Jenisch: differenze tra le versioni

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{{Popolo
{{S|antropologia}}
|nome = Jenisch
Il popolo '''Jenish''' rappresenta la terza maggiore popolazione [[nomade]] [[Europea|europea]], dopo i [[Popolo Rom|Rom]] e i [[Sinti]].
|immagine = Jenische Dörfer und Lebensräume in Europa.png
|didascalia = Distribuzione della etnia Jenisch in Europa
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|lingua = Tedesco
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}}
[[File:JenischeOstschweiz1900.jpg|thumb|Jenisch nomadi nella [[Svizzera]] orientale, intorno al 1900]]
Il popolo '''Jenisch''', denominato anche '''Yenishe'''<ref>{{cita testo|url=https://www.ethnologue.com/language/yec|titolo=Jenish conosciuti anche come Yenishe}}</ref>, rappresenta la terza maggiore popolazione [[nomade]] [[europea]], dopo i [[Rom (popolo)|Rom]] ed i [[Sinti]]. Sono presenti in [[Germania]] (Regione del Reno), [[Svizzera]], [[Austria]], [[Paesi Bassi]], [[Francia]], [[Belgio]], [[Italia]], [[Romania]] e [[Spagna]] (dove sono principalmente noti come ''Mercheros''). Mentre le [[Popoli romaní|popolazioni romaní]] ([[Rom (popolo)|Rom]], [[Sinti]], [[Kalé]], [[Romanichals]] ed altre) sono etnie di derivazione indiana, gli Jenisch sono di origine germanica e hanno un loro proprio idioma.<ref name="Linguaggio Jenisch">{{Cita web|url=https://www.ethnologue.com/language/yec/|titolo=Yeniche {{!}} Ethnologue Free|sito=Ethnologue (Free All)|lingua=en|accesso=10 marzo 2024}}</ref> Per via di questa loro sostanziale differenza sono anche stati chiamati con l'espressione ''zingari bianchi'' (spesso dispregiativa, in [[Lingua tedesca|tedesco]]: ''Weiße Zigeuner'', in [[Lingua francese|francese]]: ''Tziganes blancs'').
 
== Denominazione ==
Gli Jenisch vivono in [[Germania]] (200.000), [[Svizzera]] (50.000), [[Austria]] (35.000){{citazione necessaria|}}, e in parte della [[Francia]], distribuiti principalmente nel bacino del [[Reno]]. Nei paesi di lingua tedesca vengono chiamati ''Jenische'', nelle zone di [[lingua francese]] ''Yeniche''. Di costume nomade, sono stati chiamati con termine spregiativo ''[[zingari]]'' o, per via delle differenze con i Rom, anche ''zingari bianchi'' (in tedesco: ''Weiße Zigeuner'', in francese ''Tziganes blancs'').
Orgogliosi della loro identità, la loro cultura differisce profondamente da quella delle etnie romaní, con cui non vogliono essere confusi; parlano una propria lingua,<ref name="Linguaggio Jenisch"/><ref>{{Cita web |url=http://archive.ethnologue.com/16/show_language.asp?code=yecdi |titolo=Linguaggi del Mondo |accesso=22 marzo 2013 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140714143150/http://archive.ethnologue.com/16/show_language.asp?code=yecdi |urlmorto=sì }}</ref> di origine germanica, con influssi [[lingua ebraica|ebraici]] ([[Lingua yiddish|yiddish]]), rotwelsch<ref>{{Cita web|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/rotwelsch/,%20https://www.treccani.it/enciclopedia/rotwelsch/|titolo=Rotwelsch - Treccani|sito=Treccani|lingua=it|accesso=10 marzo 2024}}</ref> e [[lingue celtiche|celtici]], con qualche prestito dalla [[lingua romaní]]. L'origine degli Jenisch non è certa, ma essi si definiscono diretti discendenti di popolazioni [[celti]]che. Comunque dopo la [[seconda guerra mondiale]], su espressa richiesta di una loro rappresentanza mandata alla «Romani Union» furono ''accolti'' nella comunità degli ''zingari''.<ref>{{cita web|url=http://www.bak.admin.ch/kulturschaffen/04265/04267/04269/index.html?lang=it|titolo=Sito della Confederazione Svizzera|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140302184146/http://www.bak.admin.ch/kulturschaffen/04265/04267/04269/index.html?lang=it }}</ref>
 
== Diffusione in Europa ==
La loro cultura differisce da quella Rom e dei Sinti, parlano una propria lingua, di origine non chiara, che viene considerata una lingua mista con influssi [[lingua tedesca|tedeschi]], [[lingua ebraica|ebraici]] e [[lingue celtiche|celtici]], e qualche prestito dalla [[lingua romaní]]. Se l'origine degli Jenish non è certa, essi si autodefiniscono discendenti dei [[celti]]. I primi documenti della lingua Jenisch risalgono al [[XIII secolo]].{{citazione necessaria|}}
Gli Jenisch che vivono in [[Germania]] sono 220.000, di cui più della metà, ovvero 120.000 in [[Baviera]]; i rimanenti nella [[Renania Settentrionale-Vestfalia]] e nel [[Baden-Württemberg]]. Di tutti gli Jenisch tedeschi solo 29.000 sono nomadi e viaggiano in [[roulotte]].
 
La [[Svizzera]] con 35.000 unità è la quarta nazione con il maggior numero di Jenisch; di questi si calcola che 5.000 siano nomadi. In [[Austria]] vivono 35.000 Jenisch {{Senza fonte|}} soprattutto nel [[Tirolo (Austria)|Tirolo]], nel [[Waldviertel]] e nel [[Burgenland]]; di questi circa 3.500 sono nomadi. Inoltre in [[Ungheria]] si segnalano 60.000 Jenisch e 11.000 in [[Bielorussia]], con un numero imprecisato di nomadi. Nel 1990 erano 70.000 gli Jenisch in [[Belgio]] e 2.800 in [[Lussemburgo]].
[[Immagine:Fraenzlimusik.jpg|thumb|300px|Il gruppo di Fränzli Waser, foto del [[1895]] circa]]
 
In altri paesi dell'Europa occidentale come la [[Francia]] e nei [[Paesi Bassi]], manca un censimento certo. Ad avviso di Alain Reyniers "Gli Jenisch in Francia rappresentano oggi il più grande numero tra i nomadi".<ref>Alain Reyniers, articolo sulla rivista ''Études Tsiganes '', N°2/91</ref> Molte altre famiglie vivono invece in maniera stabile in [[baraccopoli]] e sono concentrate a [[Marsiglia]].<ref>[[Karim Dridi]], {{cita testo|url=http://www.rue89.com/le-making-of-de-karim-dridi/marseille-au-ruisseau-mirabeau-camp-tzigane-devenu-bidonville|titolo=Marseille: au Ruisseau Mirabeau, camp tzigane devenu bidonville|postscript=nessuno}}, ''Rue 89'', 12 juin 2008</ref>
Gli Jenish sono stati tradizionalmente [[saltimbanco|saltimbanchi]], commedianti, musicisti e [[burattino|burattinai]]. Alcuni artisti di origine Jenish sono diventati famosi a livello mondiale, tra questi:
* I [[fratelli Marx]], comici e attori di cinema di origine mista jenish ed ebrea
* [[Yul Brynner]], attore hollywoodiano, vincitore del [[Oscar al miglior attore|premio Oscar]] nel [[1957]].
* Il violinista cieco [[Fränzli Waser]]<ref>Fränzli è un diminutivo del nome proprio Franz</ref> ([[1858]] - [[1895]]) originario del canton [[Grigioni]] e noto a livello locale in [[Svizzera]] per aver impresso il proprio stile nella storia della musica [[Ländler]].
 
Una loro presenza storica è stata segnalata anche in [[Italia]]. Nei paesi di lingua tedesca vengono chiamati ''Jenische'', nelle zone di [[lingua francese]] ''Yeniche''. Sono stati chiamati anche con termine spregiativo ''[[zingari]]'', anche se tale termine più che discriminante rappresenta per loro la base della loro diversa identità.<ref>{{cita web|url=http://www.bak.admin.ch/kulturschaffen/04265/04267/04269/index.html?lang=it|titolo=Comunque tutti ''gli zingari'', Jenish compresi, si sono appropriati con un certo orgoglio del termine, facendone un simbolo della loro identità|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140302184146/http://www.bak.admin.ch/kulturschaffen/04265/04267/04269/index.html?lang=it }}</ref>
[[Mariella Mehr]], nata a [[Zurigo]] nel [[1947]] da famiglia Jenish racconta nei suoi romanzi autobiografici del programma ''Kinder der Landstrasse'' attuato dall'associazione svizzera ''Pro-Juventute'' dal [[1926]] al [[1972]] per il recupero dei bambini di strada che si è tradotto in un dramma nazionale tacciato di [[genocidio]]<ref>[http://www.ti.ch/di/temi/delstra/zingari/glossario.asp] Articolo sui nomadi e sugli Jenish della Svizzera, sito del Canton Ticino</ref><ref>[http://www.mariellamehr.com/riepilogo.htm] Filomena Icovino, tesi di laurea su Mariella Mehr</ref>. Il programma che ha coinvolto dai 600 ai 2000 bambini jenish, di fatto allontanati dalle famiglie di origine in tenera età, ed ha visto coinvolta una associazione federale per altre attività benefica, è un tema ancora molto scottante per la coscienza dei cittadini elvetici.
 
Di tutte le suddette nazioni solo la Svizzera riconosce agli Jenisch lo [[status]] di [[minoranza etnica]].
{{quote|Le conclusioni degli storici non lasciano spazio al dubbio: l'Opera di soccorso Enfants de la grand-route è un tragico esempio di discriminazione e persecuzione di una minoranza che non condivide il modello di vita della maggioranza.|Ruth Dreyfuss, ex-consigliere federale e [[Lista dei Presidenti della Confederazione svizzera|presidente della Confederazione elvetica]] nel [[1999]]<ref>[http://www.monde-diplomatique.it/LeMonde-archivio/Ottobre-1999/9910lm03.01.html] Le Monde Diplomatique, articolo dell'ottobre 1999</ref>}}
 
== Situazione sociale ==
==Note==
[[File:Le drapeau yeniche (4)bis.svg|thumb|Bandiera Jenisch (non ufficiale) con simboli Jenisch che mettono in evidenza la loro vita nomade (il carro e il fuoco), la passione musicale (la fisarmonica) e il lavoro (cesto lavorato in vimini). La lavorazione dei cesti è stata da sempre una caratteristica del popolo Jenisch]]
<references />
 
Gli Jenisch hanno sempre recepito nel corso degli anni lo [[spirito del tempo]] della società dominante. Quattro sono comunque le caratteristiche che sono rimaste inalterate nel corso dei secoli:
 
* Autonomia dell'idioma jenisch, che certamente, come ogni lingua, si è evoluta nel corso dei secoli, ma la cui base e la cui ''natura'' sono rimasti gli stessi. Documenti risalenti all'anno 1250 fanno notare che il dialetto [[alsazia]]no ha un vocabolario tipicamente Jenisch.
* Un'organizzazione in clan familiari.
* Una vita nomade.
* Uno stile di vita particolarmente originale e rude in alcune usanze ancora esistenti nell'[[Alsazia]] del Nord, come l'abitudine di immergere i bambini neonati nel fiume Moder o la consuetudine di praticare moltissimi tatuaggi su tutte le parti del corpo con ''attrezzi'' volutamente rudimentali come l'uso di frese, coltelli da cucina, mescole di frassino, saliva, inchiostro e grappa.
 
== Origini e storia fra mito e realtà ==
Ci sono tracce che indicano la presenza di gruppi jenisch nella Svizzera dall'[[XI secolo]] e nella Germania nel [[XIII secolo]]. L'espressione "Fahrendes Volk" (popolo errante) è utilizzata nel linguaggio svizzero-tedesco fin dal [[Medioevo]].
 
[[File:Fraenzlimusik.jpg|thumb|Il gruppo (Jenisch) di Fränzli Waser, foto del [[1895]] circa]]
 
C'è una certa difficoltà nello stabilire esattamente le origini del popolo jenisch. Si sono avanzate più ipotesi nell'identificare tale origine per questo popolo emarginato da secoli, dove i matrimoni misti erano e rimangono comuni. Alcune di queste ipotesi sono:
 
# Discendenti da popoli [[Celti]].
# Discendenti di commercianti nomadi ebrei (Chochemer); teoria che si basa sugli ''ebraismi'' del linguaggio Jenisch e sulle somiglianze significative esistenti nei nomi di entrambe le comunità.
# Secondo un'ulteriore teoria, gli Jenisch sarebbero sorti da "incroci" fra disertori poveri e un gruppo di migranti del [[Cantone di Berna]] all'epoca della [[guerra dei trent'anni]]. Questa teoria parte dal presupposto che tutti, senza eccezione, fossero [[Cattolico|cattolici]], mentre si sa che la stragrande maggioranza degli emigranti erano [[Luterano|protestanti luterani]]. L'[[etnografo]] Marie-Paul Dollé ha affrontato il problema in un suo studio del 1979.<ref>''Les Tsiganes manouches en Alsace: thèse de 3ème cycle, institut d'ethnologie, Strasburgo 1979 Documento a cura di Marie-Paul Dollé''</ref><ref>{{cita testo|url=http://fnasat.centredoc.fr/opac/index.php?lvl=author_see&id=948|titolo=Dati sul documento di Marie-Paul Dollé}}</ref>
=== Perseguitati nella Germania Nazista ===
{{citazione|Gli Zingari risultano come un miscuglio pericoloso di razze deteriorate<ref>{{cita web|url=http://www.arcisolidarietaonlus.eu/content/un-triangolo-marrone-la-sola-colpa-di-essere-zingari|titolo=Un triangolo marrone per la sola colpa di essere zingari - Dal sito Arci onlus|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131012054849/http://www.arcisolidarietaonlus.eu/content/un-triangolo-marrone-la-sola-colpa-di-essere-zingari }}</ref>| Dott. Robert Ritter, direttore del [[Centro Ricerche per l'Igiene e la Razza]] - Berlino}}
 
[[File:Bundesarchiv R 165 Bild-244-71, Dr. Robert Ritter mit alter Frau und Polizist.jpg|thumb|Il dott. [[Robert Ritter]] identifica una zingara - dall'Archivio Federale Tedesco {{cita web|url=https://www.bundesarchiv.de/index.html.de|titolo=}} ]]
 
Gli Jenisch, così come i [[Popolo Rom|Rom]] e i [[Sinti]], furono aspramente perseguitati nella [[Germania nazista]],<ref>{{Cita web |url=http://www.ulrich-siewers.de/41011/85501.html |titolo=Persecuzione nella Germania Nazista |accesso=22 marzo 2013 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100605073528/http://www.ulrich-siewers.de/41011/85501.html |urlmorto=sì }}</ref> rinchiusi nei [[campi di concentramento]] e pagarono un alto prezzo in termini di vite umane.<ref>{{cita web|url=https://www.coe.int/AboutCoe/media/interface/publications/roms_it.pdf|titolo=Documento del Consiglio Europeo di Strasburgo|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120710102336/http://www.coe.int/AboutCoe/media/interface/publications/roms_it.pdf }}</ref><ref>{{cita testo|url=https://www.archive.org/stream/NonChiamarmiZingaro_830/070708_Gazzetta_del_Mezzogiorno_djvu.txt|titolo=Dal quotidiano La Gazzetta del Mezzogiorno di Bari}}</ref>
 
A metà degli anni trenta, infatti, i nazisti tedeschi iniziarono la "lotta contro la piaga zingara". Non solo contro [[Rom (popolo)|Rom]] e [[Sinti]], ma anche contro i cosiddetti "vagabondi erranti zingari", ovvero gli Jenisch.
 
Uomini, donne e bambini furono discriminati; prima schedati nel cosiddetto ''[[Zigeuner-Buch]]'', il libro degli zingari, furono poi ''sterilizzati'' perché ritenuti ''inferiori''.
 
La polizia criminale, inoltre, durante il periodo nazista emise carte di identità con le loro impronte digitali. Le carte erano marroni per gli zingari ''originali'', grigie per i nomadi non zingari e con strisce diagonali azzurre su fondo marrone per i ''[[Mischling]]e'' (lett. "''sangue misto''").<ref>''Dizionario dell'Olocausto'', a cura di Walter Laqueur, pag.842</ref>
 
Un imprecisato numero fu arrestato e portato, insieme con gli altri ''zingari'', nei campi di concentramento e [[campi di sterminio|sterminio]], soprattutto ad [[Auschwitz]]-[[Birkenau]].
 
Gli Jenisch subirono, proprio perché tedeschi, un trattamento ''particolare''. Il ''Dizionario dell'Olocausto'' aiuta a far luce su questo ''particolare'' tipo di trattamento: "La diversità di trattamento riservata agli zingari puri e ai ''Mischlinge'' zingari era in antitesi con la politica seguita nei confronti degli ebrei: gli ebrei puri dovevano essere uccisi, mentre coloro che avevano metà o un quarto di sangue ebreo venivano in genere risparmiati. Al contrario, i ''[[Mischlinge]]'' zingari furono condannati allo sterminio perché Himmler e i criminologi tedeschi erano convinti che solo la feccia del popolo tedesco - come gli Jenisch, commercianti ambulanti che vivevano di espedienti e parlavano un dialetto particolare misto a termini di origine ebraica e [[romaní]] - potesse sposarsi con gli zingari".<ref>''Dizionario dell'Olocausto'', a cura di Walter Laqueur, volume II, pag. 843-844.</ref>
 
==== La storia di Ernst Lossa e della sua famiglia ====
{{vedi anche|Ernst Lossa}}
 
{{citazione|Per nascondere questo massacro, la [[Aktion T4|T4]] lanciò una vasta operazione di occultamento che comprendeva lettere di condoglianze, falsi certificati di morte intesi a ingannare parenti e tutori delle vittime|<small>Dizionario dell'Olocausto, a cura di Walter Laqueur, Volume I, pag. 282, Editoriale L'Espresso su Licenza Einaudi, Roma 2012</small>}}
 
[[File:Stolpersteine für Ernst Lossa und Christian Lossa.jpg|thumb|upright=0.7|Pietre d'inciampo per [[Ernst Lossa]] e per il padre Christian Lossa]]
 
Oltre alla eliminazione per gassificazione nei campi di sterminio, molti Jenisch furono vittime del programma [[nazismo|nazista]] di [[eutanasia]].
Eclatante e conosciuta, grazie ai ''mass media'' di tutto il mondo, è ''l'esecuzione'' del giovane Ernst. [[Ernst Lossa]] fu una delle tante giovani vittime jenisch, ucciso a soli 14 anni con due iniezioni letali di [[morfina]] e [[scopolamina]] nella filiale di [[Irsee]] della cosiddetta ''casa di cura'' di [[Kaufbeuren]], diretta da [[Valentin Faltlhauser]],<ref>[[Kaufbeuren]] uno dei tanti centri con reparti pediatrici costituiti per l'eliminazione fisica di bambini e ragazzi tramite [[eutanasia]]. Il primo, come fa notare un Dizionario dell'Olocausto: ''[....] venne costituito vicino a [[Berlino]] nell'ospedale di [[Brandeburgo]]-Gorden diretto da Hans Heinze. Ben presto ne vennero aperti altri: un centro a [[Eglfing]]-[[Haar]], diretto da Hermann Pfannmüller; un altro a [[Eichberg]], diretto da Friedrich Mennecke; a [[Vienna]], l{{'}}''Am Spiegelgrund'', diretto prima da Erwin Jekelius e poi da Ernst Illing. Alla fine, oltre venti reparti pediatrici attuavano il programma di eliminazione. In questi reparti, medici ed infermieri uccidevano i bambini somministrando loro [[barbiturico|barbiturici]] e altri farmaci comuni - soprattutto [[morfina]], [[scopolamina]], [[Fenobarbital|luminal]] e [[Barbital|veronal]] - ma talvolta li lasciavano semplicemente morire di fame. Per di più, i medici facevano esperimenti sui bambini prima che morissero e dopo ne prelevavano gli organi per lo studio'' . - Dizionario dell'Olocausto, a cura di Walter Laqueur, Volume I, pag. 279, Editoriale L'Espresso su Licenza Einaudi, Roma 2012</ref> in [[Baviera]], uno dei centri della [[Aktion T4]].<ref>[[Marco Paolini]]: ''Ausmerzen. Vite indegne di essere vissute'', Einaudi Torino 2012 ISBN 978-88-06-21017-5</ref>. Nella sua cartella clinica i medici nazisti scrissero: ''la morte è stata causata da broncopolmonite''.
 
Lossa nacque ad [[Augusta (Germania)|Augusta]] nella [[Germania]] [[Baviera|bavarese]] da genitori jenisch appartenenti ad un ceppo nomade.<ref>Già considerati ''zingari'' nella Germania pre nazista, tanto da essere ''schedati '' come tali nello ''zigeuner book'', di fatto furono accolti nella comunità zingara, la ''Romani Union'', solo dopo la seconda guerra mondiale:{{cita web |url=http://www.bak.admin.ch/kulturschaffen/04265/04267/04269/index.html?lang=it |titolo=Copia archiviata |accesso=24 febbraio 2013 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140302184146/http://www.bak.admin.ch/kulturschaffen/04265/04267/04269/index.html?lang=it }}</ref><ref>«Kinder zwischen Rädern». Kurzfassung des Forschungsberichtes «Das Hilfswerk für die Kinder der Landstrasse» - pubblicato su mandato dell'Ufficio federale della cultura N. 67 della collana <undKinder> dell'Istituto Marie Meierhofer, Zurigo 2001, p. 13</ref> La sua famiglia, composta dal padre Christian, dalla madre Anna e da due sorelline più piccole, per guadagnarsi da vivere girava le città bavaresi e del sud della Germania, disegnando immagini religiose.<ref>{{cita testo|url=https://giadinskj.wordpress.com/2012/02/07/in-memoria-ernst-lossa/|titolo=Giadinskj Wordpress}}</ref>
 
I genitori di Ernst, già dal lontano [[1905]] erano stati ''schedati'' dal governo del [[Stati federati della Germania|Länder]] in cui vivevano ed inseriti nello ''Zigeuner-Buch'' (il libro degli zingari).
 
Quando salì al potere [[Adolf Hitler]], poco dopo la nascita di Ernst, in virtù della [[politica razziale nella Germania nazista|politica razziale dei nazisti]], la vita, per tutti gli zingari, compresi gli stessi genitori di Ernst, divenne durissima a causa di divieti, discriminazioni ed emarginazioni perpetrate contro le razze diverse, ritenute inferiori a quella ariana, sfociati ben presto in persecuzione, internamento ed eliminazione fisica.
 
La famiglia Lossa non venne risparmiata da un simile trattamento. Accusati di essere ''zingari'' e ''venditori ambulanti'', venne tolta loro subito la [[patria potestà]]. Ernst e le due sorelline più piccole furono ''affidati'' ad un orfanotrofio di Augusta. La madre di Ernst poco dopo morì di [[tubercolosi]]; all'epoca Ernst aveva solo 4 anni. Il padre, dopo essere stato arrestato, venne deportato prima nel [[campo di concentramento di Dachau]] e poi nel [[Campo di concentramento di Flossenbürg]], dove avrebbe trovato in seguito la morte.
 
Ormai orfano, il piccolo Ernst visse un'infanzia difficile, senza nessuna guida affettiva. Venne considerato dai medici e dagli ''educatori'' un bambino difficile, irrequieto, ineducabile ed irrecuperabile. Venne messa in discussione la sua stessa sanità mentale, cosa palesemente falsa, per la convinzione razzista dei medici nazisti secondo la quale, essendo ''zingaro'', Ernst fosse ''predisposto'' ''di natura'' ad avere turbe psicologiche. La sua ''candidatura'' al programma di morte per eutanasia era stata decisa.
 
È così che, dopo un'infanzia di maltrattamenti e discriminazioni, non ultima una permanenza nel riformatorio giovanile di [[Dachau]] nel [[1940]], il giovane Ernst venne mandato nel [[1942]] all'ospedale psichiatrico di [[Kaufbeuren]], che si trovava a pochi chilometri dalla sua ''filiale'', la ''clinica della morte'' nel villaggio bavarese di [[Irsee]], dove sarebbe stato eliminato con due punture letali.
 
=== Discriminati in Svizzera ===
{{citazione|Le conclusioni degli storici non lasciano spazio al dubbio: l'Opera di soccorso ''Enfants de la grand-route'' è un tragico esempio di discriminazione e persecuzione di una minoranza che non condivide il modello di vita della maggioranza.|Ruth Dreyfuss, ex-consigliere federale e [[Presidenti della Confederazione svizzera|presidente della Confederazione svizzera]] nel [[1999]]<ref>{{cita web|url=http://www.monde-diplomatique.it/LeMonde-archivio/Ottobre-1999/9910lm03.01.html|titolo=Eugenetica in Europa tra le due guerre e oltre
Caccia agli zingari in Svizzera|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110717175012/http://www.monde-diplomatique.it/LeMonde-archivio/Ottobre-1999/9910lm03.01.html }}</ref>}}
 
[[File:Robert Huber vor Wohnwagen.jpg|thumb|upright=0.6|Robert Huber, politico [[Svizzera|svizzero]] di etnia jenisch ed ex presidente della ''Radgenossenschaft der Landstrasse''. Da bambino fu anche lui vittima del programma "figli della strada". Il suo impegno contro la discriminazione del popolo Jenisch e degli zingari continua fino ai nostri giorni]]
 
Fino al 1970, il governo svizzero condusse una politica semi-ufficiale che verteva ad ''istituzionalizzare'' i genitori yeniche come "malati di mente" e tentando di far adottare i loro figli da più "normali" cittadini svizzeri nel tentativo di eliminare la cultura jenisch in nome del ''miglioramento della specie umana: l'[[eugenetica]]''.<ref>{{cita testo|url=http://www.uek.ch/de/schlussbericht/Publikationen/Zusammenfassungenpdf/23d.pdf|titolo=On Swiss Crimes against Yeniche (in German)}}</ref> Il nome di questo programma era ''[[Hilfswerk für die Kinder der Landstrasse]]'' ("figli della strada")<ref>{{cita web|url=https://www.rsi.ch/rete-due/programmi/cultura/oggi-la-storia/Il-progetto-%E2%80%9EKinder-der-Landstrasse%E2%80%9C-7431905.html|titolo=Il progetto "Kinder der Landstrasse"|accesso=15 agosto 2017}}</ref>. Secondo alcune fonti, 590 bambini furono sottratti ai genitori e messi in orfanotrofi, in istituti psichiatrici e persino in prigioni.<ref>''Le Temps'' (Geneva), December 12, 2007, "Le passé enfin écrit des enfants enlevés en Suisse", an historical study spanning the years from 1926 to 1973.</ref><ref>{{cita testo|url=http://www.jungfrauzeitung.ch/artikel/120863/|titolo=Gli Jenisch e il programma della associazione ''Pro-Juventute''}}</ref>
 
[[Mariella Mehr]], nata a [[Zurigo]] nel [[1947]] da una famiglia jenisch, racconta nei suoi romanzi autobiografici del programma ''Kinder der Landstrasse'' attuato dall'associazione svizzera ''Pro-Juventute'' dal [[1926]] al [[1974]] per il recupero dei bambini di strada tradotto poi in un dramma nazionale, tacciato di [[genocidio]]<ref>{{cita web|url=http://www.mariellamehr.com/riepilogo.htm|titolo=Tesi di laurea su Mariella Mehr|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110403060132/http://www.mariellamehr.com/riepilogo.htm|autore= Filomena Icovino}}</ref>.
 
Il programma coinvolse dai 600 ai 2000 bambini jenisch che di fatto furono allontanati in tenera età dalle famiglie originarie, coinvolgendo una associazione federale per altre attività benefiche. Quel programma è un tema molto scottante per la coscienza dei cittadini elvetici.
 
Nel ventunesimo secolo oltre 35.000 Jenisch vivono in Svizzera, concentrati per lo più nel [[Canton Grigioni]]. Di questi, solo 5.000 sono nomadi.
 
==== La storia della scrittrice e poetessa Mariella Mehr ====
{{vedi anche|Mariella Mehr}}
{{citazione|I piccoli zingari venivano affidati a contadini, e molte ragazze venivano sterilizzate. Solo verso la fine degli anni Sessanta i rom e gli zingari crearono in Svizzera un’associazione e iniziarono una lotta giuridica e politica che portò alla chiusura della “[[Pro Juventute]]” e solo nel 1986 il presidente della Confederazione Elvetica ha chiesto pubblicamente scusa ai rom. Alla sua storia, e al percorso psicoterapeutico che le ha permesso di uscire dalla follia in cui era precipitata, [[Mariella Mehr]] ha dedicato il libro “La bambina” .... in cui ricostruisce una storia fatta di violenze: la piccola viene rinchiusa al buio e picchiata per la sua paura, subisce le “viscide attenzioni” del padre affidatario, la violenza carnale di un medico, elettroshock e terapie chimiche, mentre viene indicata come un caso disperato ed emblematico di una razza geneticamente tarata....| David Piesoli - Espresso.repubblica.it<ref>{{cita testo|url=http://www.violettanet.it/poesiealtro_autori/MEHR.htm|titolo=Mariella Mehr, Con le poesie io parlo della mia tristezza}}</ref>}}
 
Mariella Mehr fu una dei bambini vittima del programma del governo svizzero ''Kinder der Landstrasse''.<ref>{{Cita web|url=https://www.violettanet.it/poesiealtro_autori/MEHR.htm|titolo=MEHR MARIELLA|accesso=10 marzo 2024}}</ref> Nacque il 27 dicembre 1947, a [[Zurigo]] in [[Svizzera]], da madre jenisch.<ref>{{cita testo|url=http://ilmiolibro.kataweb.it/booknews_dettaglio_recensione.asp?id_contenuto=1851923|titolo=Notizie biografiche sulla Mehr}}</ref> Vittima del pregiudizio, con il programma del governo svizzero che sottraeva alle proprie famiglie i bambini di etnia jenisch per affidarle a ''normali'' famiglie svizzere, fu tolta alla propria madre mentre era piccolissima crescendo in 16 diverse case famiglia e in 3 istituzioni educative. Quando aveva 18 anni, come per sua madre, le tolsero il figlio. Questa opera di sradicamento fece crescere la sua rabbia e divenne ben presto una ragazza ribelle. Subì 4 ricoveri in ospedali psichiatrici, violenze ed elettroshock e venne perfino reclusa per 19 mesi nel carcere femminile di [[Hindelbank]] nel [[Canton Berna]].
 
Fino agli anni ottanta l'opinione pubblica mondiale sapeva ben poco delle discriminazioni subite dall'etnia Jenisch, paragonate di fatto ad un vero e proprio [[genocidio]]. Mariella Mehr come testimone principale del dramma di segregazione, ha fatto della denuncia della persecuzione agli Jenisch l'opera principale dei suoi scritti e delle sue poesie. I suoi libri, tradotti anche in italiano, sono ampie e dettagliate denunce di tutte le violenze fisiche e psicologiche subite negli anni della sua infanzia e della sua adolescenza.
 
La scrittrice e poetessa ha stabilito il suo centro operativo in Italia ed è diventata testimone autorevole della persecuzione subita dagli Jenisch. Invitata dai media di tutta Europa, partecipa a trasmissioni radiofoniche e televisive facendo luce con le sue testimonianze e le sue denunce a uno dei periodi più bui della [[storia della Svizzera]] del [[XX secolo]].
 
{{citazione|<small>Per tutti i Rom, Sinti e Jenische,<br />per tutte le ebree e gli ebrei,<br />per gli uccisi di ieri e per quelli di domani</small>}}
 
{{citazione|Non c'era mare ai nostri piedi<br />
anzi gli siamo<br />
sfuggiti a malapena
 
quando le disgrazie<br />
si dice<br />
non vengono mai sole<br />
il cielo d'acciaio ci incatenò il cuore
 
Abbiamo pianto invano le nostre madri<br />
davanti ai patiboli<br />
e ricoperto i bambini morti con fiori di mandorlo<br />
per scaldarli nel sonno<br />
il lungo sonno
 
Nelle notti nere ci disseminano<br />
per poi strappare noi posteri alla terra<br />
nelle prime ore del mattino
 
Ancora nel sonno ti cerco<br />
erba selvatica e menta<br />
chiuditi occhio ti dico<br />
e che tu non debba mai vedere i loro volti<br />
quando le mani diventano pietra
 
Per questo l'erba selvatica la menta<br />
Ti stanno leggere sulla fronte<br />
quando arrivano i mietitori | Dalle poesie di Mariella Mehr}}
 
== Filmografia ==
* ''[[Dove cadono le ombre]]'', regia di [[Valentina Pedicini]], 95 minuti, Italia, 2017<ref>{{cita web|url=https://www.mymovies.it/film/2017/jenish/|titolo=Dove cadono le ombre|accesso=27 novembre 2017}}</ref>
* ''[[Nebbia in agosto (film)|Nebbia in agosto]]'', regia di [[Kai Wessel]], 121 minuti, Austria/Germania, 2016<ref>{{cita web|url=https://www.mymovies.it/film/2016/nebbiainagosto/|titolo=Nebbia in agosto|accesso=27 novembre 2017}}</ref>
* ''[[Lubo]]'', regia di [[Giorgio Diritti]], 181 minuti, Italia/Svizzera, 2023
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
 
* {{Cita libro|autore=Mariella Mehr|titolo=Labambina|altri= traduzione dell'originale tedesco "Daskind" di Anna Ruchat|editore= Effigie Editore|città= Milano|anno= 2006 |ISBN= 88-89416-38-6 |url=http://www.mariellamehr.com/Publikationen/bookskindita.htm|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120510142857/http://www.mariellamehr.com/Publikationen/bookskindita.htm }}
* Pino Petruzzelli, ''Non chiamarmi zingaro, perseguitati e diversi da sempre, a loro la parola'', Chiarelettere Editore, Milano 2008, ISBN 978-88-6190-050-9
* Christian Bader, ''Yéniches: Les derniers nomades d'Europe. Suivi d'un lexique yéniche-français et français-yéniche'', [[L'Harmattan]] Edizioni, Parigi 2007, (L'Harmattan Italia, Torino) ISBN 978-2-296-03675-8.
* [[Marco Paolini]]: ''Ausmerzen. Vite indegne di essere vissute'', Einaudi Torino 2012 ISBN 978-88-06-21017-5 <small>(DVD: ISBN 978-88-06-21241-4)</small> {{cita web|url=http://www.einaudi.it/libri/libro/marco-paolini/ausmerzen/978880621241|titolo=}}
* Robert Domes: ''Nebel im August. Die Lebensgeschichte des Ernst Lossa'', mit Vorwort von Michael von Cranach, cbt-Verlag München 2008, ISBN 978-3-570-30475-4, ISBN 3-570-30475-2 {{cita web|url=http://www.robertdomes.com/nebel-im-august/|titolo=}}
* Michael von Cranach, L&L, Autoren und Künstler: ''IN MEMORIAM (Lossa, Ernst)''. Ausstellung in Gedenken an die Opfer des nationalsozialistischen Euthanasieprogramms aus Anlass des XI. Weltkongresses für Psychiatrie in Hamburg. 1999. Ausstellungskatalog deutsch english. Bezirkskrankenhaus D-87600 Kaufbeuren. {{cita web|url=http://sciencev1.orf.at/sciencev1.orf.at/science/news/124418.html|titolo=}}
 
== Voci correlate ==
* [[Ernst Lossa]]
* [[Mariella Mehr]]
* [[Olocausto]]
* [[Popolo Rom]]
* [[Porajmos]]
* [[Pro Juventute]]
* [[Sinti]]
* [[Zingari]]
 
== Altri progetti ==
[[categoria:Popoli nomadi]]
{{interprogetto}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|url=https://www.rsi.ch/rete-due/programmi/cultura/geronimo/Storia/Ladri-di-bambini-7396712.html|titolo=Ladri di bambini - intervista di Claudio Visentin alla Rete due della Radiotelevisione Svizzera sulla tragedia dei bambini jenisch}}
* {{cita web|url=http://www.coe.int/AboutCoe/media/interface/publications/roms_it.pdf|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120710102336/http://www.coe.int/AboutCoe/media/interface/publications/roms_it.pdf|urlmorto=sì|titolo=Documento del Consiglio d'Europa}}
* {{cita web|url=http://www.bak.admin.ch/kulturschaffen/04265/04267/04269/index.html?lang=it|titolo=Sito della Confederazione Svizzera|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140302184146/http://www.bak.admin.ch/kulturschaffen/04265/04267/04269/index.html?lang=it}}
* {{cita web | url = http://www.mariellamehr.com/riepilogo.htm | titolo = Una tesi italiana di laurea sulla scrittrice jenisch Mariella Mehr | accesso = 26 giugno 2007 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20110403060132/http://www.mariellamehr.com/riepilogo.htm | urlmorto = sì }}
* {{cita web|url=http://www.violettanet.it/poesiealtro_autori/MEHR.htm|titolo=Biografia, Poesie e Bibliografia di Mariella Mehr}}
* {{cita web | url = http://www.mariellamehr.com/pagina_italiana.htm | titolo = Il sito in lingua italiana di Mariella Mehr | accesso = 27 marzo 2013 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20130330114846/http://www.mariellamehr.com/pagina_italiana.htm | urlmorto = sì }}
* {{cita web | url = http://www.albertomelis.it/lacio%20jenisch.htm | titolo = Caccia agli zingari in Svizzera | accesso = 30 marzo 2013 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20150511030246/http://www.albertomelis.it/lacio%20jenisch.htm | urlmorto = sì }}
* {{cita web|url=http://www.yenisch-suisse.ch/|titolo=L'associazione Jenisch svizzera|lingua=de|accesso=9 aprile 2009|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120101214615/http://www.yenisch-suisse.ch/|urlmorto=sì}}
* {{cita web|url=http://www.radgenossenschaft.ch/|titolo=Sito svizzero sugli Jenisch|lingua=de}}
* {{cita web|url=http://jenische.info/homesite/cms/public/index.php?cmd=smarty&id=33_lde/|titolo=Gli Jenisch in Germania ed Europa|lingua=de|accesso=6 febbraio 2022|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160303203504/http://jenische.info/homesite/cms/public/index.php?cmd=smarty&id=33_lde%2F|urlmorto=sì}}
* {{cita web|url=http://www.sifaz.org/Engelbert_Wittich_jenische_Sprache.pdf|titolo=Una delle poche opere sugli Jenisch datata 1915|lingua=de|accesso=22 marzo 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160304000106/http://www.sifaz.org/Engelbert_Wittich_jenische_Sprache.pdf|urlmorto=sì}}
* {{cita web|url=http://www.jenischpower.net/|titolo=Sito tedesco Jenisch|lingua=de|accesso=22 marzo 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130308113546/http://jenischpower.net/|urlmorto=sì}}
* {{cita web|url=http://members.aon.at/jenisch.at/|titolo=Associazione Austriaca degli Jenisch|lingua=de|accesso=22 marzo 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20050205073423/http://members.aon.at/jenisch.at/|urlmorto=sì}}
* {{cita web|url=http://home.balcab.ch/venanz.nobel/qwant/VdJSingen.htm|titolo=Festa degli Jenisch in Germania|lingua=de|accesso=22 marzo 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20050501153959/http://home.balcab.ch/venanz.nobel/qwant/VdJSingen.htm|urlmorto=sì}}
 
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