Uranio impoverito: differenze tra le versioni
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L{{'}}'''uranio impoverito''' è un sottoprodotto del procedimento di [[Uranio arricchito|arricchimento dell'uranio]]. La miscela di <sup>235</sup>U e <sup>238</sup>U, con arricchimento maggiore in <sup>235</sup>U della concentrazione naturale (0,7110%), costituisce viceversa l'[[uranio arricchito]] utilizzato come combustibile nelle [[centrali nucleari]] e come principale elemento detonante nelle [[armi nucleari]].
Il materiale rimanente dal processo di arricchimento presenta una concentrazione ancora maggiore in <sup>238</sup>U, che ha una minore [[attività (fisica)|attività]] specifica dell'uranio naturale. Il termine è una traduzione dall'inglese ''depleted uranium'', che a volte viene tradotto gergalmente con il termine ''uranio depleto''. Il terzo isotopo naturale dell'uranio (<sup>234</sup>U) si concentra a sua volta nell'uranio arricchito e si disperde nell'uranio impoverito. L'estrazione di <sup>235</sup>U, a partire dall'uranio contenuto in minerali naturali, avviene in diversi modi, e il risultato finale nel materiale impoverito è un prodotto in cui la percentuale di <sup>235</sup>U è più bassa che nel materiale originale (passa dallo 0,7110% allo 0,25-0,4%).
Da 12 kg di uranio naturale si ottengono all'incirca 1 kg di uranio arricchito al 5% di <sup>235</sup>U e 11 kg di uranio impoverito.<ref>{{en}} [http://www.wise-uranium.org/rcfdu.html WISE Uranium Project: Depleted Uranium Fraction Calculator]</ref> Quasi tutto l'uranio impoverito (circa il 95%) è conservato sotto forma di [[esafluoruro di uranio]] (UF<sub>6</sub>), in cilindri stoccati all'aperto, per evitare il pericolo di accumulo di [[acido fluoridrico]] in caso di incidenti.<ref>{{cita web | editore= Institute for Energy and Environmental Research | data = dicembre 1997 | titolo = What is DUF<sub>6</sub>? Is it dangerous and what should we do with it? | url = http://www.ieer.org/sdafiles/vol_5/5-2/deararj.html | accesso=24 settembre 2007}}</ref>
== L'uranio impoverito nel ciclo del combustibile nucleare ==
[[File:Ciclo U-Pu termico.svg|thumb|Ciclo Uranio-Plutonio in reattori termici|228x228px]]Nel ciclo attuale del combustibile nucleare, a partire dall'[[uranio]] purificato si ottengono il combustibile arricchito (al 3,5% di <sup>235</sup>U) e una grande quantità di uranio impoverito di scarto. Dopo l'uso in reattori, si ottiene il "combustibile esausto" che presenta elevata [[radiotossicità]] e complesse problematiche di trattamento: il materiale può essere soggetto a riprocessamento o allo smaltimento come [[scorie radioattive]]. Quindi l'uranio impoverito, con una ben maggiore purezza di <sup>238</sup>U e privo dei composti ottenuti dalla fissione nucleare, non va confuso con il "combustibile esausto". L'uranio impoverito può essere miscelato con il plutonio ottenuto dal riprocessamento per la produzione di [[Combustibile ossido misto|combustibile MOX]], che ha un comportamento fisico simile a quello del combustibile originario e può essere utilizzato assieme all'uranio.
== Riserve di uranio impoverito ==
[[File:DUF6 cylinder leak.gif|upright=1.2|thumb|Serbatoio di esafluoruro di uranio (impoverito), con evidenziata una perdita]]
{| class="wikitable sortable"
|colspan=4|'''Stima degli stock di uranio impoverito nel mondo'''<ref>{{en}} [http://www.wise-uranium.org/eddat.html WISE Uranium Project: Depleted Uranium Inventories]</ref>
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== Utilizzi civili ==
L'uranio impoverito viene utilizzato in vari campi dell'industria civile. Questo utilizzo è favorito da alcune caratteristiche:
* la sua alta densità, che si traduce in un elevatissimo [[peso specifico]];
* il basso costo;
* la relativa abbondanza (dovuta al fatto che da più di 40 anni si accumula nei depositi di materiale di scarto radioattivo);
* [[duttilità]];
* capacità di assorbire le radiazioni.
I suoi due usi civili più importanti sono come materiale per la schermatura dalle radiazioni (anche in campo medico) e come [[contrappeso]] in applicazioni aerospaziali, come per le superfici di controllo degli aerei ([[alettone (aeronautica)|alettoni]] e [[piano di coda|piani di coda]]), e navali. Nel disastro aereo di un [[Boeing 747]] ad Amsterdam, nel 1992, si accertò la mancanza di circa 150 kg di uranio impoverito su un totale di 282 kg<ref>{{en}} [http://cat.inist.fr/?aModele=afficheN&cpsidt=1431532 Evaluating the risk from depleted uranium after the Boeing 747-258F crash in Amsterdam, 1992] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20150410214658/http://cat.inist.fr/?aModele=afficheN&cpsidt=1431532 |data=10 aprile 2015 }}</ref><ref>{{en}} P.A.M. Uijt de Haag, R.C.G.M. Smetsers, H.Witlox, H.W. Krüs e A.H.M. Eisenga, [http://www.cyclone.nl/bijlmer/bijlmer.htm Risk analysis of depleted uranium following an aircraft crash] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20090304132600/http://www.cyclone.nl/bijlmer/bijlmer.htm |data=4 marzo 2009 }}</ref>. Esso è usato anche nei [[Pozzo petrolifero|pozzi petroliferi]] come parte delle ''sinker bars'', cioè pesi usati per fare affondare strumentazioni nei pozzi pieni di fango. È usato anche nei [[rotore (meccanica)|rotori]] [[giroscopio|giroscopici]] ad alte prestazioni, nei veicoli di rientro dei [[missili balistici]], negli [[yacht (barca a vela)|yacht]] da competizione come componente della [[deriva (scafo)|deriva]], nelle frecce per il tiro con l'arco e nelle mazze da [[golf]].
== Utilizzi militari ==
[[
Oltre che in applicazioni civili, l'uranio impoverito viene usato nelle munizioni anticarro e nelle corazzature di alcuni sistemi d'arma. Se adeguatamente [[Lega (metallurgia)|legato]] e trattato ad alte temperature (ad esempio con 2% di [[molibdeno]] o 0,75% di [[titanio]]; temprato rapidamente a 850 °C in olio o acqua, successivamente mantenuto a 450 °C per 5 ore), l'uranio impoverito diviene duro e resistente come l'[[acciaio temprato]] ([[Tensione interna|sollecitazione]] a rottura di ca. 1600 [[pascal (unità di misura)|MPa]]). In combinazione con la sua elevata [[densità]], se usato come componente di munizioni anticarro esso risulta molto efficace contro le corazzature, decisamente superiore al più costoso [[tungsteno]] monocristallino, il suo principale concorrente.
Per questo, ed essendo inoltre estremamente denso e piroforico (capace di accendersi spontaneamente), negli [[anni 1960|anni sessanta]] le forze armate statunitensi iniziarono ad interessarsi all'uso dell'uranio impoverito. La tipica munizione all'uranio impoverito è costituita da un rivestimento (''sabot'') che viene perduto in volo per effetto aerodinamico e da un [[proiettile]] penetrante, chiamato "penetratore", che è la parte che effettivamente penetra nella corazzatura, per il solo effetto dell'alta [[densità]] unita alla grande [[energia cinetica]] dovuta all'alta velocità. Il processo di penetrazione polverizza la maggior parte dell'uranio che esplode in frammenti incandescenti (fino a 3 000 °C) quando colpisce l'aria dall'altra parte della corazzatura perforata, aumentandone l'effetto distruttivo ed altamente tossico.
Le munizioni di questo tipo vengono chiamate nella terminologia militare API, ''Armor Piercing Incendiary'', ovvero munizioni perforanti incendiarie. Circa 300 tonnellate di uranio impoverito sono state esplose per la prima volta in un conflitto durante la [[Guerra del Golfo|prima guerra del Golfo]] da parte dell'esercito statunitense, principalmente dai cannoni [[GAU-8 Avenger]] da [[30 mm]] degli [[Aereo da attacco al suolo|Aerei da attacco al suolo]] [[A-10 Thunderbolt]], ogni proiettile dei quali conteneva 272 grammi di uranio impoverito. L'uranio impoverito è stato usato anche nella [[guerra in Bosnia ed Erzegovina]], nella [[guerra del Kosovo]] e, in misura minore, nella [[Guerra in Iraq|seconda guerra del Golfo]].
===
[[File:Kosovo uranium NATO bombing1999.png|thumb|upright=1.4|I punti rossi indicano le zone in cui sono stati usati munizionamenti ad Uranio impoverito]]
== Effetti
{{F|fisica|giugno 2011}}
=== Meccanismi di contaminazione ===
Quando un penetratore all'uranio impatta su un obiettivo, o quando un [[carro armato]] con corazzatura all'uranio prende fuoco, parte dell'uranio impoverito brucia e si frammenta in piccole particelle. I penetratori all'uranio impoverito che non colpiscono l'obiettivo possono rimanere sul suolo, essere sepolti o rimanere sommersi nell'acqua, [[ossidazione|ossidandosi]], disgregandosi e
Esplosioni di test e studi sul campo hanno mostrato che la maggior parte della polvere prodotta dagli impatti (costituita dal proiettile stesso ed in maggior proporzione dal bersaglio stesso) finisce per depositarsi entro un raggio di 50 metri dal bersaglio. Tuttavia, considerando le particelle più fini - o nanoparticelle - (tra il miliardesimo ed il milionesimo di metro), pur costituendo una parte relativamente ridotta della massa totale, queste saranno disperse in [[atmosfera]]
Va osservato che il successivo radionuclide della catena radioattiva del U-238 (detta 4n + 2), il U-234 presentando una emivita estremamente lunga su scala umana (emivita = 245,5 ka), "blocca" la formazione degli altri radionuclidi estremamente radiotossici della catena (radionuclidi fra i quali <sup>230</sup>Th, <sup>226</sup>Ra, <sup>222</sup>Rn, <sup>218,214,210</sup>Po, At, <sup>210,214</sup>Pb, Tl, <sup>214</sup>Bi), che sono appunto assenti nel DU. In altre parole, il DU è estremamente meno radiotossico sia dell'uranio naturale contenente tutti i propri discendenti radioattivi (fino al Pb-206 e Pb-207), sia dell'uranio di composizione isotopica naturale estratto dai minerali uraniferi e contenente nelle proporzioni naturali anche U-235 ed U-234. Un contatto diretto e prolungato con munizioni o corazzature all'uranio impoverito può causare effetti clinici nefasti solo se l'uranio è esposto e direttamente in contatto con la cute; bisogna sapere infatti che basta un solo foglio di carta (o lo strato cheratinizzato dell'epidermide) per fermare le pesanti particelle alfa, dotate di alto LET, o [[Linear energy transfer]].
Resta quindi molto pericoloso solo se direttamente inalato, ingerito, o posto a contatto di ferite, circostanza classica che si verifica quando i proiettili si disintegrano colpendo il bersaglio ed il particolato si disperde in aria, si deposita, inquina l'acqua. La tossicità "chimica" dell'uranio impoverito (analoga a quella di piombo e tungsteno) rappresenta viceversa la fonte di rischio più alta a breve termine (intossicazione acuta), mentre non è provato che anche la sua radioattività possa causare problemi clinici nel lungo periodo (anni o decenni dopo l'esposizione, specialmente se protratta nel tempo), in quanto l'emivita biologica di tale elemento è relativamente breve, pari a) ca. 12-24 ore per le forme idrosolubili come il catione [[uranile]] dell'U(VI) o UO<sub>2</sub><sup>2+</sup>, che viene normalmente escreto per via renale-urinaria, sotto forma di idrossido e carbonato complessi; b) di alcuni giorni per le forme poco solubili, come una numerosa serie di ossidi e composti intermetallici tipici di questo elemento, che vengono comunque escreti per via gastrointensinale e fecale.
Il pericolo principale di contaminazione è quindi l'inalazione ed il raggiungimento dei siti più profondi del sistema bronco-polmonare (alveoli), seguito dal contatto e la diffusione nei capillari sanguigni e dall'assorbimento mediante il [[ciclo alimentare]] o attraverso l'acqua
Infine, un pericolo particolare deriva verosimilmente dall'incorporazione di particelle di uranio impoverito attraverso le ferite (o schegge permanenti in loco dopo l'avvenuto ferimento), che le porta direttamente a contatto con i tessuti vitali.
=== Radioattività ===
La [[radioattività]] dell'uranio impoverito viene considerata "di basso livello" (comparabile al livello naturale di radiazione di fondo) confrontata con quella ad "alto livello" dell'uranio arricchito in uranio-235 (o di altri materiali), perché l'uranio impoverito è costituito in maniera predominante dall'isotopo uranio-238 (T<sub>1/2</sub> = 4,5 Ga) dotato di emivita più lunga - e quindi di attività specifica più bassa - di quella dell'isotopo uranio-235 (T<sub>1/2</sub> = 0,7038 Ga), nonostante entrambi siano prevalentemente emettitori di [[particelle alfa]]. Infine, in questo contesto, il terzo isotopo uranio-234 (T<sub>1/2</sub> = 0,2455 Ma), presente in percentuale molto bassa nell'uranio naturale (0,0055%, s.s.s. all'equilibrio secolare con l'U-238), si trova a sua volta maggiormente concentrato nell'uranio-235 arricchito (LEU o HEU), aumentandone ulteriormente l'attività specifica e quindi la radiotossicità.
La serie di [[decadimento radioattivo]] dell'isotopo <sup>238</sup>U porta, per stadi successivi consecutivi e paralleli (per [[decadimento alfa]] e [[decadimento beta|beta]]), all'isotopo stabile <sup>206</sup>[[piombo|Pb]]. L'energia di una particella alfa è estremamente alta: essa, tuttavia, agisce solo a breve distanza e non oltrepassa la pelle, e per questo motivo diventa il tipo più pericoloso di contaminazione se la sorgente è contenuta nel corpo, e praticamente innocuo se questa si trova all'esterno. Un foglio di alluminio o carta spesso 0
=== Tossicità ===
Le caratteristiche chimiche di un elemento, e quindi anche dell'uranio, non dipendono dalla concentrazione relativa dei suoi isotopi. Uno studio effettuato da Diane Stearns, biochimico presso la Northern Arizona University, ha stabilito che cellule animali esposte al sale di uranio solubile in acqua (acetato di uranile, UO<sub>2</sub>(CH<sub>3</sub>COO)<sub>2</sub>) vanno soggette a mutazioni genetiche determinando tumori e altre patologie, indipendentemente dalle sue proprietà radioattive.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Virginia H.|cognome=Coryell|nome2=Diane M.|cognome2=Stearns|data=2006-01|titolo=Molecular analysis of hprt mutations generated in Chinese hamster ovary EM9 cells by uranyl acetate, by hydrogen peroxide, and spontaneously|rivista=Molecular Carcinogenesis|volume=45|numero=1|pp=60-72|accesso=2023-03-24|doi=10.1002/mc.20155|url=https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/16299811/}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Diane M.|cognome=Stearns|nome2=Monica|cognome2=Yazzie|nome3=Andrew S.|cognome3=Bradley|data=2005-11|titolo=Uranyl acetate induces hprt mutations and uranium-DNA adducts in Chinese hamster ovary EM9 cells|rivista=Mutagenesis|volume=20|numero=6|pp=417-423|accesso=2023-03-24|doi=10.1093/mutage/gei056|url=https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/16195314/}}</ref>
L'esposizione sia a composti chimici di uranio impoverito sia di uranio naturale può, in generale, indipendentemente dalle sue proprietà radioattive:
* causare danni ai [[rene|reni]], [[pancreas]], [[stomaco]]/[[intestino]]
* mostrare effetti [[citotossicità|citotossici]] e [[Cancro (malattia)|carcinogeni]] in animali<ref>{{Cita pubblicazione|nome=R. H.|cognome=Lin|nome2=L. J.|cognome2=Wu|nome3=C. H.|cognome3=Lee|data=1993-11|titolo=Cytogenetic toxicity of uranyl nitrate in Chinese hamster ovary cells|rivista=Mutation Research|volume=319|numero=3|pp=197-203|accesso=2023-03-24|doi=10.1016/0165-1218(93)90079-s|url=https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/7694141/}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Alexandra C.|cognome=Miller|nome2=Catherine|cognome2=Bonait-Pellie|nome3=Robert F.|cognome3=Merlot|data=2005-11|titolo=Leukemic transformation of hematopoietic cells in mice internally exposed to depleted uranium|rivista=Molecular and Cellular Biochemistry|volume=279|numero=1-2|pp=97-104|accesso=2023-03-24|doi=10.1007/s11010-005-8226-z|url=https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/16283518/}}</ref>
* causare effetti [[teratogenesi|teratogeni]] in [[roditore|roditori]] e [[ranidae|rane]] (in contatto con sali di uranio disciolti in acqua) e in umani in contatto con polveri di uranio naturale ed impoverito<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Rita|cognome=Hindin|nome2=Doug|cognome2=Brugge|nome3=Bindu|cognome3=Panikkar|data=2005-08-26|titolo=Teratogenicity of depleted uranium aerosols: a review from an epidemiological perspective|rivista=Environmental Health: A Global Access Science Source|volume=4|p=17|accesso=2023-03-24|doi=10.1186/1476-069X-4-17|url=https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/16124873/}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=J. L.|cognome=Domingo|data=2001|titolo=Reproductive and developmental toxicity of natural and depleted uranium: a review|rivista=Reproductive Toxicology (Elmsford, N.Y.)|volume=15|numero=6|pp=603-609|accesso=2023-03-24|doi=10.1016/s0890-6238(01)00181-2|url=https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/11738513/}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=D. P.|cognome=Arfsten|nome2=K. R.|cognome2=Still|nome3=G. D.|cognome3=Ritchie|data=2001-06|titolo=A review of the effects of uranium and depleted uranium exposure on reproduction and fetal development|rivista=Toxicology and Industrial Health|volume=17|numero=5-10|pp=180-191|accesso=2023-03-24|doi=10.1191/0748233701th111oa|url=https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/12539863/}}</ref>
=== Sindrome dei Balcani ===
{{vedi anche|
Per "sindrome dei Balcani" si intende quella lunga serie di malattie - per lo più [[linfoma di Hodgkin|linfomi di Hodgkin]] e altre forme di [[Cancro (malattia)|cancro]] - che hanno colpito i soldati italiani al ritorno dalle missioni internazionali. I primi casi segnalati in Italia risalgono al 1999, quando un soldato cagliaritano (Salvatore Vacca) morì di
Allo scopo di identificare eventuali responsabilità dei vertici militari italiani e della [[NATO]], il [[Parlamento della Repubblica Italiana|Parlamento]] ha istituito una commissione d'inchiesta per far luce sulla vicenda, i cui lavori si sono conclusi nel marzo del 2006.<ref>{{cita web|url=http://www.senato.it/service/PDF/PDFServer?tipo=BGT&id=187639|titolo=senato.it: relazione conclusiva della commissione d'inchiesta sull'uranio impoverito|data=1º marzo 2006|formato=pdf|accesso=14 giugno 2008|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20071011105735/http://www.senato.it/service/PDF/PDFServer?tipo=BGT&id=187639|dataarchivio=11 ottobre 2007}}</ref> Fra le varie e numerose ipotesi per spiegare la sindrome dei Balcani e la [[sindrome della guerra del Golfo]] vi sono studi che indicano [[nanopolveri]] inorganiche (non necessariamente contenenti [[uranio]]), indipendentemente dalla loro tossicità, come possibili cause delle patologie. Il caso più recente di tumore, probabilmente dipendente dall'uranio impoverito e da nanopolveri, è quello dell'archeologo [[Fabio Maniscalco]], che ha lavorato nei Balcani come ufficiale tra gli anni 1995 e 1998, e si è ammalato di una forma rara ed anomala di tumore del pancreas<ref>{{ Cita news | titolo = L'archeologo che lotta contro l'uranio impoverito | editore = [[La Stampa]] | data = 25 aprile 2007}}</ref><ref>{{ Cita news | titolo = Il tenente archeologo candidato al Nobel, che lotta contro l'Uranio | editore = [[Panorama (rivista)|Panorama]] | data = 23 maggio 2007}}</ref><ref>{{ Cita news | titolo = Intervista al prof. Fabio Maniscalco | editore = [[TG1]] | data = 27 giugno 2007}}</ref>.
=== Italia ===
Il 4 gennaio [[2010]] l'[[Associazione Vittime Uranio]] ha reso noto nel corso di una [[conferenza stampa]] a [[Lecce]] il bilancio sul numero di militari italiani morti per possibile contaminazione da uranio impoverito. Si tratta, secondo l'associazione, di almeno 216 casi di morte. «È tuttavia – ha spiegato all'[[ANSA]] [[Francesco Palese]], giornalista responsabile del sito Vittimeuranio.com e portavoce dell'associazione – un bilancio incompleto.» Nel corso della conferenza stampa è stato diffuso anche un documento della Sanità militare italiana che riporta 171 morti e 2500 malati, registrando l'ultimo decesso nel 2006 e non comprendente i reduci da molte missioni, dai poligoni e tutti coloro che al momento della morte non erano più in servizio. «Integrando questo documento con i dati in possesso dell'associazione – ha detto Palese – arriviamo a contare 216 morti, ma è un dato ancora parziale.»<ref>[http://www.repubblica.it/ultimora/cronaca/URANIO-ASSOCIAZIONE-VITTIME-ALMENO-216-I-MILITARI-MORTI/news-dettaglio/3744890 URANIO: ASSOCIAZIONE VITTIME, ALMENO 216 I MILITARI MORTI | News Cronaca | La Repubblica.it<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
{{Senza fonte|Il 1º marzo [[2010]] il [[Consiglio dei ministri]] ha dato il consenso agli indennizzi ai soldati impiegati nelle missioni di pace, nei poligoni, nei siti di stoccaggio; quelli, in poche parole, che abbiano contratto malattie prestando servizio militare.}}<ref>{{Cita web|url=http://www.difesa.it/GiornaleMedicina/Normativa_documentazione_ufficiale/PublishingImages/Pagine/MedicinaLegale/Guida_pratica_a_causa_di_servizio_equo_indennizzo_PPO.pdf|titolo=BENEFICI PREVIDENZIALI ED ASSISTENZIALI PER IL PERSONALE MILITARE E I SUOI SUPERSTITI}}</ref> Tra i casi di morti di militari italiani che sono al vaglio degli inquirenti per possibili collegamenti con intossicazione da uranio impoverito, si veda ad esempio il caso di Paolo Mucelli, il marinaio [[ogliastra|ogliastrino]] di [[Baunei]] deceduto a Cagliari il 28 marzo 2011 con diagnosi di [[leucemia]] fulminante.<ref>[http://www.unionesarda.it/Articoli/Articolo/218646 Baunei, il marinaio morto di leucemia, Il Pm chiede la riesumazione della salma] articolo dell'[[Unione Sarda]] 1º aprile 2011</ref>
Nel 2019 viene riconosciuta la gravità della contaminazione e le reticenze dei vertici militari<ref>{{Cita web|url=https://notizie.tiscali.it/cronaca/articoli/uranio-impoverito-negazionismo-dei-vertici-militari/|titolo=L’Uranio impoverito è stato sottovalutato: ora lo ammettono anche i militari. Ecco il documento esclusivo|sito=Tiscali Notizie|lingua=it|accesso=2023-03-24}}</ref>. A tal proposito sono significativi i due esposti, presentati alla [[Procura militare]] e alla Procura ordinaria di Roma, da parte del [[generale]] [[Roberto Vannacci]], comandante dell'Operazione "Prima Parthica" in Iraq, al fine di denunciare le gravi e ripetute omissioni nella tutela della salute del contingente italiano.
=== Effetti sulla popolazione civile ===
{{...|fisica}}
== Note ==
== Bibliografia ==
* Stelio Villani, ''Isotope Separation'', ANS 300010, Hinsdale, Illinois, USA, 1976
* Stefania Divertito, ''Uranio. Il nemico invisibile'', Infinito Edizioni (2005); ISBN
* Massimo Zucchetti, "Uranio impoverito", Edizioni CLUT (2006); ISBN
* [http://staff.polito.it/alessandro.mantelero Mantelero], [http://staff.polito.it/alessandro.mantelero/Mantelero_DU_NGCC_2010.pdf Danni da uranio impoverito tra dubbi di giurisdizione e "rischio dell'alchimista" connesso alle nanoparticelle], in Nuova giur. civ. comm., 2010, pp. 741–748
* Mantelero, [http://staff.polito.it/alessandro.mantelero/Mantelero_DU_RCP_2009.pdf La svolta nelle controversie sull'uranio impoverito], in Resp. civ. e prev., 2009, p. 2489-2500
* Mantelero, [http://staff.polito.it/alessandro.mantelero/Mantelero_DU_RTDPC_2010.pdf Impiego di munizioni ad uranio impoverito ed attività militare: un caso di danno di massa], in Rivista trimestrale di diritto e procedura civile, 2010, pp. 1287–1310
* Jean-Marie Benjamin,''Iraq: l'apocalypse'',2001, (Edizioni Favre di Losanna e per l'Italia Edizione Andromeda di Bologna)
== Voci correlate ==
* [[
* [[
* [[
* [[
* [[Nanopatologia]]
* [[PUREX]]
* [[Incidente di Sigonella]]
* [[Il segreto delle tre pallottole]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
== Collegamenti esterni ==
=== Siti generici ===
* [https://www.issalute.it/index.php/la-salute-dalla-a-alla-z-menu/u/uranio issalute: Uranio e uranio impoverito]
* [http://
* [https://web.archive.org/web/20070822102303/http://wwwsis.lnf.infn.it/seminars/aesposito/uranioimpoverito.html uranio impoverito una risposta scientificamente corretta]
* [http://www.
* [http://www.difesa.it/ministro/compiti+e+attivita/dettaglio+comunicato+stampa.htm?detailid=2311 Il Ministro della Difesa italiano contesta le cifre diffuse sui soldati ammalatisi a causa dell'uranio impoverito ]
* [http://italy.peacelink.org/disarmo/indices/index_6.html Associazione PeaceLink: dossier sull'uranio impoverito]
* {{en}} [http://www.wise-uranium.org/ WISE Uranium Project]
* [http://www.bandepleteduranium.org/ Campagna per la messa al bando dell'uranio impoverito]
=== Organizzazioni scientifiche ===
* {{it}} [https://www.associazionenazionalevittimeuranioimpoverito.it/ Associazione Nazionale Vittime Uranio Impoverito (Italia)]
* {{en}} [http://www.
* {{en}} [http://www.
* {{en}} [http://www.
* {{en}} [http://www.miltoxproj.org/ Military Toxics Project]
=== Nazioni Unite ===
* {{en}} [https://web.archive.org/web/20110126230758/http://www.who.int/ionizing_radiation/env/du/en/index.html "Depleted Uranium: Sources, Exposure and Health Effects,"] (vedere in particolare [http://www.who.int/ionizing_radiation/pub_meet/en/Depluranium4.pdf Chapter 8, "The Chemical Toxicity of Uranium,"])
* {{en}} [http://www.unhchr.ch/Huridocda/Huridoca.nsf/(Symbol)/E.CN.4.Sub.2.2002.38.En?Opendocument "Human rights and weapons of mass destruction, or with indiscriminate effect, or of a nature to cause superfluous injury or unnecessary suffering"]
* {{en}} [https://web.archive.org/web/20060801222657/http://www.euro.who.int/document/e71919.pdf Report of the World Health Organization Depleted Uranium Mission to Kosovo (2001, PDF)]
{{Scienza e tecnologia della fissione nucleare}}
{{Controllo di autorità}}
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