Albert Einstein: differenze tra le versioni

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{{nota disambiguand|altre personalità o entità|[[Einstein (disambigua)]]|Einstein}}
{{quote|Non ho particolari talenti, sono solo appassionatamente curioso.|da una lettera a Carl Seeling, [[11 marzo]] [[1952]]}}
 
{{Bio
|Nome = Albert
|Cognome = Einstein
|PreData = pronuncia italiana {{IPA|[ˈalbert ˈainstain]}}<ref>{{Dipi|Einstein}}<br />Meno consigliata la pronuncia intenzionale {{IPA|[ˈainʃtain]}}.</ref>; tedesca {{IPA|[ˈalbɛɐ̯t ˈaɪnʃtaɪn]}}
|Sesso = M
|LuogoNascita = UlmUlma
|GiornoMeseNascita = 14 marzo
|AnnoNascita = 1879
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|GiornoMeseMorte = 18 aprile
|AnnoMorte = 1955
|Attività = fisico
|Epoca = 1900
|Attività = fisico
|Nazionalità = tedesco
|NazionalitàNaturalizzato = svizzero
|PostNazionalità = &nbsp;naturalizzato [[Svizzera|svizzero]], e in seguito [[USA|statunitense]]
|PostNazionalità = e [[Cittadinanza statunitense|statunitense]]
|Immagine = Albert Einstein 1947.jpg
|Immagine = Albert Einstein Head.jpg
|Premio1 = Nobel
|Didascalia = Albert Einstein nel 1947
|Specialità1 = fisica
|Didascalia2 = {{Premio|Nobel|fisica|1921|x}}
|AnnoPremio1 = 1921
}}
[[File:Albert Einstein signature.svg|min|Firma di Albert Einstein]]
 
Considerato il più importante fisico del [[XX secolo]] e in generale uno dei più importanti studiosi e pensatori del XX secolo, è conosciuto al grande pubblico per la formula dell'equivalenza massa-energia, ''[[E=mc²]]''<ref>Einstein non sostenne tuttavia l'uso del concetto di [[massa relativistica]], oggi considerato obsoleto, preferendo definire l'equivalenza massa-energia rispetto alla massa a riposo: ''E<sub>0</sub> = m<sub>0</sub> c<sup>2</sup>''. Si vedano le voci [[E=mc²#Massa invariante|Massa invariante]] e [[Massa relativistica]].</ref>, definita "l'equazione più famosa al mondo",<ref>{{Cita libro|autore=David Bodanis|titolo=E&nbsp;=&nbsp;mc<sup>2</sup>: A Biography of the World's Most Famous Equation|anno=2000|editore=Walker|città=New York}}</ref> per la [[relatività ristretta]] (1905), la [[relatività generale]] (1916) e molti altri suoi lavori, che ebbero una forte influenza anche sulla [[filosofia della scienza]].<ref>{{Cita pubblicazione|data=2014|titolo=Einstein's Philosophy of Science|editore=The Metaphysics Research Lab, Center for the Study of Language and Information (CSLI), Stanford University|accesso=4 febbraio 2015|url=http://plato.stanford.edu/entries/einstein-philscience/#IntWasEinEpiOpp|sito=Stanford Encyclopedia of Philosophy|curatore=Don A. Howard|annooriginale=11 febbraio 2004|dataarchivio=13 aprile 2021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210413170244/https://plato.stanford.edu/entries/einstein-philscience/#IntWasEinEpiOpp|urlmorto=no}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|autore=Don A. Howard|data=dicembre 2005|titolo=Albert Einstein as a Philosopher of Science|rivista=Physics Today|volume=58|numero=12|pp=34-40|accesso=2 giugno 2019|doi=10.1063/1.2169442|bibcode=2005PhT....58l..34H|url=http://www3.nd.edu/~dhoward1/vol58no12p34_40.pdf|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150828054601/http://www3.nd.edu/~dhoward1/vol58no12p34_40.pdf|dataarchivio=28 agosto 2015|urlmorto=no|issn=0031-9228|via=University of Notre Dame, Notre Dame, Indiana, pagina personale dell'autore}}</ref> Nel 1921 ricevette il [[premio Nobel per la fisica]] «''per i contributi alla [[fisica teorica]], in particolare per la scoperta della legge dell'[[effetto fotoelettrico]]''».<ref name="Nobel Prize">{{Cita web|url=https://www.nobelprize.org/nobel_prizes/physics/laureates/1921/|titolo=The Nobel Prize in Physics 1921|accesso=27 ottobre 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180703190346/https://www.nobelprize.org/nobel_prizes/physics/laureates/1921/|dataarchivio=3 luglio 2018|urlmorto=no}}</ref> La [[teoria della relatività]], insieme alla [[meccanica quantistica]],<ref name="frs">{{Cita pubblicazione|autore=Edmund Taylor Whittaker |data=1 novembre 1955|titolo=Albert Einstein. 1879–1955|rivista=[[Biographical Memoirs of Fellows of the Royal Society]]|volume=1 |pp=37-67|lingua=en|doi=10.1098/rsbm.1955.0005|jstor=769242}}</ref><ref name="YangHamilton2010">{{Cita libro|autore2=Joseph H. Hamilton|titolo=Modern Atomic and Nuclear Physics|data=2010|editore=World Scientific|isbn=978-981-4277-16-7|autore1=Fujia Yang}}</ref> è ancor oggi uno dei pilastri della [[fisica moderna]].
La grandezza di Einstein è stata nell'aver mutato per sempre, a soli 26 anni, il modello istituzionale di interpretazione del mondo fisico: nel [[1905]], l'anno ricordato come ''annus mirabilis'', Einstein pubblica tre articoli a contenuto fortemente innovativo, riguardanti tre aree differenti della fisica:
*introduce il concetto corpuscolare di [[quanto]] di luce;
*fornisce una valutazione quantitativa e l'ipotesi di aleatorietà del [[moto browniano]];
*espone la teoria della relatività ristretta, che precede di qualche tempo quella della relatività generale.
 
Nato a [[Ulma]] nel 1879 da una benestante famiglia [[Ebrei|ebraica]], si trasferì con essa in [[Svizzera]] nel 1895, rinunciando alla cittadinanza tedesca l'anno successivo. Sempre nel 1896 conseguì il diploma superiore e nell'ottobre dello stesso anno fu ammesso al corso di matematica e fisica del [[Politecnico di Zurigo]], da cui si laureò nel 1900. Dopo essere stato [[apolide]] per più di cinque anni, nel 1901 assunse la [[cittadinanza svizzera]], che mantenne per il resto della sua vita. Nel 1914 fu eletto all'[[Accademia Reale Prussiana delle Scienze]] e nominato professore di fisica teorica, nonché direttore dell'Istituto di Fisica dell'[[Università Humboldt di Berlino]], dove rimase fino al 1933.
Nel [[1921]] ricevette il [[Premio Nobel]] per la [[Fisica]] "per i suoi contributi alla fisica teorica e specialmente per la sua scoperta della legge dell'effetto fotoelettrico"<ref>{{cite web|url=http://nobelprize.org/nobel_prizes/physics/laureates/1921/|title=The Nobel Prize in Physics 1921|accessdate=2007-03-06|author=Nobel Foundation|authorlink=Nobel Foundation}}</ref> e la sua fama dilagò in tutto il mondo: era un successo insolito per uno scienziato e, durante gli ultimi anni della sua vita, la fama di Einstein non fece che aumentare, superando quella di qualunque altro scienziato della storia. Nella cultura popolare, il suo nome divenne ben presto [[Sinonimia|sinonimo]] di intelligenza e di grande genio.
 
Nel 1905, ricordato come ''[[annus mirabilis]],'' all'età di 26 anni Einstein pubblicò [[Annus Mirabilis Papers|quattro articoli dal contenuto fortemente innovativo]]. In essi si trattano l'effetto fotoelettrico e il [[moto browniano]], è introdotta la [[relatività speciale]] e, a condizione che essa sia corretta, è dimostrata l'equivalenza massa-energia. Einstein nel 1909 identificò per primo il [[dualismo onda-particella]], che caratterizzerà tutto il successivo sviluppo della [[meccanica quantistica]]. Nel 1916 pubblicò un primo articolo sulla [[relatività generale]], contenente la sua teoria della gravitazione; in questo articolo previde, tra l'altro, l'esistenza delle [[onde gravitazionali]], [[Prima osservazione di onde gravitazionali|osservate per la prima volta]] esattamente un secolo dopo. Nel 1917 applicò la teoria della relatività generale alla struttura dell'[[universo]] e teorizzò i fenomeni di [[emissione spontanea]] e [[Emissione stimolata|stimolata]], la quale è il presupposto teorico per i dispositivi [[laser]] e [[maser]]. Nel 1924 estese agli [[atomi]] i risultati della statistica quantistica introdotta nel 1920 da [[Satyendra Nath Bose]] per i [[fotone|fotoni]], formulando la cosiddetta [[statistica di Bose-Einstein]].
Oltre a essere uno dei più celebri fisici della storia della [[scienza]], fu un grande pensatore e attivista in molti altri ambiti (dalla [[filosofia]] alla [[politica]]). Per il suo complesso apporto alle scienze e alla fisica in particolare è indicato come uno dei più importanti studiosi e pensatori del [[XX secolo]].
 
Nel 1933, mentre Einstein era in visita negli Stati Uniti, [[Adolf Hitler]] salì al potere. A causa delle sue origini, Einstein non fece più ritorno in Germania,<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Thomas Levenson|data=9 giugno 2017|titolo=The Scientist and the Fascist|rivista=The Atlantic|accesso=2 giugno 2019|url=https://www.theatlantic.com/science/archive/2017/06/einstein-germany-and-the-bomb/528534/|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190512133141/https://www.theatlantic.com/science/archive/2017/06/einstein-germany-and-the-bomb/528534/|dataarchivio=12 maggio 2019|urlmorto=no}}</ref> stabilendosi negli Stati Uniti e diventando cittadino statunitense nel 1940.<ref name="BoyerDubofsky2001">{{Cita libro|autore2=Melvyn Dubofsky|titolo=The Oxford Companion to United States History|url=https://books.google.com/books?id=SgtyKzBes6QC&pg=PA218|accesso=2 giugno 2019|data=2001|editore=Oxford University Press|p=218|isbn=978-0-19-508209-8|autore1=Paul S. Boyer|dataarchivio=2 agosto 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200802043636/https://books.google.com/books?id=SgtyKzBes6QC&pg=PA218|urlmorto=no}}</ref> Alla vigilia della [[seconda guerra mondiale]], inviò una [[Lettera Einstein-Szilárd|lettera al presidente Roosevelt]] nella quale lo avvisava del possibile sviluppo da parte della Germania di "bombe di un nuovo tipo estremamente potenti" e suggeriva agli Stati Uniti di cominciare a lavorare su ricerche di questo tipo.
La sua immagine rimane a tutt'oggi una delle più conosciute al mondo. Questa popolarità ha inoltre portato ad uso molto diffuso della sua immagine nel mondo della pubblicità, giungendo persino alla registrazione di "Albert Einstein" come marchio.
 
Nel 1935 introdusse con [[Boris Podolsky]] e [[Nathan Rosen]] il [[paradosso di Einstein-Podolsky-Rosen]] sull'[[entanglement quantistico]], che ha aperto un filone di ricerca sull'[[interpretazione della meccanica quantistica]] e sulle sue applicazioni; negli ultimi anni di vita tentò invano di unificare la [[gravità]] e l'[[elettromagnetismo]], [[forze fondamentali]] descritte dalle due teorie ch'egli considerava esemplari, e si oppose all'impostazione probabilistica della teoria quantistica, sostenendo che «''Dio non gioca ai dadi''»<ref name=":1" />.
==Biografia==
===Gioventù e studi liceali===
 
La rivista [[Time]] lo ha nominato "''uomo del secolo''" ("''person of the century''") nel dicembre 1999, dedicandogli l'ultima copertina del XX secolo,<ref>{{Cita web|url=https://time.com/vault/issue/1999-12-31/page/1/|titolo=Person of the Century: Albert Einstein|sito=TIME.com|accesso=01 marzo 2025}}</ref> e i suoi traguardi intellettuali e la sua originalità hanno reso il termine "Einstein" sinonimo di "genio".<ref name="wordnetweb.princeton.edu">{{Cita web|url=http://wordnetweb.princeton.edu/perl/webwn?s=Einstein|titolo=Result of WordNet Search for Einstein|editore=The Trustees of Princeton University|accesso=2 giugno 2019 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150828054753/http://wordnetweb.princeton.edu/perl/webwn?s=Einstein|urlmorto=no}}</ref> [[Eugene Wigner]] scrisse di lui:<ref>{{Cita libro|autore=Eugene Paul Wigner|autore2=Andrew Szanton|titolo=The Recollections of Eugene P. Wigner|anno=2013|editore=Springer|p=170}}</ref>
Albert Einstein nacque a [[Ulma]] nel [[Württemberg]], in [[Germania]]; 100 [[chilometro|km]] a [[est]] di [[Stoccarda]]. I suoi genitori erano Hermann Einstein, proprietario di una piccola azienda che produceva macchinari elettrici, e Pauline Koch. Si sposarono a Stuttgart-Bad Cannstatt. La famiglia era [[religione ebraica|ebrea]] (non-osservante). Albert frequentò una scuola elementare [[chiesa cattolica|cattolica]] e, su insistenza della madre, gli furono impartite lezioni di [[violino]].
{{Citazione|La comprensione di Einstein fu più profonda persino di quella di [[John von Neumann|Jancsi von Neumann]]. La sua mente era sia più acuta sia più originale di quella di von Neumann. E questa è un'affermazione molto notevole.|[[Eugene Wigner]]|Einstein's understanding was deeper even than Jancsi von Neumann's. His mind was both more penetrating and more original than von Neumann's. And that is a very remarkable statement.|lingua=en}}
 
== Biografia ==
All'età di cinque anni, suo padre gli mostrò una [[bussola]] tascabile, e Einstein realizzò che qualcosa nello spazio "vuoto" agiva sull'ago spostandolo in direzione del [[nord]]; descriverà in seguito quest'esperienza come una delle più rivelatorie della sua vita. Benché abbia sviluppato modelli e dispositivi meccanici per divertimento, il suo ingresso nel mondo della scienza ufficiale avvenne abbastanza tardi, forse a causa della [[dislessia]] o della semplice timidezza. Più tardi egli stesso attribuì lo sviluppo della teoria della relatività a questa sua lentezza, dicendo che pensando allo spazio e al tempo più tardi della maggior parte dei bambini, fu in grado di applicarvi uno sviluppo intellettuale maggiore. Un'altra, più recente, teoria riguardo il suo sviluppo mentale è che soffrisse della [[sindrome di Asperger]], una condizione simile all'[[autismo]].
 
{{nota
=== Famiglia, gioventù e studi superiori ===
{{Vedi anche|Einstein (famiglia)}}
{{Approfondimento
|titolo=Einstein studente
|contenuto=
{{cit|Albert [...] per quanto desse ai familiari segni di ingegno precoce, non si distinse a scuola. Giunto alle scuole medie, trovò disgustoso il sistema di insegnamento tedesco ed entrò in conflitto coi professori che da parte loro lo maltrattavano. [...] Rovesci di fortuna fecero emigrare la famiglia a Milano e Einstein, lasciato a Monaco a finire i suoi studi, si dette per malato e raggiunse i suoi in Italia. [...] Poi cercò di essere ammesso al Politecnico di Zurigo, ma non avendo la regolare licenza media fu rifiutato e non riuscì nemmeno a superare gli esami di ammissione, per quanto eccellesse in matematica e fisica. Andò allora per un anno a fare studi di riparazione al Gymnasium di Aarau [...] Finalmente, entrato al Politecnico di Zurigo, ...|[[Emilio Segrè]], ''Personaggi e scoperte nella fisica contemporanea'', Edizioni scientifiche e tecniche (EST) Mondadori, 1997. ISSN 0303-2752}}
<center>'''Disavventure scolastiche, secondo E. Segrè'''
</center>''"Albert [...] per quanto desse ai familiari segni di ingegno precoce, non si distinse a scuola. Giunto alle scuole medie, trovò disgustoso il sistema di insegnamento tedesco, e entrò in conflitto coi professori che da parte loro lo maltrattavano. [...] Rovesci di fortuna fecero emigrare la famiglia a Milano e Einstein, lasciato a Monaco a finire i suoi studi, si dette per malato e raggiunse i suoi in Italia. [...] Poi cercò di essere ammesso al Politecnico di Zurigo, ma non avendo la regolare licenza media fu rifiutato e non riuscì nemmeno a superare gli esami di ammissione, per quanto eccellesse in matematica e fisica. Andò allora per un anno a fare studi di riparazione al Gymnasium di Aarau [...] Finalmente, entrato al Politecnico di Zurigo, ..."''<br/>[[Emilio Segrè]], ''Personaggi e scoperte nella fisica contemporanea'', Edizioni scientifiche e tecniche (EST) Mondadori, 1997. ISSN 0303-2752
}}
[[File:ETH-BIB-Einstein, Albert (1879-1955), Winteler-Einstein, Maja (1881-1951)-Portrait-Portr 03143-A.tif|min|verticale|sinistra|Einstein bambino con sua sorella Maja]]
La circostanza che il suo profitto in matematica fosse scarso è contestata (v. a lato [[Emilio Segrè]]). Nell'agosto 1886 infatti Pauline riferì alla madre l'ottimo profitto scolastico: "Ieri Albert ha ricevuto la pagella, che era brillante; è di nuovo il primo della classe"<ref>Pauline Einstein, lettera a Jette Koch, 1 agosto 1886. Riportata su ''Sottile è il signore... La scienza e la vita di Albert Einstein'' di [[Abraham Pais]], p53</ref>. Einstein cominciò a studiare [[matematica]] insieme a un amico di famiglia, Max Talmud,<ref name=HarvChemAE>Dudley Herschbach, "Einstein as a Student," Department of Chemistry and Chemical Biology, Harvard University, Cambridge, MA, USA, page 3, web: [http://www.chem.harvard.edu/herschbach/Einstein_Student.pdf HarvardChem-Einstein-PDF]</ref> che gli procurò testi scientifici come gli [[Elementi (Euclide)|Elementi]] di [[Euclide]] ma anche filosofici come la [[Critica della ragion pura]] di [[Kant]]. All'età di dieci anni iniziò a frequentare il ''Luitpold Gymnasium'' ma si rivelò ben presto insofferente al rigido ambiente scolastico, seppur riportando comunque buoni voti sia in matematica che in latino<ref>Ph. Hausel ''München Merkur'', 14 marzo 1979. Riportata su ''Sottile è il signore... La scienza e la vita di Albert Einstein'' di Abraham Pais, p54</ref>.
[[File:Albert Einstein as a child.jpg|min|sinistra|Einstein a 14 anni]]
 
Albert Einstein nacque a [[Ulma]] il 14 marzo del 1879 da una benestante famiglia [[Ebrei|ebraica]], figlio di [[Hermann Einstein]], proprietario di una piccola azienda che produceva macchinari elettrici, e di Pauline Koch. Frequentò una scuola elementare cattolica e, su insistenza della madre, gli furono impartite lezioni di violino. All'età di cinque anni il padre gli mostrò una [[bussola]] tascabile ed Einstein si rese conto che qualcosa nello spazio "vuoto" agiva sull'ago spostandolo in direzione del nord; avrebbe descritto in seguito quest'esperienza come una delle più rivelatrici della sua vita.
 
La supposizione<ref>di [[Emilio Segrè]]. Vedi approfondimento a lato.</ref> che il suo profitto in matematica fosse scarso è sbagliata, basata anche sul fatto che nel sistema scolastico svizzero le votazioni adottano una scala da 1 a 6.<ref>{{Cita news |url=https://www.gravita-zero.org/2020/06/la-pagella-di-albert-einstein.html?m=1 |titolo=La pagella di Albert Einstein |data=30 giugno 2020 |pubblicazione=Gravità zero |accesso=4 luglio 2020 |dataarchivio=4 luglio 2020 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200704092119/https://www.gravita-zero.org/2020/06/la-pagella-di-albert-einstein.html?m=1 |urlmorto=no }}</ref> Nell'agosto del 1886 la madre riferì a un'amica l'ottimo profitto scolastico del figlio: «Ieri Albert ha ricevuto la pagella, è nuovamente il primo della classe».<ref>Pauline Einstein, lettera a Jette Koch, 1º agosto 1886. Riportata su ''Sottile è il signore... La scienza e la vita di Albert Einstein'' di [[Abraham Pais]], p. 53</ref> All'età di dieci anni iniziò a frequentare il ''Luitpold Gymnasium'' di [[Monaco di Baviera]], ma si rivelò ben presto insofferente al rigido ambiente scolastico tedesco, pur riportando buoni voti in matematica e in [[Lingua latina|latino]],<ref>Ph. Hausel ''München Merkur'', 14 marzo 1979. Riportata su ''Sottile è il signore... La scienza e la vita di Albert Einstein'' di Abraham Pais, p54</ref> e abbandonò il ginnasio a seguito del trasferimento della famiglia in Italia.
 
Einstein cominciò a studiare [[matematica]] insieme a Max Talmud,<ref name=HarvChemAE>{{cita web|autore=[[Dudley Herschbach]]|url=http://www.chem.harvard.edu/herschbach/Einstein_Student.pdf HarvardChem-Einstein-PDF|titolo=Einstein as a Student|accesso=22 gennaio 2013|formato=PDF|lingua=en|editore=Department of Chemistry and Chemical Biology, [[Harvard University]] |p=3 |urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090226002142/http://www.chem.harvard.edu/herschbach/Einstein_Student.pdf |dataarchivio=26 febbraio 2009}}</ref> un amico di famiglia che gli procurò testi scientifici come gli ''[[Elementi (Euclide)|Elementi]]'' di [[Euclide]] e filosofici come la ''[[Critica della ragion pura]]'' di [[Kant]].<ref name=HarvChemAE/> Inoltre suo zio Jakob lo metteva spesso alla prova con problemi matematici, che risolveva brillantemente « [...] provando un profondo senso di felicità».<ref>M. Einstein ''Biografia'' p14 - Biografia su Albert Einstein scritta dalla sorella, terminata nel 1924; riportata su ''Sottile è il signore... La scienza e la vita di Albert Einstein'' di Abraham Pais, p. 54</ref>
 
[[File:Fabbrica Einstein.jpg|min|[[Pavia]], Officine Elettrotecniche Nazionali Einstein-Garrone]]
 
A causa di dissesti economici (nel 1894 gli Einstein avevano fondato, con un socio italiano, le Officine Elettrotecniche Nazionali Einstein-Garrone a [[Pavia]], fallite nel 1896<ref name="A" />) la famiglia Einstein dovette trasferirsi di frequente: dapprima a [[Monaco di Baviera]], poi nel 1895 a [[Pavia]] ([[Palazzo Cornazzani]],<ref>In via Ugo Foscolo 11 una targa sulla facciata del palazzo ricorda la residenza degli Einstein dal 1895 al 1896.</ref> dove aveva abitato [[Ugo Foscolo]]<ref name="A">{{Cita web|url=https://museoperlastoria.unipv.it/albert-einstein/|titolo=Gli Einstein a Pavia|accesso=1 aprile 2019|dataarchivio=1 aprile 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190401162228/http://musei.unipv.eu/msu/gli-einstein-a-pavia/|urlmorto=no}}</ref> e dove Albert scrisse il suo primo articolo scientifico) e, quindi, a [[Milano]].<ref>In via Bigli 21 una targa sulla facciata della casa ricorda la residenza degli Einstein dal 1894 al 1900. Il padre Hermann, che aveva una fabbrica di prodotti elettrotecnici in via Lecchi 160, è sepolto al Cimitero Monumentale di Milano.</ref> Tra il 1895 e il 1905 Einstein passò in Italia alcuni periodi tra [[Pavia]], [[Casteggio]] e [[Milano]].<ref name="docum">{{cita web|url=https://cref.it/einstein-parla-italiano-un-docufilm-su-rai-storia-finanziato-e-patrocinato-dal-cref/|titolo=Einstein parla italiano|accesso=9 aprile 2024}}</ref>
 
=== Studi universitari e impiego all'ufficio brevetti ===
[[File:Einstein patentoffice full.jpg|sinistra|min|verticale|Einstein all'[[Istituto federale della proprietà intellettuale|Istituto Federale della Proprietà Intellettuale]], 1904]]
Il fallimento all'esame d'ingresso al [[Politecnico di Zurigo]] (poi ETH, ''Eidgenössische Technische Hochschule'') nel 1895, tentato nonostante non avesse l'età minima richiesta, in quanto autorizzato con un permesso speciale da parte del rettore [[Albin Herzog]], e non superato per un'insufficienza nel test di francese, segnò una battuta d'arresto. Per concludere gli studi superiori Einstein fu mandato dalla famiglia ad [[Aarau]], dove riuscì a conseguire il diploma nel 1896, anno in cui rinunciò alla cittadinanza tedesca col permesso del padre, per evitare il [[Servizio militare|reclutamento nell'esercito]].<ref>{{Cita libro|nome=Albrecht|cognome=Fölsing|traduttore=Ewald Osers|titolo=Albert Einstein|url=https://archive.org/details/alberteinsteinbi00fols|anno=1997|editore=Penguin Viking|p=[https://archive.org/details/alberteinsteinbi00fols/page/n57 40]|ISBN=978-0-670-85545-2}}</ref> Nell'ottobre dello stesso anno ritentò l'esame di ammissione al politecnico, superandolo. Durante il primo anno degli studi universitari, nel 1896, conobbe [[Mileva Marić]], sua compagna di studi e unica donna ammessa a frequentare quel politecnico,<ref>{{cita web|lingua=en|url=https://library.ethz.ch/en/locations-and-media/platforms/einstein-online/jugend-1879-1896.html|titolo=Einstein's youth (1879–1896)}}</ref> di cui s'innamorò.<ref>[http://www.teslasociety.com/mappeal.htm Tesla Memorial Society of New York] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20111208023655/http://www.teslasociety.com/mappeal.htm |data=8 dicembre 2011 }} Teslasociety.com</ref>
 
Einstein concluse gli studi al Politecnico di Zurigo nel luglio del 1900, superando gli esami finali con la votazione di 4,9/6 e classificandosi quarto su cinque promossi. Egli fu l'unico dei laureati a non ottenere un posto come assistente,<ref>{{Cita libro|autore=Dudley Herschbach|titolo=Einstein as a Student|url=http://www.chem.harvard.edu/herschbach/Einstein_Student.pdf|editore=Harvard University|città=Cambridge (Massachusetts)|p=6|accesso=4 settembre 2017|dataarchivio=26 febbraio 2009|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090226002142/http://www.chem.harvard.edu/herschbach/Einstein_Student.pdf|urlmorto=sì}}</ref> ma un diploma per l'insegnamento superiore. Nel 1901 fu naturalizzato [[svizzero]].<ref>{{Cita web|titolo= Einstein's nationalities at einstein-website.de|url= http://www.einstein-website.de/z_information/variousthings.html#national|accesso=27 ottobre 2013|dataarchivio=14 settembre 2008|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20080914182327/http://www.einstein-website.de/z_information/variousthings.html#national|urlmorto= no}}</ref> Dal 1902 al 1909 fu impiegato all'[[Istituto federale della proprietà intellettuale]] (ufficio brevetti) di [[Berna]].<ref>{{Cita web|url=https://www.ipi.ch/en/about-us/einstein/einstein-at-the-patent-office.html|titolo=Swiss Federal Institute of Intellectual Property: Einstein at the Patent Office|data=|accesso=01 marzo 2025|dataarchivio=30 agosto 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160830195148/https://www.ipi.ch/en/about-us/einstein/einstein-at-the-patent-office.html|urlmorto=sì}}</ref> Insieme ad alcuni amici fondò nella stessa città un gruppo di discussione chiamato "Accademia Olimpia", in cui si discuteva di scienza e filosofia.<ref>{{Cita libro|nome=Roger|cognome=Highfield|nome2=Paul|cognome2=Carter|titolo=The Private Lives of Albert Einstein|url=https://archive.org/details/privatelivesofal0000high|anno=1993|editore=Faber & Faber|città=Londra|ISBN=978-0-571-17170-5}}</ref>
 
=== Prime nozze e figli ===
[[File:ETH-BIB-Einstein, Albert (1879-1955), Einstein-Maric, Mileva (1875-1948)-Portrait-Portr 03106.tif|min|Einstein e Mileva Marić nel 1912]]
 
Nel gennaio 1902 [[Mileva Marić]] ebbe una figlia illegittima, Lieserl, accudita dai nonni materni, che morì anni dopo, presumibilmente di [[scarlattina]]. La sua nascita compromise gli studi di Mileva, che decise di sacrificarsi per la famiglia e la carriera accademica di Albert. Nel 1903 Albert e Mileva si sposarono civilmente in municipio. A [[Berna]], in Kramgasse 49, si trova la casa dove lo scienziato abitò con la moglie Mileva dal 1903 al 1905, nel periodo in cui elaborò la teoria della relatività ristretta. In seguito Mileva avrebbe dato alla luce altri due figli: [[Hans Albert Einstein|Hans Albert]] (1904-1973), che sarebbe diventato ingegnere, e [[Eduard Einstein|Eduard]] (1910-1965), con ottime capacità nella musica e negli studi e laureato in medicina, che fu poi travolto dalla malattia mentale e trascorse gran parte della sua vita tra la casa materna di Zurigo e l'ospedale psichiatrico [[Burghölzli]].
 
=== 1905: ''annus mirabilis'' e la relatività ristretta ===
{{Vedi anche|Annus Mirabilis Papers|Effetto fotoelettrico|Moto browniano|Relatività ristretta}}
 
Il 1905 fu un anno di svolta nella vita di Einstein e nella storia della [[fisica]].
 
L'articolo sulla [[relatività ristretta]] fu inizialmente ignorato. Il nome di "''teoria della relatività''" venne coniato da [[Max Planck]] nel 1906; Einstein avrebbe preferito "''teoria degli invarianti''".
La relatività ristretta venne dapprima interpretata come una teoria subordinata a quella dell'elettrone di Lorentz, che prevedeva una [[massa relativistica|massa]] dell'elettrone dipendente dalla sua velocità; difatti, la teoria dell'elettrone rimase nota fino alla fine degli anni [[Anni 1920|venti]] del [[XX secolo]] come "''teoria di Lorentz-Einstein''".<ref name=kragh>{{cita libro|autore=Helge Kragh|titolo=Quantum Generations (cap. 7: Einstein's Relativity and others') |anno= 1999 |editore=Princeton University Press}}</ref>
 
Tra i primi sostenitori della relatività ristretta vi fu Max Planck, allora già ben noto nella comunità scientifica, che diede anche contributi tecnici allo sviluppo della teoria. Un secondo sostenitore fu [[Hermann Minkowski]], che nel 1907 formulò la versione tetra-dimensionale della relatività, introducendo lo [[spaziotempo di Minkowski]].<ref name=kragh/>
Sempre nel 1907, a un convegno tenutosi a [[Cracovia]], il fisico polacco August Witkowski parlò a [[Max Born]], allora neolaureato all'[[Università di Gottinga]], dell'articolo di Einstein. Born comprese il significato profondamente innovativo del lavoro di Einstein, e s'impegnò nella diffusione della teoria della relatività. Altri precoci sostenitori della relatività ristretta furono [[Max von Laue]] e [[Paul Ehrenfest]].<ref name=kragh/>
 
Iniziò così la progressiva diffusione della relatività ristretta, soprattutto nella comunità dei fisici tedeschi. Entro il 1910 la relatività ristretta aveva guadagnato ampi consensi ed era accettata, almeno in Germania, dalla maggioranza dei fisici teorici.
Il pubblico e molti intellettuali, inclusi i [[filosofi]], vennero a conoscenza della relatività ristretta soprattutto dopo la fine della [[prima guerra mondiale]], a seguito della spedizione scientifica di [[Arthur Eddington]] del 1919, che fornì nel 1920 le prime prove della correttezza della [[relatività generale]].<ref name=kragh/>
 
L'articolo sull'[[equivalenza massa-energia]] modificherà non solo la storia della fisica, ma quella del genere umano. Nella parte finale dell'articolo, Einstein suggerì d'indagare il [[Radio (elemento chimico)|radio]], un elemento radioattivo, per verificare l'equivalenza massa-energia nel caso d'[[radioattività|emissione radioattiva]]: ''«Non è impossibile che nei corpi nei quali il contenuto in energia sia variabile in sommo grado (per esempio nei [[Cloruro di radio|sali di radio]]) la teoria possa essere sperimentata con successo.»''. In effetti, sarà proprio nel campo della fisica nucleare che si avranno sistematiche conferme della validità dell'equazione [[E=mc²|''E<sub>0</sub>=m<sub>0</sub>c<sup>2</sup>'']], fino all'uso bellico della [[bomba atomica]] e alla realizzazione industriale di [[reattori nucleari]].
 
Nel 1905 Einstein pubblicò sei lavori nel giro di dieci mesi:
# un articolo, ultimato il 17 marzo, che spiegava l'[[effetto fotoelettrico]] assumendo che la [[radiazione elettromagnetica]] fosse in realtà composta da [[quanti]] di energia, considerati come particelle (poi denominate [[fotoni]]). Questo studio gli sarebbe valso il [[Premio Nobel per la fisica]] nel 1921 e avrebbe contribuito allo sviluppo della [[meccanica quantistica]];
# la tesi di dottorato sul tema "Nuova determinazione delle dimensioni molecolari", pubblicata il 30 aprile e divenuta lo scritto di Einstein più citato nella letteratura scientifica degli anni [[Anni 1970|settanta]] del [[XX secolo]];
# un articolo, datato 11 maggio, sul [[moto browniano]], che costituiva uno sviluppo della sua tesi di dottorato;
# una prima memoria, in data 30 giugno, dal titolo ''Zur Elektrodynamik bewegter Körper'' (''[[Sull'elettrodinamica dei corpi in movimento]]'') che aveva come oggetto l'interazione fra corpi carichi in movimento e il [[campo elettromagnetico]] vista da diversi osservatori in stati di moto differenti. La teoria esposta nell'articolo, nota successivamente con il nome di [[relatività ristretta]] (o speciale), risolveva i contrasti tra [[Meccanica classica|teoria meccanica]] e [[Elettromagnetismo#Elettromagnetismo classico|teoria elettromagnetica della luce]], che avevano caratterizzato la fisica del [[XIX secolo]], con una revisione dei concetti di [[spazio (fisica)|spazio]] e di [[tempo]] assoluti;
# un'altra memoria sulla relatività ristretta, datata 27 settembre, che conteneva implicitamente la formula [[E=mc²|''E<sub>0</sub>=m<sub>0</sub>c<sup>2</sup>'']];
# un altro articolo sul moto browniano, pubblicato il 19 dicembre.
 
=== Docenza accademica e la relatività generale ===
Einstein ottenne il dottorato il 15 gennaio del 1906 all'[[Università di Zurigo]] e l'abilitazione alla docenza universitaria all'[[Università di Berna]] nel 1908. Nel 1909 pubblicò ''Über die Entwicklung unserer Anschauungen über das Wesen und die Konstitution der Strahlung'', sulla quantizzazione della luce; in questo e in un precedente scritto dello stesso anno introdusse il concetto - fondamentale per il successivo sviluppo della [[meccanica quantistica]] - di [[dualismo onda-particella]].
 
Professore associato all'[[Università di Zurigo]] dal 1909 e, in seguito a una fortunata serie di circostanze imprevedibili,<ref>{{Cita news |url=https://reccom.org/gli-anni-di-praga-di-einstein/ |titolo=Gli anni di Praga di Einstein |data=21 aprile 2022 |pubblicazione=Recomm Magazine |accesso=31 marzo 2024}}</ref> professore ordinario a [[Praga]] per sedici mesi dall'aprile 1911, insegnò nuovamente a [[Zurigo]], stavolta al [[Politecnico federale di Zurigo|Politecnico]], dal 1912 al 1914. Nel 1914 fu eletto all'[[Accademia Reale Prussiana delle Scienze]] e nominato professore di fisica teorica, nonché direttore dell'Istituto di Fisica dell'[[Università di Berlino]], dove rimase fino al 1933. In quegli anni effettuò ricerche sulla meccanica statistica e sulla teoria della radiazione.
 
Accortosi che il principio di relatività poteva essere esteso ai [[campi gravitazionali]], pubblicò nel 1916 un primo articolo sulla [[relatività generale]], contenente la sua teoria della gravitazione.<ref name="Nobel">{{Cita web|url=https://www.nobelprize.org/nobel_prizes/physics/laureates/2011/advanced-physicsprize2011.pdf|titolo=Scientific Background on the Nobel Prize in Physics 2011. The accelerating universe|editore=Nobel Media AB|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120516052710/https://www.nobelprize.org/nobel_prizes/physics/laureates/2011/advanced-physicsprize2011.pdf|p=2}}</ref><ref name="NYT-20151124">{{Cita news|autore=Dennis Overbye|url=https://www.nytimes.com/2015/11/24/science/a-century-ago-einsteins-theory-of-relativity-changed-everything.html|titolo=A Century Ago, Einstein's Theory of Relativity Changed Everything|pubblicazione=[[The New York Times]]|data=24 novembre 2015|accesso=2 giugno 2019|dataarchivio=12 agosto 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180812232456/https://www.nytimes.com/2015/11/24/science/a-century-ago-einsteins-theory-of-relativity-changed-everything.html|urlmorto=no}}</ref> Einstein dedusse le equazioni del moto da quelle della relatività speciale valide localmente nei [[sistema inerziale|sistemi inerziali]]; dedusse inoltre il modo in cui la materia curva lo spaziotempo imponendo l'equivalenza di ogni possibile sistema di riferimento (da cui il nome di relatività "generale''"''). Previde, tra l'altro, l'esistenza delle [[onde gravitazionali]], [[Prima osservazione di onde gravitazionali|osservate per la prima volta]] esattamente un secolo dopo. L'anno successivo, applicò la teoria della relatività generale alla modellizzazione della struttura dell'[[universo]].
 
Alla pubblicazione, la teoria venne accolta con scetticismo da parte della comunità scientifica, perché derivata unicamente da ragionamenti matematici e analisi razionali, non da esperimenti e osservazioni.<ref name="lastampa">{{cita web|autore=Marco Pivato|url=http://www.lastampa.com/cmstp/rubriche/stampa.asp?ID_blog=38&ID_articolo=1320|titolo=Quando l'eclisse premiò Albert|accesso=14 dicembre 2012|editore=[[La Stampa]]|data=17 giugno 2009|urlmorto=sì}}</ref>
Nel 1920 le predizioni della relatività generale furono confermate dalle misurazioni dell'astrofisico [[Arthur Eddington]], effettuate durante un'[[eclissi solare]], che verificarono che la luce emanata da una stella era deviata dalla [[gravità]] del Sole.<ref name="lastampa" /> Le osservazioni ebbero luogo il 29 maggio del 1919 a [[Sobral]], in [[Brasile]], e nell'isola di [[Príncipe]], nello Stato di [[São Tomé e Príncipe]].<ref name="lastampa" /> Nel clima di euforia seguito alla fine della [[prima guerra mondiale]], la collaborazione tra un astrofisico sperimentale inglese e un fisico teorico tedesco furono celebrate dalla stampa internazionale come simbolo di pace, dando fama planetaria ai due protagonisti. In particolare, la figura eccentrica di Einstein fu oggetto di una crescente attenzione mediatica: Einstein divenne popolare quanto un campione sportivo o un attore cinematografico, cosa mai avvenuta in precedenza per uno scienziato. Vennero pubblicati centinaia di libri divulgativi sia sulla relatività ristretta, sia su quella generale, ed egli entrò nell'immaginario collettivo come genio per antonomasia.<ref name=kragh/>
 
=== Separazione, divorzio e seconde nozze ===
[[File:Einstein Albert Elsa LOC 32096u.jpg|min|Albert ed Elsa Einstein]]
 
Sin dal marzo 1912 Einstein aveva iniziato una relazione con la cugina trentaseienne divorziata [[Elsa Löwenthal]], e della moglie diceva che era come una dipendente che non poteva licenziare. Per incontrare Elsa spariva per giorni, finché andò via da casa, accettando poi di tornarci solo se la moglie avesse rispettato alcune severissime condizioni:
# che i suoi vestiti e la biancheria fossero mantenuti in ordine e in buono stato;
# che egli ricevesse tre pasti regolarmente nella sua stanza;
# che la sua camera da letto e lo studio fossero sempre puliti e, in particolare, che sulla sua scrivania potesse mettere le mani solo lui.
Mileva avrebbe anche dovuto rinunciare a ogni rapporto personale, astenersi dal criticarlo sia a parole sia con azioni davanti ai figli, e quanto ai rapporti personali con Einstein:
#non doveva aspettarsi intimità;
#se richiesta, doveva smettere immediatamente di rivolgersi;
#se richiesta, doveva uscire all'istante dalla stanza senza protestare.<ref>{{Cita|Kumar 2017|p. 121}}.</ref>
Mileva accettò ed egli tornò a casa, ma dopo pochi mesi lei andò a Zurigo con i figli e nel 1919 i due divorziarono. L'accordo economico prevedeva per Mileva la [[pensione di reversibilità]], un aumento dei versamenti e la devoluzione di tutto il denaro del futuro premio Nobel.<ref>{{Cita|Kumar 2017|p. 127}}.</ref> Nello stesso anno Einstein sposò in seconde nozze la cugina Elsa Löwenthal, a cui restò legato fino alla morte di lei nel 1936.
 
=== Einstein e l’antisemitismo post-bellico ===
Le posizioni antimilitariste assunte da Einstein durante la [[prima guerra mondiale]], nonché il crescente clima antisemita nella Germania post-bellica, gli crearono un ambiente particolarmente difficile. Presto cominciò a ricevere lettere minatorie e ingiurie mentre usciva dal suo appartamento o dall'ufficio: nel febbraio 1920 un gruppo di studenti interruppe una sua lezione e uno di essi gridò: «Taglierò la gola a quello sporco ebreo!». Fu poi lo stesso Ministro dell'Istruzione a scrivergli una lettera di stima da parte del governo tedesco.<ref>{{Cita|Kumar 2017|pp. 130-131}}.</ref>
 
L'antisemitismo divenne anche la molla per degli attacchi sul campo scientifico, tanto che, per reazione, scrisse un articolo per il ''Berliner Tageblatt'' dal titolo ''La mia risposta'', in cui denunciava il fatto che se non fosse stato un ebreo le sue teorie non sarebbero state attaccate in maniera così veemente.<ref>{{Cita|Kumar 2017|pp. 133-134}}.</ref> Il clima divenne ancor più pericoloso quando il 24 giugno 1922 fu assassinato il ministro degli esteri tedesco [[Walther Rathenau]], che era ebreo.<ref>{{Cita|Kumar 2017|p. 135}}.</ref>
 
=== La maturità e il premio Nobel ===
[[File:Albert Einstein (Nobel).jpg|min|verticale|La foto ufficiale per il premio Nobel del 1921 di Einstein]]
[[File:Einstein Refrigerator.png|min|verticale|Brevetto per Refrigeratore di Einstein–Szilard]]
 
Il 27 aprile 1920 [[Niels Bohr|Bohr]] giunse a Berlino su invito di [[Max Planck]]. Essendo presente a Berlino anche Einstein, si colse l'occasione per un incontro a tre dei più importanti fisici dell'epoca. L'incontro fu estremamente cordiale: seppur diversi caratterialmente, si trovarono a loro agio parlando per tutto il tempo di fisica e confrontando le loro idee. «Poche volte, nella vita, una persona mi ha dato tanta gioia con la sua sola presenza come è stato nel suo caso», scrisse successivamente Einstein a Bohr.<ref>{{Cita|Kumar 2017|pp. 132-133}}.</ref>
 
Dopo i frequenti soggiorni giovanili, Einstein tornò in Italia nel 1921 a [[Bologna]], invitato dal matematico [[Federigo Enriques]], per tenere tre lezioni sulla relatività in italiano. Proseguì quindi per [[Padova]], dove rese omaggio al matematico [[Gregorio Ricci-Curbastro]], sempre parlando in italiano.<ref name=docum/>
 
Nel 1921 ottenne il [[Premio Nobel per la fisica]] per il suo lavoro del 1905 sulla spiegazione dell'[[effetto fotoelettrico]], assegnatogli effettivamente nel 1922. In quegli anni cominciò a dedicarsi alla ricerca di [[Teoria del campo unificato|teorie di campo unificate]], argomento che lo appassionò fino alla fine della sua vita, assieme ai tentativi di spiegazioni alternative dei fenomeni quantistici. Il più famoso tentativo in questo senso fu il [[paradosso Einstein-Podolsky-Rosen]], elaborato con [[Boris Podolsky]] e [[Nathan Rosen]].
 
Come in precedenza, s'interessò anche di altri campi della fisica. Nel 1926, ad esempio, pubblicò un articolo nel quale utilizzò il cosiddetto ''[[effetto tazza di tè]]'' per spiegare il motivo dell'esistenza dei [[Meandro|meandri fluviali]].<ref name="ercole">{{cita pubblicazione |autore=Annibale D'Ercole |anno=2018|titolo=Un tè con Einstein navigando sul fiume |rivista=Giornale di Astronomia|editore=Fabrizio Serra editore |formato=pdf |url=http://giornaleastronomia.difa.unibo.it/spigolature/spigo118.pdf|accesso=20 marzo 2023}}</ref><ref name="r05">{{cita pubblicazione|autore=Albert Einstein |data=Marzo 1926 |titolo=Die Ursache der Mäanderbildung der Flußläufe und des sogenannten Baerschen Gesetzes |rivista=[[Die Naturwissenschaften]]|volume=14| pp=223-224 |url=https://link.springer.com/article/10.1007/BF01510300|lingua=de|accesso=20 marzo 2023}}</ref>
Nel 1929 collaborò con [[Leó Szilárd]] a un [[Refrigeratore di Einstein–Szilárd|prototipo di macchina frigorifera ad assorbimento]], realizzando un brevetto innovativo di un refrigeratore funzionante solo con una miscela di acqua, ammoniaca e butano, senza parti in movimento e con consumi elettrici bassissimi. Il brevetto, registrato negli Stati Uniti nel 1930,<ref>[https://www.google.com/patents?id=t0BRAAAAEBAJ U.S. Patent N. 1.781.541]</ref> non fu mai commercializzato perché soppiantato commercialmente dal brevetto Servel-[[Electrolux]] per gli attuali frigoriferi con [[ciclo ad assorbimento]].
 
Nel 1927 Einstein venne invitato dal governo italiano a partecipare al [[Congresso internazionale dei Fisici del 1927|Congresso internazionale dei Fisici]], che si svolgeva quell'anno a [[Como]] in occasione del centenario dalla morte di [[Alessandro Volta]], e fu il solo degli invitati a declinare per la sua opposizione al regime di [[Mussolini]].<ref>Aldo Gamba e Perangelo Schiera (a cura di), ''Fascismo e scienza. Le celebrazioni voltiane e il Congresso internazionale dei Fisici del 1927'', Il Mulino, Bologna 2005</ref>
 
=== L'esilio statunitense e gli ultimi anni ===
[[File:Albert-einstein-house.JPG|min|La casa di Einstein a Princeton]]
[[File:Declaration of Intention for Albert Einstein, 10-01-1940 (596270 ).jpg|min|verticale|Modulo di domanda di naturalizzazione degli [[Stati Uniti]] presentato da Einstein]]
 
Nel gennaio del 1933, quando [[Adolf Hitler]] salì al potere, Einstein si trovava momentaneamente all'[[università di Princeton]] come professore ospite. Il 7 aprile dello stesso anno venne promulgata la "Legge della Restaurazione del Servizio Civile", a causa della quale tutti i professori universitari di origine ebraica furono licenziati; nell'ottobre del 1933, con l'intensificarsi delle persecuzioni antisemite, decise di trasferirsi negli [[Stati Uniti]]. Durante gli [[Anni 1930|anni trenta]], con i [[nazisti]] al potere, i premi Nobel [[Philipp von Lenard]] e [[Johannes Stark]] condussero una strenua campagna atta a screditare i suoi lavori, etichettandoli come "fisica ebraica", in contrasto con la "fisica tedesca" o "ariana". Nel 1944, a [[Rignano sull'Arno]], la moglie e le figlie di suo cugino Robert furono uccise da un reparto delle [[SS]], verosimilmente come rappresaglia nei suoi confronti.<ref>{{Cita web|url=http://www.repubblica.it/online/mondo/einstein/einstein/einstein.html|titolo="Così le Ss massacrarono i familiari di Einstein"|editore=la Repubblica|accesso=24 giugno 2010|dataarchivio=19 giugno 2010|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100619042533/http://www.repubblica.it/online/mondo/einstein/einstein/einstein.html|urlmorto=no}}</ref> La [[Strage della famiglia Einstein|strage]], a cui si aggiunse l'anno seguente la perdita del cugino, morto suicida, colpì molto Einstein,<ref>{{Cita web|url=http://www.mediavaldarno.it/ipertesti/luoghiesegni/strage/letteramilton.htm|titolo=Lettera del Maggiore Milton Wexler|editore=Valdarno Scuola|urlmorto=sì}}</ref> che aveva acquisito la cittadinanza statunitense nel 1940 e che non rientrò più in [[Europa]], rimanendo negli USA fino alla morte.
 
Oltre all'insegnamento e alle apparizioni in pubblico, presso l'[[Institute for Advanced Study]] di [[Princeton]] proseguì le sue ricerche, studiando anche alcuni problemi cosmologici e le [[probabilità]] delle transizioni atomiche. Negli ultimi anni di vita tentò di unificare la [[gravità]] e l'[[elettromagnetismo]], le due [[forze fondamentali]] allora conosciute, sebbene si possa notare come fosse già iniziato lo studio della [[forza nucleare forte]] e della [[forza nucleare debole]], quest'ultima per opera di [[Enrico Fermi]]. Nel 1950 descrisse la sua teoria di unificazione, rivelatasi poi parzialmente errata, in un articolo sulla rivista ''[[Scientific American]]''.
 
Durante la sua permanenza a Princeton negli anni [[anni 1950|cinquanta]] del [[XX secolo]] Einstein strinse amicizia, pur avendo un temperamento estremamente diverso dal suo,<ref name=LifeandUniverse /> con il matematico austriaco [[Kurt Gödel]], mentre ebbe come vicino di ufficio il [[fisica matematica|fisico-matematico]] ungherese [[John von Neumann]]. Nel 1952, quando il [[Presidenti di Israele|Presidente d'Israele]] [[Chaim Weizmann]] morì, l'allora [[Primi ministri di Israele|Primo Ministro]] gli offrì l'incarico, ma egli rifiutò, spiegando di mancare sia dell'inclinazione sia delle esperienze necessarie.<ref>{{cita web|url=https://www.jewishvirtuallibrary.org/offering-the-presidency-of-israel-to-albert-einstein|titolo=Israel Modern History: Offering the Presidency of Israel to Albert Einstein|accesso=7 ottobre 2017|dataarchivio=2 ottobre 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171002115158/http://www.jewishvirtuallibrary.org/offering-the-presidency-of-israel-to-albert-einstein|urlmorto=no}}</ref>
 
Il 17 aprile del 1955 fu colpito da una improvvisa emorragia causata dalla rottura di un [[aneurisma dell'aorta addominale]], che era stata già rinforzata precauzionalmente con un'operazione chirurgica nel 1948. Fu ricoverato all'ospedale di Princeton, dove morì alle ore 01:15 del 18 aprile 1955, a 76 anni.
 
Einstein aveva espresso verbalmente il desiderio di essere cremato, ma [[Thomas Stoltz Harvey]], il patologo che effettuò l'autopsia, di propria iniziativa rimosse il cervello e lo conservò a casa propria, immerso nella [[formalina]], in un barattolo [[Confezionamento sottovuoto|sottovuoto]] per circa 40 anni. Il resto del corpo fu cremato e le ceneri furono disperse in un luogo segreto. Quando i parenti di Einstein furono messi al corrente, per il bene della scienza acconsentirono al sezionamento del [[Cervello di Albert Einstein|cervello]] in 240 parti, da consegnare ad altrettanti ricercatori; la parte più grossa è custodita nell'ospedale di Princeton.<ref>{{cita web|url=https://www.npr.org/templates/story/story.php?storyId=4602913&t=1638646832792|titolo=The Long, Strange Journey of Einstein's Brain|data=18 aprile 2005|editore=npr.org|lingua=en}}</ref>
 
==Contributi scientifici==
{{cit|Non ho particolari talenti, sono solo appassionatamente curioso.|da una lettera a [[Carl Seelig]], 11 marzo 1952<ref>{{Cita web |url=http://alberteinstein.info/vufind1/Record/EAR000010990/TOC#tabnav |titolo=Archivio Einstein n° 39-13.1 |accesso=29 agosto 2017 |dataarchivio=30 agosto 2017 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170830013944/http://alberteinstein.info/vufind1/Record/EAR000010990/TOC#tabnav |urlmorto=no }}</ref>}}
 
===Moto browniano===
{{Vedi anche|Moto browniano|Annus Mirabilis Papers}}
[[File:Brownianmotion beads in water spim video.gif|min|Moto browniano di particelle solide in acqua]]
 
Con il termine ''[[moto browniano]]'' si fa riferimento al moto disordinato, osservabile al [[microscopio]], di [[Particella (fisica)|particelle]] sufficientemente piccole (aventi diametro dell'ordine del [[Micrometro (unità di misura)|micrometro]]) da essere sottoposte a una [[forza di gravità]] trascurabile, presenti in [[fluido|fluidi]] o [[Sospensione (chimica)|sospensioni]] fluide (ad esempio il fumo).<ref name=thermo>{{en}} [http://www.thermopedia.com/content/601 Thermopedia, "Brownian Motion"]</ref> Il fenomeno fu scoperto agli inizi dell'[[Ottocento]] dal [[botanico]] scozzese [[Robert Brown (botanico 1773)|Robert Brown]],<ref name="thermo" /> e modellizzato nel 1905 da Albert Einstein.<ref name="thermo" /><ref>{{Cita pubblicazione|autore=Albert Einstein|url=https://onlinelibrary.wiley.com/doi/epdf/10.1002/andp.19053220806|titolo=Über die von der molekularkinetischen Theorie der Wärme geforderte Bewegung von in ruhenden Flüssigkeiten suspendierten Teilchen|rivista=Annalen der Physik|volume=322|numero=8|pp=381-588|doi=10.1002/andp.19053220806|lingua=de}}</ref>
 
La tesi di dottorato di Einstein "Nuova determinazione delle dimensioni molecolari", una dissertazione di sole 24 pagine, fu pubblicata il 30 maggio 1905 e difesa all'[[Università di Zurigo]] il 15 gennaio 1906. Conteneva una trattazione quantitativa [[meccanica statistica|meccanico statistica]] del fenomeno. L'articolo sul moto browniano, datato 11 maggio 1905, costituiva uno sviluppo della sua tesi di dottorato. Un altro articolo sul moto browniano fu pubblicato il 19 dicembre 1905.
 
Il termine viene usato per indicare sia il fenomeno naturale sia la sua rappresentazione matematica, la quale può descrivere l'andamento temporale di una classe molto ampia di [[Processo stocastico|fenomeni casuali]]. Un'importante categoria di fenomeni rappresentabili con gli strumenti matematici del moto browniano è costituita dall'andamento dei [[mercato finanziario|mercati finanziari]], come dimostrato sin dal 1900 dal [[Matematica|matematico]] francese [[Louis Bachelier]], nel suo lavoro ''Théorie de la spéculation''.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=L. Bachelier|data=1900|titolo=Théorie de la spéculation|rivista=Annales scientifiques de l'École Normale Supérieure|volume=17|pp=21-86|lingua=fr|accesso=29 maggio 2019|doi=10.24033/asens.476|url=http://www.numdam.org/item/?id=ASENS_1900_3_17__21_0}}</ref>
 
===Relatività ristretta===
{{Vedi anche|Relatività ristretta|Teoria della relatività|Annus Mirabilis Papers}}
[[File:World line2-it.svg|min|Rappresentazione dello [[spazio tempo]] della relatività ristretta]]
 
La teoria della relatività ristretta, chiamata anche relatività speciale, fu presentata da Einstein con l'articolo ''Zur Elektrodynamik bewegter Körper'' (''[[Sull'elettrodinamica dei corpi in movimento]]'') del [[1905]], il cui obiettivo era conciliare il principio di relatività galileiano, che include il principio della [[composizione delle velocità]], con le [[Equazioni di Maxwell|equazioni delle onde elettromagnetiche]], nelle quali la velocità della luce è espressa come costante, ovvero è indipendente dal sistema di riferimento.
 
Precedentemente, al medesimo scopo, erano state proposte alcune teorie che ipotizzavano l'esistenza di un mezzo di propagazione delle onde elettromagnetiche, l'[[Etere luminifero|etere]], che avrebbe dovuto costituire un sistema di riferimento privilegiato. Tuttavia, nessun esperimento era riuscito a misurare la velocità di un corpo rispetto all'etere. In particolare, grazie all'[[esperimento di Michelson-Morley]], fu dimostrato che la velocità della luce è costante in tutte le direzioni indipendentemente dal moto della Terra, non risentendo del cosiddetto ''vento di etere''. La teoria di Einstein ha scartato del tutto il concetto di etere, che non fa più parte della fisica.
 
I due postulati della teoria della relatività ristretta si possono così enunciare:
* ''Principio di relatività'': le leggi della [[fisica]] sono [[Invarianza (fisica)|invarianti]] in tutti i [[sistema di riferimento inerziale|sistemi di riferimento inerziali]];
* ''Invarianza della velocità luce'': la luce si propaga nel [[Vuoto (fisica)|vuoto]] a [[velocità della luce|velocità costante]] <math>c</math>, indipendentemente dallo stato di [[moto (fisica)|moto]] della sorgente o dell'osservatore.
 
È possibile verificare che le [[trasformazioni di Lorentz]] soddisfano il secondo postulato: se per un osservatore in un sistema di riferimento inerziale la velocità della luce è ''c'', tale sarà per un qualunque altro osservatore in un altro sistema di riferimento inerziale in movimento rispetto al primo. I due postulati possono quindi essere sintetizzati come:
*Le [[Legge fisica|leggi della fisica]] sono [[Invarianza (fisica)|invarianti]] per [[trasformazioni di Lorentz]]<ref>Ovvero manifestano una [[covarianza di Lorentz]] globale. In [[relatività generale]] tale covarianza risulta invece valida solo localmente, ma per sistemi di riferimento sia inerziali, sia non inerziali.</ref> in tutti i [[sistemi di riferimento inerziali]].
 
Le leggi dell'elettromagnetismo, nella forma dell'[[elettrodinamica classica]], non cambiano sotto le trasformazioni di Lorentz, quindi soddisfano il principio di relatività.
 
=== Equivalenza massa-energia ===
{{Vedi anche| [[E=mc²]] |Massa relativistica|Annus Mirabilis Papers}}
 
Nel 1905 Einstein stabilì l'[[equivalenza massa-energia]] (ovvero che l'energia di un corpo a riposo è uguale alla sua massa moltiplicata per il quadrato della [[velocità della luce]]). Gli sviluppi di questa scoperta porteranno all'uso dell'[[energia nucleare]] sia per scopi bellici ([[bombe atomiche]]), sia per quelli civili e industriali ([[reattori nucleari]]), modificando non solo la storia della [[Fisica]], ma quella del genere umano.
 
La ''[[massa relativistica]]'' <math>m</math>, definita come prodotto fra la [[massa a riposo]] <math>m_0</math> di un corpo e il [[fattore di Lorentz]]:
:<math>m = \gamma \, m_0</math>
fu introdotta da [[Hendrik Lorentz]] nel 1904,<ref>{{cita pubblicazione |autore= H. A. Lorentz |titolo= Electromagnetic phenomena in a system moving with any velocity less than that of light |rivista= Proceedings of the Academy of Sciences Amsterdam |volume= 6 |anno= 1904 |pagine=809-831}}</ref> nel contesto della sua ''teoria dell'elettrone'' risalente al 1892. Lorentz rappresentò l'elettrone come una sfera carica, che subiva una contrazione delle lunghezze nella direzione del moto (contrazione di Lorentz). Produsse due equazioni per la massa “longitudinale” e “trasversale” dell'elettrone, dipendenti dalla velocità mediante il fattore
:<math>\gamma = \frac{1}{\sqrt{1-(v/c)^2}}</math>
oggi noto come [[fattore di Lorentz]]. La massa trasversale era equivalente a <math>\gamma \, m_0</math> mentre la massa longitudinale corrispondeva a <math>\gamma^3 m_0</math>.<ref name=hecht_2>{{cita pubblicazione |autore= E. Hecht |titolo= Einstein never approuved of relativistic mass |rivista= The Physics Teacher |volume= 47 |anno= 2009 |pagine=336-341}}</ref>
 
L'articolo di Albert Einstein del 27 settembre 1905 sull'equivalenza tra massa ed energia<ref name="einstein">{{cita pubblicazione|autore=Albert Einstein |titolo= Ist die Trägheit eines Körpers von seinem Energieinhalt abhängig? [L'inerzia di un corpo dipende dal suo contenuto di energia?]|url= https://archive.org/details/sim_annalen-der-physik_1905_18_3/page/639 |rivista= Annalen der Physik |volume= 18 |anno= 1905 |pp= 639-641}} Traduzione italiana in {{cita libro | autore= Albert Einstein | titolo= Opere scelte | curatore = E. Bellone | anno= 1988 | editore= Bollati Boringhieri | città= Torino |pp = 178-180}}</ref> fa riferimento solo alla massa a riposo <math>m_0</math> di un corpo in quiete,<ref name=hecht>{{cita pubblicazione |autore= E. Hecht |titolo= Einstein on mass and energy |rivista= American Journal of Physics |volume= 77 |numero=9 |anno= 2009 |pagine=799-806 |doi=10.1119/1.3160671}}</ref> che emette radiazione in due direzioni opposte (per la conservazione della [[quantità di moto]]), diminuendo quindi la propria massa. Tale lavoro stabiliva l'equivalenza tra massa ed energia, e conteneva implicitamente la formula
:<math>E_0 = m_0\, c^2</math>
ovvero l'energia di un corpo a riposo è uguale alla sua massa moltiplicata per il quadrato della velocità della luce.
 
Nel 1906 Einstein fornì una derivazione non relativistica,<ref>{{cita pubblicazione |autore=Albert Einstein |titolo= Das Prinzip von der Erhaltung der Schwerpunktsbewegung und die Trägheit der Energie |url= https://archive.org/details/sim_annalen-der-physik_1906_20/page/627 |titolotradotto= Il principio di conservazione del moto del centro di gravità e l'inerzia dell'energia|rivista= Annalen der Physik |volume= 20 |anno= 1906 |pp= 627-633}} Traduzione inglese in {{cita web|url=https://einsteinpapers.press.princeton.edu/vol2-trans/214 |titolo= The principle of conservation of motion of the center of gravity and the inertia of energy |autore= A. Einstein|accesso=6 ottobre 2020}}</ref> basata solo sulle leggi della meccanica e dell'elettromagnetismo, della formula pubblicata l'anno precedente. La dimostrazione utilizzava la ''scatola di Poincaré'' (introdotta da [[Henri Poincaré]] nel 1900) e il nuovo risultato risulta approssimato al prim'ordine in (v/c).
 
Nel 1907 Einstein tornò sulla derivazione relativistica dell'equivalenza massa-energia,<ref>{{cita pubblicazione|autore=Albert Einstein |titolo= Die vom Relativitätsprinzip geforderte Trägheit der Energie |url= https://archive.org/details/sim_annalen-der-physik_1907_23_7/page/371 |titolotradotto= L'inerzia dell'energia richiesta dal principio di relatività |rivista= Annalen der Physik |volume= 23 |anno= 1907 |pp= 371-384}} Traduzione inglese in {{cita web|url= https://einsteinpapers.press.princeton.edu/vol2-trans/252 |titolo= On the inertia of energy required by the relativity principle |autore= Albert Einstein|accesso=30 ottobre 2020}}</ref> a riprova del fatto che non considerasse quella del 1905 come definitiva. La formula che viene ricavata in diverse situazioni d'interesse fisico, scritta nel formalismo relativistico successivo al 1912, è
:<math>m_{inv} = \frac{E_0}{c^2}</math>
in cui si fa esplicito riferimento all'energia a riposo <math>E_0</math> e alla [[massa (fisica)|massa newtoniana]], ovvero alla [[E=mc^2#Massa invariante|massa invariante]] <math>m_{inv}</math>.
 
La relazione <math>m = \gamma \, m_0</math> di Lorentz è prevista anche dalla teoria della [[relatività ristretta]], ma non fu mai ricavata da Einstein in tale forma:
{{Citazione|''All’inizio Einstein abbracciò l’idea ''[di Lorentz]'' di una massa dipendente dalla velocità, ma cambiò idea nel 1906 e da allora in poi evitò accuratamente quella nozione. Evitò, e rifiutò esplicitamente, quella che in seguito divenne nota come “massa relativistica”. Tuttavia molti libri di testo e articoli gli attribuiscono la relazione'' <math>E = m c^2</math>, ''dove''
<math>E</math> ''è l'energia totale,'' <math>m</math> ''la massa relativistica e'' <math>c</math> ''è la velocità della luce nel vuoto. Einstein non ha mai derivato questa relazione, almeno non con quella interpretazione del significato dei suoi termini. Egli ha costantemente messo in relazione l'“energia a riposo” di un sistema con la sua massa inerziale invariante.''|Eugene Hecht,<ref name=hecht/> 2009}}
 
===Effetto fotoelettrico===
{{Vedi anche|Teoria dei quanti|Effetto fotoelettrico|Annus Mirabilis Papers}}
 
[[File:Photoelectric_effect_in_a_solid_-_diagram.svg|min|L'[[effetto fotoelettrico]], correttamente interpretato da Einsten nel 1905]]
 
Einstein indagò le proprietà corpuscolari della luce e spiegò l'[[effetto fotoelettrico]] a partire dalle proprietà corpuscolari della radiazione elettromagnetica (1905). Per questo contributo riceverà il [[premio Nobel]] per la Fisica nel 1921.
 
L'[[effetto fotoelettrico]] è un [[fenomeno fisico|fenomeno]] [[Meccanica quantistica|quantistico]] consistente nell'emissione di [[elettrone|elettroni]] da una superficie [[metallo|metallica]] quando viene colpita da una [[radiazione elettromagnetica]] di [[frequenza]] non inferiore a un certo valore soglia caratteristico di ogni metallo (''soglia fotoelettrica'').<ref>[https://www.treccani.it/enciclopedia/effetto-fotoelettrico_%28Enciclopedia-della-Scienza-e-della-Tecnica%29/#:~:text=Fenomeno%20quantistico%20nel%20quale%20si,luce%20incidente%20su%20di%20essa effetto fotoelettrico in "Enciclopedia della Scienza e della Tecnica" - Treccani]</ref>
 
L'ipotesi quantistica di Einstein non fu accettata per diversi anni da una parte importante della comunità scientifica, tra cui [[Hendrik Lorentz]], [[Max Planck]] e [[Robert Millikan]] (vincitori del [[Premio Nobel per la fisica]], rispettivamente, nel [[1902]], [[1918]] e [[1923]]), secondo i quali la reale esistenza dei fotoni era un'ipotesi inaccettabile, considerato che nei fenomeni di [[Interferenza (fisica)|interferenza]] le radiazioni elettromagnetiche si comportano come [[Onda|onde]].<ref>"La fisica di Amaldi", vol. 3, Elettromagnetismo, fisica atomica e subatomica, ed. Zanichelli, 2012, cap. 13 (la teoria quantistica) pag. 416.</ref> L'iniziale scetticismo di questi grandi scienziati dell'epoca non deve sorprendere dato che perfino [[Max Planck]], che per primo ipotizzò l'esistenza dei quanti (anche se con riferimento agli [[atomi]], che emettono e assorbono "pacchetti di energia"), ritenne, per diversi anni, che i quanti fossero un semplice artificio matematico e non un reale fenomeno fisico.<ref>"La fisica di Amaldi", vol. 3, cit., pag. 408.</ref> Ma, successivamente, lo stesso Robert Millikan dimostrò sperimentalmente l'ipotesi di Einstein sull'energia del fotone, e quindi dell'elettrone emesso, che dipende soltanto dalla [[frequenza]] della radiazione,<ref>"Fotoni pesanti" di Murphy Frederick V. e Yount David E., "Le Scienze" n. 38, ott. 1971, pag. 66.</ref> e nel [[1916]] effettuò uno studio sugli elettroni emessi dal [[sodio]] che contraddiceva la classica teoria ondulatoria di [[James Clerk Maxwell|Maxwell]].<ref>" La Fisica di Amaldi ", vol. 3, cit., pag.411.</ref>
 
===Quanti di luce e dualismo onda-particella===
{{Vedi anche|Teoria dei quanti|Fotone|Dualismo onda-particella}}
 
Il modello ondulatorio della luce, affermatosi nel corso del [[XIX secolo]], sembrava ancora corretto agli inizi del [[XX secolo]]. Tuttavia nel 1905 Einstein, con un lavoro che gli valse il premio Nobel nel 1921, giustificò l'[[effetto fotoelettrico]] postulando l'esistenza di [[quanti]] di luce, particelle formate da "pacchetti" indivisibili e discreti di energia<ref name=einsteineuristico>{{cita pubblicazione|autore=A. Einstein|titolo="Über einen die Erzeugung und Verwandlung des Lichtes betreffenden heuristischen Gesichtspunkt" (Su un punto di vista euristico riguardo alla produzione e alla trasformazione della luce)|lingua=tedesco|rivista=[[Annalen der Physik]]|volume=17|anno=1905|pp=132-148|url=http://www.zbp.univie.ac.at/dokumente/einstein1.pdf|accesso=5 maggio 2021|dataarchivio=22 agosto 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140822215426/http://www.zbp.univie.ac.at/dokumente/einstein1.pdf|urlmorto=no}}</ref> che nel 1926 saranno chiamati da [[Gilbert N. Lewis]] [[fotone|fotoni]]. Tale lavoro identificava quindi in un ente fisico (''quanto di luce'') il concetto puramente teorico (''quanto di energia'') introdotto da [[Max Planck]] nel 1900. Vi compariva l'equazione che lega l'energia <math>E</math> di un fotone con la frequenza <math>\nu</math> della luce:
:<math>\ E = h \, \nu</math>
dove <math>h</math> è la [[costante di Planck]].
Si aveva ora una duplice (ondulatoria secondo [[James Clerk Maxwell|Maxwell]], particellare secondo Einstein) e quindi problematica descrizione dei fenomeni luminosi. La natura corpuscolare della radiazione elettromagnetica fu definitivamente confermata nel 1922 dalla scoperta dell'[[effetto Compton]].
 
Il dualismo onda-particella si manifestò con l'analisi statistica della [[radiazione di corpo nero]] fatta da Einstein nel 1909. La [[varianza]] <math>\sigma^2(\bar{n})</math> mostrava due termini, uno lineare e uno quadratico in <math>\bar{n}</math>, numero medio di quanti d'energia a frequenza <math>\nu</math> da attribuire a ciascun ''risonatore'' (atomo) responsabile dell'emissione o assorbimento di radiazione:
:<math>\sigma^2(\bar{n}) = \bar{n} + \bar{n}^2</math>
Questa caratteristica apparve subito sconcertante perché era noto che i sistemi di particelle hanno una dipendenza lineare in <math>\bar{n}</math> della [[varianza]]:
:<math>\sigma^2(\bar{n}) =\bar{n}</math>
mentre quelli formati da onde mostrano una dipendenza quadratica:
:<math>\sigma^2(\bar{n}) = \bar{n}^2</math>
Lo spettro di radiazione del corpo nero, invece, si comportava statisticamente come un sistema ''sia'' particellare, ''sia'' ondulatorio. Einstein si accorse inoltre che tale caratteristica era ineliminabile: solo la presenza di entrambi i termini garantiva la conservazione dell'energia del sistema.
 
===Calori specifici dei solidi===
{{Vedi anche|Modello di Einstein}}
 
In [[meccanica statistica]] e in [[fisica dello stato solido]], il ''[[modello di Einstein]]'' è un modello sviluppato nel [[1907]] per calcolare il [[calore specifico]] di un [[solido]]. Si basa sull'ipotesi che gli atomi [[Oscillatore armonico quantistico|oscillino]] intorno alla loro posizione di equilibrio con una sola [[frequenza]] e che l'energia di oscillazione sia [[Quantizzazione (fisica)|quantizzata]]. Tale modello tratta il solido come un aggregato di oscillatori isolati non interagenti tra loro, tutti con la stessa [[frequenza di risonanza]].
 
Il modello di Einstein predice abbastanza correttamente la dipendenza ad alta temperatura del calore specifico molare. Tale modello coincide, ad alta temperatura, con il modello classico di [[Legge di Dulong Petit|Dulong-Petit]]:
il calore specifico molare risulta costante per tutti i solidi<ref>{{cita libro|autore=Nicola Manini|titolo=Introduction to the Physics of Matter|editore=Springer|anno=2014|ISBN=978-3-319-14381-1}} p.237</ref>:
:<math>c_v = 3 R \approx 25 \;\; \mathrm{J/(mol \cdot K)}</math>
con <math>R</math> [[costante dei gas]], che vale <math>R = 8,314 \;\; \mathrm{J/(mol \cdot K)}</math>.
 
A temperature inferiori il modello di Einstein non riproduce perfettamente i dati sperimentali. Tuttavia, nel limite <math>T \to 0</math>, anche con il modello di Einstein il calore specifico tende a zero. Tale modello è in contrasto con il [[modello di Debye]], che tratta le vibrazioni del reticolo cristallino come [[fononi]] in una scatola.
 
===Emissione stimolata===
{{Vedi anche|Emissione stimolata|Laser}}
 
Nell'ambito degli studi sull'interazione radiazione-materia, nel 1917 teorizzò il fenomeno dell'[[emissione stimolata]]. Tale lavoro è il presupposto teorico per il funzionamento dei dispositivi [[laser]] e [[maser]], realizzati a partire dagli anni [[anni 1960|sessanta]] del [[XX secolo]].
 
Si dice [[emissione stimolata]] il fenomeno [[meccanica quantistica|quantistico]] per cui la [[radiazione elettromagnetica]], oltre che eccitare un sistema, può anche stimolarne la diseccitazione. Infatti, se si applica la [[teoria perturbativa]] dipendente dal tempo a un sistema a due livelli si ottiene che la probabilità di transizione fra i due livelli è pari al 100% quando l'[[energia]] della radiazione incidente è pari alla differenza di energia fra i due livelli; se il sistema si trovava sul suo [[stato fondamentale]] si ha un fenomeno di [[assorbimento (ottica)|assorbimento]] risonante della radiazione, ovvero l'[[Onda (fisica)|onda]] viene assorbita e il sistema si eccita; se, al contrario, il sistema era già eccitato si disecciterà emettendo radiazione elettromagnetica alla stessa frequenza, e nella stessa direzione, di quella incidente.
 
===Relatività generale===
{{Vedi anche|Relatività generale|Relatività}}
[[File:1919 eclipse negative.jpg|min|verticale|L'[[eclissi]] del 1919 che fornì una prova a sostegno della teoria della relatività generale]]
 
Nel 1915 Einstein propose una teoria relativistica della [[gravitazione]], denominata relatività generale, che descriveva le proprietà dello [[spaziotempo]] a quattro dimensioni: secondo tale teoria la gravità non è altro che la manifestazione della curvatura dello spaziotempo. La teoria venne presentata in una serie di lezioni tenutesi all'[[Accademia Prussiana delle Scienze]] a partire dal 25 novembre [[1915]], dopo una lunga fase di elaborazione. Un'annosa polemica contrappose il matematico tedesco [[David Hilbert]] ed Einstein riguardo alla pubblicazione delle equazioni di campo. Tuttavia, alcuni documenti attribuiscono con una certa sicurezza il primato a Einstein.
 
Il fondamento della relatività generale è l'assunto, noto come [[principio di equivalenza]], che un'[[accelerazione]] sia indistinguibile localmente dagli effetti di un [[campo gravitazionale]], e dunque che la massa inerziale sia uguale alla massa gravitazionale. Gli strumenti matematici necessari a sviluppare la teoria della relatività generale erano stati introdotti in precedenza da [[Gregorio Ricci Curbastro]], che sostanzialmente introdusse quello che oggi è noto come [[calcolo tensoriale]]<ref>{{cita web|http://www.imss.fi.it/milleanni/cronologia/biografie/riccub.html|Biografie - Gregorio Ricci-Curbastro|18 luglio 2010}}</ref>.
 
Einstein dedusse le equazioni del moto da quelle della relatività speciale valide localmente nei [[sistema inerziale|sistemi inerziali]]; dedusse inoltre il modo in cui la materia curva lo spaziotempo imponendo l'equivalenza di ogni possibile sistema di riferimento (da cui il nome di "relatività generale").
In particolare, il potenziale gravitazionale newtoniano viene reinterpretato come l'approssimazione, per campo debole, della componente temporale del tensore metrico: da questo discende il fatto che il tempo scorre più lentamente in un campo gravitazionale più intenso. Alla pubblicazione, la teoria venne accolta con scetticismo da parte della comunità scientifica, perché derivata unicamente da ragionamenti matematici e analisi razionali, e non da esperimenti e osservazioni.<ref name="lastampa" />
 
Nel 1920 le predizioni della relatività generale furono confermate dalle misurazioni dell'astrofisico [[Arthur Eddington]] effettuate durante un'[[eclissi solare]], che verificarono che la luce emanata da una stella era deviata dalla [[gravità]] del Sole.<ref name="lastampa" /> Le osservazioni ebbero luogo il 29 maggio del 1919 a [[Sobral]], in [[Brasile]], e nell'isola di [[Príncipe]], nello Stato di [[São Tomé e Príncipe]].<ref name="lastampa" /> Da allora esperimenti sempre più precisi hanno confermato le predizioni della teoria, prevalentemente nell'ambito dell'astronomia ([[precessione del perielio di Mercurio]] e [[lenti gravitazionali]]).
 
I limiti della relatività generale riguardano essenzialmente il trattamento degli stati della materia nei quali le interazioni gravitazionali e quantistiche arrivano ad avere lo stesso ordine di grandezza, fino alle [[Singolarità gravitazionale|singolarità gravitazionali]]. Tra le evoluzioni teoriche prospettate, le più note e investigate sono la [[teoria delle stringhe]] e la [[gravitazione quantistica a loop]].
 
===Statistica di Bose-Einstein===
{{Vedi anche|Statistica di Bose-Einstein}}
 
La ''[[statistica di Bose-Einstein]]'', anche detta ''[[distribuzione di Bose-Einstein]]'' o abbreviata in ''statistica B-E'', determina la [[distribuzione statistica]] (relativa agli stati energetici all'[[equilibrio termico]]) di un sistema di [[bosone (fisica)|bosoni]], nell'ipotesi che siano identici e indistinguibili tra loro.<ref>{{Cita libro|titolo=Spettroscopia Atomica e Processi Radiativi|autore=Egidio Landi Degl'Innocenti|editore=Springer|anno=2009|isbn=978-88-470-1158-8}} p.297</ref> Introdotta nel 1920 da [[Satyendra Nath Bose]] per i [[fotone|fotoni]], ed estesa agli [[atomi]] da Albert Einstein nel 1924, rappresenta, insieme alla [[statistica di Fermi-Dirac]] per i [[fermioni]], l'aggiornamento quantistico della classica [[statistica di Maxwell-Boltzmann]].
La trattazione quantistica delle particelle si applica quando la distanza tra le particelle si avvicina alla loro [[lunghezza d'onda termica di de Broglie]], cioè quando le [[funzioni d'onda]] associate alle particelle si incontrano in zone nelle quali hanno valori non trascurabili, ma non si sovrappongono.<ref>{{cita libro|autore=Nicola Manini|titolo=Introduction to the Physics of Matter|editore=Springer|anno=2014|ISBN=978-3-319-14381-1}} p.111</ref>
 
I bosoni, non seguendo il [[principio di esclusione di Pauli]], possono occupare in numero illimitato lo stesso stato energetico contemporaneamente e, a basse temperature, tendono ad ammassarsi nello stesso livello di bassa energia formando un [[condensato di Bose-Einstein]].<ref>{{cita libro|autore=Franco Bassani, Umberto M. Grassano|titolo=Fisica dello stato solido|editore=Bollati Boringhieri|anno=2000|ISBN=978-88-339-5620-6}}p. 524</ref> La statistica di Bose-Einstein è particolarmente utile nello studio dei gas e costituisce, con statistica di Fermi-Dirac, la base della teoria dei [[semiconduttori]] e dell'[[elettronica]].<ref>{{cita libro|autore=Nicola Manini|titolo=Introduction to the Physics of Matter|editore=Springer|anno=2014|ISBN=978-3-319-14381-1}} p. 210</ref>
 
===Spiegazione dei meandri fluviali===
{{Vedi anche|Effetto tazza di tè}}
 
[[File:Tea Leaf Paradox Stirring.ogv|min|In questo video è possibile vedere il moto spiraleggiante e convergente delle foglie di tè sul fondo di una tazza della stessa bevanda dopo il mescolamento.]]
[[File:Tea leaf Paradox Illustration.svg|min|In quest'illustrazione è mostrato in blu il flusso secondario, che fa convergere le foglie sul fondo verso il centro della tazza.]]
 
Con l'espressione ''[[effetto tazza di tè]]'' s'indica quel fenomeno per cui particelle significativamente più pesanti del liquido in cui sono immerse si spostano verso il centro di rotazione del liquido, quando quest'ultimo viene posto all'interno di un contenitore tendenzialmente rotondeggiante e fatto roteare su se stesso. Tale fenomeno deve il suo nome al cosiddetto ''paradosso delle foglie di tè'', citato da Albert Einstein in un suo articolo del 1926 inerente alla formazione dei [[meandri]] dei fiumi. Il fisico tedesco faceva notare come le [[Camellia sinensis|foglie di tè]], in una tazza della [[Tè|stessa bevanda]], si spostassero verso il centro del fondo della tazza dopo che la bevanda era stata mescolata, piuttosto che rimanere costrette ai bordi della stessa, come ci si sarebbe aspettato in una [[Centrifuga (tecnologie chimiche)|centrifuga]] a spirale.
 
La spiegazione fisica del fenomeno fu data per la prima volta nel 1877 da [[James Thomson (fisico)|James Thomson]], il quale, nel cercare un'origine alla formazione dei meandri nei corsi dei fiumi, collegò correttamente l'aspetto del ''[[flusso]] secondario'' (vedi figura) con ''l'[[attrito]] sul fondo''.<ref>{{cita pubblicazione|autore=James Thomson|titolo=On the origin of windings of rivers in alluvial plains, with remarks on the flow of water round bends in pipes|anno=1876|rivista=Proceedings of the Royal Society of London. A|editore=Royal Society|pp=5-8|volume=25 |url=https://royalsocietypublishing.org/doi/abs/10.1098/rspl.1876.0004 |accesso=20 marzo 2023}}</ref><ref>{{cita pubblicazione|autore=James Thomson|titolo=On the grand currents of atmospheric circulation|anno=1892|rivista=Philosophical Transactions of the Royal Society of London. A|editore=[[Royal Society]]|pp=653-684|volume=183 |url=https://www.jstor.org/stable/90596 |accesso=20 marzo 2023}}</ref> Il flusso secondario è determinato dalla differenza tra l'effettivo flusso tridimensionale che si sviluppa in un canale e un flusso bidimensionale di riferimento. Lo spostamento di particelle vicine al fondo nei flussi dei meandri fluviali fu poi studiato sperimentalmente da A. Ya. Milovich nel 1913.<ref>{{cita pubblicazione|autore=Nikolay Yegorovich Joukovsky |anno=1914 |titolo=On the motion of water at a turn of a river|rivista=[[Matematicheskii Sbornik]]|volume=29}}</ref>
 
Tuttavia si dovette aspettare il 1926 perché Albert Einstein fornisse una spiegazione esaustiva al perché tutti i fiumi, in misura più o meno marcata, sviluppano un percorso tortuoso piuttosto che essenzialmente rettilineo. Lo fece chiamando in causa l'[[Erosione fluviale|erosione]] degli [[argini]] fluviali e le ragioni alla base di essa, nonché svelando il motivo del curioso e quasi paradossale movimento delle foglie di tè in una tazza della stessa bevanda, subito dopo il mescolamento.<ref name="ercole" /><ref name="r05" />
 
===Paradosso EPR===
{{Vedi anche|Paradosso EPR}}
 
Il ''[[paradosso di Einstein-Podolsky-Rosen]]'' (''[[paradosso EPR]]'') è un [[esperimento mentale]] con cui Albert Einstein, [[Boris Podolsky]] e [[Nathan Rosen]] dimostrarono che dalla [[meccanica quantistica]] deriva il fenomeno dell'[[entanglement quantistico|entanglement]], considerato [[paradosso|paradossale]] perché ritenuto incompatibile con la [[relatività ristretta]] (che considera la [[velocità della luce]] la massima alla quale può viaggiare qualunque tipo d'[[informazione]]) e, più in generale, con il [[principio di località]]. Da ciò scaturì la loro convinzione che la teoria quantistica fosse incompleta, ovvero dovesse comprendere delle [[Teorie delle variabili nascoste|variabili nascoste]].
 
I tre autori proposero il loro esperimento mentale nell'articolo del 1935 ''"La descrizione quantistica della realtà fisica può ritenersi completa?"''. Intendevano dimostrare che, per conservare il [[principio di località]], ritenuto requisito imprescindibile, la meccanica quantistica deve necessariamente essere incompleta.<ref name='Einstein1935'>{{Cita pubblicazione | titolo = Can Quantum-Mechanical Description of Physical Reality be Considered Complete? | rivista = Physical Review | data = 15 maggio 1935 | autore= Albert Einstein | coautori = B Podolsky, N Rosen | volume = 47 | numero = 10 | pp = 777-80 | doi = 10.1103/PhysRev.47.777 | url = https://journals.aps.org/pr/pdf/10.1103/PhysRev.47.777 | accesso = 11 dicembre 2023 }}</ref>
Cinque mesi dopo, [[Niels Bohr]] rispose all'argomento di EPR con un articolo intitolato allo stesso modo.<ref>N. Bohr, ''Can quantum-mechanical description of physical reality be considered complete?'', Physical Review, 48 (1935), pag. 700.</ref> La posizione di Bohr fu a lungo considerata come ulteriore vittoria del suo scontro con Einstein, benché oggi si riconosca che essa fosse oscura e non soddisfacente.
 
Sempre nel 1935, [[Erwin Schrödinger]] pubblicò l'articolo in cui descrive il famoso [[Paradosso del gatto di Schrödinger|paradosso del gatto]], cercando di chiarire l'idea della [[Principio di sovrapposizione (meccanica quantistica)|sovrapposizione]] di stati nella meccanica quantistica. Si deve a [[David Bohm]], nel 1951, una riformulazione del paradosso in termini più facilmente verificabili<ref>Bohm David. (1951). [http://books.google.com.au/books?id=9DWim3RhymsC&printsec=frontcover&dq=david+bohm+quantum+theory&source=bl&ots=6G-2u1wtav&sig=Q1GcoVDLFRmKOmDYFAJte6LzrZU&hl=en&ei=Pv45TNSnLYffcfnS6foO&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=7&ved=0CEEQ6AEwBg#v=onepage&q&f=false ''Quantum Theory''], Prentice-Hall, Englewood Cliffs, page 29, and Chapter 5 section 3, and Chapter 22 Section 19.</ref>.
 
Il paradosso EPR descrive un effetto fisico che ha aspetti paradossali: se in un sistema quantistico ipotizziamo alcune deboli e generali condizioni, come [[realismo (filosofia)|realismo]], [[principio di località|località]] e [[completezza (logica matematica)|completezza]], ritenute ragionevolmente vere per qualunque teoria che descriva la realtà fisica senza contraddire la [[Relatività ristretta|relatività]], giungiamo a una contraddizione. Da notare che, di per sé, la meccanica quantistica non è intrinsecamente contraddittoria, né in contrasto con la relatività.
 
Benché proposto originariamente per mettere in luce l'incompletezza della meccanica quantistica, ulteriori sviluppi teorici e sperimentali seguiti all'articolo originale (come il [[teorema di Bell]] e l'[[esperimento sulla correlazione quantistica di Aspect]]<ref>[https://prola.aps.org/abstract/PRD/v14/i8/p1944_1 ''Proposed experiment to test the non-separability of quantum mechanics''], A. Aspect, Phys. Rev. D 14, 1944–1951 (1976)</ref>) hanno portato gran parte dei fisici a considerare il paradosso EPR solo un esempio di come la meccanica quantistica contrasti con le nostre esperienze del mondo macroscopico.
 
===Teoria del campo unificato===
Suo zio Jakob, inoltre, lo metteva spesso alla prova con problemi matematici che risolveva brillantemente "provando un profondo senso di felicità"<ref>M. Einstein ''Biografia'' p14 - Biografia su Albert Einstein scritta dalla sorella, terminata nel 1924; riportata su ''Sottile è il signore... La scienza e la vita di Albert Einstein'' di Abraham Pais, p54</ref>.
{{Vedi anche|Teoria del tutto}}
 
Tentativi di unificare la [[gravità]] con l'[[elettromagnetismo]] vengono datati almeno agli esperimenti di [[Michael Faraday]] del 1849–50.<ref>M. Faraday, ''Experimental Researches in Electricity. Twenty-Fourth Series. On the Possible Relation of Gravity to Electricity'', Abstracts of the Papers Communicated to the Royal Society of London, volume 5, pagine 994-995, 1850.</ref> Dopo che la teoria della gravità di Einstein ([[relatività generale]]) venne pubblicata nel 1916, la ricerca di una [[teoria del campo unificato]] che combinasse la gravità con l'elettromagnetismo cominciò a riscuotere interesse. All'epoca sembrava plausibile che non esistessero altre forze fondamentali. I principali fisici coinvolti furono [[Gunnar Nordström]], [[Hermann Weyl]], [[Arthur Eddington]], [[Theodor Kaluza]], [[Oskar Klein]].
A causa dei continui problemi economici la famiglia Einstein dovette trasferirsi spesso, sin da quando il piccolo Albert non aveva nemmeno due mesi di vita; prima a [[Monaco di Baviera|Monaco]], poi nel [[1894]] a [[Pavia]], in [[Italia]], dove scrisse il suo primo articolo scientifico, e, due anni dopo a [[Berna]], in [[Svizzera]]. Quando la sua famiglia si trasferì in [[Italia]] Einstein, quindicenne, restò in Germania per proseguire gli studi ma presto li abbandonò invece di diplomarsi e seguì la sua famiglia.
 
Con la relatività ristretta e generale, Einstein teorizzò che per lo spaziotempo in cui si manifestano campo elettromagnetico e campo gravitazionale dovesse essere formulata una teoria del campo unificato in grado di conciliare il campo elettromagnetico, non ancora descritto in termini geometrici, con il campo gravitazionale, descritto come una variazione della geometria dello spaziotempo circostante.
Il suo fallimento all'esame d'ingresso presso il ''[[ETH Zürich|Politecnico di Zurigo]]'' (autunno [[1895]]) fu una dura battuta d'arresto; fu mandato dalla sua famiglia a [[Aarau]], in [[Svizzera]], per concludere gli studi superiori, dove ricevette il diploma nel [[1896]]. Qui, all'età di diciassette anni rinunciò definitivamente alla [[Cittadinanza (diritto)|cittadinanza]] [[germania|tedesca]]. Nell'ottobre dello stesso anno superò l'esame di ammissione al Politecnico di Zurigo, vi si iscrisse e vi concluse i suoi studi con un esame ad agosto del [[1900]].
Einstein stesso suggerì che la relatività generale non fosse una teoria ultima e che la strada verso una teoria del campo unificato fosse lo studio delle proprietà geometriche dello spaziotempo e l'estensione a n dimensioni di tale costruzione geometrica. Nei suoi ultimi anni, Einstein fu intensamente impegnato a trovare tale teoria unificatrice ma i suoi sforzi non furono coronati dal successo
 
La ricerca di una teoria universale fu interrotta dalla scoperta delle forze nucleari [[Forza nucleare forte|forte]] e [[Forza nucleare debole|debole]], che non potevano essere incluse né nella gravità né nell'elettromagnetismo. Un ulteriore ostacolo fu l'accettare che la meccanica quantistica dovesse essere incorporata dall'inizio, anziché emergere come conseguenza di una teoria deterministica unificata, come aveva sperato Einstein.
Nel [[1898]], Einstein incontrò e si innamorò di [[Mileva Maric|Mileva Mari&#263;]], una sua compagna di studi [[Serbia|serba]] (amica di [[Nikola Tesla]]). Mileva era l'unica donna ammessa a frequentare il Politecnico Federale svizzero e fu presentata da Tesla ad Einstein. Nel [[1900]] gli fu garantito un diploma da insegnante dall'''Eidgenössische Technische Hochschule'' e fu accettato come cittadino svizzero nel [[1901]].<ref>{{cite web | title= Einstein's nationalities at einstein-website.de | url=http://www.einstein-website.de/z_information/variousthings.html#national | accessmonthday=4 October | accessyear=2006 }}</ref> In questo periodo Einstein discuteva dei suoi interessi scientifici con un ristretto gruppo di amici, inclusa Mileva. Lui e Mileva ebbero una figlia, Lieserl, nata nel gennaio [[1902]]. I loro genitori erano contrari ad un loro matrimonio e considerarono la piccola Lieserl una figlia illegittima. La bambina morì di [[scarlattina]].
 
Il lavoro di unificazione s'incentrò, per gran parte del [[XX secolo]], sulla comprensione delle tre forze quantizzabili: l'elettromagnetismo e le forze nucleari debole e forte. Le prime due furono [[Interazione elettrodebole|unificate]] nel 1967–68 da [[Sheldon Glashow]], [[Steven Weinberg]], e [[Abdus Salam]] come "forza elettrodebole". Le forze forti ed elettrodeboli coesistono pacificamente nel [[modello standard]] della fisica particellare, ma rimangono distinte. Diverse [[Teoria della grande unificazione|teorie della grande unificazione]] sono state proposte per unificarle. Anche se le più semplici di tali teorie sono state sperimentalmente escluse, la possibile esistenza di una [[supersimmetria]] rimane al centro delle ricerche dalla comunità dei fisici teorici.
Quel parto illegittimo compromise gli studi della giovane e promettente Mileva, che pure volontariamente decise di sacrificarsi per la famiglia e la carriera accademica di Albert. Nel [[1903]], Albert e Mileva si sposarono in Municipio ed in seguito Mileva diede alla luce altri due figli: Hans Albert (1904) e Eduard (1910).
 
== Pensieri ==
Dopo il diploma Einstein trovò un lavoro all'ufficio brevetti di [[Berna]]. Insieme al suo amico [[Michele Besso]] fondò un gruppo di discussione chiamato "Accademia Olimpia" dove Einstein discuteva con i suoi amici di [[scienza]] e [[filosofia]].
 
Il 15 gennaio [[1906]]=== Einstein ottenne ilfilosofo dottorato.===
[[File:Niels Bohr Albert Einstein by Ehrenfest.jpg|min|verticale|Einstein e [[Niels Bohr|Bohr]]]]
Sebbene i contributi principali di Einstein siano relativi alla fisica, è indubbio che egli nutrisse un sincero interesse per la filosofia: nella sua vita studiò scritti di carattere filosofico fin dagli anni del liceo (da quando per la prima volta lesse un libro di [[Kant]]). Tuttavia egli non si considerò mai un filosofo nel senso stretto del termine: il suo, più che un sistema filosofico, venne definito da [[Hans Reichenbach|Reichenbach]] un «atteggiamento filosofico».<ref>H. Reichenbach, ''Significato filosofico della teoria della relatività'' in Albert Einstein, ''Autobiografia scientifica'', op. cit., p. 177</ref>
 
Nel 1924 contribuì con un breve scritto introduttivo all'edizione del poema di [[Tito Lucrezio Caro]], ''[[De rerum natura]]'', curata da [[Hermann Diels]].<ref>T. Lucretius Carus, ''De rerum natura'', vol. 2: ''Lukrez, Von der Natur'', hrsg. von Hermann Diels, Berlin: Weidmanns'sche Buchhandlung, 1924, pp. IV-VI.</ref>
===Teoria della relatività ristretta===
Vedi anche [[Annus Mirabilis Papers]]
 
Come pensatore e filosofo, era mosso da una profonda ammirazione per i sistemi di [[Spinoza]] e [[Schopenhauer]]. Del primo era particolarmente affascinato dalla [[olismo|concezione olistica]], cioè dall'idea del cosmo come di un tutto ordinato secondo le leggi di un'entità panica impersonale, mentre del secondo condivideva la visione disincantata dell'umanità. In tutta la sua produzione saggistica si può notare come lo stile einsteiniano, lineare e al contempo vibrante e ricco di passi altamente suggestivi, sia avvicinabile a quello di alcuni testi del filosofo tedesco, quali i caustici [[aforisma|aforismi]]. Nell'ambito della [[filosofia della scienza]], egli affermò l'importanza nei suoi studi dell'opera di [[David Hume]] e dell'epistemologia di [[Ernst Mach]], da cui tuttavia si distaccò nella maturità. Smentì invece una sua presunta adesione al [[positivismo]]: {{citazione|Io non sono positivista. Il positivismo stabilisce che quanto non può essere osservato non esiste. Questa concezione è scientificamente insostenibile, perché è impossibile fare affermazioni valide su ciò che uno "può" o "non può" osservare. Uno dovrebbe dire: "Solo ciò che noi osserviamo esiste": il che è ovviamente falso.|Brian, ''Einstein: a life'', 1996}}
Nel [[1905]] pubblicò l'articolo ''Zur Elektrodynamik bewegter Körper'' (Sull'elettrodinamica dei corpi in movimento), che aveva come oggetto l'interazione fra corpi carichi in movimento ed il [[campo elettromagnetico]] vista da diversi osservatori in stati di moto differenti.
 
Einstein sostenne in più occasioni l'importanza dell'[[epistemologia]] nella scienza contemporanea (tanto che negli ultimi anni di vita affermò «La scienza senza epistemologia, se pure si può concepire, è primitiva e informe»<ref name=":0">A. Pais, ''La scienza e la vita di Albert Einstein'', op. cit., pag. 24</ref>) ed egli stesso accompagnò il suo lavoro scientifico con una chiara posizione epistemologica, fino ad arrivare a parlare nella sua ''Autobiografia scientifica'' di un «credo epistemologico». In esso egli distingue la totalità delle esperienze sensibili (ovvero i dati offerti dalla natura) dall'insieme dei concetti e delle proposizioni di cui fa uso la scienza (cioè la costruzione teorica); il compito del pensiero logico riguarda solo la parte della costruzione teorica, che però a sua volta assume significato solo dalla connessione, puramente intuitiva e non di carattere logico, con le esperienze sensibili. In altre parole, per Einstein il sistema dei concetti e delle proposizioni di cui fa uso la scienza è una semplice creazione umana che però assume valore e contenuto solo nel momento in cui permette il più possibile di collegare e connettere tra loro i dati sperimentali con la maggiore "economia" (o semplicità) di termini e proposizioni stesse.<ref>Albert Einstein, ''Autobiografia scientifica'', op. cit., p. 14</ref>
Grazie a questo articolo, vennero risolte le controversie che avevano caratterizzato la fisica di fine [[XIX secolo|'800]] per quel che riguardava l'esistenza o meno di un sistema di riferimento assoluto. La teoria che ne scaturì fu indicata come teoria della [[Relatività ristretta]].
 
Alcuni autori hanno evidenziato la rilevanza del pensiero epistemologico di Einstein, come elemento che avrebbe favorito lo scienziato nel formulare un'immagine robusta e coerente della realtà fisica.<ref>Si veda ad esempio: F. Laudisa, ''Albert Einstein. Un atlante filosofico'', Bompiani, Bergamo, 2010, ISBN 978-88-452-6426-9</ref> La sua fiducia nell'intelligibilità dell'universo lo portò a una concezione rigorosamente [[determinismo|deterministica]], convincendolo che «''Dio non gioca ai dadi''»<ref name=":1">«Dio non gioca a dadi» è il modo con cui viene in genere riportato il pensiero di Einstein, che in realtà disse: «Sembra difficile dare una sbirciata alle carte di Dio. Ma che Egli giochi a dadi e usi metodi "telepatici" [...] è qualcosa a cui non posso credere nemmeno per un attimo» (cit. in Bill Bryson, ''[[Breve storia di (quasi) tutto]]'', TEA (2008), ISBN 978-88-502-1549-2)</ref> in opposizione ai risultati intrinsecamente probabilistici della [[meccanica quantistica]], cui diede comunque indirettamente importanti contributi.<ref>{{Cita web |url=http://www.scienzainrete.it/contenuto/articolo/vincenzo-palermo/dio-non-gioca-dadi/maggio-2013 |titolo=Dio non gioca a dadi{{!}}Scienza in Rete<!-- Titolo generato automaticamente --> |accesso=8 luglio 2015 |dataarchivio=9 luglio 2015 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150709094430/http://www.scienzainrete.it/contenuto/articolo/vincenzo-palermo/dio-non-gioca-dadi/maggio-2013 |urlmorto=no }}</ref>
Nello stesso [[1905]], pubblicò una nota che forniva una spiegazione dell'[[effetto fotoelettrico]] utilizzando il concetto di [[quanto]], ipotizzato qualche anno prima da [[Max Planck]]. Questo lavoro diede una grande spinta alla [[meccanica quantistica]], la cui concezione stava formandosi proprio in quegli anni. Ancora in quello stesso ''annus mirabilis'' sviluppò una teoria del [[moto browniano]].
 
Celebre è il carteggio che Einstein intrattenne con [[Sigmund Freud]] negli anni [[Anni 1930|trenta]], in cui s'interroga sul ''[[Perché la guerra?|Perché la guerra]]'', ottenendo come risposta dal fondatore della psicoanalisi che essa dipende dalla natura intrinsecamente aggressiva dell'animo umano.<ref>{{Cita web |url=http://www.atuttascuola.it/tesine/guerra/carteggio_einstein_freud_sull.htm |titolo=Il carteggio Einstein-Freud sulla guerra|accesso=8 luglio 2015 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150709035001/http://www.atuttascuola.it/tesine/guerra/carteggio_einstein_freud_sull.htm|urlmorto=sì}}</ref> Altrettanto celebre è la sua raccolta di saggi ''[[Come io vedo il mondo]]''.
Dal [[1908]] insegnò a [[Berna]] e nel [[1911]] passò a [[Praga]]; nel [[1914]] fu nominato direttore dell'Istituto di Fisica dell'[[Università di Berlino]], dove rimase fino al [[1933]]. In quegli anni effettuò alcune ricerche sulla meccanica statistica e sulla teoria della radiazione, mentre stava concependo l'estensione delle teorie relativistiche. Nel 1909 Einstein pubblicò "Über die Entwicklung unserer Anschauungen über das Wesen und die Konstitution der Strahlung" sulla quantizzazione della luce. In questo e in un precedente scritto del 1909 Einstein dimostrò che l'energia dei quanti di [[Max Planck]] deve avere una [[quantità di moto]] ben definita. Questo scritto introdusse il concetto di ''[[fotone]]'' (anche se il termine fotone venne introdotto da [[Gilbert N. Lewis]] nel 1926) e ispirò la nozione di [[dualismo onda-particella]] nella [[meccanica quantistica]].
 
=== La visione politica ===
===Teoria della [[relatività generale]]===
Einstein era intransigente come scienziato, così come persona; nel 1913 rifiutò di firmare un manifesto a favore della guerra che gli veniva proposto da un buon numero di scienziati tedeschi.
[[Immagine:1919 eclipse negative.jpg|right|200px|thumb|L'[[eclissi]] del [[1919]] che verificò la veridicità della [[teoria della relatività generale]]]]
Risponde a questa proposta con un rischioso ''Appello agli Europei'' firmato con lo psicologo [[Georg Friedrich Nicolai]] nel 1914, in cui invitò a rifiutare le logiche guerrafondaie proponendo invece di unire gli sforzi per un'Europa unita.<ref>Pietro Greco, ''Fisica per la pace. Tra scienza e impegno civile'', pag 30 testo in italiano del Manifesto Einstein-Nicolai, 2018, Carrocci, Roma, ISBN 978 88 430 8578 1</ref>
Il [[1915]] è un anno importante per la fisica teorica: in tale anno infatti, Einstein propose una teoria relativistica della gravitazione, indicata come Relatività generale, che descriveva le proprietà dello [[spazio-tempo]] a 4 dimensioni. In tale teoria si concludeva che i [[sistema inerziale|sistemi inerziali]] potevano avere senso solo in assenza di campi gravitazionali. Nonostante sia meno universalmente conosciuta e compresa, per le difficoltà del modello matematico usato per la descrizione, la relatività generale è una teoria molto più rivoluzionaria di quella ristretta, in quanto demoliva alla base schemi universalmente accettati.
 
L'autorevolezza di Einstein si fece sentire inoltre non solo nel campo della fisica, ma anche in ambito sociale, politico e culturale, in particolare sul tema della non violenza di [[Gandhi]]:
Inizialmente gli scienziati erano scettici perché la teoria derivava da ragionamenti matematici e analisi razionali, non da esperimenti o osservazioni. Ma nel [[1919]] le predizioni fatte dalla teoria furono confermate dalle misurazioni di [[Arthur Eddington]] durante un'[[eclissi solare]], che verificarono che la [[luce]] emanata da una [[stella]] era deviata dalla [[gravità]] del [[Sole]] quando passava vicino ad esso. Le osservazioni furono effettuate il [[29 maggio]] 1919 in due posti diversi, rispettivamente a [[Sobral]], che si trova in [[Brasile]], e nell'[[isola di Principe]].
 
{{cit|Credo che le idee di Gandhi siano state, tra quelle di tutti gli uomini politici del nostro tempo, le più illuminate. Noi dovremmo sforzarci di agire secondo il suo insegnamento, rifiutando la violenza e lo scontro per promuovere la nostra causa, e non partecipando a ciò che la nostra coscienza ritiene ingiusto.}}
{{quote|[[Max Planck]] non capiva nulla di fisica perché durante l'eclissi del 1919, è rimasto in piedi tutta la notte per vedere se fosse stata confermata la curvatura della luce dovuta al campo gravitazionale. Se avesse capito davvero la teoria avrebbe fatto come me e sarebbe andato a letto|Archivio Einstein 14-459}}
[[File:Albert Einstein photo 1921.jpg|min|verticale|sinistra|Albert Einstein nel 1921]]
Einstein si considerò sempre un pacifista<ref>{{Cita web|url=http://www.amnh.org/exhibitions/einstein/peace/index.php|titolo=Einstein - Peace and War|accesso=5 febbraio 2018|dataarchivio=4 febbraio 2005|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20050204233613/http://www.amnh.org/exhibitions/einstein/peace/index.php|urlmorto=sì}}</ref> e un [[umanista]],<ref>{{Cita web|url=http://www.amnh.org/exhibitions/einstein/global/index.php|titolo=Einstein - Global citizen|accesso=5 febbraio 2018|dataarchivio=4 febbraio 2005|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20050204231353/http://www.amnh.org/exhibitions/einstein/global/index.php|urlmorto=sì}}</ref> e negli ultimi anni della sua vita, anche socialista. Descrivendo il Mahatma Gandhi, Albert Einstein disse «Le future generazioni difficilmente potranno credere che qualcuno come lui sia stato sulla terra in carne e ossa».
«Gandhi, il più grande genio politico del nostro tempo, ci ha indicato la strada da percorrere. Egli ci ha mostrato di quali sacrifici l'uomo sia capace una volta che abbia scoperto il cammino giusto».
«Dovremmo sforzarci di fare le cose allo stesso modo: non utilizzando la violenza per combattere per la nostra causa, ma non-partecipando a qualcosa che crediamo sia sbagliato».
 
Come Gandhi, inoltre, Einstein si fece assertore del valore etico e salutistico del [[vegetarianismo]], abbracciando egli stesso questo stile alimentare.<ref>{{cita web|titolo=Albert Einstein (1879-1955)|url=http://www.ivu.org/history/northam20a/einstein.html|lingua=en|accesso=23 febbraio 2015|editore=[[International Vegetarian Union]]|dataarchivio=19 marzo 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190319105524/https://ivu.org/history/northam20a/einstein.html|urlmorto=no}} Vedi anche {{cita libro|curatore=Alice Calaprice|titolo=The Ultimate Quotable Einstein|url=https://books.google.it/books?id=G_iziBAPXtEC&pg=PA453|anno=2011|editore=Princeton University Press|pagine=453–454|ISBN=978-0-691-13817-6|accesso=24 febbraio 2015|dataarchivio=24 febbraio 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150224160914/https://books.google.it/books?id=G_iziBAPXtEC&pg=PA453|urlmorto=no}}</ref>
Nel [[1917]] mostrò il legame esistente tra la [[legge di Bohr]] e la formula di Planck dell'irraggiamento del [[corpo nero]]. Nello stesso anno introdusse la nozione di [[emissione stimolata]], che sarebbe poi stata applicata alla concezione del [[laser]].
 
L'[[FBI]] raccolse un fascicolo di 1427 pagine sulla sua attività e raccomandò che gli fosse impedito di emigrare negli Stati Uniti secondo lo [[Alien Exclusion Act]], aggiungendo che, insieme con altri addebiti, Einstein credeva, consigliava, difendeva o insegnava una dottrina che, in senso legale, era stata ritenuta dai tribunali, in altri casi, « [...] capace di permettere all'anarchia di progredire indisturbata» e che portava a « [...] un governo solo di nome». Aggiunse anche che Einstein « [...] era stato membro, sostenitore o affiliato a 34 movimenti comunisti tra il 1937 e il 1954» e che « [...] inoltre lavorò come presidente onorario in tre organizzazioni comuniste».<ref>[https://web.archive.org/web/20040810044240/http://foia.fbi.gov/foiaindex/einstein.htm Federal Bureau of Investigation - Freedom of Information Privacy Act<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
===Nobel nel 1921===
[[File:Albert Einstein, by Doris Ulmann.jpg|min|verticale|Albert Einstein nel 1931]]
[[Immagine:Einstein Refrigerator.png|right|150px|thumb|Refrigeratore]]
[[Immagine:Niels Bohr Albert Einstein by Ehrenfest.jpg|right|150px|thumb|Einstein e Bohr]]
Nel [[1921]] ottenne il [[Premio Nobel]] per la [[Fisica]] (anche se diede la ''Nobel lecture'' nel [[1922]] essendo stato in viaggio in [[Giappone]] l'anno precedente) per il suo lavoro del 1905 sulla spiegazione dell'[[effetto fotoelettrico]]. In quegli anni Einstein cominciò a dedicarsi alla ricerca di teorie del campo unificate, argomento che lo appassionò fino alla fine, assieme ai tentativi di spiegazioni alternative dei fenomeni quantistici: infatti, la sua concezione del mondo fisico mal si conciliava con le interpretazioni probabilistiche della meccanica quantistica.
 
Einstein si oppose ai governi dittatoriali e per questo motivo (e per le sue origini ebraiche) abbandonò la Germania subito dopo la presa del potere da parte del partito nazista. Il 30 gennaio 1933 lo scienziato era in viaggio di ritorno in Germania dopo un soggiorno negli Stati Uniti; appresa la notizia dell'ascesa di Adolf Hitler mentre si trovava in [[Belgio]], dopo qualche esitazione decise di interrompere il viaggio e ritornare oltre [[Atlantico]] su invito dell'[[Institute for Advanced Study]] a Princeton.<ref>S. Friedländer, ''Gli anni dello sterminio. La Germania nazista e gli ebrei (1939-1945)'', pp. 788-789.</ref>
Si trasferì in America a causa delle persecuzioni antisemite che già imperversavano in Germania e in Europa.
 
Tra i vari aneddoti su Einstein ricorre spesso quello secondo cui quando espatriò negli Stati Uniti, sulla richiesta di dichiarare la sua razza d'appartenenza, avrebbe risposto "umana".<ref>[http://www.drzap.it/F_Einstein.htm Omaggio ad Albert Einstein.] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20090222050002/http://www.drzap.it/F_Einstein.htm |data=22 febbraio 2009 }} e [http://archiviostorico.corriere.it/1992/novembre/05/quel_modulo_Einstein_mia_razza_co_0_9211055938.shtml Corriere della Sera] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20110626083802/http://archiviostorico.corriere.it/1992/novembre/05/quel_modulo_Einstein_mia_razza_co_0_9211055938.shtml |data=26 giugno 2011 }}</ref> Nessun dato reale sembra supportarlo; nell'unico documento sul suo passaggio per Ellis Island risulta invece registrato come ebreo.<ref>{{Cita web|url=http://catalepton.altervista.org/2009/04/razza-umana/|titolo=“Razza?” “Umana”|data=27 aprile 2009|accesso=5 febbraio 2018|dataarchivio=13 agosto 2011|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110813055209/http://catalepton.altervista.org/2009/04/razza-umana/|urlmorto=sì}}</ref>
Infatti quando [[Adolf Hitler]] salì al potere nel [[gennaio]] [[1933]], Einstein era professore ospite all'università di [[Princeton]]. Nel 1933 i [[Nazisti]] promulgarono ''"La Legge della Restaurazione del servizio Civile"'' a causa della quale tutti i professori universitari ebrei furono licenziati, e durante gli anni trenta fu condotta una campagna dai premi Nobel [[Philipp Lenard]] e [[Johannes Stark]] che etichettò i lavori di Einstein come ''"fisica ebrea"'', in contrasto con la ''"fisica tedesca"'' o ''"ariana"''. Einstein rinunciò alla cittadinanza tedesca e svizzera e restò negli [[Stati Uniti d'America|USA]] fino alla morte. All'[[Institute for Advanced Studies]] a [[Princeton]] proseguì con le sue ricerche, studiando anche alcuni problemi cosmologici e le [[probabilità]] delle transizioni atomiche.
 
In principio fu favorevole alla realizzazione della [[bomba atomica]] al fine di prevenirne la costruzione da parte di Hitler e per questo scrisse anche una [[Lettera Einstein-Szilárd|lettera]]<ref name=autogenerato1>{{Cita web|url=http://hypertextbook.com/eworld/einstein.shtml|titolo=Albert Einstein's Letters to President Franklin Delano Roosevelt|sito=E-World|anno=1997|accesso=30 marzo 2005|dataarchivio=17 aprile 2012|urlarchivio=https://www.webcitation.org/66ytrjbjD?url=http://hypertextbook.com/eworld/einstein.shtml|urlmorto=no}}</ref> (del 2 agosto del 1939 probabilmente scritta da [[Leó Szilárd]]) al presidente Roosevelt, incoraggiandolo a iniziare un programma di ricerca scientifico-tecnologica per sfruttare l'energia nucleare a scopi civili, dichiarando nella [[Lettera Einstein-Szilárd|lettera]]<ref name=autogenerato1 /> per il presidente che essa poteva essere utilizzata anche per creare delle bombe molto potenti. Roosevelt rispose creando un comitato per studiare la possibilità di usare l'[[uranio]] come arma nucleare. Successivamente il [[Progetto Manhattan]] assorbì tale comitato.
Diventò cittadino Americano nel [[1940]]. Einstein nei suoi ultimi anni di vita tentò di unificare le forze fondamentali allora note, cioè la [[gravità]] e l'[[elettromagnetismo]] ignorando dell'esistenza della [[forza nucleare debole]] e della [[forza nucleare forte]] che verranno scoperte solo dopo la sua morte. Nel [[1950]] descrisse la sua teoria, poi rivelatasi parzialmente errata, in un articolo della rivista [[Scientific American]].
 
Einstein, insieme con [[Albert Schweitzer]] e [[Bertrand Russell]], combatté contro i test e le sperimentazioni militari della bomba atomica. Successivamente invece non fu ascoltato quando, nel 1945, si oppose al lancio della stessa bomba sul [[Giappone]]. Insieme con Russell firmò il ''[[Manifesto Russell-Einstein]]'', che dette vita alla ''[[Pugwash Conferences on Science and World Affairs]]''; tuttavia, dopo la guerra, Einstein fece pressioni per il disarmo nucleare e per l'istituzione di un governo mondiale. È a lui attribuita la frase:{{citazione|Non so con quali armi verrà combattuta la terza guerra mondiale, ma la quarta verrà combattuta con clave e pietre.}}
Morì a Princeton nel [[1955]].
 
Non fu un sostenitore del [[sionismo]], anche se sostenne l'insediamento ebraico nell'antica sede del giudaismo, e fu attivo nell'istituzione dell'[[Università Ebraica di Gerusalemme]], in cui pubblicò (1930) un volume intitolato ''About Zionism: Discorsi e Conferenze del Professor Albert Einstein'' e a cui donò i suoi scritti. D'altra parte si oppose al nazionalismo ed espresse scetticismo rispetto alla soluzione di uno Stato-nazione ebraico, preferendo la soluzione "[[Soluzione di uno Stato unico|binazionale]]" (''binational solution''), ovvero la creazione di un unico Stato, ma con il riconoscimento di cittadinanza e pari diritti per tutti gli abitanti, a prescindere da etnia o religione. Insieme con altri intellettuali ebrei (tra cui [[Hannah Arendt]]) il 4 dicembre 1948 scrisse una lettera al ''[[New York Times]]'' in cui veniva fortemente criticata la visita negli Stati Uniti di [[Menachem Begin]], definendo i metodi e l'ideologia del suo partito "[[Herut|Tnuat Haherut]]" (formato dopo lo scioglimento ufficiale dell'[[Irgun]]) come ispirati a quelli dei partiti nazisti.<ref>{{Cita libro|autore1=Hannah Arendt|autore2=Albert Einstein|titolo=Albert Einstein Letter to The New York Times. December 4, 1948 New Palestine Party. Visit of Menachen Begin and Aims of Political Movement Discussed|url=https://archive.org/details/AlbertEinsteinLetterToTheNewYorkTimes.December41948|accesso=24 febbraio 2018|editore=|lingua=en}}</ref> Nel 1950, con altre illustri personalità, s'impegnò inutilmente per la salvezza di [[Milada Horáková]], condannata a morte dal regime comunista cecoslovacco. In tarda età (1952) gli fu offerto il posto di secondo capo di Stato del nuovo Stato di [[Israele]], ma declinò l'invito con la giustificazione di non avere le capacità necessarie.
I vari lavori di Einstein operarono una rivoluzione di tale portata da poter essere paragonata solo con quella di [[Isaac Newton]]. La sua onestà scientifica si esplicitò nel dare impulso alla meccanica quantistica, tramite lo studio sull'effetto fotoelettrico, anche se non fu mai convinto del significato di quella teoria (famosa è la sua frase in polemica con [[Niels Bohr]] secondo cui ''Dio non gioca a dadi''), non potendone accettare l'aspetto probabilistico.
Tuttavia il campo in cui si applicò non riguarda solamente la relatività e gli studi ad essa collegati; vi è una parte della personalità di Einstein collegata ad un senso più pratico della scienza. Nel [[1929]] infatti lavorò assieme a [[Leo Szilard]] ad un prototipo di macchina frigorifera ad assorbimento diffusione realizzando un brevetto innovativo di un refrigeratore funzionante solo con una miscela di acqua e ammoniaca senza parti in movimento e con consumi elettrici bassissimi. Il brevetto non fu commercializzato perché fu soppiantato commercialmente dal brevetto Servel-Electrolux per gli attuali frigoriferi domestici.
 
==== Einstein e il socialismo ====
==Pensiero==
[[File:München-2021-Deutsches_Museum-Einstein.jpg|min|verticale|Busto di Albert Einstein al [[Deutsches Museum]] di [[Monaco di Baviera]]]]
===Einstein filosofo===
Scrisse nel 1929: {{citazione|Rendo omaggio a Lenin come a colui che ha dedicato tutte le sue forze alla realizzazione della giustizia sociale, sacrificando a questo fine la propria individualità. Non considero pratici i suoi metodi, ma una cosa è certa: uomini del suo genere sono i guardiani e i restauratori dell'umanità.<ref name=":0" />}}
{{S sezione}}
 
Nell'articolo del 1949 ''[[Perché il socialismo?]]'', Albert Einstein descrisse il disordine economico della società [[capitalismo|capitalistica]] moderna come fonte di un male da superare.<ref name="whysocialism">{{Cita pubblicazione|autore=Albert Einstein|data=7 maggio 2009|titolo=Why Socialism?|rivista=Monthly Review|volume=61|numero=1|p=55|doi=10.14452/MR-061-01-2009-05_7|url=http://archive.monthlyreview.org/index.php/mr/article/view/MR-061-01-2009-05_7|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160313021540/http://monthlyreview.org/2009/05/01/why-socialism|dataarchivio=13 marzo 2016}}</ref> {{sf|Egli era contrario ai regimi [[totalitarismo|totalitari]] dell'[[Unione Sovietica]] e di altri paesi, ma era favorevole a un socialismo [[democrazia|democratico]] che combinasse un'economia pianificata con un profondo rispetto per i diritti umani. Difatti per Einstein il vero scopo del socialismo era precisamente di superare e andare al di là della "fase predatoria dello sviluppo umano", per anticipare un modello di società nuovo che conciliasse il benessere del singolo individuo con quello della comunità intera.}}
Alla figura dello scienziato si affianca quella non meno importante di uomo calato nel suo tempo e di [[filosofia|filosofo]]. Quanto era intransigente come scienziato, così lo fu come persona; nel [[1913]] rifiutò di firmare un manifesto a favore della [[guerra]] che gli veniva proposto da un buon numero di scienziati tedeschi.
 
=== La visione religiosa ===
Nel [[1939]], su sollecitazione di [[Leo Szilard]], scrisse al presidente [[Franklin Delano Roosevelt|Roosevelt]] per sostenere l'opportunità che gli [[Stati Uniti d'America|USA]] costruissero la [[bomba atomica]], preoccupato della possibilità che il regime [[nazismo|nazista]] potesse dotarsi per primo di quella terribile arma; successivamente invece non fu ascoltato quando nel [[1945]] si oppose al lancio della stessa bomba sul [[Giappone]].
[[File:Einstein_Portrait.png|min|verticale|Albert Einstein, Fisico, 1879-1955, Grafico: Heikenwaelder Hugo, 1999]]
Einstein nacque in una famiglia [[Ebrei|ebraica]] ma laica, e in età adulta rifiutò l'idea di un Dio personale (ritenendola una forma di antropomorfismo) tipica della concezione giudaico-cristiana, come testimonia una lettera personale nel 1954,<ref name="ricerca.repubblica.it">{{Cita web|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2008/05/14/ecco-la-lettera-che-nega-dio-einstein.html|titolo=Ecco la lettera che nega Dio, E Einstein scrisse: Dio? Superstizione|accesso=24 giugno 2010|dataarchivio=25 marzo 2012|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120325202028/http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2008/05/14/ecco-la-lettera-che-nega-dio-einstein.html|urlmorto=no}}</ref> dove scriveva:{{cit|Io non credo in un Dio personale e non ho mai negato questo fatto, anzi, ho sempre espresso le mie convinzioni chiaramente. Se qualcosa in me può essere chiamato religioso è la mia sconfinata ammirazione per la struttura del mondo che la scienza ha fin qui potuto rivelare.}}
 
E ancora, sulla morte:<ref name="ricerca.repubblica.it"/>
{{quote|Ci sono due cose infinite nell'universo: l'universo e la stupidità umana, e della prima non ne sono sicuro [...] Se dovessi rinascere, farei l'idraulico.|Albert Einstein, commentando la notizia del bombardamento atomico di Hiroshima.}}
{{cit|Non riesco a concepire un Dio che premi e castighi le sue creature o che sia dotato di una volontà simile alla nostra. E neppure riesco né voglio concepire un individuo che sopravviva alla propria morte fisica; lasciamo ai deboli di spirito, animati dal timore o da un assurdo egocentrismo, il conforto di simili pensieri. Sono appagato dal mistero dell'eternità della vita e dal barlume della meravigliosa struttura del mondo esistente, insieme al tentativo ostinato di comprendere una parte, sia pur minuscola, della Ragione che si manifesta nella Natura.}}
 
In una sua lettera manoscritta datata 3 gennaio 1954 (quindici mesi prima della morte) indirizzata al filosofo [[Eric Gutkind]], che gli aveva inviato una copia di un suo libro sulla Bibbia, Einstein ribadisce ancora le sue concezioni scrivendo:
Fece poi sempre parte dei movimenti anti-nucleari americani anche se aveva contribuito alla realizzazione degli armamenti nucleari stessi.
{{cit|…Per me, la parola Dio non è niente di più che un'espressione e un prodotto dell'umana debolezza, e la Bibbia è una collezione di onorevoli ma primitive leggende, che a dire il vero sono piuttosto infantili. Nessuna interpretazione, non importa quanto sottile, può farmi cambiare idea su questo. Per me la religione ebraica, come tutte le altre, è un'incarnazione delle superstizioni più puerili…}}
 
Questa missiva,<ref name="ricerca.repubblica.it"/> acquistata all'asta nel 1955 da un privato e rimasta per molto tempo sconosciuta, è stata venduta a Londra il 15 maggio 2008 per 214.000 euro dalla casa d'aste ''Bloomsbury''.<ref>{{Cita news |url=http://www.guardian.co.uk/science/2008/may/12/peopleinscience.religion|titolo=Childish superstition: Einstein's letter makes view of religion relatively clear|autore=James Randerson |editore=''The Guardian''|data=13 maggio 2008|accesso=27 ottobre 2013|dataarchivio=7 luglio 2013 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130707093904/http://www.guardian.co.uk/science/2008/may/12/peopleinscience.religion|urlmorto=no}}</ref><ref>{{Cita news|url=https://www.telegraph.co.uk/news/1951333/Einstein-thought-religions-were-'childish'.html|titolo=Albert Einstein letter shows disdain for religion|autore=Stephen Adams|editore=''Daily Telegraph''|data=13 maggio 2008|accesso=27 ottobre 2013|dataarchivio=7 luglio 2008 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080707185931/http://www.telegraph.co.uk/news/1951333/Einstein-thought-religions-were-%27childish%27.html|urlmorto=no}}</ref><ref>{{Cita news |url=http://www.guardian.co.uk/science/2008/may/13/peopleinscience.religion|titolo=What he wrote — An abridgement of the letter from Albert Einstein to Eric Gutkind from Princeton in January 1954, translated from German by Joan Stambaugh.|editore=''The Guardian''|data=13 maggio 2008 |accesso=27 ottobre 2013|dataarchivio=12 novembre 2012 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20121112153046/http://www.guardian.co.uk/science/2008/may/13/peopleinscience.religion|urlmorto=no}}</ref>
===Visione politica===
{{quote|Credo che le idee di Gandhi siano state, tra quelle di tutti gli uomini politici del nostro tempo, le più illuminate. Noi dovremmo sforzarci di agire secondo il suo insegnamento, rifiutando la violenza e lo scontro per promuovere la nostra causa, e non partecipando a ciò che la nostra coscienza ritiene ingiusto.|L'autorevolezza di Einstein si fece sentire non solo nel campo della fisica, ma anche in ambito sociale, politico e culturale, in particolare sul tema della non violenza di [[Mahatma Gandhi|Gandhi]].}}
Einstein si considerò sempre un [[pacifismo|pacifista]]
<ref>http://www.amnh.org/exhibitions/einstein/peace/index.php</ref> ed un [[umanismo|umanista]] <ref>http://www.amnh.org/exhibitions/einstein/global/index.php</ref>, e negli ultimi anni della sua vita, anche [[socialismo|socialista]] e accusato di essere [[comunista]]. Descrivendo il [[Mahatma Gandhi]], Albert Einstein disse «''Le future generazioni difficilmente potranno credere che qualcuno come lui sia stato sulla terra in carne ed ossa''».
«''Gandhi, il più grande genio politico del nostro tempo, ci ha indicato la strada da percorrere. Egli ci ha mostrato di quali sacrifici l'uomo sia capace una volta che abbia scoperto il cammino giusto''».
«''Dovremmo sforzarci di fare le cose allo stesso modo: non utilizzando la violenza per combattere per la nostra causa, ma non-partecipando a qualcosa che crediamo sia sbagliato''».
Le opinioni di Einstein su altri argomenti, come il socialismo, il [[maccartismo]] ed il [[razzismo]], furono male interpretate e la sua figura risultò molto controversa negli Stati Uniti di quegli anni (vedi il paragrafo ''Einstein e il socialismo''). Einstein fu inoltre co-fondatore del liberale [[Partito Democratico Tedesco]].
 
Era affascinato dal [[panteismo]] di [[Spinoza]] («Io credo nel Dio di Spinoza che si rivela nella ordinaria armonia di ciò che esiste, non in un Dio che si preoccupa del fato e delle azioni degli esseri umani»), ma rifiutava l'etichetta di panteista. Una volta in risposta alla domanda: «Lei crede nel Dio di Spinoza?», Einstein rispose così:
L'[[Federal Bureau of Investigation|FBI]] raccolse un fascicolo di 1427 pagine sulla sua attività e raccomandò che gli fosse impedito di emigrare negli Stati Uniti secondo lo [[Alien Exclusion Act]], aggiungendo che, insieme ad altri addebiti, Einstein credeva, consigliava, difendeva o insegnava una dottrina che, in senso legale, era stata ritenuta dai tribunali, in altri casi, «''capace di permettere all'[[anarchia]] di progredire indisturbata''» e che portava a «''un [[governo]] solo di nome''». Aggiunse anche che Einstein «''era stato membro, sostenitore o affiliato a 34 movimenti comunisti tra il [[1937]] ed il [[1954]]''» e che «''inoltre lavorò come presidente onorario in tre organizzazioni comuniste''»<ref>http://foia.fbi.gov/foiaindex/einstein.htm</ref>.
{{cit|Non posso rispondere con un semplice sì o no. Io non sono ateo e non penso di potermi chiamare panteista. Noi siamo nella situazione di un bambino piccolo che entra in una vasta biblioteca riempita di libri scritti in molte lingue diverse. Il bambino sa che qualcuno deve aver scritto quei libri. Egli non conosce come. Il bambino sospetta che debba esserci un ordine misterioso nella sistemazione di quei libri, ma non conosce quale sia. Questo mi sembra essere il comportamento dell'essere umano più intelligente nei confronti di Dio. Noi vediamo un universo meravigliosamente ordinato che rispetta leggi precise, che possiamo però comprendere solo in modo oscuro. I nostri limitati pensieri non possono afferrare la forza misteriosa che muove le costellazioni. Mi affascina il panteismo di Spinoza, ma ammiro ben di più il suo contributo al pensiero moderno, perché egli è il primo filosofo che tratta il corpo e l'anima come un'unità e non come due cose separate.|Brian, ''Einstein a life'', 1996, p. 127}}
 
La posizione di Einstein verso la religione ammette una 'attitudine religiosa' dinanzi al mistero e alla bellezza della natura, un'attitudine che però, come sopra accennato, appare piuttosto differente da un'impostazione tradizionale di tipo ebraico-cristiana. Albert Einstein sembra infatti rigettare, pur rifiutando esplicitamente l'ateismo, una concezione di Dio personale, come testimoniato dal seguente passaggio tratto da ''Il Mondo come io lo vedo'' (1934):<ref>Albert Einstein, ''The World as I see it'' (1934), ed.it ''Il Mondo come io lo vedo'', prefazione di G. Giorello, Milano 2010, p. 15</ref>
Einstein si oppose ai governi dittatoriali e per questo motivo (e per le sue origini ebraiche) si oppose al regime nazista e abbandonò la Germania subito dopo la presa del potere da parte del partito nazista. In principio fu favorevole alla costruzione della [[bomba atomica]] al fine di prevenirne la costruzione da parte di [[Adolf Hitler|Hitler]] e per questo scrisse anche una lettera <ref>{{cite web|url=http://hypertextbook.com/eworld/einstein.shtml|title=Albert Einstein's Letters to President Franklin Delano Roosevelt|work=E-World|year=1997}}</ref> (del [[2 agosto]] del [[1939]] probabilmente scritta da [[Leo Szilard]]) al presidente Roosevelt incoraggiandolo ad iniziare un programma di ricerca per creare delle armi atomiche.
Roosevelt rispose creando un comitato per studiare la possibilità di usare l'[[uranio]] come arma nucleare. Successivamente il [[Progetto Manhattan]] assorbì tale comitato.
 
{{cit|Fu l'esperienza del mistero - seppure mista alla paura - che generò la religione. Sapere dell'esistenza di qualcosa che non possiamo penetrare, sapere della manifestazione della ragione più profonda e della più radiosa bellezza, accessibili alla nostra ragione solo nelle loro forme più elementari - questo sapere e questa emozione costituiscono la vera attitudine religiosa; in questo senso, e solo in questo, sono un uomo profondamente religioso. Non posso concepire un Dio che premia e punisce le sue creature, o che possiede una volontà del tipo che noi riconosciamo in noi stessi. Un individuo che sopravvivesse alla propria morte fisica è totalmente lontano dalla mia comprensione, né vorrei che fosse altrimenti; tali nozioni valgono per le paure o per l'assurdo egoismo di anime deboli. A me basta il mistero dell'eternità della vita e la vaga idea della meravigliosa struttura della realtà, insieme allo sforzo individuale per comprendere un frammento, anche il più piccino, della ragione che si manifesta nella natura.}}
Tuttavia, dopo la guerra, Einstein fece pressioni per il [[disarmo nucleare]] e per l'istituzione di un [[governo mondiale]]. Affermò: «Non so con quali armi verrà combattuta la Terza guerra mondiale ma la Quarta verrà combattuta con clave e pietre».
Einstein non fu un sostenitore del [[sionismo]] anche se sostenne l'insediamento ebraico nell'antica sede del giudaismo e fu attivo nell'istituzione dell'[[università ebraica]] di [[Gerusalemme]], in cui pubblicò ([[1930]]) un volume intitolato ''About Zionism: Discorsi e Conferenze del Professor Albert Einstein'', e a cui donò i suoi scritti. D'altra parte si oppose al nazionalismo ed espresse scetticismo rispetto alla soluzione di uno stato-nazione ebraico. Infatti immaginava che gli ebrei e gli [[arabi]] non potessero vivere in pace nello stesso territorio. Insieme ad altri intellettuali ebrei (tra cui [[Hannah Arendt]]) il 4 dicembre 1948 scrisse una lettera al [[New York Times]] <ref>http://phys4.harvard.edu/~wilson/NYTimes1948.html</ref> in cui veniva fortemente criticata la visita negli Stati Uniti di [[Menachem Begin]], definendo i metodi e l'ideologia del suo partito "Tnuat Haherut" (formato dopo lo scioglimento ufficiale dell'[[Irgun]]) come ispirati a quelli dei partiti fascisti. Nel 1950, con altre illustri personalità, si impegnò inutilmente per la salvezza di [[Milada Horáková]], condannata a morte dal regime comunista cecoslovacco. In tarda età ([[1952]]) gli fu offerto il posto di secondo capo di stato del nuovo stato di [[Israele]] ma declinò l'invito con la giustificazione di non avere le capacità necessarie.
 
Fu accusato di ateismo dal vescovo di Boston O'Connell, che lo accusò altresì di corrompere la morale attraverso queste sue idee. In realtà Einstein non aveva nemmeno una grande opinione dell'ateismo militante:<ref name=LifeandUniverse>{{Cita libro|autore=Walter Isaacson|titolo=Einstein: His Life and Universe|isbn=9780743264730}}</ref>
Einstein, insieme ad [[Albert Schweitzer]] ed a [[Bertrand Russell]], combatté contro i test e le sperimentazioni militari della bomba atomica.
{{cit|Gli atei fanatici sono come schiavi che ancora sentono il peso delle catene dalle quali si sono liberati dopo una lunga lotta. Sono creature che – nel loro rancore contro le religioni tradizionali come "oppio delle masse" – non possono sentire la musica delle sfere.}}
 
E ancora:<ref>Albert Einstein, ''Lettres à Maurice Solovine'', Gauthier Villars, Parigi, 1956 p. 102</ref>
Insieme a Russell firmò il [[Manifesto Russell-Einstein]] che dette vita alla [[Conferenza di Pugwash per la Scienza e gli Interessi del Mondo]].
{{cit|Trovi sorprendente che io pensi alla comprensibilità del mondo (nella misura in cui ci sia lecito parlarne) come a un miracolo o a un eterno mistero. A priori, tutto sommato, ci si potrebbe aspettare un mondo caotico del tutto inafferrabile da parte del pensiero. Ci si potrebbe (forse addirittura si dovrebbe) attendere che il mondo si manifesti come soggetto alle leggi solo a condizione che noi operiamo un intervento ordinatore. Questo tipo di ordinamento sarebbe simile all'ordine alfabetico delle parole di una lingua. Al contrario, il tipo d'ordine che, per esempio, è stato creato dalla teoria della gravitazione di Newton è di carattere completamente diverso: anche se gli assiomi della teoria sono posti dall'uomo, il successo di una tale impresa presuppone un alto grado d'ordine nel mondo oggettivo, che non era affatto giustificato prevedere a priori. È qui che compare il sentimento del "miracoloso", che cresce sempre più con lo sviluppo della nostra conoscenza.
E qui sta il punto debole dei positivisti e degli atei di professione, che si sentono paghi per la coscienza di avere con successo non solo liberato il mondo da Dio, ma persino di averlo privato dei miracoli. La cosa curiosa, certo, è che dobbiamo accontentarci di riconoscere il "miracolo", senza poter individuare una via legittima per andar oltre. Capisco che devo ben esplicitare quest'ultima considerazione in modo che non ti venga in mente che, indebolito dall'età, io sia divenuto vittima dei preti.}}
 
In una lettera del 24 gennaio 1936 che egli scrisse in risposta a un bambino, che gli aveva chiesto se anche gli scienziati pregassero e per che cosa, dopo aver detto che per uno scienziato ogni evento è riconducibile alle leggi di natura e quindi non risulta influenzabile dalla preghiera, aggiunse: "Però, chiunque sia seriamente impegnato nella ricerca della scienza si convince che un qualche spirito, molto superiore a quello dell‘uomo, è manifesto nelle leggi dell`universo." (Albert Einstein, ''Dear Professor Einstein. Albert Einstein`s letters to and from Children'', ed. by Robert Schulmann, Prometheus Book, New York 2002, p.&nbsp;129).
===La visione religiosa===
 
Sebbene fosse ebreo, Einstein ammirava molto la figura storica di Gesù:<ref>Albert Einstein, ''[[The Saturday Evening Post]]'', 26 ottobre 1929</ref>
La religiosità di Einstein era molto profonda e complessa, certamente non di tipo comune, e subì alcune variazioni nel corso degli anni. Benché di famiglia [[Ebrei|ebraica]], Einstein non credeva negli [[Religione ebraica|aspetti strettamente religiosi dell'ebraismo]] ma considerava se stesso ebreo da un punto di vista [[etnia|culturale]]. Einstein fu socio onorario della Rationalist Press Association sin dal [[1934]].
{{q|– Fino a che punto è influenzato dalla cristianità?<br>
– Da bambino ho ricevuto un'istruzione sia sul Talmud che sulla Bibbia. Sono un ebreo, ma sono affascinato dalla figura luminosa del Nazareno.<br>
– Ha mai letto il libro di [[Emil Ludwig]] su Gesù?<br>
– Il libro di Ludwig è superficiale. Gesù è una figura troppo imponente per la penna di un fraseggiatore, per quanto capace. Nessun uomo può disporre della cristianità con un ''bon mot''.<br>
– Accetta il Gesù storico?<br>
– Senza dubbio! Nessuno può leggere i Vangeli senza sentire la presenza attuale di Gesù. La sua personalità pulsa a ogni parola. Nessun mito può mai essere riempito di una tale vita.}}
 
Riguardo alla relazione tra scienza e religione egli nel 1950 in ''Out of My Later Years'', scrive: «La scienza senza la religione è zoppa, la religione senza la scienza è cieca». E ancora: «La scienza, contrariamente a un'opinione diffusa, non elimina Dio. La fisica deve proporsi non solo di sapere com'è la natura, ma anche di sapere perché la natura è così e non in un'altra maniera, con l'intento di arrivare a capire se Dio avesse davanti a sé altre scelte quando creò il mondo».<ref>Holdon, ''The Advancement of Science…'', Cambridge University Press (New York), 1986, p. 91.</ref>
Egli non fu sempre coerente e quindi non è facile afferrare precisamente cosa intendesse dire. Einstein non era certamente ateo, e nemmeno deista (e non può essere nemmeno definito agnostico, in quanto credeva in una qualche concezione, sebbene per nulla comune, di Dio).
Rifiutava nel complesso l'idea di un Dio personale (ritenendola una forma di antropomorfismo) tipica della concezione ebraico-cristiana, come testimonia una lettera personale nel [[1954]],{{citazione necessaria|}} dove scriveva:
{{Quote|Io non credo in un Dio personale e non l'ho mai negato, anzi, ho sempre espresso le mie convinzioni chiaramente. Se qualcosa in me può essere chiamato religioso è la mia sconfinata ammirazione per la struttura del mondo che la scienza ha fin qui potuto rivelare.}}
E ancora, sulla [[morte]]:{{citazione necessaria|}}
{{Quote|Non riesco a concepire un Dio che prema e castighi le sue creature o che sia dotato di una volontà simile alla nostra. E neppure riesco né voglio concepire un individuo che sopravviva alla propria morte fisica; lasciamo ai deboli di spirito, animati dal timore o da un assurdo egocentrismo, il conforto di simili pensieri. Sono appagato dal mistero dell'[[eternità]] della [[vita]] e dal barlume della meravigliosa struttura del mondo esistente, insieme al tentativo ostinato di comprendere una parte, sia pur minuscola, della Ragione che si manifesta nella Natura.}}
 
Circa la chiesa cattolica durante la seconda guerra mondiale, a Einstein è stata attribuita questa posizione riportata a pagina 38 del numero del ''[[Time]]'' del dicembre 1940:<ref>Intervista a ''Time Magazine'', 23/12/1940, p. 40.</ref>
Einstein in una sua lettera manoscritta datata 3 gennaio 1954 (quindici mesi prima della morte) indirizzata al filosofo Eric Kudkind, che gli aveva inviato una copia di un suo libro sulla Bibbia, ribadisce ancora una volta le sue concezioni: {{Quote| … Per me, la parola Dio non è niente di più che un’espressione e un prodotto dell’umana debolezza, e la Bibbia è una collezione di onorevoli ma primitive leggende, che a dire il vero sono piuttosto infantili. Nessuna interpretazione, non importa quanto sottile, può farmi cambiare idea su questo. Per me la religione ebraica, come tutte le altre, è un’incarnazione delle superstizioni più infantili … }} Questa importante missiva <ref>http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2008/05/14/223ecco.html</ref>, acquistata all’asta nel 1955 da un privato e rimasta finora sconosciuta <ref>http://www.ansa.it/site/notizie/awnplus/news_collection/awnplus_inbreve/visualizza_new.html_73334214.html</ref>, è stata venduta a Londra il 15 maggio 2008 per 214.000 Euro dalla casa d'aste 'Bloomsbury' <ref>http://www.ansa.it/opencms/export/site/notizie/rubriche/daassociare/visualizza_new.html_74230799.html</ref><ref>{{cite news|url=http://www.guardian.co.uk/science/2008/may/12/peopleinscience.religion|title=Childish superstition: Einstein's letter makes view of religion relatively clear|author=James Randerson|publisher=''The Guardian''|date=2008-05-13|accessdate=2008-05-13}}</ref><ref>{{cite news|url=http://www.telegraph.co.uk/news/1951333/Einstein-thought-religions-were-'childish'.html|title=Albert Einstein letter shows disdain for religion|author=Stephen Adams|publisher=''Daily Telegraph''|date=2008-05-13|accessdate=2008-05-13}}</ref><ref>{{cite news|url=http://www.guardian.co.uk/science/2008/may/13/peopleinscience.religion|title=What he Wrote &mdash; An abridgement of the letter from Albert Einstein to Eric Gutkind from Princeton in January 1954, translated from German by Joan Stambaugh.|publisher=''The Guardian''|date=2008-05-13|accessdate=2008-05-13}}</ref>.
{{cit|Essendo amante della libertà, quando avvenne la rivoluzione in Germania, guardai con fiducia alle università… Ma le università vennero zittite. Allora guardai ai grandi editori dei quotidiani... Ma anche loro vennero ridotti al silenzio, soffocati nell'arco di poche settimane. Solo la Chiesa rimase ferma in piedi a sbarrare la strada alle campagne di Hitler per sopprimere la verità. Prima io non ho mai provato nessun interesse particolare per la Chiesa, ma ora provo nei suoi confronti grande affetto e ammirazione, perché la Chiesa da sola ha avuto il coraggio e l'ostinazione per sostenere la verità intellettuale e la libertà morale…}}
 
Einstein sapeva dell'articolo del ''Time Magazine'' in cui era citata la sua affermazione e sulla quale alcuni chiedevano maggiori dettagli,<ref>Dukas, Helen, ed. (1981) ''Albert Einstein, The Human Side''. Princeton: Princeton University Press, p. 94</ref> ma non scrisse mai alla rivista per farla rettificare, anzi c'è una sua lettera del 1943, autenticata dall'esperta Catherine Williamson,<ref>{{Cita web |url=https://www.youtube.com/watch?v=Sk_-0UiiauU |titolo=New Einstein Letter Credits Church - YouTube<!-- Titolo generato automaticamente --> |accesso=29 gennaio 2015 |dataarchivio=4 maggio 2015 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150504011205/https://www.youtube.com/watch?v=Sk_-0UiiauU |urlmorto=no }}</ref> in cui lui stesso dice che l'affermazione riportata dal ''Time Magazine'' è riconducibile a una sua dichiarazione, anche se lui era stato un po' più moderato.<ref>{{Cita web|url=http://www.pbs.org/wgbh/roadshow/archive/200706A19.html|titolo=1943 Albert Einstein Letter|accesso=30 aprile 2013|dataarchivio=5 novembre 2012|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20121105122317/http://www.pbs.org/wgbh/roadshow/archive/200706A19.html|urlmorto=no}}</ref> In una lettera successiva rifiuta tuttavia la paternità di questa frase, sostenendo che la sua dichiarazione fu travisata e modificata a tal punto da non poterla più riconoscere come sua. Inoltre specifica che la citazione non riflette il suo pensiero generale riguardo alla Chiesa.<ref>{{Cita web|autore = H. Dukas, B. Hoffmann|url = https://books.google.it/books?id=T5R7JsRRtoIC&pg=PA94&redir_esc=y#v=onepage&q&f=false|titolo = Albert Einstein, the Human Side: New Glimpses from His Archives |editore = Princeton Univ. Press |data = 1979|dataarchivio = 1 dicembre 2017|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20171201053705/https://books.google.it/books?id=T5R7JsRRtoIC&pg=PA94&redir_esc=y#v=onepage&q&f=false|urlmorto = no}}</ref>
Einstein era affascinato dal [[panteismo]] di Spinoza ("Io credo nel Dio di [[Spinoza]] che si rivela nella ordinaria armonia di ciò che esiste, non in un Dio che si preoccupa del [[fato]] e delle azioni degli esseri umani."), ma rifiutava l'etichetta di panteista. A differenza di Spinoza, Einstein conservava infatti anche una concezione trascendente di Dio, oltre ad una concezione puramente immanente del divino in quanto presenza misteriosa nella natura stessa.
 
Il diplomatico e studioso ebreo [[Pinchas Lapide]] riporta nei suoi testi un'altra versione della frase pubblicata sul ''[[Time]]'', comunque molto simile:<ref>[''Only the Catholic Church protested against the Hitlerian onslaught on liberty. Up till then I had not been interested in the Church, but today I feel a great admiration for the Church, which alone has had the courage to struggle for spiritual truth and moral liberty.'' – Albert Einstein (Pinchas E. Lapide, ''Three Popes and the Jews'', p.251, New York: Hawthorn Books, Inc., 1967) ]</ref>
{{Quote|Una volta in risposta alla domanda: «Lei crede nel Dio di Spinoza?», Einstein rispose così: «Non posso rispondere con un semplice sì o no. Io non sono ateo e non penso di potermi chiamare panteista. Noi siamo nella situazione di un bambino piccolo che entra in una vasta biblioteca riempita di libri scritti in molte lingue diverse. Il bambino sa che qualcuno deve aver scritto quei libri. Egli non conosce come. Il bambino sospetta che debba esserci un ordine misterioso nella sistemazione di quei libri, ma non conosce quale sia. Questo mi sembra essere il comportamento dell'essere umano più intelligente nei confronti di Dio. Noi vediamo un universo meravigliosamente ordinato che rispetta leggi precise, che possiamo però comprendere solo in modo oscuro. I nostri limitati pensieri non possono afferrare la forza misteriosa che muove le costellazioni. Mi affascina il panteismo di Spinoza, ma ammiro ben di più il suo contributo al pensiero moderno, perché egli è il primo filosofo che tratta il corpo e l'anima come un'unità e non come due cose separate (Brian, ''Einstein a life'', 1996, p. 127).}}
{{cit|Solo la Chiesa cattolica protestò contro l'attacco furioso di Hitler contro la libertà. Fino ad allora io non ero stato interessato alla Chiesa, ma oggi io sento grande ammirazione per la Chiesa, che, sola, ebbe il coraggio di combattere per la verità spirituale e la libertà morale.}}
 
Nel complesso Einstein aveva una concezione religiosa sui generis, il cui carattere è ancora oggetto di discussione tra gli studiosi, incentrata sull'idea che l'universo è determinato da leggi che il pensiero umano può scoprire e comprendere. In questo senso la sua concezione religiosa aveva anche aspetti fideistici, perché riconosceva che non si danno argomenti razionali che possano giustificare incontrovertibilmente come l'universo sia, a priori, governato da leggi scientifiche e comprensibile alla mente umana.
Nel complesso Einstein credeva in un Dio sovra-personale ("ausserpersönlichen" è il termine da lui stesso impiegato, in netta contrapposizione con la tradizionale concezione ebraico-cristiana), presente nella natura (pur senza identificarsi con essa) in modo misterioso. Fu accusato anche per questo di ateismo dal vescovo di Boston O'Connell e ne soffrì molto. D'altra parte Einstein non aveva nemmeno una grande opinione dell'ateismo militante<ref>{{http://www.amazon.com/Einstein-Life-Universe-Walter-Isaacson/dp/0743264738</ref>:
{{Quote|Gli atei fanatici sono come schiavi che ancora sentono il peso delle catene dalle quali si sono liberati dopo una lunga lotta. Essi sono creature che - nel loro rancore contro le religioni tradizionali come 'oppio delle masse' - non posso sentire la musica delle sfere.}}
 
La posizione di Einstein su Dio è stata largamente strumentalizzata dagli opposti partiti della disputa [[teismo]]/[[ateismo]]. Certo è che Einstein rifuggiva da qualunque facile definizione; senz'altro, espresse rispetto per i valori religiosi adottati dalle tradizioni ebraiche e cristiane, pur non condividendone la concezione del divino. Per concludere, la posizione religiosa più in linea con le sue idee è il [[deismo]], quanto aveva una sua [[religione|religiosità]], ma allo stesso tempo rifiutava il [[dogmatismo]] delle [[Religione rivelata|religioni rivelate]].
E ancora<ref>A.Einstein, Lettres à Maurice Solovine, GauthierVillars,Parigi 1956 p.102</ref>:
{{Quote| Trovi sorprendente che io pensi alla comprensibilità del mondo (nella misura in cui ci sia lecito parlarne) come a un miracolo o a un eterno mistero. A priori, tutto sommato, ci si potrebbe aspettare un mondo caotico del tutto inafferrabile da parte del pensiero. Ci si potrebbe (forse addirittura si dovrebbe) attendere che il mondo si manifesti come soggetto alle leggi solo a condizione che noi operiamo un intervento ordinatore. Questo tipo di ordinamento sarebbe simile all’ordine alfabetico delle parole di una lingua. Al contrario, il tipo d’ordine che, per esempio, è stato creato dalla teoria della gravitazione di Newton è di carattere completamente diverso: anche se gli assiomi della teoria sono posti dall’uomo, il successo di una tale impresa presuppone un alto grado d’ordine nel mondo oggettivo, che non era affatto giustificato prevedere a priori. È qui che compare il sentimento del “miracoloso”, che cresce sempre più con lo sviluppo della nostra conoscenza.
E qui sta il punto debole dei positivisti e degli atei di professione, che si sentono paghi per la coscienza di avere con successo non solo liberato il mondo da Dio, ma persino di averlo privato dei miracoli. La cosa curiosa, certo, è che dobbiamo accontentarci di riconoscere il “miracolo”, senza poter individuare una via legittima per andar oltre. Capisco che devo ben esplicitare quest’ultima considerazione in modo che non ti venga in mente che, indebolito dall’età, io sia divenuto vittima dei preti.}}
 
== Riconoscimenti ==
Nel complesso la sua posizione su Dio è stata largamente strumentalizzata dagli opposti partiti della disputa [[teismo]]/[[ateismo]]: ma è certo che Einstein rifuggisse da qualunque facile definizione. Etichettare il suo pensiero risulta pertanto poco sensato. Senz'altro espresse rispetto per i valori religiosi adottati dalle tradizioni ebraiche e cristiane (sebbene ebreo, Einstein ammirava molto la figura storica di [[Gesù]].), pur non condividendone la concezione del divino. Ma la religione, intesa da Einstein, è qualcosa di più complesso e sottile.
* Nel 1921 gli fu assegnato il [[Premio Nobel]] per la Fisica.
* Nel 1926 gli fu assegnata la [[Medaglia d'Oro della Royal Astronomical Society]].
A Einstein sono stati dedicati:
* l'elemento chimico [[einsteinio]].
* la [[Medaglia Albert Einstein]], che dal 1979 viene consegnata al fisico che si sia particolarmente distinto nel suo ambito di ricerca.
* il Premio Einstein dell'[[American Physical Society]].<ref>{{en}} [https://www.aps.org/programs/honors/prizes/einstein.cfm Einstein Prize] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20171003225007/https://www.aps.org/programs/honors/prizes/einstein.cfm |data=3 ottobre 2017 }}</ref>
* l'[[asteroide]] [[2001 Einstein]].
* il [[cratere Einstein]] sulla Luna.
* l'[[unità di misura]] [[Einstein (unità di misura)|Einstein]] per l'[[energia raggiante]].
* l'[[osservatorio astronomico]] [[Torre Einstein]].
 
== Opere ==
===Einstein e il socialismo===
* ''[[Relatività. Esposizione divulgativa]]'' (''Über die spezielle und allgemeine Relativitätstheorie (gemeinverständlich)''), 1916.
* {{Cita libro|titolo=Vier Vorlesungen über Relativitätstheorie |editore=Vieweg und Sohn|città=Braunschweig|anno=1923|lingua=de|url=https://gutenberg.beic.it/webclient/DeliveryManager?pid=3937638}}
* {{cita libro|url=https://www.research-collection.ethz.ch/bitstream/handle/20.500.11850/139872/eth-30378-01.pdf|titolo=Eine neue Bestimmung der Moleküldimensionen|data=1905|editore=Buchdruckerei K. J. Wyss|città=Berna|lingua=de}}
* ''[[Perché il socialismo?]] '' (''Why Socialism?''), in [[Monthly Review]], Vol. 1, No. 1: maggio 1949, [https://monthlyreviewarchives.org/index.php/mr/article/view/MR-061-01-2009-05_7 DOI 10.14452/MR-061-01-2009-05_7].
* ''Autobiografia scientifica'', Torino, Bollati Boringhieri, 1979, ISBN 978-88-339-2582-0.
* ''[[Perché la guerra?]]'' (''Warum Krieg?''), raccolta degli scambi epistolari con [[Sigmund Freud]], Bollati Boringhieri, Torino, 1997, ISBN 978-88-339-1058-1.
* ''Pensieri di un uomo curioso'' (raccolta miscellanea di scritti), Mondadori, 1999, ISBN 978-88-04-47479-1.
* ''Pensieri, idee, opinioni'' (ulteriori scritti dal 1933 al 1950), Roma, Newton Compton Editori, 2006, ISBN 978-88-541-8150-2.
* ''Leggendo Lucrezio'' (prefazione all'edizione tedesca del ''De rerum natura'' del 1924 curata da [[Hermann Diels]]), a cura di Gherardo Ugolini, La Scuola di Pitagora, Napoli, 2012, ISBN 978-88-65-42069-0.
* ''Il significato della relatività'', Torino, Bollati Boringhieri, 2014, ISBN 978-88-339-2555-4.
* ''Pensieri degli anni difficili'' (scritti dal 1933 al 1950), Torino, Bollati Boringhieri, 2014, ISBN 978-88-339-2531-8.
* ''[[Il mondo come io lo vedo]]'' (scritti fino al 1933), Roma, Newton Compton Editori, 2015, ISBN 978-88-541-7172-5.
 
== Nella cultura di massa ==
Nell'articolo del [[1949]] "perché il socialismo?", Albert Einstein descrisse l'[[anarchia]] economica della società [[capitalismo|capitalistica]] moderna come fonte di un male da superare. Egli era contrario ai regimi [[totalitarismo|totalitari]] dell'[[Unione Sovietica]] e di altri paesi, ma era favorevole ad un [[socialismo]] [[democrazia|democratico]] che combinasse un'economia pianificata con un profondo rispetto per i [[diritti umani]]. Difatti per Einstein il vero scopo del socialismo era precisamente di superare e andare al di là della "fase predatoria dello sviluppo umano" per anticipare un modello di società nuovo che conciliasse il benessere del singolo individuo con quello della comunità intera.
=== Cinema ===
* ''[[Albert Einstein (sceneggiato televisivo)|Albert Einstein]]'', [[Fiction televisiva|fiction]] del 1975, regia di [[Massimo Scaglione]], produzione [[Rai]], con [[Giancarlo Zanetti]] (nelle vesti di Einstein), [[Raoul Grassilli]], [[Gianni Mantesi]].
* ''[[Vita di Einstein]]'', fiction del 1990, regia di [[Lazar Iglesias]], coproduzione internazionale tra [[Rai 1]], [[TF1]] e l'inglese Tele Chip.
* ''[[Genio per amore]]'' (''I.Q.''), film del 1994 diretto da [[Fred Schepisi]], con [[Tim Robbins]], [[Meg Ryan]] e [[Walter Matthau]] nella parte di Albert Einstein.
* ''[[Einstein (miniserie televisiva)|Einstein]]'', fiction del 2008 di [[Liliana Cavani]], con l'attore italiano [[Vincenzo Amato (attore)|Vincenzo Amato]] nelle vesti del grande scienziato.
* ''[[Il mio amico Einstein]]'' (''Einstein and Eddington''), film TV del 2008 trasmesso dalla [[BBC]], con [[David Tennant]] nel ruolo di Arthur Eddington e [[Andy Serkis]] in quello di Albert Einstein.
* ''[[Genius (serie televisiva)|Genius - Einstein]]'', serie TV del 2017, produzione [[National Geographic]], con protagonista [[Geoffrey Rush]] nel ruolo di Einstein.
* ''[[Oppenheimer (film)|Oppenheimer]]'', [[film]] del 2023 scritto, diretto e co-prodotto da [[Christopher Nolan]], con [[Tom Conti]] nel ruolo di Einstein.
* ''Einstein e la bomba'', [[Docu-drama|docu-film]] del 2024.<ref>{{Cita web|lingua=it|autore=Lucia Tedesco|url=https://www.wired.it/article/einstein-e-la-bomba-netflix-docufilm-recensione/|titolo=Einstein e la bomba è una storia prismatica e intensa|sito=Wired Italia|data=16 febbraio 2024|accesso=2025-04-08}}</ref>
 
== DedicheNella cultura popolare ==
Ad Einstein sono stati dedicati:
*un elemento chimico, l'[[einstenio]].
*un premio, la [[Medaglia Albert Einstein]], che dal [[1979]] viene conferita al fisico che si sia particolarmente distinto nel suo ambito di ricerca.
*un [[asteroide]]: [[2001 Einstein]].
*un [[Einstein (cratere)|cratere lunare]].
 
[[File:Albert_Einstein_sticks_his_tongue.jpg|miniatura|224x224px|La famosa immagine di Einstein scattata da Arthur Sasse nel 1951. Mentre era seduto in macchina nel giorno del suo 72º compleanno, gli venne chiesto di sorridere ancora una volta alla macchina fotografica.]]
==Curiosità==
Einstein divenne una delle celebrità scientifiche più famose dopo la conferma della sua teoria generale della relatività, nel 1919.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Halpern|anno=2019|titolo=Albert Einstein, celebrity scientist|rivista=[[Physics Today]]|volume=72|pp=38–45|doi=10.1063/PT.3.4183|bibcode=2019PhT....72d..38H|url=https://physicstoday.scitation.org/doi/10.1063/PT.3.4183|autore6=Paul Halpern}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|autore=Missner|data=May 1985|titolo=Why Einstein Became Famous in America|rivista=[[Social Studies of Science]]|volume=15|numero=2|pp=267–291|doi=10.1177/030631285015002003}}</ref> Sebbene la maggior parte del pubblico non conoscesse i dettagli del suo lavoro, egli era ampiamente riconosciuto e ammirato. Nel periodo precedente la Seconda Guerra Mondiale, ''[[The New Yorker|il New Yorker]]'' pubblicò un articolo nel suo "The Talk of the Town" in cui affermava che Einstein era così conosciuto in America che veniva fermato per strada da persone che gli chiedevano di spiegare "quella teoria". Alla fine, riusciva a gestire le richieste indesiderate fingendosi qualcun altro, particolarmente somigliante: <q class="inline-quote inline-quote-marks">Mi scambiano sempre per il professor Einstein.</q>
{{F|argomento=biografie|data=giugno 2008}}
{{curiosità}}
La personalità eccentrica di Einstein lo ha legato a numerosissime curiosità e aneddoti; tuttavia molti degli aneddoti e delle citazioni a lui attribuite sono falsi oppure sono stati romanzati a tal punto da non aver più nessun contatto con i fatti reali. Di seguito sono riportate alcune delle curiosità più significative.
 
Einstein è stato oggetto o fonte di ispirazione per molti romanzi, film, opere teatrali e opere musicali. È un modello prediletto per le raffigurazioni di professori distratti e fuori dalle righe; il suo viso espressivo e la sua particolare acconciatura sono stati ampiamente copiati ed esagerati. Frederic Golden della rivista ''[[Time]]'' arrivò a scrivere che Einstein era "il sogno di un fumettista che si avverava". I suoi successi intellettuali e la sua originalità hanno reso ''Einstein'' ampiamente sinonimo di ''genio'' .
* Einstein divenne [[vegetarismo|vegetariano]] e astemio negli ultimi anni della sua vita.
* Poiché la sua famiglia visse per alcuni anni in [[Italia]], Einstein parlava un discreto italiano.
* Durante la sua permanenza a [[Princeton]] negli [[anni 1950|anni cinquanta]] Einstein strinse amicizia con il matematico [[Kurt Gödel]]. Pur avendo un temperamento estremamente diverso da lui, Einstein amava poter parlare nella propria lingua madre.
* Einstein aveva cinque completi tutti uguali ma puliti, così diceva lui, "non sprecava tempo a pensare a cosa indossare"{{citazione necessaria}}.
* Era [[apolide]] (dopo che fu privato della cittadinanza tedesca).
* Einstein era mancino.
* Quando Einstein espatriò negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] gli fu chiesto di dichiarare la sua razza d'appartenenza; a questa domanda il fisico rispose "umana"{{citazione necessaria}}.
 
Molte [[Citazione|citazioni]] popolari sono spesso attribuite erroneamente a lui.
Una citazione probabilmente apocrifa<ref>Sembra che Einstein avesse semplicemente affermato che ben pochi intellettuali, tranne qualche uomo di chiesa, si fosse preoccupato della limitazione delle libertà individuali e intellettuali, e che questa affermazione venne ingigantita. Vedi [http://en.wikiquote.org/wiki/Albert_Einstein#Misattributed en.wikiquote]</ref>, sulla sua esperienza in Germania nel primo dopoguerra, fra [[Sollevazione Spartachista|rivoluzione repressa]] e vittoria del nazismo, è la seguente:
{{Quote|Essendo un amante della libertà, quando avvenne la rivoluzione in Germania, guardai con fiducia alle università sapendo che queste si erano sempre vantate della loro devozione alla causa della verità. Ma le università vennero zittite. Allora guardai ai grandi editori dei quotidiani che in ardenti editoriali proclamavano il loro amore per la libertà. Ma anche loro, come le università vennero ridotti al silenzio, soffocati nell'arco di poche settimane. Solo la Chiesa rimase ferma in piedi a sbarrare la strada alle campagne di Hitler per sopprimere la verità. Io non ho mai provato nessun interesse particolare per la Chiesa prima, ma ora provo nei suoi confronti grande affetto e ammirazione, perché la Chiesa da sola ha avuto il coraggio e l'ostinazione per sostenere la verità intellettuale e la libertà morale. Devo confessare che ciò che io una volta disprezzavo, ora lodo incondizionatamente.|Dichiarazione di Albert Einstein pubblicata da [[Time magazine]], [[23 dicembre]] [[1940]], pag. 40}}
 
=== Musica ===
* Prima di morire Einstein espresse il desiderio di mettere il proprio corpo a disposizione della scienza, senza tuttavia mettere la cosa per iscritto. Dopo la sua morte, Thomas Harvey, il patologo che effettuò l'autopsia, di propria iniziativa, rimosse il cervello e lo conservò a casa propria per circa 30 anni in un barattolo sottovuoto. Il resto del corpo fu cremato e le ceneri disperse in un luogo segreto. Quando i parenti di Einstein furono messi al corrente, acconsentirono a che il cervello fosse sezionato in 240 parti da consegnare ad altrettanti ricercatori. La parte più grossa del cervello è in consegna all'ospedale di Princeton.
*''[[Einstein (brano musicale)|Einstein]]'' – brano musicale della cantante [[australia]]na [[Gabriella Cilmi]], contenuto nell'album ''[[Lessons to Be Learned]]''.
*''[[Einstein (E=mc²)]]'' – singolo del [[cantautore]] [[italia]]no [[Francesco Gabbani]], contenuto nell'album ''[[Viceversa (album)|Viceversa]]''.
*''[[Albert Einstein (album)]]'' - album del rapper [[Prodigy (rapper)|Prodigy]] e del DJ [[The Alchemist]], pubblicato nel giugno 2013.
 
== Note ==
<references />
 
== Bibliografia ==
* Abraham[[Jeremy PaisBernstein]], ''Einstein è vissuto qui'', BollatiBologna, Boringhieri,Il TorinoMulino, 19942004, ISBN 8833909549978-88-15-09676-0.
* Denis Brian, ''Einstein: a life'', Wiley, New York, 1997, ISBN 978-0-471-19362-3.
* A. Einstein, ''Autobiografia scientifica'', Universale Scientifica Boringhieri
* [[Leopold Infeld]], ''Albert Einstein'', Torino, Einaudi, 1962, ISBN 88-06-04416-8.
* A. Einstein, ''Significato della relatività'', Boringhieri, Torino, 1959 - <small>''The meaning of Relativity'', Princeton University Press, Princeton, 1955</small>
* L. Fregonese, ''Gioventù felice in terra pavese. Le lettere di Albert Einstein al Museo per la Storia dell'Università di Pavia'', Milano, Cisalpino, 2005.
* W. Pauli, ''Teoria della relatività'', Boringhieri, Torino, 1958 - <small>''Theory of Relativity'', Pergamon Press, Londra, 1958</small>
* D.[[Pietro BrianGreco]], ''Einstein a life'', WileyMilano, New[[Alpha Test]], 2004, YorkISBN 1996884830494X.
* A.Michael EinsteinGuillen, ''Come[[Le io5 vedoequazioni che hanno cambiato il mondo]]'', TEA, ISBN 88-502-0439-6.
*D. Howard, ''Anche Einstein gioca a dadi'', Carocci, Roma, 2015.
* A. Einstein, ''Pensieri, idee, opinioni (1934-1950)''
* {{Cita libro|autore=Manjit Kumar|titolo=Quantum|anno=2017|editore=Mondadori|ISBN=978-88-04-60893-6|cid=Kumar 2017}}
* Jeremy Bernstein, ''Einstein'', il Mulino, ISBN 978-88-15-09676-0
* [[Bertrand Russell]], ''L'ABC della relatività'', Longanesi, 2005, ISBN 978-88-304-2248-3.
* Dennis Overbye, ''Einstein innamorato'', Milano, Bompiani, 2005, ISBN 978-88-452-3474-3.
* Abraham Pais, ''«Sottile è il Signore...». La scienza e la vita di Albert Einstein'', Torino, Bollati Boringhieri, 1986, ISBN 978-88-339-1927-0.
* Abraham Pais, ''Einstein è vissuto qui'', Torino, Bollati Boringhieri, 1994, ISBN 978-88-339-0954-7.
* [[Wolfgang Pauli|W. Pauli]], ''Teoria della relatività'', Torino, Bollati Boringhieri, 2008, ISBN 978-88-339-1864-8.
* [[Helen Dukas|H. Dukas]], B. Hoffmann, ''Albert Einstein, il lato umano. Spunti per un ritratto'', Torino, Einaudi, 2005, ISBN 978-88-06-17465-1.
* [[Walter Isaacson]], ''Einstein. La sua vita, il suo universo'', Mondadori, 2010, ISBN 978-88-04-59573-1.
* [[Julian Schwinger]], ''L'eredità di Einstein: l'unità di spazio e tempo'', Zanichelli, 1988, ISBN 978-88-08-05340-4.
* [[Kip Thorne]], ''Buchi neri e salti temporali. L'eredità di Einstein'', Castelvecchi, 2015, ISBN 978-88-6944-112-7.
* Gerald Holton, [[Einstein e la cultura scientifica del XX secolo]], Il Mulino, 1991.
* {{Cita libro|titolo=Einstein. Dalla relatività alle onde gravitazionali|collana=collana Grandangolo Scienza del «Corriere della Sera»|cid=Collana Grandangolo}}
 
== Voci correlate ==
==Altri progetti==
{{div col|2}}
{{interprogetto|q|commons}}
* [[Analisi di Einstein dell'interazione radiazione-materia]]
* [[Coefficienti di Einstein]]
* [[Condensato di Bose-Einstein]]
* [[Croce di Einstein]]
* [[E=mc²]]
* [[Effetto Einstein-de Haas]]
* [[Einstein Museum]]
* [[Emmy Noether]]
* [[Equazione di campo di Einstein]]
* [[Legge di Stark-Einstein]]
* [[Lettera Einstein-Szilárd]]
* [[Manifesto Russell-Einstein]]
* [[Modello di Einstein]]
* [[Notazione di Einstein]]
* [[Paradosso EPR]]
* [[Ponte di Einstein-Rosen]]
* [[Puzzle di Einstein]]
* [[Refrigeratore di Einstein–Szilárd]]
* [[Relazione di Einstein–Smoluchowski]]
* [[Statistica di Bose-Einstein]]
* [[Tensore di Einstein]]
{{div col end}}
 
== Altri progetti ==
==Collegamenti esterni==
{{interprogetto}}
*[http://lorentz.phl.jhu.edu/AnnusMirabilis/ Annus Mirabilis]
* {{en}} [http://www.alberteinstein.info 3000 scritti] messi online il [[13 marzo]] [[2003]]
* {{en}} [http://www.nobel.se/physics/laureates/1921/einstein-bio.html Nobel e-Museum]
* [http://www.lavoropolitico.it/einstein.htm Perché il socialismo?] (il manoscritto tradotto in [[lingua italiana|italiano]])
* {{en}} [http://www.monthlyreview.org/598einst.htm Why socialism?] - Albert Einstein, ''Monthly review, 1949-05'' ([http://www.amnh.org/exhibitions/einstein/global/popups/socialism.php il manoscritto originale]).
* {{en}}[http://foia.fbi.gov/foiaindex/einstein.htm FBI Freedom of Information Act Documents on Einstein]
* [http://ulisse.sissa.it/biblioteca/saggio/2006/Ubib060913s001/at_download/file/Ubib060913s001.pdf Albert Einstein – Il lato umano]
{{Premio Nobel per la fisica 1901-1925}}
{{portale|biografie|fisica}}
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{{Link AdQ|lmo}}
 
== Collegamenti esterni ==
[[Categoria:Progetto Manhattan|Einstein, Albert]]
* {{Collegamenti esterni}}
[[Categoria:Personalità legate a Berlino|Einstein, Albert]]
* {{en}} [http://www.einstein.caltech.edu/ Einstein Papers Project - The Collected papers of Albert Einstein] progetto di pubblicazione dell'intero corpus di scritti di Einstein
[[Categoria:Scienziati ebrei]]
* {{en}} [http://einsteinpapers.press.princeton.edu/ The Collected Papers of Albert Einstein] versione digitale dell'Einstein Papers Project
* {{en}} [http://www.alberteinstein.info Einstein Archives Online]{{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20110811112756/http://www.alberteinstein.info/ |data=11 agosto 2011 }} digitalizzazione dell'archivio Einstein dell'[[Università Ebraica di Gerusalemme]]
* {{cita web |1=http://lorentz.phl.jhu.edu/AnnusMirabilis/ |2=Annus Mirabilis |accesso=8 aprile 2008 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20081219234056/http://lorentz.phl.jhu.edu/AnnusMirabilis|urlmorto=sì }}
* {{cita web|1=http://www.einstein-bern.ch/index.php|2=Museo Einstein Berna|lingua=de, en|accesso=3 gennaio 2010|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070908213839/http://www.einstein-bern.ch/index.php|dataarchivio=8 settembre 2007|urlmorto=sì}}
* {{de}} Albert Einstein, "[http://amshistorica.unibo.it/diglib.php?inv=7&int_ptnum=15&term_ptnum=343&format=jpg Zum Relativitaets-Problem]", ''Scientia: rivista internazionale di sintesi scientifica'', 15, 1914, pp.&nbsp;337–348.
* [https://www.swissinfo.ch/ita/speciali/grandi_storie/index/Ciao_Einstein,_mi_piace_la_tua_calligrafia.html?cid=4182356 Ciao Einstein, mi piace la tua calligrafia] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20140427025542/http://www.swissinfo.ch/ita/speciali/grandi_storie/index/Ciao_Einstein,_mi_piace_la_tua_calligrafia.html?cid=4182356 |data=27 aprile 2014 }} Speciale swissinfo.ch - Svizzera, crocevia di grandi storie
* {{cita web|1=http://foia.fbi.gov/foiaindex/einstein.htm|2=FBI Freedom of Information Act Documents on Einstein|lingua=en|accesso=30 marzo 2005|dataarchivio=10 agosto 2004|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20040810044240/http://foia.fbi.gov/foiaindex/einstein.htm|urlmorto=sì}}
* {{cita web|url=http://ulisse.sissa.it/biblioteca/saggio/2006/Ubib060913s001/at_download/file/Ubib060913s001.pdf|titolo=Albert Einstein - Il lato umano|accesso = 27 aprile 2008|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20090529202651/http://ulisse.sissa.it/biblioteca/saggio/2006/Ubib060913s001/at_download/file/Ubib060913s001.pdf|urlmorto = sì }}
* [http://www.disf.org/Voci/137.asp Einstein] una biografia curata da Thomas F. Torrance
 
{{Premio Nobel per la fisica}}
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{{Vincitori Medaglia Copley 1901-1950}}
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{{Filosofia della scienza}}
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