Renato Soru: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Botcrux (discussione | contributi)
m Bot: correggo template citazione fonti
 
(647 versioni intermedie di oltre 100 utenti non mostrate)
Riga 1:
{{Carica pubblica
{{Presidente della Regione
| nome = Renato Soru
| immagine =
|carica = [[Presidenti della Sardegna|Presidente della Regione Autonoma Sardegna]]
| Dimensione=
|mandatoinizio = 26 giugno [[2004]]
| Regione= Sardegna
|mandatofine = 25 dicembre [[2008]]
| Stemma Regione=Sardegna-Stemma.svg
|predecessore = [[Italo Masala]]
| Bandiera Regione=Flag of Sardinia.svg
|successore = [[Ugo Cappellacci]]
| Luogo nascita=[[Sanluri]], [[Provincia del Medio Campidano|VS]]
|carica2 = [[Europarlamentare]]
| Data nascita=[[6 agosto]] [[1957]]
|mandatoinizio2 = 1º luglio [[2014]]
| Luogo morte=
|mandatofine2 = 1º luglio [[2019]]
| Data morte=
|legislatura2 = [[Europarlamentari dell'Italia della VIII legislatura|VIII]]
| Titolo = Laurea in economia
|gruppo parlamentare2 = [[Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici|S&D]] <small>(fino al 10/05/2016)</small><br/>[[Non iscritti (Parlamento europeo)|NI]] <small>(dal 10/05/2016)</small><br/>[[Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici|S&D]] <small>(dal 15/05/2017)</small>
| Professione = Imprenditore e politico
|circoscrizione2 = [[Circoscrizione Italia insulare|Italia insulare]]
| Partito = [[Partito Democratico]]
|sito2 = https://www.europarl.europa.eu/meps/it/124860/RENATO_SORU/history/8
| Coalizione =
|partito = [[Progetto Sardegna]] <small>(2003-2007; dal 2023)</small> <br>In precedenza:<br>[[Democratici di Sinistra|DS]] <small>(fino al 2003)</small><br />[[Partito Democratico (Italia)|PD]] <small>(2007-2009; 2014-2019)</small><br/> [[Indipendente (politica)|Ind.]] <small>(2009-2014, 2019-2023)</small>
| Incarico = dal [[2004]]
|professione = Imprenditore, dirigente d'azienda
| Predecessore = [[Italo Masala]]
|alma mater = [[Università Bocconi di Milano]]
| Successore = ''in carica''
|titolo di studio = Laurea in discipline economiche e sociali
| Coniuge =
}}
{{Bio
Riga 26:
|GiornoMeseNascita = 6 agosto
|AnnoNascita = 1957
|LuogoMorte =
|GiornoMeseMorte =
|AnnoMorte =
|Epoca = 1900
|Epoca2 = 2000
|Attività = imprenditore
|Attività2 = politico
|Attività3 = dirigente d'azienda
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità = , fondatore di [[Tiscali (azienda)|Tiscali]] e della disciolta [[Andala UMTS]], oltreché [[Presidenti della Sardegna|presidente della Regione Autonoma Sardegna]] dal [[2004]] al [[2008]]
|Epoca = 2000
|PostNazionalità =, fondatore di [[Tiscali (azienda)|Tiscali]] e [[Presidente della Regione]] [[Sardegna]]
}}
 
==Biografia==
===Gli inizi===
Figlio di un segretario comunale e della proprietaria di un [[supermercato]], passa la prima parte della sua vita a [[Sanluri]]. Si iscrive nel [[1976]] al corso di laurea in Discipline economiche sociali presso la facoltà di [[Economia]] dell'[[Università Bocconi di Milano]], nello stesso corso dell'economista [[Alberto Alesina]], ma la abbandona all'inizio del [[1977]] per seguire delle esperienze lavorative. Si laureerà poi a 42 anni, nel [[1999]].
Figlio di Egidio Soru, applicato di segreteria<ref>Come da lui stesso dichiarato a [[Daria Bignardi]] nell'intervista realizzata durante il programma ''[http://www.la7.it/approfondimento/dettaglio.asp?prop=invasioni&video=18992 Le invasioni barbariche] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20081222075427/http://www.la7.it/approfondimento/dettaglio.asp?prop=invasioni&video=18992 |data=22 dicembre 2008 }}''</ref> nella scuola del paese, e di Gigetta Spada, proprietaria di un piccolo negozio di alimentari, Renato Soru nasce e trascorre la prima parte della sua vita a [[Sanluri]]. Diplomatosi al [[liceo classico]] con 48/60, si iscrive nel 1976 al corso di laurea in Discipline economiche sociali (DES) presso la Facoltà di Economia dell'[[Università Bocconi]] di [[Milano]]. Lascia l'università nel 1981, appena prima della tesi, per avviare un'attività imprenditoriale nel settore della [[grande distribuzione]]. Ritornerà all'università 18 anni dopo, discutendo la tesi e laureandosi nel 1999, all'età di 42 anni.
 
Nel 1986, avendo ormai avviato un'attività imprenditoriale in Sardegna, torna a lavorare a Milano. Dopo un breve periodo in A. Lazender, una società attiva nel campo dell'innovazione finanziaria, viene assunto da Tancredi Bianchi e partecipa nel 1987 alla fondazione della CBI Merchant,<ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1987/11/20/la-neonata-cbi-punta-sui-servizi-della.html|titolo=LA NEONATA CBI PUNTA SUI SERVIZI DELLA NUOVA FINANZA - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|accesso=8 settembre 2022|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20191105172847/https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1987/11/20/la-neonata-cbi-punta-sui-servizi-della.html|dataarchivio=5 novembre 2019|urlmorto=sì}}</ref> una ''[[merchant bank]]'' costituita dalle banche private italiane, a seguito della liberalizzazione anche in Italia dell'attività di banca di investimento. Nel 1992, dopo un'attività tra Londra e Milano, nell'area del ''[[trading]]'' di cambi e titoli di stato, torna in [[Sardegna]].
Una delle sue prime esperienze in ambito finanziario è stata la sua partecipazione alla fondazione della ''CBI Merchant'', ma nel [[1992]], dopo una serie di esperienze lavorative a [[Milano]], decide di tornare in [[Sardegna]]. Qui la sua attività imprenditoriale si sposta verso la grande distribuzione del mercato immobiliare nei paesi dell'[[est]] europeo.
<br>Inizia a collaborare con l'imprenditore cagliaritano [[Nicola Grauso]], creatore di [[Video On Line]], il primo ''internet provider'' di dimensioni davvero nazionali, e in contatto con lui segue il progetto relativo alla fondazione di analoga iniziativa nella [[Repubblica Ceca]]: l'''Internet provider'' [[Czech On Line]], a tutt'oggi il maggiore del paese.
 
Inizia la sua carriera di imprenditore già durante l’università, trasformando e ampliando l’attività di famiglia, aprendo nel 1978 un primo supermercato e subito dopo un secondo.
Nel [[1997]], anche in seguito alla vendita di [[Video On Line]] a [[Telecom Italia]] (che dalla fusione delle strutture di [[Video On Line]] con quelle del suo ''Internet provider'' [[Telecom On Line]] farà nascere il colosso [[Tin.it]]), torna in [[Italia]] dove l'anno successivo fonda [[Tiscali (azienda)|Tiscali]], un [[provider]] informatico che saprà far diventare tra i più importanti del mondo, sfondando come alternativa a basso costo alla telefonia tradizionale e col successivo debutto in borsa nel [[1999]].
Nel [[2003]], dopo anni di contatti informali coi [[DS]], decide di schierarsi in politica, creando un proprio movimento, denominato [[Progetto Sardegna]], che si colloca su posizioni di sinistra moderata, proponendo un programma di valorizzazione dell'economia sarda ; viene candidato alla guida della [[Regione Sardegna]] per lo schieramento di [[centrosinistra]], sostenuto da Ds, Margherita, Udeur, Sdi, Prc, Pdci, Verdi, Idv e, appunto, Progetto Sardegna. Alle elezioni del [[2004]], ottiene il 50,16% delle preferenze (487.692 voti), contro il diretto concorrente [[Mauro Pili]], esponente di [[Forza Italia]] alla guida dello schieramento di [[centrodestra]], che ha ottenuto il 40,5 % (394.271 voti)
<br>Ha quindi ufficialmente lasciato il controllo della [[Tiscali (azienda)|Tiscali]] per dedicarsi alla [[politica]], pur continuando a mantenere il 27,5% del capitale della società, ed attirandosi per questo accuse di [[conflitto di interessi]].
La giunta regionale, che ha giurato il 5 luglio del 2004, è così composta:
 
Nel [[1992]], lasciato il lavoro in CBI Merchant di cui occupava la posizione di vice direttore generale, torna in Sardegna e sposta la sua attività imprenditoriale verso la grande distribuzione, con la costruzione di due importanti centri commerciali ad Oristano e ad Olbia, quest'ultimo progettato da Aldo Rossi. Contestualmente, a seguito della [[Rivoluzione di velluto]], attratto dalle opportunità speculative dei mercati della nuova Europa, inizia un'attività nel campo immobiliare a [[Praga]], con l'idea di ripetere l'esperienza dei centri commerciali.<ref>{{Cita web|url=https://www.centrocommercialeterranova.it/|titolo=Centro Commerciale Terranova {{!}} Tanti negozi e un grande ipermercato|accesso=8 novembre 2019}}</ref>
assessore al Personale, Affari Generali e Riforma della Regione: Massimo Dadea (PD- ex Ds),
 
=== Internet in Repubblica Ceca ===
assessore all'Industria: Concetta Rau (PD- ex Margherita),
Nel 1994 in [[Repubblica Ceca]] fonda, con l'imprenditore cagliaritano [[Nicola Grauso]], il primo internet provider del Paese, [[Czech On Line]].<ref>{{Cita web|url=https://www.lupa.cz/clanky/internet-plus-preci-jen-od-1-rijna/ |titolo=Internet Plus: přeci jen od 1. října|autore=Jiří Peterka |sito=Lupa.cz|lingua=cs| data = 30 settembre 2002| accesso = 8 settembre 2022 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20210617204133/https://www.lupa.cz/clanky/internet-plus-preci-jen-od-1-rijna/ |dataarchivio = 17 giugno 2021 |urlmorto = no}}</ref> Il successo da [[Praga]] si estende con una propria rete in tutto il paese, anche grazie alla posa della prima rete in fibra ottica nelle rotaie delle ferrovie ceche. Nel 1998 Czech On Line viene venduta a un fondo di ''[[private equity]]'' finanziario e in seguito a [[Telekom Austria]].
 
===La fondazione di Tiscali===
assessore al Lavoro: Romina Congera (PRC),
 
Nel [[1997]] Soru torna in Italia, dove, grazie anche ai proventi della cessione di Czech On Line, nel gennaio del 1998 fonda [[Tessellis|Tiscali]], azienda che prende il nome dall'[[Tiscali (sito archeologico)|omonimo sito archeologico]].
assessore alla Cultura e Pubblica Istruzione: Maria Antonietta Mongiu (SD),
 
Nata a Cagliari come realtà locale a seguito della liberalizzazione del mercato delle telecomunicazioni in Italia, Tiscali ottiene subito la seconda licenza nazionale ed espande rapidamente la propria attività su tutto il territorio nazionale. Nel marzo del 1999 lancia il primo servizio di accesso gratuito a Internet in Italia.<ref>https://www.stpauls.it/fc99/0399fc/0399fc57.htm</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/tiscali-s-p-a|titolo=Tiscali S.p.A. nell'Enciclopedia Treccani|sito=www.treccani.it|lingua=it-IT|accesso=2023-06-20}}</ref>
assessore al Bilancio e Programmazione: Eliseo Secci (PD- ex Margherita),
 
Tiscali cresce fino a diventare un provider informatico tra i più importanti al mondo, imponendosi come alternativa a basso costo alla telefonia tradizionale ed entrando in borsa nel [[1999]].<ref>[https://www.wsj.com/articles/SB95617059538757342 Chief of Italian Telecom Tiscali, Soru, Knows What He's Doing - WSJ] 2000</ref> In pochi mesi capitalizza a Piazza Affari {{formatnum:30000}} miliardi di lire; Soru, che ne controlla il 70%, diventa uno dei pochi italiani ad essere inserito nella classifica di Forbes.<ref>{{Cita web | url = https://www.forbes.com/2001/01/10/0110facessoru.html?sh=6ae35df05181 | titolo = Forbes Faces: Renato Soru | sito = [[Forbes]] | lingua = en | data = 10 gennaio 2001 | accesso = 8 settembre 2022 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20220908144631/https://www.forbes.com/2001/01/10/0110facessoru.html?sh=6ae35df05181 | dataarchivio = 8 settembre 2022 | urlmorto = sì }}</ref>
assessore all'Agricoltura: Francesco Foddis (indipendente),
 
Grazie alla quotazione in borsa, Tiscali raccoglie le risorse finanziarie per supportare il progetto di espansione che la porta a divenire un ''player'' pan-Europeo.<ref>{{Cita web | url = https://www.newsweek.com/man-who-would-be-king-155215 | titolo = The Man Who Would Be King | sito = [[Newsweek]] | data = 18 febbraio 2001 | lingua = en | accesso = 8 settembre 2022 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20191216120524/https://www.newsweek.com/man-who-would-be-king-155215 |dataarchivio = 16 dicembre 2019 |urlmorto = no }}</ref> I primi anni 2000 vedono infatti Tiscali impegnata in una serie di importanti acquisizioni di Internet Service Provider in Europa. L’obiettivo della società era quello di offrire servizi internet a livello internazionale e far concorrenza ai grossi ''player'' d’Oltreoceano e agli ex-monopolisti della telefonia. Nel 2004 la società raggiunge il traguardo di 1,3 milioni di utenti [[ADSL]]. Il 2004 segna anche un cambio di strategia dell’azienda, che opta per la rifocalizzazione delle proprie attività sul territorio nazionale e nel Regno Unito, dismettendo man mano le attività negli altri Paesi europei. Nello stesso anno Soru lascia gli incarichi in Tiscali per dedicarsi alla politica, riprendendo nel 2009 la guida della società.<ref>{{Cita web | url = https://www.lanuovasardegna.it/regione/2009/03/18/news/tiscali-soru-torna-al-timone-1.3311989|titolo=Tiscali, Soru torna al timone|sito=[[La Nuova Sardegna]] |data=18 marzo 2009| accesso = 8 settembre 2022 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20191107161613/https://www.lanuovasardegna.it/regione/2009/03/18/news/tiscali-soru-torna-al-timone-1.3311989 |dataarchivio = 7 novembre 2019 |urlmorto = no}}</ref>
assessore all'Urbanistica: Gianvalerio Sanna (PD- ex Margherita),
 
===L'entrata in politica: elezioni regionali 2004===
assessore ai Lavori Pubblici: Carlo Mannoni(PD- ex Ds),
Nel [[2003]], dopo anni di contatti informali con i [[Democratici di Sinistra|DS]], entra in politica<ref>{{Cita web | url = https://www.repubblica.it/online/politica/congresso/soru/soru.html | titolo = Soru: "La rivoluzione Internet per salvare il Sud" | sito = [[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]] | data = 15 gennaio 2000 | accesso = 8 settembre 2022 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20200121010208/https://www.repubblica.it/online/politica/congresso/soru/soru.html |dataarchivio = 21 gennaio 2020 |urlmorto = no }}</ref>, creando un proprio movimento denominato [[Progetto Sardegna]], che si colloca su posizioni di sinistra moderata, proponendo un programma di valorizzazione dell'economia sarda.<ref>{{Cita web | url = https://www.regione.sardegna.it/documenti/1_18_20050104115857.pdf | titolo = Un Programma per cambiare la Sardegna. Insieme. Dichiarazioni del Presidente Renato Soru al Consiglio Regionale della Sardegna - Cagliari, 27 luglio 2004 | accesso = 8 settembre 2022 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20220123131256/https://www.regione.sardegna.it/documenti/1_18_20050104115857.pdf |dataarchivio = 23 gennaio 2022 |urlmorto = no }}</ref> Si candida quindi alla presidenza della [[Regione Sardegna]] per lo schieramento di [[centrosinistra]], sostenuto da Ds, Margherita, Udeur, Sdi, Prc, Pdci, Verdi, Idv e Progetto Sardegna. Alle [[Elezioni regionali in Sardegna del 2004|elezioni del 2004]] viene eletto presidente con il 50,13% delle preferenze ({{Formatnum:487692}} voti), battendo il diretto concorrente [[Mauro Pili]], esponente di [[Forza Italia (1994)|Forza Italia]] alla guida dello schieramento di [[centrodestra]], che ottiene il 40,53% ({{Formatnum:394271}} voti).<ref>Risultati elezioni regionali 2004 - Regione Sardegna [http://www.regione.sardegna.it/Elezioni-2004/risultati/Riassuntivo_def.htm Risultati elezioni riassuntivo definitivo] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20220709180642/https://www.regione.sardegna.it/Elezioni-2004/risultati/Riassuntivo_def.htm |data=9 luglio 2022}}</ref>
 
Lascia il controllo della Tiscali per dedicarsi alla [[politica]],<ref name="Elezioni Tiscali">{{Cita web|url=http://www.ansa.it/sardegna/notizie/2016/05/12/tiscali-renato-soru-lascia-presidenza_8cd8d467-fb5d-4409-8131-3ea1648ac332.html|titolo=Tiscali: Renato Soru lascia presidenza - Sardegna|sito=[[ANSA]].it|data=13 maggio 2016| accesso = 8 settembre 2022 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20191017143032/http://www.ansa.it/sardegna/notizie/2016/05/12/tiscali-renato-soru-lascia-presidenza_8cd8d467-fb5d-4409-8131-3ea1648ac332.html |dataarchivio = 17 ottobre 2019 |urlmorto = sì }}</ref> pur continuando a mantenere il 27,5% del capitale della società (in seguito gradualmente sceso fino al 18%),<ref name="Elezioni Tiscali" /> ed attirandosi per questo accuse di [[conflitto di interessi]]<ref>{{Cita web | url = https://www.lanuovasardegna.it/regione/2008/12/20/news/soru-lascia-l-impresa-non-voglio-ombre-1.3309954?refresh_ce | titolo = Soru lascia l'impresa: «Non voglio ombre» | autore = Alfredo Franchini | sito = [[La Nuova Sardegna]] | data = 20 dicembre 2008 | accesso = 8 settembre 2022 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20191216162528/https://www.lanuovasardegna.it/regione/2008/12/20/news/soru-lascia-l-impresa-non-voglio-ombre-1.3309954?refresh_ce |dataarchivio = 16 dicembre 2019 |urlmorto = no }}</ref>. Anche per evitare tale problema, il 7 marzo 2007 venne approvata dal Consiglio Regionale della Sardegna la Legge Regionale Statutaria, ossia una legge particolarmente rinforzata e di attuazione dello Statuto regionale, che solo dopo varie vicende venne promulgata il 10 luglio 2008, come LRS n. 1 (pubblicata sul BURAS n. 23 del 18 luglio 2008).
assessore ai Trasporti: Sandro Broccia (PD- ex Ds),
 
===L'acquisto dell{{'}}''Unità''===
assessore alla Sanità: Nerina Dirindin (PD),
Le polemiche sul suo presunto conflitto di interessi si intensificano quando il 20 maggio [[2008]] Soru acquista ''[[l'Unità]]'', la storica testata fondata da [[Antonio Gramsci]], evitando in tal modo l'ingresso nel quotidiano della famiglia [[Antonio Angelucci|Angelucci]] (proprietaria di [[Libero (quotidiano)|Libero]] e [[Il Riformista]]).<ref name=autogenerato2>{{Cita web | url = http://www.repubblica.it/2008/05/sezioni/economia/soru-unita/soru-unita/soru-unita.html | titolo = Editoria, Soru compra l'Unità Una fondazione gestirà il giornale | sito = [[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]] | data = 20 maggio 2008 | accesso = 8 settembre 2022 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20200813193610/https://www.repubblica.it/2008/05/sezioni/economia/soru-unita/soru-unita/soru-unita.html | dataarchivio = 13 agosto 2020 | urlmorto = sì }}</ref> Il cambio di proprietà ha raccolto l'approvazione del consiglio di redazione dell{{'}}''Unità'', in passato sfavorevole all'ingresso della famiglia Angelucci. Con l'ingresso di Soru nel giornale, viene incaricata alla direzione del giornale, al posto di [[Antonio Padellaro]], [[Concita De Gregorio]], all'epoca giornalista del quotidiano nazionale ''[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]''.
 
Il Comitato di Redazione, il 9 maggio 2009, ha così commentato:
assessore all'Ambiente: Cicito Morittu (PD- ex Ds),
{{Citazione|Il destino de l'Unità è a rischio, di ciò devono avere piena consapevolezza i lettori e i diversi comparti del giornale: azionista, azienda, direzione, redazione e poligrafici. [...] A fronte di tutto ciò, [...] rimane drammaticamente incerta la prospettiva che attende il quotidiano.<ref name=autogenerato1>[http://www.unita.it/news/84603/comunicato_del_cdr_de_lunit Comunicato del cdr de l'Unità - Editoria - l'Unità.it<!-- Titolo generato automaticamente -->] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20090515023306/http://www.unita.it/news/84603/comunicato_del_cdr_de_lunit |data=15 maggio 2009 }}</ref>}} Successivamente, il 27 maggio: {{Citazione|Ancora sono incerti i nuovi assetti proprietari della Nie; ancora le prospettive patrimoniali, proprietarie ed economiche appaiono confuse e preoccupanti. La redazione chiede, ora, che mostrino altrettanto senso di responsabilità tutte le parti in causa. Si avvia ora un piano di ristrutturazione determinante, per dare una prospettiva all'Unità. Ma si tratta comunque dell'avvio di un percorso difficile e pesante in primis per i lavoratori.<ref>[http://www.unita.it/news/85118/lunit_siglato_laccordo_al_ministero_del_lavoro l'Unità, siglato l'accordo al Ministero del Lavoro - Editoria - l'Unità.it<!-- Titolo generato automaticamente -->] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20090530064246/http://unita.it/news/85118/lunit_siglato_laccordo_al_ministero_del_lavoro |data=30 maggio 2009 }}</ref>}}
 
===Le dimissioni da presidente della Giunta regionale===
assessore al Turismo e Commercio: Luisanna Depau (PS)
Renato Soru presenta le dimissioni da presidente della Giunta il 25 novembre 2008, a seguito della mancata integrale approvazione della legge urbanistica regionale<ref>{{Cita web | url = http://www.corriere.it/politica/08_novembre_25/soru_dimissioni_5be193ca-bb33-11dd-b32d-00144f02aabc.shtml | titolo = Strappo di Soru: «Mi dimetto» Il presidente della Sardegna lascia per contrasti con il Pd sulla legge urbanistica regionale | sito = [[Corriere della Sera]].it | data = 26 novembre 2008 | accesso = 8 settembre 2022 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20220119054103/https://www.corriere.it/politica/08_novembre_25/soru_dimissioni_5be193ca-bb33-11dd-b32d-00144f02aabc.shtml | dataarchivio = 19 gennaio 2022 | urlmorto = sì }}</ref>.
 
Si ricandida per la coalizione di centrosinistra in occasione delle [[Elezioni regionali in Sardegna del 2009|elezioni regionali anticipate del 2009]], svolte il 15 ed il 16 febbraio, nelle quali viene sconfitto, con un distacco di ben 9 punti percentuali, dal candidato del [[Il Popolo della Libertà|Popolo della Libertà]] [[Ugo Cappellacci]]; il distacco ha raggiunto i 18 punti percentuali nel voto di coalizione.
== Controversie politiche ==
 
Nel maggio [[2009]] Soru torna nel consiglio di amministrazione di Tiscali.
 
===Elezioni europee 2014===
Nel maggio [[2014]] si candida alle [[Elezioni europee del 2014 in Italia|Elezioni europee]] con il PD nella circoscrizione [[Italia insulare]] e viene eletto con {{formatnum:182687}} preferenze superando la capolista [[Caterina Chinnici]], eletta con {{formatnum:133765}} voti<ref>{{Cita web | url = https://www.ilgiornale.it/news/interni/ecco-chi-ha-preso-pi-voti-1022316.html | titolo = Ecco chi ha preso più voti | autore = Nico Di Giuseppe | sito = [[il Giornale]] | data = 26 maggio 2014 | accesso = 9 settembre 2022 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20190327142021/http://www.ilgiornale.it/news/interni/ecco-chi-ha-preso-pi-voti-1022316.html |dataarchivio = 27 marzo 2019 |urlmorto = no }}</ref>. Il 26 ottobre 2014 diviene segretario del Partito Democratico in Sardegna.
 
Il 5 maggio [[2016]], dopo la condanna di primo grado a tre anni per evasione fiscale dal giudice monocratico del tribunale di Cagliari, si dimette da segretario regionale del PD e si sospende dal gruppo dei socialisti e democratici del Parlamento Europeo passando ai non iscritti<ref>{{Cita web | url = https://www.ilpost.it/2016/05/05/renato-soru-evasione-fiscale/ | titolo = Renato Soru si è dimesso da segretario del PD della Sardegna | sito = [[il Post]] | data = 5 maggio 2016 | accesso = 9 settembre 2022 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20190709004632/https://www.ilpost.it/2016/05/05/renato-soru-evasione-fiscale/ | dataarchivio = 9 luglio 2019 |urlmorto = no }}</ref>.
 
Una volta assolto al processo riprenderà a svolgere il suo incarico di Parlamentare europeo, ma non più di segretario regionale del Partito Democratico.
 
Non si ricandida alle europee del 2019 e torna amministratore delegato di [[Tiscali (azienda)|Tiscali]]<ref>{{Cita web | url = https://www.lanotiziagiornale.it/open-fiber-rilancia-il-progetto-con-tiscali-per-la-fibra-domestica-271-citta/ | titolo = Open Fiber rilancia il progetto con Tiscali per la fibra domestica. I servizi ultrabroadband raggiungeranno 271 città | autore = Fabrizio Colarieti | sito = La Notizia | data = 21 maggio 2019 | accesso = 9 settembre 2022 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20220819202214/https://www.lanotiziagiornale.it/open-fiber-rilancia-il-progetto-con-tiscali-per-la-fibra-domestica-271-citta/ |dataarchivio = 19 agosto 2022 |urlmorto = no }}</ref>.
 
=== La ricandidatura a presidente ===
In vista delle [[Elezioni regionali in Sardegna del 2024|elezioni regionali del 25 febbraio 2024]], Soru si ricandida alla presidenza della regione Sardegna con [[Progetto Sardegna]] venendo appoggiato anche dalle liste [[+Europa]] - [[Azione (partito politico)|Azione]] - [[Antonio Satta|Unione Popolare Cristiana]], [[Partito della Rifondazione Comunista|Rifondazione Comunista]], Liberu e Vota Sardigna (lista composta dai movimenti ProgReS, [[Indipendèntzia Repùbrica de Sardigna|iRS]] e Sardegna chiama Sardegna), sfidando il sindaco di Cagliari [[Paolo Truzzu]], candidato del centrodestra, e [[Alessandra Todde]], del [[Movimento 5 Stelle]], appoggiata tra gli altri anche dal Partito Democratico. Appoggiano Soru anche [[Liberali Democratici Europei]], [[Italia Viva]],<ref>{{Cita web|url=https://www.repubblica.it/politica/2024/02/27/news/azione_iv_terzo_polo_sardegna_risultati_calenda_renzi_soru-422209942/|titolo=Fuori dai giochi in Sardegna, flop di Azione. Ma Calenda insiste: “La nostra strada non cambia”|sito=la Repubblica|data=2024-02-27|lingua=it|accesso=2024-03-05}}</ref> [[Giuseppe De Mita|Base Popolare]] e diversi fuoriusciti del PD come [[Romina Mura]] con Alleanza Sarda e Democratica nella sua lista Progetto Sardegna.<ref>{{Cita web|url=https://www.agi.it/politica/news/2023-11-10/ritorno-soru-regionali-sardegna-2024-23904811/|titolo=Il ritorno di Soru con la sua ‘rivoluzione gentile’|sito=Agi|lingua=it|accesso=2023-12-12}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.ansa.it/sardegna/notizie/2023/12/21/rifondazione-comunista-sceglie-soru-in-vista-voto-di-febbraio_ff1ddf29-79ab-406e-a249-df3ee6769489.html|titolo=Rifondazione comunista sceglie Soru in vista voto di febbraio - Notizie - Ansa.it|sito=Agenzia ANSA|data=2023-12-21|lingua=it|accesso=2023-12-29}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.ansa.it/sardegna/notizie/2023/12/30/azione-sceglie-soru-per-le-regionali-di-febbraio-in-sardegna_527acd80-a6ff-4ff8-8ae9-b26073209850.html|titolo=Azione sceglie Soru per le regionali di febbraio in Sardegna - Notizie - Ansa.it|sito=Agenzia ANSA|data=2023-12-30|lingua=it|accesso=2023-12-30}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.ansa.it/sardegna/notizie/2023/12/30/pd-perde-pezzi-una-trentina-passano-a-coalizione-sarda-di-soru_05ad4c53-0020-4a69-b871-2f708d79283d.html|titolo=Pd perde pezzi, una trentina passano a coalizione sarda di Soru - Notizie - Ansa.it|sito=Agenzia ANSA|data=2023-12-30|lingua=it|accesso=2023-12-30}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.ottopagine.it/campania/politica/346789/base-popolare-scende-in-campo-per-riunire-tutti-i-centristi-in-un-unico-orizzont.shtml|titolo=Base Popolare scende in campo per riunire i centristi in un unico orizzonte|sito=Ottopagine.it|data=2024-01-18|lingua=it-IT|accesso=2024-02-01}}</ref> Il 25 febbraio Soru si piazza terzo dietro a Todde e Truzzu con l'8,65% e non elegge alcun consigliere regionale, non avendo superato la soglia di sbarramento del 10% per le coalizioni; il suo movimento Progetto Sardegna raccoglie invece il 3,47% risultando essere la prima lista della sua coalizione.
 
== Carriera politica ==
=== Piano Paesaggistico Regionale ===
AlcuneLa vicendeGiunta controverseregionale cheha hannodisposto vistocon Sorula protagonistadelibera sono state36/7 del 05/09/2006 l'approvazione in consiglio regionaleadozione del Piano Paesaggisticopaesaggistico Regionaleregionale (PprPPR), approvato in seguito dal Consiglio regionale. Esso è in sostanza un piano regolatore che impone precisi vincoli allo sviluppo edilizio nelle coste dell'Isola, finalizzato a tutelarne la bellezza paesaggistica e l'equilibrio ambientale. Il PprPPR fu preceduto da un temporaneo provvedimento amministrativo denominato "legge salvacoste" che non consentiva di costruire in una fascia di 2 &nbsp;km dalla costa., Oracon ill'eccezione vincolodei presentacentri unaurbani piùsituati marcatain flessibilitàprossimità della costa, e delle isole minori già urbanizzate. Il vincolo è stato poi modificato e parte da un minimo di 300 metri dal mare, ad un massimo di 5 &nbsp;km per le zone di particolare interesse naturalistico <ref>[{{Cita web | url = http://www.regione.sardegna.it/documenti/1_73_20060524220223.pdf | titolo = Piano paesaggistico regionale LEGGE REGIONALE 25 NOVEMBRE 2004, N°8]</ref>. {{citazione necessaria|Nonostante siaaccesso stato= ferocemente9 criticatosettembre all'interno2022 dell'Isola (soprattutto da parte delle [[lobby|lobby]] dell'edilizia,urlarchivio e= dai principali media regionali: la testata giornalistica regionale, [[L'Unione Sarda]] e l'emittente privata locale [[Videolina]], possedute da uno dei più importanti imprenditori edili della Sardegna, [[Sergio Zuncheddu]])}}, il Ppr è stato preso come modello da alcuni Stati del mediterraneo che puntano maggiormente sul turismo come veicolo di sviluppo economico ([[Croazia]] e [[Spagna]])<ref>[httphttps://wwwweb.altravocearchive.netorg/2007web/1220220123131141/12/paesaggio.html Operazione Sardegna-Croazia]</ref><ref>[http://www.altravoce.net/2007/12/18/esempio.html Lezione per i sardi dalla Spagna]</ref>. Soru inoltre è stato nominato dall'[[Onu]] "Ambasciatore della costa" <ref>[http://www.regione.sardegna.it/jdocumenti/v/13?s=43506&v=2&c=3&t=11_73_20060524220223.pdf |dataarchivio "Il= Presidente23 Sorugennaio nominato2022 dall'Onu|urlmorto "Ambasciatore= dellano costa"]}}</ref> proprio in merito al suo impegno e al suo ruolo nella difesa dell'ambiente delle zone costiere.
 
Nonostante sia stato ferocemente criticato all'interno dell'Isola, soprattutto da parte delle [[lobby]] dell'edilizia e dai principali media regionali (la testata giornalistica regionale [[L'Unione Sarda]] e l'emittente privata locale [[Videolina]], possedute da uno dei più importanti imprenditori edili della Sardegna, Sergio Zuncheddu), il PPR è stato preso come modello da alcuni Stati del mediterraneo che puntano maggiormente sul turismo come veicolo di sviluppo economico ([[Croazia]] e [[Spagna]])<ref>, salvo poi costruire da un capanno per gli attrezzi una villa sulla spiaggia di Cuccureddu. [http://www.altravoce.net/2007/12/12/paesaggio.html Operazione Sardegna-Croazia] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20080612150441/http://www.altravoce.net/2007/12/12/paesaggio.html |data=12 giugno 2008 }}</ref><ref>[http://www.altravoce.net/2007/12/18/esempio.html Lezione per i sardi dalla Spagna] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20071225045851/http://www.altravoce.net/2007/12/18/esempio.html |data=25 dicembre 2007 }}</ref>.
=== Tassa sul lusso ===
Altro provvedimento che ha destato scalpore è stata la cosiddetta ''tassa sul lusso'', un'imposta applicata alle seconde case di non residenti, alle imbarcazioni con lunghezza superiore ai 14 metri, agli aeromobili privati e alla plusvalenza degli immobili.
Su tale provvedimento si è pronunciata la Corte Costituzionale ritenendo incostituzionali le imposte sulle plusvalenze delle seconde case ad uso turistico e le imposte sulle seconde case ad uso turistico. Altri aspetti sono stati ritenuti legittimi, mentre su altri ancora gli atti (fatto accaduto per la prima volta in Italia) sono stati inviati alla Corte di Giustizia europea.
<ref>[http://www.la7.it/news/dettaglio_video.asp?id_video=8950&cat=economia "La7-Tasse sul lusso"]</ref>
<ref>[http://www.repubblica.it/2007/07/sezioni/ambiente/sardegna-tassa/sentenza-consulta/sentenza-consulta.html "Repubblica-Tasse sul lusso"]</ref>
<ref>[http://notizie.tiscali.it/articoli/politica/08/febbraio/14/tassa_lusso_bocciata_123.html "Tiscali-Tasse sul lusso"]</ref>
 
Soru inoltre è stato nominato dall'[[Organizzazione delle Nazioni Unite|ONU]] "Ambasciatore della costa"<ref>{{Cita web | url = https://www.regione.sardegna.it/j/v/13?s=48408&v=2&c=392&t=1 | titolo = Conferita al Presidente Soru la nomina di "Ambasciatore per la Costa" | citazione=Il riconoscimento era stato proposto due mesi fa da un'Agenzia dell'Onu per l'ambiente e la tutela delle coste, per promuovere ed estendere la politica ambientale della Regione sarda a tutto il Mediterraneo.
=== Il caso [[Saatchi & Saatchi]] ===
| data = 28 maggio 2007 | accesso = 9 settembre 2022 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20220908234650/https://www.regione.sardegna.it/j/v/13?s=48408&v=2&c=392&t=1 |dataarchivio = 8 settembre 2022 |urlmorto = no }}</ref> proprio in merito al suo impegno e al suo ruolo nella difesa dell'ambiente delle zone costiere.
Infine, il caso [[Saatchi & Saatchi]] ha visto l'istituzione
<ref>[http://consiglio.regione.sardegna.it/sito/XIIILegislatura/Commissioni/commdinchiestapubbl.asp "Istituzione Commissione Consiliare di inchiesta"]</ref> da parte del Consiglio Regionale della Sardegna di una commissione regionale (su richiesta del centro-destra, {{citazione necessaria|secondo cui la società sarebbe legata al Presidente per precedenti pubblicità di Tiscali Spa}} ), per investigare sulle presunte irregolarità nell'assegnazione alla [[Saatchi & Saatchi]] dell'appalto sulle linee guida della pubblicità regionale della Regione Sardegna, per complessivi 56 milioni di euro. <ref>[http://www.regione.sardegna.it/documenti/1_5_20060913131239.pdf "Bando d'Appalto per la pubblicità istituzionale della Regione Sardegna"]</ref>
Le conclusioni presenti nella relazione finale della Commissione Consiliare, approvate dal Consiglio Regionale, possono essere così sintetizzate:
{{quote|la Commissione di inchiesta nominata dal Consiglio regionale ha accertato evidenti anomalie nello svolgimento della gara di cui si tratta. Invero, lo svolgimento dei lavori, non pare essere stato caratterizzato da canoni d’imparzialità, trasparenza e correttezza. [...] La Commissione consiliare d’inchiesta propone pertanto al Consiglio regionale di censurare gravemente l’operato della Commissione di gara e del suo Presidente e di chiedere alla Giunta Regionale, in sede di autotutela, di annullare la gara [...].
<ref>[http://consiglio.regione.sardegna.it/sito/XIIILegislatura/DocPro/Doc20-A%20pubblicit%E0_istituzionale.pdf "Relazione Commissione Consiliare"]</ref>}}
 
=== Legge statutaria ===
{{citazione necessaria|Renato Soru non ha mai avuto modo di poter esporre il proprio operato nonostante le sue esplicite richieste. }}
Il 7 marzo [[2007]] il Consiglio regionale della Sardegna, {{Senza fonte|su forte richiesta dello stesso Soru}}, ha approvato la Legge Regionale Statutaria, LRS, 10 luglio 2008, n. 1, quale legge rinforzata di attuazione dello Statuto regionale. Il Consiglio approvò la predetta legge regionale a maggioranza assoluta ma inferiore ai due terzi dei componenti, così come previsto dall'art. 15, comma 2, dello Statuto speciale della Sardegna. Successivamente, il 13 giugno 2007, da parte di 19 componenti del Consiglio regionale, in massima parte dell'opposizione di centro destra, venne formulata la richiesta di indizione del referendum popolare previsto dallo stesso art. 15, comma 4, dello Statuto. A seguito della dichiarazione da parte dell'Ufficio regionale per il referendum, in data 2 luglio 2007, la legittimità della richiesta di referendum popolare, il 1º agosto 2007 con decreto del presidente della Regione sarda n. 69 venne indetto il referendum per il giorno 21 ottobre 2007. Nel frattempo venne impugnata con ordinanza della Corte d'appello di Cagliari l'art. 15, comma 1, della legge regionale 28 ottobre 2002, n. 21, sui referendum, e il 20 maggio 2008 la Corte costituzionale, con la sentenza n. 164, dichiarò inammissibili le questioni di legittimità costituzionale sollevate.
 
La controversia sollevata era relativa, in sostanza, alla mancanza di un quorum per la validità della consultazione referendaria. In data 30 giugno 2008 la Corte d'Appello di Cagliari, in applicazione dell'art. 14 della legge regionale 17 maggio 1957, n. 20, così come richiamato dalla legge regionale 28 ottobre 2002, n. 21, ha dato atto che la consultazione referendaria non ha raggiunto il quorum prescritto, dichiarando conseguentemente non valido il referendum. Dopo questo lungo iter venne finalmente promulgata - così come previsto dall'art. 15, comma 2, Statuto speciale per la Sardegna - la Legge statutaria della Regione Autonoma della Sardegna n. 1 del 2008, pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione Autonoma della Sardegna n. 23 del 18 luglio 2008.
A seguito del ricorso di una delle società facenti capo al R.T.I. seconda classificata, in data [[19 dicembre]] [[2007]], con sentenza 31/2008 depositata il 15/01/2008 il [[Tar]] ha assegnato l'appalto alla seconda classificata, la Meet, condannando la Regione Sardegna al pagamento di 20mila euro per spese processuali e disponendo la trasmissione della sentenza alla Procura regionale della Corte dei Conti, per le valutazioni di competenza in ordine all’accertamento di eventuali profili di [[danno erariale]].
<ref>[http://www.giustizia-amministrativa.it "Sito Ricerche sentenze TAR"]</ref>
Alla Saatchi & Saatchi è mancata la documentazione sulla certificazione ISO9001-2000, un vuoto {{citazione necessaria|giudicato ininfluente dal presidente della commissione Fulvio Dettori viste le dimensioni del gruppo, ma}} ritenuto fondamentale dal TAR di Cagliari.
Nel corso del febbraio del 2008 è diventata di pubblico dominio la notizia dell'indagine della [[Procura della Repubblica]] e dell'avviso di garanzia notificato a Renato Soru.
<ref>[http://espresso.repubblica.it/dettaglio-local/Caso-Saatchi-con-Soru-altri-dieci-indagati/1993668 Avviso di Garanzia - L'espresso"]</ref>
 
La Corte costituzionale ha ritenuto non valida questa promulgazione. La Consulta (in data 4 maggio 2009, con sentenza 149/2009)<ref>{{cita pronuncia costituzionale|tipo=sentenza|numero=149|anno=2009}}.</ref> ha infatti dichiarato ''«che non spettava al presidente della Regione Sardegna procedere alla promulgazione della suddetta legge statutaria della Sardegna n. 1 del 2008 [e] annulla, per l'effetto, la promulgazione medesima [...] avendo il presidente della Regione proceduto alla promulgazione malgrado il mancato verificarsi della condizione espressamente prescritta»'' (ossia il raggiungimento del quorum previsto dal referendum confermativo); ''«si è data efficacia ad una legge statutaria il cui procedimento di approvazione non era giunto a compimento.»''
{{citazione necessaria|È da rilevare, in tutta questa vicenda, l'attenzione mediatica del gruppo di [[Sergio Zuncheddu]] sia attraverso la stampa, che (ritenendo la vicenda di estrema gravità) attraverso la diretta televisiva di alcune sedute del consiglio regionale.}}
 
Di particolare importanza erano la previsione di incompatibilità e conflitti di interesse per consiglieri, assessori e presidente. Era regolato, per la prima volta in Italia, il negozio fiduciario per evitare i conflitti di interesse del presidente della Regione, con una struttura molto simile al [[blind trust]] anglosassone. Molte norme non erano ancora operative, come la Consulta di garanzia, pur tuttavia, Soru pose inizialmente in essere il negozio fiduciario per le sue proprietà, portafoglio azionario ecc., astenendosi dall'effettuare qualunque atto od ordine al suo fiduciario<ref>{{Cita web | url = https://www.regione.sardegna.it/j/v/80?s=89523&v=2&c=4426&t=1 | titolo = Legge Regionale Statutaria 10 luglio 2008, n. 1 | accesso = 9 settembre 2022 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20200809121847/http://www.regione.sardegna.it/j/v/80?s=89523&v=2&c=4426&t=1 |dataarchivio = 9 agosto 2020 |urlmorto = no }}</ref>, mantenendolo, a maggio 2009, per il solo quotidiano della sinistra italiana ''[[L'Unità]]''<ref name="autogenerato1" />.
== Partecipazione al Partito Democratico ==
Dal [[23 maggio]] [[2007]] Renato Soru è uno dei 45 membri del Comitato nazionale per il [[Partito Democratico (Italia)|Partito Democratico]], che riunisce i leader delle componenti del PD.
 
=== Politiche a favore dell'istruzione ===
Il [[13 settembre]] dello stesso anno Soru ha consegnato all'ufficio tecnico del costituendo partito le firme che ufficializzano la sua candidatura alle elezioni primarie per la scelta della guida regionale del PD; è stato l'unico tra i governatori regionali in carica ad aver presentato la propria discesa in campo per le elezioni primarie del [[14 ottobre]].
{{Senza fonte|La giunta regionale guidata da Renato Soru è stata particolarmente attiva nel campo dell'istruzione e più in generale delle politiche a favore della conoscenza. Primo fra tutti il programma master and back, consistente in borse di studio per residenti che volessero intraprendere un percorso di specializzazione post laurea all'estero in discipline [[STEM]] (Science, Technology, Engineering, Mathematichs), questa iniziativa fino al 2022 ha consentito a circa 4000 studenti sardi di specializzarsi attraverso percorsi di alta formazione (master di secondo livello, dottorati phd, stage e percorsi di alta formazione artistica e musicale)}}.
Dalle primarie del PD è uscito sconfitto, seppur di stretta misura, e con un forte numero di schede annullate. È infatti risultato eletto il senatore Antonello Cabras.
 
Nel 2006 nasce il programma "Sardegna speaks english", finanziato con 20 milioni di euro per consentire una alfabetizzazione massiccia della lingua inglese attraverso corsi gratuiti di vari livelli e contributi per l'acquisizione di certificazioni internazionali. Nella finanziaria 2008 vengono previsti i cosiddetti assegni di merito, che prevedono assegni di 500 euro al mese (nel caso di studenti fuori sede e fatte salve decurtazioni in caso di studenti già borsisti), per studenti universitari in regola con gli esami e con una media non inferiore a 27/30. Degni di nota anche gli assegni di ricerca con contributi anche di 2000 euro al mese. Il sostegno nei confronti della scuola media inferiore e superiore è stato invece orientato allo sviluppo di laboratori didattici integrativi alle normali lezioni (matematica, chimica, fisica, lettura ad esempio) per sviluppare le competenze di base prescritte nell'ambito OCSE-PISA.<ref>{{Cita web|url=http://www.flcgil.it/rassegna-stampa/nazionale/repubblica-ragazzi-dell-onda-il-catalogo-e-questo.flc|titolo=Repubblica: Ragazzi dell´Onda "il Catalogo è questo"|accesso=8 novembre 2019}}</ref>
==Acquisto de L'Unità==
 
Il 20 maggio 2008 Renato Soru acquista la storica testata della sinistra fondata da [[Antonio Gramsci]] de "[[l'Unità]]". Evitando, in tal modo, l'ingresso nel quotidiano della famiglia [[Antonio Angelucci|Angelucci]] (proprietaria di [[Libero (quotidiano)|Libero]] e [[Il Riformista]])<ref>[http://www.repubblica.it/2008/05/sezioni/economia/soru-unita/soru-unita/soru-unita.html La Repubblica 20.05.2008: ''Soru compra l'Unità: una fondazione gestirà il giornale'']</ref>. Soddisfatto il consiglio di redazione de L'Unità, in passato sfavorevole all'ingresso della famiglia Angelucci, che commenta:
==== Tassa regionale per la tutela e la sostenibilità ambientale ====
{{quote|In tutti questi mesi ci siamo battuti perché i nuovi assetti de L'Unità fossero coerenti con la sua storia e il suo radicamento e garantissero prospettive di sviluppo certo al giornale. La soluzione che si è determinata risponde a queste richieste e ci soddisfa appieno<ref>[http://www.repubblica.it/2008/05/sezioni/economia/soru-unita/soru-unita/soru-unita.html La Repubblica 20.05.2008: ''Soru compra l'Unità: una fondazione gestirà il giornale'']</ref>.}}
La cosiddetta ''tassa sul lusso'', un'imposta applicata alle seconde case dei residenti in Italia su territorio extraregionale, alle imbarcazioni con lunghezza superiore ai 14 metri, agli aeromobili privati e alla plusvalenza degli immobili, è stata una delle delibere della Giunta che hanno destato maggior scalpore e i più infuocati dibattiti politici. La tassa prevedeva una quota compresa tra i 9 e i 16 euro a metro quadro per le case entro i 3&nbsp;km dalla costa con un inasprimento del 20% per le case a meno di 300 metri dalla costa. Per quanto riguarda le imbarcazioni la tassa prevede una quota minima di 1.000 euro per imbarcazioni da 14 a 16 metri e sino a 15&nbsp;000 per i panfili lunghi 60 metri.<ref>[http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=241189 "Il Giornale - Tasse sul lusso"]</ref>
Nuovo direttore dell'Unità sarà designata la giornalista del quotidiano nazionale "[[la Repubblica]]", [[Concita De Gregorio]], che prenderà il posto di Padellaro. La redazione culturale del quotidiano avrà la sede a Cagliari.
 
Su tale provvedimento si è pronunciata la [[Corte costituzionale]] ritenendo incostituzionali le imposte sulle plusvalenze delle seconde case ad uso turistico e le imposte sulle seconde case ad uso turistico e imponendo alla Regione la restituzione delle somme percepite quantificate in 29,8 milioni di euro. Altri aspetti sono stati ritenuti legittimi, mentre su altri ancora la Corte costituzionale (per la prima volta, diversamente dalla [[Suprema Corte di Cassazione]]) ha effettuato rinvio pregiudiziale alla [[Corte di Giustizia]] europea, ai sensi dell'articolo 267 del TFUE [Trattato sul funzionamento dell'UE - ex art.234 TCE], per possibile conflitto con la normativa comunitaria.<ref>{{Cita web|url=http://www.la7.it/news/dettaglio_video.asp?id_video=8950&cat=economia|titolo=LA CONSULTA BOCCIA PARTE DELLA TASSA SUL LUSSO DELLA SARDEGNA - Video economia LA7.it|data=|accesso=8 novembre 2019|dataarchivio=12 giugno 2008|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080612160851/http://www.la7.it/news/dettaglio_video.asp?id_video=8950&cat=economia|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.repubblica.it/2007/07/sezioni/ambiente/sardegna-tassa/sentenza-consulta/sentenza-consulta.html|titolo=La Corte Costituzionale boccia le tasse sul lusso di Soru - ambiente - Repubblica.it|accesso=8 novembre 2019}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://notizie.tiscali.it/articoli/politica/08/febbraio/14/tassa_lusso_bocciata_123.html|titolo=Sardegna, "Illegittima la tassa sul lusso" {{!}} tiscali.notizie|data=|accesso=8 novembre 2019|dataarchivio=19 febbraio 2008|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080219022619/http://notizie.tiscali.it/articoli/politica/08/febbraio/14/tassa_lusso_bocciata_123.html|urlmorto=sì}}</ref>
 
=== Vertenza entrate tributarie ===
Una volta insediatosi alla guida della Sardegna, Soru lamenta l'eredità derivata dalle amministrazioni precedenti di un consistente buco nelle casse regionali di oltre 4 miliardi di euro (2,5 dei quali accumulati presumibilmente nel quinquennio [[1999]]-[[2004]] dalle precedenti giunte di centrodestra, tra le quali, in quella di Italo Masala, [[2003]]-[[2004]], fu Assessore al Bilancio il candidato per le elezioni regionali del [[2009]] per il PDL [[Ugo Cappellacci]]) e quindi {{Senza fonte|annuncia una legislatura di sacrifici volti a tagliare gli sprechi e i costi eccessivi (il cosiddetto taglio degli enti pubblici "inutili") per risanare tale bilancio.}}
 
In quest'ottica rivendica e, in un secondo tempo, ottiene la restituzione da parte dello Stato italiano delle somme trattenute indebitamente e derivanti dalla compartecipazione alle imposte regionali come [[IRPEF]] e [[IVA]], protrattesi per vari anni ed ammontanti ad oltre 4 miliardi di euro. Lo Stato però assicura il completo passaggio dei crediti in tre rate e solo a partire dall'anno 2013.<ref>{{Cita web|url=https://www.regione.sardegna.it/j/v/2568?s=387462&v=2&c=5466&t=1|titolo=Vertenza entrate, anche il Tar dà ragione alla Sardegna: il Governo deve pagare oltre 100 milioni di arretrati sui redditi da capitale maturati fuori Regione - Regione Autonoma della Sardegna|accesso=8 novembre 2019}}</ref> Nella finanziaria regionale 2006 la giunta propone di coprire una parte della spesa corrente e ripianare una parte dell'ereditato buco del bilancio attraverso l'inserimento di tali crediti arretrati, per l'ammontare di 1,5 miliardi di euro. Nonostante fosse un progetto approvato dalla [[Ragioneria Generale dello Stato]]<ref>[http://www.ecodisardegna.com/finanziaria-il-via-libera-arriva-nella-nottebrsoru-promosso-dalla-ragioneria-dello-stato.htm "Finanziaria, il via libera arriva nella notte Soru promosso dalla ragioneria dello stato"] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20081201084948/http://www.ecodisardegna.com/finanziaria-il-via-libera-arriva-nella-nottebrsoru-promosso-dalla-ragioneria-dello-stato.htm |data=1º dicembre 2008 }}</ref>, il provvedimento è stato in seguito bocciato dalla [[Corte Costituzionale]] con sentenza 213/2008 per illegittimità costituzionale e inammissibilità. Secondo le motivazioni della sentenza, le anticipazioni dei crediti garantiti dallo Stato a partire dal 2013 inserite nel bilancio del 2006 della Regione Sardegna sono illegittime perché violano l'art. 81 della Costituzione sull'accertabilità delle entrate. I giudici contabili hanno ritenuto una “tecnica di copertura irrazionale e irragionevole” l'anticipazione di un'entrata futura per finanziare spese correnti, giudicata “del tutto estranea ai canoni previsti dalla contabilità pubblica non solo statale ma anche regionale“, oltre che contraria al principio dell'annualità del bilancio.
 
Dopo di ciò la Giunta regionale ha presentato un bilancio riveduto e corretto nel quale compaiono sempre le entrate future, ma stavolta per un ammontare di 500 milioni di euro. In questa occasione, però, la [[Corte dei Conti]] promuove il bilancio regionale in quanto i crediti futuri inseriti derivano essenzialmente dalla compartecipazione del gettito Iva dallo Stato italiano, che per definizione è ripartibile in bilanci pluriennali, pertanto si tratta di "risorse esigibili a tutti gli effetti", quindi non anticipazioni di entrate future ma risorse che provengono da entrate proprie, maturate in virtù dello Statuto sardo. Nella sentenza della Corte dei Conti viene inoltre sottolineato come il processo di risanamento di bilancio portato avanti dalla Giunta regionale sia meritevole di attenzione e certifichi la buona gestione delle proprie risorse finanziarie<ref>[http://www.regione.sardegna.it/j/v/491?s=102718&v=2&c=1489&t=1 ''IL SARDEGNA - Politica: Corte dei conti, ok al bilancio'']</ref>.
 
=== Servitù militari ===
Dopo poco tempo dal suo insediamento come presidente regionale, Soru ha risollevato l'annoso problema del grosso peso che hanno le basi militari in Sardegna<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/2005/maggio/06/Soru_disobbediente_agli_Usa_via_co_8_050506036.shtml ''Soru «disobbediente» agli Usa: via le basi'']</ref>. Nell'isola, 38&nbsp;000 ettari di territorio sono servitù militari che in termini percentuali rappresentano oltre il 60 per cento sul totale nazionale.<ref>{{Cita web|url=https://www.ansa.it/sardegna/notizie/2017/12/12/servitu-militarispiagge-sardeliberate_ab7b4854-4f34-4962-a5ab-cc11f6c33697.html|titolo=Servitù militari,spiagge sarde'liberate' - Sardegna|sito=Agenzia ANSA|data=2017-12-12|lingua=it|accesso=2023-06-20}}</ref> Per mesi, Soru ha sollecitato il governo a interventi di riequilibrio, fino a riuscire ad ottenere l'abbandono dei militari [[USA]] dalla base di [[Isola Santo Stefano (Sardegna)|Santo Stefano]] nell'arcipelago di [[La Maddalena]]<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/2006/agosto/10/Gli_Usa_entro_2008_via_co_9_060810035.shtml ''Gli Usa: entro il 2008 via dalla Maddalena'']</ref> dove erano presenti anche vari sommergibili nucleari. La giunta regionale ha dato il via a vari progetti di riqualificazione dell'ex base militare, ad uso turistico.
 
==Le vicende processuali==
===Il caso Tiscali===
L'accusa di false comunicazioni sociali nei confronti di Soru insieme ad altri imputati (Luca Scano, Salvatore Pulvirenti e Andrea Podda e Roberto Lai, Romano Fischietti, Ernesto Fara e Mario Rosso, ex ad della società), per la quale la Procura di [[Cagliari]] aveva chiesto la condanna a tre anni, al termine del processo di primo grado durato due anni, si conclude con una sentenza assolutoria accogliendo la ricostruzione delle difese sulla correttezza dei comportamenti degli amministratori Tiscali.
 
L'inchiesta sui i bilanci e gli atti di vendita dei rami d'azienda dalla capogruppo Tiscali S.p.A. a Tiscali Italia S.r.l. e Tiscali Service S.r.l. aveva considerato anomala un'operazione da 162 milioni di euro, inseriti in bilancio nel [[2005]], che secondo la procura avrebbe potuto influenzare l'andamento di Tiscali nel mercato borsistico.
 
Il processo di primo grado si conclude il 16 aprile 2019 con una sentenza che assolve tutti gli imputati perché il fatto non sussiste. L’assoluzione riguarda anche fatti già caduti in prescrizione.<ref>{{Cita web|url=https://www.repubblica.it/cronaca/2019/04/16/news/processo_tiscali_soru_assolto-224178882/|titolo=Processo Tiscali: Soru assolto, cadono tutte le accuse|sito=Repubblica.it|data=16 aprile 2019|accesso=17 ottobre 2019}}</ref>
 
=== Caso Saatchi & Saatchi ===
Il caso [[Saatchi & Saatchi]] ha visto l'istituzione<ref>[http://consiglio.regione.sardegna.it/sito/XIIILegislatura/Commissioni/commdinchiestapubbl.asp "Istituzione Commissione Consiliare di inchiesta"] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20080115075927/http://consiglio.regione.sardegna.it/sito/XIIILegislatura/Commissioni/commdinchiestapubbl.asp |data=15 gennaio 2008 }}</ref> da parte del Consiglio regionale della Sardegna di una commissione regionale, per investigare sulle presunte irregolarità nell'assegnazione alla Saatchi & Saatchi dell'appalto sulle linee guida della pubblicità regionale della Regione Sardegna, per complessivi 56 milioni di euro.<ref>[http://www.regione.sardegna.it/documenti/1_5_20060913131239.pdf "Bando d'Appalto per la pubblicità istituzionale della Regione Sardegna"]</ref>
 
In seguito si accerta l'intenzione della Saatchi & Saatchi di affidare in subappalto fino al 30% dell'incarico a Sardinia Media Factory, un consorzio di imprese sarde al cui vertice figurano nomi che hanno collaborato o hanno avuto un ruolo dirigenziale in Tiscali come i fratelli Benoni.
 
Le conclusioni presenti nella relazione finale della Commissione consiliare, approvate dal Consiglio regionale, possono essere così sintetizzate:
{{Citazione|la Commissione di inchiesta nominata dal Consiglio regionale ha accertato evidenti anomalie nello svolgimento della gara di cui si tratta. Invero, lo svolgimento dei lavori, non pare essere stato caratterizzato da canoni d'imparzialità, trasparenza e correttezza. [...] La Commissione consiliare d'inchiesta propone pertanto al Consiglio regionale di censurare gravemente l'operato della Commissione di gara e del suo Presidente e di chiedere alla Giunta Regionale, in sede di autotutela, di annullare la gara e di effettuare una nuova valutazione sull'opportunità che il prof. Fulvio Dettori mantenga la funzione che ricopre all'interno dell'Amministrazione regionale.
[...].<ref>{{collegamento interrotto|1=[http://consiglio.regione.sardegna.it/sito/XIIILegislatura/DocPro/Doc20-A%20pubblicit%E0_istituzionale.pdf "Relazione Commissione Consiliare"] |data=aprile 2018 |bot=InternetArchiveBot }}</ref>}}
 
Alla Saatchi & Saatchi è mancata la documentazione sulla certificazione ISO9001-2000, un vuoto ritenuto fondamentale dal [[Tribunale amministrativo regionale|TAR]] di Cagliari. Nel corso del febbraio del 2008 è diventata di pubblico dominio la notizia dell'indagine della [[Procura della Repubblica]] e dell'avviso di garanzia notificato a Renato Soru.<ref>[http://espresso.repubblica.it/dettaglio-local/Caso-Saatchi-con-Soru-altri-dieci-indagati/1993668 Avviso di Garanzia - L'espresso] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20080304151120/http://espresso.repubblica.it/dettaglio-local/Caso-Saatchi-con-Soru-altri-dieci-indagati/1993668 |data=4 marzo 2008 }}</ref> Il 13 marzo 2009 il procuratore della Repubblica di Cagliari chiede il [[rinvio a giudizio]] per l'ex presidente della Regione.<ref>{{collegamento interrotto|1=[http://www.agi.it/ultime-notizie-page/200903131926-cro-rom1142-art.html Caso Saatchi, chiesto il rinvio a giudizio per Soru] |data=aprile 2018 |bot=InternetArchiveBot }}</ref> Il 17 luglio 2009 il G.U.P. rinvia a giudizio l'ex presidente della Regione.
 
Il 22 aprile 2011 Renato Soru viene assolto dal tribunale di Cagliari con formula piena dall'accusa di turbativa d'asta, per non aver commesso il fatto, e di abuso d'ufficio, poiché il fatto non sussiste. Assieme a lui sono stati assolti con formula piena anche gli altri tre imputati: Fabrizio Caprara ([[amministratore delegato]] di Saatchi & Saatchi) e i fratelli Benoni del consorzio Sardegna Media Factory<ref>{{Cita news|url=http://www.repubblica.it/cronaca/2011/04/22/news/soru_assolto-15259121/|titolo=Renato Soru assolto con formula piena "Non commento. Ha detto tutto il giudice"|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]] |data=22 aprile 2011|accesso=22 aprile 2011}}</ref>. È divenuta inoltre celebre{{Senza fonte}} la frase pronunciata dall'ex presidente Soru all'uscita dal tribunale: ''«La piena assoluzione ha dato nuovo slancio alla carriera politica di Renato Soru, che a partire dal 2011 ha riacquistato la leadership della maggioranza interna al PD sardo e ha espresso la possibilità di candidarsi a nuovi incarichi, regionali o nazionali.»'' (aveva infatti pubblicamente affermato di non volersi più candidare in caso di condanna)<ref>{{Cita news|url=http://lanuovasardegna.gelocal.it/sardegna/2011/04/26/news/pd-renato-soru-entra-nell-operazione-rilancio-4037620|titolo=Pd, Renato Soru entra nell'operazione rilancio"|pubblicazione=[[la Nuova Sardegna]]|data=26 aprile 2011|accesso=26 aprile 2011|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110524211716/http://lanuovasardegna.gelocal.it/sardegna/2011/04/26/news/pd-renato-soru-entra-nell-operazione-rilancio-4037620|dataarchivio=24 maggio 2011}}</ref>.
 
=== L'indagine per evasione fiscale ===
Nel [[2011]] la Procura di Cagliari apre un'inchiesta per [[evasione fiscale]] in seguito ad accertamenti della [[Guardia di Finanza]] su un prestito concesso nel [[2004]] dalla società inglese Andalas Ldt (all’epoca di proprietà di Soru) a Tiscali<ref>{{Cita news|url=http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/09/12/soru-indagato-per-evasione-fiscale/156938/|titolo=Soru indagato per evasione fiscale|giornale=Il Fatto Quotidiano|data= 12 settembre 2011}}</ref>. Il 13 ottobre [[2011]], su ordine del giudice per le indagini preliminari di [[Cagliari]] Simone Nespoli, la [[Guardia di Finanza]] sequestra i conti bancari e alcune proprietà di Soru per un valore di tre milioni e ventimila euro<ref>{{Cita news|url=http://www.unionesarda.it/articolo/cronache_dalla_sardegna/2011/10/15/nei_conti_solo_300_mila_euro_sequestrate_le_case_di_soru-6-238669.html|titolo=Nei conti "solo" 300 mila euro: sequestrate le case di Soru|data=15 ottobre 2011|giornale=Unione Sarda}}</ref><ref>{{Cita news|url=http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/10/13/sequestrati-tre-milioni-di-euro-a-soru-per-una-presunta-evasione-fiscale/163533/|titolo=Sequestrati tre milioni di euro a Soruper una presunta evasione fiscale|giornale=Il Fatto Quotidiano|data=13 ottobre 2011}}</ref>.
 
Il 5 maggio [[2016]] viene condannato in primo grado dal giudice del tribunale di [[Cagliari]] a tre anni di reclusione per evasione fiscale e all'interdizione per due anni "dagli uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese, dalle funzioni di rappresentanza e assistenza in materia tributaria, nonché l'incapacità di contrattare con la pubblica amministrazione", oltre alla confisca delle somme già sequestrate<ref>{{Cita news|url=http://www.corriere.it/cronache/16_maggio_05/evasione-fiscale-condannato-tre-anni-patron-tiscali-renato-soru-db056e4c-1292-11e6-918d-cff62dc61260.shtml?intcmp=exit_page|titolo=Soru condannato a tre anni lascia la segreteria regionale Pd. Grillo: «Epopea immorale»|autore=Annalisa Grandi|data=5 maggio 2016|giornale=Corriere della Sera|accesso=5 maggio 2016|dataarchivio=2 giugno 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160602142330/http://www.corriere.it/cronache/16_maggio_05/evasione-fiscale-condannato-tre-anni-patron-tiscali-renato-soru-db056e4c-1292-11e6-918d-cff62dc61260.shtml?intcmp=exit_page|urlmorto=sì}}</ref> Il 7 maggio 2017 la Corte di Appello di Cagliari annulla la sentenza di primo grado, riconoscendo che c'è stata evasione fiscale, ma che questa è stata dovuta ad errori contabili e non all'intenzione di evadere il fisco.<ref>{{Cita news|url=http://www.repubblica.it/cronaca/2017/05/08/news/tiscali_non_ci_fu_evasione_fiscale_renato_soru_assolto_in_appello-164927294/|titolo=Tiscali, evasione fiscale: Renato Soru assolto in appello. "Fine di un incubo, ora voglio stare con i miei figli"|giornale=La Repubblica|data=8 maggio 2017}}</ref>
 
Il 7 maggio 2017 la Corte di Appello di Cagliari, su richiesta della stessa procura generale, assolve Renato Soru.<ref>{{Cita web|url=http://www.ansa.it/sardegna/notizie/2017/05/08/soru-assolto-da-evasione-fiscale_05372cfe-7b87-4d67-8b33-f88138fd242f.html|titolo=Soru assolto da evasione fiscale - Sardegna|sito=ANSA.it|data=8 maggio 2017|accesso=8 novembre 2019}}</ref>
 
=== Il contrasto con Silvio Berlusconi ===
Nel luglio del 2019 il giudice civile del tribunale di Cagliari ha condannato Silvio Berlusconi per diffamazione nei confronti di Renato Soru e al risarcimento danni per 40.000 euro, oltre alle spese legali e alla pubblicazione della sentenza su diversi quotidiani nazionali e regionali. Ciò a seguito delle affermazioni “false e lesive della reputazione di Soru”, fatte da Silvio Berlusconi nel febbraio del 2009 in campagna elettorale. Berlusconi era infatti intervenuto a sostegno del candidato di Forza Italia alla presidenza della Regione Sardegna, rilasciando dichiarazioni diffamatorie su Renato Soru come politico e come imprenditore.<ref>{{Cita web|url=https://www.ansa.it/sardegna/notizie/2019/07/19/soru-un-fallito-condannato-berlusconi_9259e654-e18a-4429-bfc8-a601bc68b982.html|titolo="Soru un fallito", condannato Berlusconi - Sardegna|sito=Agenzia ANSA|data=2019-07-19|lingua=it|accesso=2023-06-20}}</ref>
 
=== Il caso del fallimento dell{{'}}''Unità'' ===
Il 5 settembre [[2022]] viene rinviato a giudizio nell'ambito del procedimento relativo al fallimento del quotidiano [[L'Unità|L’Unità]]. La decisione è stata assunta dal gup di [[Roma]] che ha fissato l'inizio del processo al prossimo 13 febbraio. L'accusa della procura nei confronti dell'ex presidente della [[Sardegna]] è di bancarotta per distrazione e dissipazione.<ref>{{Cita web|url=https://www.agi.it/cronaca/news/2022-09-05/crac-l-unita-rinviato-a-giudizio-imprenditore-renato-soru-17964959/|titolo=Renato Soru è stato rinviato a giudizio per il crac de L'Unità|sito=Agi|lingua=it|accesso=2022-09-05}}</ref> L’11 novembre 2024 l'ex presidente della Regione '''Renato Soru''' è stato assolto a Roma nell'ambito del processo relativo al fallimento dell'Unità con la formula «perché il fatto non sussiste».<ref>{{Cita web|lingua=it|url=https://www.lanuovasardegna.it/regione/2024/11/11/news/fallimento-dell-unita-renato-soru-assolto-a-roma-1.100616440|titolo=Fallimento dell’Unità, Renato Soru assolto a Roma|sito=La Nuova Sardegna|accesso=2025-01-29}}</ref>
 
== Il rientro a Tiscali ==
Nel marzo del 2009, a conclusione dell’esperienza politica, rientra nel consiglio di amministrazione di Tiscali (fino a diventare presidente e Amministratore Delegato in estate) in qualità di socio di maggioranza relativa<ref>https://www.tiscali.com/download/bilancio-2008/?wpdmdl=12281&refresh=5dea136743b771575621479</ref> L’azienda è in una situazione di forte crisi finanziaria, con oltre 600 milioni di indebitamento:<ref>{{Cita web|url=https://www.repubblica.it/2009/01/sezioni/economia/caso-5/caso-gen21/caso-gen21.html|titolo=Tiscali, la crisi colpisce duro anche in Sardegna - economia - Repubblica.it|sito=www.repubblica.it|accesso=2023-06-20}}</ref> viene effettuata una pesante ristrutturazione finanziaria ed industriale che porta alla dismissione delle attività inglesi oltre che un aumento di capitale da 190 milioni di euro. A fine del 2009 parte il rilancio industriale del gruppo, con l’obiettivo di ridurre l’indebitamento.
 
Nel 2012 vengono costituite le società Veesible S.r.l. (concessionaria che si occupa della vendita di spazi pubblicitari), Indoona S.r.l. (società finalizzata allo sviluppo dell’omonima applicazione), e Istella S.r.l.<ref>{{Cita web|url=https://www.repubblica.it/tecnologia/2013/03/19/news/istella_motore_italiano-54841735/|titolo=Istella, la nuova scommessa di Tiscaliarriva il motore di ricerca "social"|sito=La Repubblica|data=18 marzo 2013|accesso=8 novembre 2019}}</ref> Nel 2013 il motore di ricerca Istella raggiunge 4,5 miliardi di pagine indicizzate e 200 terabytes di dati.<ref>{{Cita web|url= http://www.ilsole24ore.com/art/tecnologie/2013-03-19/istella-nuova-scommessa-tiscali-160940.shtml?uuid=Ab05QcfH|titolo=Istella, il motore di ricerca italiano che sfida Google|sito=Il Sole 24 ORE | accesso = 9 settembre 2022 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20140903120139/https://www.ilsole24ore.com/art/tecnologie/2013-03-19/istella-nuova-scommessa-tiscali-160940.shtml%3Fuuid%3DAb05QcfH |dataarchivio = 3 settembre 2014 |urlmorto = no}}</ref> Nel 2011 era stato invece lanciato un terzo servizio OTT, Streamago, un servizio di streaming video. Il nome di Streamago veniva cambiato in Streamera a fine giugno 2015, mentre il servizio per i social prendeva il nome di Streamago Social.
 
Nel 2014 Tiscali partecipa alla gara per l’affidamento dei servizi di connettività della pubblica amministrazione nell’ambito del Sistema pubblico di connettività (SPC) (“Gara CONSIP”), vincendola.<ref>{{Cita web | url = https://notizie.tiscali.it/economia/articoli/tiscali-contratto-consip/ | titolo = La nuova Tiscali fornirà Internet alla pubblica amministrazione. Firmato il contratto | accesso = 9 settembre 2022 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20191206141456/https://notizie.tiscali.it/economia/articoli/tiscali-contratto-consip/ |dataarchivio = 6 dicembre 2019 |urlmorto = no }}</ref>
 
Nel corso del 2015 viene negoziata e definita la fusione con Aria S.p.A., a esito della quale, nel febbraio del 2016, viene nominato un nuovo Consiglio di Amministrazione espressione della nuova maggioranza russa, dove Riccardo Ruggiero ricopre la carica di AD, mentre Renato Soru mantiene la carica di presidente esecutivo, carica che lascia a fine 2016, pur rimanendo membro del Consiglio.
 
Dall'ottobre del 2017 Renato Soru è presidente e proprietario di una quota di Istella, società uscita dal perimetro di Tiscali attiva nel settore dei ''[[big data]]'' e dell’intelligenza artificiale.<ref>{{Cita web|url=https://istella.ai/it/homepage/|titolo=Istella – Big Data ed Artificial Intelligence|sito=istella.ai|lingua=it-IT|accesso=2023-06-20}}</ref>
 
{{Senza fonte|Nel maggio del 2019, Soru torna alla guida della società come amministratore delegato, in seguito all’accordo con una cordata di investitori italiani, capitanata dal banchiere Claudio Costamagna, che hanno rilevato le quote dei soci russi, diventando quindi insieme a Soru gli azionisti di maggioranza di Tiscali.}}
 
==Note==
<references/>
 
==Bibliografia==
 
* {{Cita libro|autore=Antonello Licheri|altri=presentazione di Filippo Peretti|titolo=Il breve volo: il presidenzialismo carismatico di Renato Soru|anno=2010|editore=Carlo Delfino editore|città=Sassari|ISBN=9788871385679}}
* {{Cita libro|autore=[[Andrea Raggio]]|altri=presentazione di Gianluca Scroccu|titolo=Cronaca di una legislatura: da Renato Soru a Ugo Cappellacci (2004-2009)|collana=Politica e società|anno=2010|editore=Aipsa|città=Cagliari|ISBN=9788895692272}}
 
==Voci correlate==
* [[Giunta regionale della Sardegna]]
* [[Presidenti della Sardegna]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|q}}
 
==Collegamenti esterni==
* {{openpolis|id=274990Collegamenti esterni}}
* {{cita web
* [http://www.Regione.sardegna.it Sito della Regione Sardegna]
|url = http://lanuovasardegna.repubblica.it/dettaglio/Referendum-il-quorum-e-mancato-Fallita-la-spallata-a-Soru/1523226?edizione=EdRegionale
|titolo = Referendum, quorum mancato Fallita la spallata alla giunta Soru
|editore = lanuovasardegna.repubblica.it
|data = 5 ottobre 2008
|accesso = 5 ottobre 2008
|urlmorto = sì
|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20081006180831/http://lanuovasardegna.repubblica.it/dettaglio/Referendum-il-quorum-e-mancato-Fallita-la-spallata-a-Soru/1523226?edizione=EdRegionale
|dataarchivio = 6 ottobre 2008
}}
 
{{Box successione
|carica = [[Presidenti della Sardegna|Presidente della Regione Sardegna]]
|immagine = Flag of Sardinia.svg
|periodo = [[426 aprile]]giugno [[2004]] - ''in25 carica''dicembre [[2008]]
|precedente = [[Italo Masala]]
|successivo = -}}[[Ugo Cappellacci]]
}}
{{Portale|biografie|politica|Sardegna}}
{{Presidenti della Sardegna}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|biografie|editoria|politica}}
 
[[Categoria:ImprenditoriEuroparlamentari sardidell'Italia della VIII legislatura]]
[[Categoria:Politici sardidei Democratici di Sinistra]]
[[Categoria:Politici del Partito Democratico (Italia)]]
[[Categoria:Consiglieri regionali della Sardegna]]
[[Categoria:Presidenti della Sardegna]]
[[Categoria:Personalità legate a Cagliari]]
[[Categoria:Fondatori di impresa]]
[[Categoria:PoliticiStudenti deldell'Università Partitocommerciale DemocraticoLuigi (Italia)Bocconi]]
 
[[de:Renato Soru]]
[[en:Renato Soru]]
[[fr:Renato Soru]]
[[pt:Renato Soru]]
[[tr:Renato Soru]]