Procida: differenze tra le versioni

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{{Comunend}}
{{NN|Campania|agosto 2018}}
| nomeComune = Procida
{{Divisione amministrativa
| linkStemma = Procida-Stemma.png
|Nome = Procida
| siglaRegione = CAM
|Panorama = Ostrov Procida.jpg
| siglaProvincia = NA
|Didascalia =
| latitudineGradi = 40
|Bandiera = Procida-Gonfalone.png
| latitudineMinuti = 46
|Voce bandiera =
| latitudineSecondi = 0
|Stemma = Procida-Stemma.png
| longitudineGradi = 14
|Voce stemma =
| longitudineMinuti = 2
|Stato = ITA
| longitudineSecondi = 0
|Grado amministrativo = 3
| mappaX = 183
|Divisione amm grado 1 = Campania
| mappaY = 209
|Divisione amm grado 2 = Napoli
| altitudine = 15
|Amministratore locale = Raimondo Ambrosino
| superficie = 4,1
|Partito = [[lista civica]] Procida che vorrei
| abitanti = 10.694
|Data annoelezione = 312-126-042015
|Data rielezione = 20-9-2020
| densita = 2593.90
|Data istituzione =
| frazioni = [[Vivara]]
|Altitudine = 27<ref>ISTAT - Altitudine del centro (metri) - 30 ott 2009</ref>
| comuniLimitrofi = nessuno
|Sottodivisioni = nessuna
| cap = 80079
|Divisioni confinanti = nessuno (comune insulare)
| prefisso = 081
|Zona istatsismica = 0630612
|Gradi fiscalegiorno = H0721088
|Nome nomeAbitantiabitanti = procidani
| patronoPatrono = [[Sansan Michele Arcangelo]]
| festivoFestivo = [[29 settembre]],<br [[/>8 maggio]] <small>(apparizione)</small>
|PIL =
| sito = http://www.comune.procida.na.it/
|PIL procapite =
}} <!-- fine della tabella - per la compilazione vedi -> Aiuto:Comune -->
|Mappa = Map of comune of Procida (Metropolitan City of Naples, region Campania, Italy).svg
<small>{{quote|Ah, io non chiederei di essere un gabbiano, né un delfino; mi accontenterei di essere uno scorfano, ch'è il pesce più brutto del mare, pur di ritrovarmi laggiù, a scherzare in quell'acqua.|[[Elsa Morante]], [[L'isola di Arturo (romanzo)|''L'isola di Arturo'']]}}</small>
|Didascalia mappa = Posizione del comune di Procida nella [[città metropolitana di Napoli]]
}}
'''Procida''' (<small>[[Alfabeto fonetico internazionale|AFI]]</small>: {{IPA|/ˈprɔʧida/|it}}<ref>{{DOP|id=1071172}}</ref><ref>{{Dipi}}</ref>; ''Proceta'', {{IPA|/ˈprɔʧətə/|nap}} in [[lingua napoletana|napoletano]]<ref>[http://www.quasitutto.altervista.org/a_sirena.html Testo della canzone ''{{'}}A Sirena'' di Salvatore Di Giacomo] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20110123215049/http://www.quasitutto.altervista.org/a_sirena.html |data=23 gennaio 2011 }}</ref>) è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di {{Popolazione|ITA}} abitanti<ref name="template divisione amministrativa-abitanti" /> della [[città metropolitana di Napoli]] in [[Campania]]. Il territorio comunale comprende interamente le isole di Procida e [[Isola di Vivara|Vivara]].
 
== Geografia fisica ==
'''Procida''' è un comune di circa diecimila abitanti della [[provincia di Napoli]].
L'isola di Procida ha una superficie di 3,7&nbsp;km². Il perimetro, estremamente frastagliato, misura circa 16&nbsp;km. La superficie comunale ricopre interamente l{{'}}'''isola di Procida''' e il vicino [[isola di Vivara|isolotto di Vivara]] (0,4&nbsp;km²), due isole del [[golfo di Napoli]] appartenenti al gruppo delle [[isole Flegree]].
 
Il rilievo più elevato è rappresentato dalla collina di Terra Murata (91&nbsp;m), sovrastata da un borgo fortificato di origine medioevale.
La superficie comunale ricopre interamente l''''isola di Procida''' e il vicino isolotto di [[isola di Vivara|Vivara]] (0,4 km²), due [[isola|isole]] del [[golfo di Napoli]] appartenenti al gruppo delle [[isole Flegree|isole flegree]].
 
L'isola si trova a una distanza minima dalla terraferma di circa 3,4&nbsp;km ([[Canale di Procida]]) ed è collegata da un piccolo ponte alla vicina isola di Vivara.
== Geografia ==
 
Le sue coste, in alcune zone basse e sabbiose, altrove a picco sul mare, danno vita a diverse baie e promontori che offrono riparo alla piccola navigazione e hanno permesso la nascita di ben tre porticcioli sui versanti settentrionale, orientale e meridionale dell'isola. Gran parte del suo litorale viene tutelata dall'[[area marina protetta Regno di Nettuno]].
L'isola di Procida ha una superficie di 3,7 km². Il perimetro, estremamente frastagliato, misura circa 16 km.
 
Tradizionalmente, il centro abitato viene diviso in nove contrade, dette ''grancìe'': Terra Murata (il borgo più antico), Corricella (un caratteristico borgo di pescatori), Sent'cò con il porto commerciale di Marina Grande, San Leonardo, Santissima Annunziata (anche detta Madonna della Libera), Sant'Antuono, Sant'Antonio e Chiaiolella (un porto turistico nella parte meridionale dell'isola).
Il rilievo più elevato è rappresentato dalla collina di Terra Murata (91 m), sovrastata da un borgo fortificato di origine medioevale.
 
=== La formazione dell'isola ===
L'isola si trova ad una distanza minima dalla terraferma di circa 3,4 km ([[Canale di Procida]]) ed è collegata da un sottile ponte alla vicina [[isola di Vivara]].
Dal punto di vista [[geologia|geologico]], l'isola è completamente di origine vulcanica, nata dalle eruzioni di almeno quattro diversi [[Vulcano|vulcani]] (databili tra {{M|55000}} e {{M|17000}} anni fa), oggi completamente spenti e in gran parte sommersi.
 
Per modalità di formazione e morfologia, l'isola di Procida si avvicina dunque moltissimo alla zona dei [[Campi Flegrei]], di cui fa geologicamente parte.
Le sue coste, in alcune zone basse e sabbiose, altrove a picco sul mare, danno vita a diverse baie e promontori che offrono riparo alla piccola navigazione e hanno permesso la nascita di ben tre porticcioli sui versanti settentrionale, orientale e meridionale dell'isola. La gran parte del suo litorale è compreso nell'[[area naturale marina protetta Regno di Nettuno]].
 
L'isola è infatti formata principalmente da [[tufo]] giallo e per il resto da tufo grigio, con tracce di altri materiali vulcanici quali, ad esempio [[basalto|basalti]].
Tradizionalmente, il centro abitato viene diviso in nove [[contrada|contrade]], dette ''grancìe'': ''Terra Murata'' (il borgo più antico), ''Corricella'' (un caratteristico borgo di pescatori), ''Sent'cò'' con il porto commerciale di ''Marina Grande'', ''San Leonardo'', ''Santissima Annunziata'' (anche detta ''Madonna della Libera''), ''Sant'Antuono'', ''Sant'Antonio'' e ''Chiaiolella'' (un porto turistico).
 
L'isola era anticamente (sicuramente ancora in epoca romana) collegata da una stretta [[falesia]] alla vicina [[isola di Vivara]]. Ipotesi più controverse giungono a immaginare un collegamento in epoca preistorica con il [[Monte di Procida]] in terraferma o, più difficilmente, un ulteriore collegamento ancora precedente con l'[[isola d'Ischia]].
=== La formazione dell'isola ===
 
== Origini del nome ==
Dal punto di vista [[geologia|geologico]], l'isola è completamente di origine vulcanica, nata dalle eruzioni di almeno quattro diversi [[Vulcano (geologia)|vulcani]] (databili tra 55.000 e 17.000 anni fa), oggi completamente spenti e in gran parte sommersi.
L'attuale nome dell'isola deriva da quello di [[Impero romano|epoca romana]] ''Prochyta''.
 
Secondo una prima ipotesi questo nome deriva da ''Prima Cyme'', ovvero "prossima a Cuma", come doveva apparire l'isola ai [[Colonizzazione greca|coloni greci]] nella migrazione dall'isola d'Ischia a [[Cuma]].
Per modalità di formazione e morfologia, l'isola di Procida si avvicina dunque moltissimo alla zona dei [[Campi Flegrei]], di cui fa geologicamente parte.
 
Un'altra ipotesi fa derivare il nome dal [[lingua greca|greco]] ''pròkeitai'' (''πρόκειται''), cioè "giace", in considerazione di come appare l'isola, vista dal mare.
L'isola è infatti formata principalmente da [[tufo (roccia)|tufo]] giallo e per il resto da tufo grigio, con tracce di altri materiali vulcanici quali, ad esempio [[basalto|basalti]].
 
Secondo un'altra ipotesi ancora, invece, tale nome deriverebbe dal verbo greco ''prochyo'', in latino ''profundo'': l'isola sarebbe stata infatti ''profusa'', messa fuori, sollevata dal fondo del mare o dalle profondità della Terra.
L'isola era anticamente (sicuramente ancora in epoca romana) collegata da una stretta [[falesia]] alla vicina isola di Vivara. Ipotesi più controverse giungono a immaginare un collegamento in epoca preistorica con il [[Monte di Procida]] in terraferma o, più difficilmente, un ulteriore collegamento ancora precedente con l'[[Ischia (isola)|isola d'Ischia]].
 
[[Dionigi di Alicarnasso]], nel suo ''[[Antichità romane (Dionigi di Alicarnasso)|Archeologia Romana]]'' volle far derivare il nome da quello di una nutrice di [[Enea]], da lui qui sepolta quando vi approdò.
 
Un'ulteriore spiegazione etimologica ne riconduce il nome all'aggettivo proto-latino ''praecidaneus'' ("vendemmiale"), bene attagliandosi questo alle caratteristiche dell'isola, la quale, poiché non offriva agli antichi villeggianti né passatempi termali, come invece la vicina Baia, né cittadini, era probabilmente da questi frequentata solo in occasione della vendemmia delle sue ancor oggi ottime uve. In effetti, prima di cominciare a tagliare i nuovi frutti maturi, era d'uso sacrificare a [[Cerere]], dea della terra, un'agnella o una scrofa, da cui appunto il verbo l. ''praecaedo'' (gr.''προχέω''), dal significato appunto di "sacrifico prima".<ref>Guglielmo Peirce, ''Le origini preistoriche dell'onomastica italiana.'' Pp. 325-326. Napoli, 2001.</ref>
 
Secondo il [[mitologia greca|mito greco]] qui avvenne inoltre la lotta tra i [[giganti (mitologia greca)|giganti]] e gli dei, e come [[Tifone (mitologia)|Tifeo]] e [[Alcioneo (gigante)|Alcioneo]] finirono rispettivamente sotto il [[Vesuvio]] e Ischia, così [[Mimante (mitologia)|Mimante]] fu posto sotto l'isola di Procida.
 
== Storia ==
[[ImmagineFile:Piazzetta di Procida dal traghetto.JPG|300px|thumb|Il porto di Marina Grande]]
 
=== Etimologia del nomeAntichità ===
[[File:Procida terra murata.jpg|thumb|Terra Murata e Corricella da Punta Pizzaco]]
[[File:Corricella Tramonto.JPG|thumb|Tramonto alla Corricella]]
Recenti ritrovamenti archeologici sulla vicina [[isola di Vivara]] (un tempo collegata a Procida) fanno ritenere che l'isola fosse già abitata intorno al XVI - XV secolo a.C., probabilmente da coloni [[civiltà micenea|Micenei]].
 
Sicuramente, intorno al VIII secolo a.C. Procida fu abitata da coloni Calcidesi dell'isola di [[Eubea]]; a questi subentrarono in seguito i Greci di [[Cuma]], la cui presenza è confermata sia da rilevamenti archeologici che dalla toponomastica di diversi luoghi dell'isola.
Il nome dell'isola deriva dal nome di epoca romana ''Prochyta''.
 
Durante la [[Impero romano|dominazione romana]], Procida divenne sede di [[Villa (geografia)|ville]] e di insediamenti sparsi sul territorio; sembra comunque che in questa epoca non esistesse un vero e proprio centro abitato: l'isola fu più probabilmente luogo di villeggiatura dei patrizi romani e di coltura della vite. [[Decimo Giunio Giovenale|Giovenale]], nella terza delle sue [[Satire (Giovenale)|''Satire'']], ne parla come di un luogo atto ad un soggiorno solitario e tranquillo.
Secondo una prima ipotesi questo nome deriva da ''Prima Cyme'', ovvero "prossima a Cuma", come doveva apparire l'isola ai coloni greci nella migrazione dall'isola d'Ischia a [[Cuma]].
 
=== Medioevo ===
Un'altra ipotesi fa derivare il nome dal [[lingua greca|greco]] "pròkéitai" (''προκειται''), cioè "giace", in considerazione di come appare l'isola, vista dal mare.
Dopo la [[caduta dell'Impero romano d'Occidente]], l'isola subì le devastazioni dei [[Vandali]] e dei [[Goti]]; non cadde invece mai in mano [[Longobardi|longobarda]], rimanendo sempre sotto la giurisdizione del duca bizantino (poi autonomo) di [[Ducato di Napoli|Napoli]], nel territorio della [[Miseno (Bacoli)|Contea di Miseno]].
 
In quest'epoca l'isola cominciava intanto a mutare radicalmente la sua composizione demografica, divenendo luogo di rifugio per le popolazioni in fuga dalle devastazioni dovute all'invasione longobarda prima e, in seguito, alle scorrerie dei pirati [[saraceni]]. In particolare, sembra che l'isola abbia accolto le ultime popolazioni in fuga dal porto di Miseno, distrutto dai Saraceni nell'850. Tuttavia, un documento databile tra il 592 e il 602 riguardante un tributo in vino lascia intuire come già in questa epoca esistesse sull'isola un insediamento stabile<ref name= Parascandolo>Michele Parascandolo, ''Procida. Dalle origini ai tempi nostri'', Edizioni Benevento, 1893.</ref>.
Secondo un'altra ipotesi ancora, invece, tale nome deriverebbe dal verbo greco "prochyo", in latino ''profundo'': l'isola sarebbe stata infatti ''profusa'', messa fuori, sollevata dal fondo del mare o dalle profondità della Terra.
 
Mutava radicalmente anche l'aspetto dell'isola: al tipico insediamento "diffuso" di epoca romana faceva posto un borgo fortificato tipico dell'[[Medioevo|età medievale]]. La popolazione si rifugiò infatti sul promontorio della Terra, naturalmente difeso da pareti a picco sul mare e in seguito più volte fortificato, mutando così il nome prima in Terra Casata e poi in quello odierno di Terra Murata.
[[Dionigi di Alicarnasso]] infine, nel suo ''Archeologia Romana'' volle far derivare il nome da quello di una nutrice di [[Enea]], da lui qui sepolta quando vi approdò.
 
Con la conquista [[Normanni|normanna]] del meridione d'Italia, Procida sperimentò anche il dominio [[feudalesimo|feudale]]; l'isola, con annessa una parte di terraferma (il Monte di Miseno, poi detto [[Monte di Procida]]), venne assoggettata alla famiglia di origine salernitana dei [[Procida (famiglia)|Da Procida]] (che dall'isola presero il nome), che controllarono l'isola per oltre due secoli. Di questa famiglia l'esponente di maggior spicco fu sicuramente [[Giovanni da Procida]], terzo (III) con questo nome, consigliere di [[Federico II di Svevia]] e animatore della rivolta dei [[Vespri siciliani]].
Secondo il [[mitologia greca|mito greco]] qui avvenne inoltre la lotta tra i [[giganti]] e gli dei, e come [[Tifeo]] e [[Alcione]] finirono rispettivamente sotto il [[Vesuvio]] e Ischia, così [[Mimante]] fu posto sotto l'isola di Procida.
 
Durante la guerra del Vespro l'isola fu infatti controllata dalla flotta del re aragonese di Sicilia ben 14 anni, dal 1286 al 1299, pur subendo diversi assedi da parte degli [[Angioini|Angioini di Napoli]], che riuscirono a rientrare a Procida solo quando, dopo la morte di Giovanni da Procida, il suo figlio secondogenito, [[Tommaso da Procida]], passò nel campo angioino.
=== Periodo classico ===
 
Nel 1339, comunque, l'ultimo discendente dei Da Procida vendette il feudo (con l'[[isola d'Ischia]]) alla famiglia napoletana dei [[Coscia (famiglia)|Cossa]], famiglia di ammiragli fedele alla dinastia francese dei [[angioini|D'Angiò]], allora regnante su [[Napoli]]. Dei Cossa, esponente di maggior rilievo fu [[Antipapa Giovanni XXIII|Baldassarre Cossa]], eletto [[antipapa]] nel 1410 con il nome (poi ignorato nella storiografia vaticana) di [[antipapa Giovanni XXIII|Giovanni XXIII]].
[[Immagine:Procida terra murata.jpg|thumb|300 px|''Terra Murata'' e ''Corricella'' da Punta ''Pizzaco'']]
[[Immagine:Corricella Tramonto.JPG|thumb|300 px|Tramonto alla Corricella - 11 luglio 2004]]
Recenti ritrovamenti archeologici sulla vicina isola di Vivara (un tempo collegata a Procida) fanno ritenere che l'isola fosse già abitata intorno al XVI - [[XV secolo a.C.]], probabilmente da coloni [[civiltà micenea|Micenei]].
 
In quest'epoca l'economia dell'isola rimaneva sempre prevalentemente legata all'[[agricoltura]], con una lenta crescita delle attività legate alla [[pesca commerciale|pesca]].
Sicuramente, intorno al [[VIII secolo a.C.|secolo VIII a.C.]] Procida fu abitata da coloni Calcidesi dell'isola di [[Eubea]]; a questi subentrarono in seguito i Greci di [[Cuma]], la cui presenza è confermata sia da rilevamenti archeologici che dalla toponomastica di diversi luoghi dell'isola.
 
=== Epoca moderna ===
Durante la dominazione romana, Procida divenne sede di ''ville'' e di insediamenti sparsi sul territorio; sembra comunque che in questa epoca non esistesse un vero e proprio centro abitato: l'isola fu più probabilmente luogo di villeggiatura dei patrizi romani e di coltura della vite.
[[File:Apparizione di san Michele archangelo.jpg|thumb|upright=0.8|[[Nicola Russo (pittore)|Nicola Russo]], ''[[San Michele Arcangelo scaccia i Saraceni da Procida]]'', olio su tela, XVII secolo.]]
Durante la dominazione di [[Carlo V d'Asburgo|Carlo V]] a Napoli l'isola fu confiscata all'ultimo [[Coscia (famiglia)|Cossa]] e concessa in feudo alla famiglia dei [[d'Avalos|d'Avalos d'Aquino d'Aragona]] (1529), fedele alla [[casa d'Asburgo]]. Il primo feudatario fu appunto [[Alfonso III d'Avalos|Alfonso d'Avalos]], marchese del Vasto e generale di Carlo V, cugino di [[Fernando Francesco d'Avalos]].
 
Iniziano in questo periodo le incursioni dei [[corsari barbareschi]], incentivate dalla lotta tra gli [[Impero ottomano|Ottomani]] e l'impero spagnolo. Molto documentata e cruenta fu l'incursione del 1534 ad opera del corsaro [[Khayr al-Dīn Barbarossa|Khayr al-Din, detto il ''Barbarossa'']], conclusasi con devastazioni e con un gran numero di procidani deportati come schiavi. Incursione che volle poi ripetere nel 1544.
=== Medioevo ===
 
Il suo successore, [[Dragut]], fece sì che l'isola fosse nuovamente devastata nel 1548, nel 1552, nel 1558 e nel 1562. Un'ulteriore incursione barbaresca è documentata nel 1585.
Dopo la caduta dell'[[impero Romano]], l'isola subì le devastazioni dei [[Vandali]] e dei [[Goti]]; non cadde invece mai in mano [[Longobardi|longobarda]], rimanendo sempre sotto la giurisdizione del duca bizantino (poi autonomo) di [[Ducato di Napoli|Napoli]], nel territorio della ''Contea di Miseno''.
[[File:Procida Terra Murrata981.jpg|left|thumb|Terra Murata]]
Testimonianze di questo periodo sono le [[Torri costiere del Regno di Napoli|torri di avvistamento sul mare]], diventate in seguito il simbolo dell'isola, una seconda cinta muraria attorno al borgo della Terra Murata e l'inizio della costruzione, promossa dal cardinale [[Innico d'Avalos d'Aragona]], del Castello D'Avalos (1563), ad opera degli architetti [[Giovan Battista Cavagna]] e [[Benvenuto Tortelli]]. Un miglioramento delle condizioni di vita nell'isola si ebbe tuttavia solo dopo la [[battaglia di Lepanto]] (1571) che ridusse di molto le attività della marina ottomana nel Mediterraneo occidentale, permettendo, finalmente, la nascita nell'isola di un'economia legata alla marineria.
 
Nel XVII secolo l'isola venne occupata dalla flotta francese comandata da [[Tommaso Francesco di Savoia]], sullo sfondo delle vicende legate alla rivolta di [[Masaniello]] e della nascita della seguente [[Repubblica napoletana (1647)|Repubblica]].
In quest'epoca l'isola cominciò intanto a mutare radicalmente la sua composizione demografica, divenendo luogo di rifugio per le popolazioni in fuga dalle devastazioni dovute all'invasione longobarda prima e, in seguito, alle scorrerie dei pirati [[saraceni]]. In particolare, sembra che l'isola abbia accolto le ultime popolazioni in fuga dal porto di [[Miseno]], distrutto dai Saraceni nell'[[850]].
 
Con l'avvento dei [[Borbone delle Due Sicilie|Borbone]] nel [[Regno di Napoli]], nel 1734, si aveva intanto un ulteriore miglioramento delle condizioni socio-economiche dell'isola, dovuto anche all'estinzione della feudalità nel 1744 per opera di [[Carlo III di Spagna|Carlo III]], che inserì Procida tra i beni allodiali della corona, facendone una sua riserva di caccia.
Mutava radicalmente anche l'aspetto dell'isola: al tipico insediamento "diffuso" di epoca romana faceva posto un borgo fortificato tipico dell'età medievale. La popolazione si rifugiò infatti sul promontorio della ''Terra'', naturalmente difeso da pareti a picco sul mare e in seguito più volte fortificato, mutando così il nome prima in ''Terra Casata'' e poi in quello odierno di ''Terra Murata''.
 
[[File:Madonna del porto di Procida tw.JPG|thumb|left|Statua della Madonna del porto di Procida]]
Con la conquista [[Normanni|normanna]] del meridione d'Italia, Procida sperimentò anche il dominio [[feudalesimo|feudale]]; l'isola, con annessa una parte di terraferma (il ''Monte di Miseno'', poi detto [[Monte di Procida]]), venne assoggettata alla famiglia di origine salernitana dei [[Da Procida]] (che dall'isola presero il nome), che controllarono l'isola per oltre due secoli. Di questa famiglia l'esponente di maggior spicco fu sicuramente [[Giovanni Da Procida]], terzo (III) con questo nome, consigliere di [[Federico II del Sacro Romano Impero|Federico II]] di Svevia e animatore della rivolta dei [[Vespri Siciliani]].
In questo periodo la marineria procidana si avvia verso il suo periodo di massimo splendore, accostando a questa anche una fiorente attività cantieristica: fino a tutto il secolo successivo, vengono varati nell'isola bastimenti e brigantini che affrontano la navigazione oceanica; verso la metà del XIX secolo circa un terzo di tutti i "legni" di grande cabotaggio del meridione d'Italia proviene da cantieri procidani.
 
La popolazione ascende fino ad un massimo di circa 16000 persone sul finire del XVIII secolo, ovvero circa una volta e mezza la popolazione attuale.
Durante la guerra del Vespro l'isola fu infatti controllata dalla flotta del re aragonese di Sicilia ben 14 anni, dal [[1286]] al [[1299]], pur subendo diversi assedi da parte degli angioini di Napoli, che riuscirono a rientrare a Procida solo quando, dopo la morte di Giovanni da Procida, il suo figlio secondogenito, [[Tommaso da Procida]], passò nel campo angioino.
 
Nel 1799 Procida prende parte alle sommosse che portano alla proclamazione della [[Repubblica Napoletana (1799)|Repubblica Napoletana]]; con il ritorno dei Borbone, pochi mesi dopo, [[Repubblicani napoletani giustiziati nel 1799-1800|dodici Procidani]], tra i più influenti e in vista dell'isola, vengono impiccati per questo nella stessa piazza dove era stato issato l'[[albero della libertà]].
Nel [[1339]], comunque, l'ultimo discendente dei Da Procida vendette il feudo (con l'[[isola d'Ischia]]) alla famiglia di origine francese dei [[Cossa]], famiglia di ammiragli fedele alla dinastia [[angioini|D'Angiò]], allora regnante su Napoli. Dei Cossa, esponente di maggior rilievo fu [[Baldassarre Cossa]], eletto [[antipapa]] nel [[1410]] con il nome (poi ignorato nella storiografia vaticana) di [[antipapa Giovanni XXIII|Giovanni XXIII]].
 
Negli anni successivi (e in particolare nel "decennio francese"), l'isola vede diverse volte la guerra passare sul suo territorio con pesanti scontri e devastazioni, a causa della sua basilare posizione strategica nella guerra sul mare, contesa tra Francesi e Inglesi; le cronache riportano che nel solo 1809 circa 4000 persone abbandonarono l'isola al seguito delle navi inglesi sconfitte al termine della sesta coalizione antifrancese.
In quest'epoca l'economia dell'isola rimaneva sempre prevalentemente legata all'agricoltura, con una lenta crescita delle attività legate alla [[pesca commerciale|pesca]].
 
Anche per questi motivi, nel 1860 la caduta dei Borbone e l'unificazione italiana vengono accolte favorevolmente dalla popolazione<ref name= Parascandolo />.
=== Epoca moderna ===
 
=== XX secolo ===
[[Immagine:Apparizione di san Michele archangelo.jpg|thumb|180px|San Michele arcangelo scaccia i pirati saraceni dall'isola
[[File:Procida aerea 18-04-05.jpg|thumb|Le isole di Procida e [[Isola di Vivara|Vivara]] dal finestrino di un aereo]]
<small> Olio su tela, XVII secolo </small>]]
Il XX secolo vede la crisi irreversibile della cantieristica procidana, sotto la concorrenza dei grandi agglomerati industriali: l'ultimo grande brigantino procidano viene varato nel 1891.
Durante la dominazione di [[Carlo V del Sacro Romano Impero|Carlo V]] a Napoli l'isola fu confiscata all'ultimo Cossa e concessa in feudo alla famiglia dei [[d'Avalos|d'Avalos d'Aquino d'Aragona]] ([[1529]]), fedele alla casa d'[[Asburgo]]. Il primo feudatario fu appunto [[Alfonso d'Avalos]], marchese del Vasto e generale di Carlo V, cugino di [[Fernando Francesco d'Avalos]].
 
Nel 1907 inoltre, Procida, a seguito di un referendum, perde il suo territorio di terraferma, che diventa un comune autonomo denominato [[Monte di Procida]].
Continuavano intanto anche in quest'epoca le scorrerie dei [[pirati barbareschi|pirati saraceni]], accentuate ulteriormente dalla lotta tra gli Ottomani e l'impero spagnolo. Molto documentata e cruenta in particolare fu l'incursione del [[1534]], ad opera del pirata [[Kahir-Ad-Din]], detto il ''Barbarossa'', conclusasi con devastazioni e con un gran numero di Procidani deportati come schiavi, e che volle poi ripetere l'impresa nel [[1544]].
 
Nel 1957 l'isola viene raggiunta dal primo acquedotto sottomarino d'Europa, mentre negli ultimi decenni, la popolazione, fino agli anni trenta decrescente, comincia lentamente a risalire.
Il suo successore, [[Dragut]], fece sì che l'isola fosse nuovamente devastata nel [[1548]], nel [[1552]] e nel [[1562]].
 
L'economia rimane in gran parte legata alla marineria accanto alla crescita, negli ultimi anni, dell'industria [[turismo|turistica]].
Testimonianze di questo periodo sono le torri di avvistamento sul mare, diventate in seguito il simbolo dell'isola, e una seconda cinta muraria attorno al borgo della ''Terra''. Un miglioramento delle condizioni di vita nell'isola si ebbe tuttavia solo dopo la [[battaglia di Lepanto]] che ridusse di molto le attività della marina ottomana nel Mediterraneo occidentale, permettendo, finalmente, la nascita nell'isola di un'economia legata alla [[marineria]].
 
=== XXI secolo ===
Nel [[XVII secolo]] l'isola venne occupata dalla flotta francese comandata da [[Tommaso Francesco di Savoia]], sullo sfondo delle vicende legate alla rivolta di [[Masaniello]] e della nascita della seguente [[Repubblica Napoletana (1647)|Repubblica]].
Il 18 gennaio del 2021 Procida è stata nominata [[Capitale italiana della cultura]] per il 2022.
 
===Simboli===
Con l'avvento dei [[Borbone di Napoli|Borbone]] nel Regno di Napoli, nel [[1734]], si aveva intanto un ulteriore miglioramento delle condizioni socio-economiche dell'isola, dovuto anche all'estinzione della feudalità nel [[1744]] per opera di [[Carlo III di Spagna|Carlo III]], che inserì Procida tra i beni allodiali della corona, facendone una sua riserva di caccia.
Lo stemma è stato riconosciuto con DPCM del 31 agosto 1956 e vi sono raffigurate tre [[Torre (araldica)|torri]] culminanti con una casamatta, quella centrale è più ampia delle laterali, fondate sulla superficie increspata del [[Mare (araldica)|mare]].<ref>{{Cita web|url=https://patrimonioacs.cultura.gov.it/patrimonio/13971f70-fa89-4942-996a-6394273bd928/1364-procida|titolo=Bozzetto dello stemma del Comune di Procida.|accesso=2 ottobre 2024|sito=ACS, Raccolta dei disegni degli stemmi di comuni e città}}</ref>
Il gonfalone, concesso con DPR del 22 gennaio 1957<ref>{{Cita web|url=http://dati.acs.beniculturali.it/comuni/comuni.printDetail.html?5936|titolo=Procida|accesso=2 ottobre 2024|sito=Archivio Centrale dello Stato}}</ref>, è un drappo partito di rosso e di bianco.
 
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
[[Immagine:Madonna del porto di Procida.JPG|250px|thumb|left|Statua della Madonna del porto di Procida]]
[[File:Cristo morto - Lantriceni - Procida - 2020 0125 175239.jpg|miniatura|Statua lignea del Cristo morto, nella chiesa di San Tommaso d'Aquino, opera di [[Carmine Lantriceni]] (1728) - Particolare di testa e torso.]]
In questo periodo la marineria procidana si avvia verso il suo periodo di massimo splendore, accostando a questa anche una fiorente attività [[cantieristica]]: fino a tutto il secolo successivo, vengono varati nell'isola bastimenti e brigantini che affrontano la navigazione oceanica; verso la metà del [[XIX secolo]] circa un terzo di tutti i "legni" di grande cabotaggio del meridione d'Italia proviene da cantieri procidani.
 
=== Architetture religiose ===
La popolazione ascende fino ad un massimo di circa 16000 persone sul finire del [[XVIII secolo]], ovvero circa una volta e mezza la popolazione attuale.
* [[Abbazia di San Michele Arcangelo (Procida)]] (XI secolo)
* [[Chiesa di San Leonardo (Procida)|Chiesa di San Leonardo]] (XVI secolo)
* [[Chiesa di Santa Maria della Pietà e San Giovanni Battista]] (XVII secolo)
* Chiesa della Santissima Annunziata (XVI secolo)
* [[Chiesa di Sant'Antonio Abate (Procida)]] (XVI secolo)
* Chiesa di Sant'Antonio da Padova (XVII secolo)
* Chiesa di San Giuseppe (XIX secolo)
* Chiesa di Santa Maria delle Grazie (XVII secolo)
* Chiesa di San Rocco (XVI secolo)
* Chiesa di San Tommaso d'Aquino (XIX secolo)
* Chiesa di San Vincenzo (XVI secolo)
* Chiesa sconsacrata Santa Margherita Nuova
* Chiesa sconsacrata di San Giacomo (XVII secolo)
* Chiesa sconsacrata di Santa Maria della Purità (XVII secolo)
* Cappella di Santa Maria degli Agonizzanti (secolo XIX)
 
=== Architetture civili ===
Nel [[1799]] Procida prende parte ai sommovimenti che portano alla proclamazione della [[Repubblica Napoletana (1799)|Repubblica Napoletana]]; con il ritorno dei Borbone, pochi mesi dopo, [[Elenco dei repubblicani napoletani giustiziati nel 1799|dodici Procidani]], tra i più influenti e in vista dell'isola, vengono impiccati per questo nella stessa piazza dove era stato issato l'[[albero della libertà]].
{{CN|
* Palazzo Ambrosino di Bruttopilo-Borgogna (XX secolo)
* Palazzo Annecchino (XVII secolo, via Vittorio Emanuele 116)
* Palazzo Bormioli (XIX secolo, via Principe Umberto 86)
* Palazzo D'Avalos (XVI secolo)
* Palazzo Di Costanzo (XVII secolo, via Giovanni da Procida 351)
* Palazzo Ferrajoli (XV secolo, via Marcello Scotti 22)
* Palazzo Galatola-Costagliola (XIX secolo, via Principe Umberto 71)
* Palazzo Guarracino (XVIII secolo, via Centane 38)
* Palazzo in via Principe Umberto 56 (XIX secolo)
* Palazzo in via Vittorio Emanuele 227 (XVIII secolo)
* Palazzo Manzo (XVII secolo, via Vittorio Emanuele 184)
* Palazzo Massa-D'Ambrosio
* Palazzo Mazzella Di Bosco (XVIII secolo, via Regina Elena 23)
* Palazzo Mazzella- Lieto (XVII secolo, via Regina Elena)
* Palazzo Mignano-De Iorio (XVII secolo, Salita Castello 12)
* Palazzo Montefusco, detto anche Merlato (XII secolo, via Roma 127)
* Palazzo Porta (XV secolo, via Flavio Gioia 14)
* Palazzo Rosato (via Vittorio Emanuele 59)
* Palazzo Scotti (XVII secolo, via Vittorio Emanuele 204)
* Palazzo Scotti Galletta (XVIII secolo, via Vittorio Emanuele 210)
* Palazzo Scotto Lachianca (XIX secolo, via Vittorio Emanuele 250)
* Villa Angelina (XX secolo, via Marcello Scotti)
* Villa Eldorado (via Vittorio Emanuele)
* Villa Lavinia (XVIII secolo)
* Villa Scotto di Jonno (via Regina Elena)
* Villa Sofia (XVIII secolo, via Guglielmo Marconi 1-3)}}
 
=== Altro ===
Negli anni successivi (e in particolare nel "decennio francese"), l'isola vede diverse volte la guerra passare sul suo territorio con pesanti scontri e devastazioni, a causa della sua basilare posizione strategica nella guerra sul mare, contesa tra Francesi e Inglesi; le cronache riportano che nel solo [[1809]] circa 4000 persone abbandonarono l'isola al seguito delle navi inglesi sconfitte al termine della sesta coalizione antifrancese.
* Monumento ad [[Antonio Scialoja]], di [[Giulio Tadolini]]
* Monumento ai Caduti, di Tommaso Vicari
* [[Stazione Marittima di Procida]] intitolata a Fabrizio Borgogna
 
=== XXAree secolonaturali ===
* [[Isola di Vivara]], di proprietà privata è un esempio di conservazione della flora e fauna mediterranea, dal 2002 riserva naturale statale. Sull'isolotto sono stati trovati i resti di un villaggio miceneo del XV secolo a.C., con campagne di scavo ancora in corso a cura dell'[[università Suor Orsola Benincasa]]. Nel XVII secolo vi fu costruito un casino di caccia.
* [[Area marina protetta Regno di Nettuno]], zona di particolare tutela dell'ecosistema marino localizzata tra Procida, Vivara e Ischia.
 
=== Architettura ed urbanistica popolare ===
[[Immagine:Procida aerea 18-04-05.jpg|thumb|300 px|Le isole di ''Procida'' e ''Vivara'' dal finestrino di un aereo]]
[[File:Case di Procida.jpg|thumb|left|La ''Corricella'' vista da ''Terra Murata'']]
Il [[XX secolo]] vede la crisi irreversibile della cantieristica procidana, sotto la concorrenza dei grandi agglomerati industriali: l'ultimo grande brigantino procidano viene varato nel [[1891]].
[[File:Paolo Monti - Servizio fotografico (Procida, 1972) - BEIC 6339117.jpg|thumb|left|Case della Corricella in una fotografia del 1972.<ref>Fondo [[Paolo Monti]], [[Biblioteca europea di informazione e cultura|BEIC]]</ref>]]
Fra l'[[alto medioevo]] e il [[XVIII secolo]] si sviluppa, nell'isola di Procida, un particolare esempio di architettura generalmente definita spontanea ma più correttamente dal carattere popolare, legata cioè alla comunità del luogo, che si sviluppa secondo codici costruttivi ben codificati.
 
Tra gli elementi più caratteristici ci sono sicuramente l'[[Arco (architettura)|arco]] e la [[scala rampante]] (o a ''dorso d'asino'').
Nel [[1907]] inoltre, Procida perde il suo territorio di terraferma, che diventa un comune autonomo denominato [[Monte di Procida]].
L'arco ha funzione di ingresso (o meglio, di passaggio tra la strada e l'abitazione), mentre ai piani superiori delimita un particolare terrazzo, chiamato localmente ''vèfio'' (da un antico tedesco ''waif''), vero simbolo dell'abitazione tipica dell'isola.
La scala rampante, detta anche a “collo di giraffa”, appoggiata sull'arco stesso, risulta la soluzione più comune per raggiungere i piani superiori.
Esempio di tali tipologie si concentra nel Casale Vascello (XVI sec.), e negli altri “casali” situati nel centro storico.
 
Le [[Volta (architettura)|volte]] sono sempre a [[volta a vela|vela]] o, più frequentemente nelle zone rurali, a [[volta a botte|botte]].
Nel [[1957]] l'isola viene raggiunta dal primo acquedotto sottomarino d'Europa, mentre negli ultimi decenni, la popolazione, fino agli [[anni 1930|anni 30]] decrescente, comincia lentamente a risalire.
 
Altro elemento caratteristico è rappresentato dal colore: le costruzioni sono generalmente dipinte con un certo gruppo di tonalità pastello ben definite, assortite in maniera che due case vicine molto difficilmente abbiano colori simili, con il risultato di una policromia caratteristica. Secondo la tradizione, tale particolarità deriva dal desiderio dei pescatori di voler riconoscere la propria casa anche lontano dal mare. Tale ipotesi tuttavia non ha mai avuto alcuna conferma.
L'economia rimane in gran parte legata alla marineria accanto alla crescita, negli ultimi anni, dell'industria [[turismo|turistica]].
 
L'architettura popolare si radica sul territorio con uno schema urbanistico particolare ed originale che, riprendendo modelli di sviluppo dell'epoca (dall'impianto svevo di Terra Murata al sistema delle grancìe rurali di matrice benedettina fino all'edilizia di strada settecentesca) li miscela in una sintesi legata all'ambiente naturale locale e alla cultura materiale.
== Economia ==
 
== Società ==
L'isola si trova attualmente in un periodo di forti trasformazioni nella sua struttura economica. La [[marineria]], sebbene in forte calo, rimane ancora uno dei maggiori settori di occupazione, con persone di tutte le fasce di età impiegate come [[ufficiale di coperta|ufficiali di coperta]] o [[ufficiale di macchine|di macchine]] su navi mercantili delle maggiori [[compagnia di navigazione|compagnie marittime]] di tutto il mondo, continuatori di una tradizione secolare. Tuttavia negli ultimi anni, la sempre maggiore automazione presente in ambito meccanico, unita ad un sempre maggiore utilizzo di lavoratori di paesi emergenti nell'ambito del [[trasporto marittimo]], ha fatto sì che questa fonte di reddito perdesse importanza relativa nell'isola.
=== Evoluzione demografica ===
[[File:Popolazione Procida 1500 2000.png|right|360px|Popolazione di Procida 1500-2000]]
Nel grafico al lato viene mostrato l'andamento della popolazione di Procida negli ultimi cinque secoli. Il grafico è stato costruito unendo e confrontando i dati riportati da Michele Parascandolo<ref name= Parascandolo />, Sergio Zazzera<ref>Sergio Zazzera - ''Procida. Storia, tradizioni e immagini'' - Ci.Esse.Ti (1984)</ref> e l'ISTAT. I dati fino al 1907 comprendono anche [[Monte di Procida]], prima di allora appartenente al comune e colonizzato a partire dal XVIII secolo.
 
Si può notare il forte sviluppo demografico del XVII e XVIII secolo contrapposto alla relativa stabilità degli ultimi due secoli (a parte la scissione del comune), dovuta ad una crescita naturale bilanciata da movimenti migratori verso la terraferma. Si nota anche il brusco crollo della popolazione in epoca napoleonica, a causa delle guerre e dei massicci spostamenti di popolazione che ne derivarono.
[[Immagine:Procida from the sea.jpg|thumb|300 px|Arrivo a Procida - Vista della ''Marina Grande'']]
Accanto alla marineria, negli ultimi anni si è cercato di favorire lo sviluppo dell'industria [[turismo|turistica]], sebbene in questo settore i risultati, pure incoraggianti, siano stati inferiori alle attese, soprattutto se guardati sullo sfondo di vicine mete turistiche quali [[isola d'Ischia|Ischia]], [[isola di Capri|Capri]] o [[Sorrento]]. Ciò sicuramente non per la mancanza di attrattive (in particolare storiche o naturalistiche), ma più probabilmente per l'assenza di una solida tradizione imprenditoriale in tal senso, nonché per la forte carenza di strutture ricettive.
 
Nel secondo grafico vengono invece mostrati i soli dati ufficiali ISTAT. In questo caso i dati di prima del 1907 sono relativi alla sola isola di Procida. Si nota anche in questo caso una relativa stabilità, accanto ad una leggera crescita della popolazione negli ultimi decenni.
Non prevista, si è dunque affiancata al turismo e alla marineria la nascita di un ceto impiegatizio che si manifesta soprattutto attraverso fenomeni di [[pendolarismo]] verso l'isola d'Ischia o la vicina terraferma, fenomeno assolutamente nuovo nella storia economica dell'isola.
 
{{Demografia/Procida}}
Quote marginali della popolazione attiva si dedicano alla [[pesca commerciale]], con una discreta flotta peschereccia, mentre quote ancora inferiori sono dedite alla cantieristica o all'agricoltura.
 
=== Etnie e minoranze straniere ===
== Procida nella letteratura e nel cinema ==
Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2018 i cittadini stranieri residenti a Procida erano 350, corrispondenti al 3,3% della popolazione. Le nazionalità maggiormente rappresentate erano:
 
# [[Bulgaria]] 120 1,1%
L'isola fu già descritta, in epoca classica, tra gli altri da [[Giovenale]], da [[Stazio]] e da [[Publio Virgilio Marone|Virgilio]].
# [[Ucraina]] 98 0,9%
# [[Polonia]] 21 0,2%
# [[Francia]] 15 0,1%
# [[Romania]] 14 0,1%
# [[Brasile]] 13 0,1%
# [[Sri Lanka]] 12 0,1%
 
=== Tradizioni e folclore ===
Nella letteratura ''volgare'', Procida diviene la scena della sesta [[s:Decameron/5a giornata/Novella Sesta|novella]] della quinta giornata del [[Decamerone]] di [[Giovanni Boccaccio|Boccaccio]], in cui, sullo sfondo della guerra del Vespro, si narra l'amore di ''Gian da Procida'', nipote di Giovanni da Procida, per la giovane ''Restituta''.
[[File:Processione dei Misteri.jpg|thumb|upright=0.8|Seguendo i "''misteri''", alcuni ''confratelli'' trasportano il Pallio Funebre in processione]]
[[File:Processione dei Misteri - angioletto.jpg|thumb|upright=0.8|I bambini più piccoli, chiamati ''angioletti'', vestiti di nero e oro, in coda alla processione]]
[[File:Tromba alla Processione dei Misteri.ogg|miniatura|Il caratteristico suono della tromba e del tamburo alla [[Processione dei Misteri]]]]
 
==== Settimana Santa ====
Ancora più vicino a noi possiamo segnalare il romanzo [[Graziella]] scritto da [[Alphonse de Lamartine]], venuto a Procida nella prima metà del [[XIX secolo]].
Sono molto seguite nell'isola le manifestazioni religiose legate al periodo della [[Settimana Santa]] prima di [[Pasqua]]; molto suggestive, tra queste, la ''Processione degli Apostoli'' del [[Giovedì santo]] e la ''Processione dei Misteri'' del [[Venerdì Santo]].
 
La processione degli "Apostoli Incappucciati" è organizzata dall'Arciconfraternita dei Bianchi, fondata nel [[1581]] dal cardinale [[Innico d'Avalos d'Aragona]]. Terminata la celebrazione della [[lavanda dei piedi]], i dodici "apostoli" (con la veste di confratello) si incappucciano e con una croce sulla spalla e una corona di spine sul capo sfilano in processione per le strade dell'isola, preceduti dal "[[centurione]]", e seguiti dai cerimonieri e dagli altri confratelli.
Nel nostro secolo è invece celebre [[L'isola di Arturo (romanzo)|L'isola di Arturo]] ([[1957]]), una delle maggiori opere di [[Elsa Morante]], scrittrice alla quale è inoltre dedicato un premio letterario, assegnato nell'isola da diversi anni.
 
Il momento culminante dei riti della settimana si ritrova comunque nella [[processione dei Misteri]] della mattina del [[Venerdì Santo]], talvolta anche indicata come ''Processione del Cristo morto''. Le origini del rito risalirebbero alla fine del [[XVI secolo]]<ref>{{Cita|Zazzera|p. 142}}.</ref>, organizzata dalla Confraternita dei Turchini (fondata nel [[1629]] dai [[Compagnia di Gesù|Gesuiti]]) fin dalla seconda metà del [[XVII secolo|Seicento]], periodo dal quale trae i suoi caratteri principali<ref>{{Cita|Masucci, Vanacore|pp. 47-48}}.</ref>. Fino alla metà del [[XVIII secolo]] sarebbe stata essenzialmente una processione di ''flagellanti''<ref>{{Cita|Parascandolo|p. 417}}.</ref>, trasformata da allora in una processione esclusivamente di ''Misteri'', ovvero carri allegorici di carattere religioso.
Passando al cinema, Procida è stata scelta come set cinematografico per un grande numero di film, soprattutto a causa dei suoi panorami e della sua architettura tipica mediterranea. Vogliamo qui solo menzionare, come esempio, [[Il Postino]], con [[Philippe Noiret]] e [[Massimo Troisi]] e [[Il talento di Mr. Ripley]], con [[Matt Damon]].
 
Tratto caratterizzante della processione, oltre alla partecipazione massiva della popolazione isolana, è anche la presenza, accanto ai cosiddetti "Misteri fissi", utilizzati ogni anno e provenienti dalle diverse chiese dell'isola, anche di Misteri "variabili" o "mobili", preparati da singoli o da associazioni artistiche dell'isola, portati a braccia dai giovani vestiti della classica veste di "''confratello'' dei Turchini" per un percorso fisso, dal borgo più antico di ''Terra Murata'' fino al porto della ''Marina Grande''.
== Folklore e tradizioni ==
 
Chiude la processione la statua del [[Gesù Cristo|Cristo]] morto opera dello scultore napoletano [[Carmine Lantriceni]].
[[Immagine:Processione dei Misteri.jpg|thumb|180 px|Seguendo i "''misteri''", alcuni ''confratelli'' trasportano il Pallio Funebre in processione]]
Nel generale silenzio, il suono della tromba e del tamburo caratterizza il passaggio della processione.
 
====I Settimana Santa Misteri====
[[File:Cittadella dei Misteri Procida.JPG|thumb|left|Ultimi preparativi presso la "Cittadella dei Misteri", a "Terra Murata".]]
{{vedi anche|Settimana Santa di Procida}}
I ''Misteri'' sono carri allegorici di carattere religioso costruiti artigianalmente di anno in anno dai Procidani, talvolta riuniti in scuole artistiche dedicate. Sono generalmente costituiti da una o più tavole di legno (dette "basi") lunghe fino a 8 metri e larghe circa 2, sulle quali vengono allestite delle rappresentazioni scultoree, o meglio, interpretazioni simboliche di passi del Nuovo o del Vecchio Testamento, e in particolare della Passione di Cristo.
Sono molto seguite nell'isola tutte le manifestazioni religiose legate al periodo della Settimana Santa prima di [[Pasqua]]; molto suggestive, tra queste, la ''Processione degli Apostoli'' del [[Giovedì Santo]] e la ''Processione dei Misteri'' del [[Venerdì Santo]].
I materiali utilizzati sono generalmente cartapesta, legno, plastica, polistirolo, e stoffa; tipica è la tecnica dello "stampo" che permette di riprodurre un oggetto tridimensionale utilizzando della cartapesta.
 
Generalmente durante la realizzazione (che può durare anche diversi mesi) i Misteri vengono tenuti celati al pubblico, in modo che possano essere visti per la prima volta direttamente durante la processione del venerdì Santo, e spesso subito dopo, nella giornata stessa, vengono immediatamente smontati o addirittura distrutti. Raramente, negli ultimi tempi alcuni di essi vengono conservati per alcuni mesi per renderli visitabili dai turisti nella stagione estiva.
=== Cucina e prodotti tipici ===
 
Le realizzazioni vanno dalla classica "''Ultima Cena''" fino a costruzioni molto più complesse, sia nel significato che nella realizzazione. Spesso i "Misteri" si rifanno a stili architettonici ed artistici di diverse epoche, grazie anche al largo uso di colonnati (alti oltre 4 metri).
 
=== Altro ===
Ogni estate, tra luglio e agosto, viene eletta la ''Graziella'', ovvero una giovane procidana che indossa il tipico costume dell'isola, rifacendosi alla storia raccontata nell'omonimo romanzo di Alphonse De Lamartine.
 
Sempre nel periodo estivo, inoltre, viene assegnato il premio letterario dedicato a [[Elsa Morante]] e al suo romanzo [[L'isola di Arturo (romanzo)|L'isola di Arturo]].
 
==Cultura==
{{citazione|Ah, io non chiederei di essere un gabbiano, né un delfino; mi accontenterei di essere uno scorfano, ch'è il pesce più brutto del mare, pur di ritrovarmi laggiù, a scherzare in quell'acqua.|[[Elsa Morante]], ''[[L'isola di Arturo (romanzo)|L'isola di Arturo]]''}}
 
=== Procida nella letteratura ===
[[File:Elsa morante gatti.jpg|miniatura|La scrittrice [[Elsa Morante]]]]
L'isola fu già descritta, in epoca classica, tra gli altri da [[Giovenale]], da [[Cecilio Stazio|Stazio]] e da [[Publio Virgilio Marone|Virgilio]].
 
Nella letteratura ''volgare'', Procida diviene la scena della sesta [[s:Decameron/5a giornata/Novella Sesta|novella]] della quinta giornata del ''[[Decameron]]'' di [[Giovanni Boccaccio]], in cui, sullo sfondo della guerra del Vespro, si narra l'amore di ''Gian da Procida'', nipote di Giovanni da Procida, per la giovane ''Restituta''.
 
Ancora più recente è il romanzo ''[[Graziella (romanzo)|Graziella]]'' scritto da [[Alphonse de Lamartine]], (dal quale è stato tratto l'[[Graziella (film)|omonimo film]] nel [[1955]]), venuto a Procida dalla [[Borgogna]] nella prima metà del [[XIX secolo]].
 
Nel [[XX secolo]] è invece celebre ''[[L'isola di Arturo (romanzo)|L'isola di Arturo]]'' ([[1957]]), una delle maggiori opere di [[Elsa Morante]], scrittrice alla quale è inoltre dedicato un [[Premio Procida-Isola di Arturo-Elsa Morante|premio letterario]], assegnato nell'isola da diversi anni.
 
=== Procida nel cinema ===
Passando al cinema, Procida è stata scelta come set cinematografico per un grande numero di film, soprattutto per i suoi panorami e la sua architettura tipica mediterranea: tra questi si possono citare, come esempi, ''[[Il postino]]'', con [[Philippe Noiret]] e [[Massimo Troisi]], ''[[Il talento di Mr. Ripley]]'', con [[Matt Damon]], ''[[Francesca e Nunziata (film)|Francesca e Nunziata]]'', con [[Sophia Loren]] e [[Giancarlo Giannini]], o ''[[Delitto in pieno sole]]'', con [[Alain Delon]]. Il Castello D'Avalos fornisce invece l'ambientazione per il carcere del film drammatico ''[[Detenuto in attesa di giudizio]]'', con [[Alberto Sordi]].
 
A Procida si tiene il Procida Film Festival<ref>{{Cita web |url=https://www.procidafilmfestival.it/ |titolo=Procida Film Festival |sito=Procida Film Festival |lingua=it-IT |accesso=2023-09-01}}</ref>, un concorso cinematografico diviso in cinque sezioni:
1. Cortometraggi;
2. Documentari;
3. Film d’animazione;
4. Sezione riservata a studenti di Università, Accademie e Scuole di cinema;
5. Cortometraggi ambientati nelle isole minori.
 
=== Cucina e prodotti tipici ===
Nella ''cucina procidana'' fanno da padrone i prodotti della terra (in particolare [[carciofo|carciofi]] e [[limone (agrume)|limoni]]) e del mare.
 
Il ''limone procidano'' ha la particolarità di essere molto grande, poco acre e con l{{'}}''albedo'' (la parte bianca compresa tra la buccia e la polpa) molto sviluppatasviluppato.
Uno dei piatti più particolari in cui viene utilizzato questo prodotto è la tradizionale ''insalata di limoni'', fatta con limoni di Procida a tocchetti, agliocipolla, olio, peperoncino, sale e menta. Ottima anche la produzione del classico [[limoncello]].
 
Molto particolare anche la pasta detta ''pescatora povera'', nella quale si utilizzano peperoncini verdi fritti ed [[AcciugaEngraulis encrasicolus|alici]].
 
Tra i dolci della tradizione troviamo il ''casatiello dolce'', una sorta di ciambella tipicamente pasquale lievitata con il lievito madre solitamente utilizzato per il pane.
Più moderna invece è la ''[[lingua procidana|lingua]]'', un dolce composto da pasta sfoglia ripiena di crema pasticcerapasticciera e ricoperto di zucchero.
 
=== AltroMusei ===
 
* Museo Civico di Procida
Ogni estate, tra luglio e agosto, viene eletta la ''Graziella'', ovvero una giovane procidana che indossa il tipico costume dell'isola, rifacendosi alla storia raccontata nell'omonimo romanzo di Alphonse De Lamartine.
*Museo Casa di Graziella, ricostruzione storica della casa di Graziella, protagonista del romanzo di Alphonse de Lamartine. Sito al secondo piano del Palazzo della Cultura (ex Conservatorio delle Orfane) a Terra Murata.
* Museo del Mare, sito nel palazzo storico dell’Istituto Nautico “Francesco Caracciolo” di Procida.
* Palazzo D'Avalos
* Abbazia di San Michele
 
=== Capitale italiana della cultura ===
Sempre nel periodo estivo, inoltre, viene assegnato il premio letterario dedicato a [[Elsa Morante]] e al suo romanzo [[L'isola di Arturo (romanzo)|L'isola di Arturo]].
 
Il 18 gennaio 2021 è stata designata dal [[Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo]] quale [[Capitale italiana della cultura]] per l'anno 2022.<ref>[https://www.repubblica.it/cronaca/2021/01/18/news/e_procida_la_capitale_italiana_della_cultura_per_il_2022-283051855/?ref=RHTP-BH-I283040066-P2-S1-T1 Procida capitale della cultura 2022.]</ref>
Negli ultimi anni, infine, sono sorte diverse sagre paesane durante le quali è possibile assaporare piatti tipici e bere il vino locale; tra quelle di maggior successo la "''Sagra del Vino''", a novembre.
 
== Evoluzione demograficaEconomia ==
[[File:Procida from the sea.jpg|thumb|Arrivo a Procida - Vista della ''Marina Grande'']]
[[File:Procida-Chiaiolella098.jpg|miniatura|upright=1.25|Chiaiolella - Esempio di architettura tipica procidana]]
 
L'isola si trova attualmente in un periodo di forti trasformazioni nella sua struttura economica. La [[marineria]], sebbene in forte calo, rimane ancora uno dei maggiori settori di occupazione, con persone di tutte le fasce di età impiegate come [[ufficiale di coperta|ufficiali di coperta]] o [[ufficiale di macchina|di macchine]] su navi mercantili delle maggiori [[compagnia di navigazione|compagnie marittime]] di tutto il mondo, continuatori di una tradizione secolare. Tuttavia negli ultimi anni, la sempre maggiore automazione presente in ambito meccanico, unita ad un sempre maggiore utilizzo di lavoratori di paesi emergenti nell'ambito del [[trasporto marittimo]], ha fatto sì che questa fonte di reddito perdesse importanza relativa nell'isola.
[[Immagine:Popolazione Procida 1500 2000.png|right|360px|Popolazione di Procida 1500-2000]]
Nel grafico al lato viene mostrato l'andamento della popolazione di Procida negli ultimi cinque secoli. Il grafico è stato costruito unendo e confrontando i dati riportati da Michele Parascandolo <ref>Michele Parascandolo - ''Procida. Dalle origini ai tempi nostri'' - Edizioni Benevento (1893)</ref>, Sergio Zazzera <ref>Sergio Zazzera - ''Procida. Storia, tradizioni e immagini'' - Ci.Esse.Ti (1984)</ref> e l'ISTAT. I dati fino al 1907 comprendono anche [[Monte di Procida]], prima di allora appartenente al comune e colonizzato a partire dal XVIII secolo.
 
Accanto alla marineria, negli ultimi anni si è cercato di favorire lo sviluppo dell'industria [[turismo|turistica]], sebbene in questo settore i risultati, pure incoraggianti, siano stati inferiori alle attese, soprattutto se guardati sullo sfondo di vicine mete turistiche quali [[isola d'Ischia|Ischia]], [[isola di Capri|Capri]] o [[Sorrento]]. Ciò sicuramente non per la mancanza di attrattive (in particolare storiche o naturalistiche), ma più probabilmente per l'assenza di una solida tradizione imprenditoriale in tal senso, nonché per la forte carenza di strutture ricettive.
Si può notare il forte sviluppo demografico del XVII e XVIII secolo contrapposto alla relativa stabilità degli ultimi due secoli (a parte la scissione del comune), dovuta ad una crescita naturale bilanciata da movimenti migratori verso la terraferma. Si nota anche il brusco crollo della popolazione in epoca napoleonica, a causa delle guerre e dei massicci spostamenti di popolazione che ne derivarono.
 
Non prevista, si è dunque affiancata al turismo e alla marineria la nascita di un ceto impiegatizio che si manifesta soprattutto attraverso fenomeni di [[pendolarismo]] verso l'isola d'Ischia o la vicina terraferma, fenomeno assolutamente nuovo nella storia economica dell'isola.
Nel secondo grafico vengono invece mostrati i soli dati ufficiali ISTAT. In questo caso i dati di prima del 1907 sono relativi alla sola isola di Procida. Si nota anche in questo caso una relativa stabilità, accanto ad una leggera crescita della popolazione negli ultimi decenni.
 
Quote marginali della popolazione attiva si dedicano alla [[pesca commerciale]], con una discreta flotta peschereccia, mentre quote ancora inferiori sono dedite alla cantieristica o all'agricoltura.
{{Demografia/Procida}}
 
== Amministrazione comunale==
{{ComuniAmminPrecTitolo}}
{{ComuniAmministrazione
{{ComuniAmminPrec
|NomeSindaco=Gerardo Lubrano Lavadera
|21 novembre [[1993]]
|DataElezione=05/04/2005
|9 giugno [[1996]]
|partito=[[Alleanza Nazionale|AN]]
|Antonio Capezzuto
|TelefonoComune=081 8109203
|[[Forza Italia (1994)|Forza Italia]]
|EmailComune=sindaco@comune.procida.na.it
|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|9 giugno [[1996]]
|16 aprile [[2000]]
|[[Luigi Muro]]
|[[Alleanza Nazionale]]
|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|16 aprile [[2000]]
|3 aprile [[2005]]
|[[Luigi Muro]]
|[[Alleanza Nazionale]]
|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|3 aprile [[2005]]
|28 marzo [[2010]]
|Gerardo Lubrano Lavadera
|[[Indipendente (politica)|Indipendente]] di [[centrodestra]]
|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|28 marzo [[2010]]
|31 maggio [[2015]]
|Vincenzo Capezzuto
|[[Il Popolo della Libertà]]
|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|31 maggio [[2015]]
|''in carica''
|Raimondo Ambrosino
|[[Lista civica]]
|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrecFine}}
 
== BibliografiaGemellaggi ==
* {{Gemellaggio|Italia|Cesa}}
* {{Gemellaggio|Italia|San Giorgio a Cremano}}
 
=== Gemellaggio con il Comune di Cesa ===
Un gemellaggio che nasce in nome dell’[[Asprinio]] e della similitudine delle alberate di Procida con quelle esistenti nel comune di [[Cesa]], in provincia di [[Caserta]]. L'idea del gemellaggio fu proposta dal noto giornalista procidano [[Antonio Lubrano]].
 
=== Gemellaggio con il Comune di San Giorgio a Cremano ===
L’idea parte dal legame che unisce le due città con l’attore [[Massimo Troisi]] (l'attore girò a Procida alcune scene del suo ultimo film [[Il postino]]) e che affonda le radici nel periodo borbonico<ref>{{Cita web|url=https://www.ilmattino.it/napoli/cultura/procida_capitale_della_cultura_gemellaggio_con_san_giorgio_a_cremano_massimo_troisi-5943469.html|titolo=Procida Capitale della Cultura, gemellaggio con San Giorgio a Cremano nel nome di Massimo Troisi}}</ref>.
 
== Sport ==
A Procida sono presenti alcune società sportive che partecipano a campionati agonistici provinciali e regionali. Notevole è la tradizione della pallavolo maschile: la squadra isolana ha militato per alcuni anni in campionati di serie B nazionale e per diverse volte in serie C. In quanto al calcio, la prima squadra partecipa al campionato di Promozione regionale.
 
== Note ==
<references />
 
== Bibliografia ==
* Michele Parascandolo. ''Procida. Dalle origini ai tempi nostri''. Edizioni Benevento, 1893.
* Giancarlo Cosenza. ''Gli spazi nell'architettura di Procida''. Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli, 1968.
* Sergio Zazzera. ''Procida. Storia, tradizioni e immagini''. Ci.Esse.Ti., 1984.
 
== Voci correlate ==
 
* [[Vivara]]
* [[Isole Flegree]]
* [[Campi Flegrei]]
* [[Area naturale marina protetta Regno di Nettuno]]
* [[Isole italianedell'Italia]]
* [[Pio Monte dei Marinai di Procida]]
 
== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
*{{Dmoz|World/Italiano/Regionale/Europa/Italia/Campania/Provincia_di_Napoli/Località/Procida}}
 
* {{Collegamenti esterni}}
* [http://www.terraserver.com/imagery/image_gx.asp?cpx=14.016380303641203&cpy=40.75838640117451&res=25&provider_id=320&t=pan Immagine satellitare (Terraserver)]
* [http://www.procida.net procida.net - Portale dell'isola di Procida]
* [http://www.procidacultura.it procidacultura.it - Portale sulla cultura nell'isola di Procida]
* [http://www.procida.org procida.org - Gallerie di immagini di Procida]
* [http://www.procida.biz procida.biz - Arte, storia, cultura di Procida]
* [http://www.procidamia.it procidamia.it - Informazioni sull'isola]
* [http://www.isoladiprocida.eu isoladiprocida.eu - Immagini dall' isola]
 
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