Il mestiere delle armi: differenze tra le versioni

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{{Film|
|titoloitalianotitolo = Il mestiere delle armi
|immagine =[[Immagine: Mestiere2.jpg|300px]]
|didascalia = Una scena del film
|lingua originale = [[Lingua italiana|italiano]]
|nomepaese= [[Italia]]
|paese = [[Italia]]
|titoloalfabetico= Mestiere delle armi, Il
|titolo alfabetico = Mestiere delle armi, Il
|annoproduzione= [[2001]]
|anno uscita = 2001
|durata= 100'
|aspect ratio = 1,77:1
|genere = Avventura
|tipocolore= colore
|genere 2 = Guerra
|tipoaudio= sonoro
|genere 3 = Drammatico
|nomegenere= avventura, guerra, drammatico, storico
|genere 4 = Storico
|nomeregista= [[Ermanno Olmi]]
|regista = [[Ermanno Olmi]]
|nomeproduttore= [[Luigi Musini]], [[Roberto Cicutto]], [[Ermanno Olmi]] ([[Cinema11undici]]), [[RAI Cinema]], [[Studio Canal]], [[Taurusproduktion]]
|produttore = [[Luigi Musini (produttore)|Luigi Musini]], [[Roberto Cicutto]], [[Ermanno Olmi]]
|nomesoggetto= [[Ermanno Olmi]]
|casa produzione = [[RAI Cinema]], [[Cinema11undici]], [[Studio Canal]], [[Taurusproduktion]]
|nomesceneggiatore= [[Ermanno Olmi]]
|casa distribuzione italiana = [[Mikado Film]]
|nomeattori=
|soggetto = [[Ermanno Olmi]]
*[[Hristo Jivkov]]: [[Giovanni dalle Bande Nere|Giovanni De' Medici]]
|sceneggiatore = [[Ermanno Olmi]]
*[[Desislava Tenekedjieva]]: [[Maria Salviati]]
|attori = *[[Hristo Jivkov]]: [[Giovanni delle Bande Nere]]
*[[Sandra Ceccarelli]]: Nobildonna di [[Mantova]]
*[[SasaDessy VulicevicTenekedjieva]]: [[PietroMaria AretinoSalviati]]
*[[Sandra Ceccarelli]]: Nobildonna di Mantova
*[[Sergio Grammatico]]: [[Federico II Gonzaga|Federico Gonzaga]]
*[[Saša Vuličević]]: [[Pietro Aretino]]
*[[Dimitar Ratchkov]]: Luc'Antonio Cuppano
*[[AldoSergio ToscanoGrammatico]]: Loyso[[Federico II Gonzaga]]
*[[Dimitar Ratchkov]]: [[Lucantonio Coppi|Lucantonio Cuppano]]
*[[Fabio Giubbani]]: Matteo Cusastro
*[[Aldo Toscano]]: [[Aloisio Gonzaga]]
*[[Fabio Giubbani]]: [[Matteo Cusastro]]
*[[Giancarlo Belelli]]: [[Alfonso I d'Este]]
*[[Paolo Magagna]]: [[Francesco Maria I Della Rovere]]
*[[Piergiorgio Maletti]]: servitore di Federico II Gonzaga
*[[Attilio Orlandini]]: consigliere di Alfonso d'Este
*[[Franco Palmieri]]: [[Paolo Giovio]]
*[[Francesca Lonardelli]]: cortigiana di Federico II Gonzaga
|nomefotografo= [[Fabio Olmi]]
|doppiatori italiani = *[[Omero Antonutti]]: Narratore e Pietro Aretino
|nomemontaggio= [[Paolo Cottignola]]
*[[Giovanni Crippa]]: Giovanni delle Bande Nere
|nomefonico= [[Francesco Liotard]]
*[[Giusi Cataldo]]: Maria Salviati
|nomeeffettispeciali= [[Fabio Traversari]]
*[[Massimo Popolizio]]: Federico II Gonzaga
|nomemusicista= [[Fabio Vacchi]]
*[[Massimo Venturiello]]: [[Lucantonio Coppi|Lucantonio Cuppano]]
|nomescenografo= [[Luigi Marchione]]
*[[Gil Baroni]]: Aloisio Gonzaga
|nomecostumista= [[Francesca Sartori]]
*[[Gianni Musy]]: Alfonso I d'Este
|nometruccatore= [[Giulio Pezza]]
*[[Saverio Moriones]]: Francesco Maria I Della Rovere
|nomepremi= *9 [[David di Donatello 2002]]: [[David di Donatello per il miglior film|miglior film]], [[David di Donatello per il miglior regista|miglior regista]], [[David di Donatello per la migliore sceneggiatura|migliore sceneggiatura]], [[David di Donatello per il miglior produttore|migliore produttore]], [[David di Donatello per il miglior musicista|migliore colonna sonora]], [[David di Donatello per il miglior direttore della fotografia|migliore fotografia]], [[David di Donatello per il miglior montatore|migliore montaggio]], [[David di Donatello per il miglior scenografo|migliore scenografia]], [[David di Donatello per il miglior costumista|migliori costumi]]
*[[Ennio Coltorti]]: servitore di Federico II Gonzaga
*3 [[Nastro d'Argento|Nastri d'Argento]] [[2001]]: [[Nastro d'Argento alla migliore fotografia|miglior fotografia]], [[Nastro d'Argento alla migliore scenografia|migliore scenografia]], [[Nastro d'Argento ai migliori costumi|migliori costumi]]
*[[Carlo Reali]]: consigliere di Alfonso I d'Este
|fotografo = [[Fabio Olmi]]
|montatore = [[Paolo Cottignola]]
|effetti speciali = [[Fabio Traversari]]
|musicista = [[Fabio Vacchi]]
|scenografo = [[Luigi Marchione]]
|costumista = [[Francesca Sartori]]
|truccatore = [[Giulio Pezza]]
}}
'''''Il mestiere delle armi''''' è un [[film storico]] del [[2001]] diretto da [[Ermanno Olmi]], presentato in concorso al [[Festival di Cannes 2001|54°º Festival di Cannes]].<ref>{{cita web|url=http://www.festival-cannes.fr/en/archives/2001/allSelections.html|titolo=Official Selection 2001|editore=festival-cannes.fr|accesso=20 aprile 2014|lingua=en|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131203015146/http://www.festival-cannes.fr/en/archives/2001/allSelections.html|dataarchivio=3 dicembre 2013|urlmorto=sì}}</ref>
 
Il film narra degli ultimi giorni di vita del [[condottiero]] [[Giovanni delle Bande Nere]], [[pseudonimo]] di [[Giovanni delle Bande Nere|Ludovico di Giovanni De' Medici]], un [[soldato di ventura]] italiano al servizio dello [[Stato Pontificio]] durante le [[Guerre Italiane del Rinascimento|guerre d'Italia]] nella prima metà del [[XVI secolo]].
==Trama==
''Il mestiere delle armi'' narra degli ultimi giorni di vita di [[Giovanni dalle Bande Nere]], [[pseudonimo]] di Giovanni De' Medici, soldato di [[mercenario|ventura]] italiano al servizio dello [[Stato Pontificio]] durante le [[Guerre Italiane del Rinascimento|guerre d'Italia]] nella prima metà del [[XVI secolo]].
 
== Trama ==
Dopo la formazione della [[Lega di Cognac]] tra [[Papato]], [[Francia]] e [[Repubblica di Venezia]] contro lo strapotere di [[Carlo V del Sacro Romano Impero|Carlo V]], re di [[Spagna]] e [[Sacro romano imperatore|imperatore]] del [[Sacro Romano Impero]], un'armata imperiale di [[lanzichenecchi]] [[luteranesimo|luterani]] al comando del veterano [[Georg von Frundsberg]] scende in Italia con l'obiettivo di [[Sacco di Roma (1527)|saccheggiare Roma]] e punire il voltafaccia del Papa.
{{dx|[[File:Bad-war.jpg|thumb|left|Lanzichenecchi in battaglia]]}}
Dopo la formazione della [[Lega di Cognac]] tra [[Papato]], [[Francia]] e [[Repubblica di Venezia]] contro lo strapotere di [[Carlo V d'Asburgo|Carlo V]], [[re di Spagna]] e [[imperatore del Sacro Romano Impero]], un'armata imperiale di [[lanzichenecchi]] [[luteranesimo|luterani]] al comando del veterano [[Georg von Frundsberg]] scende in Italia con l'obiettivo di [[Sacco di Roma (1527)|saccheggiare Roma]] e punire il voltafaccia del Papa. Consapevole della scarsità delle proprie truppe, Giovanni adotta una tattica basata sull'impiego di un manipolo di [[cavalleria|cavalleggeri]] e [[archibugio|archibugieri]] a cavallo. Attacca con brevi schermaglie i vettovagliamenti dei soldati imperiali in modo da ritardarne la marcia.
 
Il [[marchese]] di [[Mantova]] [[Federico II Gonzaga]], intenzionato ad evitare la guerra sui suoi territori, sceglie di lasciare via libera ai lanzichenecchi. Li lascia transitare attraverso la "[[Serraglio mantovano|porta fortificata]]" di [[Curtatone]] negando il passo, poche ore dopo, alle truppe pontificie guidate da Giovanni. Contemporaneamente il duca di [[Ferrara]] [[Alfonso I d'Este]], in cambio del matrimonio di suo figlio [[Ercole II d'Este|Ercole II]] con una principessa imperiale, dona a Frundsberg quattro pezzi di artiglieria ([[falconetto|falconetti]]) in grado di perforare qualsiasi tipo d'[[corazza|armatura]].
Consapevole della scarsità delle proprie truppe, Giovanni adotta una tattica basata sull'impiego di un manipolo di [[cavalleria|cavalleggeri]] e [[archibugio|archibugeri]] a cavallo. Attacca con brevi schermaglie i vettovagliamenti degli imperiali in modo da ritardarne la marcia.
 
Giovanni riesce tuttavia a raggiungere un gruppo di soldati imperiali presso la fornace di [[Governolo]], tra i quali vi è lo stesso generale Frundsberg. L'attacco si risolve in un fallimento: dietro le barricate di mattoni sono nascosti i cannoni e il capitano italiano è ferito gravemente ad una gamba e viene trasportato a Mantova, nel [[Archivio di Stato di Mantova|palazzo]] di proprietà di [[Aloisio Gonzaga]], marchese di [[Castel Goffredo]], che lo aveva affiancato nella [[Battaglia di Governolo (1526)|battaglia]]. La ferita profonda si infetta rapidamente provocando una [[gangrena]]. Nonostante l'[[amputazione]] dell'arto da parte del medico [[Abramo Arié]], Giovanni morirà di [[sepsi]] il 30 novembre [[1526]]. L'esercito dei lanzichenecchi di Frundsberg ha così via libera verso [[Roma]], che sarà saccheggiata dai soldati imperiali il 6 maggio [[1527]].
Il [[marchese]] di [[Mantova]] [[Federico II di Mantova|Federico Gonzaga]], intenzionato ad evitare la guerra sui suoi territori, sceglie di lasciare via libera ai lanzichenecchi. Li lascia transitare attraverso la porta fortificata di [[Curtatone]] negando il passo, poche ore dopo, alle truppe pontificie guidate da Giovanni.
 
== Produzione ==
Contemporaneamente il Duca di [[Ferrara]] [[Alfonso I d'Este]], in cambio del matrimonio di suo figlio con una principessa imperiale, dona a Frundsberg quattro pezzi di artiglieria ([[falconetto|falconetti]]) in grado di perforare qualsiasi tipo d'[[corazza|armatura]].
 
=== Riprese ===
[[Immagine:Bad-war.jpg|thumb|250px|left|Lanzichenecchi in battaglia]]
Le riprese si sono svolte dal 17 gennaio al 7 aprile [[2000]],<ref>{{Cita web|url=https://movieplayer.it/film/il-mestiere-delle-armi_966/curiosita/|titolo=Il mestiere delle armi - Film 2001|sito=Movieplayer.it|lingua=it|accesso=4 novembre 2024}}</ref> principalmente in [[Bulgaria]], nonché nelle seguenti ''[[___location]]'' italiane:<ref>{{Cita web|url=https://www.italyformovies.it/film-serie-tv-games/detail/6917/il-mestiere-delle-armi#:~:text=Dove%20%C3%A8%20stato%20girato%20'Il,di%20Giovanni%20delle%20Bande%20Nere.|titolo=Il mestiere delle armi {{!}} Le ___location del film su Italy for Movies|sito=www.italyformovies.it|lingua=it|accesso=4 novembre 2024}}</ref>
 
* [[Basilica di Sant'Andrea (Mantova)|Basilica di Sant'Andrea]] a [[Mantova]], dove viene esposto il corpo di Giovanni delle Bande Nere;
Giovanni riesce tuttavia raggiungere un gruppo di soldati imperiali presso la fornace di [[Governolo]], tra i quali vi è lo stesso generale Frundsberg. L'attacco si risolve in un fallimento: dietro le barricate di mattoni sono nascosti i cannoni e il capitano italiano è ferito gravemente ad una gamba.
* [[Rocca Sforzesca (Soncino)|Rocca Sforzesca]] di [[Soncino]];
* [[Palazzo Ducale (Mantova)|Palazzo Ducale]] di [[Mantova]], nel film residenza di Federico II;
* [[Casa della beata Osanna Andreasi]], dimora dell'amante di Federico;
* [[Palazzo Barbò di Torre Pallavicina|Palazzo Barbò]] a [[Torre Pallavicina]], dove viene allestito il capezzale di Giovanni.
 
== Distribuzione ==
La ferita profonda si infetta rapidamente provocando una [[cancrena]]. Nonostante l'[[amputazione]] dell'arto, Giovanni morirà di [[sepsi]]. L'esercito di Frundsberg ha così via libera verso [[Roma]], che sarà saccheggiata dagli imperiali il [[6 maggio]] [[1527]].
Il film, dopo essere stato presentato in [[anteprima]] mondiale il 15 maggio 2001 al [[Festival di Cannes 2001]],<ref>{{Cita pubblicazione|titolo=Il mestiere delle armi (2001) - Informazioni sull’uscita - IMDb|lingua=it|accesso=4 novembre 2024|url=https://www.imdb.com/title/tt0245276/releaseinfo/?ref_=tt_dt_rdat#akas}}</ref> venne distribuito nelle [[Cinema (architettura)|sale cinematografiche]] [[italia]]ne a partire dall'11 maggio 2001.<ref>{{Cita web|url=https://www.comingsoon.it/film/il-mestiere-delle-armi/2156/scheda/|titolo=Il mestiere delle armi - Film (2000)|sito=ComingSoon.it|lingua=it|accesso=4 novembre 2024}}</ref>
 
== CommentoAccoglienza ==
La compassione che Ermanno Olmi rivolge al suo personaggio sul letto di morte non è inferiore a quella rivolta ai poveri soldati che bruciano un crocifisso per riscaldarsi. Per descrivere la guerra il regista non ha bisogno del sangue. La sofferenza viene dal freddo, dalla fame e dal peso delle armi e delle armature trascinate sulla neve nella pianura padana.<ref>«...è un bellissimo film sulla guerra combattuta a distanza con le prime artiglierie e sulla morte collettiva nella guerra, sulla politica come altra forma bellica e distruttiva, sulla morte individuale e l'alta dignità nel viverla.»(Lietta Tornabuoni, ''La Stampa'')</ref>
Perché "il mestiere delle armi"? Perché Giovanni è un soldato e come tale rifiuta di essere uno strumento nelle mani della politica. Nonostante gli inganni ed i tradimenti, sceglie comunque di andare incontro al suo destino perché, come diceva G. Orwell, le azioni anche se sono prive di effetto non per questo risultano prive di significato.<ref>«La guerra è un lavoro, una professione (il denaro per i soldati consente ai capi di avere prestigio, autorevolezza e una fragile forma di fedeltà), una vocazione (il pensiero della morte non sfiora la filosofia dell'esistenza), uno strumento della politica (sotterfugi, doppio gioco, voltafaccia e menzogne degli alleati), un laboratorio di tecnica bellica (dalle spade, dalle lance, dagli archibugi ai falconetti, nuovissime bombarde capaci di colpire i soldati avversari con palle da due libbre)» Enrico Magrelli (''Film TV'')</ref>
 
=== Incassi ===
Di fronte alla morte la sua preoccupazione non è quella di un'improbabile salvezza eterna ma solo quella del suo ricordo e della sua integrità riassunta nella bella semplicità di una frase: «Vogliatemi bene quando non ci sarò più».
In [[Italia]] ai [[Botteghino|botteghini]] incassò circa 2,1 milioni di [[euro]].<ref>{{Cita web|url=https://www.mymovies.it/film/2001/ilmestieredellearmi/|titolo=Il mestiere delle armi|autore=MYmovies.it|sito=MYmovies.it|lingua=it|accesso=4 novembre 2024}}</ref>
 
=== Critica ===
Nel film non é da trascurare inoltre l'aspetto storiografico. Il mestiere delle armi di Giovanni dalle Bande nere è ormai sorpassato dai nuovi strumenti di morte: le armi da fuoco come i cannoni dell'esercito di [[Georg von Frundsberg]], di fronte ai quali nulla possono più le armature. Non si tratta soltanto di una innovazione tecnologica dell'arte della guerra, ma di una crisi di quei valori che prima ispiravano il combattimento; ormai non conta più il coraggio individuale o l'abilità dello stratega; non ci sono più scontri corpo a corpo dove vince il più valoroso, la morte ora viene da lontano e non ti lascia scampo; ciò che importa sono le capacità tecniche, saper usare le nuove armi e, soprattutto, avere denari per acquistare le nuove potenti e costose artiglierie. Ormai
La grande [[critica cinematografica]] [[Piera Detassis]] il 24 maggio 2001 scrisse su Panorama tale recensione:{{Citazione|''Il mestiere delle armi'' lascia un segno speciale e ci ricorda che c'è ancora il cinema oltre alla tv, oltre la sceneggiatura ben congegnata, oltre il [[Blockbuster (intrattenimento)|blockbuster]]. Un cinema difficile che non concede, ma nemmeno nulla sottrae, allo spettatore, fusione calda di anima e immagine. (...) La fotografia dipinge quadri rinascimentali. La luce, i fumi, la nebbia, la neve e il freddo iniettano negli occhi la violenza di tempi bui e iniqui, mentre la bella musica di [[Fabio Vacchi]] sospinge le immagini verso la sacralità. La [[violenza]] del conflitto è fredda come quel rilucere di armature nel grigio dell'inverno.<ref>{{Cita web|titolo=Il mestiere delle armi|accesso=4 novembre 2024|url=https://www.cinematografo.it/film/il-mestiere-delle-armi-mthvsn5b}}</ref>}}
{{quote|è il denaro che fa la guerra||c'est l'argent qui fait la guerre|lingua=fr}}
I [[falconetto|falconetti]] del generale [[Georg von Frundsberg]] segnano la fine di un'epoca: il medioevo e l'età dei cavalieri e dei loro castelli sta finendo sotto i colpi dei cannoni che mettono presto fine ai lunghi assedi feudali.
 
=== Analisi ===
Giovanni dalle Bande Nere si batte per il vecchio stato papale, per sostenerne il potere temporale e spirituale che sta ormai finendo con l'avvento dello [[stato assoluto|stato moderno]], delle nuove monarchie nazionali di fronte alle quali anche il grande imperatore [[Carlo V]], ora vincitore contro papa [[Clemente VII]], sarà sconfitto dalla nuova Francia di [[Francesco I]]. La vecchia idea dell'impero universale di Carlo V e di papa Clemente sarà sconfitta dalla nuova idea di nazione.
La compassione che Ermanno Olmi rivolge al suo personaggio sul letto di morte non è inferiore a quella rivolta ai poveri soldati che bruciano un crocifisso per riscaldarsi. Per descrivere la guerra il regista non ha bisogno del sangue. La sofferenza viene dal freddo, dalla fame e dal peso delle armi e delle armature trascinate sulla neve nella [[Pianura Padana]].<ref>«...è un bellissimo film sulla guerra combattuta a distanza con le prime artiglierie e sulla morte collettiva nella guerra, sulla politica come altra forma bellica e distruttiva, sulla morte individuale e l'alta dignità nel viverla.» (Lietta Tornabuoni, ''La Stampa'')</ref>
 
Perché ''Il mestiere delle armi''? Perché Giovanni è un soldato e come tale rifiuta di essere uno strumento nelle mani della politica. Nonostante gli inganni ed i tradimenti, sceglie comunque di andare incontro al suo destino perché, come diceva [[George Orwell]], le azioni anche se sono prive di effetto non per questo risultano prive di significato.<ref>«La guerra è un lavoro, una professione (il denaro per i soldati consente ai capi di avere prestigio, autorevolezza e una fragile forma di fedeltà), una vocazione (il pensiero della morte non sfiora la filosofia dell'esistenza), uno strumento della politica (sotterfugi, doppio gioco, voltafaccia e menzogne degli alleati), un laboratorio di tecnica bellica (dalle spade, dalle lance, dagli archibugi ai falconetti, nuovissime bombarde capaci di colpire i soldati avversari con palle da due libbre)» [[Enrico Magrelli]] (''Film TV'')</ref>
==Note==
{{references|2}}
 
Nel film non è da trascurare inoltre l'aspetto storiografico. Il mestiere delle armi di Giovanni delle Bande Nere è ormai sorpassato dai nuovi strumenti di morte: le armi da fuoco come i cannoni dell'esercito di Georg von Frundsberg, di fronte ai quali nulla possono più le armature. Non si tratta soltanto di una innovazione tecnologica dell'arte della guerra, ma di una crisi di quei valori che prima ispiravano il combattimento; ormai non conta più il coraggio individuale o l'abilità dello stratega; non ci sono più scontri corpo a corpo dove vince il più valoroso, la morte ora viene da lontano e non ti lascia scampo; ciò che importa sono le capacità tecniche, saper usare le nuove armi e, soprattutto, avere denari per acquistare le nuove potenti e costose artiglierie. Ormai
==Altri progetti==
{{Citazione|è il denaro che fa la guerra||c'est l'argent qui fait la guerre <ref>[http://www.treccani.it/vocabolario/l-argent-fait-la-guerre/ Dizionario Treccani.it]</ref>|lingua=fr}}
{{interprogetto|q}}
I falconetti del generale Georg von Frundsberg segnano la fine di un'epoca: il [[medioevo]] e l'età dei cavalieri e dei loro castelli è finito ormai da tempo sotto i colpi dei cannoni che mettono presto fine ai lunghi assedi feudali.
 
Giovanni delle Bande Nere si batte per il vecchio stato papale, per sostenerne il potere temporale e spirituale che sta ormai finendo con l'avvento dello [[stato assoluto|stato moderno]], delle nuove monarchie nazionali. Anche il grande Impero di Carlo V, ora vincitore con le armi contro il papato di Clemente VII, sarà col tempo sconfitto dalla nuova Francia nazionale dei successori di [[Francesco I di Francia|Francesco I]] ed [[Enrico II di Francia|Enrico II]]. La vecchia idea dell'Impero universale dovrà arrendersi alla nuova idea di [[nazione]].<ref>Nonostante la sconfitta di Enrico II nella [[battaglia di San Quintino]], «la superiorità degli spagnoli era più apparente che reale: invece di essere una giustapposizione di popoli e di paesi agglomerati tra di loro dal caso dell'eredità [...] esse [Francia e Inghilterra] possedevano quella coscienza collettiva data dalla comunità dei destini, la costanza degli sforzi, l'armonia della politica dei re con le tendenze nazionali» (Cfr. H. Pirenne, ''Storia d'Europa dalle invasioni barbariche al XVI secolo'', Sansoni, Firenze 1956)</ref>
{{Ermanno Olmi}}
{{Portale|cinema}}
 
== Riconoscimenti ==
[[Categoria:Film d'avventura|Mestiere delle armi, Il]]
{{Colonne}}
[[Categoria:Film di guerra|Mestiere delle armi, Il]]
*[[David di Donatello 2002|2002]] - [[Premio David di Donatello|David di Donatello]]
[[Categoria:Film drammatici|Mestiere delle armi, Il]]
**[[David di Donatello per il miglior film|Miglior film]]
[[Categoria:Film storici|Mestiere delle armi, Il]]
**[[Categoria:David di Donatello per il miglior filmregista|MestiereMiglior delleregista]] armi,a Il[[Ermanno Olmi]]
**[[David di Donatello per la migliore sceneggiatura|Migliore sceneggiatura]] a Ermanno Olmi
**[[David di Donatello per il miglior produttore|Miglior produttore]] a [[Luigi Musini (produttore)|Luigi Musini]], [[Roberto Cicutto]], Ermanno Olmi
**[[David di Donatello per il miglior direttore della fotografia|Miglior fotografia]] a [[Fabio Olmi]]
**[[David di Donatello per il miglior musicista|Miglior colonna sonora]] a [[Fabio Vacchi]]
**[[David di Donatello per il miglior scenografo|Migliore scenografia]] a [[Luigi Marchione]]
**[[David di Donatello per il miglior costumista|Migliori costumi]] a [[Francesca Sartori]]
**[[David di Donatello per il miglior montatore|Miglior montaggio]] a [[Paolo Cottignola]]
*[[Nastri d'argento 2001|2001]] - [[Nastro d'argento]]
**[[Nastro d'argento alla migliore fotografia|Migliore fotografia]] a Fabio Olmi
**[[Nastro d'argento alla migliore scenografia|Migliore scenografia]] a Luigi Marchione
**[[Nastro d'argento ai migliori costumi|Migliori costumi]] a Francesca Sartori
**Candidatura al [[Nastro d'argento al regista del miglior film|regista del miglior film]] a Ermanno Olmi
*[[Globi d'oro 2001|2001]] - [[Globo d'oro]]
**[[Globo d'oro al miglior film|Miglior film]] a Ermanno Olmi
**[[Globo d'oro alla miglior fotografia|Miglior fotografia]] a Fabio Olmi
**Candidatura al [[Globo d'oro al miglior regista|miglior regista]] a Ermanno Olmi
{{Colonne spezza}}
*[[Festival di Cannes 2001|2001]] - [[Festival di Cannes]]
**Candidatura alla [[Palma d'oro]] a Ermanno Olmi
*2001 - [[Grolla d'oro]]
**[[Grolla d'oro al miglior regista|Miglior regista]] a Ermanno Olmi
**[[Grolla d'oro al miglior produttore|Miglior produttore]] a Roberto Cicutto, Luigi Musini e Ermanno Olmi
*2001 - [[Premio Flaiano]]
**Miglior film a Ermanno Olmi
**Miglior fotografia a Fabio Olmi
**Migliori costumi a Francesca Sartori
*[[European Film Awards 2001|2001]] - [[European Film Awards]]
**Candidatura al [[European Film Awards per il miglior regista|miglior regista]] a Ermanno Olmi
**Candidatura alla [[European Film Awards per la miglior fotografia|miglior fotografia]] a Fabio Olmi
*[[Ciak d'oro 2002|2002]] - [[Ciak d'oro]]<ref name=ciak>{{cita web|url=https://news.cinecitta.com/IT/it-it/news/55/58923/ciak-d-oro-2002.aspx|titolo=Ciak d'oro 2002|accesso=12 giugno 2002}}</ref>
**[[Ciak d'oro per la migliore fotografia|Migliore fotografia]] a Fabio Olmi
**[[Ciak d'oro per i migliori costumi|Migliori costumi]] a Francesca Sartori
{{Colonne fine}}
 
== Note ==
[[ca:Il mestiere delle armi]]
<references/>
[[en:The Profession of Arms]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|q|etichetta=''Il mestiere delle armi''}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
 
{{Ermanno Olmi}}
{{Portale|cinema}}
 
[[Categoria:Film drammatici]]
è una cag.ata pazzesca
[[Categoria:David di Donatello per il miglior film]]
[[Categoria:Film diretti da Ermanno Olmi]]
[[Categoria:Film ambientati nel XVI secolo]]
[[Categoria:Aloisio Gonzaga]]
[[Categoria:Giovanni delle Bande Nere]]
[[Categoria:Film ambientati a Ferrara]]
[[Categoria:Globo d'oro al miglior film]]
[[Categoria:Film ambientati nel Rinascimento]]