Ambrogio Lorenzetti: differenze tra le versioni
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|Cognome = Lorenzetti
|Sesso = M
|LuogoNascita = Siena
|GiornoMeseNascita =
|AnnoNascita =
|LuogoMorte = Siena
|GiornoMeseMorte = 9 giugno
|AnnoMorte = 1348
|Epoca = 1300
|Attività = pittore
|Nazionalità = italiano
|Immagine = 013 le vite, ambrogio lorenzetti.jpg
|Didascalia = Ambrogio Lorenzetti ritratto ne ''[[Le vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori]]'' di [[Giorgio Vasari]] (1568)
}}
Fu
==
=== La prima tavola di Vico l'Abate ===
[[File:Lorenzetti Amb. madonna-and-child-1319г.jpg|thumb|right|''Madonna di Vico l'Abate'' dalla Chiesa di Sant'Angelo (Vico l'Abate) presso San Casciano Val di Pesa]]
La ''[[Madonna di Vico l'Abate|Madonna col Bambino]]'' proveniente dalla [[Chiesa di Sant'Angelo (Vico l'Abate)|chiesa di Sant'Angelo di Vico l'Abate]] presso [[San Casciano in Val di Pesa]] ed esposto oggi nel [[Museo di San Casciano]], è considerata la prima opera tra quelle attribuibili ad Ambrogio Lorenzetti. È datata dall'autore al [[1319]]. La tavola è totalmente diversa dalle precedenti ''Maestà'' o ''Madonne col Bambino'' di [[Duccio di Buoninsegna]], a tal punto da far pensare che a differenza del fratello [[Pietro Lorenzetti]] e di [[Simone Martini]], Ambrogio non si sia formato nella bottega di Duccio. La presenza di quest'opera in un paese vicino a Firenze, e le successive testimonianze che vedrebbero Ambrogio a Firenze e dintorni almeno fino al [[1332]], fanno altresì ritenere che Ambrogio Lorenzetti, seppure senese, ebbe una formazione più vicina a quella fiorentina di [[Giotto]] e dello scultore [[Arnolfo di Cambio]], come è evidente nella solidità delle figure. La distanza da Giotto e dai suoi seguaci rimane comunque notevole, ponendo l'autore distante anche dalla scuola pittorica fiorentina e contribuendo far emergere nell'arte di Ambrogio Lorenzetti tratti davvero originali sin dagli esordi.
In questa tavola le fisionomie di ''Maria'' e del ''Bambino'' sono poco dolci. Le figure sono di una presenza statuaria e possente, che echeggia anche le statue di [[Arnolfo di Cambio]]. La rappresentazione della ''Madonna'' è frontale, alla maniera bizantina e ricorda le opere della seconda metà del Duecento (qualche esperto ha addirittura avanzato l'ipotesi che il committente abbia chiesto esplicitamente all'autore di richiamarsi allo stile di quel tempo). Il manto della ''Madonna'' è reso con un colore compatto e con scarsa caratterizzazione a pieghe del panneggio. I volti hanno una caratterizzazione chiaroscurale non eccelsa e il trono è un semplice seggio di legno spigoloso che riporta decorazioni geometriche, ma un'architettura ridotta ai minimi termini. Questi erano probabilmente i limiti di un pittore giovane che tuttavia conoscerà successivamente un'evoluzione vertiginosa.
Piuttosto una cosa è straordinaria già in questa tavola giovanile e anticipa quello che sarà uno dei maggiori contributi di Ambrogio nella storia dell'arte, cioè il suo vivo naturalismo nella resa dei personaggi. Le mani di ''Maria'' reggono il ''Bambino'' piuttosto che attorniarlo. La mano destra è inclinata rispetto all'avambraccio a reggere la gamba destra di ''Gesù''. Le dita di entrambe le mani non sono parallele, ma sono disposte in modo da reggere meglio l'infante. Soprattutto spicca l'indice della mano destra che ha un naturalismo funzionale al gesto mai visto prima. Il Bambino guarda la madre. I suoi polsi e lo scorcio del suo piede sinistro mostrano un bambino che si agita e scalcia come un vero infante.
=== A metà tra Firenze e Siena ===
[[File:Ambrogio Lorenzetti, Crocifisso del Carmine di Siena, Post-restoration.jpg|thumb|right|''Crocifisso del Carmine di Siena'', dalla Chiesa di san Niccolò del Carmine di Siena, Pinacoteca nazionale, Siena]]
Gli anni dal [[1320]] al [[1332]] rappresentano il periodo più nebuloso della vita artistica del pittore, in quanto le opere collocate in questo arco di tempo non presentano una datazione o documentazione precisa. Sembra comunque verosimile che il pittore si dividesse tra [[Firenze]] e [[Siena]]. Un documento dell'[[Archivio di Stato di Firenze]], che si riferisce a un debito contratto dall'artista nei confronti di un certo Meo di Lapo ed al conseguente pignoramento di una guarnacca femminile presso Nudo di Vermiglio, è datato [[1321]]. Un altro documento attesta che entro il [[1328]]-[[1330]] l'artista è iscritto all'[[Arte dei Medici e Speziali (Firenze)|Arte dei Medici e Speziali]] (che a quel tempo comprendeva anche i pittori) e [[Lorenzo Ghiberti]] cita alcuni suoi affreschi di un convento agostiniano fiorentino, dipinti probabilmente tra il [[1327]] e il [[1332]]. Tuttavia nel [[1324]] il Lorenzetti vende una piccola proprietà fondiaria per acquistare una casa a Siena e ne paga le relative [[gabelle]] e un altro documento del [[1331]] attesta un pagamento per una commissione del Consiglio ad un giudice collaterale del [[Podestà (medioevo)|podestà]] di [[Siena]].
Alcuni studiosi attribuiscono a questi anni la ''[[Madonna col Bambino (Ambrogio Lorenzetti Brera)|Madonna]]'' della [[Pinacoteca di Brera]], la ''Madonna Blumenthal'' del [[Metropolitan Museum di New York]], la ''Madonna del Latte'' dall'[[Eremo di Lecceto|eremo agostiniano di Lecceto]] ed esposta oggi nel [[Museo diocesano (Siena)|Museo diocesano]] di [[Siena]], il ''Crocifisso'', della [[Pieve di Santa Lucia (Montenero d'Orcia)|chiesa di santa Lucia]] a [[Montenero d'Orcia]] presso [[Castel del Piano]] e il ''[[Crocifisso del Carmine di Siena (Ambrogio Lorenzetti)|Crocifisso]]'' proveniente dalla [[Chiesa del Carmine (Siena)|chiesa del Carmine di Siena]] ed esposto oggi nella [[Pinacoteca nazionale (Siena)|Pinacoteca Nazionale]] della stessa città. Tuttavia il consenso sulla datazione è tutt'altro che unanime presso gli studiosi, lasciando profonde incertezze.
L'opera su cui esiste un maggior consenso riguarda il ''[[Crocifisso del Carmine di Siena (Ambrogio Lorenzetti)|Crocifisso]]'' dal [[Chiesa del Carmine (Siena)|Carmine di Siena]] su cui due terzi degli studiosi concordano per una datazione tra il 1324 e il 1331, soprattutto perché agli stessi anni risale la [[Pala del Carmine|Pala Del Carmine]] del fratello [[Pietro Lorenzetti|Pietro]], con cui Ambrogio dipingeva sempre fianco a fianco entro i confini cittadini in questi anni. L'opera, dalle dimensioni ragguardevoli è caratterizzata dalla solida e robusta voluminosità tipica della scuola toscana, ma mostra una caratterizzazione del volto, della testa ed una decorazione tipici della maniera senese, preannunciando l'opera matura del pittore.
[[
Certa è invece la datazione del [[1332]] del [[Trittico di San Procolo|trittico]] proveniente dalla [[Chiesa di San Procolo (Firenze)|chiesa di San Procolo a Firenze]], avendo molti testimoni letto, nel corso dei secoli, la firma dell'artista e la data da lui apposta ([[1332]]) che oggi sono andate perdute. Il trittico, recentemente ricomposto alla [[Galleria degli Uffizi]] di [[Firenze]], riporta la ''Madonna col Bambino'' tra i santi ''Nicola'' (a sinistra) e ''Procolo'' (a destra). Sopra i tre pannelli le cuspidi riportano il ''Cristo Redentore'' (al centro) e i santi ''Giovanni Evangelista'' (a sinistra) e ''Giovanni Battista'' (a destra). Rispetto alla [[Madonna di Vico l'Abate]] del [[1319]] Ambrogio Lorenzetti aveva compiuto passi da gigante nella resa volumetrica dei personaggi, nell'ingentilimento delle figure, nell'uso delle modulazioni chiaroscurali, nella spiccata profilatura dei personaggi, nella ricca decorazione, adesso decisamente più vicini a quelli della scuola di [[Giotto]]. Le posture dei personaggi sono ancora rigide e questi sembrano come ingessati, contraddistinguendosi dalle figure di [[Giotto]] dei primi anni trenta (per esempio del contemporaneo ''Polittico di Bologna'') o anche da quelle di [[Simone Martini]] o [[Lippo Memmi]] (per esempio della coeva ''tavola di Kansas City'' di [[Lippo Memmi]]).
Tuttavia è ancora l'umanità del rapporto tra ''Maria'' e il ''Bambino'' che contraddistingue l'opera. In questo dipinto ''Gesù Bambino'' guarda sua madre con gli occhi sgranati e la bocca semiaperta generando un'espressione tipica di un neonato. ''Maria'' ricambia lo sguardo ed offre al bambino un'espressione serena e rassicurante e le dita della mano destra per giocare. La mano sinistra di ''Maria'' ha invece la tipica disposizione “lorenzettiana” a dita divaricate, sottolineando l'energia della sua presa.
Sempre dalla [[Chiesa di San Procolo (Firenze)|chiesa di San Procolo di Firenze]], e per questo datati intorno al [[1332]], provengono quattro tavolette raffiguranti [[Storie di san Nicola|Episodi della vita di San Nicola]], oggi esposte agli [[Uffizi]]. Le tavolette mettono in luce una notevole vena narrativa dell'artista ed una sua abilità nella realizzazione di complesse architetture, evitando anche l'innaturale convenzione di sfondare le pareti per mostrare ciò che avviene nelle stanze. Per esempio, nella scena di ''San Nicola che resuscita il bambino strozzato dal demonio'', il bambino protagonista è raffigurato quattro volte in altrettanti momenti successivi, che si svolgono nei due piani di un edificio: il pian terreno è aperto da un arcone, mentre il piano superiore è visibile tramite una loggia. In queste scene inoltre il fondo oro è ormai quasi abolito, con l'architettura che occupa quasi tutto lo sfondo.
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Image:Ambrogio lorenzetti, scene della vita di san nicola 03.jpg|''[[Storie di san Nicola|Opere di san Nicola]] (Dono alle tre prostitute)'', dalla chiesa di San Procolo di Firenze (circa 1332), Galleria degli Uffizi, Firenze
Image:Ambrogio lorenzetti, scene della vita di san nicola 04.jpg|''[[Storie di san Nicola|Opere di san Nicola]] (Elezione a vescovo)'', dalla chiesa di San Procolo di Firenze (circa 1332), Galleria degli Uffizi, Firenze
Image:Ambrogio lorenzetti, scene della vita di san nicola 01.jpg|''[[Storie di san Nicola|Opere di san Nicola]] (Miracolo del bambino risuscitato)'', dalla chiesa di San Procolo di Firenze (circa 1332), Galleria degli Uffizi, Firenze
Image:Ambrogio lorenzetti, scene della vita di san nicola 02.jpg|''[[Storie di san Nicola|Opere di san Nicola]] (Miracolo della moltiplicazione del grano)'', dalla chiesa di San Procolo di Firenze (circa 1332), Galleria degli Uffizi, Firenze
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=== Rientro nel contado di Siena ===
[[File:Ambrogio Lorenzetti 024.jpg|thumb|upright=1.4|''Maestà'' dalla chiesa di San Pietro all'Orto di Massa Marittima (1335 circa), Museo di arte sacra, Massa Marittima]]
Intorno al [[1335]] Ambrogio Lorenzetti rientra nel contado di Siena. L'Ugurgeri Azzolini narra nel [[1649]] di aver visto le firme di Ambrogio Lorenzetti e di suo fratello [[Pietro Lorenzetti|Pietro]] sugli [[Affreschi della facciata di Santa Maria della Scala|affreschi]] allora deperiti dello [[Spedale di Santa Maria della Scala]] con tanto di data ([[1335]]). Tali affreschi oggi sono perduti. Anche [[Lorenzo Ghiberti]] parla di affreschi di Pietro e Ambrogio Lorenzetti nel chiostro e nella sala capitolare della [[Chiesa di San Francesco (Siena)|chiesa di San Francesco]] a [[Siena]], affreschi di cui oggi rimangono solo poche scene e che sono datati intorno al [[1336]]. La co-presenza del fratello Pietro in questi cicli di affreschi senesi fanno pensare che Ambrogio Lorenzetti riuscì a ricevere commissioni nella sua città natale per intercessione del fratello, che sicuramente era più accreditato di lui in questi anni.
Ambrogio risulta negli stessi anni attivo come artista autonomo e indipendente soprattutto nel contado di Siena: dalla [[Monastero di San Cristoforo a Rofeno|Badia dei Santi Giacomo e Cristoforo a Rofeno]] proviene una ''Pala con la Vergine e il Bambino, San Michele Arcangelo e santi'' che è oggi conservata presso il [[Museo di arte sacra (Asciano)|Museo di arte sacra]] di [[Asciano]], opera datata al [[1332]]-[[1337]], probabilmente dopo il [[Trittico di San Procolo]]. Al 1332-1335 circa vengono attribuiti da quasi tutti gli studiosi i quattro santi di un polittico smembrato di provenienza ignota ed esposto oggi al [[Museo dell'Opera del Duomo (Siena)|Museo dell'Opera del Duomo di Siena]]. Al [[1335]] circa viene datato, non senza incertezze, anche il ''Crocifisso'' della [[Pieve di Santa Lucia (Montenero d'Orcia)|chiesa di santa Lucia]] a [[Montenero d'Orcia]] presso [[Castel del Piano]]. Più unanime è la datazione al 1335 della splendida ''[[Maestà di Massa Marittima|Maestà]]'' proveniente dalla [[Chiesa di San Pietro all'Orto|chiesa agostiniana di San Pietro all'Orto]] di [[Massa Marittima]] (dominio senese al tempo) ed oggi esposto nel [[Museo di arte sacra di Massa Marittima|Museo di arte sacra]] della stessa città. Ambrogio ha lasciato anche una Maestà ed altri affreschi nella cappella dell'[[Cappella di San Galgano a Montesiepi|Eremo di Montesiepi]], presso l'[[Abbazia di San Galgano]], affreschi che sono databili al [[1334]]-[[1336]], come risulta da un documento che attesta il pittore a San Galgano nel [[1334]] e da un'iscrizione oggi perduta ma letta nel [[1645]] relativa all'anno [[1336]].
In queste opere si nota come le figure acquisiscono quella postura più sciolta ed equilibrata che caratterizzava in questi anni lo stile di [[Giotto]] e del suo allievo [[Taddeo Gaddi]], nonché di [[Simone Martini]] e del cognato [[Lippo Memmi]]. Ma c'è di più. Le opere appaiono più articolate e sono caricate sovente di complesse [[allegorie]]. La splendida Maestà di [[Massa Marittima]], ad esempio, è dominata da una moltitudine di figure. Ai lati dei gradini del trono sono presenti sei ''angeli'' (tre per parte) con strumenti musicali ed incensieri. Ai lati del trono stesso ci sono altri quattro ''angeli'', due che reggono i cuscini del trono e altri due che lanciano fiori. Tutti gli altri personaggi in piedi sono uno stuolo di ''Profeti, Santi e Patriarchi''. Tale sovraffollamento carica l'evento della nascita di ''Gesù Cristo'' di una portata epocale essendo tale evento assistito e testimoniato da tutti coloro che hanno fatto la storia della Chiesa. Ai piedi del trono sono presenti le personificazioni delle tre ''Virtù Teologali''. Queste sono, dal gradino più basso a quello più alto, la ''Fede'', la ''Speranza'' e la ''Carità'', come indicato dalle iscrizioni sui gradini. La loro disposizione non è casuale. Secondo la definizione di Pietro Cantore la ''Fede'' costruisce le fondamenta dell'edificio ecclesiale, e infatti siede sul gradino che forma la base del trono. La ''Speranza'' eleva la Chiesa fino al Cielo, simboleggiata dalla pesante torre che regge, mentre la ''Carità'' concretizza l'atto della Chiesa e attraverso l'amore per ''Dio Padre'' dà amore anche al prossimo.
Ma anche in questo dipinto allegorico dal significato teologico così complesso Ambrogio Lorenzetti non rinuncia al rapporto umano e naturalistico tra ''Madre'' e ''Figlio'' con la consueta presa energica del figlio da parte di ''Maria'', con un contatto guancia a guancia e uno scambio di sguardi ravvicinato tra le due figure.
=== Rientro definitivo a Siena: ''Le Allegorie del Buono e Cattivo Governo e dei loro Effetti'' ===
[[File:Ambrogio Lorenzetti 002.jpg|thumb|upright=1.6|''Allegoria del Buon Governo'' (1338-1339), Parete di fondo della Sala dei Nove, Palazzo Pubblico, Siena]]
Nel [[1337]] l'artista risulta già in pianta stabile a [[Siena]] a dipingere in maniera autonoma dal fratello [[Pietro Lorenzetti]], complice anche la partenza per [[Avignone]], avvenuta nel [[1335]]-[[1336]], dell'artista di riferimento della città fino ad allora, ovvero [[Simone Martini]].
Al [[1337]]-[[1338]] risale la [[Maestà di Sant'Agostino|Maestà della Cappella Piccolomini]] del [[Chiesa di Sant'Agostino (Siena)|Convento di Sant'Agostino]] di [[Siena]], anch'essa caratterizzata da un profondo significato allegorico. Nel [[1338]]-[[1339]] Ambrogio dipinse quello che ancora oggi è considerato il suo capolavoro tra le opere a noi pervenute: le ''[[Allegoria ed effetti del Buono e del Cattivo Governo|Allegorie del Buono e Cattivo Governo e dei loro Effetti in Città e in Campagna]]'', dispiegate su tre pareti per una lunghezza complessiva di circa 35 metri nella Sala dei Nove del [[Palazzo Pubblico (Siena)|Palazzo Pubblico]] di [[Siena]]. Sulla parete di fondo della sala si trova l'''Allegoria del Buon Governo'' dove ogni aspetto del governo (quale la ''Giustizia'', il ''Comune di Siena'', i ''cittadini'', le ''forze dell'ordine'', etc.) e le virtù loro ispiratrici (''sapienza divina'', ''generosità'', ''pace'', ''virtù cardinali'' e ''virtù teologali'', etc.) sono rappresentati da figure umane. Tutte queste figure interagiscono secondo un preciso ordine a rappresentare una scena assai complessa. Sulla parete di destra è presente l{{'}}''Allegoria degli Effetti del Buon Governo in Città e Campagna'', con una rappresentazione allegorica del [[lavoro produttivo]] entro la città di Siena e nella sua campagna. Infine, sulla parete sinistra è presente l{{'}}''Allegoria del Cattivo Governo'', con personificazioni degli aspetti del ''malgoverno'' e dei ''vizi'' e dei suoi ''effetti in città e campagna''. Il ciclo di affreschi è da sempre studiato da critici ed appassionati non solo di storia dell'arte, ma anche di storia e del pensiero politico, di urbanistica e del costume. Di fatto fu uno dei primi messaggi di propaganda politica in un'opera medievale. Dal punto di vista dottrinale vi è un chiaro riferimento al pensiero di [[san Tommaso d'Aquino]]. "L'assunto dottrinale è chiaramente tomistico: non solo perché riflette la gerarchia dei princìpi e dei fatti, delle cause e degli effetti, ma perché pone come motivi fondamentali dell'ordine politico l'"autorità" (nelle [[allegorie]]) e la "socialità" (negli effetti), specialmente insistendo sul concetto aristotelico (di [[Aristotele]]) della "naturalità" della socievolezza umana<ref>{{Cita libro |autore = [[Giulio Carlo Argan]] |titolo = Storia dell'arte italiana |città = Firenze |editore = [[Sansoni]] |volume = 2 |pagine = 34-36 |sbn = RMR0085200}}</ref>.
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Image:Ambrogio Lorenzetti Allegory of Good Govt.jpg|''Allegoria degli Effetti del Buon Governo in Città'' (1338-1339), Parete di destra della Sala dei Nove, Palazzo Pubblico, Siena
Image:Ambrogio Lorenzetti 011.jpg|''Allegoria degli Effetti del Buon Governo in Campagna'' (1338-1339), Parete di destra della Sala dei Nove, Palazzo Pubblico, Siena
Image:Lorenzetti ambrogio bad govern. det.jpg|''Allegoria del Cattivo Governo'' (1338-1339), Parete di sinistra della Sala dei Nove, Palazzo Pubblico, Siena
Image:Ambrogio lorenzetti, effetti del cattivo governo, siena, palazzo pubblico, 1337-1340.jpg |''Allegoria degli Effetti del Cattivo Governo in Campagna'' (1338-1339), Parete di sinistra della Sala dei Nove, Palazzo Pubblico, Siena
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=== Le altre opere a Siena ===
[[File:Ambrogio Lorenzetti - Presentazione di Gesù al tempio - Google Art Project.jpg|thumb|upright=1.4|''[[Presentazione al Tempio (Ambrogio Lorenzetti)|Presentazione al Tempio]]'' dal Duomo di Siena (1342), Galleria degli Uffizi, Firenze]]
Del periodo senese non sono documentati solo questi affreschi. Oltre a quelli già citati fino ad ora sono molte le opere realizzate entro le mura della città dopo il [[1337]]. Tra esse si distinguono un polittico proveniente dalla ex-chiesa distrutta del [[Chiesa di Santa Petronilla (Siena)|Convento di Santa Petronilla]] di [[Siena]] ed oggi esposto nella [[Pinacoteca nazionale (Siena)|Pinacoteca Nazionale]] della stessa città (circa [[1340]]), la ''[[Presentazione di Gesù al Tempio (Ambrogio Lorenzetti)|Presentazione di Gesù al Tempio]]'', realizzata per l{{'}}''altare di San Crescenzio'' del [[Duomo di Siena]] ed oggi esposto alla [[Galleria degli Uffizi]] di [[Firenze]] (firmato e datato [[1342]]) e un{{'}}''[[Annunciazione (Ambrogio Lorenzetti)|Annunciazione]]'' proveniente dalla Sala del Concistoro del [[Palazzo Pubblico (Siena)|Palazzo Pubblico]] ed oggi ospitato dalla [[Pinacoteca nazionale (Siena)|Pinacoteca Nazionale]] di [[Siena]] (firmato e datato [[1344]]).
Molte di queste opere sono caratterizzate da una complessa ed affascinante simbologia, laddove non è riscontrabile un più complesso significato allegorico, mostrando lo spessore intellettuale, oltre che di grande artista, di Ambrogio Lorenzetti. Un'altra caratteristica che colpisce è il risalto dell'aspetto umano delle rappresentazioni, come nell{{'}}''[[Annunciazione (Ambrogio Lorenzetti)|Annunciazione]]'' della [[Pinacoteca nazionale (Siena)|Pinacoteca Nazionale]] di [[Siena]] del [[1344]] dove viene rappresentata la parte finale dell'Annunciazione: la spiegazione dell{{'}}''Angelo'' su come il concepimento è possibile e l'accettazione di ''Maria'' (piuttosto che l'apparizione ed annuncio dell{{'}}''Angelo'' come si usava fare). Il Lorenzetti di questi anni mostra anche di avere acquisito appieno la capacità di dipingere personaggi volumetrici ed equilibrati nelle loro posture, di usare in maniera ottimale i chiaroscuri per la resa di volti e vesti, e di realizzare articolate prospettive, come è evidente dalla tavola della ''[[Presentazione di Gesù al Tempio (Ambrogio Lorenzetti)|Presentazione di Gesù al Tempio]]'' del [[1342]], oggi agli [[Galleria degli Uffizi|Uffizi]] di [[Firenze]].
La provenienza senese di tutti questi dipinti mostrano la reputazione che Ambrogio Lorenzetti aveva guadagnato presso il governo e i conventi senesi, ormai al di sopra di quella del fratello Pietro (vedi sotto per una lista completa delle opere senesi).
In questi anni Ambrogio Lorenzetti dipinse anche nei dintorni di Siena, come è testimoniato dal polittico ricomposto della [[Chiesa dei Santi Pietro e Paolo (Roccalbegna)|Pieve dei Santi Pietro e Paolo a Roccalbegna]] e dalla tavola con la ''Madonna e il Bambino'' proveniente dalla Pieve di San Lorenzo alle [[Serre di Rapolano]] ed oggi esposta nella [[Pinacoteca nazionale (Siena)|Pinacoteca Nazionale]] di [[Siena]].
=== La morte nel 1348 ===
Come il fratello [[Pietro Lorenzetti|Pietro]], anche Ambrogio Lorenzetti morì nel [[1348]] per la terribile ondata di [[Peste Nera|pestilenza]] che decimò le popolazioni dell'[[Europa occidentale]]. Rimane infatti un testamento, scritto dall'artista il 9 giugno 1348, in cui Ambrogio dispone, in maniera convulsa e in [[lingua volgare]] (in genere si usavano convenzionali formule in [[lingua latina]] per i documenti notarili), che tutti i suoi averi andassero in eredità alla ''Compagnia della Vergine Maria'', temendo la morte imminente di sé stesso, della moglie e delle sue tre figlie. Nel [[1348]] e nel [[1349]] alcuni beni di Ambrogio Lorenzetti risultano effettivamente venduti dalla Compagnia, potendosi concludere che la peste abbia davvero decimato la sua famiglia.
== La scuola ==
A differenza di [[Duccio di Buoninsegna]] e [[Giotto]], che ebbero molti seguaci espressisi per ben tre generazioni, Ambrogio Lorenzetti non conta molti allievi che seguirono in maniera fedele il suo stile. L'unico vero allievo è il cosiddetto [[Maestro del 1346]], la cui attività si svolse soprattutto nei pressi di [[Montalcino]], in [[provincia di Siena]], e risale agli anni trenta e quaranta del [[XIV secolo]], i due decenni a cui sono fatte risalire le uniche due opere attribuitegli. L'arte di Ambrogio Lorenzetti ebbe comunque molti echi, ben oltre la [[Peste Nera]] del [[1348]], fino a dentro il [[Rinascimento]]. Di fatto le sue complesse allegorie, la profonda umanità e il complesso significato religioso che emergono dalla sua produzione furono fonte di ispirazione per molti artisti della seconda metà del XIV secolo e dei secoli successivi.<ref name=B>Datazione ricostruita su basi puramente stilistiche con parere pressoché unanime presso gli esperti (assenza di datazione autografa o altra documentazione scritta).</ref><ref name="C">datazione che non trova parere unanime presso gli esperti.</ref>
== Lista delle opere ==
* ''[[Madonna di Vico l'Abate|Madonna col Bambino]]'', 1319<ref name="A">datazione autografa o determinata da altra documentazione scritta.</ref>, tempera e oro su tavola, proveniente dalla [[Chiesa di Sant'Angelo (Vico l'Abate)|Chiesa di Sant'Angelo a Vico l'Abate]] presso [[San Casciano in Val di Pesa|san Casciano]], [[Museo di San Casciano]].
* ''[[Madonna col Bambino (Ambrogio Lorenzetti Brera)|Madonna col Bambino]]'', 1320-1330 circa<ref name=B />, tempera e oro su tavola, provenienza ignota, [[Pinacoteca di Brera]], [[Milano]]
* ''[[Crocifisso del Carmine di Siena (Ambrogio Lorenzetti)|Crocifisso della Chiesa del Carmine]]'', data imprecisata (probabile 1324-1331)<ref name="B"/>, tempera e oro su tavola, dalla [[Chiesa e convento di San Niccolò del Carmine|chiesa del Carmine]] di Siena, [[Pinacoteca Nazionale (Siena)|Pinacoteca Nazionale]], [[Siena]]
* ''[[Trittico di San Procolo]]'', 1332<ref name="A"/>, tempera e oro su tavola, dalla [[chiesa di San Procolo (Firenze)|chiesa di San Procolo di Firenze]], [[Galleria degli Uffizi]], [[Firenze]]
* ''[[Storie di san Nicola|Quattro tavole con storie di san Nicola di Bari]]'', circa 1332<ref name="B"/>, tempera e oro su tavola, dalla [[chiesa di San Procolo (Firenze)|chiesa di San Procolo di Firenze]], [[Galleria degli Uffizi]], [[Firenze]]
* ''Pala con la Vergine e il Bambino, San Michele Arcangelo e i santi Bartolomeo e Benedetto'', circa 1332-1337<ref name="B"/>, tempera e oro su tavola, dalla [[Monastero di San Cristoforo a Rofeno|Badia dei Santi Giacomo e Cristoforo a Rofeno]], [[Museo di Arte Sacra (Asciano)|Museo di Arte Sacra]], [[Asciano]]
* ''Madonna col Bambino'', 1330-1335<ref name="B"/>, tempera e oro su tavola, provenienza ignota, [[Musée du Louvre]], [[Parigi]]
* ''Quattro pannelli di un polittico smembrato con i Santi Benedetto, Caterina d'Alessandria, Maddalena, Francesco'', 1332-1335<ref name="B"/>, tempera e oro su tavola, provenienza ignota, [[Museo dell'Opera del Duomo (Siena)|Museo dell'Opera del Duomo]], [[Siena]]
* ''[[Maestà di Massa Marittima|Maestà]]'', circa 1335<ref name="B"/>, tempera e oro su tavola, dalla [[chiesa di San Pietro all'Orto]] di [[Massa Marittima]], [[Museo di Arte Sacra (Massa Marittima)|Museo di Arte Sacra]], [[Massa Marittima]]
* ''Maestà'', 1334-1336<ref name="A"/>, affresco, [[cappella di San Galgano a Montesiepi]] (presso l'[[abbazia di San Galgano]])
* ''[[Maestà di Sant'Agostino|Maestà]]'', 1337-1338<ref name="A"/>, affresco, [[chiesa di Sant'Agostino (Siena)|chiesa di Sant'Agostino]], [[Siena]]
* ''[[Martirio dei francescani ad Almaliq]] e Congedo di san Ludovico di Tolosa'', circa 1336-1340<ref name="B"/>, affreschi staccati, dalla sala capitolare della [[Basilica di San Francesco (Siena)|Basilica di san Francesco]] di [[Siena]], transetto sinistro della [[Basilica di San Francesco (Siena)|basilica di san Francesco]], [[Siena]]
* ''[[Allegoria del Buon Governo|Allegorie del Buono e Cattivo Governo e dei loro Effetti in Città e in Campagna]]'', 1338-1339<ref name="A"/>, affreschi, [[Palazzo comunale (Siena)|Palazzo Pubblico]], [[Siena]]
* ''Tavoletta di biccherna can camarlingo e contribuente'', 1340<ref name="A"/>, tempera e oro su tavola, Archivio di Stato, [[Siena]]
* ''Polittico di santa Petronilla'', circa 1340<ref name="B"/>, tempera e oro su tavola, dalla [[Chiesa di Santa Petronilla (Siena)|chiesa distrutta dell'ex-convento di Santa Petronilla]], [[Pinacoteca Nazionale (Siena)|Pinacoteca Nazionale]], [[Siena]]
* ''Madonna col Bambino'', circa 1340<ref name="B"/>, tempera e oro su tavola, dalla chiesa di san Lorenzo alle [[Serre di Rapolano]], [[Pinacoteca Nazionale (Siena)|Pinacoteca Nazionale]], [[Siena]]
* ''[[Maestà della Loggia del Palazzo Pubblico di Siena|Madonna col Bambino]]'', circa 1340<ref name="A"/>, affresco staccato, dalla Loggia del [[Palazzo comunale (Siena)|Palazzo Pubblico]] di [[Siena]], [[Palazzo comunale (Siena)|Palazzo Pubblico]], [[Siena]]
* ''Polittico di Roccalbegna'', circa 1340<ref name="B"/>, tempera e oro su tavola, [[Chiesa dei Santi Pietro e Paolo (Roccalbegna)|pieve dei Santi Pietro e Paolo]] di [[Roccalbegna]].
* ''Madonna col Bambino'', circa 1340<ref name="B"/>, tempera e oro su tavola, dal [[monastero di Sant'Eugenio]] presso Siena, [[Museum of Fine Arts (Boston)|Museum of Fine Arts]], [[Boston]].
* ''Piccola Maestà'', circa 1340<ref name="B"/>, tempera e oro su tavola, dallo [[Spedale di Santa Maria della Scala]], [[Pinacoteca Nazionale (Siena)|Pinacoteca Nazionale]], [[Siena]]
** Due piccoli pannelli laterali descriventi l'''Elemosina di san Nicola a tre prostitute'' e il ''Dono del mantello di san Martino al povero'' sono, rispettivamente, al [[Museo del Louvre]] e alla [[Yale University Art Museum]]
* ''Madonna col Bambino'', 1340-1345<ref name="B"/>, tempera e oro su tavola, [[chiesa di San Pietro alle Scale]], [[Siena]]
* ''[[Presentazione al Tempio (Ambrogio Lorenzetti)|Presentazione di Gesù al Tempio]]'', 1342<ref name="A"/>, dall'altare di ''san Crescenzio'' del [[Duomo di Siena]], [[Galleria degli Uffizi]], [[Firenze]]
* ''Tavoletta di biccherna can il Buon Governo'', 1344<ref name="A"/>, tempera e oro su tavola, Archivio di Stato, [[Siena]]
* ''[[Annunciazione (Ambrogio Lorenzetti)|Annunciazione]]'', 1344<ref name="A"/>, tempera e oro su tavola, dalla sala del Concistoro del [[Palazzo comunale (Siena)|Palazzo Pubblico]] di [[Siena]], [[Pinacoteca Nazionale (Siena)|Pinacoteca Nazionale]], [[Siena]]
* ''Allegoria della Redenzione'', 1340-1347<ref name=B />, tempera e oro su tavola, dall'ospedaletto senese di ''Monna Agnese'', [[Pinacoteca Nazionale (Siena)|Pinacoteca Nazionale]], [[Siena]]
* ''Madonna col Bambino (Madonna Blumenthal)'', data imprecisata<ref name="C"/>, tempera e oro su tavola, provenienza ignota, [[Metropolitan Museum of Art]], [[New York]].
* ''Madonna del Latte'', data imprecisata<ref name="C"/>, tempera e oro su tavola, dall'[[Eremo di Lecceto|eremo agostiniano di Lecceto]], [[Museo diocesano (Siena)|Museo diocesano]], [[Siena]]
* ''Crocifisso di Montenero d'Orcia'', data imprecisata, [[1320]]-[[1335]]<ref name="C"/>, tempera e oro su tavola, [[Pieve di Santa Lucia (Montenero d'Orcia)|chiesa di santa Lucia]] a [[Montenero d'Orcia]] presso [[Castel del Piano]].
* ''Crocifissione'', data imprecisata<ref name="C"/>, tempera e oro su tavola, provenienza ignota, Collezione Salini (privata), [[Siena]]
* ''Santa Caterina d'Alessandria, San Giovanni Evangelista, Sant'Agostino e devoto'', data imprecisata<ref name="C"/>, affresco staccato, dagli ambienti del [[Palazzo comunale (Siena)|Palazzo Pubblico]] di [[Siena]], [[Palazzo comunale (Siena)|Palazzo Pubblico]], [[Siena]]
== Note ==
<references/>
Madonna Blumenthal: Provenienza Pompana (Murlo-Si),proprietà fino al 1922 della famiglia Turbanti, agricoltori di Pompana e Giuncheto. Cessione descritta in G.Mazzoni QUADRI ANTICHI DEL NOVECENTO -2001 Ed.Neri Pozza. pp. 238–239.
== Bibliografia ==
* {{Cita libro |autore = Eve Borsook |titolo = Ambrogio Lorenzetti |collana =I diamanti dell'arte n. 6 |editore =Sadea/[[Sansoni|Sansoni Editore]] |città = Firenze |anno = 1966}}
* {{DBI
|nome = LORENZETTI, Ambrogio
|nomeurl = ambrogio-lorenzetti
|autore = Michela Becchis
|anno = 2005
|pagine =
|volume = LXV volume
|accesso = 15 aprile 2015
|cid =
}}
* {{Cita libro |autore = |curatore = [[Chiara Frugoni]] |titolo = Pietro e Ambrogio Lorenzetti |editore = [[Le Lettere]] |città = Firenze |anno = 2010 |isbn = 88-7166-668-2}}
* Rosa Maria Dessì, ''[https://www.puf.com/content/Les_spectres_du_Bon_Gouvernement Les spectres du Bon Gouvernement d'Ambrogio Lorenzetti. Artistes, cités communales et seigneurs angevins au Trecento] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20231002120743/https://www.puf.com/content/Les_spectres_du_Bon_Gouvernement |date=2 ottobre 2023 }},'' Paris, PUF (Presses Universitaires de France), 2017, ISBN 978-2-13-063214-6.
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
== Collegamenti esterni ==
*{{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|url=http://www.chiantimusei.it/cgi-bin/pub_det_aut.cgi?id=1|titolo=Fonte: una scheda online|accesso=4 gennaio 2009|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090514001105/http://www.chiantimusei.it/cgi-bin/pub_det_aut.cgi?id=1|dataarchivio=14 maggio 2009|urlmorto=sì}}
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