, ma accetta ... i doni che ti daranno» i miei genitori (v.338-341). Achille irridendolo gli dice: «i cani e gli uccelli ti sbraneranno» (v.354).
[[File:Death Sarpedon MNA Policoro.jpg|upright=1.4|thumb|Patroclo (nudo, sulla destra) uccide [[Sarpedonte (figlio di Laodamia)|Sarpedonte]] con la sua lancia, mentre [[Glauco (figlio di Ippoloco)|Glauco]] viene in aiuto di quest'ultimo.]]
 
Gli elementi costitutivi e ripetitivi succitati del duello nell'''Iliade'' trovano riscontro nelle descrizioni ad esempio del combattimento tra Ettore e Patroclo:
«Febo gli (= Patroclo) mosse incontro nella mischia selvaggia» (v. 788) e «..dietro gli si fermò, colpì la schiena» (v[.. 791.] «Allora Zeus lo (= Patroclo) donò a Ettore» (v. 799). Ettoreche gli dice «vantandosi» (v. 829): «qui gli avvoltoi ti mangeranno» (836). E Patroclo: «Sì, Ettore, adesso vantati» (v. 844) ma «anche tu non andrai molto lontano, ecco ti si avvicina la morte e il destino invincibile» (v. 852-3). «.E la morte lo (= EttorePatroclo) avvolse, la vita volò via dalle membra e scese nell'Ade» (v.<ref>''Iliade'', 855XVI, 788-6)856.</ref>:
 
Lo stesso schema è seguito nel duello centrale del poema, quello tra Achille ed Ettore:<br />
Ettore: «Non fuggo più davanti a te ... adesso il cuore mi spinge a starti di fronte, debba io vincere o essere vinto. ora invochiamo gli dèi ... testimoni saranno e custodi dei patti [...] se Zeus mi darà la forza di strapparti la vita, dopo averti spogliato delle armi, renderò il corpo agli Achei; e anche tu fai in questo modo»<br />
Achille: «Non mi parlare di patti, maledetto ... fra di noi non ci saranno patti, se prima uno, crollato in terra, non sazierà con il suo sangue Ares».<br />
Achille scaglia l'asta ma Ettore la riesce a evitare. <br />
Ettore: «Hai fallito» e scaglia a sua volta l'asta che coglie «nel mezzo lo scudo di Achille».
Intervengono gli dei:<br />
Ettore: «Atena mi ha teso un inganno [...] ma ormai mi ha raggiunto la Moira [[...]] non senza lottare, non senza gloria morirò».<br />
Achille lo colpisce nel collo e mentre Ettore stramazza «nella polvere» (v.330) lo deride: «Credesti forse, mentre ti impadronivi delle spoglie di Patroclo, di rimanere impunito?». (v.331-2). Ed Ettore: «Ti prego ... non lasciare che vicino alle navi i cani degli Achei mi sbranino, ma accetta ... i doni che ti daranno» i miei genitori (v.338-341)». Achille, irridendolo e non riconoscendo il valore e l'onore dell'eroe sconfitto gli dice: «i cani e gli uccelli ti sbraneranno»<ref>''Iliade'', (v.XXII, 252-354).</ref>
 
==Note==
<references/>
 
==Bibliografia==
* [[Raffaele Cantarella]], ''Storia della letteratura greca'', Accademia, Milano, 1962.
* F. Codino, ''La nascita del sentimento privato'', in ''Introduzione a Omero'', Torino, Einaudi, 1965.
* F. Ferrucci, ''L'assedio e il ritorno. Omero e gli archetipi della narrazione'', Milano, Bompiani, 1974.
* Angelo Brelich, ''Gli eroi greci'', Ateneo, Roma, 1978.
* [[Jean-Pierre Vernant]], ''La morte negli occhi'', Bologna, 1987.
* L. Storoni Mazzolani, ''Profili omerici'', Pavia, Editoriale Viscontea, 1988.
* Victor G.Kiernan, ''Il duello. Onore e aristocrazia nella storia europea'', Marsilio 1991.
* [[Massimo Cacciari]], ''Geo-filosofia dell'Europa'' (cap. su ''Il duello''), Adelphi 2003.
* [[Albin Lesky]], ''Storia della letteratura greca'', 3 volumi. Saggiatore - Collana: La cultura. 2003.
* Letteratura greca, ''Da Omero alla commedia'', Mondadori, 2007.
 
==Voci correlate==
* [[Trama dell'Iliade]]
* [[Traduzioni dell'Iliade]]
* [[Ciclo Troiano]]
 
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[[Categoria:Iliade]]
[[Categoria:Antropologia sociale]]