Napoli: differenze tra le versioni
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{{Nota disambigua|titolo2=Neapolis|titolo3=Naples}}
{{Divisione amministrativa
|Nome = Napoli
|Nome ufficiale =
|Panorama = Napoli - Maschio Angioino - 202209302342 3.jpg
|Didascalia = Vista panoramica su Napoli dal [[Castel Sant'Elmo]]. In alto il [[Vesuvio]], in basso la [[Certosa di San Martino]].
|Voce bandiera =
|
|Stato = ITA
|Grado amministrativo = 3
|Divisione amm grado 1 = Campania
|Divisione amm grado 2 = Napoli
|Amministratore locale = [[Gaetano Manfredi]]
|Partito = [[Indipendente (politica)|Indipendente]] di [[centro-sinistra]]
|Data elezione = [[Elezioni comunali in Campania del 2021#Napoli|18-10-2021]]
|Data istituzione =
|Superficie = 117.27
|Sottodivisioni =
|Divisioni confinanti = [[Arzano]], [[Casandrino]], [[Casavatore]], [[Casoria]], [[Cercola]], [[Marano di Napoli]], [[Melito di Napoli]], [[Mugnano di Napoli]], [[Portici]], [[Pozzuoli]], [[Quarto (Italia)|Quarto]], [[San Giorgio a Cremano]], [[San Sebastiano al Vesuvio]], [[Volla]]
|Zona sismica = 2
|Gradi giorno = 1034
|Nome abitanti = napoletani o partenopei
|Patrono = [[san Gennaro]]
|Festivo = 19 settembre
|PIL = {{m|28.4|ul=miliardi di euro}} <small> (2024)</small><ref name="A">{{Cita testo|url=https://www.comune.napoli.it/flex/cm/pages/ServeAttachment.php/L/IT/D/1%252F3%252F9%252FD.c867f5af2090ff3a59ef/P/BLOB%3AID%3D51861/E/pdf|titolo=1º rapporto Osservatorio economia e società Napoli|editore=Comune di Napoli|data=21 giugno 2024}}</ref>
|PIL procapite = {{m|30804|u=€}} <small>(2024)</small><ref name="A" />
|Mappa = Map of comune of Naples (Metropolitan city of Naples, region Campania, Italy).svg
|Didascalia mappa = Posizione del comune di Napoli nell'[[città metropolitana di Napoli|omonima città metropolitana]]
}}
'''Napoli''' (<small>[[Alfabeto fonetico internazionale|AFI]]: </small>{{IPA|/ˈnapoli/|it}}<ref>{{Dipi|Napoli}}</ref> {{Link audio|It-Napoli.ogg|<small>ascolta</small>}}; {{lang|nap|''Nàpulë''}} in [[lingua napoletana|napoletano]]<ref>{{cita libro |autore1=Teresa Cappello|autore2=Carlo Tagliavini|wkautore2=Carlo Tagliavini|titolo=Dizionario degli etnici e dei toponimi italiani|città=Bologna|editore=Pàtron|anno=1981|p=361|sbn=UMC0979712}}</ref>, pronuncia {{IPA|[ˈnɑːpələ]|nap}}) è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di {{Popolazione|ITA}} abitanti<ref name="template divisione amministrativa-abitanti" />, [[capoluogo]] dell'omonima [[città metropolitana di Napoli|città metropolitana]] e della regione [[Campania]]. È il centro di [[Area metropolitana di Napoli|una delle più popolose e densamente popolate aree metropolitane]] d'[[Europa]], nonché il [[Comuni d'Italia per popolazione|terzo comune d'Italia per popolazione]], dopo [[Roma]] e [[Milano]], e il [[Comuni d'Italia per densità di popolazione|primo per densità abitativa tra i grandi comuni italiani]].
La città di Napoli, nel suo primo insediamento di [[Partenope (città antica)|Partenope]] sulla collina di [[Pizzofalcone]], fu fondata dai [[Cuma]]ni nella seconda metà dell'VIII secolo a.C.<ref>{{Cita web |url=https://www.iris.unina.it/retrieve/8ef659e5-c21e-426e-b3e3-ed19cacbd812/millennial-variability-of-rates-of-sea-level-rise-in-the-ancient-harbour-of-naples-italy-western-mediterranean-sea.pdf|sito=iris.unina.it |titolo=Millennial variability of rates of sea-level rise in the ancient harbour of Naples (Italy, western Mediterranean Sea) |anno=2019 |p=286 |accesso=14 aprile 2025}}</ref><ref name="Giampaola2021">{{Cita web |url=https://www.ancientportsantiques.com/wp-content/uploads/Documents/PLACES/ItalyWest/Napoli-Giampaola2021.pdf |sito=Ancientportsantiques.com |titolo=Il porto di Parthenope e Neapolis |anno=2021 |pagina=344 |accesso=2024-11-26}}</ref> L’evoluzione in Neapolis,<ref group="N">{{Citazione|La fondazione di Neapolis, lo dimostra Livio e lo conferma, come si è visto, l'archeologia, fu in realtà un aggiungersi di un insediamento ad un altro, un aggiungersi di nuovi residenti ''epoikoi'' a vecchi.|{{Cita|Lombardo, Frisone|p. 198}}}}</ref> avvenuta tra la fine del VI e l’inizio del V secolo a.C.,<ref name="ceraNEApolis">{{cita web |url=http://www.archcalc.cnr.it/indice/PDF28/02_Amodio_et_al.pdf |titolo=IL PROGETTO “ceraNEApolis”: UN SISTEMA INFORMATIVO CARTOGRAFICO DELLE PRODUZIONI CERAMICHE A NEAPOLIS (IV A.C.-VII D.C.) |sito=Archcalc.cnr |p=29 |formato=PDF}}</ref> fu probabilmente causata dall’espulsione degli oligarchi cumani in seguito alla [[battaglia di Aricia|vittoria di Aristodemo ad Aricia (506 a.C.)]].<ref name="naples_cuma">{{cita web |url=https://www.academia.edu/2350685/Meta_ton_enchorion_men_enaumachesan._Neapolis_e_la_seconda_battaglia_di_Cuma |sito=Books.google.it |titolo=Neapolis e la seconda battaglia di Cuma |pp=213–217}}</ref> La nuova città si sviluppò sul pianoro orientale, già sotto il controllo di Partenope e in piena espansione sin dalla seconda metà del VI secolo a.C.,<ref group="N">{{Citazione|Parthenope non può essere disgiunta da Neapolis, formando un unico sistema storico-archeologico, geologico e territoriale. [...] Allo stesso tempo, gli indicatori archeologici recuperati dagli scavi della futura area urbana di Neapolis dimostrano che essa era diffusamente occupata già nella seconda metà del VI secolo a.C.: Parthenope, in piena espansione, ha esteso il controllo all'area del vicino pianoro [...]. In tutte queste aree manca la documentazione di VIII-VII secolo a.C. abbondante a Pizzofalcone. Ciò significa che l'inizio dell'occupazione tardo arcaica del pianoro prima di Neapolis imprime una svolta nella gestione del territorio, da collegare strettamente alla storia dello sviluppo di Parthenope adombrata dalla tradizione antica. [...] In conclusione, è nell'ambito di questo consolidamento insediativo della seconda metà del VI secolo a.C. che si producono le condizioni della "nascita" di Neapolis, in cui occorre riconoscere un processo di crescita che trae origine dall'espansione di Parthenope [...]. I materiali rinvenuti nello scarico di Santa Maria degli Angeli a Pizzofalcone evidenziano nel VII e per tutto il VI secolo a.C. una crescita delle attività di scambio, riflettendo un processo di consolidamento che, ai tempi di Aristodemo, conduce Parthenope a rivendicare la propria autonomia politica, interrompendo la dipendenza da Cuma.|{{Cita|Giampaola, Greco|pp. 43, 80, 81, 83, 143}}}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Daniela|cognome=Giampaola|nome2=Bruno|cognome2=D'Agostino|data=1º gennaio 2005|titolo=Osservazioni storiche e archeologiche sulla fondazione di Neapolis|rivista=W.V.Harris, E.Lo Cascio edd., Noctes Campanae - Studi Frederiksen|p=59|accesso=22 novembre 2024|url=https://www.academia.edu/3391411/Osservazioni_storiche_e_archeologiche_sulla_fondazione_di_Neapolis}}</ref> con una riorganizzazione urbanistica pianificata che adottò uno schema ortogonale,<ref>{{Cita web |autore=Monica Santangelo |titolo=Descrizione e controllo aristocratico dello spazio urbano: il caso di Napoli tra X e XII secolo |url=https://www.iris.unina.it/retrieve/3e2195c9-3dec-4e49-8554-8d28e34a1e78/Santangelo_Descrizione%20e%20controllo%20aristocratico%20dello%20spazio%20urbano.pdf |pp=231–235 |accesso=14 aprile 2025}}</ref><ref name="elea.unisa.it">{{Cita web |url=https://www.academia.edu/76003041/Neapolis_de_la_ch%C3%B4ra_%C3%A0_l_astu_d%C3%A9finition_du_proasteion_et_relecture_de_la_polis_fin_VIe_si%C3%A8cle_89_av_J_C_|titolo=Neapolis de la chôra à l’astu : définition du proasteion et relecture de la polis (fin VIe siècle - 89 av . J.-C.)|pp=57–58; 58}}</ref> riflettendo la crescita dell'insediamento preesistente. Neapolis divenne così una delle città più famose della [[Magna Grecia]],<ref name="TreccaniMG">{{Treccani|magna-grecia_(Enciclopedia-dei-ragazzi)|Magna Grecia|autore=Emanuele Lelli|anno=2006|accesso=6 settembre 2018}}</ref> con un fiorente porto commerciale,<ref group="N">{{Citazione|Il sistema integrato della documentazione archeologica e della tradizione storica, mirabilmente messe a fuoco da Alfonso Mele, consente di ricostruire il processo con cui Neapolis già a partire della prima metà del V secolo a.C., assume il ruolo precedentemente svolto da Cuma nell'area del Golfo, esercitando il controllo di punti cruciali per la navigazione e i traffici.|{{Cita|Giampaola, Greco|pp. 143–144}}}}</ref><ref group="N">{{Citazione|Con la venuta degli Ateniesi intorno al 450 a.C., Neapolis diventa una importantissima città con un ricco porto commerciale.|{{Cita|Tauro|p. 19}}}}</ref> e giocò un ruolo chiave negli scambi economici e culturali con le popolazioni italiche, consolidando i legami attraverso miti e culti.<ref>{{cita web|url=http://books.google.it/books?id=e1jm7kUzoGEC&lpg=PA313&dq=%22Pittore%20di%20Eretria%22&pg=PA313#v=onepage&q=%22Pittore%20di%20Eretria%22&f=false|titolo=Il tornio, la nave, le terre lontane: ceramografi attici in Magna Grecia nella seconda metà del V secolo a.C. |autore=Giada Giudice |anno=2007 |pp=303–304-305|editore=L'Erma di Bretschneider|ISBN= 978-88-8265-412-2}}</ref> Dopo il [[Caduta dell'Impero romano d'Occidente|crollo dell'Impero romano d'Occidente]] nel V secolo d.C., Napoli, pur rimanendo formalmente sotto il controllo bizantino, iniziò a guadagnare autonomia nell'VIII secolo. Questo processo fu favorito dall'indebolimento dell'[[Impero bizantino]], dalle minacce esterne e dal potere crescente delle élite locali, che portarono alla formazione di un [[Ducato di Napoli|ducato]] autonomo.<ref>Carriero, Leonardo, ''Il potere del duca. Giustizia e difesa nella Napoli bizantina'', Liguori ed., 2007.</ref> Successivamente, dal XIII secolo e per oltre cinquecento anni, Napoli divenne capitale del [[Regno di Napoli]]. Con la [[Restaurazione]], divenne capitale del [[Regno delle Due Sicilie]] sotto i [[Borbone di Napoli|Borbone]], mantenendo questo status fino all'[[Unità d'Italia]].
Sede della [[Università degli Studi di Napoli Federico II|Federico II]], la più antica università del mondo a essere nata attraverso un provvedimento statale,<ref>{{Cita libro |autore=[[Ovidio Capitani]] |curatore=[[Giuseppe Galasso]] |titolo=Storia d'Italia |anno=1981 |editore=UTET |città=Torino |p=122 |volume=4 |ISBN=88-02-03568-7}}</ref> ospita anche [[Università degli Studi di Napoli "L'Orientale"|l'Orientale]], la più antica università di [[sinologia|studi sinologici]] e [[orientalistica|orientalistici]] del continente,<ref>{{Cita web |url=http://www.unior.it/index2.php?content_id=1&content_id_start=1 |titolo=Sito ufficiale dell'Orientale |accesso=2 settembre 2012 |dataarchivio=16 aprile 2023 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20230416231643/https://www.unior.it/index2.php?content_id=1&content_id_start=1 |urlmorto=sì }}</ref> e la [[Scuola militare "Nunziatella"|Nunziatella]], una delle più antiche e prestigiose [[Accademia militare|accademie militari]] del mondo.<ref>{{Cita news|autore=|url=https://www.difesa.it/Il_Ministro/sottosegretari/Isabella_Rauti/Notizie/Pagine/2023_09_15_NUNZIATELLA_.aspx|titolo=Visita scuola militare Nunziatella|pubblicazione=difesa.it|accesso=3 gennaio 2024}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.difesa.it/Il_Ministro/Archivio_Eventi_del_Ministro_della_Difesa/Pagine/ScuolaMilitareNunziatella_Med.aspx|titolo=Scuola Militare "Nunziatella": patrimonio storico e culturale degli stati del Mediterraneo|accesso=2 gennaio 2024}}</ref> Cuore storico della lingua napoletana,<ref>Nicola De Blasi, ''Storia linguistica di Napoli'', Carocci editore, 2012, ISBN 9788843062515</ref> ha rivestito e riveste tuttora un forte peso in numerosi campi del sapere, della cultura e dell'[[immaginario collettivo]].
Protagonista dell'[[Umanesimo]]<ref>{{Treccani|umanesimo_(Enciclopedia-dei-ragazzi)|Umanesimo|autore=Stefano De Luca|anno=2006|accesso=24 giugno 2019}}</ref> e centro [[Illuminismo in Italia|illuminista]] di livello europeo,<ref name="Napoli,unacapitale">{{Cita libro|nome=Aurelio|cognome=Musi|titolo=Napoli, una capitale e il suo regno|url=https://books.google.it/books?id=txV2uP9FrtgC&pg=PA156&lpg=PA156&dq=napoli+capitale+illuminista&source=bl&ots=lOp-F-9G4z&sig=ZNZB9zCYuA_0u77hLl7P25hc83s&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwi7_4v5wq7UAhWqDsAKHSx1BbU4ChDoAQg7MAU#v=onepage&q=culturale&f=false|accesso=23 febbraio 2025|data=2003|editore=Touring Editore|pp=156, 118|ISBN=978-88-365-2851-6}}</ref> Napoli è stata un centro di riferimento mondiale per la [[musica classica]] e l'[[opera]] attraverso la [[scuola musicale napoletana]],<ref>{{Cita |Florimo |FFFF}}.</ref> dando tra l'altro origine all'[[opera buffa]]<ref>{{Cita web |url=https://www.sapere.it/sapere/strumenti/studiafacile/musica/L-et--del-classicismo-e-Mozart/Transizione-e-rinnovamento/Dall-opera-buffa-all--op-ra-comique-.html |titolo=Dall’opera buffa all’“opéra-comique” |editore=in ''Sapere.it'', [[De Agostini]] |accesso=15 agosto 2021}}</ref> e al [[conservatorio]] come luogo di didattica musicale.
Città dall'imponente tradizione nel campo delle [[Arte figurativa|arti figurative]], che affonda le proprie radici nell'[[Antichità classica|età classica]], ha dato luogo a movimenti architettonici e pittorici originali, quali il [[rinascimento napoletano]]<ref>{{Cita |Zuffi |p. 134; e pp. 152-153 |SZ}}.</ref> e il [[barocco napoletano]],<ref>{{Cita web |url=http://www.baroque.it/luoghi-del-barocco/il-barocco-nelle-principali-citta-italiane/napoli-barocca.html |titolo=Napoli e il Barocco |autore=Laura Savani |data=19 ottobre 2010 |accesso=15 agosto 2021}}</ref> il [[caravaggismo]],<ref>Catalogo della mostra ''Caravaggio e caravaggeschi'', tenutasi al Palazzo Reale dal 10 febbraio al 20 marzo 1963.</ref> la [[scuola di Posillipo]],<ref>{{Cita |Ruotolo |RRRA}}.</ref> la [[scuola di Resìna]] e il [[liberty napoletano]],<ref>{{Cita |De Fusco |p. 164 |RDF}}.</ref> nonché ad arti minori, ma di rilevanza internazionale, quali la [[porcellana di Capodimonte]]<ref>{{Cita |Spinosa |NS}}.</ref> e il [[presepe napoletano]].<ref>{{Cita |Piccoli Catello |MPC}}.</ref>
È all'origine di una [[Teatro napoletano|forma distintiva di teatro]],<ref>{{Cita |Viviani}}.</ref> della [[canzone napoletana]], tradizione musicale di fama mondiale,<ref>{{Cita |Scialò (1998) |PSCIALO}}.</ref> e di [[Cucina napoletana|una peculiare tradizione culinaria]]<ref>{{Cita |De Bury |GDBA}}.</ref> che comprende alimenti che assumono il ruolo di [[Icona (società)|icone globali]], come la [[pizza napoletana]]<ref>{{Cita web |url=https://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2010:034:0007:01:IT:HTML |titolo=Regolamento (UE) N. 97/2010 della Commissione del 4 febbraio 2010 recante registrazione di una denominazione nel registro delle specialità tradizionali garantite Pizza Napoletana (STG) |accesso=19 gennaio 2013}}</ref>, tanto che l'arte dei pizzaioli è stata dichiarata dall'[[UNESCO]] [[Patrimoni orali e immateriali dell'umanità|patrimonio immateriale dell'umanità]]<ref>{{Cita web |url=https://ich.unesco.org/en/RL/art-of-neapolitan-pizzaiuolo-00722 |titolo=Art of Neapolitan ‘Pizzaiuolo’ |editore=UNESCO |lingua=en |accesso=5 settembre 2018}}</ref>.
Nel 1995, 10,21 km² del [[centro storico di Napoli]] sono stati riconosciuti dall'UNESCO come [[patrimonio dell'umanità]] per i loro edifici e monumenti<ref>{{Cita web |url=http://whc.unesco.org/en/list/726 |titolo=Historic Centre of Naples |editore=UNESCO |lingua=en |accesso=5 settembre 2018}}</ref>, che testimoniano circa [[Storia di Napoli|tremila anni di storia]].<ref group="N">{{Citazione|Le trasformazioni di una città che vive da quasi 30 secoli hanno impresso modifiche che influiscono sulla nostra percezione della realtà originaria.|{{Cita|Giampaola, Greco|p. 43}}}}</ref> Nel 1997, l'organizzazione ha inoltre riconosciuto il complesso vulcanico del [[Monte Somma|Somma]]-Vesuvio come [[riserva della biosfera]], includendo anche il cosiddetto [[Miglio d'oro]] — una storica fascia territoriale che si estende lungo la costa tra il comune di Napoli e [[Torre del Greco]], famosa per le sue [[Ville vesuviane del Miglio d'oro|ville vesuviane]] del [[Settecento]] — e che oltre ad alcuni quartieri orientali di Napoli, comprende diversi comuni limitrofi.<ref>{{Cita web |url=http://www.unesco.it/it/RiserveBiosfera/Detail/88 |titolo=Somma-Vesuvio e Miglio d'oro (Campania) |editore=UNESCO |accesso=5 settembre 2018 |dataarchivio=7 aprile 2023 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20230407233120/https://www.unesco.it/it/RiserveBiosfera/Detail/88 |urlmorto=sì }}</ref>
Infine, la città è anche sede dell'[[Allied Joint Force Command Naples]] della [[NATO]] e, soprattutto in virtù della sua storica vocazione globale<ref>{{Cita web |url=https://regione.campania.it/regione/it/news/primo-piano/mediterraneo-a-napoli-la-nuova-sede-del-pam-de-luca-dopo-decenni-la-citta-ospita-un-istituzione-internazionale?page=1|titolo=Mediterraneo, a Napoli la nuova sede del PAM. De Luca: dopo decenni, la città ospita un’istituzione internazionale''}}</ref>, dell'[[Assemblea parlamentare del Mediterraneo]] (PAM).
== Geografia fisica ==
=== Territorio ===
[[File:VedutaEremo.jpg|thumb|left|Vista dal parco urbano dei [[Collina dei Camaldoli|Camaldoli]].]]
Napoli sorge quasi al centro dell'[[Golfo di Napoli|omonimo golfo]], sovrastato dal vulcano [[Vesuvio]]. Il golfo è delimitato a est dalla penisola sorrentina, con [[Area naturale marina protetta Punta Campanella|Punta Campanella]], e a ovest dai [[Campi Flegrei]], dove si trova la collina del [[Monte di Procida]]. A nord-ovest e a est si estende il versante meridionale della [[Pianura Campana|piana campana]], che va dal [[Lago di Patria|lago Patria]] al [[Area Nolana|nolano]].
Il territorio di Napoli è composto da molti rilievi collinari, tra cui la collina dei Camaldoli, che è la più alta, raggiungendo i {{M|457|ul=m}}, ma anche da isole e penisole che si affacciano sul [[Mar Tirreno]].
Il territorio urbano, delimitato a occidente dal complesso vulcanico dei Campi Flegrei e a oriente dal [[Somma-Vesuvio]], ha una storia geologicamente complessa.<ref>{{Cita |Nicotera e Lucira 1967 |p. 33}}.</ref> Il substrato su cui poggia la città ha origine prevalentemente vulcanica ed è il prodotto di una serie di eruzioni dei due complessi.<ref>{{Cita |Nicotera e Lucira 1967 |pp. 34–47}}.</ref>
Secondo la [[classificazione sismica]] nazionale, Napoli si trova in zona 2 (sismicità media).<ref>{{Cita news|autore=|url=http://www.sito.regione.campania.it/difesa-suolo/sismica/Sism/Sismap.htm|titolo=Regione Campania|pubblicazione=sito.regione.campania.it|accesso=22 aprile 2021}}</ref>
=== Clima ===
{{vedi anche|Clima di Napoli}}
Napoli gode di un [[clima mediterraneo]], con inverni miti e piovosi ed estati calde e secche, rinfrescate dalla brezza marina che soffia quasi sempre sul golfo.
Secondo la [[classificazione dei climi di Köppen|classificazione Köppen]], Napoli, nella sua fascia costiera, appartiene alla zona ''[[Clima mediterraneo#Csa|Csa]]'' (clima mediterraneo con estati secche) a causa della bassa piovosità estiva, mentre la zona ''[[Clima subtropicale umido|Cfa]]'' (clima temperato umido) non caratterizza la città.<ref>{{Cita web |url=http://www.biometeolab.unimi.it/index.php/en/2012-09-25-14-38-16/koppen/classec |titolo=Bioclimatologia Medica Classificazione Koppen |editore=Università degli Studi di Milano |accesso=5 ottobre 2020 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160305022400/http://www.biometeolab.unimi.it/index.php/en/2012-09-25-14-38-16/koppen/classec |urlmorto=sì }}</ref><ref>{{Cita web |url=http://www.hydrol-earth-syst-sci.net/11/1633/2007/hess-11-1633-2007.pdf |titolo=Updated world map of the Köppen-Geiger climate classification |p=1641}}</ref> In media, il sole brilla per circa 250 giorni all'anno.<ref>{{Cita web |url=http://www.portanapoli.com/Ita/meteo.html |titolo=Previsioni del tempo e clima a Napoli |editore=Portanapoli}}</ref> La particolare conformazione morfologica del territorio di Napoli genera diversi [[microclima|microclimi]]; anche spostandosi di pochi chilometri all'interno della città, è possibile incontrare variazioni climatiche significative.
Secondo la [[classificazione climatica italiana]], Napoli è situata nella zona C, che comprende le città con un [[Zona temperata|clima temperato]].<ref>{{Cita legge italiana|tipo =DPR|anno =1993|mese =08|giorno=2|numero =412|titolo = Regolamento recante norme per la progettazione, l'installazione, l'esercizio e la manutenzione degli impianti termici degli edifici ai fini del contenimento dei consumi di energia, in attuazione dell'art. 4, comma 4, della L. 9 gennaio 1991, n. 10}} Allegato A - Parte 3.</ref>
Gli estremi termici di Napoli dal 1946 a oggi sono stati di −5,7 °C registrati l'8 gennaio 2017<ref>{{Cita web|url=https://it.tutiempo.net/clima/2017/ws-162890.html|titolo=Clima Napoli / Capodichino (Anno 2017) - Dati climatici (162890)|autore=Tutiempo Network S.L|sito=www.tutiempo.net|accesso=13 giugno 2023}}</ref><ref> https://www.weather.gov/media/mfl/climate/Daily_Records_Naples.pdf</ref> e di 40,0 °C raggiunti il 4 agosto 1981<ref>{{cita web |url=http://www.meteoam.it/modules.php?name=elementiClima |titolo=Copia archiviata |accesso=22 gennaio 2010 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20061008190111/http://www.meteoam.it/modules.php?name=elementiClima |dataarchivio=8 ottobre 2006 }} Elementi mensili sul clima: temperature estreme mensili 1951-2000</ref> (entrambe rilevate alla [[stazione meteorologica di Napoli Capodichino]]). L'escursione termica media in una giornata di sole è generalmente contenuta, attestandosi intorno ai 6-8 gradi. L'umidità è statisticamente elevata durante tutto l’anno, in particolare nei mesi autunnali e invernali, quando le precipitazioni risultano più frequenti.<ref>{{Cita web |url=http://www.meteo.unina.it/clima-di-napoli |titolo=Napoli Istituto di Fisica Terrestre: tavola I |accesso=2 dicembre 2013 |dataarchivio=3 dicembre 2013 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131203023146/http://www.meteo.unina.it/clima-di-napoli |urlmorto=sì }}</ref> Le nebbie sono fenomeni piuttosto rari nel contesto cittadino, ma possono occasionalmente formarsi nelle prime ore del mattino, specialmente nelle aree periferiche e nelle zone pianeggianti circostanti. La ventilazione è solitamente debole, ma nei mesi estivi è spesso rinfrescata dalla brezza marina. Durante la stagione invernale, la città risente talvolta di regimi altopressori che possono causare periodi stabili e umidi, sebbene le configurazioni bariche mediterranee rendano comunque frequenti le fasi di maltempo.
Nel complesso, le precipitazioni nell'area napoletana sono ben distribuite nel corso dell'anno, con un picco nei mesi autunnali e invernali, in particolare tra ottobre e dicembre. I mesi estivi, soprattutto luglio e agosto, registrano invece i minimi pluviometrici, spesso inferiori ai 20 mm mensili, con la possibilità di periodi prolungati senza precipitazioni. Le piogge risultano leggermente più abbondanti nelle zone collinari (come [[Capodimonte (Napoli)|Capodimonte]] e i [[Camaldoli (Napoli)|Camaldoli]]) rispetto alla fascia costiera e al centro cittadino.<ref>{{Cita web|url=https://www.worldweatheronline.com/napoli-weather-averages/campania/it.aspx|titolo=Napoli Weather Averages - Campania, IT|sito=www.worldweatheronline.com|accesso=28 giugno 2025}}</ref>
[[File:Neve a Napoli, Piazza Carlo III.jpg|miniatura|Neve a [[Piazza Carlo III (Napoli)|Piazza Carlo III]] in una foto degli anni 1930.]]
Le nevicate sono eventi molto rari a Napoli, ma alcuni episodi storici sono rimasti impressi nella memoria collettiva. La nevicata del 13 febbraio 1956 è considerata una delle più significative del [[XX secolo]], con accumuli al suolo diffusi anche in centro città. Un'altra nevicata eccezionale si è verificata il 27 febbraio 2018 a seguito di un'ondata di gelo di origine siberiana (nota come "Burian").<ref>{{Cita web|url=https://www.napolitoday.it/cronaca/neve-napoli-trasporti-27-febbraio-2018.html|titolo=Napoli imbiancata come nel 1956, la città "riscopre" la neve|sito=NapoliToday|accesso=28 giugno 2025}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.ilmeteo.net/notizie/attualita/neve-a-napoli-dal-1956-al-2005-ecco-le-nevicate-del-passato.html|titolo=Neve a Napoli: dal 1956 al 2005 ecco le nevicate del passato|sito=Ilmeteo.net {{!}} Meteored|data=27 febbraio 2018|accesso=28 giugno 2025}}</ref>
La media nivometrica annua della città di Napoli è prossima allo zero, data la rarità degli eventi nevosi. Tuttavia, quando le irruzioni di aria fredda provengono da est o sono associate a specifiche configurazioni cicloniche mediterranee, possono verificarsi sporadici e sorprendenti accumuli nevosi anche nel contesto cittadino.
Di seguito è riportata la tabella con le medie climatiche e i valori massimi e minimi assoluti registrati e pubblicati nell'Atlante Climatico d'Italia del [[Servizio Meteorologico dell'Aeronautica Militare]].
{{ClimaAnnuale
| nome = Napoli<ref>{{Cita web |url=http://www.weatherbase.com/weather/weatherall.php3?s=098261&refer=&units=metric |titolo=Dati climatici |editore=WeatherBase |lingua=en}}</ref><ref>{{Cita web |url=http://www.ilmeteo.it/portale/medie-climatiche/Napoli?refresh_ce |titolo=Napoli |editore=Il Meteo}}</ref><ref>{{Cita web |url=http://clima.meteoam.it/AtlanteClimatico/pdf/%28289%29Napoli%20Capodichino.pdf |titolo=Atlante climatico - Napoli Capodichino |editore=Ministero della Difesa |urlarchivio= https://web.archive.org/web/20130512050131/http://clima.meteoam.it/AtlanteClimatico/pdf/(289)Napoli%20Capodichino.pdf |dataarchivio=12 maggio 2013 |urlmorto=sì}}</ref>
| tempmax = 12, 12, 15, 21, 26, 30, 33, 33, 28, 24, 16, 13
| tempmin = 4, 5, 6, 10, 14, 18, 20, 21, 19, 16, 9, 5
| pioggia = 104, 98, 86, 76, 50, 34, 24, 42, 80, 130, 162, 121
| umido = 75, 73, 71, 70, 70, 71, 70, 69, 73, 74, 76, 75
}}
== Origini del nome ==
[[File:Neapolis nomos 84000057 R.jpg|thumb|upright=0.7|[[Statere]] del 275 a.C.]]
{{citazione|Neapolis ebbe questo nome in seguito a un atto di rifondazione, che, come sappiamo, non fu unico e non si limitò soltanto alla fase iniziale della sua vita, ma conobbe, negli anni seguenti, altre esperienze analoghe, sicché possiamo quasi dire che Neapolis, alla fine, risultò una specie di nome-programma di una città protagonista di processi tali da farle valere il titolo di città delle rifondazioni, destinata a vivere frequenti rinnovamenti.|In ''Napoli prima di Napoli'', di Daniela Giampaola, [[Emanuele Greco]]<ref>Daniela Giampaola, [[Emanuele Greco]], Napoli prima di Napoli. Mito e fondazioni della città di Partenope, Salerno ed., Roma 2022 p. 7</ref>}}
L'etimologia del nome «Napoli» deriva dal termine greco ''Neapolis'' ({{polytonic|Νεάπολις}}) composto da néa («nuova») e pólis («città»), e si traduce dunque come «città nuova».
L'appellativo fu attribuito per distinguere la nuova realtà urbana da quella preesistente sorta sulla collina di Pizzofalcone nell'VIII secolo a.C., conosciuta come Partenope.<ref name="-editoria.it"/>
La denominazione Neapolis compare tra la fine del VI e l'inizio del V secolo a.C.,<ref name="ceraNEApolis" /> quando la città venne rifondata da coloni provenienti da Cuma, nell’ambito di una serie di migrazioni e rifondazioni tipiche del fenomeno dell'epoikía, ossia l’insediamento di nuovi gruppi in un contesto urbano preesistente. Questo processo rifletteva una consuetudine abbastanza diffusa nel mondo greco, in cui le comunità, dopo eventi bellici o crisi politiche, riorganizzavano e rinvigorivano i centri abitati, conferendo loro il titolo di «città nuova» in segno di rinascita politica, economica e culturale. Dopo la sua rifondazione, l'insediamento ribadì il proprio nome col sovrapporsi della componente ateniese, [[pithecusa]]na, cumana (i profughi scampati, intorno al 421 a.C., alla presa della città da parte dei [[Campani]]) e osca.<ref>{{Cita conferenza|autore=M. Lombardo|autore2=F. Frisone|titolo=Colonie di colonie: le fondazioni sub-coloniali greche tra colonizzazione e colonialismo|conferenza=Atti del Convegno Internazionale di studi, Lecce 22-24 giugno 2006|editore=Congedo|città=Galatina|anno=2010|ISBN=978-88-8086-699-2|pp=198–199}}</ref>
L'uso del termine Neapolis non era esclusivo della città campana: altre località del mondo greco adottarono lo stesso toponimo, tra cui Neapolis in Tracia, Neapolis nella Calcidica e, infine, Neapolis come quartiere di [[Siracusa (città antica)|Siracusa]], a conferma della natura simbolica e strategica di tale appellativo. Tuttavia, grazie alla sua posizione geografica, alla lunga continuità di vita e all'importanza economica e politica, la Neapolis campana è stata quella che nel tempo ha maggiormente conservato e universalizzato questo nome.
== Storia ==
{{Vedi anche|Storia di Napoli}}
=== Evo antico ===
{{vedi anche|Partenope (città antica)}}
[[File:Gaudoceramic.jpg|thumb|left|Vaso della [[Cultura del Gaudo|civiltà del Gaudo]].]]
[[File:Neapolisgreca.jpg|thumb|left|Ricostruzione verosimile in 3D di Neapolis greca.]]
[[File:D.G.U. (1831) Vol. IV.2 Sirena Partenope di Napoli.jpg|thumb|left|La sirena [[Partenope (sirena)|Partenope]], [[mito di fondazione|mitica fondatrice]] e prima [[eponimo|eponima]] della città di Napoli.]]
Il sito preciso in cui si sviluppò la città, ossia la collina di Pizzofalcone e le aree limitrofe, fu frequentato e occupato quasi senza interruzione sin dal [[Neolitico]] avanzato. La sequenza cronologica sembra interrompersi all'inizio dell'[[Età del ferro|Età del Ferro]],<ref group="N">{{Citazione|Allo stato attuale, la lunga sequenza cronologica che, sia pure attraverso momenti di cesura, si sviluppa dal Neolitico avanzato sembra interrompersi all'inizio dell'Età del Ferro.|{{Cita|Giampaola, Greco|p. 14}}}}</ref> per poi riprendere con la fondazione di Partenope come epineion (approdo e caposaldo) cumano, alla fine dell'VIII secolo a.C.<ref name="-editoria.it">{{Cita web |url=https://www.naus-editoria.it/wp-content/uploads/2021/08/PAUN-Guida-ad-uso-dei-curiosi.pdf |titolo=Parco Archeologico Urbano di Napoli |pp=9, 28, 29 |accesso=21 luglio 2022}}</ref> La documentazione archeologica più antica di Partenope, tuttavia, risale al III quarto dello stesso secolo, tra il 750 e il 720 a.C.,<ref>{{Cita news|autore= Professore Associato in Archeologia Classica (Università degli Studi di Napoli “L'Orientale") Matteo D'acunto|url=https://www.docsity.com/it/appunti-magna-grecia-1/7601371/|titolo= APPUNTI MAGNA GRECIA, Appunti di Archeologia|pubblicazione=docsity.com|accesso=19 luglio 2022}}</ref><ref group="N">{{Citazione|Una rilevante novità è costituita dal rinvenimento di reperti che attestano un inedito orizzonte cronologico della seconda metà dell'VIII secolo a.C., non lontano dalle fasi più antiche di Pithecusa e dell'abitato di Cuma rilevate dai recenti scavi delle Università L'Orientale e Federico II. [...] Si potrebbe così supporre che l'inizio dell'occupazione della collina di Pizzofalcone sia da connettere con l'avvio della presenza euboica nel Golfo, ma il campione disponibile è troppo limitato per poter giungere a conclusioni sicure.|{{Cita|Giampaola, Greco|pp. 51–52}}}}</ref> coeva alle prime fasi di Pithecusa e Cuma.<ref name="Giampaola2021" />
Dopo la sua fase iniziale come semplice avamposto, Partenope si sviluppò precocemente, distinguendosi progressivamente dalla sua città madre (Cuma) e entrando in diretta concorrenza con essa, come dimostrato dalla tradizione storica e confermato dalle scoperte archeologiche.<ref name="naples_cuma" /><ref group="N">{{Citazione|Al tempo stesso occorre sottolineare come la documentazione archeologica di Santa Maria degli Angeli e del bacino portuale di piazza del Municipio presenti un progressivo incremento nel corso del VII, ma soprattutto dalla fine del secolo e nel VI secolo, e sia di gran lunga più cospicua rispetto a quella finora documentata per altri centri, epineion di Cuma (Pozzuoli o Miseno). In questa prospettiva il dato archeologico potrebbe indurre a rileggere nei termini di una progressiva crescita e di conseguente autonomia la crisi dei rapporti tra Partenope e Cuma riportata dalla tradizione storica e, in particolare, dal frammento di Lutazio. È a tale proposito importante che lo scarico di Santa Maria degli Angeli documenti dalla fine del VII e per tutto il VI, sino al primo quarto del V secolo a.C., un repertorio materiale in tutto simile per varietà e qualità a quello di Cuma, in cui, accanto alla ceramica comune da cucina e mensa, figurano il bucchero proveniente prima dall'Etruria propria e poi dai centri etruschi ed etruschizzati della Campania, ceramiche fini importate da varie regioni della Grecia e della Magna Grecia. Un indicatore rilevante dell'apertura di Partenope è costituito dal gran numero di frammenti di anfore da trasporto sia di importazione greca e, soprattutto, greca occidentale, sia, in numero minore, di tipo etrusco.|{{Cita|Giampaola, Greco|pp. 52 e 53}}}}</ref>
Alla fine del VI secolo a.C., la città fu rifondata come ''Neapolis'' (nuova città)<ref name="elea.unisa.it"/><ref>{{Cita web |url=https://www.sapere.it/enciclopedia/Part%C3%A8nope.html |titolo=Partènope |sito=Sapere.it |accesso=11 maggio 2025}}</ref> dai Cumani,<ref group="N">{{Citazione|Che Neapolis sia stata fondazione cumana non è dubbio alcuno: lo affermano concordemente Strabone, Velleio Patercolo, Scimno di Chio, Lutazio e Tito Livio, autori che da un lato rientrano in un'ottica cumana, dipendendo da fonti cumane, Patercolo, Strabone e Pseudo-Scymno, e dall'altro rientrano in un'ottica neapolitana, dipendendo da fonti neapolitane, Livio e Lutazio. L'esistenza di una ''fratria'' di ''Kymaioi'' e l'ospitalità con pieni diritti concessi ai Cumani dopo la caduta di Cuma in mano sannita non fanno altro che confermare il quadro finora richiamato.|{{Cita|Lombardo, Frisone|p. 183}}}}</ref> che avevano già fondato Partenope in precedenza, probabilmente dall’aristocrazia cumana espulsa dal tiranno [[Aristodemo di Cuma|Aristodemo]] dopo la vittoria di Aricia nel 506 a.C.,<ref name="naples_cuma" /> segnando una trasformazione significativa dell'insediamento preesistente. Neapolis divenne gradualmente una delle città più influenti della Magna Grecia e costituì la principale fonte tramite la quale la "grecità" alimentò la nascente cultura romana.<ref group="N">{{Citazione|L'importanza di questa Koinè è apparsa a taluno di tanto peso da autorizzare l'ipotesi che in ambiente campano si sia formata la personalità che creò opere di così alto livello come il [[Bruto Capitolino]] e le teste che le si associano e da suggerire l'affermazione che in Campania siano forse da cercare le vere radici dell'arte romana. È certo, comunque, che se fin dalla seconda metà del secolo la Campania è zona d'influenza politica di Roma, essa fu la prima regione nella quale Roma venne a contatto con la grecità e specialmente attraverso Neapolis, la ''Graeca urbs'' che restò ancora per molto tempo una delle fonti attraverso le quali la grecità alimentò la nascente cultura romana.|{{Cita|Convegno di studi sulla Magna Grecia, 15°; 1975, Taranto|pp. 371–372}}}}</ref>
La Nuova Città, infatti, seppe già a partire dalla prima metà del V secolo a.C. non solo sostituirsi a Cuma nei commerci marittimi, ma anche assumere il controllo del golfo, che da cumano divenne il Golfo Neapolitano;<ref>{{Cita libro |titolo=Magna Grecia: l'Italia meridionale dalle origini leggendarie alla conquista romana |anno=1996 |editore=Edipuglia |città=Bari |p=23 |ISBN=88-7228-158-X}}</ref> con l'arrivo del navarca ateniese [[Diotimo (stratego)|Diotimo]], Neapolis raggiunse il culmine della sua influenza nel periodo della Magna Grecia, acquisendo un ruolo sempre più egemone sul litorale campano e una crescente proiezione "internazionale" nel [[Mediterraneo]].<ref>Eduardo Federico (docente di storia greca presso l'Università Federico II), ''Sorrento e la sua penisola tra italici, etruschi e greci nel contesto della Campania antica'', in ''Storia Millenaria – Famiglia Gallo'', p. 279, [https://storiamillenaria.famigliagallo.net/wp-content/uploads/2015/05/Eduardo-Federico.pdf PDF online].</ref>
Per la sua posizione strategica, nel 326 a.C., Neapolis si arrese ai [[Civiltà romana|Romani]], ma riuscì a mantenere l'eredità civile dei suoi fondatori fino al [[Medioevo]],<ref>{{Cita conferenza|titolo=Neapolis|conferenza=Atti del venticinquesimo convegno di studi sulla Magna Grecia Taranto, 3-7 ottobre 1985|città=Taranto|editore=Istituto per la storia e l'archeologia della Magna Grecia - MCMLXXXVI|pp=5–7}}</ref> guadagnandosi il titolo di «metropoli dell’ellenismo d’[[Ovest|Occidente]]».<ref>{{Cita libro |autore=[[Amedeo Maiuri]] |titolo=Sport e impianti sportivi nella Campania antica |anno=1960 |editore=Tipografia Artistica |città=Roma |capitolo=Presentazione |postscript=nessuno}}, citato in {{cita testo |url=http://www.isolimpia.org/wp-content/uploads/Sintesi_storia_Isolimpia.pdf|titolo=Isolimpia - Giochi isolimpici partenopei |edizione=II edizione |editore=Amartea associazione culturale |mese=03 |anno=2014 |p=2 |accesso=15 agosto 2021}}</ref> Sebbene devastata nell'82 a.C. dai partigiani di [[Lucio Cornelio Silla|Silla]], durante l'ultimo secolo della [[Repubblica romana]] e sotto l'[[Impero romano]], Neapolis subì una trasformazione: da città mercantile si evolse in una città di ''[[ozio|otia]]'' (cioè luogo di svago) per l'alta società romana.<ref name="-editoria.it"/> Ebbe importanti scuole, come quella di [[Filodemo di Gadara]] e [[Sirone (epicureo)|Sirone]], nelle quali studiarono [[Virgilio]] e [[Orazio]],<ref name="TreccaniMG" /> e fu sede dei [[Giochi Isolimpici]] (ossia come quelli di [[Olimpia]]), che acquisirono un prestigio pari a quello degli eventi più famosi del mondo greco, come quelli di Olimpia o [[Delfi]],<ref>{{cita web|url= https://archive.archaeology.org/online/features/isolympics/|titolo= The Augustan Games of Naples}}</ref><ref name="MirandaSebasta">{{cita web|url=https://www.academia.edu/3195729/MIRANDA_E_2008_Neapolis_e_gli_imperatori_Nuovi_dati_dai_cataloghi_dei_Sebast%C3%A0_In_Felice_Senatore_Oebalus_Studi_sulla_Campania_nellantichit%C3%A0_vol_2_2007_p_203_215_Roma_Bardi_editore_ISBN_9788888620480|titolo=Academia, ''Neapolis e gli imperatori. Nuovi dati dai cataloghi dei Sebastà''|pp=208–209; da 205 a 212}}</ref> ai quali assistettero o parteciparono anche alcuni imperatori<ref name="-editoria.it"/> come [[Augusto]] e [[Tito (imperatore)|Tito]].<ref name="MirandaSebasta" />
Tra il 161 e il 180 d. C., la città ottenne, forse per decisione dell'imperatore [[Marco Aurelio]], il nome di Colonia Aurelia Augusta Antoniniana Felix Neapolis, ottenendo così il riconoscimento ufficiale dello status di colonia.
=== Età medievale ===
==== Il Ducato di Napoli ====
{{vedi anche|Ducato di Napoli}}
[[File:Sud Italia nell'anno 1000 circa.svg|thumb|Il ducato autonomo di Napoli, formalmente provincia bizantina sopravvissuta fino al 1139.]]
Nel 536 Napoli fu conquistata dai Bizantini durante la [[Guerra gotica (535-553)|guerra gotica]] e rimase saldamente in mano all'Impero bizantino anche durante la susseguente invasione longobarda, divenendo in seguito ducato autonomo. Il primo [[Duchi di Napoli|duca di Napoli]], secondo la tradizione, sarebbe stato [[Basilio di Napoli|Basilio]], nominato nel 660-61 dall'imperatore bizantino [[Costante II]],<ref>Francesco Luzzati Laganà, ''Il ducato di Napoli''. In {{Cita |''Il Mezzogiorno dai Bizantini a Federico II'' |pp. 328–329|FLLQ}}.</ref> anche se è probabile che egli fosse stato preceduto da altre persone con stesse mansioni, le quali erano comunque espressione delle cosiddette "famiglie magnatizie" cittadine. La vita del ducato fu caratterizzata da continue guerre, principalmente difensive, contro i potenti principati longobardi vicini e i conquistatori [[musulmani]] (genericamente definiti [[Saraceni]]), provenienti per lo più dal [[Nordafrica]] o dalla [[Sicilia (isola)|Sicilia]], che era stata conquistata dagli Arabi-[[Aghlabidi]] a partire dall'827. Celebre è a quest'ultimo proposito la [[battaglia di Ostia|battaglia navale di Ostia]] dell'849.<ref>{{Cita web |url=http://win.storiain.net/arret/num42/artic2.htm |titolo=I Saraceni assediano il papa |accesso=13 luglio 2019}}</ref>
L'avversione tra il cristianesimo e l'islam, tuttavia, intravide già a Napoli ampi spazi di convergenza in vista di una proiezione più mediterranea che continentale del ducato.<ref>{{Cita libro |autore=Claudia Villa |titolo=L'Italia mediterranea e gli incontri di civiltà |anno=2001 |editore=Laterza |città=Bari-Roma |p=61 |ISBN=88-420-6138-7}}</ref> I comuni interessi commerciali determinarono di fatto una sostanziale amicizia tra Napoli e il mondo arabo, tanto che si verificò il disinvolto impiego da parte napoletana (ma campana in genere, dovendosi comprendere in questo discorso anche [[Amalfi]]) di mercenari, per lo più assoldati nell'insediamento del [[Traetto (insediamento musulmano)|Traetto]] (in arabo ''ribāṭ''). Prolungato artefice di questa politica fu il vescovo di Napoli e duca [[Attanasio di Napoli|Attanasio II]], a dispetto della scomunica inflittagli da [[papa Giovanni VIII]].
Il X secolo fu caratterizzato da una politica di neutralità, che mirò a tener fuori Napoli dai giochi che si svolgevano intorno a lei. Da ciò trassero giovamento sia l'economia, che la cultura, consentendo da un lato lo sviluppo delle industrie tessili<ref group="N">Una [[industria tessile|produzione di queste]] particolarmente apprezzata era quella del [[lino (fibra)|lino]], per il quale i commercianti arabi garantivano un'ampia importazione dall'[[storia dell'Egitto arabo|Egitto]].</ref> e della lavorazione del ferro; dall'altro, un proficuo scambio di materiale letterario e storico - sia religioso sia profano, sia greco sia latino - tra la città e [[Costantinopoli]], da cui provenne ad esempio il greco ''[[Romanzo di Alessandro]]''.<ref group="N">Ampiamente conosciuto anche nell'Oriente islamico, dove il condottiero macedone fu identificato nel coranico [[Dhu al-Qarnayn|Dhū l-Qarnayn]], "Quello delle due corna", per merito del bibliofilo arciprete [[Leone Arciprete|Leone]], che consentirà la successiva traduzione dell'opera in [[lingua latina]] e il suo considerevole successo.</ref>
Lo sviluppo del movimento iconoclasta da parte di [[Leone III l'Isaurico]], e la conseguente disputa teologica tra quest'ultimo e [[Papa Gregorio II]], ebbe come conseguenza il passaggio formale delle diocesi dell'Italia bizantina sotto l'autorità del patriarcato di Costantinopoli. Nei fatti, tuttavia, la disposizione di Leone III rimase inapplicata, e Napoli restò fedele all'autorità del Papa. Come ricompensa per la posizione assunta nella disputa, la città fu elevata al rango di provincia ecclesiastica intorno al 990, e Sergio II ne fu il primo [[arcidiocesi di Napoli|arcivescovo]].<ref>[[File:Wikisource-logo.svg|link=Wikisource|15px]] {{Cita libro |lingua=en |autore=[[Umberto Benigni]] |voce=[[s:en:Catholic Encyclopedia (1913)/Naples|Naples]] |titolo=[[Catholic Encyclopedia]] |volume=10 |città=New York |anno=1913, su [[Wikisource]] (pagina web elaborata nel 2007)}}</ref>
Nel 1030 il duca [[Sergio IV di Napoli|Sergio IV]] donò la contea di [[Aversa]] alla banda di mercenari [[Normanni]] di [[Rainulfo Drengot]], che lo avevano affiancato nell'ennesima guerra contro il principato di Capua. Dalla base di Aversa, i Normanni acquisirono una propria struttura sociale e organizzativa e nel volgere di un secolo furono in grado di sottomettere tutto il meridione d'Italia, dando vita al [[Regno di Sicilia]]. Il Ducato di Napoli fu, comunque, l'ultimo territorio a cadere in mano normanna, con la capitolazione del duca [[Sergio VII di Napoli|Sergio VII]] nel 1137.
==== Il periodo normanno-svevo ====
{{vedi anche|Regno di Sicilia}}
[[File:Palazzo Reale di Napoli - Federico II.jpg|thumb|upright=0.7|Statua marmorea di [[Federico II di Svevia]], posta all'ingresso del [[palazzo Reale di Napoli]].]]
Nel 1139, i Normanni conquistarono definitivamente la città e il ducato entrò a far parte del territorio del [[Principato di Capua]], nel neonato Regno di Sicilia. Sebbene [[Ruggero II di Sicilia|Ruggero II]] avesse scelto Palermo come capitale, Napoli — già un centro di spessore sin dal VII secolo,<ref>{{cita web|url=https://www.persee.fr/doc/mefr_1123-9883_1995_num_107_1_3414|titolo=Il particolarismo napoletano altomedievale|editore=Persée|data=1995|accesso=2025-10-02|pagina=7-8}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione |autore=Eliodoro Savino |anno=2005 |titolo=Campania tardoantica (284-604 d.C.) |città=Bari |url=https://books.google.it/books?id=L07S3aMJLMgC&pg=PA144&lpg=PA144&dq=particolarismo+urbano+napoli+protobizantina&source=bl&ots=r4tQqHGZfO&sig=ACfU3U0CUqFvrRyI4qizzZpHhdXztSot3A&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjW8v7ywoPqAhUh86YKHbRwBH0Q6AEwAHoECAoQAQ#v=onepage&q=particolarismo%20urbano%20napoli%20protobizantina&f=false
|p=144-146}}</ref> come attestano le evidenze archeologiche che indicano la conservazione della sua fisionomia urbana in un contesto di diffusa ruralizzazione nell’Occidente altomedievale,<ref>{{Cita pubblicazione |autore=Arthur Paul |anno=1995 |titolo=Il particolarismo napoletano altomedievale: una lettura basata sui dati archeologici |rivista=Mélanges de l'école française de Rome |città=Roma |url=https://www.persee.fr/doc/mefr_1123-9883_1995_num_107_1_3415
|p=18-20}}</ref> e come conferma il suo ruolo di vicecapitale dell'[[Esarcato d'Italia]] sotto Costante II<ref>{{Cita pubblicazione |url=https://books.google.it/books?hl=it&id=A-F4jbst-zEC&q=quanto+a+napoli+#v=snippet&q=quanto%20a%20napoli&f=false
|titolo=Le vie del Mezzogiorno: storia e scenari |autore=[[Giuseppe Barone (storico)|Giuseppe Barone]]|città=Roma |anno=2002 |p=53}}</ref> — tra il X e il XII secolo si trasformò progressivamente in un notevole polo mercantile. Nel XII secolo, grazie alla crescita delle attività commerciali, alla vitalità del porto e all’aumento dei flussi monetari, la città superò centri come Amalfi e [[Salerno]], storicamente più consolidati nel commercio mediterraneo. Questa espansione economica e strategica preparò il terreno per la sua successiva ascesa politica, che si concretizzò con la scelta di Napoli come capitale sotto la dominazione angioina.<ref>{{Cita pubblicazione |autore=[[Giuseppe Galasso]]|titolo=Carlo I d'Angiò e la scelta di Napoli come capitale|url=https://www.persee.fr/doc/efr_0223-5099_1998_act_245_1_5325|pp=350–351}}
</ref><ref>{{cita web|url=https://journals.openedition.org/mefrm/779|titolo=Mélanges
de l'école française de Rome, ''Alle origini di Napoli capitale''}}</ref>
Quando il Regno di Sicilia passò agli [[Svevia|Svevi]], sotto la dinastia degli [[Hohenstaufen]], Napoli fu compresa nel [[giustizierato]] di [[Terra di Lavoro]]. Federico II di Svevia, pur preferendo Palermo ma anche la [[Capitanata]] come sedi della corte,<ref name="Cesare">{{Cita libro |autore=[[Cesare de Seta]] |titolo=La città europea |anno=2010 |editore=Il Saggiatore |pp= 173; 181; 175; 178 |ISBN=no}}</ref> istituì nel 1224 a Napoli l’Università, destinata a formare la classe dirigente dello Stato. Tale scelta fu dovuta, tra le altre cose, alla sua posizione geografica, poiché il nuovo Studio avrebbe dovuto essere un centro di richiamo non solo per il Regno di Sicilia, ma anche per il [[Sacro Romano Impero]].<ref>{{Cita news|autore=|url=https://www.stupormundi.it/it/la-scelta-di-napoli-come-sede-delluniversit%C3%A0|titolo=La scelta di Napoli come sede dell'Università|pubblicazione=stupordmundi.it|accesso=9 dicembre 2023}}</ref> L'Università, il più antico istituto europeo del suo genere, fu concepita come scuola indipendente dal potere papale.
La città, tuttavia, manifestò più volte ostilità nei confronti degli eredi dell’imperatore, [[Corrado IV di Svevia|Corrado IV]] e [[Manfredi di Sicilia|Manfredi]], tanto che Corrado ordinò la demolizione di parte delle mura cittadine e trasferì temporaneamente la sede dell'università a Salerno. Quest'ultima fu riportata a Napoli nel 1258. La fedeltà mostrata al papato fu ricompensata con l’ultimo soggiorno di [[Papa Innocenzo IV|Innocenzo IV]] nella città, da ottobre a dicembre del 1254, prima della sua morte.
===
{{
[[File:Robertodangio.jpg|thumb|left|upright=0.7|[[Roberto d'Angiò|Roberto il Saggio]]]]
Napoli entrò a far parte del regno [[Angioini|angioino]] grazie alle vittorie di [[Carlo I d'Angiò]] su [[Manfredi di Svevia]] nella [[Battaglia di Benevento (1266)|battaglia di Benevento]] nel 1266, e su [[Corradino di Svevia]] nella [[Battaglia di Tagliacozzo]] nel 1268. Durante il regno di [[Carlo II d'Angiò]] furono formalmente istituiti i ''[[Sedili di Napoli|Sedili]]'', organi amministrativi suddivisi per zone della città, la cui origine risale alle [[fratrie]] dell'epoca greca e alla ''Magna cura Regis''. Questi rimarranno attivi fino al XIX secolo.
In seguito alla rivolta scoppiata in Sicilia nel 1282 (i [[Vespri siciliani]]), causata anche dal trasferimento ufficiale della capitale del Regno di Sicilia da Palermo a Napoli nel 1266,<ref>{{Cita web |url=https://www.treccani.it/enciclopedia/vespri-siciliani_(Enciclopedia-Dantesca)/ |titolo=Vespri siciliani |opera=Enciclopedia Treccani |accesso=2 ottobre 2025}}</ref> e al successivo passaggio dell’isola sotto il dominio aragonese, Napoli divenne la capitale del Regno di Napoli. A succedere a Carlo I fu il figlio Carlo II, e in seguito il nipote Roberto d'Angiò, detto "il Saggio", che rese Napoli uno dei principali centri culturali d'Europa e del Mediterraneo (per approfondire, vedi [[Rinascimento napoletano#Prodromi storici: il protoumanesimo angioino|protoumanesimo angioino]]). In questo periodo soggiornarono in città personalità come [[Francesco Petrarca]], [[Simone Martini]], [[Giotto]] (che vi fondò una scuola pittorica giottesca tra le più importanti d’Italia) e [[Boccaccio]], che nella [[basilica di San Lorenzo Maggiore]] conobbe [[Fiammetta (Boccaccio)|Fiammetta]], ovvero Maria d’Aquino, e in seguito rimpiangerà gli anni trascorsi alla corte napoletana. Nel 1343 successe a Roberto la nipote [[Giovanna I di Napoli]], mentre nel 1382 salì al potere la linea degli Angioini di Durazzo con [[Carlo III di Napoli|Carlo di Durazzo]], [[Ladislao I di Napoli]] e [[Giovanna II di Napoli]].
Tra gli eventi più significativi del periodo angioino si ricordano la decapitazione del giovane Corradino di Svevia nel 1268, il [[Maremoto del golfo di Napoli del 1343|maremoto del 1343]] (che diede il colpo di grazia ad Amalfi), il primo tentativo di riunificazione politica d’[[Italia]] sotto Ladislao di Durazzo, e gli assedi alla città durante le lotte per la successione di Giovanna II d’Angiò tra [[Renato d’Angiò]] e [[Alfonso V d’Aragona]], fino a quando quest’ultimo, nel 1442, penetrò nella città attraverso un acquedotto e la occupò definitivamente.
=== Età moderna ===
==== Il Regno aragonese ''Utriusque Siciliae'' ====
[[File:Tavola Strozzi - Napoli.jpg|thumb|upright=1.6|Napoli nel Quattrocento ([[Tavola Strozzi]])|right]]
Il sovrano Alfonso il Magnanimo, nonostante il conflitto interno fra la monarchia e i baroni, che si manifestò in episodi drammatici come la [[congiura dei baroni]] sotto il regno del figlio [[Ferdinando I di Napoli]], privilegiò la città, facendone la capitale del suo [[Corona d'Aragona|Impero]]<ref>{{Cita web |url=https://www.newworldencyclopedia.org/entry/Spanish_Empire |opera=New World Encyclopedia |titolo=Spanish Empire |lingua=en |accesso=15 agosto 2021}}</ref> mediterraneo.<ref>Giuseppe Caridi, ''Alfonso il Magnanimo. Il re del Rinascimento che fece di Napoli la capitale del Mediterraneo'', Roma, Ed. Salerno, 2019.</ref> Il periodo alfonsino e quello dei suoi successori fu caratterizzato dall'ampliamento del perimetro della città e dalla costruzione di una possente cinta muraria con ventidue torri cilindriche. In questo periodo furono anche costruiti importanti monumenti cittadini, come [[arco trionfale del Castel Nuovo|l'arco del Maschio Angioino]] (iniziativa che diede origine al cosiddetto [[Artisti del clima dell'Arco|clima dell'Arco]]), [[palazzo Diomede Carafa]], [[palazzo Filomarino]], [[porta Capuana]], [[palazzo Como]] e la scomparsa [[villa di Poggioreale]], che diverrà un paradigma per numerose ville, anche oltre i confini italiani.<ref>R. De Fusco, Mille anni d'architettura in Europa, Bari 1999. ISBN 8842042951 p.319-320</ref>
Anche il clima culturale conobbe un notevole incremento, grazie al grande impulso dato da Alfonso alla biblioteca cittadina e alla fondazione dell'[[Accademia Pontaniana]]. Le grandi somme profuse nella promozione della cultura diedero impulso ad un fiorire di attività, che resero Napoli protagonista dell'Umanesimo.<ref>Maurizio Fiorilla, Valentina Gallo, ''Scrittori di fronte alla guerra'', Aracne editore, gennaio 2006 pp.31-48 (''Le gesta belliche dell’eroe: biografia - e storiografia - ‘Del Primo Umanesimo tra Firenze e Napoli’'')</ref>
==== Il Viceregno spagnolo ====
[[File:Tizian (Umkreis) - Bildnis eines Edelmanns - WAF 1085 - Bavarian State Painting Collections.jpg|thumb|left|[[Pedro Álvarez de Toledo y Zúñiga|Pedro Álvarez de Toledo]]. Dipinto di [[Tiziano Vecellio|Tiziano]].]]
A partire dal 1501, a causa delle [[Guerre d'Italia del XVI secolo|Guerre d'Italia]], che stravolsero la geopolitica europea, Napoli perse la sua indipendenza. Dopo la marcia su Napoli di [[Carlo VIII di Francia]] e la nuova occupazione francese, nel maggio del 1503 passò sotto la dominazione spagnola, e per oltre due secoli il regno fu governato da un [[Viceré di Napoli|viceré]] per conto di [[Madrid]]. Il lungo dominio spagnolo è generalmente considerato dalla storiografia, specie di stampo [[Benedetto Croce|crociano]], un periodo oscuro e di regresso.<ref>{{Cita libro |autore=Giuseppe Coniglio |titolo=Il viceregno di Napoli nel sec. XVII: notizie sulla vita commerciale e finanziaria secondo nuove ricerche negli archivi italiani e spagnoli |url=http://books.google.it/books?id=QjFk9F-9pvcC&pg=PA28 |anno=1955 |editore=Ed. di Storia e Letteratura |p=28}}</ref> In effetti, però, la città in questo periodo non cadde mai in una condizione provinciale<ref name=Cesare/><ref name="EnciclopediaTematica">{{Cita web |url=http://books.google.it/books?id=fR8sEqPDmucC&pg=PA157#v=onepage&q&f=false |titolo=Storia dell'Europa moderna: secoli XVI-XIX pp.388 e 157 |autore=Roberto Barbieri e Emanuela Rodriguez |sito=Books.google.it |editore=Editoriale Jaca Book 1993 |accesso=25 marzo 2020 |capitolo=Mezzogiorno d'Italia (1559-fine XVII) |isbn=88-16-43906-8}}</ref> (le sue dimensioni ''monstre''<ref name="EnciclopediaTematica" />, la vivacità interculturale<ref>{{Cita libro |autore=Monika Bosse |autore2=André Stoll |titolo=Napoli, Viceregno spagnolo. Una capitale della cultura alle origini dell'Europa moderna |anno=2001 |città=Napoli}}</ref> e l'[[anticurialismo]] tipici della Napoli spagnola), divenendo uno dei massimi centri dell'[[Impero spagnolo|Impero]];<ref name="Napoli,unacapitale" /><ref>{{Cita web |url=https://www.storiamediterranea.it/wp-content/uploads/2020/05/Capitali-senza-re-I-TOMO_web_13.05.2020.pdf |sito=storiamediterranea.it |titolo= Capitali senza re nella Monarchia spagnola Identità, relazioni, immagini (secc. XVI-XVIII) |pp=58–60 |accesso=26 dicembre 2024}}</ref> Napoli fu chiamata, tra l'altro, a contrastare l'espansionismo dell'[[Impero ottomano]] nel Mediterraneo centro-occidentale e, ancor più importante, a fungere da retrovia dell'azione spagnola nella valle padana.<ref>{{Cita libro |autore=Aurelio Musi |titolo=Mezzogiorno spagnolo: la via napoletana allo Stato moderno |url=https://books.google.it/books?id=0lQNywLIWwAC&pg=PA11&lpg=PA11&dq=impero+spagnolo+ottomani+regno+di+napoli&source=bl&ots=vDyL11Tct4&sig=ACfU3U1qYdkZB1JAUzbqDu_PTjZveHdWbw&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwiFhu6Gg-3lAhXR26QKHYlGDC44KBDoATABegQICRAB#v=onepage&q=impero%20spagnolo%20ottomani%20regno%20di%20napoli&f=false |anno=1991 |editore=Guida Editori |pp=10–11 |accesso=15 agosto 2021}}</ref>
Del suddetto periodo è possibile riscontrare prestiti lessicali di [[adstrato]] nella lingua napoletana,<ref>{{Cita libro |autore=Pierangela Izzi |autore2=Domenico Defilippis |autore3=Sebastiano Valerio |titolo=Lessicografia a Napoli nel Cinquecento |anno=2007 |editore=Adriatica Editore |p=121}}</ref> nonché ampliamenti relativi all'assetto urbanistico della città, la quale raddoppiò il proprio perimetro e assistette all'apertura di [[via Toledo]] e alla costruzione dei cosiddetti [[quartieri spagnoli]], ad opera degli architetti [[Giovanni Benincasa (architetto)|Giovanni Benincasa]] e [[Ferdinando Manlio]], su richiesta dell'allora viceré Pedro de Toledo.
Nel corso della [[guerra di successione spagnola]] l'[[Asburgo d'Austria|Austria]] conquistò Napoli (1707), ma la tenne per pochi anni, fino al 1734, anno in cui il regno fu occupato da [[Carlo III di Spagna|Carlo di Borbone]], che vi ricostituì uno Stato indipendente che comprendeva tutto il [[Italia meridionale|sud Italia]] e la Sicilia.
==== Il periodo borbonico e la parentesi francese ====
{{vedi anche|Regno delle Due Sicilie|Risorgimento}}
[[File:Fernando II de las Dos Sicilias 2.jpg|thumb|left|upright=0.7|Dipinto di [[Ferdinando II delle Due Sicilie|Ferdinando II]] re delle [[Due Sicilie]]; metà del XIX secolo.]]
Sotto Carlo III di Borbone, la città vide una serie di grandiose opere architettoniche ed archeologiche grazie alle quali divenne una eccelsa capitale europea<ref>{{Cita pubblicazione |autore=Rosanna Massaro, Camilla Santoni ([[Università degli studi di Firenze]], Dipartimento di Architettura)|titolo=Rilievo 3D e HBIM per il restauro di Ponte Carlo III|url=https://issuu.com/dida-unifi/docs/santoni_massaro|p=13}}</ref>. Si affermò inoltre come uno dei più importanti centri illuministi d'Europa<ref>Nel Regno di Napoli inoltre il dibattito sul concetto di città coincise con l’affermazione del movimento illuminista e va ricordato che Napoli fu uno dei più importanti centri illuministi d’Europa (tratto da: Giorgio Simoncini, [[Università degli Studi di Roma "La Sapienza"]], ''La grandezza delle capitali nel dibattito dei riformatori illuministi: Napoli, Parigi, Londra'', Olschki ed., 2021)</ref> e una delle principali mete del [[Grand Tour]].
Con la [[Rivoluzione francese]] e le [[guerre napoleoniche]], Napoli vide la nascita di una [[Repubblica Napoletana (1799)|repubblica giacobina]] affogata nel sangue dalla successiva restaurazione borbonica. Nel 1806 fu conquistata dalle truppe francesi condotte da [[Napoleone Bonaparte]] che affidò il regno a suo fratello [[Giuseppe Bonaparte|Giuseppe]] e in seguito a [[Gioacchino Murat]], che non riuscì ad unificare prematuramente la penisola ma risvegliò il sentimento nazionale attraverso il [[Proclama di Rimini]].<ref>{{Cita news|autore=|url=https://storiacostituzionale.altervista.org/wp-content/uploads/2021/02/LIMPORTANZADELPROCLAMADIRIMINIDIGIOACCHINOMURATDEL30MARZO1815DISERGIODERRICO.pdf|titolo=L’importanza del Proclama di Rimini di Gioacchino Murat del 30 marzo 1815|pubblicazione=storiacostituzionale.altervista.org|accesso=13 dicembre 2023}}</ref> Nel 1815 con la definitiva sconfitta di Napoleone e il [[Congresso di Vienna]] Napoli ritornò nuovamente ai Borbone. Durante il periodo francese, numerose furono le [[Furti napoleonici|spoliazioni napoleoniche]] di opere d'arte a Napoli.
Il 1820 in Europa fu l'anno delle [[Moti del 1820-1821|agitazioni contro l'assolutismo monarchico]], e a Napoli queste si manifestarono nella rivolta capitanata dal generale [[Guglielmo Pepe]]. Intimorito da ciò, [[Ferdinando I delle Due Sicilie|Ferdinando I]] acquisì un comportamento ambiguo, elargendo dapprima la Costituzione, e chiedendo poi l'aiuto austriaco, per poterla ritirare e reprimere l'opposizione.<ref name="Gianni">{{Cita libro |autore=[[Gianni Oliva]] |titolo=Un regno che è stato grande |anno=2013 |città=Mondadori |pp=161–170; 212-220 |ISBN=no}}</ref> Tale atteggiamento si ripeté nei moti del 1848 quando, dopo l'ennesima insurrezione, Ferdinando II concesse una carta costituzionale, per poi sciogliere il Parlamento e reprimere la rivolta nel sangue, ripristinando l'assolutismo.<ref name=Gianni/><ref>[[Eugenio Di Rienzo]], ''Il Regno delle Due Sicilie e le potenze europee (1830-1861)'', Ed. Rubbettino, 2011.</ref> Altresì, in questo periodo la città vide numerosi impulsi in molti settori.<ref>{{Treccani|ferdinando-ii-di-borbone-re-delle-due-sicilie_(Enciclopedia-Italiana)|Ferdinando II di Borbone, re delle Due Sicilie|autore=Giuseppe Paladino e Giovanni Perez|anno=1932|accesso=15 agosto 2021}}</ref>
La città fu colpita, come il resto d'Europa, da epidemie di colera che provocarono più di 20.000 morti tra 1835-37 e tra 1854-55; sfociando anche in sommosse.<ref>{{Cita web |url=http://bicentenario.provincia.napoli.it/prevep_colera.html |titolo=L’epidemia di colera del 1836-37 |accesso=15 maggio 2020 |pubblicazione=Bicentenario |editore=Provincia di Napoli}}</ref>
Nel 1860 il Regno delle Due Sicilie fu oggetto della [[spedizione dei Mille]] di [[Giuseppe Garibaldi]] e successivamente invaso dal [[Regno di Sardegna]]. [[Francesco II di Borbone]] abbandonò Napoli ripiegando a Gaeta insieme a parte dell'esercito borbonico per «garantirla dalle rovine e dalla guerra… risparmiare a questa Patria carissima gli orrori dei disordini interni e i disastri della guerra civile»,<ref>{{Cita libro |autore=[[Giordano Bruno Guerri]] |titolo=Il sangue del Sud |anno=2011 |editore=Mondadori |città=Milano |p=63}}</ref> e fu tentata una prima difesa con la [[battaglia del Volturno]] e quindi con l'[[Assedio di Gaeta (1860)|assedio di Gaeta]]. A seguito della sconfitta delle truppe borboniche, Napoli fu annessa al nascente [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]].
=== Età contemporanea ===
{{citazione|Andando a Firenze, dopo due anni, dopo cinque, anche dopo sei se volete, potremo dire addio ai fiorentini e andare a Roma; ma da Napoli non si esce; se vi andiamo, saremo costretti a rimanerci. Volete voi Napoli? Se ciò volete, badate bene, prima di prendere la risoluzione di andare a stabilire la capitale a Napoli, bisogna prendere quella di rinunziare definitivamente a Roma.|[[Vittorio Emanuele II di Savoia]]<ref>{{Cita libro |autore=Saverio Cilibrizzi |titolo=Il pensiero, l’azione e il martirio della città di Napoli nel Risorgimento e nelle due guerre mondiali |editore=Conte Editore |città=Napoli |posizione=Capitolo V |volume=3}}</ref>}}
Nel 1864, il Regno d'Italia fu costretto, dalla [[Convenzione di settembre]] con il [[Secondo Impero francese]] di [[Napoleone III di Francia|Napoleone III]], a spostare la capitale da [[Torino]].<ref>{{Cita testo |autore=Elisabetta Lantero |titolo=La Convenzione di settembre nelle carte del Senato del Regno |pubblicazione=MemoriaWeb |editore=Archivio storico del Senato della Repubblica |mese=09 |anno=2014 |url=http://www.senato.it/application/xmanager/projects/leg17/file/Convenzione%20di%20settembre.pdf |serie=Nuova Serie |numero=7}}</ref> Tra i motivi dello spostamento vi furono quelli militari: Napoli venne considerata la città favorita, assieme a Firenze (la prima era 'protetta' dal Mar Tirreno, la seconda dall'Appennino).<ref>{{Cita libro |autore=Antonello Battaglia |titolo=La capitale contesa: Firenze, Roma e la Convenzione di settembre (1864) |url=http://books.google.it/books?id=z9zuU3HiyrMC&pg=PA100 |anno=2013 |editore=Edizioni Nuova Cultura |p=101}}</ref> La città partenopea, per ragioni politiche, venne considerata dalla maggioranza del gabinetto una candidata particolarmente adatta, ma non ottenne l'appoggio del re, che ritenne Firenze una città più consona ad un ruolo di capitale temporanea<ref>{{Cita web |url=https://archive.org/details/bub_gb_ggUBAAAAMAAJ/page/n153/mode/2up |titolo=La convenzione di settembre; un capitolo dei miei ricordi. Pubblicato per cura del Principe de Camporeale |numero=153 |pp=146–48 |editore=[[Archive.org]] |accesso=15 agosto 2021}}</ref>. Questa scelta venne confermata dal comitato di cinque generali incaricato di decidere, poiché Napoli non sarebbe stata abbastanza difendibile, considerato che la [[Regia Marina|flotta italiana]] non era equiparabile a quella [[Marine royale|francese]] o [[Royal Navy|inglese]].<ref>{{Cita web |url=http://www.larchivio.com/xoom/maggioni-risorgimento.htm |titolo=Cronache dal Risorgimento |accesso=15 agosto 2021}}</ref>
Le difficoltà derivanti dalla perdita del suo precedente e secolare ruolo di capitale, unite al nuovo sistema fiscale e doganale nazionale ereditato da quello piemontese,<ref>{{Cita libro |autore=[[Renato Brunetta]] |titolo=Sud: alcune idee perché il Mezzogiorno non resti com’è |editore=Donzelli |anno=1995 |città=Roma |p=4}}</ref> determinarono una profonda crisi sociale e industriale, denunciata anche dalla scrittrice [[Matilde Serao]] ne ''[[Il ventre di Napoli]]'' e ''[[Il paese di cuccagna]]''.<ref>{{Cita libro |url=https://books.google.it/books?id=8vhVDwAAQBAJ&pg=PA31&lpg=PA31&dq=ventre+di+napoli+napoli+postunitaria&source=bl&ots=x1f2F3qEoc&sig=ACfU3U07Gvmo5Y2p3gmadQKID1NmlxsZsg&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwiw64mQre_jAhXJaFAKHbuRCi8Q6AEwBnoECAgQAQ#v=onepage&q=ventre%20di%20napoli%20napoli%20postunitaria&f=false |titolo=Elite e storia nella narrativa napoletana |p=31 |autore=Roberto Bonuglia |anno=2018 |accesso=15 agosto 2021}}</ref>
Le condizioni così difficili del comune più popoloso del Regno d'Italia (e lo sarà fino agli anni trenta del [[Novecento]], quando sarà superato dapprima da Milano e poi da Roma)<ref>{{Cita web |url=https://www.docenti.unina.it/webdocenti-be/allegati/materiale-didattico/639087|titolo=I PIANI URBANISTICI DELL’800 IN ITALIA|p=13}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.tuttitalia.it/campania/59-napoli/statistiche/censimenti-popolazione/|titolo= Tuttitalia, ''Censimenti popolazione Napoli 1861-2011''}}</ref>, determinarono, alla fine del [[XIX secolo]], una lunga e profonda [[Risanamento di Napoli|trasformazione urbanistica]], influenzata notevolmente dal grande piano di [[Trasformazione di Parigi sotto il Secondo Impero|ristrutturazione di Parigi sotto il Secondo Impero]].<ref>{{Cita web |url=https://www.rapporto-rota.it/images/rapporti_napoli/docs/2014/Cap_1_Il_territorio_e_i_suoi_abitanti.pdf|autore=Primo Rapporto "Giorgio Rota" su Napoli |titolo=Il territorio e i suoi abitanti. Funzioni, prospettive, occasioni |pp=15–16 |accesso=25 febbraio 2024}}</ref> In questo periodo furono demoliti numerosi fabbricati e monumenti, furono costruiti nuovi quartieri, piazze e edifici, e furono aperte arterie come [[via Duomo (Napoli)|via Duomo]], il [[Corso Umberto I|Rettifilo]], [[via Francesco Caracciolo]], via A. Depretis e viale Gramsci. Questo frangente storico coincise anche con la nascita di numerosi ''[[caffè-concerto|café-chantant]]'' e con lo sviluppo di un dinamico ambiente culturale e sociale, che vide esponenti del calibro di Benedetto Croce.<ref>{{Cita libro |autore=Francesco Barbagallo |titolo=Napoli, Belle Époque |url=https://books.google.it/books?id=TZKODAAAQBAJ&pg=PR19&lpg=PR19 |accesso=13 luglio 2019 |data=5 novembre 2015 |editore=Laterza Editori |p=5 |ISBN=9788858123461}}</ref>
L'11 marzo 1918, nel corso del [[prima guerra mondiale|primo conflitto mondiale]], pur trovandosi molto distante dalla zona di conflitto, la città fu bombardata dal dirigibile tedesco L.58 o [[LZ 104]], partito da una base bulgara, causando almeno 20 morti ed oltre 100 feriti tra la popolazione civile<ref>{{cita web|url= https://www.academia.edu/80812228/Un_dirigibile_nel_Golfo_Il_bombardamento_aereo_del_1918_e_i_danni_al_patrimonio_architettonico_napoletano|titolo= Un dirigibile nel Golfo. Il bombardamento aereo del 1918 e i danni al patrimonio architettonico napoletano}}</ref><ref>{{Cita news|autore=|url=https://www.hashtag24news.it/zeppelin-su-napoli-quando-la-morte-piove-dal-cielo/|titolo=Zeppelin su Napoli: quando la morte piove dal cielo|pubblicazione=hashtag24news.it|accesso=13 giugno 2024}}</ref>.
[[File:Napolo, galerio Umberto la 1-a de nordokcidento, 4.jpeg|thumb|left|[[Galleria Umberto I]]]]
Nei primi anni venti del XX secolo, Napoli fu sede di uno dei più importanti [[Fasci di Combattimento]] italiani con a capo [[Aurelio Padovani]]; il 24 ottobre 1922 la città fu teatro della grande adunanza di [[Camicia nera|camicie nere]] che fu la prova generale della [[Marcia su Roma]].<ref>{{Cita notizia |url=https://storia.camera.it/cronologia/leg-regno-XXVI/elenco |titolo=XXVI Legislatura del Regno d'Italia |autore=Archivio storico della [[Camera dei deputati (Italia)|Camera dei deputati]] |accesso=30 giugno 2021}}</ref>
[[File:Quattrogiornate2.jpg|thumb|upright=0.7|Uno «scugnizzo» armato durante le [[Quattro giornate di Napoli]].]]
Con lo spostamento del baricentro politico ed economico del paese verso il [[Mezzogiorno (Italia)|Mezzogiorno]],<ref name="Isses.it">{{Cita web |url=http://www.isses.it/Convegno230208/fergola.htm |titolo=L’economia napoletana tra le due guerre |autore=Gabriele Fergola |sito=isses.it |editore=Istituto di Studi Storici Economici e Sociali |accesso=21 marzo 2020}}</ref> Mussolini riservò a Napoli il ruolo di città porto dell'[[Colonialismo italiano|Impero coloniale italiano]],<ref>{{Cita libro |autore=Gloria Chianese |titolo=Mezzogiorno (1943) |editore=[[Edizioni Scientifiche Italiane]] |mese=01 |anno=1996 |pp=345–347}}</ref><ref>{{Cita news|autore=|url=https://www.patriaindipendente.it/persone-e-luoghi/storia/lomaggio-del-nazismo-al-porto-dellimpero/|titolo=L’omaggio del nazismo al “porto dell’Impero”|pubblicazione=Patriaindipendente.it|accesso=18 novembre 2023}}</ref> motivo per cui vide nuovamente un [[storia dell'urbanistica e dell'architettura di Napoli|profondo rinnovamento urbanistico]].<ref>{{Cita web |url=http://www.isses.it/Convegno230208/orlacchio.htm |titolo=Urbanistica e architettura del Ventennio a Napoli |accesso=15 agosto 2021}}</ref> Casi emblematici di questo cambiamento furono la costruzione della [[Mostra d'Oltremare]] e del [[Passante ferroviario di Napoli|primo passante ferroviario di penetrazione urbana sotterraneo]] d'Italia, noto come "metropolitana FS", con la tratta Napoli-Pozzuoli.<ref>{{Cita web |url=http://www.historiaregni.it/a-napoli-la-prima-metropolitana-ditalia/ |titolo=A Napoli la prima metropolitana d'Italia |sito=HistoriaRegni.it |accesso=27 febbraio 2020}}</ref>
Proprio per il suo ruolo Napoli fu, durante la [[seconda guerra mondiale]], la città italiana che subì il [[Bombardamenti di Napoli|numero maggiore di bombardamenti]], circa duecento.<ref>{{Cita libro |autore=Gabriella Gribaudi |titolo=Guerra totale. Tra bombe alleate e violenze naziste. Napoli e il fronte meridionale (1940-1944) |editore=Bollati Boringhieri |città=Torino |anno=2005 |p=26}}</ref> Dopo la resa del Regno d'Italia agli [[Alleati della seconda guerra mondiale|Alleati]], avvenuta l'8 settembre 1943, Napoli fu teatro di una storica insurrezione popolare nota come le Quattro Giornate (27-30 settembre 1943) che, coronata dal successo, diede impulso alla [[Resistenza italiana]] dei partigiani contro i nazifascisti.<ref>{{Cita web |url=https://www.resistenze.org/sito/ma/di/cp/mdcp5c13.htm |titolo=Le quattro giornate di Napoli |accesso=15 agosto 2021}}</ref> Sconvolta dai numerosi bombardamenti, dal disastro della nave [[Caterina Costa]] e dall'occupazione tedesca in ritirata, Napoli fu la prima grande città ad essere governata dagli anglo-americani durante il secondo conflitto mondiale. Pur restando estromessa dal [[Regno del Sud]], nell'inverno 1943-44 e nella primavera seguente, Napoli rivestì il ruolo di maggiore crocevia politico delle terre liberate dagli anglo-americani.<ref>{{Cita news|autore=|url=https://www.jstor.org/stable/26145052|titolo=Napoli americana|pubblicazione=jstor.org|accesso=18 gennaio 2024}}</ref>
Durante il secondo dopoguerra, vi fu il referendum per decidere tra monarchia e repubblica, e nella circoscrizione di Napoli ben {{formatnum:904000}} furono a favore della prima.<ref>Dati Istat, in Malnati, pag. 234.</ref> Pochi giorni dopo, fu [[Enrico De Nicola]], napoletano, ad essere eletto primo presidente della Repubblica.
Gli anni del [[miracolo economico italiano|miracolo economico]] ebbero rilevanti effetti anche sulla città, ma, allo stesso tempo, coincisero anche con la nascita di una Napoli capitale della [[speculazione edilizia]], che fu simbolicamente descritta nel celebre film ''[[Le mani sulla città]]'' di [[Francesco Rosi]]. In questo periodo la città si espanse in tutte le direzioni, anche oltre gli obsoleti confini comunali, portando alla nascita dell'[[agglomerazione|agglomerato]] urbano che oggi conosciamo.<ref>{{cita web|url=https://www.bibliomanie.it/?p=10938|titolo= Le mani sulla città. Una spietata denuncia della Napoli del laurismo.}}</ref> Nello stesso periodo la città vide nascere anche un'attività cinematografica molto intensa, sia a livello nazionale che internazionale.<ref>{{Cita web |url=https://www.dodicimagazine.com/2019/01/16/cinema-a-napoli-larte-di-mostrarsi/ |titolo=CINEMA A NAPOLI: L’ARTE DI MOSTRARSI |accesso=28 febbraio 2024}}</ref>
Il [[terremoto dell'Irpinia del 1980]] fece sentire i suoi effetti anche a Napoli, dove nella zona orientale crollò un edificio, causando la morte di 52 persone. Da una situazione economica e sociale così difficile, il settore turistico subì un'ulteriore flessione e fu la [[camorra]] a espandersi.<ref>{{Cita web |url=https://www.antimafiaduemila.com/home/mafie-news/254-focus/86912-il-terremoto-dell-irpinia-la-tragedia-che-permise-alla-camorra-di-diventare-grande.html |titolo=Il terremoto dell'Irpinia: la tragedia che permise alla camorra di diventare grande |autore=Antimafia Duemila |anno=2020 |accesso=9 maggio 2025}}</ref> Negli anni 1982-84, a ovest della metropoli, i Campi Flegrei subirono una seconda crisi [[bradisismo flegreo|bradisismica]], dopo quella del 1970, che provocò un esodo di massa, soprattutto a Pozzuoli, dove parte della popolazione trovò rifugio nella nuova zona urbana di [[Monterusciello]].<ref>{{cita web|url=http://www.campiflegrei.eu/bradisismo-1982-84.html|titolo= Campiflegrei, ''Bradisismo 1982-84''}}</ref> La crisi bradisismica venne avvertita anche dagli stessi quartieri occidentali del comune di Napoli, come [[Bagnoli (Napoli)|Bagnoli]] e [[Pianura (Napoli)|Pianura]].
Nel 1994 ebbe inizio la [[crisi dei rifiuti in Campania]], dichiarata ufficialmente con la proclamazione dello stato di emergenza da parte del governo italiano, e destinata a protrarsi ciclicamente fino al 2012.<ref>{{Cita web |url=https://www.europarl.europa.eu/news/mt/press-room/20100927IPR83723/emergenza-rifiuti-in-campania-tempo-per-la-riduzione-il-reimpiego-e-il-riciclo |titolo=Emergenza rifiuti in Campania: tempo per la riduzione, il reimpiego e il riciclo |sito=Parlamento europeo |data=6 ottobre 2010 |accesso=9 maggio 2025}}</ref> Nello stesso anno, l'8 e il 9 luglio, Napoli ospitò il vertice del [[G7]], alla presenza dei capi di Stato e di governo delle principali economie industrializzate.<ref>{{Cita web |url=https://g7g20-documents.org/database/document/1994-g7-italy-leaders-leaders-language-naples-summit-communique |titolo=1994 G7 Naples Summit Communiqué |sito=G7/G20 Documents Archive |data=9 luglio 1994 |accesso=9 maggio 2025}}</ref> Qualche mese più tardi, nel novembre 1994, la città fu anche sede della ''Conferenza Mondiale delle [[Nazioni Unite]]'' sulla criminalità organizzata transnazionale, ospitata presso il [[Palazzo Reale (Napoli)|Palazzo Reale]], con la partecipazione del [[Presidente della Repubblica Italiana]] [[Oscar Luigi Scalfaro]].<ref>{{Cita web |url=https://archivio.quirinale.it/aspr/diari/EVENT-002-020696/presidente/oscar-luigi-scalfaro |titolo=Discorso alla Conferenza ONU sulla criminalità organizzata transnazionale |sito=Archivio storico del Quirinale |data=21 novembre 1994 |accesso=9 maggio 2025}}</ref> Questi eventi costituirono una occasione di rilancio turistico, culturale e amministrativo della città.<ref>{{Cita web |url=https://www.ilroma.net/news/opinioni/839369/quel-g7-del-luglio-94-di-luci-e-di-molte-ombre.html |titolo=Quel G7 del luglio '94, di luci e di molte ombre |sito=Il Roma |data=4 maggio 2024 |accesso=9 maggio 2025}}</ref>
Nel 1995, dopo circa dieci anni di cantieri, venne completato il [[Centro Direzionale di Napoli]], il primo gruppo di grattacieli dell'[[Europa meridionale]].
Alla fine del 2007, ci fu una nuova e più grave crisi nella gestione dei rifiuti.<ref>{{Cita web|url=https://www.lastampa.it/cronaca/2010/03/04/news/rifiuti-2007-l-anno-nero-di-napoli-1.37019343/
|titolo=Rifiuti, 2007 l'anno nero di Napoli|sito=lastampa.it|accesso=16 marzo 2025}}</ref> L'emergenza attirò l'attenzione delle principali testate internazionali e le immagini della città di Napoli ricoperta di rifiuti furono ampiamente diffuse attraverso le televisioni di tutto il mondo,<ref>{{Cita libro |titolo=Introduzione |autore=Marilena Dellavalle e Guido Melis |anno=2023 |editore=Viella |collana=Le radici del welfare |volume=6 |p=10 |url=https://www.viella.it/download/2520/91492ecb2e36/introduzione_64.pdf |accesso=9 maggio 2025}}</ref> suscitando preoccupazione e indignazione internazionale.<ref>{{Cita news|autore=|url=https://www.agoravox.it/The-Regime-of-Emergency-il.html|titolo="The Regime of Emergency", il documentario sull’emergenza rifiuti in Campania|pubblicazione=Agoravox.it|accesso=13 marzo 2025}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.theguardian.com/environment/2007/may/27/italy.waste|titolo=Nápoli brucia mentre i residenti protestano per la crisi dei rifiuti|autore=Tom Kington|data=27 maggio 2007|giornale=The Guardian|accesso=10 maggio 2025}}</ref> L'emergenza fu da imputare a una commistione di errori tecnico-amministrativi e di interessi politici, industriali e malavitosi.<ref>{{Cita libro |autore=Paolo Chiariello e Antonio Giordano |titolo=Monnezza di Stato. La Terra dei fuochi nell'Italia dei veleni |url=https://archive.org/details/monnezzadistatol0000unse |anno=2015 |editore=Minerva Edizioni |isbn=978-8873817505}}</ref> Nel frattempo, la città veniva anche scelta per ospitare la quarta edizione del [[Forum Universale delle Culture]].<ref>{{cita web|url= https://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/campania/cronache/articoli/2007/12_Dicembre/19/forum_culture_napoli.shtml|titolo= Corrieredelmezzogiorno, ''Il Forum delle Culture è di Napoli: si terrà da aprile a luglio, attesi 4 milioni di visitatori''}}</ref>
Nel 2025, Napoli si è aggiudicata l'organizzazione della 38ª edizione della [[America's Cup|Coppa America]] di vela, che si terrà nel 2027, segnando la prima volta che la competizione avrà luogo in Italia.<ref>[https://www.governo.it/it/articolo/america-s-cup-napoli-dichiarazione-del-presidente-meloni/28681 Dichiarazione del Presidente Meloni sulla Coppa America di vela], sito ufficiale del Governo Italiano, 2025.</ref> Dal 4 al 6 giugno, ha ospitato la seconda edizione della "Conferenza di Napoli sul Patrimonio Culturale nel XXI secolo", promossa da Italia e UNESCO per promuovere strategie per la valorizzazione del patrimonio tangibile e intangibile.<ref>{{Cita web|lingua=en|url=https://www.unesco.org/en/culture/naples-conference|titolo=Second Edition of the Naples Conference on Cultural Heritage in the 21st Century|sito=UNESCO|accesso=28 agosto 2025}}</ref>
Capitale storica del Mezzogiorno, la Napoli contemporanea è il centro di una vasta area metropolitana e ha conservato un notevole ruolo, soprattutto culturale e diplomatico. La città è sede infatti di importanti istituzioni museali e teatrali, di antiche e prestigiose università<ref>{{Cita news|autore=|url=https://www.sapere.it/enciclopedia/N%C3%A0poli+%28citt%C3%A0%29.html|titolo=Napoli|pubblicazione=Sapere.it|accesso=27 febbraio 2023}}</ref>, nonché dell'Assemblea parlamentare del Mediterraneo.
=== Simboli ===
{{Vedi anche|Stemma di Napoli}}
[[File:Napoli-Logo.png|thumb|upright=0.9|Logo della città di Napoli, con lo stemma rosso e oro posto in alto.]]
Lo [[stemma]] è stato riconosciuto con decreto del Capo del Governo del 13 gennaio 1941<ref>{{Cita web|url=https://patrimonioacs.cultura.gov.it/patrimonio/37f7b916-b265-4f4e-8ac4-ceb2726d15a4/1126-napoli|titolo=Bozzetto dello stemma del Comune di Napoli|accesso=5 ottobre 2024|sito=Archivio Centrale dello Stato, Raccolta dei disegni degli stemmi di comuni e città}}</ref> e si compone di uno scudo sannitico diviso in due parti orizzontali di uguale altezza, quella superiore colorata d'oro e l'altra di rosso («[[troncato]] d'oro e di rosso»), sormontato da una corona turrita con cinque bastioni merlati visibili, di cui solo uno, quello centrale, dotato di porta d'ingresso. Secondo un'ipotesi, già dichiarata infondata dallo storico [[Bartolomeo Capasso]],<ref>{{Cita |Savorelli |p. 185 |ASSS}}.</ref> l'oro simboleggia il sole, mentre il rosso la luna.<ref>{{Cita |Celano |p. 34}}.</ref><ref group="N">Si tratta di due culti molto frequenti nella Napoli greco-romana, il primo riferito ad Apollo che si celebrava nei pressi dell'attuale via Duomo, il secondo a Demetra il quale santuario si ergeva presso l'attuale Sant'Aniello a Caponapoli.</ref>
Il gonfalone riprende i due colori dello stemma, oro e rosso, che occupano rispettivamente la metà superiore e la metà inferiore dell'intero drappo («troncato»), riprendendo simmetricamente la disposizione dei colori dello scudo araldico cittadino.<ref>{{Cita web |url=http://www.comune.napoli.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/3505 |titolo=Il Gonfalone |editore=Comune di Napoli |autore=Bernardo Leonardi |p=3505 |accesso=15 agosto 2021}}</ref>
=== Onorificenze ===
Napoli è tra le [[città decorate al valor militare per la guerra di liberazione]]; è stata, infatti, la prima grande città europea a liberarsi dall'occupazione nazi-fascista e quindi insignita della [[medaglia d'oro al valor militare]] per i sacrifici della popolazione e per le attività nella lotta partigiana durante la rivolta detta delle Quattro giornate di Napoli.
{{Onorificenze
|immagine = Valor militare gold medal BAR.svg
|nome_onorificenza = Medaglia d'
|collegamento_onorificenza = Medaglia d'oro al valor militare
|motivazione = Con superbo slancio patriottico sapeva ritrovare, in mezzo al lutto
|data = Roma, 10 settembre 1944 (Concessa da: [[Vittorio Emanuele III di Savoia|Vittorio Emanuele III di Savoia, Re d'Italia]])
}}
{{Onorificenze
|immagine = MeritoCC1.png
|nome_onorificenza = Croce d'Oro al Merito dell'Arma dei Carabinieri
|collegamento_onorificenza = Croce al merito dell'Arma dei carabinieri
|motivazione = Fedeli ai più alti valori di devozione alla patria, i napoletani legavano indissolubilmente il proprio destino a quello dei carabinieri, per contrastare le violenze dell'occupante straniero e respingendo dal suolo natio. Dal 27 settembre 1943 gli insorti sostenevano con indomito slancio i carabinieri di tutte le stazioni urbane della città nei molteplici scontri che si susseguirono all'assalto delle truppe naziste. In ogni quartiere, da Capodimonte al Mercato, alla Stella, a Chiaiano, all'Avvocata, all'Arenella, a San Carlo all'Arena, al Vomero, a Montecalvario, ovunque divampando la guerriglia, le azioni più ardite, condotte all'unisono, consentivano di interrompere le requisizioni e distribuire viveri alla popolazione affamata, riconquistare i serbatoi idrici e impedire la distruzione dei ponti, trarre in salvo concittadini e alleati. In tali gloriose gesta la città e l'Arma, avvinte nello stesso anelito di indipendenza, si consacravano alla storia, saldandosi in un fronte comune, baluardo esemplare di giustizia e libertà.<ref>[[Decreto Ministeriale]] n° 844 del 9 marzo 2023, pubblicato sul {{Cita web |url = https://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2023-04-05&atto.codiceRedazionale=23A02096&elenco30giorni=false |titolo = Comunicato: Concessione della croce d'oro al merito dell'Arma dei carabinieri (23A02096) (GU Serie Generale n.81 del 05-04-2023) |editore = [[Presidente della Repubblica Italiana]] |sito = Gazzettaufficiale.it |accesso = 3 ottobre 2023}}</ref>
|data = Napoli, 27-30 settembre 1943
}}
{{Onorificenze
|immagine = BenemerenzaSiculo1908.png
|nome_onorificenza = Medaglia d'Oro di Benemerenza per il Terremoto Calabro-Siculo<ref>Oltre alla Medaglia d'Oro conferita alla Città di Napoli, furono conferite anche 3 Medaglie d'Argento per i seguenti Corpi Municipali:
* Corpo dei Fontanieri;
* Corpo delle Guardie Municipali;
* Corpo dei Pompieri;
ed 1 Medaglia di Bronzo al Comune di [[San Giovanni a Teduccio]], oggi Circoscrizione del Comune di Napoli.</ref>
|collegamento_onorificenza = Medaglie per il terremoto calabro-siculo#Medaglia di benemerenza per il terremoto calabro-siculo
|motivazione = Per l'opera data in occasione del [[Terremoto di Messina del 1908|terremoto]] del 28 dicembre 1908<ref>[[Regio Decreto]] del 5 giugno 1910, pubblicato sulla [[Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia]] n° 131 (straordinario) del 5 giugno 1910, Pag. 2830</ref>
|data = Roma, 5 giugno 1910
}}
{{Onorificenze
|immagine = Corona di Città Italiana.svg
|nome_onorificenza = Titolo di Città
|collegamento_onorificenza = Titolo di città
|motivazione = Antico diritto
|luogo = Napoli
}}
{{Onorificenze
|immagine = NO BAR (IT).svg
|nome_onorificenza = Titolo di Città Fidelissima<ref>{{Cita testo |url=https://books.google.it/books?id=Kf2gAAAAMAAJ&pg=PA159 |autore = Roberto Guiscardi |titolo = "Saggio di storia civile del municipio napolitano dai tempi delle colonie greche ai nostri giorni" |editore = Tipografia di F. Vitale |città = Napoli |anno = 1862 |accesso = 15 agosto 2021}}</ref><ref>Un nastro d'argento con impresso in nero il titolo di "Fidelísima Ciudad de Nápoles" contornante lo stemma.</ref>
|collegamento_onorificenza =
|motivazione = Concessa da: [[Ferrante d'Aragona|Ferdinando I Trastámara d'Aragona, Re di Napoli]] (26 settembre 1488); [[Carlo I d'Angiò]]; [[Carlo V d'Asburgo]] (1535, maggio 1547)
|luogo = Napoli
}}
{{Onorificenze
|immagine = Heraldic Crown of Spanish Grandee.svg
|nome_onorificenza = Grandato di Spagna
|collegamento_onorificenza = Grandato di Spagna
|motivazione = <ref>{{Cita testo |autore = [[María Teresa Fernández-Mota de Cifuentes]] |url = https://books.google.it/books?id=rbEP8FHpxHUC&pg=PA178 |titolo = "Relacíon de títulos nobiliarios vacantes, y principales documentos que contiene cada expediente que, de los mismos, se conserva en el archivio del Ministerio de Justicia" |editore = Hidalguia |città = Madrid |anno = 1984 |p = 178 |accesso = 18 maggio 2022}}</ref>
|data= [[Madrid]], 19 luglio 1707 (Concessa da: [[Filippo V di Spagna|Filippo IV Borbone, Re di Napoli e Re di Spagna]])
}}
{{Onorificenze
|immagine = Heraldic Crown of Spanish Grandee.svg
|nome_onorificenza = Grandato di Spagna
|collegamento_onorificenza = Grandato di Spagna
|motivazione = Tenendo presenti li rilevanti meriti e servizi della mia fedelissima Città e Regno di Napoli, che viene adornato di tante speciali circostanze di rappresentazione, splendore, e lustro, e di tante celebri Città numerose di nobiltà, e antiche, e specialmente di Napoli sua Capitale, considerata degnamente per una delle maggiori insigne Città di Europa, sì per la sua situazione, magnificenza, e abbondanza, come per la moltitudine de' suoi abitatori, abitando in essa infinite famiglie nobili, delle quali alcune per retaggio ereditario godono la dignità di Grande di Spagna, e per la stimabila finezza, e amore, con cui ha corrisposta al mio Real servigio, ho firmato di bene di concedere a detta fedelissima Città di Napoli in perpetuo il [[Grandato di Spagna]], unitamente alla Deputazione de' Capitoli, Privilegi, e Grazie; ed è mia volontà che goda ambedue perpetuamente con tutti gli onori, esenzioni, prerogative, e distinzioni, nella maniera che le hanno godute, e godono altre Città di questi Regni di Spagna; e ordino che si registri nella Camera di Castiglia questa Cedola.<ref>{{Cita testo |autore = [[Alessio De Sariis]] |url = https://play.google.com/books/reader?id=z1OKLt54NYsC&printsec=frontcover&output=reader&hl=it&pg=GBS.PA122 |titolo = "Codice delle leggi del Regno di Napoli. Libro Quinto de' fiscali, dell'amministrazione delle università. E della pubblica annona" |editore = Stamperia di [[Vincenzo Orsini (editore)|Vincenzo Orsini]] |città = Napoli |anno = 1794 |p = 122 |accesso = 15 agosto 2021}}</ref>
|data = [[Madrid]], 24 settembre 1711 (Concessa da: [[Filippo V di Spagna|Filippo IV Borbone, Re di Napoli e Re di Spagna]])
}}
{{Onorificenze
|immagine = Heraldic Crown of Spanish Grandee.svg
|nome_onorificenza = Grandato di Spagna
|collegamento_onorificenza = Grandato di Spagna
|motivazione = Yo por lo que el Rey tiene determinado recivo en mi proprio nombre vuestra obedencia, y os juro vuestros privilegios, y quelos observare.<ref>{{Cita testo |autore = Giuseppe Senatore |url = https://play.google.com/books/reader?id=1Wv21kyk1OUC&printsec=frontcover&output=reader&hl=it&pg=GBS.PA71 |titolo = "Giornale storico di quanto avvenne ne' due Reami di Napoli, e di Sicilia l'anno 1734, e 1735. Nella conquista che ne fecero le invitte Armi di Spagna sotto la condotta del glorioso nostro Re Carlo Borbone in qualità di Generalissimo del Gran Monarca Cattolico" |editore = Stamperia Blasiana |città = Napoli |anno = 1742 |p = 71 |accesso = 15 agosto 2021}}</ref><ref>{{Cita testo |autore = [[James FitzJames, III duca di Berwick|Jacobo Francisco Eduardo Fitz-James Stuart y Colón de Portugal]], [[Duca di Berwick|3º Duca di Berwick]], 2º Duca di [[Llíria]] y [[Jérica]] |url = https://books.google.it/books?hl=it&id=w6FJAAAAIAAJ&focus=searchwithinvolume&q=%22Yo%2C+por+lo+que+el+Rey%22 |titolo = "Conquista de Nápoles y Sicilia, y relación de Moscovia, por el duque de Berwick. Precede una noticia de la vida y escritos del autor por A. Paz y Mélia" |editore = Imprenta Manuel Tello |città = [[Madrid]] |anno = 1890 |p = 56 |accesso = 15 agosto 2021}}</ref>
|data = [[Maddaloni]], 9 aprile 1734 (Concessa da:Carlo I di Borbone, Duca di Parma e Piacenza, Infante di Spagna)
}}
{{Onorificenze
|immagine = Corona mural - ciudad.svg
|nome_onorificenza = Senato Cittadino
|collegamento_onorificenza = Senato cittadino
|motivazione = Volendo restituire al Corpo municipale della città di Napoli il lustro di cui era decorato l'estinto Senato della stessa città, e conciliare le sue onorificenze colle disposizioni della nostra legge de' 12 di dicembre 1816 sull'amministrazione civile [… omississ …] Abbiamo risoluto di decretare e decretiamo quanto siegue: Art. 1. Riconcediamo al Corpo Municipale della città di Napoli il titolo di Senato, e tutte le decorazioni e onorificenze, di cui godea prima della occupazione militare.<ref>{{Cita testo |titolo = Collezione delle leggi e de' decreti reali del Regno delle Due Sicilie |capitolo = Decreto n° 630 del 7 febbraio 1817 |url = https://books.google.it/books?id=aQG-tjz0Sd8C&pg=PA192}}</ref>
|data = Napoli, 7 febbraio 1817 (Concessa da: [[Ferdinando I delle Due Sicilie|Ferdinando I di Borbone, Re delle Due Sicilie]])
}}
{{Onorificenze
|immagine = Medaglia 13 febbraio 1917 Mutilato-In-Guerra.jpg
|nome_onorificenza = Distintivo d'Onore di Grande Mutilata
|collegamento_onorificenza = Mutilato di guerra
|motivazione = L'Associazione Nazionale fra Mutilati e Invalidi di Guerra consapevole delle sofferenze patite da Napoli, per le ferite subite dai [[Bombardamenti di Napoli|bombardamenti]], impavida sotto la spietata offesa nemica, consegna alle Autorità Cittadine il Distintivo d'Onore di Grande Mutilata.<ref>Decreto dell'Associazione Nazionale fra Mutilati e Invalidi di Guerra (ANMIG), in {{cita libro |autore = Gastone Mazzanti |titolo = Obiettivo Napoli - Dagli archivi segreti angloamericani i bombardamenti della 2ª guerra mondiale |anno = 2004 |editore = Provincia di Napoli |città = Napoli |p = 118}}</ref>
|data = Roma, 9 maggio 1943 (Concessa da: [[Mutilato di guerra|Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi di Guerra]])
}}
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
{{Vedi anche|Storia dell'urbanistica e dell'architettura di Napoli}}
[[File:Spaccanapoli da s Elmo 1050131.JPG|thumb|left|Una parte del centro storico (i [[Decumani di Napoli|decumani]]). In evidenza, il [[Monastero di Santa Chiara (Napoli)|monastero di Santa Chiara]], [[Spaccanapoli]] e il [[Centro direzionale di Napoli|centro direzionale]].]]
Napoli si presenta come un microcosmo della [[storia d'Europa|storia europea]], intrecciando civiltà, popoli e culture che hanno lasciato un’impronta indelebile nel suo patrimonio artistico e monumentale, di valore [[universale]] senza pari.<ref name="Patrimoni.it">[https://www.patrimoniomondiale.it/?p=44 Patrimoniomondiale.it]</ref> La città è una delle più ricche al mondo di risorse culturali, artistiche e monumentali, tanto da essere definita dalla [[BBC]] come «la città italiana con troppa storia da gestire».<ref>{{Cita web |url=https://www.bbc.com/travel/europe/italy/naples |editore=BBC |titolo=Naples |accesso=15 agosto 2021}}</ref><ref>{{Cita web |url=https://www.bbc.com/travel/story/20170309-a-city-with-too-much-history-to-handle |editore=BBC |titolo=A city with too much history to handle |accesso=15 agosto 2021}}</ref> Il suo centro storico, risultato di millenni di evoluzione, ha esercitato una profonda influenza sull'Europa sin dai tempi più antichi.<ref name="Patrimoni.it"/>
=== Architetture religiose ===
{{vedi anche|Catacombe di Napoli|Chiese di Napoli|Chiostri di Napoli|Edicole sacre di Napoli}}
[[File:Naples duomo facade.jpg|thumb|left|[[Cattedrale di Napoli|Duomo di Santa Maria Assunta]].]]
[[File:Castel Sant' Elmo e Certosa di San Martino da piazza del Plebiscito.jpg|thumb|left|[[Certosa di San Martino]].]]
Gli edifici religiosi costituiscono una parte essenziale del patrimonio monumentale cittadino. La certosa di San Martino, realizzata su imponenti fondamenta gotiche che costituiscono di per sé una notevole opera architettonica,<ref>{{Cita web |url=http://www.polomusealecampania.beniculturali.it/index.php/certosa-e-museo |titolo=Certosa e museo |editore=Polo museale della Campania, Ministero dei Beni Culturali |accesso=15 agosto 2021 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200910205404/http://www.polomusealecampania.beniculturali.it/index.php/certosa-e-museo |urlmorto=sì }}</ref> è uno dei più riusciti esempi del [[Barocco]]. La Cattedrale di Napoli è rappresentata dal [[Duomo di Napoli|duomo di Santa Maria Assunta]], anche se esistono altri edifici di gran pregio, tra cui la [[chiesa dei Girolamini]], la [[chiesa del Gesù Nuovo]], la [[basilica reale pontificia di San Francesco di Paola|basilica di San Francesco di Paola]], la [[basilica di San Domenico Maggiore]], la basilica di San Lorenzo Maggiore, la [[basilica di Santa Maria del Carmine Maggiore]] e la [[Basilica di Santa Chiara (Napoli)|basilica di Santa Chiara]] con una delle [[navate più alte del mondo]] (45 metri).
[[File:Chiesa del Gesu Nuovo.jpg|thumb|Chiesa della Trinità Maggiore.]]
[[File:Certosa Santa Chiara 03.JPG|thumb|Basilica di Santa Chiara.]]
Il numero di chiese censite a Napoli ammonta a circa un migliaio,<ref>{{Cita web |url=https://www.agoravox.it/Anteprima-inchieste-di-Report-il,97093.html|titolo=''Anteprima inchieste di Report: il fascicolo Tim e la gestione delle chiese di Napoli''}}</ref> dato che fa della città probabilmente uno dei centri con più chiese al mondo. Nel solo centro antico, da non confondersi con il più ampio centro storico, si concentrano circa 300 chiese dell'arte:<ref>Sopraintendenza per i beni artistici e storici, ''Napoli Sacra'', La guida più completa agli oltre 400 edifici di culto della città di Napoli. Elio de Rosa Editore.</ref> nel XVIII secolo la metropoli partenopea era soprannominata la "città delle 500 cupole".<ref>{{Cita web |url=http://www.unina.it/-/1344806-tripadvisor-napoli-al-quinto-posto-nella-classifica-delle-recensioni |editore=Università di Napoli Federico II |titolo=Tripadvisor: Napoli al quinto posto nella classifica delle recensioni |accesso=15 agosto 2021}}</ref> A tal proposito un viaggiatore e scrittore del periodo riportava:
{{Citazione|La cosa che ci è sembrata più straordinaria a Napoli, è il numero e la magnificenza delle sue chiese; posso dirvi senza esagerare che ciò oltrepassa l'immaginabile|[[Maximilien Misson]]<ref>{{Cita |Misson |p. 90 |MMMM}}.</ref>|Ce qui nous a paru le plus extraordinaire à Naples, c'est le nombre et la magnificence de ses églises; je puis vous dire sans exagérer que cela surpasse l'immagination|lingua=fr}}
Nonostante i restauri recenti (chiesa dei Girolamini, [[chiesa di San Carlo alle Mortelle]], [[chiesa di Santa Maria Maggiore alla Pietrasanta]], [[Chiesa dell'Immacolatella a Pizzofalcone]], [[Complesso di Sant'Antoniello a Port'Alba|Chiesa di Sant'Antonio a Port'Alba]] ecc.) e quelli in corso ([[chiesa di Santa Maria della Sapienza]], [[chiesa di Santa Maria Maddalena delle Convertite Spagnole]], [[Chiesa di Santa Croce e Purgatorio al Mercato]], [[Complesso degli Incurabili|Chiesa di Santa Maria del Popolo agli Incurabili]] ecc.), molte chiese restano chiuse<ref>Luigi Ruggiero, ''Guida alle chiese "chiuse" di Napoli'', Mimesis ed., 176 p., settembre 2024</ref>. Questo rispecchia la mancata valorizzazione, nonostante il valore artistico di edifici come la [[chiesa di Santa Maria delle Grazie Maggiore a Caponapoli]], la [[chiesa di Sant'Agostino alla Zecca]] e [[Chiesa di Santa Maria in Cosmedin (Napoli)|Santa Maria in Cosmedin]], tra le più antiche della città. Numerosi anche le [[edicole sacre di Napoli]], i [[chiostri di Napoli|chiostri monumentali]] e le aree cimiteriali, tra cui il [[cimitero di Poggioreale]], uno dei più vasti d'Europa.
=== Architetture civili ===
{{Vedi anche|Residenze reali borboniche in Campania|Palazzi di Napoli|Ville di Napoli|Fontane di Napoli|Scale di Napoli}}
{{vedi categoria|Guglie, obelischi e colonne di Napoli}}
Per il clima mite e la favorevole posizione naturale, nel corso dei secoli Napoli e i suoi dintorni sono stati scelti anche come luogo di villeggiatura. Con l'ascesa della città a capitale iniziarono a essere edificate dimore e palazzi nobiliari, residenze di aristocratici desiderosi di prender parte alla vita di corte. Come risultato, la città e il suo circondario (soprattutto lungo la costa vesuviana) furono arricchiti da centinaia di ville, tra le quali è doveroso ricordare [[villa Pignatelli]], [[villa Carafa di Belvedere]], [[villa Doria d'Angri]], [[villa Rosebery]], [[villa Floridiana]], [[villa Rocca Matilde]] e [[villa Visocchi]].
[[File:Il Palazzo reale (cropped).jpg|thumb|left|Palazzo Reale.]]
[[File:ReggiaPort.jpg|thumb|left|[[Reggia di Portici]] (nel comune confinante di [[Portici]], ma parte integrante del piano urbanistico napoletano del [[XVIII secolo]]).<ref>{{Cita web |url=https://books.google.it/books?redir_esc=y&hl=it&id=puQqj5_Sw5AC&q=reggia+di+caserta#v=snippet&q=reggia%20di%20caserta&f=false |titolo=Books.google, ''Urbanistica napoletana del Settecento''}}</ref>]]
[[
[[File:Piazza del Gesù.jpg|thumb|L'[[Obelisco dell'Immacolata]].]]
[[File:Fontana del Gigante Naples.jpg|thumb|La [[Fontana del Gigante]].]]
[[File:Galleria Umberto I – esterno – Napoli 2013-05-16 BW.jpg|thumb|upright|Galleria Umberto I.]]
L'edilizia civile in epoca altomedievale risentì ampiamente delle numerose guerre e dell'incertezza politica del periodo. L'Umanesimo invece lasciò numerose testimonianze, in particolare di artisti catalani, mentre a partire dal XV secolo più marcata fu l'impronta toscana, caratteristica dell'edilizia rinascimentale riletta in chiave locale. Furono gli anni in cui si ebbe la fioritura più cospicua di palazzi nobiliari, soprattutto grazie alle espansioni a ovest che portarono alla nascita di via Toledo.<ref name="Carughi">{{Cita |Carughi |pp. 16, 25, 12}}.</ref>
Al particolarmente prolifico periodo barocco, seguito dal [[Neoclassicismo|neoclassico]], risale invece la grande residenza regia della città: il [[Palazzo reale di Napoli|Palazzo Reale]]. Il grande piano urbanistico di Carlo di Borbone coinvolse anche i territori fuori le mura, con la costruzione delle regge di Portici, Capodimonte e [[Reggia di Caserta|Caserta]].<ref>{{cita web|url=http://www.storico.org/seicento_eta_lumi/delizie_napoletane.html|titolo=Storico, ''Le «delizie» napoletane''}}</ref> Sempre nel corso del XVIII secolo furono costruiti il [[teatro di San Carlo]], il più antico al mondo ancora in attività e il più capiente in Italia,<ref name="Mancini" /><ref>{{Cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2008/06/22/la-curiosita-il-piu-antico-europa.html|titolo=La curiosità: il più antico d'Europa|editore=la Repubblica|data=22 ottobre 2008}}</ref> e il [[real Albergo dei Poveri]], paragonabile per dimensioni alla Reggia di Caserta. Dopo l'unità d'Italia, sul finire del XIX secolo, si avviò il grande progetto del risanamento di Napoli, che prevedeva l'abbattimento di intere aree e l'edificazione di nuovi edifici, anche di notevole pregio, come la galleria Umberto I.
Dopo il [[razionalismo italiano|periodo razionalista]], che vide sorgere importanti strutture, tra cui il nuovo [[Palazzo delle Poste (Napoli)|palazzo delle Poste]] e il [[Teatro Mediterraneo (Napoli)|teatro Mediterraneo]] della Mostra d'Oltremare, negli anni Novanta fu inaugurata un'intera cittadella di grattacieli, la prima d'Italia e dell'Europa meridionale: il centro direzionale di Napoli di [[Kenzō Tange]], alla cui realizzazione parteciparono architetti di fama internazionale. In anni recenti si ricorda invece la [[stazione di Napoli Afragola]] di [[Zaha Hadid]], inclusa dalla BBC tra le migliori costruzioni al mondo del 2017.<ref>[https://www.ilmattino.it/napoli/cronaca/afragola_alta_velocita_stazione_premiata_bbc-3442260.html La Bbc: la stazione di Napoli-Afragola tra le migliori costruzioni del mondo nel 2017- Il Mattino]</ref>
Gli obelischi della città, i più famosi dei quali sono l'obelisco dell'Immacolata, quello di [[Obelisco di San Domenico|San Domenico]] e di [[Obelisco di San Gennaro|San Gennaro]], risalgono al periodo compreso tra il medioevo e il barocco. La loro costruzione derivò dalle pratiche della chiesa di assegnare a ogni importante edificio di culto un elemento riconoscibile ai pellegrini, ma anche dalle feste pubbliche, durante le quali si soleva costruire torri lignee portate a spalla e fortemente decorate con cartapesta (tradizione che sopravvive con la [[Festa dei Gigli]] di [[Nola]]).
Napoli, sebbene molto meno rispetto al passato, è inoltre ricca di fontane: la fontana del Gigante, la [[fontana del Sebeto]] e la [[fontana del Nettuno (Napoli)|fontana del Nettuno]] sono importanti esempi di epoca barocca. La più vasta è invece la [[fontana dell'Esedra (Napoli)|fontana dell'Esedra]] (900 m²) di [[Carlo Cocchia]] e [[Luigi Piccinato]], che si ispirarono alla settecentesca fontana della Reggia di Caserta.
Numerose anche le scale storico-monumentali della città, che superano le 200 e costituiscono un elemento distintivo dell'urbanistica partenopea. Vi sono esempi di varie forme e dimensioni disseminati su tutto il territorio del centro storico: tra le altre, la Pedamentina a San Martino, la scalinata del Petraio e la monumentale scalinata di Montesanto.
=== Architetture militari ===
{{vedi categoria|Castelli di Napoli|Torri di Napoli}}
{{vedi anche|Mura di Napoli|Porte di Napoli}}
[[File:Napoli - Port'Alba.jpg|thumb|left|upright|[[Port'Alba]].]]
[[File:CastelOvo.jpg|thumb|left|[[Castel dell'Ovo]].]]
[[File:Veduta dalla loggetta di san martino, 05 maschio angioino (cropped).JPG|thumb|left|[[Maschio Angioino]].]]
Sin dall'epoca greca le mura cittadine si estendevano su un tracciato quadrangolare, delimitato a nord dall'odierna [[via Foria]], a sud dal corso Umberto I, ad ovest su via San Sebastiano e ad est su via Carbonara.<ref name="Rosi">{{Cita|Rosi|pp. 26, 36, 69, 107, 121, 111, 117, 168, 171, 179|MR}}.</ref> Queste saranno poi riprese anche in epoca romana,<ref>{{Cita |D'Ambrosio |p. 9}}.</ref> costituendo quindi il centro antico della città. Delle modifiche furono compiute per accogliere i profughi dall'[[eruzione del Vesuvio del 79]] d.C. e sotto [[Valentiniano III]].<ref name=Rosi/>
Napoli ha visto l'avvicendarsi di diverse dinastie straniere, motivo per cui ha dovuto dotarsi di poderose fortificazioni: la più antica fu Castel dell'Ovo, costruito direttamente sul mare sulle vestigia della [[Villa di Licinio Lucullo]], con funzione prettamente difensiva delle coste cittadine, in considerazione della sua posizione pressoché centrale. Nel 1153 fu eretto [[Castel Capuano]], edificato per volere di [[Guglielmo I di Sicilia]] con lo scopo di proteggere l'entroterra e fungere da residenza reale.
In epoca angioina le mura si estendevano per circa {{M|4,5|ul=km}}, comprendendo un'area di circa 200 ettari e {{TA|30 000}} abitanti.<ref name=Rosi/> Il fossato a nord fu denominato ''carbonarius publicus'' in quanto vi venivano bruciati i rifiuti, quello a ovest ''Lavinaius'' in cui fluivano le acque piovane prima di gettarsi in mare. Ulteriori modifiche furono effettuate nel XIII secolo da Carlo I d'Angiò, in direzione della marina fino ad includere il Castel Nuovo, e nel 1484 dagli Aragonesi in direzione del Carmine fino all'omonimo castello.<ref name="ruggiero">{{Cita |Ruggiero |p. 43, 48 |GRRRR}}.</ref> In questa fase furono edificati altri tre castelli: il Maschio Angioino,<ref group="N">L'aspetto attuale del Castel Nuovo, tuttavia, è dovuto ai rifacimenti della dinastia aragonese: questi ultimi infatti lo ricostruirono completamente, aggiungendo anche altre sculture come il maestoso [[Arco trionfale del Castel Nuovo|arco trionfale]], capolavoro del [[rinascimento napoletano]].</ref> che assunse il ruolo di residenza reale, il [[Castel Sant'Elmo]], che aveva una funzione di controllo della città grazie alla sua favorevole posizione in altura, e il [[Castello del Carmine]].
Durante il vicereame spagnolo furono intrapresi nuovi lavori di murazione.<ref name=Rosi/> Nonostante il divieto di estendersi fuori le mura,<ref name=Rosi/> nel 1656 la città contava {{TA|450 000}} abitanti (compresi i casali). Al periodo del viceregno, invece, risalgono il [[Castello di Nisida]] e il [[forte di Vigliena]].<ref name="Touring">{{Cita |''Napoli e dintorni'' |p. 383 e 242 |touring}}.</ref> La [[caserma Garibaldi]] infine rappresenta l'ultima fortificazione, sorta poco prima l'unità d'Italia. Altri castelli, per lo più palazzi o monasteri fortificati, sono locati oltre le mura e nel suo circondario. Da segnalare anche i piccoli fortini daziari del muro finanziere, l'ultima cinta muraria che circondava la città ottocentesca, come quello in stile neogreco del ponte dei Granili.
Con lo sviluppo delle tecnologie belliche, le mura persero progressivamente valore fino a scomparire del tutto.
La cinta muraria originale era intervallata da una serie di torri, dapprima erette in tufo e poi in piperno e pietra lavica, accompagnate lungo il percorso da una serie di portali, dei quali sono ancora visibili testimonianze: [[porta Medina]] (1640) nell'attuale Montesanto, [[porta San Gennaro]] (1573) nell'attuale [[piazza Cavour (Napoli)|piazza Cavour]], port'Alba (1625) nell'attuale [[piazza Dante (Napoli)|piazza Dante]] e l'antica porta Capuana. Tra le torri sopravvissute si ricordano [[Torre Ranieri]] e [[Torre San Domenico]].
=== Siti archeologici ===
{{Vedi anche|Siti archeologici a Napoli}}
[[File:ParcoArcheologicoPosillipo.jpg|thumb|Il [[parco archeologico di Posillipo]].]]
[[File:Crypta Neapolitana – Parco Vergiliano a Napoli.jpg|thumb|[[Crypta Neapolitana]].]]
[[File:San Paolo Maggiore Basilica, Piazza Gaetano (48485878596).jpg|thumb|Colonne superstiti del [[Tempio dei Dioscuri di Napoli|tempio dei Dioscuri]] (Foro di Neapolis)]]
L'attuale forma del centro antico rispecchia ancora la rielaborazione dell'antico tracciato viario, costituendo uno dei più importanti siti archeologici greci ancora in uso da circa 2600 anni. La Napoli greca, oltre all'impianto urbano, ci ha lasciato preziosi resti, come [[Mura di Napoli|mura]], torri di difesa, templi (compresa la [[fontana della Tazza di Porfido|tazza di porfido]] proveniente dal [[Tempio di Nettuno (Paestum)|tempio di Era]] di [[Poseidonia]]), cunicoli e ambienti del [[sottosuolo di Napoli|sottosuolo]].
Più numerose sono le rovine risalenti al periodo romano, tra le quali i resti di mercati come quello di San Lorenzo Maggiore, aree termali come quella di [[Museo dell'Opera di Santa Chiara|Santa Chiara]], cryptae, mura, acquedotti, passaggi sotterranei (avviati dai Greci, ma ampliati dai Romani) e reperti archeologici di vario genere.
Tra le rovine di epoca romana visitabili in città rientrano quelle del parco archeologico di Posillipo, che comprende anche il [[parco sommerso di Gaiola]].
La Napoli sotterranea occupa un'enorme estensione (circa 900.000 m² di cavità artificiali).<ref>{{Cita web |url=http://www.napoliunderground.org/phocadownload/Le_cavita_artificiali_di_Napoli.pdf |titolo=Le cavità artificiali di Napoli |sito=NapoliUnderground.org |accesso=2 settembre 2018 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150921204629/http://www.napoliunderground.org/phocadownload/Le_cavita_artificiali_di_Napoli.pdf |urlmorto=sì |p=2}}</ref> Tra questi ambienti del sottosuolo, è possibile ammirare anche i resti del [[teatro romano di Neapolis]], in cui si esibiva anche [[Nerone]]. Porzioni dello stesso teatro sono visibili all'esterno, lungo i decumani. Come testimonianza della Napoli antica, vi sono anche luoghi di culto e sepolture sotterranee: le più famose sono le [[Catacombe di Napoli|catacombe cristiane]], ma ne esistono esempi legati al [[Ipogei ellenistici di Napoli|periodo greco]] e [[Catacombe preelleniche di Materdei|preellenico]].
Il [[Scavi archeologici di Ercolano|parco archeologico di Ercolano]], pur essendo situato al di fuori dei confini amministrativi di Napoli, rappresentava in epoca romana un importante [[sobborgo]] della città, parte di un vasto sistema urbano che si estendeva oltre i suoi confini.<ref>Arnold De Vos; Mariette De Vos, Pompei, Ercolano, Stabia, Roma, Guide archeologiche Laterza, 1982. p.260 ISBN non esistente</ref>
=== Aree naturali ===
{{vedi categoria|Aree naturali protette della città metropolitana di Napoli}}
{{vedi anche|Golfo di Napoli}}
[[File:Parco Virgiliano a Posillipo.jpg|thumb|left|La [[baia di Trentaremi]] lungo la costa di [[Posillipo]].]]
[[File:Parco nazionale vesuvio.jpg|thumb|left|Il [[parco nazionale del Vesuvio]].]]
[[File:VedutaEremo2.jpg|thumb|Veduta del [[parco regionale dei Campi Flegrei]] (in evidenza [[Nisida]], [[Capo Miseno]], [[Procida]] e [[Isola d'Ischia|Ischia]]).]]Napoli, oltre a possedere un patrimonio storico, monumentale, artistico, archeologico e culturale di livello mondiale, vanta anche un patrimonio naturalistico paragonabile a quello di [[Rio de Janeiro]],<ref>{{Cita testo |titolo=Napoli sostenibile |pubblicazione=rivistameridiana.it |url=http://www.rivistameridiana.it/files/Napoli-sostenibile.pdf |p=7 |accesso=17 aprile 2017 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20141226053257/http://www.rivistameridiana.it/files/Napoli-sostenibile.pdf |urlmorto=sì}}</ref> tanto che su questo elemento distintivo è nato il celebre detto popolare: «''Vedi Napoli e poi muori''».<ref group="N">Un detto reso celebre da [[Goethe]] nella lettera del 2 marzo 1787 in ''[[Viaggio in Italia (saggio)|Viaggio in Italia]]'': «Della posizione della città e delle sue meraviglie tanto spesso descritte e decantate, non farò motto. Vedi Napoli e poi muori! dicono qui».</ref>
La città possiede una moltitudine di aree verdi libere: il [[parco di Capodimonte]], una vasta distesa di verde che circonda diversi fabbricati settecenteschi e in particolare l'omonima reggia, la [[Villa Comunale di Napoli|Villa Reale]] (oggi meglio conosciuta come ''Villa Comunale''), un giardino urbano di circa un chilometro e mezzo opera di [[Carlo Vanvitelli]], il [[parco Vergiliano a Piedigrotta]], una piccola area verde in cui secondo la tradizione popolare è custodito il sepolcro di Virgilio, o ancora la villa Floridiana, il [[Orto botanico di Napoli|real orto botanico]] e il parco regionale dei Campi Flegrei.
Una veduta particolarmente suggestiva è offerta dal [[Parco Virgiliano (Napoli)|parco Virgiliano]] a Posillipo, posizionato su uno punto che permette di osservare contemporaneamente tutta la baia di Napoli.
Sulla collina dei Camaldoli inizia invece il parco Metropolitano delle colline di Napoli (2215 ettari), il quale occupa un quinto dell'intera superficie comunale fino al [[parco del Poggio]] ai [[Colli Aminei]].
Oltre agli spazi verdi Napoli è caratterizzata anche da aree marine protette, come Nisida, cala Badessa e la [[Isola la Gaiola|Gaiola]], quest'ultima un raro esempio nel Mediterraneo di parco archeologico sommerso a causa del fenomeno del [[bradisismo]].
Posto a pochissima distanza dalla zona est, si ricorda infine il vulcano Vesuvio, simbolo per eccellenza della città,<ref>{{Cita web |url=https://www.parconazionaledelvesuvio.it/il-vulcano/ |titolo=Parco Nazionale del Vesuvio, ''Il Vulcano, una storia lunga 400.000 anni''}}</ref> il cui parco è stato inserito dall'UNESCO tra le riserve mondiali della biosfera.
==
=== Evoluzione demografica ===
Nel primo censimento dello Stato unitario (1861), Napoli era il comune più popoloso d'Italia e tra i primi in Europa. Cedette negli anni '30 del '900 il primato a Milano (1931), poi a Roma (1936). Annoverando anche i pendolari (circa {{formatnum:200000}}, ben il 20% in rapporto alla popolazione residente)<ref>{{Cita web |url=http://www.lautomobile.aci.it/articoli/2016/07/12/la-dura-vita-dei-pendolari.html |titolo=lautomobile.aci, ''La dura vita dei pendolari'' |accesso=5 febbraio 2018 |dataarchivio=5 febbraio 2018 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180205184555/http://www.lautomobile.aci.it/articoli/2016/07/12/la-dura-vita-dei-pendolari.html |urlmorto=sì }}</ref> che ogni giorno si riversano in città, il numero di persone presenti sul territorio del comune cambia considerevolmente. Tuttavia, analogamente a quanto accade in altre città europee, come ad esempio [[Francoforte sul Meno]], Napoli presenta un comune non particolarmente popolato (il diciottesimo dell'[[Unione europea]]), ma un'area metropolitana tra le più popolose d'Europa.
{{Demografia/Napoli (storica)}}
{{Demografia/Napoli}}
=== Etnie e minoranze straniere ===
Al 31 dicembre 2023 a Napoli risultavano residenti {{formatnum:58044}} cittadini stranieri (6,35% della popolazione complessiva).<ref>{{Cita web|url=https://demo.istat.it/app/?i=P03&l=it|titolo=Bilancio demografico popolazione straniera|accesso=24 luglio 2025}}</ref> Le nazionalità principali erano:<ref>{{Cita web|url=https://demo.istat.it/app/?i=RCS&l=it|titolo=Popolazione residente per cittadinanza o paese di nascita|accesso=24 luglio 2025}}</ref>
* [[Sri Lanka]] {{formatnum:14810}}
* [[Ucraina]] {{formatnum:7748}}
* [[Cina]] {{formatnum:4372}}
* [[Pakistan]] {{formatnum:3639}}
* [[Bangladesh]] {{formatnum:2374}}
* [[Romania]] {{formatnum:2361}}
* [[Filippine]] {{formatnum:1700}}
* [[Nigeria]] {{formatnum:1659}}
* [[Senegal]] {{formatnum:1278}}
* [[Repubblica Dominicana]] {{formatnum:1070}}
=== Lingue e dialetti ===
{{Vedi anche|Lingua napoletana|Dialetto napoletano|Dialetti campani}}
[[File:Giambattista Basile.jpg|thumb|upright|[[Giambattista Basile]], uno dei primi scrittori e letterati in lingua napoletana.]]
La lingua napoletana è un idioma [[Lingua romanza|neolatino]] del gruppo [[Lingue italo-romanze|italo-romanzo]], sottogruppo [[Dialetti italiani meridionali|meridionale intermedio]], parlato a Napoli nella variante [[diatopia|diatopica]] locale detta [[dialetto napoletano]] (''napulitano'').
Nel tempo ha ricevuto influenze di adstrato da bizantini, [[longobardi]], normanni, francesi e spagnoli. Le prime testimonianze scritte risalgono al 960 con il ''[[Placito di Capua]]''. La prima opera in prosa, i ''[[Diurnali]]'' attribuiti a [[Matteo Spinelli]], è oggi ritenuta inautentica.
Dal 1442, per volere di Alfonso V d'Aragona, il napoletano letterario divenne [[lingua ufficiale]] della cancelleria reale, sostituendo in parte il [[lingua latina|latino]], fino al 1501<ref>{{cita web|url=https://books.google.it/books?id=xxjjaM6iUZgC&printsec=titlepage&source=gbs_summary_r&cad=0#v=onepage&q&f=false |titolo=Storia della città e regno di Napoli |accesso=15 agosto 2021}}</ref>. Fu poi sostituito dal [[Lingua italiana|volgare toscano]] (italiano), su impulso dell’Accademia Pontaniana e in via definitiva nel 1554 da [[Girolamo Seripando]]<ref>{{Treccani|storia-della-lingua_(Enciclopedia-dell'Italiano)|Storia della lingua (italiana)|autore=[[Vittorio Coletti]]|anno=2011|accesso=15 agosto 2021}}</ref>. L’italiano fu così adottato da tutti gli [[Antichi Stati italiani]] preunitari, tranne che nel Regno di Sardegna insulare, dove divenne ufficiale solo nel XVIII secolo<ref>{{Cita web |url=https://www.docsity.com/it/storia-della-lingua-italiana-il-primo-cinquecento-di-paolo-trovato/5071463/ |autore=Paolo Trovato, [[Università degli Studi di Milano]] |titolo=Sintesi di storia della lingua italiana |accesso=15 agosto 2021}}</ref>.
Nel XVII secolo, a Napoli, l’italiano era la lingua più usata nella stampa (53,6% dei libri), seguito dal latino (38,8%) e solo marginalmente dal napoletano (meno dell’1%)<ref>{{cita libro |curatore=[[Marco Santoro]] |titolo=Le secentine napoletane della Biblioteca Nazionale di Napoli |editore=[[Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato]] |città=Roma |anno=1986 |p=43}}</ref>.
Nonostante ciò, il napoletano conservava un ruolo primario nell’uso orale, coesistendo con l’italiano in regime di [[diglossia]]<ref>Francesco Bruni (direttore), ''op. cit.'', vol. II, p. 228.</ref>.
Tra gli autori in volgare napoletano si ricordano [[Giulio Cesare Cortese]] (''[[Vaiasseide]]'') e Giambattista Basile (''[[Lo cunto de li cunti]]''), reso celebre anche dalla traduzione di Benedetto Croce, che ha donato al mondo l’immaginario popolare delle odierne "fiabe classiche".<ref>{{Treccani|giambattista-basile_(Dizionario-Biografico)|Giambattista Basile|volume=7|anno=1970|accesso=8 settembre 2018}}</ref>
Cortese e Basile posero le basi della dignità letteraria della lingua napoletana moderna, sviluppatasi nei secoli seguenti con autori come [[Salvatore di Giacomo]], [[Edoardo Nicolardi]] e [[Libero Bovio]], e divenuta elemento distintivo del teatro napoletano, della [[canzone classica napoletana]] e della scuola musicale partenopea.
===
{{vedi anche|Arcidiocesi di Napoli}}
[[File:Reliquaire of San Genaro - Cappella di San Gennaro - Duomo - Naples - Italy 2015 (2).JPG|thumb|[[Busto reliquiario di san Gennaro|Busto reliquiario di San Gennaro]],<nowiki/> conservato presso la [[reale cappella del Tesoro di san Gennaro|Reale cappella del Tesoro di San Gennaro]].]]
Luogo di approdo dell'apostolo [[Pietro (apostolo)|Pietro]] in Italia,<ref>{{Cita |Grimaldi |p. 41 |FCG}}.</ref> Napoli fu uno dei primi luoghi del [[cristianesimo]] in [[Civiltà occidentale|Occidente]].<ref group="N">Secondo la tradizione, l'apostolo Pietro celebrò la prima messa in Italia nella [[basilica di San Pietro ad Aram]], luogo di proprietà di [[Sant'Aspreno]], da lui ordinato primo vescovo di Napoli.</ref>
Le prime catacombe partenopee,<ref group="N">A Napoli sono presenti cinque catacombe: le [[catacombe di San Gennaro]], di San Severo, di Sant'Efebo, di Santa Maria della Vita e le [[catacombe di San Gaudioso]].</ref> risalenti al II e al III secolo d.C., non furono adibite al culto, ma utilizzate solo per usi funebri, secondo quanto stabiliva la legge romana.<ref name="liccardo">{{Cita |Liccardo |p. 10 |GLAAA}}.</ref>
L'evangelizzazione della città si sviluppò nei primi secoli dell'era cristiana,<ref group="N">Un elenco (seppur parziale) dei martiri napoletani si trova nel ''Chronicon Episcoporum Neapolitanorum'', la più antica fonte per la storia della Chiesa di Napoli.</ref> mentre la latinizzazione dei riti avvenne nel XII secolo, soprattutto per volontà di Ruggero II il normanno. Per molti secoli le basiliche maggiori ospitarono i sedili di Napoli, organi amministrativi cittadini cui si deve, tra l'altro, l'opposizione all'istituzione del locale tribunale dell'[[Inquisizione]] (1547).
La città, escludendo i quartieri occidentali afferenti alla diocesi di Pozzuoli, rientra nell'arcidiocesi di Napoli, retta dall'arcivescovo [[Domenico Battaglia (cardinale)|Domenico Battaglia]].<ref>{{Cita web |url=http://www.chiesadinapoli.it |titolo=Sito ufficiale dell'arcidiocesi |accesso=4 settembre 2012}}</ref> È organizzata in base a 13 decanati, con 500 luoghi di culto di cui 189 parrocchiali.<ref>{{Cita web |url=http://www.chiesadinapoli.it/ |titolo=Chiesa di Napoli}}.</ref>
In ambito islamico, presenze musulmane all'interno della città partenopea, anche se sporadiche, si ebbero fin dal IX secolo, per effetto dei rapporti commerciali instaurati dai napoletani con i mercanti arabi.<ref name="Forgione">{{Cita |Forgione}}.</ref> La diffusione dell'[[islam]] avvenne in concomitanza con i flussi migratori degli anni Ottanta del Novecento, periodo in cui sorsero le prime due moschee a piazza Garibaldi e piazza Municipio.<ref group="N">L'apertura di queste due moschee è dovuta a causa di una forte presenza della comunità islamica partenopea in territorio campano: nel 1997 i musulmani in Campania contavano circa {{formatnum:15000}} presenze.</ref> Una terza moschea fu successivamente aperta in piazza Mercato.<ref name="boccolini">{{Cita |Boccolini |p. 45 |MHB}}.</ref> Quest'ultima, all'indomani degli [[Attentati dell'11 settembre 2001|attentati delle Torri Gemelle del 2001]], redasse con la Diocesi di Napoli una dichiarazione comune "Salam alaikum – Pax Vobiscum", nella quale si confermarono i principi di reciproco rispetto e buona convivenza.<ref name=boccolini /> Ad oggi la presenza islamica in città registra una significativa evoluzione,<ref>{{Cita web |url=https://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/cronaca/15_novembre_21/napolislam-film-che-non-si-puo-vedere-467361a2-906b-11e5-ba07-f78ac9440ace.shtml?refresh_ce-cp |titolo=corrieredelmezzogiorno.corriere ''Napolislam, il film che non si può vedere''}}</ref> come attesta il docufilm "Napolislam" del 2015, vincitore del [[Biografilm Festival]].
Infine, sono presenti anche una [[Chiesa luterana di Napoli|chiesa evangelica]], una [[Chiesa anglicana (Napoli)|basilica anglicana]] e una [[Comunità ebraica di Napoli|comunità ebraica]].
=== Tradizioni e folclore ===
[[File:Callejón en San Fernando en Nápoles.jpg|upright|thumb|Un vicolo tipico del centro storico di Napoli.]]
La ricca tradizione popolare e la cultura millenaria di Napoli hanno generato un forte sentimento di ''napoletanità'', che racchiude usi, credenze e identità del popolo partenopeo. Questi tratti, spesso pittoreschi e talvolta caricaturizzati, esprimono un senso di appartenenza radicato, riflesso del contesto [[folcloristico]] e culturale regionale, e talvolta nazionale.<ref name="Signorelli">{{Cita |Signorelli |pp.11 e 21 |ASSS}}.</ref>
[[File:Napoli. Il sangue è vivo.jpg|thumb|left|Il rito dello scioglimento del [[San Gennaro|sangue di San Gennaro]].]]
Il vasto bagaglio culturale, che spazia dalla musica alla cucina, dai riti sacri alle credenze mistiche, fa sì che alla città vengano associati diversi stereotipi, talvolta estesi all'intera nazione. [[Pizza]], [[sole]], [[Tarantella napoletana|tarantella]] e [[mandolino]], quattro simboli di Napoli,<ref group="N">Ciononostante, alcuni di questi simboli vengono associati anche ad altri luoghi italiani: vedasi a proposito la pizzica salentina.</ref> sono infatti annoverati e riconosciuti come classici emblemi italiani nell'immaginario collettivo internazionale, in alcuni casi anche con accezione negativa.
Numerose sono le parole o le immagini che sintetizzano e rappresentano l'identità stereotipata napoletana: il Vesuvio; il corno o il [[munaciello]], che simboleggiano la superstizione popolare; la [[mozzarella]], tra i simboli della cucina napoletana e italiana; la [[tombola]]<ref name="Ribaud">{{Cita |Ribaud |RRR}}.</ref>, tipico gioco natalizio accompagnato dalla [[smorfia napoletana]],<ref name=Ribaud/> altra invenzione popolare partenopea associata anche al gioco del [[lotto]]; [[Pulcinella]], una delle [[Maschera (commedia dell'arte)|maschere]] italiane più famose. Infine vi è l'iconografia classica del vicolo napoletano, dominato dai [[basso (Napoli)|bassi]] e dai panni stesi al sole lungo la strada.<ref name=Signorelli/>
Tra i riti religiosi, invece, dominano la storica arte presepiale napoletana<ref name=Ribaud/> per rappresentare la scena della natività, il [[San Gennaro#Il sangue di san Gennaro|miracolo di San Gennaro]], testimonianza della devozione religiosa popolare al santo patrono, e infine il culto della Madonna dell'Arco.<ref>R.Sorrentino, ''La Madonna dell'Arco'', Napoli 930 p. 192 - 194</ref>
=== Istituzioni, enti e associazioni ===
{{Vedi anche|Ospedali di Napoli}}
[[File:Apple Developer Academy.jpg|thumb|upright=1.3|Il polo universitario di [[San Giovanni a Teduccio]] che ospita la [[Apple]] Developer Academy e la [[Cisco Systems|Cisco]] Networking Academy.]]
Napoli, capoluogo della città metropolitana di Napoli e della regione Campania, ospita gli organi di governo locali, l'[[Autorità per le garanzie nelle comunicazioni]], che opera a livello nazionale come ente indipendente, e Villa Rosebery, residenza estiva del [[Presidente della Repubblica]].
Napoli non si limita tuttavia al ruolo di capoluogo regionale e sede di istituzioni nazionali, ma si distingue anche a livello internazionale: è sede dell'Assemblea Parlamentare del Mediterraneo (PAM) e, sebbene il quartier generale dell'Allied Joint Force Command Naples della NATO si trovi dal 2012 a [[Giugliano in Campania]], che fa comunque parte della città metropolitana di Napoli, per motivi logistici,<ref>{{Cita web|url=https://napoli.repubblica.it/cronaca/2012/11/26/news/la_nato_lascia_bagnoli_nuova_sede_al_lago_patria-47467188/|titolo=La Nato lascia Bagnoli nuova sede al Lago Patria|sito=la Repubblica|data=26 novembre 2012|accesso=7 agosto 2021}}</ref> il nome 'Naples' rimane legato a questo ente, mantenendo Napoli come sua sede simbolica. Napoli ospita inoltre dal 2017 l'Hub di Direzione Strategica della NATO, situato nella base NATO di Giugliano, un centro per le sfide di sicurezza in [[Nord Africa]], [[Sahel]] e [[Medio Oriente]],<ref>{{Cita web |url=http://napoli.repubblica.it/cronaca/2017/09/05/foto/napoli_l_inaugurazione_dell_hub_di_direzione_strategica_della_nato-174693807/1/#1 |titolo=napoli.repubblica, ''L'inaugurazione dell'hub di direzione strategica della Nato''}}</ref> e il [[Naval Support Activity Naples]] della Marina statunitense. La città è anche sede di istituzioni accademiche internazionali, come la Apple Developer Academy e la Cisco Networking Academy.<ref>{{Cita web |url=https://www.international.unina.it/education/academies/ |titolo=Academies |sito=International.unina.it |editore=Università degli Studi di Napoli Federico II |accesso=11 maggio 2025}}</ref>
Napoli ospita inoltre con [[Firenze]] la sede italiana di Robert F. Kennedy Human Rights, organizzazione non profit impegnata nella promozione e tutela dei diritti umani, con particolare attenzione al [[Sud Italia]] e ai Paesi del Mediterraneo.<ref>{{Cita web |url=https://www.foqusnapoli.it/fondazione-kennedy-nuova-sede-a-napoli-allinterno-di-foqus/ |titolo=Fondazione Kennedy: nuova sede a Napoli all'interno di FOQUS |data=8 novembre 2023 |sito=Fondazione FOQUS |accesso=25 maggio 2025}}</ref>
Di alto rilievo<ref>{{Cita web|url=https://www.statiunitidelmondo.org/file/osum/Osum_02_2002.pdf|titolo=Osum 02/2002 (pagina 1)|accesso=12 maggio 2025}}</ref> è infine la presenza della sede centrale degli Stati Uniti del Mondo, organizzazione non governativa internazionale impegnata nella promozione della pace, del dialogo interreligioso e dei diritti umani, con sede nel [[Grand Hotel de Londres|Palazzo Pierce]] e dotata di un Museo della Pace riconosciuto a livello globale.<ref>{{Cita web |url=https://www.statiunitidelmondo.org/it/chi-siamo/sedi |titolo=Sedi |sito=Stati Uniti del Mondo}}</ref>
La città ospita numerosi ospedali, sia pubblici che privati, tra cui l'[[ospedale Antonio Cardarelli]], l'[[Ospedale del Mare]], l'[[azienda Ospedaliera Universitaria Federico II]], l'[[ospedale Monaldi]], la [[Istituto nazionale per lo studio e la cura dei tumori - fondazione Giovanni Pascale|fondazione Giovanni Pascale]], l'[[Ospedale Santobono Pausilipon|ospedale pediatrico Santobono]] e l'[[ospedale Domenico Cotugno]].
=== Criminalità ===
{{vedi anche|Camorra|Clan dei Casalesi|Nuova Camorra Organizzata}}
Napoli è interessata da fenomeni di criminalità organizzata sin dal XIX secolo, con l'emergere della camorra come principale gruppo criminale. Tale organizzazione ha origini ottocentesche ed è articolata in [[clan]] autonomi con struttura orizzontale. Le sue attività includono traffico di [[droga]], [[estorsioni]], [[usura]] e altre forme di illecito.<ref>{{cita libro | cognome = Fiandaca | nome = Giovanni | curatore = | titolo = La criminalità organizzata in Italia | editore = Laterza | anno = 2007}}</ref> Nonostante gli interventi delle forze dell’ordine nei primi decenni del nuovo millennio, il fenomeno resta radicato, in particolare nelle periferie.<ref>{{cita web | url = https://www.avvisopubblico.it/home/amministratori-sotto-tiro-2022/ | titolo = Amministratori sotto tiro 2022 | sito = Avviso Pubblico | anno = 2022}}</ref> Alla criminalità organizzata, si registrano alti livelli di microcriminalità, con un’incidenza rilevante di reati comuni.<ref>{{cita web | url = https://www.interno.gov.it/it/temi/sicurezza/criminalita-giovanile | titolo = Osservatorio sulla criminalità giovanile | sito = Ministero dell’Interno | anno = 2021}}</ref> Le istituzioni promuovono azioni di contrasto e prevenzione, ma persistono criticità di tipo socioeconomico,<ref>{{cita web | url = https://www.openpolis.it/esercizi-di-mappatura-per-la-poverta-educativa-in-italia/ | titolo = Mappe della povertà educativa in Italia | sito = Openpolis | anno = 2023}}</ref> aggravate dalla debolezza delle istituzioni e dalla mancanza di interventi efficaci da parte dello Stato.<ref>{{cita web | url = https://www.unina.it/-/28163866-terzo-rapporto-sulla-criminalita-e-la-sicurezza-a-napoli?utm_source=chatgpt.com| titolo = Terzo Rapporto sulla criminalità e la sicurezza a Napoli | sito = unina| anno = 2022}}</ref>
== Cultura ==
=== Istruzione ===
==== Archivi e biblioteche ====
{{vedi categoria|Biblioteche di Napoli}}
[[File:ChiostriGirolamini6.jpg|thumb|[[Chiostri dei Girolamini|Complesso claustrale dei Girolamini]], sede della [[Biblioteca dei Girolamini|biblioteca omonima]].]]
Napoli possiede un [[Archivio di Stato di Napoli|archivio di Stato]], istituito nel 1808 al fine di concentrare presso un'unica sede tutti gli antichi archivi del Regno di Napoli.
Sul territorio del comune sono attive 14 biblioteche civiche.<ref>{{Cita web |url=http://www.comune.napoli.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/1366 |titolo=Biblioteche comunali |editore=Comune di Napoli}}.</ref>
La biblioteca più antica della città — e seconda in Italia per anno di istituzione, dopo quella [[Biblioteca Malatestiana|Malatestiana]] di [[Cesena]] — è la biblioteca dei Girolamini, aperta al pubblico nel 1586.<ref name="Scheda Biblio">{{Cita web |url=http://www.internetculturale.it/opencms/opencms/it/main/partner/istituto_22.html |titolo=Biblioteca statale oratoriana del monumento nazionale dei Girolamini |editore=Internet Culturale}}.</ref> La più grande, e terza nel paese per dimensioni,<ref>{{Cita web |url=http://www.bnnonline.it |titolo=Biblioteca Nazionale di Napoli |editore=Biblioteca Nazionale di Napoli}}.</ref> è invece quella [[biblioteca nazionale Vittorio Emanuele III|Nazionale]], aperta nel 1804 come "Reale biblioteca di Napoli" nel [[Museo archeologico di Napoli|palazzo degli Studi]]. Le collezioni librarie furono ivi trasferite dalla Reggia di Capodimonte per volontà reale. Divenuta "Reale biblioteca borbonica" nel 1816, dopo l'unità d'Italia (1860) fu denominata "Biblioteca Nazionale".
Tra le altre biblioteche, archivi o raccolte della città si annoverano quella dell'[[Biblioteca universitaria di Napoli|Università di Napoli]] (BUN), del [[Museo del conservatorio di San Pietro a Majella#La biblioteca|conservatorio di San Pietro a Majella]], dell'[[Accademia di belle arti di Napoli#Biblioteca|Accademia di Belle Arti di Napoli]] della [[Fondazione Biblioteca Benedetto Croce]], dell'[[Istituto Italiano per gli Studi Storici]], della [[Società Napoletana di Storia Patria#Biblioteca|Società Napoletana di Storia Patria]], della [[biblioteca Tarsia]], della biblioteca del [[MANN]], della biblioteca di storia dell'arte [[Bruno Molajoli]], della biblioteca "Alfredo De Marsico" a Castel Capuano, l'emeroteca Tucci e la raccolta appartenente al citato archivio di Stato.
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[[File:StazionezoologicaAntonDohrnNapoli19-12-10 1512.jpg|thumb|La [[Stazione zoologica Anton Dohrn]], a [[Mergellina]], comprende l'[[Acquario (museo vivente)|acquario]] più antico d'Italia.]]
La città ospita numerosi centri di ricerca di notevole importanza, di seguito alcuni tra i più rilevanti:
* la Stazione zoologica Anton Dohrn, sita all'interno della villa comunale, che comprende anche l'acquario più antico d'Italia e secondo più antico d'Europa (primo tra quelli ancora esistenti);
* l'European Marine Biological Resource Centre;
* l'IRCCS - Fondazione "Giovanni Pascale";
* l'SDN - Istituto di Ricerca Diagnostica e Nucleare;
* la sede operativa dell'[[Osservatorio Vesuviano]], il più antico osservatorio vulcanologico del mondo;
* il [[Tigem]] (Telethon Institute of Genetics and Medicine), il Ceinge-Biotecnologie avanzate, l'Istituto di Ricerche sulla Combustione presso la Facoltà di Ingegneria dell'Università degli Studi di Napoli Federico II e diversi istituti del [[Consiglio Nazionale delle Ricerche|CNR]];
* l'[[Osservatorio astronomico di Capodimonte]];
* la Sezione di Napoli dell'[[INFN]] (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare) con sede presso il [[complesso universitario di Monte Sant'Angelo]];
* il Center for Advanced Biomaterials for Healthcare dell'IIT;
* l'[[Istituto Italiano per gli Studi Filosofici]], accademia culturale e scientifica di rilevanza internazionale con sede nello storico [[palazzo Serra di Cassano]];
* l'[[Istituto italiano per gli studi storici]], fondato da Benedetto Croce, con sede a palazzo Filomarino;
* l'Accademia Pontaniana, sorta nel XV secolo a Napoli come libera iniziativa di uomini di cultura per coltivare le scienze, le lettere e le arti;
* la [[Società Reale di Napoli|Società Nazionale di Scienze, Lettere e Arti]];
* la [[Stazione Sperimentale per l'Industria delle Pelli e delle Materie Concianti]], fondata nel 1885 per dare supporto tecnologico all'industria guantaria napoletana ed attuale centro di ricerca riconosciuto a livello internazionale per la chimica e la tecnologia conciaria;
* il Centro Studi "Gaetano Salvemini", istituto di ricerca storica e sociologica.
==== Scuole ====
{{vedi categoria|Scuole a Napoli}}
[[File:Napoli - 2007 0428 124522.JPG|thumb|left|Complesso della Nunziatella, una delle prime [[Accademie e scuole militari in Italia#Scuole superiori militari|scuole militari]] al mondo tra quelle ancora operative senza soluzione di continuità.]]
Data l'origine greca della città, la scuola napoletana ha radici illustri e molto antiche. Durante la successiva epoca romana era nota la sua scuola di osservanza [[epicureismo|epicurea]].
Tra i più importanti istituti napoletani vi è senza dubbio la scuola militare "Nunziatella", uno dei più antichi istituti di formazione militare d'Italia e del mondo.<ref>Giuseppe Catenacci, ''Giulio de Montemayor - Famiglie di patrioti e patrioti di famiglia'', Associazione Nazionale "Nunziatella", Napoli e Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, 1999 p.5</ref>
Nata nel 1787 per volere di re Ferdinando IV di Borbone con la denominazione di Real Accademia Militare, nel 2012 è stata eletta patrimonio culturale dei Paesi del Mediterraneo dall'Assemblea parlamentare del Mediterraneo (PAM).<ref>{{Cita news|autore=|url=https://www.pam.int/fr/node/1958|titolo=PAM grants Italian Nunziatella Military Academy historical and cultural heritage status|pubblicazione=pam.int|accesso=2 gennaio 2024}}</ref> Situata a Pizzofalcone in via Generale Parisi, è stata fin dalle origini luogo di elevata formazione militare e civile. Ha avuto, tra professori e alunni, personalità del calibro di [[Francesco De Sanctis]], [[Mariano d'Ayala]], [[Carlo Pisacane]], [[Enrico Cosenz]] e [[Vittorio Emanuele III]]. Tra i numerosi ex-allievi di prestigio, figurano anche altissimi gradi delle forze armate,<ref group="N">Tra questi, è possibile citare:
* un capo dell'European Union Military Committee;
* due capi di Stato Maggiore Generale
* quattro capi di stato maggiore dell'Esercito;
* due capi di stato maggiore della Marina;
* un capo di stato maggiore dell'Aeronautica;
* due comandanti generali della Guardia di finanza (nonché due vicecomandanti);
* otto vicecomandanti dell'Arma dei carabinieri e
* due direttori generali dei Servizi di Informazione.</ref> presidenti del Consiglio, ministri, senatori e deputati del Regno delle Due Sicilie, del Regno d'Italia e della Repubblica Italiana, un presidente della Corte Costituzionale, nonché esponenti di assoluto rilievo del mondo culturale, politico e professionale italiano e internazionale, tra cui un vincitore del [[premio Sonning]]. La bandiera della scuola è decorata da una [[Croce al merito dell'Arma dei carabinieri|croce d'oro al merito dell'Arma dei carabinieri]] (2012)<ref>{{Cita news |url=http://www.nunziatella1787.eu/content/napoli-17-novembre-2012-croce-doro-al-merito-dellarma-dei-carabinieri-alla-bandiera-della-nu |titolo=Croce d'Oro al Merito dell'Arma dei Carabinieri alla Bandiera della Nunziatella |città=Napoli |data=15 novembre 2012 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130927183056/http://www.nunziatella1787.eu/content/napoli-17-novembre-2012-croce-doro-al-merito-dellarma-dei-carabinieri-alla-bandiera-della-nu |urlmorto=sì}}</ref><ref>{{Cita news |url=http://napoli.repubblica.it/dettaglio-news/14:31/4257937 |titolo=Esercito: giuramento Nunziatella, gen. Graziano e gen. Gallitelli a cerimonia |editore=la Repubblica |data=17 novembre 2012 |accesso=13 gennaio 2013 |dataarchivio=1º maggio 2021 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210501231840/https://napoli.repubblica.it/dettaglio-news/14:31/4257937 |urlmorto=sì }}</ref> e da una [[Ricompense al valor militare|medaglia di bronzo al valore dell'esercito]] (2008).<ref>{{Cita web |url=http://www.nunziatella.it/pagine/MEDAGLIABRONZO.pdf |titolo=Concessione di onorificenze al Valore dell'Esercito |editore=Associazione Nazionale ex Allievi Nunziatella |data=29 novembre 2007 |formato=PDF |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131024045231/http://www.nunziatella.it/pagine/MEDAGLIABRONZO.pdf |urlmorto=sì}}.</ref> I suoi ex-allievi hanno meritato 38 medaglie d'oro, 490 [[medaglia d'argento al valor militare|medaglie d'argento]] e 414 [[medaglia di bronzo al valor militare|medaglie di bronzo]] al valor militare, 2 al [[medaglia d'oro al valor civile|valor civile]] e numerosi altri riconoscimenti al valore.
Altri istituti storici napoletani di rilievo sono i licei classici [[Liceo classico statale Umberto I|Umberto I]], [[Liceo ginnasio statale Jacopo Sannazaro|Jacopo Sannazaro]], [[Liceo classico statale Vittorio Emanuele II|Vittorio Emanuele II]], [[Liceo ginnasio statale Giambattista Vico|Giambattista Vico]], [[Liceo ginnasio statale Giuseppe Garibaldi|Giuseppe Garibaldi]] e Adolfo Pansini; i licei scientifici Giuseppe Mercalli, Tito Lucrezio Caro, Arturo Labriola e Leon Battista Alberti; i licei statali Giuseppe Mazzini, Margherita di Savoia, [[Polo umanistico Liceo Antonio Genovesi|Antonio Genovesi]] ed Elio Vittorini; l’[[Istituto statale d'arte Filippo Palizzi|Istituto d’arte "Filippo Palizzi"]], l’ISIS "Enrico De Nicola" e il [[complesso del Convitto Nazionale|Convitto Nazionale Vittorio Emanuele II]].
==== Istituti per l'alta formazione ====
*Conservatorio musicale
Storica è la tradizione del [[Conservatorio di San Pietro a Majella]], fondato nel 1826 come "Regio conservatorio di musica" a seguito della fusione di quattro preesistenti istituti, per volontà di Francesco II. Oggi si tengono insegnamenti relativi a tutti gli strumenti musicali ed è ospitato al suo interno un [[Museo del conservatorio di San Pietro a Majella|museo della musica]].
*Accademia di Belle Arti
L'[[Accademia di belle arti di Napoli|Accademia di Belle Arti di Napoli]] è nata nel 1752 per volere di [[Carlo III di Borbone-Montpensier|Carlo III di Borbone]]. Ha ricoperto un ruolo importante nello sviluppo della [[pittura napoletana]] del XIX e XX secolo e, più nello specifico, nella formazione della scuola di Posillipo. Accoglie circa 4000 studenti<ref>{{Cita web |url=http://ustat.miur.it/dati/didattica/italia/afam-accademie-belle-arti/napoli |titolo=Accademia di Belle Arti di Napoli |editore=[[Ministero dell'Università e della Ricerca]] |accesso=6 settembre 2023 |urlmorto=no}}</ref> (A.A. 2023/2024) ed è aperta anche alle matricole internazionali. La nuova dimensione universitaria e l'ampliamento degli indirizzi sta comportando un'ulteriore espansione del numero degli studenti. L'Accademia, si pone, al presente, l'ambizioso obiettivo di formare i nuovi quadri della produzione dell'immagine in breve, non solo, cioè, nel vasto ambito delle arti figurative ma anche per quel che concerne la creatività applicata all'uso dei nuovi media, della [[grafica]], del [[disegno industriale|design]], del [[restauro]] dei [[beni culturali]] e della didattica dell'arte.
L'Accademia presenta inoltre un teatro, un'aula magna, una [[gipsoteca]], una [[Galleria dell'Accademia (Napoli)|galleria museale]] e una [[biblioteca]].
*Scuola Superiore della Magistratura
È stata istituita dalla cosiddetta [[riforma Castelli]] nel 2006. Ha sedi operative a Napoli, all'interno di Castel Capuano, e a [[Scandicci]].
==== Università ====
[[File:Università degli Studi di Napoli Federico II. (5662).jpg|thumb|Sede delle facoltà di Giurisprudenza e Lettere/Filosofia alla Federico II a corso Umberto I. ]]
A Napoli hanno sede l'Università degli Studi di Napoli "Federico II", primo ateneo al mondo istituito con provvedimento statale e laico, e l'Università degli Studi di Napoli "L'Orientale", prima università di studi sinologici ed orientalistici del continente europeo. La città conta complessivamente otto atenei.
Le università pubbliche di Napoli sono:
* l'Università degli Studi di Napoli "Federico II";
* l'Università degli Studi di Napoli "L'Orientale";
* l'[[Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli|Università degli Studi della Campania "Luigi Vanvitelli"]];
* l'[[Università degli Studi di Napoli "Parthenope"]];
* la [[Scuola Superiore Meridionale]],<ref>{{Cita web |url=https://www.ssmeridionale.it/it-it/home/|titolo=Scuola Superiore Meridionale}}</ref> [[scuola superiore universitaria]].
Università private:
* [[Pontificia facoltà teologica dell'Italia meridionale|Pontificia facoltà teologica dell'Italia meridionale (PFTIM)]];
* [[Università degli Studi "Suor Orsola Benincasa"]].
Università private telematiche:
* [[Università telematica "Pegaso"]].
==== Musei ====
{{Vedi anche|Musei di Napoli}}
[[File:Napoli, museo archeologico2.jpg|thumb|Museo archeologico nazionale, [[collezione Farnese]].]]
Napoli, tra le grandi città d'arte italiane ed europee, vanta un'abbondante offerta museale con più di 60 siti museali visitabili nel solo territorio comunale.
[[File:Museo Capodimonte Napoli Salone delle feste.jpg|thumb|left|Il salone da ballo della reggia di Capodimonte.]]
I principali sono il [[Museo archeologico nazionale di Napoli|Museo archeologico nazionale]], ritenuto uno dei più importanti al mondo per la qualità e la quantità delle opere esposte, risalenti principalmente all'epoca greco-romana;<ref name=Touring/> il [[Museo nazionale di Capodimonte]], sito nell'omonima reggia, che custodisce opere pittoriche dei più grandi maestri italiani dal [[Rinascimento]] al Barocco; il [[Museo nazionale di San Martino]] e il Palazzo Reale di Napoli.
[[File:Sala II (Palazzo Reale di Napoli) 001.jpg|left|thumb|Una sala del palazzo Reale.]]
Tra gli altri musei di rilievo si annoverano il [[Pio Monte della Misericordia]], la [[Quadreria dei Girolamini]]<ref>{{Cita web |url=http://www.patrimoniosos.it/rsol.php?op=getarticle&id=107510 |titolo=Patrimoniosos, ''LECCE-I capolavori dei Girolaminimostra-evento: a Lecce le opere della Quadreria di Napoli''}}</ref>, il [[Museo del Tesoro di san Gennaro|Museo del Tesoro di San Gennaro]], il [[Museo nazionale della ceramica Duca di Martina|Museo nazionale della ceramica "Duca di Martina"]], il Museo del conservatorio di San Pietro a Majella, il MEMUS del teatro di San Carlo, la sede napoletana di [[Gallerie d'Italia]] nel [[Palazzo del Banco di Napoli]], il [[Museo dell'Opera di San Lorenzo Maggiore]] e di Santa Chiara, il [[Museo diocesano (Napoli)|Museo diocesano]], Villa Pignatelli, i musei civici [[Museo civico Gaetano Filangieri|Gaetano Filangieri]] e di [[Museo civico di Castel Nuovo|Castel Nuovo]], il [[Museo nazionale ferroviario di Pietrarsa|Museo ferroviario di Pietrarsa]], la Galleria dell'Accademia, [[Cappella Sansevero]], il [[Palazzo delle Arti di Napoli]] e il [[Museo d'Arte Contemporanea Donnaregina]] (M.A.D.R.E.).
Da segnalare anche le [[Stazioni dell'arte]], stazioni della [[Metropolitana di Napoli|metropolitana cittadina]] non concepite unicamente come semplici luoghi di transito, ma anche come spazi espositivi che ospitano opere di artisti di fama mondiale (come [[Joseph Kosuth]], [[Mimmo Rotella]], [[Mario Merz]]).
[[File:Napoli BW 2013-05-16 12-28-13 1 DxO.jpg|thumb|[[Chiostri di Santa Chiara|Chiostro maiolicato]], parte del complesso del museo dell'Opera di Santa Chiara.]]
Tra i musei scientifici, oltre alla Stazione zoologica Anton Dohrn, di particolare interesse sono quelli che fanno parte del [[Centro musei delle scienze naturali|Centro musei delle scienze naturali e fisiche]] dell'Università degli Studi di Napoli "Federico II". Vi sono inoltre l'Osservatorio astronomico di Capodimonte e, presso l'Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli, il [[Museo di anatomia umana (Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli)|Museo di anatomia umana]].
=== Media ===
==== Stampa ====
A Napoli fu fondato il primo quotidiano italiano: la prima edizione del ''Diario Notizioso,'' un giornale a carattere economico'','' fu stampata il 10 agosto 1759.<ref>{{Cita libro |titolo=L'Informazione: tramite media |url=https://books.google.it/books?id=ACvqdqrtnGMC&pg=PA129&lpg=PA129&dq=napoli+diario+notizioso+primo&source=bl&ots=Pi1NGlNctE&sig=EHzLhQPN6gvULZdSviCmJyNyrfg&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjqhsP397zaAhVMNxQKHRk6CH8Q6AEIXjAK#v=onepage&q=napoli%20diario%20notizioso%20primo&f=false |anno=1994 |editore=Ed. Jaka Book |p=129}}</ref>
La città è anche sede di alcuni quotidiani anche a diffusione nazionale:
* ''[[Il Mattino]]'', fondato nel 1892 da [[Edoardo Scarfoglio]] e Matilde Serao;
* ''[[Roma (quotidiano)|Roma]]'', il più antico quotidiano italiano post-unitario;
* ''[[Corriere del Mezzogiorno]]'', tra le edizioni locali del [[Corriere della Sera]]''
* ''[[Il Denaro (quotidiano)|Il Denaro]]''
Tra le case editrici, si annoverano invece la [[Edizioni Scientifiche Italiane]], la [[Guida Editori]], la [[Tullio Pironti|Pironti]] e [[Casa Editrice La Canzonetta|La Canzonetta]].
==== Radio ====
A Napoli, tra le emittenti radiofoniche nazionali, ha la sua sede centrale [[Radio Kiss Kiss]], sesta tra le radio nazionali più ascoltate secondo i dati "TER" aggiornati al secondo semestre del 2024.<ref>{{Cita web|url=https://www.newslinet.com/radio-pubblicati-i-dati-ter-relativi-al-2-semestre-2024-ed-allintera-annualita-ecco-lultima-pagella-prima-della-nuova-era-audiradio/|titolo=Radio. Pubblicati i dati TER relativi al 2° semestre 2024 ed all’intera annualità: ecco l’ultima pagella prima della nuova era Audiradio}}</ref>
==== Cinema ====
{{vedi anche|Cinema a Napoli}}
{{doppia immagine|right|Sophia Loren - 1955.JPG||Totò.jpg||[[Sophia Loren]], cresciuta a Pozzuoli e cittadina napoletana [[honoris causa]], è considerata una delle attrici più talentuose nella storia del cinema internazionale.|Antonio de Curtis, in arte [[Totò]], il "principe della risata": un'altra popolare icona e celeberrima [[Maschera (commedia dell'arte)|maschera comica]] napoletana.|larghezza totale=300}}
I primi tentativi di cinema a Napoli risalgono al 1904, ma dal 1905 si iniziò a girare regolarmente grazie ai [[Roberto Troncone]]. Nel 1924-25 oltre un terzo dei lungometraggi italiani era prodotto a Napoli, spesso in dialetto.<ref>Stefano Masi, Mario Franco, ''IL MARE, LA LUNA, I COLTELLI'', Tullio Pironti, 1998, p.23</ref> Il periodo pionieristico terminò con il fascismo, che puntò sullo sviluppo di Roma come centro unico del cinema nazionale: la centralizzazione e i costi più bassi portarono il trasferimento della produzione nella capitale, dove sorse [[Cinecittà]].<ref>{{Cita libro |autore=Vittorio Paliotti |autore2=Enzo Grano |titolo=Napoli nel cinema |anno=1969 |editore=Azienda autonoma soggiorno cura e turismo |p=167}}</ref>
Napoli mantiene tuttavia un ruolo centrale: nel 2024 vi sono stati girati 200 film e serie tv.<ref>{{Cita web |url=https://www.ilpost.it/2025/02/28/cinema-industria-culturale-napoli/|titolo=Che cinema, Napoli}}</ref> Molti registi l’hanno scelta come set, sin dai [[fratelli Lumiere]] che nel 1898 vi girarono alcune delle loro prime riprese sul lungomare.<ref name=Naples>{{Imdb|tt1672814|Naples, port et Vésuve|accesso=21 novembre 2024}}</ref>
==== Televisione ====
{{vedi anche|Centro di produzione Rai di Napoli}}
A Napoli ha sede uno dei quattro centri di produzione televisiva e radiofonica della [[Rai]]. Sito in via Guglielmo Marconi, è teatro di numerosi programmi e produzioni televisive, tra cui la soap opera italiana più longeva, nonché la più seguita al mondo, [[Un posto al sole (soap opera)|''Un posto al sole'']]''.''<ref group="N">''Un posto al sole'' è la prima ''[[soap opera]]'' prodotta in Italia, nonché la più longeva [[Fiction televisiva|fiction]] italiana. Prodotta da [[Rai Fiction]], essa viene trasmessa su [[Rai 3]] dal 1996.</ref><ref>{{Cita web |url=https://www.dayitalianews.com/2021/03/12/un-posto-al-sole-vince-il-premio-patrimonio-italiano-awards-e-la-soap-piu-seguita-al-mondo/ |titolo=dayitalianews, ''“UN POSTO AL SOLE” VINCE IL PREMIO PATRIMONIO ITALIANO AWARDS: È LA SOAP PIÙ SEGUITA AL MONDO''}}</ref>
=== Arte ===
Napoli ha ancor oggi un ruolo centrale nell'arte e nell'architettura italiana ed europea, essendo sede di eventi e mostre internazionali.<ref>{{Cita web |url=
https://arte.sky.it/news/mostre-napoli-estate-2024|titolo=Le mostre da vedere a Napoli questa estate|accesso=15 settembre 2024}}</ref>
==== Architettura ====
{{Vedi anche|Rinascimento napoletano|Manierismo a Napoli|Barocco napoletano|Architettura neoclassica#Napoli{{!}}Neoclassicismo napoletano|Liberty napoletano}}
[[File:SanLorenzoNapoli5.jpg|thumb|upright=0.9|left|Basilica di San Lorenzo Maggiore, abside con deambulatorio in [[gotico francese]].]]
La storia dell'architettura medievale napoletana, nelle sue forme più significative e ancora oggi ammirabili, ebbe inizio sostanzialmente sotto la dinastia degli Angioini, grazie alla quale sorsero le prime chiese in stile [[Architettura gotica|gotico]] della città, prevalentemente di matrice [[Gotico italiano|italiana]] e, in taluni casi — come in quello della basilica di San Lorenzo Maggiore, unicum in Italia — di stampo francese.
[[File:Palazzo dello Spagnolo - Naples (2).jpg|upright=0.9|thumb|Lo scalone monumentale ad "ali di falco" del [[palazzo dello Spagnolo]], architettura tipica del barocco napoletano.]]
Dopo il successivo periodo rinascimentale, si entrò nell'età dello sfarzoso barocco napoletano, periodo in cui l'architettura cittadina assunse maggior consapevolezza, mostrando i massimi punti di spessore qualitativo, apprezzabili nei rifacimenti delle facciate di palazzi preesistenti e nelle nuove edificazioni, che ebbero nei portali d'ingresso e negli scaloni monumentali gli elementi caratterizzanti dello stile architettonico locale.<ref name=Carughi/> Data la particolare conformazione urbanistica della città, caratterizzata da strette vie che non davano la possibilità di edificare facciate di ampie vedute,<ref name=Carughi/> il gusto artistico-architettonico partenopeo si focalizzò su particolari dell'edificio, come appunto il portale d'ingresso o lo scalone monumentale, che divennero simboli dell'architettura rinascimentale e barocca napoletana.<ref name=Carughi/>
[[File:Palazzodonnanna.jpg|left|upright=1.1|thumb|[[Palazzo Donn'Anna]] a Posillipo.]]
Se lo stile rinascimentale ed il successivo barocco furono il risultato di riletture locali di movimenti più ampi, pur raggiungendo livelli molto alti, nel corso del XVIII secolo Napoli fu un centro avanguardistico nel campo architettonico, avendo contribuito alla costituzione del modello neoclassico, nato grazie agli scavi archeologici di Ercolano e di [[scavi archeologici di Pompei|Pompei]] e ai relativi studi.<ref name="Watkin">{{Cita |Middleton; Watkin |pp. 291–92|RMDW}}.</ref>
Le [[Architettura del ferro|nuove correnti industriali]] di fine Ottocento e inizio Novecento portarono ad [[Eclettismo (arte)|elaborazioni eclettiche]] che sfociarono in adattamenti locali dell'[[Art Nouveau|art nouveau]] e del [[Architettura modernista|modernismo]], caratterizzanti in particolar modo le nuove ville vomeresi.
Nei primi decenni del XX secolo nacque il liberty napoletano, mentre gli anni Trenta furono il periodo del razionalismo italiano. Una delle ultime grandi realizzazioni architettoniche fu la Mostra d'Oltremare, un complesso di {{M|720 000|u=m2}}, inaugurato nel 1940 e ripristinato negli anni Cinquanta dagli stessi progettisti.
Tra gli architetti principali ad aver firmato opere cittadine si annoverano [[Luigi Vanvitelli]], [[Ferdinando Fuga]], [[Domenico Fontana]], [[Cosimo Fanzago]], [[Ferdinando Sanfelice]], [[Domenico Antonio Vaccaro]], [[Antonio Niccolini]], [[Buono di Napoli]], [[Marcello Piacentini]], [[Lamont Young]], [[Pier Luigi Nervi]], [[Gae Aulenti]], Kenzō Tange, [[Renzo Piano]] e [[Álvaro Siza]].
==== Pittura ====
{{Vedi anche|Pittura napoletana}}
{{tripla immagine|left|LucaGiordano1692c-Self-portrait-Naples.jpg||Francesco Solimena 001.jpg||Domenico Morelli Portrait.jpg||[[Luca Giordano]], uno dei più importanti esponenti del barocco in pittura.|[[Francesco Solimena]], tra i massimi pittori e frescanti italiani del Settecento.|[[Domenico Morelli (pittore)|Domenico Morelli]], tra i maggiori pittori italiani dell'Ottocento.|larghezza totale=450}}
L'arte pittorica napoletana risale alla sua fondazione, ma non restano tracce apprezzabili del periodo greco, romano, normanno, svevo e bizantino. Le dominazioni straniere non permisero una scuola pittorica locale. Tra il XIV e il XVII secolo, artisti toscani come [[Pietro Cavallini]], Giotto, Simone Martini e [[Giorgio Vasari]] favorirono l'emergere di pittori napoletani come [[Colantonio]], [[Fabrizio Santafede]] e [[Giovanni Antonio Amato]].
La Scuola pittorica napoletana nacque nel XVII secolo con [[Caravaggio]], dando vita al caravaggismo. Lavorarono pittori come [[Jusepe de Ribera]] e [[Artemisia Gentileschi]], e la città attrasse anche esponenti del [[rinascimento emiliano]] come [[Domenichino]], [[Guido Reni]] e [[Giovanni Lanfranco]]. Tra i più noti del Seicento napoletano ci sono [[Battistello Caracciolo]], [[Luca Giordano]], [[Salvator Rosa]] e [[Aniello Falcone]].
[[File:Pitloo.jpg|thumb|''Castel dell'Ovo dalla spiaggia'', [[Anton Sminck van Pitloo]] (Scuola di Posillipo).]]
Il Settecento continuò il tardo-barocco, con artisti come [[Francesco Solimena]], [[Francesco De Mura]] e [[Fedele Fischetti]], incaricato di affrescare palazzi nobiliari. Nel XIX secolo, la pittura napoletana, ispirata da [[John Constable]] e [[William Turner]], divenne la scuola di Posillipo, con Anton Sminck van Pitloo e [[Giacinto Gigante]] come principali esponenti. L'Accademia di belle arti di Napoli fu il centro della scuola e influenzò artisti come [[Francesco Saverio Altamura]], [[Gioacchino Toma]], [[Domenico Morelli (pittore)|Domenico Morelli]] e [[Vincenzo Petrocelli]].
Negli anni Ottanta, la [[Transavanguardia]], con [[Mimmo Paladino]] e [[Francesco Clemente]], segnò un nuovo capitolo per l'arte napoletana. Importante anche l'attività del gallerista [[Lucio Amelio]], che allestì mostre di grande valore.
==== Scultura ====
[[File:Arco trionfale Napoli 2012.jpg|left|thumb|upright|L'arco trionfale del Castel Nuovo, simbolo della scultura del rinascimento napoletano.]]
Il Quattrocento e il Cinquecento furono periodi floridi per la scultura napoletana. Con la realizzazione dell'arco trionfale del Castel Nuovo ad opera di [[Francesco Laurana]] (1452–1471), nacque un laboratorio artistico rinascimentale che diffuse innovazioni in tutto il regno, dando origine al clima dell'arco.
La chiesa di Santa Maria delle Grazie Maggiore a Caponapoli è considerata museo della scultura cinquecentesca per le numerose opere conservate. Tra gli scultori più noti: [[Giovanni da Nola]], [[Giovanni Domenico D'Auria]], [[Girolamo D'Auria]] e [[Gian Lorenzo Bernini]], attivo però principalmente a Roma. Di rilievo anche le [[fontane di Napoli]], con [[Pietro Bernini]] tra gli artefici.
Nel Seicento si ricordano gli obelischi di [[San Domenico]] e San Gennaro, opera di artisti come [[Francesco Antonio Picchiatti]], Cosimo Fanzago e [[Dionisio Lazzari]], autore di altari per varie chiese.
Nel Settecento si distinsero Domenico Antonio Vaccaro e [[Giuseppe Sanmartino]], maestro della terracotta e del presepio. Nel 1753 realizzò il celebre [[Cristo velato]], conservato nella cappella Sansevero, accanto a opere di [[Antonio Corradini]] ([[Pudicizia]]) e [[Francesco Queirolo]] ([[Cappella Sansevero#Il Disinganno|Disinganno]]).
Nel XIX secolo emersero [[Vincenzo Gemito]] e [[Tito Angelini]], noti per busti e sculture bronzee, insieme alla [[Fonderia artistica Chiurazzi]].
Oggi si segnala l’attività di [[Jago (scultore)|Jago]], che ha aperto il suo laboratorio nel [[rione Sanità]].<ref>{{Cita news|autore=|url=https://www.labussolanews.it/2020/02/06/jago-apre-il-suo-laboratorio-darte-a-napoli-nel-rione-sanita/|titolo=Jago apre il suo laboratorio d’arte a Napoli nel Rione Sanità|pubblicazione=labussonanews.it|accesso=21 aprile 2021}}</ref>
==== Altre arti ====
{{Vedi anche|Porcellana di Capodimonte|Presepe napoletano}}
Tra le numerose arti praticate in città, la porcellana di Capodimonte, il presepe napoletano e l’[[Oreficeria|arte orafa]] emergono per tradizione storica e rinomanza internazionale.
L'origine della prima va fatta risalire al 1743, quando Carlo di Borbone fondò la Real Fabbrica di Capodimonte con l'intento di affrancarsi dalle produzioni straniere. I modellatori napoletani raggiunsero presto livelli di assoluta eccellenza, avviando una tradizione giunta sino ai giorni nostri.<ref>{{Cita web |url=http://www.capodimonte-porcelain.com/it/content/8-storia |titolo=Storia |sito=Capodimonte-porcelain.com |accesso=6 settembre 2018 |dataarchivio=5 settembre 2018 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180905032313/http://www.capodimonte-porcelain.com/it/content/8-storia |urlmorto=sì }}</ref>
L'origine del secondo è ancor più antica, considerando che il ''presepio'' a Napoli era già citato in un documento del 1025, conservato nella [[chiesa di Santa Maria del Presepe]], anteriore quindi alla leggenda che vorrebbe il primo presepe realizzato da [[Francesco d'Assisi]] nel 1223. Nel corso dei secoli, l'arte del presepe si è intrecciata con il vissuto e l'immaginario napoletano sia colto, che popolare.<ref>{{Cita web |url=http://www.dentronapoli.it/Tradizioni/presepe.htm |titolo=Il presepe napoletano |editore=Dentronapoli |accesso=12 giugno 2010 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100629025954/http://www.dentronapoli.it/Tradizioni/presepe.htm |urlmorto=sì}}.</ref> Il periodo di massimo splendore risale all'epoca borbonica, durante la quale raggiunse le più alte vette artistiche.<ref>{{Cita web |url=http://www.conosciamonapoli.it/presepe.htm |titolo=Il presepe napoletano |editore=Conosciamonapoli |accesso=31 maggio 2010 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110201033952/http://www.conosciamonapoli.it/presepe.htm |urlmorto=sì}}.</ref> Luogo focale della tradizione presepiale è [[via San Gregorio Armeno]], lungo la quale si allineano botteghe attive tutto l'anno. Da ricordare, come importante esponente di ambedue le arti, il pittore e modellatore [[Francesco Celebrano]].
Altra antica tradizione napoletana è legata all'oreficeria: arte nella quale si distinsero [[Carlo Giuliano]], [[Enrico Fiore]], Eugenio e Luigi Avolio, che raggiunse l'eccellenza scolpendo l'[[argento]].
Artigiani napoletani si distinsero anche nella trasformazione del [[carapace]] delle [[tartarughe]] in un materiale pregiato, decorato con [[oro]], argento, [[avorio]], [[madreperla]], [[lacca]] e [[smalto]]. L'artista più celebrato fu Giuseppe Serao, che lavorò per la famiglia reale borbonica.<ref>{{Cita news|lingua=en|autore=Nazanin Lankarani |url=https://www.nytimes.com/2018/09/07/arts/gallery-tortoiseshell-art-naples.html |titolo=Gallery Showcases Rare Tortoiseshell Art From Naples|pubblicazione=The New York Times |data=7 settembre 2018|accesso=7 febbraio 2022}}</ref> Le opere d'arte napoletane in carapace sono esposte in molti musei: la più ricca collezione è conservata nella [[Galleria Kugel]] di [[Parigi]].<ref>{{Cita web|url=https://www.galeriekugel.com/|titolo=Galerie Kugel|sito=Galerie Kugel |lingua=fr|accesso=7 febbraio 2022}}</ref>
Antica arte tramandata da sapienti artigiani è altresì quella della [[cartapesta]]: i [[burattino|burattini]] napoletani sono ricercati da collezionisti provenienti da ogni continente.
Spazio a sé stante meritano fotografia e fotogiornalismo, che a Napoli hanno probabilmente toccato le vette massime con [[Mimmo Jodice]] e [[Riccardo Carbone]].
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{{Vedi anche|Scuola musicale napoletana}}
[[File:Teatro San Carlo large view.jpg|thumb|Teatro di San Carlo.]]
Il teatro è una delle più antiche e conosciute tradizioni artistiche della città: già l'imperatore Nerone si esibiva, nel I secolo d.C., sul palco del teatro romano di Neapolis.<ref>{{Cita news|autore=|url=http://www.artemagazine.it/old/archeologia/45113/neapolis-il-teatro-romano-come-2000-anni-fa/|titolo=Neapolis, il teatro romano come 2000 anni fa|pubblicazione=artemagazine.it|accesso=21 aprile 2021|dataarchivio=26 maggio 2021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210526131838/http://www.artemagazine.it/old/archeologia/45113/neapolis-il-teatro-romano-come-2000-anni-fa/|urlmorto=sì}}</ref>
Il secolo d'oro fu tuttavia il XVIII, durante il quale furono edificati in città numerosi teatri, tra i quali il già menzionato San Carlo.<ref name="Mancini">{{Cita |Mancini}}.</ref><ref>{{Cita web |url=http://www.teatrosancarlo.it/uploads/teatrosancarlo/files/pianta_teatro-2010.pdf |titolo=Pianta del San Carlo dal sito ufficiale |accesso=16 novembre 2012 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20121114150349/http://www.teatrosancarlo.it/uploads/teatrosancarlo/files/pianta_teatro-2010.pdf |urlmorto=sì}}</ref> Napoli era considerata la capitale della musica<ref>{{Cita |De Brosses}}.</ref>, anche in virtù dello straordinario fermento dato dal conservatorio cittadino che contribuiva allo sviluppo della scuola musicale napoletana.
Allo stato attuale Napoli vanta un'ampia offerta teatrale potendo, tra gli altri, annoverare nel proprio patrimonio, oltre al Real teatro di San Carlo, il [[Teatro Mercadante|Mercadante]], il [[Teatro Bellini (Napoli)|Bellini]], il [[Teatro San Ferdinando|San Ferdinando]], l'[[Teatro Augusteo|Augusteo]], il [[Teatro Sannazaro|Sannazaro]], il [[Teatrino di corte (Napoli)|Teatrino di corte]], il [[teatro Trianon (Napoli)|Trianon]] e il [[Salone Margherita (Napoli)|Salone Margherita]].
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{{Vedi anche|Teatro napoletano}}
{{Approfondimento
|titolo=La maschera di Pulcinella
|larghezza=500px
|contenuto=[[File:Eduardo De Filippo.jpg|150px|right]]
[[Pulcinella]] (in figura interpretato da [[Eduardo De Filippo]]) è la maschera napoletana per eccellenza, le cui origini sono state a lungo dibattute. Sulla scorta dei più recenti studi archeologici e filologici, è tuttavia possibile affermare che essa è di origine [[Osci|Osca]] e trae le proprie radici dal personaggio di [[Maccus]], protagonista delle antiche farse [[Atellana|Atellane]].<ref>{{Cita |Pezone |FEP}}.</ref>
I tratti caratteriali della maschera, che divenne protagonista della [[commedia dell'arte]], furono codificati a Napoli nel XVI secolo dall'attore [[Silvio Fiorillo]], mentre il suo costume moderno fu opera di [[Antonio Petito]]. Pulcinella ha la caratteristica di vivere di forti contrasti: è furbo e insolente, saggio e ingenuo, servo e gentile, vigliacco e spudorato.
}}
Il teatro napoletano, stricto sensu, nasce nel XV secolo con le opere celebrative di [[Jacopo Sannazaro]] alla corte aragonese.
I principali attori e autori del XIX e XX secolo furono [[Antonio Petito]], [[Raffaele Viviani]], [[Vincenzo Torelli]], [[Roberto Bracco]], [[Nino Taranto]], [[Totò]], [[Pupella Maggio]], [[Eduardo Scarpetta]] (ideatore della "mezzamaschera" di [[Felice Sciosciammocca]]) e i suoi figli:<ref group="N">«De Filippo» era il cognome della madre, la sarta teatrale Luisa De Filippo.</ref> [[Eduardo De Filippo|Eduardo]], [[Titina De Filippo|Titina]] e [[Peppino De Filippo]].
Eduardo De Filippo è senza dubbio tra i maggiori nomi del teatro novecentesco, in quanto padre di una tradizione divenuta universale.<ref>{{Cita web|url=https://www.comune.napoli.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/25287/UT/systemPrint|titolo=Eduardiana: il Teatro San Ferdinando omaggia Eduardo tra tradizione e linguaggi "giovani"|sito=comune.napoli.it|accesso=24 aprile 2021}}</ref> Intraprese un'originale attività di scrittura e recitazione teatrale, volta a portare sul palcoscenico l'anima di Napoli e dei suoi abitanti, attraverso cui evidenziare i caratteri fondamentali dell'umanità e della società contemporanea. Tra le sue commedie principali ricordiamo ''[[Napoli milionaria!]], [[Il sindaco del rione Sanità]], [[Gli esami non finiscono mai]], [[Natale in casa Cupiello]], [[Le voci di dentro]], [[Filumena Marturano]]'' e ''[[Questi fantasmi!]]''. Le opere di Eduardo sono sovente riprodotte attraverso riproposizioni cinematografiche o teatrali.
Tra gli autori di epoca successiva, notevoli [[Roberto De Simone]], [[Peppe Barra]], [[Vincenzo Salemme]], [[Toni Servillo]] e il trio comico cabarettistico de [[la Smorfia (cabaret)|La Smorfia]] composto da [[Enzo Decaro]], [[Lello Arena]] e [[Massimo Troisi]].
=== Musica ===
==== Composizione ====
{{Vedi anche|Scuola musicale napoletana}}{{immagine multipla
| per riga = 2
| larghezza totale=300
| immagine1 = Retrato de Domenico Scarlatti.jpg
|larghezza1=319|altezza1=425
| immagine2 = Giovanni Battista Pergolesi.jpg
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| immagine3 = PaiselloVigeeLeBrun.jpg
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| immagine4 = Domenico Cimarosa (recomposed).jpg
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| sotto = Da in alto a sinistra in senso orario: [[Domenico Scarlatti]], [[Giovanni Battista Pergolesi]], [[Domenico Cimarosa]] e [[Giovanni Paisiello]]}}
Originata da una tradizione orale secolare, la musica napoletana assunse forma aulica nell'ambito della polifonia sacra e profana, tra il XV secolo e il XVII secolo.
L'evoluzione fu possibile grazie ai quattro prestigiosi conservatori di [[Conservatorio di Santa Maria di Loreto|Santa Maria di Loreto]], della [[Conservatorio della Pietà dei Turchini|Pietà dei Turchini]], di [[Conservatorio di Sant'Onofrio a Porta Capuana|Sant'Onofrio a Capuana]] e dei [[Conservatorio dei Poveri di Gesù Cristo|Poveri di Gesù Cristo]], nei quali si formarono importanti compositori che contribuirono considerevolmente allo sviluppo dell'opera e diedero origine alla scuola musicale napoletana. Quest'ultima si espresse in musicisti di livello eccelso come [[Alessandro Scarlatti|Alessandro]] e [[Domenico Scarlatti]], [[Giovanni Battista Pergolesi]], [[Nicola Porpora]], [[Domenico Cimarosa]] e [[Giovanni Paisiello]].<ref group="N">L'intero patrimonio del Settecento musicale napoletano è quasi del tutto inedito: oltre 150 biblioteche nel mondo ne conservano i manoscritti. L'[http://www.domenicoscarlatti.it Istituto Internazionale per lo studio del Settecento musicale napoletano] si occupa di ricercare, studiare e diffondere la musica della scuola napoletana del Settecento</ref>
La qualità e la quantità della musica prodotta a Napoli durante il periodo del classicismo è esemplificata da una lettera che il padre [[Leopold Mozart|Leopold]] scrisse al figlio [[Wolfgang Amadeus Mozart]] nel 1778, nella quale egli comparava favorevolmente la scena operistica di Napoli a quella di Parigi relativamente alle possibilità di emergere per un giovane compositore.<ref>{{Cita |Scialò (1995) |p. 45 |PASDASDKL}}.</ref>
Nel 1808, i quattro conservatori della città furono unificati nel conservatorio di San Pietro a Majella, dal quale passarono personalità quali [[Ruggero Leoncavallo]], [[Riccardo Muti]], [[Sergio Fiorentino]], [[Vincenzo Bellini]], [[Saverio Mercadante]], [[Aldo Ciccolini]], [[Salvatore Accardo]], [[Bruno Canino]], [[Nicola Antonio Zingarelli]] e Roberto De Simone.
Tra i librettisti sono notevoli le figure di [[Salvadore Cammarano]], il più importante del periodo romantico, e [[Andrea Leone Tottola]]. Tra i direttori d'orchestra di rilievo spicca, invece, il già citato Riccardo Muti. Fra i cantanti lirici si ricordano [[Maria Borsa]] ed [[Enrico Caruso]], considerato uno dei più grandi tenori di tutti i tempi.
==== Canzone napoletana ====
{{Vedi anche|Canzone napoletana|Canzone napoletana classica|Tammurriata|Tarantella napoletana|Sceneggiata napoletana}}
La canzone napoletana si radica in secoli di storia, con forte tradizione orale. Tra le forme più antiche ci sono la tarantella napoletana e la [[tammurriata]].
[[File:Mandolin MET DP169023.jpg|thumb|upright|left|Il [[mandolino napoletano]], strumento simbolo della tradizione musicale di Napoli.]]
Nel XIX e XX secolo, la canzone napoletana classica ha raggiunto grande fama grazie alle [[Festa di Piedigrotta|feste di Piedigrotta]] e ai [[Festival di Napoli|festival canori]]. Tra i suoi autori, [[Ernesto Murolo]], Libero Bovio, [[Vincenzo Russo (paroliere)|Vincenzo Russo]] e [[Salvatore Di Giacomo]]. Il tenore Enrico Caruso divenne simbolo della musica napoletana nel mondo.
Nel dopoguerra, alcuni artisti come [[Roberto Murolo]] e [[Aurelio Fierro]] hanno continuato la tradizione, mentre altri come [[Peppino di Capri]] e [[Massimo Ranieri]] hanno sperimentato nuove contaminazioni. Il contatto con musicisti statunitensi portò alla nascita di un nuovo ramo musicale, rappresentato da [[Renato Carosone]].
Numerosi cantautori hanno contribuito alla tradizione, tra cui [[Giuseppe Di Stefano]], [[Domenico Modugno]], [[Dalida]], [[Renzo Arbore]] e l'[[Orchestra Italiana]]. Dal 2016, l'Archivio Sonoro della Canzone Napoletana, presso la Casina Pompeiana a Napoli, conserva questa eredità musicale.
{{Doppia immagine|right|Enrico Caruso(détail).jpg||Renato-Carosone.jpg||[[Enrico Caruso]], celebre tenore italiano.|[[Renato Carosone]], precursore di un'importante fusione musicale dopo la Seconda Guerra Mondiale.|larghezza totale=300}}
La musica napoletana si è evoluta includendo nuovi generi, dal [[progressive rock]] degli [[Osanna (gruppo musicale)|Osanna]] al soul di [[James Senese]] ed [[Enzo Avitabile]], alle contaminazioni di funk e jazz di [[Pino Daniele]] e al cantautorato di [[Edoardo Bennato|Edoardo]] ed [[Eugenio Bennato]]. A partire dagli anni '80, è nato il "neomelodico" con [[Nino D'Angelo]] come pioniere, mentre negli anni 2020, il rapper [[Geolier]] ha ottenuto un grande successo al [[Festival di Sanremo 2024]] con ''[[I p' me, tu p' te]]''.
Un altro fenomeno significativo è la [[sceneggiata napoletana]], sviluppatasi grazie a figure come Nino Taranto e [[Mario Merola]].
Oggi la scena musicale partenopea include anche il reggae/dub degli [[Almamegretta]], [[Bisca (gruppo musicale)|Bisca]], [[99 Posse]], [[Clementino (rapper)|Clementino]] e [[Liberato (cantante)|Liberato]].
=== Letteratura ===
{{Doppia immagine|right|Salvatore Di Giacomo.jpg||TITIAN; Portrait of Jacopo Sannazaro (1514-18).JPG||[[Salvatore Di Giacomo]], poeta in lingua napoletana e novelliere nero.|[[Jacopo Sannazaro]], illustre umanista partenopeo, cui è dedicata [[piazza Sannazaro|l'omonima piazza]] nei pressi di Mergellina.|larghezza totale=300}}
Nell'era dell'Impero romano, a Napoli soggiornarono i poeti Orazio e Virgilio. Quest'ultimo, in particolare, durante il periodo partenopeo compose parte delle sue più importanti opere: le ''[[Bucoliche]]'', le ''[[Georgiche]]'' e l{{'}}''[[Eneide]]''.
Il Trecento fu invece il secolo dell'Umanesimo, movimento culturale nato in Italia e che proprio in Napoli ebbe uno dei suoi maggiori centri. Risiedettero in città e vi realizzarono feconde produzioni Francesco Petrarca e [[Giovanni Boccaccio]]. In [[Giovanni Pontano]] fu riconosciuta una delle più rilevanti personalità dell'Umanesimo napoletano, definizione questa attribuitagli da un altro illustre umanista partenopeo, Jacopo Sannazaro. Quest'ultimo, nel corso del Quattrocento e fino ai primi decenni del Cinquecento, fu protagonista nella scena letteraria italiana ed europea, componendo capolavori, tra i quali il poema dell{{'}}[[Arcadia (poema)|''Arcadia'']], da cui deriverà il nome dell'[[accademia dell'Arcadia|omonima accademia]] romana. [[Antonio Beccadelli]], verosimilmente nel 1443, fondò a Napoli l'Accademia Alfonsina, poi ribattezzata Pontiniana in onore di Giovanni Pontano che, succeduto al Panormita alla guida del sodalizio, seppe dargli una struttura solida.
Tra i maggiori poeti del Cinquecento, figura [[Torquato Tasso]], nato nella vicina [[Sorrento]]. Autore, tra le opere principali, della ''[[Gerusalemme liberata]]'', pubblicata integralmente nel 1581, è annoverato tra i maggiori autori dell'età della Controriforma.
L'epoca barocca, a cavallo tra il XVI e il XVII secolo, fu invece il periodo di Giambattista Basile e Giulio Cesare Cortese, i quali posero le basi della letteratura in lingua napoletana. Nella prima metà del Seicento fu altresì istituita l'[[Accademia degli Oziosi (Napoli)|Accademia degli Oziosi]], luogo di incontro tra intellettuali napoletani e spagnoli, tra i quali si annoverano [[Francisco de Quevedo]] e [[Tommaso Campanella]].<ref>Oltre a {{cita libro |curatore=C. Jannaco |curatore2=M. Capucci |titolo=Il Seicento |editore=[[Antonio Vallardi Editore|Vallardi]] |città=Milano |anno=1986 |p=599 |collana=Storia letteraria d'Italia |numero=8 |sbn=CFI0067135}}</ref>
L'Ottocento fu caratterizzato da un altro illustre arrivo in città, quello di [[Giacomo Leopardi]], che qui compose, poco prima di morire, alcuni dei suoi più celebri poemi: ''[[La ginestra]]'' e le ''[[Paralipomeni della Batracomiomachia]]''.
Tra l'Ottocento e il Novecento nacquero le prime poesie in napoletano che, utilizzate spesso come testi di canzoni, diedero origine alla canzone classica napoletana. Furono infatti gli anni di [[E.A. Mario]], Salvatore Di Giacomo, Libero Bovio ed Ernesto Murolo. Tra i poeti vi furono anche Eduardo De Filippo e Totò, icone del teatro.
Tra i principali scrittori napoletani moderni: Matilde Serao, [[Raffaele La Capria]], [[Ermanno Rea]], [[Luciano De Crescenzo]], [[Erri De Luca]], [[Diego De Silva]] ed [[Elena Ferrante]], inclusa nel 2016 da ''[[Time]]'' tra le 100 persone più influenti.<ref>{{Cita news|autore=Marco Bruna|url=https://www.corriere.it/cultura/16_aprile_22/elena-ferrante-time-f6a470ce-0862-11e6-bb7c-24926a577cc5.shtml|titolo=Elena Ferrante tra le 100 persone più influenti per "Time"|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|data=22 aprile 2016|accesso=21 aprile 2021}}</ref>
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{{tripla immagine|left|Giovan Battista Vico.jpg||Benedetto Croce.jpg||Mario Pagano.jpg||[[Giambattista Vico]], anticipatore di [[Immanuel Kant]] e dell'[[Idealismo]].|Benedetto Croce, filosofo storicista e liberale.|[[Mario Pagano]], considerato l'iniziatore della scuola storica napoletana del diritto.|larghezza totale=450}}
Fra l'80 e il 40 a.C. Napoli fu un importante centro culturale della civiltà romana. L'epicureismo trovò nella città terreno fertile per prosperare, lontano dalla vita frenetica della capitale imperiale. Vi insegnarono il giordano Filodemo di Gadara e l'asiatico [[Sirone (filosofo)|Sirone]], che ebbe come allievi anche [[Quinto Orazio Flacco]] e il giovane [[Publio Virgilio Marone]].
Il più importante pensatore medioevale operante a Napoli fu il teologo [[san Tommaso d'Aquino]], il quale visse nel [[Chiesa di San Domenico Maggiore (Napoli)|convento di San Domenico]]. San Tommaso fu in particolare esponente di primissimo piano della [[Scolastica (filosofia)|filosofia scolastica]] ed elaboratore della visione [[Tomismo|tomistica]].<ref>{{Treccani|tomismo_(Dizionario-di-filosofia)|tomismo|anno=2009|accesso=6 novembre 2018}}</ref>
Punto focale della filosofia napoletana del XVI secolo fu invece [[Giordano Bruno]], il quale elaborò una teologia dove Dio è intelletto e ordinatore di tutto ciò che è in natura, ma è nello stesso tempo Natura stessa divinizzata, in un'inscindibile unità [[Panteismo|panteistica]] di pensiero e materia.<ref>{{Treccani|giordano-bruno_(Dizionario-di-filosofia)|Bruno, Giordano|anno=2009|accesso=6 novembre 2018}}</ref>
Nel vivace ambiente culturale napoletano del XVIII secolo emerse la personalità di [[Giambattista Vico]], esponente di spicco dell'[[Accademia degli Investiganti]]. Egli delineò i tratti di una nuova attività culturale basata non soltanto sulla ragione, ma anche sull'estro, sui sentimenti e l'ingegno, del tutto in contrasto col pensiero cartesiano. Sulla stessa linea, ed in parte influenzato dalle impostazioni neoplatoniche di [[Anthony Ashley-Cooper, III conte di Shaftesbury|Shaftesbury]], si muoverà il suo sodale [[Antonio Genovesi]], che nel 1754 divenne titolare della prima cattedra di economia ("Meccanica e Commercio") di cui si abbia notizia in Europa.<ref>{{Cita web|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/antonio-genovesi_%28Il-Contributo-italiano-alla-storia-del-Pensiero:-Economia%29/|titolo=Antonio Genovesi|autore=Luigino Bruni}}</ref>
Il giurista lucano [[Mario Pagano]], personalità di spicco dell{{'}}[[illuminismo]] italiano, sarà invece l'iniziatore della «scuola storica napoletana del diritto»,<ref>{{Cita |Tessitore |p. 27 |FTTA}}.</ref> nonché precursore del [[positivismo]].<ref>{{Cita |Palombi |p. 52 |EPGP}}.</ref>
Il più alto esponente del pensiero filosofico tra l'Ottocento e il Novecento partenopeo fu invece Benedetto Croce, abruzzese di origini e napoletano di adozione, principale ideologo del [[liberalismo]] novecentesco italiano ed esponente di spicco dello [[storicismo]]. Espressione moderna dello studio della filosofia a Napoli è l'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, che raccoglie circa 300000 volumi ed è stato definito dall'UNESCO come "senza pari al mondo".<ref>{{Cita web|url=https://www.synesia.com/2017/02/20/napoli-nome-significato/|titolo=NAPOLI: un paese curioso, un teatro antico, una città sempre nuova|sito=synesia.com|accesso=23 gennaio 2024|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20230927181311/https://www.synesia.com/2017/02/20/napoli-nome-significato/|dataarchivio=27 settembre 2023|urlmorto=no}}</ref><ref>{{Cita web |url=http://www.iisf.it/unesco/jacques.html |titolo=Sito ufficiale |autore=Istituto Italiano per gli Studi Filosofici |urlmorto=sì }}</ref><ref group="N">L'Istituto, storicamente ubicato nel palazzo Serra di Cassano, attraversa in questo momento un periodo di grave difficoltà e i preziosi volumi, sfrattati, sono stati ricoverati in un magazzino di [[Casoria]].</ref>
In epoca contemporanea è stato rilevante, infine, l'apporto al pensiero filosofico di [[Aldo Masullo]].
=== Scienza ===
{{tripla immagine|left|Melloni.jpg||Caccioppoli.jpg||Domenico Cotugno 1736-1822.png||[[Macedonio Melloni]], padre della moderna vulcanologia.|[[Renato Caccioppoli]], uno dei più influenti matematici italiani.|[[Domenico Cotugno]], insigne medico della Scuola napoletana.|larghezza totale=450}}
A Napoli ha avuto origine la moderna specializzazione della [[Storia della vulcanologia|vulcanologia]], anche in funzione della prossimità della città a vulcani. Nel solco delle prime osservazioni dell'inglese [[William Hamilton (diplomatico)|William Hamilton]], e grazie all'opera del fisico [[Macedonio Melloni]], nel 1841 fu costruito l'[[Osservatorio vesuviano]], il primo istituto per l'osservazione di fenomeni vulcanologici al mondo.<ref>{{Cita web|url=https://www.ingv.it/newsletter-ingv-n-7-settembre-2020-anno-xiv/l-osservatorio-vesuviano-dal-xix-secolo-il-guardiano-dei-vulcani-campani|titolo=L’Osservatorio Vesuviano: dal XIX secolo il “guardiano” dei vulcani campani|autore=Sara Stopponi}}</ref>
Di notevole spessore la scuola matematica napoletana, che nel XVIII secolo ha annoverato personalità come [[Nicola Fergola]], oltre ai suoi allievi Felice Giannattasio, [[Carlo Forti]], Pietro Schioppa, Francesco Bruno, Luigi Telesio<ref>A proposito, si vedano i seguenti documenti:
*''Elogio di Nicola Fergola scritto da un suo discepolo'', Napoli, 1830;
*''Appendicetta all'Elogio di Nicola Fergola'', Napoli, 1836.</ref>, [[Vincenzo Flauti]], Giuseppe Scorza e soprattutto [[Annibale Giordano]], il quale nel 1787 pubblicò una generalizzazione del "problema di [[Pappo di Alessandria|Pappo]]" (o di [[Johann Castillon|Castillon]]).<ref>{{Cita |Lorgna |pp. 4–17}}.</ref> Nel XX secolo, la scuola è stata incentrata prevalentemente sulla figura di [[Renato Caccioppoli]], al quale si deve un decisivo impulso allo sviluppo dell'analisi matematica in Italia.<ref>{{Treccani|renato-caccioppoli_(Dizionario-Biografico)|Caccioppoli, Renato|autore=Alessandro Figà Talamanca|anno=1973|accesso=6 novembre 2018}}</ref> Altri importanti studiosi furono i suoi allievi [[Carlo Miranda]], Mario Curzio, Renato Vinciguerra, Donato Greco e don Savino Coronato.
[[File:Osservatorio di Capodimonte 1.jpg|thumb|Facciata dell'Osservatorio astronomico di Capodimonte.]]
L'astronomia napoletana ha raggiunto risultati di eccellenza soprattutto grazie all'Osservatorio astronomico di Capodimonte, fondato nel 1812 da [[Federico Zuccari (astronomo)|Federico Zuccari]].<ref>{{Cita |De Tipaldo |p. 324 |EDT}}.</ref> Un contributo fondamentale a questa scienza venne da [[Giovanni Battista Della Porta]], il quale descrisse i principi del telescopio, circa vent'anni prima che Galileo Galilei lo costruisse.<ref name="capaccioli">{{Cita |Capaccioli; Longo; Cirella |pp. 21–22|MCGLEOC}}.</ref> Lo stesso Della Porta fu una delle figure scientifiche di maggior rilievo del XVI secolo, noto anche per i suoi studi di crittografia e scienze naturali. [[Francesco Fontana (scienziato)|Francesco Fontana]], costruttore di telescopi kepleriani, fu invece il primo a tracciare disegni della Luna, di [[Marte (astronomia)|Marte]] (del quale scoprì e descrisse la rotazione) e degli altri pianeti maggiori.<ref name=capaccioli/>
Rilevante fu altresì la scuola botanica, rappresentata in particolar modo da [[Michele Tenore]] con la sua ''Flora Napolitana''<ref>{{Cita web |url=http://www.floracampana.unina.it/Tenore.html |titolo=Michele Tenore |accesso=5 marzo 2013 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200910205730/http://www.floracampana.unina.it/Tenore.html |urlmorto=sì }}</ref>, [[Domenico Cirillo]], [[Vincenzo Petagna]] e [[Guglielmo Gasparrini]]. La scuola zoologica ebbe invece un eccellente esponente in [[Oronzo Gabriele Costa]], la cui corretta classificazione tra i cordati dell'anfiosso [[Branchiostoma lanceolatum]], scoperto nelle acque del golfo di Napoli, consentì di individuare in questa categoria di animali marini l'anello di congiunzione tra invertebrati e vertebrati, con enorme impatto sulla formulazione della teoria dell'evoluzione darwiniana.<ref>{{Cita web |url=http://www.musei.unina.it/mineralogia.php |titolo=Real Museo Mineralogico |accesso=7 aprile 2013 |anno=2009}}.</ref>
Da menzionare anche la scuola medica, che vide in [[Domenico Cotugno]] il suo più alto rappresentante. Rettore dell'Università di Napoli, fu protagonista di importanti scoperte neurologiche, conseguite attraverso il metodo della [[Dissezione (anatomia)|dissezione]].<ref>{{Cita |Galasso; Romeo; Mozzillo; Marchi |p. 484 |ASKDJA}}.</ref>
Alla città è anche legata l'origine dell'[[anatomia comparata]]: [[Marco Aurelio Severino]] fu autore della ''Zootomia democritea'', il primo trattato generale al mondo su questa materia.<ref>{{Treccani|marco-aurelio-severino_(Enciclopedia-Italiana)|Severino, Marco Aurelio|autore=Alberto Razzauti|anno=1936|accesso=6 novembre 2018}}</ref>
=== Cucina ===
{{Vedi anche|Cucina napoletana}}
[[File:Eq it-na pizza-margherita sep2005 sml.jpg|thumb|L'alimento napoletano più conosciuto nel mondo e simbolo della [[cucina italiana]]: la pizza. In foto la [[Pizza Margherita|pizza margherita]].]]
La cucina napoletana, parte integrante dell’identità cittadina, riflette la storia e la cultura locale. È tra i simboli più noti del [[made in Italy]], rendendo Napoli una capitale mondiale del cibo.<ref>{{Cita web |url=http://www.comuni-italiani.it/15/enogastronomia.html |titolo=Comuni italiani - Gastronomia campana |accesso=26 settembre 2012}}</ref>
L’influenza delle dominazioni, soprattutto francesi e spagnole, ha creato una distinzione tra piatti nobili ([[Timballo|timballi]], [[sartù di riso]]) e cucina povera ([[pasta e fagioli]], [[spaghetti aglio e olio]], [[spaghetti alla puttanesca]], pasta e patate).
Tra i piatti tipici: pizza napoletana, [[Pasta campana|pasta napoletana]] ([[spaghetti alle vongole]], al [[ragù napoletano]], alla genovese), [[parmigiana di melanzane]], [[polpi alla luciana]], [[pastiera napoletana]], [[casatiello]], [[friarielli]].
All’inizio del Novecento, venditori ambulanti proponevano il brodo di polpo, antesignano dello street food, ottenuto dall’acqua di cottura del mollusco aromatizzata con pepe.
=== Eventi ===
Napoli è un importante centro congressuale e fieristico. Ospita ogni anno meeting, manifestazioni nazionali e internazionali, concerti e spettacoli.
I principali eventi, stabilmente organizzati nel capoluogo, sono:
* La [[Borsa Mediterranea del Turismo]] (BMT), la più importante fiera [[Business-to-business|B2B]] del Mediterraneo;<ref>{{Cita news|autore=|url=https://finanza.lastampa.it/News/2024/03/14/ita-airways-alla-borsa-mediterranea-del-turismo-di-napoli/MTM1XzIwMjQtMDMtMTRfVExC|titolo=ITA Airways alla Borsa Mediterranea del Turismo di Napoli|pubblicazione=finanza.lastampa.it|accesso=19 marzo 2024}}</ref>
* Il [[Napoli Comicon]], fiera internazionale dedicata a fumetto e intrattenimento;
* Il [[Nauticsud|NauticSud]], salone internazionale della nautica da diporto;
* Il [[Premio Napoli]], riconoscimento letterario assegnato annualmente dal 1954;
* Il [[Napoli Film Festival]], rassegna cinematografica attiva dal 1997;
* Il [[Maggio dei monumenti]], rassegna culturale attiva dal 1992.
== Geografia politica ==
=== Tessuto urbano e popolazione ===
{{vedi anche|Area metropolitana di Napoli}}
[[File:Area Napoli - Campania.jpg|thumb|upright=1.4|Notturna dell'area metropolitana di Napoli.]]
Napoli, a partire dal tardo Medioevo, è stata una delle prime città d'Europa per popolazione<ref name=Cesare/>, dato confermato durante la seconda metà del [[XVI secolo]], durante la quale era probabilmente la città più popolosa del cristianesimo occidentale.<ref name="EnciclopediaTematica" /> Dopo l'Unità d'Italia, sebbene la città abbia perso tale primato, ha comunque conservato inalterate le caratteristiche demografiche tipiche di una metropoli europea.
Al 2024, Napoli risultava essere il terzo comune più popoloso d'Italia, ma il primo tra i grandi comuni per densità abitativa.<ref>{{Cita web |url=https://www.tuttitalia.it/comuni/popolazione/ |titolo=Comuni italiani per popolazione|accesso=2 marzo 2025}}</ref> Occorre tuttavia tener presente che la città è cresciuta nel tempo ben oltre i limiti amministrativi, per cui sarebbe opportuno considerare il dato demografico dell'intera città metropolitana, caratterizzata da un significativo fenomeno di urbanizzazione che ha dato vita ad una vasta conurbazione. Esemplificativo è infatti il trasferimento di molti abitanti dal capoluogo ai comuni dell'ex provincia. Nella realtà, quindi, i limiti metropolitani napoletani sono decisamente più estesi, includendo anche aree delle province limitrofe, in primis quella [[provincia di Caserta|casertana]]: gli urbanisti definiscono l'intero territorio urbanizzato "Grande Napoli".<ref>Enrico Cardillo, ''Napoli, l'occasione post-industriale: da Nitti al piano strategico'', Guida editore, 2006, p.174</ref><ref>Per l'[[Eurostat]] le ''greater City'' italiane sono solo Milano e Napoli</ref> L'area metropolitana di Napoli risulta essere, a seconda delle fonti consultate, la seconda (dopo Milano)<ref>{{cita web|lingua=en|url=http://www.citypopulation.de/world/Agglomerations.html|titolo=Major Agglomerations of the World - Population Statistics and Maps}}</ref><ref name="demog13">{{cita web|url=http://www.demographia.com/db-worldua.pdf|titolo=Demographia: World Urban Areas, 18th Annual Edition: 2022:07 |editore=}}</ref> o terza (dopo Milano e Roma)<ref>{{Cita web|url=https://stats.oecd.org/Index.aspx?DataSetCode=CITIES|titolo=OECD - Metropolitan areas - Population, all ages|editore=[[OECD]]|accesso=15 gennaio 2022}}</ref> più popolosa del paese, mentre a livello continentale è approssimativamente l'ottava, paragonabile a metropoli quali [[Barcellona]] e [[Atene]].<ref>{{Cita web|url=https://www.centroeinaudi.it/images/Rota_Napoli_sintesi.pdf|titolo=Seminario di presentazione del Rapporto Giorgio Rota su Napoli: Ci vuole una terra per vedere il mare|sito=centroeinaudi.it|accesso=24 febbraio 2023}}</ref>
Adottando il criterio dell'età media, Napoli è il più giovane d'Italia tra i grandi comuni,<ref>{{Cita web |https://napoli.corriere.it/notizie/cronaca/23_febbraio_02/napoli-citta-piu-giovane-piu-densamente-popolata-d-italia-c1fc585a-a2e8-11ed-b696-78e0fdf30235.shtml|titolo=È Napoli la città più «giovane» e più densamente popolata d’Italia''}}</ref> con un tasso di natalità superiore rispetto a molte altre città italiane (ad esempio nascono 1,1 bambini in più ogni 1.000 abitanti rispetto a Milano)<ref>{{Cita web|url=https://www.lastampa.it/cronaca/2025/04/02/news/istat_province_italia_longeve-15085099/|titolo=Dove si vive di più in Italia e in quali province non nascono (quasi) più bambini: la mappa|autore=Ugo Leo|data=2 aprile 2025|editore=La Stampa|accesso=13 maggio 2025}}</ref> e con un numero di immigrati relativamente contenuto.<ref>{{Cita web |url=http://dati.istat.it/Index.aspx?DataSetCode=DCIS_POPSTRRES1 |titolo=dati.istat, ''Stranieri residenti al 1º gennaio 2024''}}</ref>
I quartieri più popolosi sono quelli corrispondenti al territorio dei casali aggregati in epoca murattiana ([[Vomero]], [[Arenella (Napoli)|Arenella]], [[Fuorigrotta]], Bagnoli), risorgimentale ([[Piscinola]]) e nel periodo fascista ([[Barra (Napoli)|Barra]], [[Chiaiano]], [[Marianella]], Pianura, [[Soccavo]], [[Ponticelli (Napoli)|Ponticelli]], San Giovanni a Teduccio, [[San Pietro a Patierno]], [[Miano]], [[Secondigliano]] e [[Scampia]]).
== Geografia antropica ==
=== Urbanistica ===
{{Vedi anche|Storia dell'urbanistica e dell'architettura di Napoli|Piazze di Napoli|Strade di Napoli|Stazioni dell'arte}}
[[File:Italia - Napoli - panoramio.jpg|thumb|[[Piazza del Municipio (Napoli)|Piazza del Municipio]] verso il Palazzo Reale e la [[stazione marittima di Napoli|stazione marittima]], una delle più grandi d'Europa.]]
[[File:Viale Elena (Na).jpg|thumb|[[Piazza Sannazaro]].]]
Tra le strade e piazze principali della città, vi sono di certo quelle che caratterizzano l'area dei decumani di Napoli: Spaccanapoli (decumano inferiore), [[via dei Tribunali]] (decumano maggiore), [[Decumano superiore|via dell'Anticaglia]] (decumano superiore), via San Gregorio Armeno, [[piazza del Gesù Nuovo]], [[piazza Bellini]], [[piazza San Domenico Maggiore]], [[largo Corpo di Napoli]], [[piazza San Gaetano]] e diverse altre.
[[File:P.Plebiscito Napoli.jpg|thumb|left|[[Piazza del Plebiscito]].]]
Voluta dal viceré Pedro Álvarez de Toledo y Zúñiga che la edificò nel 1536, fu successivamente pianificata via Toledo. A Napoli, fino al XVI secolo vigeva ancora il divieto assoluto di edificare nuove strutture al di fuori delle mura, pressoché delimitanti l'odierna area del centro antico: con la costruzione della nuova strada nacque dunque un immediato desiderio di accaparramento dei nuovi spazi. Per effetto della pedonalizzazione del 2004, la strada è divenuta uno dei fulcri dello shopping cittadino e del turismo. La strada collega piazza Dante a [[piazza Trieste e Trento]] e piazza del Plebiscito, su cui si affacciano due importanti monumenti cittadini: il palazzo Reale e la [[Basilica di San Francesco di Paola (Napoli)|basilica di San Francesco di Paola]].
Il lungomare di Napoli prende il nome di [[via Caracciolo]], in onore dell'ammiraglio [[Francesco Caracciolo (ammiraglio)|Francesco Caracciolo]] fatto impiccare da [[Orazio Nelson]] sulla nave Minerva (già da lui comandata) nel golfo della città, per la sua adesione alla Repubblica Napoletana. La strada, in realtà, è relativamente recente e risale alla fine dell'Ottocento, quando sostituì l'arenile che la villa reale (villa comunale, dopo l'Unità) separava dalla [[riviera di Chiaia]]. Dal 2012 è stato anch'esso interamente pedonalizzato.
[[File:061214 027 Metro arte.jpg|thumb|upright=0.7|Riproduzione dell'[[Ercole Farnese]], esposta nell'atrio della [[Museo (metropolitana di Napoli)|stazione di Museo]].]]
Di notevole interesse le già menzionate [[scale di Napoli|scalinate storiche]], che costituiscono un elemento tipico dell'urbanistica partenopea.
A partire dal 1996 e fino al secondo decennio degli anni Duemila, l'assetto e la mobilità cittadina sono cambiati radicalmente per la costruzione delle cosiddette stazioni dell'arte. Si tratta di un complesso logistico-monumentale che coniuga la funzione del trasporto urbano per via sotterranea alla fruizione delle numerose opere d'arte moderna installate nelle stazioni. Alcune tappe della rete, come ad esempio la [[Toledo (metropolitana di Napoli)|Stazione Toledo]], considerata la più bella d'Europa,<ref>{{Cita news |autore=Francesco Tortora |url=http://www.corriere.it/cronache/12_novembre_30/stazioni-metropolitana-belle-materdei-napoli-metro_7204d56c-3afb-11e2-b4fa-74f27e512bd0.shtml |titolo=La stazione del metrò più bella d'Europa si trova a Napoli |pubblicazione=[[Corriere della Sera]] |accesso=1º dicembre 2012 |citazione=Il sito del Daily Telegraph di Londra dedica un reportage fotografico alle stazioni della metro più affascinanti d'Europa. Tra le ventidue segnalate, la palma della più bella è assegnata alla fermata Toledo di Napoli, inaugurata lo scorso 12 aprile. |giorno=30 |mese=novembre |anno=2012}}</ref><ref>{{Cita news|autore=|url=https://www.repubblica.it/esteri/2014/02/17/foto/le_stazioni_metropolitane_pi_imponenti_deuropa_per_la_cnn_toledo_sempre_prima-78844123/1/?ref=HRESS-1#1|titolo=Le stazioni del metro|pubblicazione=repubblica.it|accesso=22 aprile 2021}}</ref> hanno conseguito una forte notorietà internazionale, rientrando rapidamente tra le attrazioni della città. Durante gli scavi necessari per la loro realizzazione, inoltre, sono stati rinvenuti numerosi reperti storici e archeologici di inestimabile valore, come il [[tempio dei giochi Isolimpici]].
=== Suddivisioni amministrative ===
{{vedi anche|Municipalità di Napoli}}
Il comune di Napoli, precedentemente suddiviso in ventuno circoscrizioni, è oggi ripartito in 10 municipalità di circa centomila abitanti. Ogni municipalità ha un presidente eletto direttamente dal corpo elettorale, una giunta e un consiglio di 30 consiglieri.
== Economia ==
===Generalità===
[[File:Centro Direz Napoli.jpg|thumb|upright=1.1|Il Centro Direzionale è il maggiore centro d'affari e del terziario della città.]]
Napoli, al centro di rotte mediterranee e con un fertile entroterra vulcanico, ha sviluppato un'economia basata su agricoltura, materie prime e artigianato. Nel Medioevo e nell'epoca moderna, fu un grande centro di [[protoindustria]] tessile, in particolare nella seta.<ref>{{Cita web |url=http://www.ansa.it/campania/notizie/2018/12/20/mostre-napoli-citta-della-seta-si-racconta-allarcheologico_35741444-74cc-4792-a272-7b795d152c4d.html |titolo=ansa, ''Napoli città della seta si racconta all'Archeologico''}}</ref>
Nel XIX secolo nacquero le [[officine di Pietrarsa]], il primo grande complesso metalmeccanico della penisola, con circa 1200 operai nel 1860. Dopo l'Unità d'Italia, declinò e chiuse nel 1880, continuando solo la manutenzione fino al 1975.
Nel 1871, Napoli aveva un indice di industrializzazione superiore a Torino.<ref>{{Cita web |url=http://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/pubsto/quastoeco/quadsto_04/Quaderno_storia_economica_4.pdf |titolo=Attraverso la lente d'ingrandimento: aspetti provinciali della crescita industriale nell'Italia postunitaria |autore=Carlo Ciccarelli; Stefano Fenoaltea |editore=[[Banca d'Italia]] |formato=PDF |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110125043653/http://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/pubsto/quastoeco/quadsto_04/Quaderno_storia_economica_4.pdf |urlmorto=sì}}.</ref> La città ospitava anche la [[Borsa di Napoli|Borsa]], la Zecca e il [[Banco delle Due Sicilie]].
Per sopperire alle emergenti situazioni critiche dell'economia e società partenopea post-unitaria, nell'ambito del risanamento di Napoli furono creati grandi quartieri industriali nella periferia orientale e occidentale della città: emblematico è a tal proposito l'apertura del grande [[stabilimento siderurgico di Bagnoli]] nel 1905. Escludendo l'effimero periodo fascista in cui Napoli poté considerarsi a tutti gli effetti una realtà industriale con il 14% della popolazione impiegata in tale settore,<ref name="Isses.it" /> un effettivo slancio del [[Settore secondario|secondario]] si ebbe tuttavia solo col boom economico degli anni Cinquanta.
Napoli è, a livello comunale, circa la quindicesima tra le grandi città italiane per [[reddito pro capite]] (22.779 euro nel 2023).<ref>{{Cita news|autore=|url=https://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2024/04/24/dichiarazioni-2023-il-reddito-medio-e-23.650-euro_7e393b5d-4423-4794-aefe-70fe1a5e2ae5.html#:~:text=Confrontando%20i%20capoluoghi%2C%20Bologna%20%C3%A8,al%202.400%20con%2022%20mila.|titolo=Le dichiarazioni 2023, è Portofino il comune più ricco|pubblicazione=ansa.it|accesso=15 settembre 2024}}</ref> La dimensione demografica del comune napoletano, come del resto anche quella degli altri comuni, riveste una particolare importanza nella collocazione in graduatoria secondo il [[prodotto interno lordo]],<ref>{{Cita news|autore=|url=https://www.monicamontella.it/wordpress/wp-content/uploads/2016/04/pilcompleto.pdf|titolo=La ricchezza del territorio italiano|pubblicazione=monicamontella.it|accesso=22 febbraio 2024}}</ref> anche se in realtà è Torino, pur essendo il quarto comune per dimensione, a posizionarsi al terzo posto (dopo Roma e Milano) per PIL.
Nonostante brevi periodi di miglioramenti, favoriti anche dalla presenza in città di un artigianato d'eccellenza (l'arte presepiale, la lavorazione delle ceramiche e porcellane, la produzione di gioielli con [[Corallium rubrum|corallo]] e cammei incisi su conchiglia di Torre del Greco), il tasso di occupazione non ha mai raggiunto un livello adeguato, soprattutto a causa di investimenti statali insufficienti<ref>Isaia Sales, ''Napoli non è Berlino'', Dalai Editore 2012, Napoli</ref> e della presenza di infiltrazioni camorristiche che non favoriscono investimenti privati e danneggiano l'economia locale.<ref>{{Cita web |url=https://www.econopoly.ilsole24ore.com/2018/02/25/mafie-economia-campagna-elettorale/ |titolo=econopoly.ilsole24ore, ''Mafie ed economia: perché se ne parla poco in campagna elettorale?''}}</ref> Le attività illegali napoletane si ripercuotono infatti sull'economia nazionale, non senza incidere negativamente sulle strutture sociali e ambientali della città.<ref>{{Cita libro |autore=Gennaro Di Giacomo e Domenico Pizzuti |titolo=Dire camorra oggi. Forme e metamorfosi della criminalità organizzata in Campania |url=https://books.google.it/books?id=LmpStqjxKF0C |accesso=28 settembre 2018 |anno=2009 |editore=Guida Editori |ISBN=978-88-6042-966-7}}</ref> La mancanza di un vero e proprio tessuto industriale, attualmente in ripresa dopo decenni di impoverimento (vedasi l'ampliamento dello stabilimento di [[Novartis]], la Tea Tek di [[Zona Industriale (Napoli)|Gianturco]]<ref>{{Cita web |url=https://www.fanpage.it/napoli/lex-whirlpool-napoli-passa-a-tea-tek-granisso-pronti-a-tenere-tutti-gli-ex-lavoratori/|titolo=L’ex Whirlpool Napoli passa a Tea Tek, Granisso: “Pronti a tenere tutti gli ex lavoratori”}}</ref>, lo stabilimento Sbe-Varvit di [[Acerra]] e la nuova piattaforma di stoccaggio di medicinali Farvima),<ref>{{Cita web |url=https://www.ilsole24ore.com/art/napoli-aggancia-passo-crescita-paese-tornano-investimenti-AEuz6l1C?refresh_ce&fbclid=IwAR1G_JBY5qgQjkFqoDCgtC21MiAI4CvkafifPsdvl2W0QT9qYSmfLYoErgc/|titolo=Napoli aggancia il passo di crescita del Paese, tornano gli investimenti}}</ref> ha fatto di Napoli un importante centro del terziario ([[trasporti]], [[commercio]], [[turismo]], [[editoria]], [[intrattenimento]], [[mezzo di comunicazione di massa|media]], [[università|attività universitarie]], [[Pubblica amministrazione|amministrazione pubblica]]) e del terziario avanzato volto alla [[Tecnologia|ricerca tecnologica]] (Apple, Cisco Systems ed Agritech Academy, tra le altre).<ref>{{Cita web |url=https://www.agritechacademy.unina.it/|titolo=Agritech Academy}}</ref>
[[Porto di Napoli|Il porto]] è inoltre da sempre un'importante voce di reddito per la città, mentre il principale [[quartiere degli affari|polo del terziario]] cittadino, nonché del paese assieme al [[centro direzionale di Milano]] e all'[[Europa (Roma)|EUR]] di Roma, è il Centro direzionale di Napoli.
===Turismo===
[[File:Napoli-2012 by-RaBoe 072.jpg|thumb|upright=1.1|Autobus turistico per le strade di Napoli]]
Al pari di città come Firenze, Roma, [[Venezia]] e Milano, Napoli è oggi una delle principali destinazioni turistiche italiane, inserita dalla [[CNN]] tra le migliori mete mondiali del 2022.<ref>{{Cita web |url=https://www.rainews.it/articoli/2022/01/CNN-Napoli-tra-le-migliori-destinazioni-turistiche-del-2022-4953a02d-da6a-4f54-b7aa-0085b96faded.html|titolo=CNN: Napoli tra le migliori destinazioni turistiche del 2022}}</ref><ref>{{Cita web |url=https://centrostudituristicifirenze.it/blog/g7-turismo-a-firenze-turismo-sostenibile-citta-d-arte-e-dmo/ |titolo=Turismo sostenibile, città d’arte e DMO: confronto a Firenze per il G7 Turismo |data=16 maggio 2024 |accesso=17 maggio 2025 |sito=Centro Studi Turistici Firenze}}</ref> Nel 2024 ha registrato oltre 14,5 milioni di visitatori, grazie anche alla crescente destagionalizzazione dei flussi, con oltre un milione di arrivi in quasi tutti i mesi dell'anno.<ref>{{Cita web|url=https://www.corriere.it/economia/consumi/25_aprile_08/napoli-iperturismo-airbnb-c9474e85-ac1f-4535-852d-0bdf565e2xlk.shtml|titolo=Napoli e il rischio di diventare una Disneyland per turisti: le offerte di affitti brevi sono il triplo di Venezia. Ipotesi ticket d'ingresso|autore=Corriere della Sera|data=8 aprile 2025|accesso=14 maggio 2025}}</ref> Questo sviluppo rappresenta una netta inversione rispetto al passato, quando la città era penalizzata da fattori strutturali e percettivi negativi, come la sua vocazione industriale, la cattiva rappresentazione dei media italiani,<ref>Valentina Cremonesini, Stefano Cristante (Università del Salento), ''La parte cattiva dell'Italia. Sud, media e immaginario collettivo'', Mimesis Ed. 2015</ref> il terremoto dell'Irpinia del 1980 e la crisi dei rifiuti, che avevano spinto i turisti a preferire località costiere dell'area metropolitana.<ref>{{Cita web |url=http://www.inchiestaonline.it/osservatorio-sulle-citta/e-uscito-il-libro-lo-stato-della-citta-napoli-e-la-sua-area-metropolitana-a-cura-di-luca-rossomando/ |titolo=Inchiestaonline, ''Napoli e la sua area metropolitana a cura di Luca Rossomando''}}</ref>
Oggi, Napoli attira un numero crescente di turisti, compresi quelli che soggiornano nei centri limitrofi ben collegati al capoluogo,<ref>{{Cita web |url=https://www.eavsrl.it/campania-express/campania-express-con-eav-e-trenitalia/ |titolo=Campania Express con EAV e Trenitalia |data=13 maggio 2025 |sito=EAV SRL |accesso=13 maggio 2025}}</ref><ref>{{Cita web |url=https://www.ferrovie.it/portale/articoli/16212 |titolo=Al via la stagione 2025 dei treni storici in Campania |data=13 maggio 2025 |sito=Ferrovie.it |accesso=13 maggio 2025}}</ref> come le località sulla [[Costiera amalfitana]] e la [[Penisola sorrentina]]. Anche il turismo giornaliero, proveniente principalmente da Roma e dalle altre città campane, contribuisce a consolidare i flussi verso Napoli. Sebbene la città sia il primo comune del Mezzogiorno per pernottamenti, superando anche Torino e [[Riccione]] nel 2023 (per approfondire, vedi la voce [[turismo in Italia]]), molti visitatori scelgono di alloggiare in località vicine, come ad esempio Sorrento, grazie soprattutto alla sua posizione strategica. Questa posizione permette di esplorare facilmente Napoli, [[Positano]], [[Capri (Italia)|Capri]] e Amalfi, ottimizzando così il soggiorno.<ref>{{cita web|url = https://www.sr-m.it/wp-content/uploads/2017/02/slide-turismo-sorrento.pdf
|titolo = il turismo nella penisola sorrentina|autore = Massimo DEANDREIS|p = 13|accesso = 17 maggio 2025}}</ref> Inoltre, la domanda turistica ha avuto un impatto significativo sull’offerta abitativa. Nel centro storico di Napoli, i prezzi sono saliti e l’offerta tradizionale è diminuita, portando sia turisti che residenti a cercare soluzioni alternative.<ref>{{Cita web |url=https://www.gaeta.it/napoli-e-il-turismo-sfrenato-le-problematiche-del-centro-storico-tra-abitazioni-e-sfratti |titolo=Napoli e il turismo sfrenato: le problematiche del centro storico tra abitazioni e sfratti |sito=Gaeta.it |anno=2023 |accesso=17 maggio 2025}}</ref><ref>{{Cita web |url=https://www.italianostra.org/news-nazionali/unesco-napoli-in-pericolo-tra-iperturismo-e-mancate-tutele/ |titolo=UNESCO Napoli in pericolo tra iperturismo e mancate tutele |sito=Italia Nostra |anno=2023 |accesso=17 maggio 2025}}</ref><ref>{{Cita web |url=https://www.fanpage.it/napoli/napoli-case-in-vendita-e-affitto-nel-2024-i-prezzi-quartiere-per-quartiere-del-mercato-immobiliare/ |titolo=Napoli, case in vendita e affitto nel 2024: i prezzi quartiere per quartiere del mercato immobiliare |sito=Fanpage.it |anno=2024 |accesso=17 maggio 2025}}</ref> Di conseguenza, il dato sugli arrivi diventa un indicatore importante del flusso turistico complessivo, considerando che molti visitatori non pernottano in città ma si spostano in altre località dei dintorni.<ref>{{cita web |url=https://napolipiu.com/napoli-record-turismo-2024-14-milioni-visitatori |titolo=Napoli, record di turismo: oltre 14 milioni di visitatori nel 2024 |sito=Napoli Più |data=2 aprile 2024 |accesso=14 maggio 2025}}</ref>
In questo contesto, il turismo a Napoli è in forte crescita<ref>{{Cita web |url=https://www.comune.napoli.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/51849 |titolo=Una città sempre più attrattiva, presentato il report “Napoli cresce con il turismo” |data=13 maggio 2025 |sito=Comune di Napoli |accesso=13 maggio 2025}}</ref><ref>{{Cita news |url=http://www.lastampa.it/2017/11/03/cultura/napoli-capitale-del-turismo-palermo-a-fondo-classifica-1tXNSZqpeDHFfaw61t2ekN/premium.html#acquistaregistraaccedi |titolo=Napoli capitale del turismo, Palermo a fondo classifica |pubblicazione=laStampa.it |data=3 novembre 2017 |accesso=27 novembre 2019}}</ref> e le prospettive future sembrano orientate verso un avvicinamento agli standard delle principali città d'arte italiane.<ref>{{Cita news |url=https://www.ilmattino.it/napoli/cultura/dario_franceschini_con_la_cultura_non_si_mangia_napoli_intervista_cosa_ha_detto_oggi_ultime_notizie-6650689.html|titolo=Dario Franceschini a Napoli: «Basta con la stagione dei tagli, con la cultura si mangia» |pubblicazione=ilmattino.it |data=26 aprile 2022 |accesso=20 agosto 2022}}</ref> Tuttavia, l’espansione del settore solleva interrogativi sul piano sociale e culturale, in particolare per il rischio di gentrificazione del centro storico, fenomeno già verificatosi in altre città come Firenze e Venezia. Se non gestito adeguatamente, questo potrebbe comportare un cambiamento nella vivibilità quotidiana per i residenti e una perdita di autenticità del tessuto urbano.<ref>{{Cita web |url=
https://www.liberopensiero.eu/06/01/2024/attualita/napoli-turistificazione-gentrificazione/|titolo=La turistificazione di Napoli: uno sguardo alla gentrificazione|accesso=15 settembre 2024}}</ref>
== Infrastrutture e trasporti ==
=== Strade ===
Napoli è un importante nodo stradale e autostradale del paese, da cui si diramano le principali arterie che connettono l'ampia area metropolitana e il resto del territorio nazionale. Dalla città si dipartono l'[[Autostrada del Sole]] (A1) verso [[Italia settentrionale|nord]], l'[[Autostrada A3 (Italia)|A3]] verso sud e l'[[Autostrada A16 (Italia)|Autostrada A16]] verso l'[[Mar Adriatico|Adriatico]].
La [[Tangenziale di Napoli]] (ufficialmente autostrada A56), con i suoi {{formatnum:270000}} transiti al giorno,<ref>{{Cita web |url=http://www.tangenzialedinapoli.it/it/comunicazione/progetti-e-realizzazioni/tutor-sulla-tangenziale-di-napoli |titolo=tangenzialedinapoli, ''Tutor sulla Tangenziale di Napoli''}}</ref> scorre lungo la parte interna della città, attraversandone le colline tramite varie gallerie; i collegamenti con il circondario avvengono tramite la [[Circumvallazione Esterna di Napoli|Circumvallazione esterna]], l'[[Strada statale 162 NC Asse Mediano|Asse Mediano]], l'[[Strada provinciale 500 dell'Asse Perimetrale di Melito|Asse Perimetrale di Melito-Scampia]], e la [[strada statale 162 dir del Centro Direzionale]].
=== Ferrovie e tranvie ===
{{Vedi anche|Servizio ferroviario metropolitano di Napoli}}[[File:Stazione Centrale Napoli - panoramio.jpg|thumb|La [[stazione di Napoli Centrale]].]]
Napoli è il principale [[nodo ferroviario]] del Mezzogiorno, essendo raggiunta da alcune delle principali linee ferroviarie italiane: la [[Ferrovia Roma-Napoli (alta velocità)]], la [[Ferrovia Roma-Cassino-Napoli]], la [[Ferrovia Roma-Formia-Napoli]], la [[Ferrovia Napoli-Salerno|Napoli-Salerno]],
la [[linea a monte del Vesuvio|Napoli-Salerno via a monte del Vesuvio (AV/AC)]] e la [[Ferrovia Napoli-Foggia|Napoli-Foggia]] (attualmente in trasformazione in [[Alta velocità ferroviaria|AV/AC]] Napoli-[[Bari]]).
La stazione ferroviaria di Napoli Centrale è un nodo di interscambio di vitale importanza per l’intero sistema ferroviario nazionale,<ref name="ABCD">{{Cita web |url=http://www.grandistazioni.it/cms/v/index.jsp?vgnextoid=96d160d1be09a110VgnVCM1000003f16f90aRCRD |titolo=Napoli Centrale |editore=Grandi Stazioni |accesso=10 gennaio 2013 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170808234218/http://www.grandistazioni.it/cms/v/index.jsp?vgnextoid=96d160d1be09a110VgnVCM1000003f16f90aRCRD |urlmorto=sì}}.</ref> essendo la settima stazione italiana per flusso di passeggeri ({{formatnum:150000}} utenze giornaliere, ma salgono a {{formatnum:230000}} se si include anche il Terminal bus in area Metropark e quello della [[Ferrovia Circumvesuviana]] pari a {{formatnum:84000000}} di passeggeri annui)<ref>{{Cita web |url=https://napoli.corriere.it/notizie/cronaca/25_luglio_08/turismo-boom-della-stazione-centrale-di-napoli-84-milioni-di-passeggeri-l-anno-230-mila-al-giorno-b267bf94-4ffc-4098-a776-89da371c3xlk.shtml#:~:text=%C2%ABLa%20Stazione%20Centrale%20di%20Napoli,circa%20230%20mila%20ogni%20giorno.|titolo=Turismo, boom della Stazione Centrale di Napoli: 84 milioni di passeggeri l'anno, 230 mila al giorno''}}</ref> e la quarta per grandezza<ref>{{Cita web|url=https://www.milanocittastato.it/evergreen/per-l-italia/le-7-stazioni-piu-grandi-ditalia/|titolo=''Le 7 STAZIONI più GRANDI d’Italia''|accesso=1º ottobre 2023}}</ref>. Nel 2023, secondo l'European Railway Station Index, è rientrata tra le dieci stazioni europee più efficienti.<ref>{{Cita news|autore=|url=https://www.ferpress.it/european-railway-station-index-zurigo-la-migliore-stazione-deuropa-napoli-centrale-entra-nella-top-ten/|titolo=European Railway Station Index: Zurigo la migliore stazione d’Europa. Napoli Centrale entra nella top ten|pubblicazione=ferpress.it|accesso=8 dicembre 2023}}</ref> Posta in [[Piazza Garibaldi (Napoli)|piazza Garibaldi]], la prima stazione era stata costruita nel 1886 su progetto dell'urbanista [[Errico Alvino]]. La struttura ottocentesca, tuttavia, fu abbattuta nel secondo dopoguerra per far posto al nuovo fabbricato viaggiatori, arretrato di 250 metri rispetto all'originale, progettato nel 1954 da un team di architetti e ingegneri, tra cui spicca la figura di [[Pierluigi Nervi]].
La stazione di Napoli Afragola, posta sulla linea ad alta velocità Roma-Napoli, costituisce un polo di interscambio macroregionale per la Puglia, il [[Lazio]], la [[Basilicata]], la Campania e la [[Calabria]].<ref>{{Cita web |url=https://www.fsitaliane.it/content/fsitaliane/it/innovazione/tecnologie-per-i-trasporti-/le-principali-stazioni-av.html |titolo=Fsitaliane.it |accesso=20 gennaio 2018 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180121072426/https://www.fsitaliane.it/content/fsitaliane/it/innovazione/tecnologie-per-i-trasporti-/le-principali-stazioni-av.html |urlmorto=sì}}</ref>
Il passante ferroviario di Napoli, compreso in parte nel servizio ferroviario metropolitano denominato [[Linea 2 (servizio ferroviario metropolitano di Napoli)|Linea 2]], attraversa la città da est a ovest. Le stazioni principali sono [[Stazione di Napoli Campi Flegrei|Napoli Campi Flegrei]] (ovest), [[stazione di Napoli Mergellina|Napoli Mergellina]] (centro) e [[Stazione di Napoli Piazza Garibaldi|Napoli Piazza Garibaldi]] (est), interscambio con la [[Linea 1 (metropolitana di Napoli)|Linea 1]] dell'[[Azienda Napoletana Mobilità|ANM]] e con 5 linee ferroviarie suburbane dell'EAV.
Fra il 1881 e il 1961 l'estesa rete tranviaria urbana, che nel 1929 incorporò altresì le [[tranvie di Capodimonte]], era integrata dalle tranvie extraurbane gestite dalla [[Société Anonyme des Tramways Provinciaux]], che comprendeva le linee [[Tranvia Napoli-Aversa/Giugliano|Napoli-Aversa/Giugliano]], [[Tranvia Aversa-Albanova|Aversa-Albanova]], [[Tranvia Napoli-Frattamaggiore|Napoli-Frattamaggiore]] e [[Tranvia Napoli-Caivano|Napoli-Caivano]].
Ulteriori linee extraurbane, esercitate direttamente dall'azienda di trasporto urbano, erano le tranvie [[Tranvia Napoli-Portici-Torre del Greco|Napoli-Portici-Torre del Greco]] e [[Tranvia Napoli-Bagnoli-Pozzuoli|Napoli-Bagnoli-Pozzuoli]].
=== Porti ===
[[File:Cruise ship in Naples (8097207647).jpg|thumb|Il porto di Napoli]]
Il porto di Napoli, posto al centro del Mediterraneo e attivo fin dall'età classica, svolge, tra le altre, funzioni commerciali e di collegamento. L'area complessiva si estende per oltre 200000 m² e il suo fronte mare (o le sue banchine) si sviluppano per circa 20 km di lunghezza, e sotto la sua giurisdizione rientrano anche il [[porto di Castellammare di Stabia]] (con Marina di Stabia per le imbarcazioni da diporto), l'area di Bagnoli (con la relativa colmata), il porto di Mergellina ed i lidi balneari presenti a Posillipo, [[Marechiaro (Napoli)|Marechiaro]] e Bagnoli/[[Coroglio]].<ref>{{Cita web |url=https://www.qdnapoli.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1102:porto-di-napoli&catid=29&Itemid=179|titolo=IL PORTO DI NAPOLI NEL CONTESTO REGIONALE, NAZIONALE ED EUROPEO |accesso=22 aprile 2022}}</ref>
Con più di sette milioni di traffico passeggeri nel 2023<ref>{{Cita web |url=https://www.ship2shore.it/it/nel-2023-napoli-e-salerno-fanno-il-record-storico-di-passeggeri|titolo=Nel 2023 Napoli e Salerno fanno il record storico di passeggeri}}</ref> e con più di 1,7 milioni di passeggeri croceristi nel 2024 (circa 454 navi toccate)<ref>{{Cita web |url=https://www.shippingitaly.it/2024/11/21/record-di-crocieristi-a-napoli-gia-abbattutto-il-muro-di-17-milioni/#:~:text=Oggi%20lo%20stessa%20societ%C3%A0%20di,000%20passeggeri%20e%20454%20accosti.|titolo=Record di crocieristi a Napoli: già abbattuto il muro di 1,7 milioni}}</ref>, è uno dei più importanti porti mediterranei e continentali. Altri porti, come quello del Molosiglio e di Marina di [[Borgo Santa Lucia|Santa Lucia]], hanno invece una funzione esclusivamente turistica.
Da menzionare anche i due porti situati nei contigui comuni di Pozzuoli e di Portici, che servono rispettivamente la periferia occidentale ed orientale della città.<ref>{{Cita web |url=http://www.sitabus.it/porti-di-napoli-come-arrivare/ |titolo=sitabus, ''Porti di Napoli: come arrivare''}}</ref><ref>{{Cita web |url=https://www.anteprima24.it/napoli/portici-capri-trasporti/|titolo=anteprima24, ''Portici e Capri per la prima volta collegate da un traghetto: “Partenze tutti i giorni”''}}</ref>
=== Aeroporti ===
[[File:Napoli -Airport Control Tower and airplane- 2010 by-Raboe 77.jpg|thumb|Aeroporto intercontinentale di Napoli Capodichino]]
A Napoli e nei suoi dintorni vi sono tre aeroporti: l'[[Aeroporto di Napoli-Capodichino|aeroporto intercontinentale di Napoli Capodichino]], l'[[Aeroporto di Salerno-Pontecagnano|aeroporto di Salerno Costa d'Amalfi]], gestiti dalla società napoletana GESAC, e l'[[aeroporto di Grazzanise]], gestito dall'[[Aeronautica Militare (Italia)|Aeronautica Militare]].<ref>{{Cita news |url=http://www.aerohabitat.eu/news/dettaglio/archivio/2018/febbraio/article/aeroporto-napoli-grazzanise-perche-e-diventato-uno-scalo-senza-futuro/ |titolo=Aeroporto Napoli Grazzanise, perché è diventato uno scalo senza futuro? |pubblicazione=Aerohabitat |data=15 febbraio 2018 |accesso=26 novembre 2019}}</ref>
Il primo, collocato a circa {{M|4.5|u=km}} dal centro della città, con più di 12 milioni e mezzo di passeggeri nel 2024 è stato il [[Aeroporti d'Italia per traffico passeggeri|quarto aeroporto del paese]] (dopo lo scalo romano di [[Fiumicino]] e gli scali di [[Aeroporto di Milano-Malpensa|Milano - Malpensa]] e [[Aeroporto di Bergamo-Orio al Serio|Milano Bergamo]]). Il 13 giugno 2017 all'aeroporto è stato conferito il premio "Aci Europe Award" come migliore in Europa nella categoria 5-10 mln di passeggeri.<ref>{{Cita news|autore=|url=http://napoli.repubblica.it/cronaca/2017/06/14/foto/l_aeroporto_di_napoli_vine_l_aci_europe_award_ha_migliorato_la_vita_dei_passeggeri_e_promosso_il_turismo_-168068418/1/#1|titolo=L'aeroporto di Napoli vince l'ACI Europe Award: "Ha migliorato la vita dei passeggeri e promosso il turismo"|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=14 giugno 2017|accesso=5 settembre 2017}}</ref> Nel 2018, inoltre, l'aeroporto ha vinto il titolo "Fast and furious", primo nella categoria che premia lo scalo con la maggiore crescita in Europa, essendo passato dai 6.775.988 di passeggeri del 2016 agli 8.577.507 del 2017, con un incremento del 26,6%.<ref>{{Cita news|autore=VesuvioLive|url=http://www.vesuviolive.it/vesuvio-e-dintorni/notizie-di-napoli/247016-laeroporto-di-napoli-diventera-piu-grande-come-cambiera-capodichino/|titolo=L’Aeroporto di Napoli diventerà più grande: come cambierà Capodichino|pubblicazione=VesuvioLive.it|data=20 aprile 2018}}</ref> Il secondo, locato a circa 50 km dal centro della città e nato con lo scopo di supportare la crescita di Capodichino<ref>{{Cita news|autore=|url=https://www.fanpage.it/napoli/aeroporto-salerno-costa-damalfi-voli-e-destinazioni-2024-come-arrivare-allo-scalo-di-pontecagnano/|titolo=Aeroporto Salerno-Costa d’Amalfi, voli e destinazioni 2024: come arrivare allo scalo di Pontecagnano|pubblicazione=Fanpage.it|accesso=11 luglio 2024}}</ref>, data la sua impossibilità di espansione, ha visto partire i suoi primi voli l'11 luglio 2024<ref>{{Cita news|autore=|url=https://www.fanpage.it/napoli/laeroporto-di-salerno-costa-damalfi-inaugurato-oggi-partiti-i-primi-voli/|titolo=L’aeroporto di Salerno-Costa d’Amalfi inaugurato oggi: partiti i primi voli|pubblicazione=Fanpage.it|accesso=11 luglio 2024}}</ref>.
Importanti anche i due collegamenti giornalieri [[Frecciarossa]] tra la [[Stazione di Napoli Centrale|stazione centrale]] e l'[[aeroporto di Roma-Fiumicino]], in orari coincidenti con i principali voli intercontinentali, in particolare diretti negli [[Stati Uniti d'America]].<ref>{{Cita news |autore=fsnews.it|url=https://www.fsnews.it/it/focus-on/servizi/2022/6/25/vendita-collegamenti-frecciarossa-trenitalia-fiumicino-aeroporto.html|titolo=Trenitalia, nuovi treni Frecciarossa da Napoli all'aeroporto di Fiumicino|pubblicazione=fsnews.it |data=28 giugno 2022}}</ref><ref>{{Cita news |autore=ferrovie.it|url=https://www.ferrovie.it/portale/articoli/11871|titolo=Da Fiumicino Aeroporto a Napoli con il Frecciarossa|pubblicazione=ferrovie.it |data=28 giugno 2022}}</ref>
=== Mobilità urbana ===
{{vedi anche|Trasporti a Napoli|Metropolitana di Napoli}}
[[File:Napoli metropolitan railway system.jpg|thumb|Quadro generale del trasporto metropolitano e ferroviario suburbano.]]
[[File:Caf Inneo Anm Napoli.jpg|thumb|Treno metropolitano della Linea 1.]]
Napoli dispone di una capillare rete di trasporti pubblici, la cui tariffazione è gestita dal [[Consorzio UnicoCampania]], che serve l'intera area urbana e gran parte del territorio metropolitano.
Il sistema si basa principalmente su una rete metropolitana di {{M|36,4|u=km}} (due linee urbane e la linea interprovinciale [[Linea Napoli-Giugliano-Aversa|Arcobaleno]] che collega la città con il resto della conurbazione a nord) e su 4 [[Sistemi ettometrici di Napoli|funicolari]], gestite da [[ANM (Napoli)|ANM.]]<ref name="Metro Napoli">{{Cita web |url=http://www.comune.napoli.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/16510 |titolo=ANM |editore=Comune di Napoli}}</ref> A queste si aggiungono la storica Metropolitana FS, dal 1997 denominata linea 2, e le tratte ferroviarie urbane di Circumvesuviana, [[Ferrovia Circumflegrea|Circumflegrea]] e [[Ferrovia Cumana|Cumana]], gestite dall'[[Ente Autonomo Volturno|EAV]].
Oltre alla rete su ferro, sono presenti tre ascensori (Chiaia, Sanità, Acton, Ventaglieri), una rete tranviaria, un [[Metrò del Mare]] che collega il comune con le principali località marittime dell'area metropolitana e della regione, e più di 80 linee su gomma.<ref>{{Cita news|autore=|url=http://www.anm.it/index.php?option=com_content&task=view&id=2171&Itemid=65|titolo=Al via il servizio Alibus anche al Porto di Napoli|pubblicazione=ANM.it|accesso=22 aprile 2021|dataarchivio=1º maggio 2021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210501235311/http://www.anm.it/index.php?option=com_content&task=view&id=2171&Itemid=65|urlmorto=sì}}</ref> La flotta dell'ANM conta infatti oltre mille veicoli e trenta tipologie di autobus. Tale varietà è dovuta alla particolare morfologia e struttura edilizia della città di Napoli, che spesso presenta vicoli stretti e strade ripide. A tal proposito, sono state adottate soluzioni alternative, come l'introduzione di mini-bus, che riescono agevolmente ad attraversare vicoli e strade molto strette, e bus con un punto di snodo al centro, capaci di trasportare il doppio dei passeggeri senza incorrere in ostacoli dovuti all'eccessiva lunghezza del mezzo.
== Amministrazione ==
{{vedi anche|Sindaci di Napoli|Storia di Napoli#Storia amministrativa}}
[[File:Napoli-Gonfalone.png|200px|right|Gonfalone civico]]
=== Consolati ===
Nel 1796 a Napoli, capitale del Regno delle Due Sicilie, nacque la prima ambasciata americana nella penisola italiana (settima nel mondo).<ref>{{Cita news |autore=Giovanni Marino |url=http://napoli.repubblica.it/cronaca/2011/12/17/news/napoli-usa_215_anni_insieme_noi_americani_qui_come_a_casa-26770400/ |titolo=Napoli-Usa, 215 anni insieme "Noi americani, qui come a casa" |città=Napoli |editore=la Repubblica |data=17 dicembre 2011}}</ref><ref>{{Cita web |url=http://italian.naples.usconsulate.gov/eventi/215-anniversario.html |titolo=Messaggio dell'Ambasciatore David H. Thorne in occasione del 215º Anniversario delle relazioni diplomatiche tra Stati Uniti e Napoli |editore=Consolato Generale degli Stati Uniti d'America - Napoli · Italia |data=16 dicembre 2011 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20121022101646/http://italian.naples.usconsulate.gov/eventi/215-anniversario.html |urlmorto=sì}}.</ref>
La città è sede di 87 consolati.<ref>{{Cita web |url=http://www.esteri.it/mae/doc/LDC.doc |titolo=Elenco dei Consolati di Carriera e onorari esteri in Italia redatto dal Ministero degli Esteri |formato=DOC}}</ref>
=== Gemellaggi ===
Il Comune di Napoli ha siglato una serie di protocolli d'intesa con enti locali di paesi terzi tesi ad intensificare i rapporti tra le rispettive società civili e a consolidare relazioni che garantiscano lo scambio di esperienze e la reciproca conoscenza, progresso, sviluppo e benessere delle rispettive popolazioni:<ref>{{Cita web|url =https://www.comune.napoli.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/5931|titolo = Comune di Napoli/Gemellaggi|accesso = 11 dicembre 2021}}</ref>
*{{Gemellaggio|Giappone|Kagoshima}} (dal 1960)<ref>{{Cita web|url=https://www.comune.napoli.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/12708|titolo=Patto di Gemellaggio tra le Città di Napoli e Kagoshima|autore=Comune di Napoli|accesso=22 febbraio 2023}}</ref>
*{{Gemellaggio|Tunisia|Gafsa}}
*{{Gemellaggio|Romania|Sighet}}
*{{Gemellaggio|Romania|Călărași|4=Călărași (Romania)}}
*{{Gemellaggio|Ungheria|Budapest}}
*{{Gemellaggio|Serbia|Kragujevac}}
*{{Gemellaggio|Spagna|Palma di Maiorca}}
*{{Gemellaggio|Grecia|Atene}}
*{{Gemellaggio|Cuba|Santiago di Cuba}}
*{{Gemellaggio|Madagascar|Nosy Be}}
*{{Gemellaggio|Palestina|Nablus}}
*{{Gemellaggio|Stati Uniti|Naples (Florida)|2017}}
*{{Gemellaggio|Messico|Cancún}}
== Sport ==
{{Vedi anche|Sport a Napoli}}
=== Quadro generale ===
[[File:Maradona 1985.jpg|thumb|upright|[[Diego Armando Maradona]], ex calciatore argentino che ha militato nella S.S.C. Napoli dal 1984 al 1991. Considerato da molti commentatori sportivi il miglior calciatore della storia, nel 2020 gli è stato intitolato lo stadio cittadino.<ref>{{Cita news |url=http://www.corrieredellosport.it/serie_a/napoli/2010/10/30-136383/Sacchi%3A+%C2%ABMaradona+il+pi%C3%B9+grande.+Il+Milan+voleva+prenderlo%C2%BB |titolo=Sacchi: «Maradona il più grande; il Milan voleva prenderlo» |città=Napoli |editore=Corriere dello Sport |data=30 ottobre 2010 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131026005429/http://www.corrieredellosport.it/serie_a/napoli/2010/10/30-136383/Sacchi%3A+%C2%ABMaradona+il+pi%C3%B9+grande.+Il+Milan+voleva+prenderlo%C2%BB |urlmorto=sì}}</ref><ref>{{Cita news |url=http://www.areanapoli.it/varie/times-maradona-il-piu-forte-di-tutti-i-tempi_14281.html |titolo=Times: "Maradona il più forte di tutti i tempi" |editore=AreaNapoli |data=23 marzo 2010}}</ref>]]
[[File:America's Cup Napoli- 2012.jpg|thumb|Napoli ha ospitato le regate dell'[[America's Cup World Series]] nel 2012 e nel 2013. L'immagine ritrae alcuni catamarani in gara, tra i quali [[Luna Rossa (imbarcazione)|Luna Rossa]], con il Castel dell'Ovo e il Vesuvio sullo sfondo.]]
[[File:Arenadeltennisnapoli.jpg|thumb|L'Arena del Tennis in occasione della finale della [[Tennis Napoli Cup 2022]]]]
==== Maggiori società sportive di Napoli ====
* Calcio maschile:
:[[Società Sportiva Calcio Napoli|S.S.C. Napoli]], militante in [[Serie A]]
* Calcio femminile:
:[[Napoli Women]], militante nella [[Serie A (calcio femminile)|Serie A]]
* Calcio a 5 maschile:
:[[Napoli Futsal]], militante in [[Serie A (calcio a 5)|Serie A]]
* Calcio a 5 femminile:
:[[Woman Napoli Calcio a 5]], militante nella [[Serie B (calcio femminile)|serie B]]
* Beach soccer:
:[[Napoli Beach Soccer]], militante in [[Campionato italiano di beach soccer|Serie A]]
* Pallacanestro maschile:
:[[Napoli Basket (2016)|S.S. Napoli Basket]], militante in [[Serie A (pallacanestro maschile)|Lega Basket Serie A]]
* Pallanuoto maschile:
:[[Circolo Nautico Posillipo]], militante in [[Serie A1 (pallanuoto maschile)|Serie A1]]
:[[Circolo Canottieri Napoli]], militante in [[Serie A2 (pallanuoto maschile)|Serie A2]]
:[[Acquachiara ATI 2000]], militante in Serie A2
:[[Rari Nantes Napoli]], militante in [[Serie C (pallanuoto maschile)|Serie C]]
* Pallanuoto femminile:
:Acquachiara ATI 2000, militante nella [[Serie B (pallanuoto femminile)|Serie B]]
:A.S.D. Napoli Lions, militante nella [[Serie A2 (pallanuoto femminile)|Serie A2]]
* Pallavolo maschile:
:S.S.D. Team Volley Napoli, militante in [[Serie A3 (pallavolo)|Serie A3]]
* Rugby Maschile:
:[[Partenope Rugby]], militante in [[Serie C (rugby a 15)|Serie C1]]
:Amatori Napoli, militante in [[Serie A (rugby a 15)|Serie A]]
* Rugby femminile:
:A.S.D. Neapolis Campania Felix, militante nella [[Serie A 2017-2018 (rugby a 15 femminile)|Serie A]]
* Football americano
:[[Briganti 82 Napoli]], militante nel [[Campionato italiano football a 9|9FL - Nine Footbal League]]
* Vela:
:[[Reale Yacht Club Canottieri Savoia]]
:[[Circolo del Remo e della Vela Italia]]
==== Impianti sportivi principali ====
* [[Stadio Diego Armando Maradona (Napoli)|Stadio Diego Armando Maradona]] (ex stadio San Paolo)
* [[Stadio Arturo Collana]]
* [[Stadio Militare dell'Arenaccia]]
* [[Piscina Felice Scandone]]
* [[PalaBarbuto]]
* [[PalaVesuvio]]
* [[Ippodromo di Agnano]]
* [[Accademia nazionale di scherma]]
* Impianti sportivi dell'Università degli Studi di Napoli Federico II
* [[Stadio ex NATO]]
==
=== Annotazioni ===
<references group="N"/>
===
<References />
==
=== Testi storici ===
* {{Cita libro |autore=[[Antonio Maria Lorgna]] |titolo=Memorie di matematica e fisica della Società italiana |anno=1788 |editore=Dionigi Ramanzini |città=Verona |volume=VIII |cid=Lorgna |ISBN=no}}
* {{Cita libro |autore=Benedetto Croce |titolo=Saggi Sulla Letteratura Italiana Del Seicento |url=https://archive.org/details/saggisullaletter00crocuoft |anno=1911 |editore=Laterza |città=Bari |cid=Croce |ISBN=no}}
* {{Cita libro |autore=Benedetto Croce |autore2=Giuseppe Galasso |titolo=Storia del Regno di Napoli |anno=1992 |editore=Adelphi |città=Milano |cid=Croce e Galasso |ISBN=no}}
* {{Cita libro |autore=[[Carlo Celano]] |titolo=Notizie del bello, dell'antico e del curioso della città di Napoli |anno=1860 |editore=De Pascale Editore |cid=Celano |ISBN=no}}
* {{Cita libro |autore=[[Charles de Brosses]] |titolo=Lettres familières écrites d'Italie en 1739 & [et] 1740 |ed=3 |anno=1869 |editore=P. Didier |città=Parigi |cid=de Brosses |ISBN=no}}
* {{Cita libro |autore=[[Emilio Amedeo De Tipaldo]] |titolo=Biografia degli Italiani illustri nelle scienze: lettere e arti del secolo XVIII. e de'contemporanei compilata da letterati Italiani di ogni provincia |anno=1834 |volume=1 |cid=EDT |ISBN=no}}
* {{Cita libro |autore=[[Francesco Ceva Grimaldi]] |titolo=Della città di Napoli dal tempo della sua fondazione sino al presente: memorie storiche |anno=1857 |editore=Stamperia e calcografia |cid=FCG |ISBN=no}}
* {{Cita libro |autore=[[Francesco Florimo]] |titolo=Cenno storico sulla scuola musicale de Napoli |anno=1869 |editore=Tip. di L. Rocco |volume=1 |cid=FFFF |ISBN=no}}
* {{Cita libro |autore=[[Gaetano Salvemini]] |titolo=Scritti sulla questione meridionale, 1896-1955 |anno=1955 |editore=Einaudi |cid=SGS |ISBN=no}}
* {{Cita libro |autore=[[Maximilien Misson]] |titolo=Nouveau voyage d'Italie |anno=1743 |lingua=fr |volume=2 |cid=MMMM |ISBN=no}}
* {{Cita libro |autore=[[Publio Virgilio Marone]] |titolo=Tutte le opere |anno=1989 |editore=Sansoni Editore |città=Firenze |cid=PVM |ISBN=no}}
=== Storia ===
* {{Cita libro |titolo=Il Mezzogiorno dai Bizantini a Federico II |anno=1983 |editore=UTET |città=Torino |volume=3 |cid=FLLQ |ISBN=no}}
* {{Cita libro |autore= Convegno di studi sulla Magna Grecia (15°; 1975, Taranto)|titolo=La Magna Grecia nell’età romana. Atti del quindicesimo Convegno di studi sulla Magna Grecia: Taranto, 5-10 ottobre 1975.|città=Napoli |editore=Arte Tipografica|anno=1976 |cid=Convegno di studi sulla Magna Grecia, 15°; 1975, Taranto}}
* {{Cita libro |autore=Daniela Giampaola ed [[Emanuele Greco]] |titolo=Napoli prima di Napoli. Mito e fondazioni della città di Partenope |città=Roma |editore=[[Salerno Editrice|Salerno]] |anno=2022 |sbn=NAP0938025|cid=Giampaola, Greco}}
* {{Cita libro |autore=Teresa Tauro|titolo=Napoli greca. Alla scoperta della Città Antica|editore=Intra Moenia|città=Napoli|anno=2023 |cid=Tauro}}
* {{Cita libro |autore=Alfredo D'Ambrosio |titolo=Storia di Napoli dalle origini ad oggi |anno=1993 |editore=Edizioni Nuova E.V. |cid=D'Ambrosio |ISBN=no}}
* {{Cita libro |autore=Antonio Gamboni |autore2=Paolo Neri |titolo=Napoli-Portici: la prima ferrovia d'Italia, 1839 |anno=1987 |editore=Edizioni Fiorentino |città=Napoli |cid=Gamboni e Neri |ISBN=no}}
* {{Cita libro |autore=Mario Lombardo e Flavia Frisone |titolo=Colonie di colonie. Le fondazioni sub-coloniali greche tra colonizzazione e colonialismo. Atti del Convegno Internazionale di studi (Lecce, 22-24 giugno 2006) |editore=Congedo Edit. |città=Galatina (Lecce) |anno=2010 |ISBN=978-88-8086-699-2|cid=Lombardo, Frisone}}
* {{Cita libro |curatore=William V. Harris ed Elio Lo Cascio |titolo=Noctes Campanae. Studi di storia antica e archeologia dell'Italia preromana e romana in memoria di M.W. Frederiksen |editore=Luciano Edit. |città=Napoli |anno=2005 |isbn=88-88141-97-9|cid=Harris, Lo Cascio}}
* {{Cita libro |autore=Gennaro De Crescenzo |titolo=Le industrie del Regno di Napoli: in appendice 50 primati del regno |anno=2002 |editore=Grimaldi |cid=GDC |ISBN=no}}
* {{Cita libro |autore=Mario Forgione |titolo=Napoli ducale |anno=1997 |editore=Newton & Compton |città=Roma |cid=MFA |ISBN=88-8183-681-5}}
* {{Cita libro |autore=[[Stefano Zuffi]] |titolo=Grande atlante del Rinascimento |anno=2007 |editore=Electa |città=Milano |cid=SZ |ISBN=978-88-370-4898-3}}
===
* {{Cita libro |autore=Nicola Spinosa |titolo=Le porcellane di Capodimonte |editore=Rusconi |città=Milano |cid=NSanno=1983 |ISBN=no}}
* {{Cita libro |autore=Renato Ruotolo |titolo=La Scuola di Posillipo |anno=2002 |editore=Franco Di Mauro Edizioni |città=Napoli |cid=RRRA |ISBN=88-87365-26-1}}
=== Architettura ===
* {{Cita libro |autore=Robin Middleton |autore2=David Watkin |titolo=Architettura dell'Ottocento |anno=1977 |editore=Mondadori |cid=RMDW |ISBN=no}}
* {{Cita libro |autore=Giovanni Liccardo |titolo=Le catacombe di Napoli |anno=1995 |editore=Newton & Compton |città=Roma |cid=GLAAA |ISBN=88-8183-175-9}}
* {{Cita libro |autore=Giovanni Ruggiero |titolo=I castelli di Napoli |anno=1995 |editore=Newton & Compton |città=Roma |cid=GRRRR |ISBN=88-7983-760-5}}
* {{Cita libro |autore=Massimo Rosi |titolo=Napoli entro e fuori le mura |anno=2004 |editore=Newton & Compton |città=Roma |pp=22, 30, 33, 35, 44, 107, 117, 125, 132 |cid=MR |ISBN=88-541-0104-4}}
* {{Cita libro |autore=Antonio Lazzarini |titolo=Splendori e decadenza di cento chiese napoletane |anno=2006 |editore=Gabbiani Sopra il Mare |cid=ALAL |ISBN=88-902156-2-3}}
* {{Cita libro |autore=Ugo Carughi |titolo=Palazzi di Napoli |anno=1999 |editore=Arsenale Editrice |cid=Carughi |ISBN=88-7743-219-5}}
* {{Cita libro |autore=Giovanni Vitolo |autore2=Leonardo Di Mauro |titolo=Storia illustrata di Napoli |anno=2006 |editore=Pacini |ISBN=88-7781-798-4}}
* {{Cita libro |autore=Cesare de Seta |titolo=Napoli. Dalle origini all'Ottocento - Aggiornamento bibliografico a cura di Massimo Visone |anno=2016 |editore=Arte'm |ISBN=978-88-569-0506-9}}
===
* {{Cita libro |autore=Franco Mancini |titolo=Il teatro San Carlo 1737-1987 |anno=1991 |editore=Electa |ISBN=no}}
* {{Cita libro |autore=Pasquale Scialò |titolo=La canzone napoletana |anno=1998 |editore=Newton & Compton |cid=PSCIALO |ISBN=no}}
* {{Cita libro |autore=Pasquale Scialò |titolo=Mozart a Napoli |anno=1995 |editore=Alfredo Guida Editore |città=Napoli |cid=PASDASDKL |ISBN=no}}
* {{Cita libro |autore=Vittorio Viviani |titolo=Storia del Teatro Napoletano |ed=2 |anno=1992 |editore=Guida Editore |città=Napoli |cid=Viviani |ISBN=978-88-7835-156-1}}
=== Etnologia, etnografia, folclore ===
* {{Cita libro |autore=Amalia Signorelli |titolo=Cultura popolare a Napoli e in Campania nel Novecento |anno=2003 |editore=Guida Editore |cid=ASSS |ISBN=978-88-7188-643-5}}
* {{Cita libro |autore=Marisa Piccoli Catello |titolo=Il Presepe Napoletano |anno=2005 |editore=Guida Editore |città=Napoli |cid=MPC |ISBN=88-7188-945-2}}
* {{Cita libro |autore=Renato Ribaud |titolo=Tradizioni popolari napoletane |anno=1982 |editore=Gallina Editore |cid=RRR |ISBN=978-88-87350-59-3}}
=== Scienze ===
* {{Cita libro |autore=Elio Palombi |titolo=Mario Pagano e la scienza penalistica del secolo XIX |ed=2 |anno=1989 |editore=Giannini |cid=EPGP |ISBN=88-7104-091-0}}
* {{Cita libro |autore=Massimo Capaccioli |autore2=Giuseppe Longo |autore3=Emilia Olostro Cirella |titolo=L'astronomia a Napoli dal Settecento ai giorni nostri. Storia di un'altra occasione perduta |anno=2009 |editore=Guida |cid=MCGLEOC |ISBN=88-6042-827-0}}
* {{Cita libro |autore=[[Renato De Fusco]] |titolo=Il floreale a Napoli |url=https://archive.org/details/ilflorealenapoli0000defu |ed=2 |anno=1989 |editore=[[Edizioni Scientifiche Italiane]] |città=Napoli |cid=RDF |ISBN=88-7104-528-9}}
* {{Cita testo |autore=P. Nicotera |titolo=Il sottosuolo di Napoli |tipo=Relazione della commissione di studio |capitolo=La costituzione |editore=Comune di Napoli |url=http://www.napoliunderground.org/files/IlSottosuoloDiNapoli-1967/IlSottosuoloDiNapoli.pdf |formato=PDF |cid=Nicotera e Lucira 1967 |accesso=4 settembre 2012 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180129141611/http://www.napoliunderground.org/files/IlSottosuoloDiNapoli-1967/IlSottosuoloDiNapoli.pdf |urlmorto=sì |Nicotera e Lucira 1967 |anno=1967 |autore2=P. Lucira}}
=== Varie ===
* {{Cita libro |titolo=Napoli e dintorni |anno=2005 |editore=Touring Editore |città=Milano |cid=touring |ISBN=no}}
* {{Cita libro |autore=Alessandro Savorelli |titolo=L'origine dello stemma di Napoli tra arte, storia e mito |anno=1999 |editore=Napoli nobilissima |volume=XXXVIII |cid=ASSS |ISBN=no}}
* {{Cita libro |autore=Enzo Striano |titolo=Il resto di niente |anno=1996 |editore=Loffredo Editore |città=Salerno |cid=ESILDN |ISBN=88-8096-422-4}}
* {{Cita libro |autore=Franco Elpidio Pezone |titolo=Atella. Nuovi contributi alla conoscenza della città e delle sue "fabulae" |anno=1979 |editore=Istituto di Studi Atellani |cid=FEP |ISBN=no}}
* {{Cita libro |autore=Gianni De Bury |titolo=Frijenno magnanno |anno=1990 |editore=Di Mauro Franco Edizioni |cid=GDBA |ISBN=88-85263-00-3}}
* {{Cita libro |autore=Massimiliano Boccolini |titolo=L'Islam a Napoli. Chi sono e cosa fanno i musulmani all'ombra del Vesuvio |anno=2002 |editore=Intra Moenia |città=Napoli |cid=MHB |ISBN=88-7421-007-8}}
== Voci correlate ==
{{Div col}}
* [[Area metropolitana di Napoli]]
* [[Borbone di Napoli]]
* [[Canzone napoletana]]
* [[Certosa di San Martino]]
* [[Centro storico di Napoli]]
* [[Comuni d'Italia per popolazione]]
* [[Ducato di Napoli]]
* [[Illuminismo in Italia]]
* [[Magna Grecia]]
* [[Partenope (città antica)]]
* [[Pizza napoletana]]
* [[Porcellana di Capodimonte]]
* [[Presepe napoletano]]
* [[Regno delle Due Sicilie]]
* [[Regno di Napoli]]
* [[San Gennaro]]
* [[Scuola musicale napoletana]]
* [[Storia di Napoli]]
* [[Teatro napoletano]]
* [[Università degli Studi di Napoli Federico II]]
* [[Vesuvio]]
{{Div col end}}
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== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
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