Greenpeace: differenze tra le versioni
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{{Organizzazione
|Nome = Greenpeace
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|Nome ufficiale2 =
|Logo = Greenpeace_logo.svg
|Dimensione logo = 200
|Immagine = Greenpeace offices world map.svg
|Dimensione immagine =
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|Abbreviazione =
|Tipo = [[Organizzazione non governativa|ONG]]
|Affiliazione =
|Fondazione = [[1971]]<br />{{bandiera|Canada}} [[Vancouver]]
|Fondatore = [[Patrick Moore (ambientalista)|Patrick Moore]], [[Robert Hunter (giornalista)|Robert Hunter]], [[Dorothy Stowe]]
|Scioglimento =
|Scopo =
|Naz sede = NLD
|Sede = Amsterdam
|Link sede =
|Altre sedi = 41 sedi in tutto il mondo<ref name="sedi">{{cita web | url=http://www.greenpeace.org/international/en/about/worldwide/ | titolo=Greenpeace worldwide | accesso=25 luglio 2010 | editore=greenpeace.org }}</ref>
|Area = {{bandiera|Mondo|nome}}
|Carica =
|Naz presidente =
|Presidente = [[Lalita Ramdas]]
|Direttore = [[Norma Torres]]
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}}
[[File:Gp-esso.jpg|thumb|Protesta di Greenpeace contro [[Esso]]/[[ExxonMobil]]]]
'''Greenpeace''' è un'[[organizzazione non governativa]] [[ambientalismo|ambientalista]] e [[pacifismo|pacifista]] fondata a [[Vancouver]] nel [[1971]].
Greenpeace è famosa per la sua azione diretta e non violenta per la difesa del [[clima]], delle [[balena|balene]], dell'interruzione dei test [[Nucleare|nucleari]] e dell'ambiente in generale. Negli ultimi anni l'attività dell'organizzazione si è rivolta ad altre questioni ambientali come il [[riscaldamento globale]], l'[[ingegneria genetica]] e la [[pesca a strascico]]. Greenpeace ha uffici nazionali e regionali in 41 paesi<ref name="sedi" />, tutti affiliati a Greenpeace International, con sede ad [[Amsterdam]].
L'organizzazione è finanziata tramite i contributi individuali da parte di circa 2,8 milioni donatori e fondazioni no profit, ma non accetta fondi da governi, partiti politici o grandi aziende.<ref>{{en}} [http://www.greenpeace.org/international/en/about/faq/ Greenpeace - Frequently asked questions]</ref> Non è nemmeno una società di aderenti spontanei, in quanto Greenpeace accetta le donazioni ma non iscrive soci.
== Valori e organizzazione ==
Greenpeace basa la propria testimonianza su:
*
*
*
Col passare del tempo
L'attuale direttore esecutivo è [[Norma Torres]].
== Uffici nazionali e altri uffici ==
[[
Greenpeace è presente nei seguenti stati (a novembre
=== Uffici nazionali ===
{{vedi anche|Greenpeace Italia}}
[[Argentina]], [[Australia]], [[Austria]], [[Belgio]], [[Brasile]], [[Canada]], [[Cile]], [[Cina]], [[Corea del Sud]], [[Danimarca]], [[Figi]], [[Filippine]], [[Finlandia]], [[Francia]], [[Germania]], [[Giappone]], [[Grecia]], [[India]], [[Indonesia]], [[Israele]], [[Italia]], [[Libano]], [[Lussemburgo]], [[Malta]], [[Messico]], [[Norvegia]], [[Nuova Zelanda]], [[Paesi Bassi]], [[Papua Nuova Guinea]], [[Polonia]], [[Regno Unito]], [[Repubblica Ceca]], [[Romania]], [[Russia]], [[Senegal]], [[Slovacchia]], [[Spagna]], [[Stati Uniti d'America]], [[Sudafrica]], [[Svezia]], [[Svizzera]], [[Thailandia]], [[Taiwan]], [[Turchia]], [[Ungheria]].
=== Altri
Greenpeace International (
==
=== Flotta attuale ===
{{Div col|cols=2}}
* ''[[Rainbow Warrior (2011)|Rainbow Warrior III]]'' (2011)
* ''[[Esperanza (nave)|Esperanza]]'' (1984)
* ''[[Arctic Sunrise]]'' (1975)
* ''[[Beluga II]]'' (2004)
* ''[[
* ''[[Sirius (nave)|Sirius]]'' (1951)
{{Div col end}}
<gallery>
File:Rainbow Warrior III.JPG|[[Rainbow Warrior (2011)|Rainbow Warrior III]]
File:Greenpeace Esperanza Amsterdam IMO 8404599.jpg|[[Esperanza (nave)|Esperanza]]
File:Arctic Sunrise in Libya 1.jpg|[[Arctic Sunrise]]
File:Beluga II in hamburg dezember 2014.JPG|[[Beluga II]]
File:ARGUS of Greenpeace (02).JPG|[[Argus (nave)|Argus]]
File:Greenpeace sirius ndsm werf.jpg|[[Sirius (nave)|Sirius]]
</gallery>
=== Navi passate ===
{{Div col|cols=2}}
* ''[[Beluga I]]'' (1960)
* ''[[Rainbow Warrior (1955)|Rainbow Warrior I]]'' (1955)
* ''[[Rainbow Warrior (1957)|Rainbow Warrior II]]'' (1957)
* ''[[Phyllis Cormack (nave)|Phyllis Cormack]]''
* ''[[
* ''[[
* ''[[Ohana Kai]]''
* ''[[James Bay (nave)|James Bay]]''
* ''[[
* ''[[Solo (nave)|Solo]]''
* ''[[Moby Dick (nave)|Moby Dick]]''
* ''[[MV Greenpeace]]'' (1959)
* ''[[Amazon Guardian]]''
{{Div col end}}
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File:Bundesarchiv Bild 183-1990-0418-032, Dresden, Forschungsschiff.jpg|[[Beluga I]]
File:RainbowWarriorAmsterdam1981.jpg|[[Rainbow Warrior (1955)|Rainbow Warrior I]]
File:Greenpeace Rainbow Warrior.jpg|[[Rainbow Warrior (1957)|Rainbow Warrior II]]
File:Greenpeace vessel in 1991.jpg|[[Gondwana (nave)|Gondwana]]
File:MV Greenpeace off Florida in December 1989.jpeg|[[MV Greenpeace]]
</gallery>
== Storia ==
{{NN|associazioni|febbraio 2016|Le note puntuali della sezione Storia sono poche rispetto alle dimensioni del testo e alla natura delle affermazioni; ci sono sottosezioni prive del tutto di fonte}}
=== Comitato "Non create l'onda" ===
{{
Il 15 settembre [[1971]], ancora prima che apparisse il nome Greenpeace, una vecchia barca da pesca (la ''Phyllis Cormack'')
Lo scopo era d'impedire l'esplosione di una [[bomba nucleare]] ad [[Amchitka]] (un'isola nell'[[oceano Pacifico]] settentrionale vicino alla costa dell'[[Alaska]]) perché lo scoppio avrebbe potuto danneggiare una zona naturale protetta (ultimo rifugio per 3000 [[Enhydra lutris|lontre di mare]] in pericolo e casa per [[Haliaeetus leucocephalus|aquile di mare testabianca]] e [[Falco peregrinus|falchi pellegrino]]) provocando un terremoto e un maremoto. Il rischio era alto e i volontari speravano d'impedire l'esperimento per il fatto di essere fisicamente presenti sul posto con un'imbarcazione. A bordo c'erano anche dei giornalisti per poter documentare il viaggio. Il gruppo di protesta si faceva chiamare [[Don't Make a Wave Committee|Comitato "Non create l'onda"]], ma durante il primo viaggio l'imbarcazione fu ribattezzata ''Greenpeace''. L'imbarcazione fu intercettata dalla guardia costiera nei pressi dell'isola di Akutan con motivazioni legate a formalità doganali e, anche a causa delle continue cattive condizioni meteorologiche, sfibrati, i volontari decisero di abbandonare l'impresa. Con grande stupore scoprirono di essere sulle prime pagine di tutti i giornali con sostegno da parte di molte persone. Nel viaggio di ritorno l'equipaggio incontrò un gruppo di indiani [[Kwakiutl]], che rivelò una profezia secondo cui dei "Guerrieri dell'arcobaleno" avrebbero salvato il mondo prima che fosse troppo tardi e li dichiararono fratelli di sangue.
Grazie all'inaspettato sostegno della gente (economico e di volontari) si riuscì a progettare una nuova spedizione chiamata ''Greenpeace Too'', ma la distanza da coprire era troppa e il tempo a disposizione poco, il test venne portato a termine ugualmente il 6 novembre. Si scatenarono molte proteste tra Canada e [[Stati Uniti d'America|USA]], tanto da rendere nota pubblicamente la volontà di non effettuare ulteriori test, da quella volta Amchitka è una riserva naturale per uccelli.
Alcuni tra i volontari della spedizione appartenevano al gruppo religioso dei [[quaccheri]], che crede nella pratica delle proteste non violente. Questa prima azione diretta e non violenta diverrà tipica della testimonianza di Greenpeace.
=== Mururoa ===
{{vedi anche|Mururoa}}
Conclusasi l'esperienza di Amchitka la [[Fondazione (ente)|fondazione]] Greenpeace avanzava ancora un po' di denaro e in quel periodo dall'altra parte del mondo, a [[Moruroa]] nell'oceano Pacifico meridionale, stavolta la [[Francia]] stava progettando altri [[test atomico|test atomici]] in atmosfera.
Greenpeace decise d'inserire un annuncio pubblicitario nei giornali della [[Nuova Zelanda]] per trovare volontari che vivessero vicino al luogo dell'esperimento essendo Vancouver dall'altra parte dell'oceano. [[David McTaggart]] (uomo d'affari canadese emigrato in Nuova Zelanda) rispose all'annuncio, contrariato che la Francia avesse deciso di creare una zona di esclusione di {{formatnum:100000}} miglia nautiche quadrate per i propri test. Era una decisione contraria alle leggi internazionali e al diritto storico di libertà di navigazione goduto da tutti per secoli.
[[File:UC Sampdoria e Greenpeace (1995) - Eriksson, Mancini, Karembeu, Seedorf, Mihajlović.png|thumb|La {{Calcio Sampdoria|N}} schierata nel 1995 a fianco di Greenpeace contro i [[Force de frappe|test nucleari francesi]] a [[Mururoa]].]]
Il luogo distava 3500 miglia, McTaggart preparò il suo panfilo, il ''Vega'' (rinominato ''Greenpeace III'') e salpò nell'aprile del [[1972]] con un equipaggio di cinque persone. Il viaggio era pericoloso, sia per la lunga distanza da coprire, sia perché l'esplosione sarebbe avvenuta in atmosfera con ricadute [[Radioattività|radioattive]] nel raggio di 100 miglia. McTaggard possedeva un documento preparato con molta cura dall'Università di Auckland in cui si dimostrava che le norme citate dai francesi per la zona di esclusione di 200 miglia erano illegali. In virtù della cosiddetta Legge del Mare il panfilo aveva il diritto di portarsi fino al limite territoriale di 12 miglia da Mururoa. Il panfilo fu subito individuato e gli indizi a disposizione dei volontari per confermare loro di essere osservati erano molti, ma non s'intimorirono, continuarono e si portarono fino al limite delle 12 miglia, da lì in poi furono costantemente seguiti da una nave militare francese.
L'esperimento fu ritardato, i francesi temevano reazioni a livello internazionale se la bomba avesse ucciso l'equipaggio. I segnali da parte dei francesi furono molteplici: un aereo a volo radente sopra il ''Vega'', la "scorta" navale, un pallone aerostatico con il detonatore, ma il ''Vega'' rimaneva in zona fino allo [[speronamento]] da parte di un dragamine che fece male i calcoli in condizioni di maltempo. I marinai francesi erano tesi e spaventati dalla situazione, il panfilo venne traghettato fino alla zona dell'esperimento per poter essere riparato. Il ''Vega'' a questo punto ripartì e l'esperimento fu inevitabile. McTaggart iniziò una battaglia legale per essere risarcito del danno subito "nell'atto di pirateria", con il protrarsi della burocrazia però decise di rinunciare. L'anno successivo, nel [[1973]], la Francia decise di riprendere gli esperimenti e McTaggart si ripresentò con il ''Vega'' riparato e un equipaggio con anche dei [[fotoreporter]], ma i francesi, senza perdere tempo, lo abbordarono e lo ferirono, [[Anna-Marie Horne]] riuscì a fotografare il tutto e a salvare il rullino mentre il panfilo venne sequestrato e l'equipaggio deportato. La notizia della protesta e dell'assalto dei francesi fece il giro del mondo e, nel [[1974]], la Francia annunciò la fine dei test atmosferici.
=== Campagna balene ===
{{Citazione|Per la prima volta nella storia della caccia alle balene degli esseri umani hanno messo in gioco la propria vita in favore delle balene|''[[The New York Times]]'', giugno [[1975]]}}
Nel settembre 1974 venne aperto il primo ufficio a Vancouver e le due barche fino a quel momento utilizzate vennero richiamate in servizio. Spacciandosi per uno studioso di balene, Paul Spong riuscì a recuperare delle carte nautiche con i luoghi di caccia e nel giugno del [[1975]] l'occasione fu il passaggio vicino alla [[California]] delle baleniere sovietiche. I sovietici vennero colti a cacciare balene giovani violando la normativa. Le scene di caccia, nonostante i gommoni interposti tra fiocina e balene, vennero filmate e diventarono tristemente famose. Quando la ''Phyllis Cormack'' fece ritorno in California, i membri dell'equipaggio vennero accolti come eroi. Nel [[1982]], l'IWC votò l'adozione di una moratoria sulla caccia commerciale alle balene, operativa dal [[1985]], che è tuttora in vigore. {{Senza fonte|Ad esempio si calcola che nel [[1900]] ci fossero {{formatnum:250000}} balene azzurre ridotte a 6000 nel 1972 e rimaste in 400 nel 1982.}}
Greenpeace aveva di nuovo attirato l'attenzione pubblica e gruppi di attivisti sorsero ovunque. Nel [[1976]] i sostenitori si aggiravano intorno ai 10000. Con i fondi raccolti Greenpeace riuscì ad acquistare una [[nave]] più grande e a dipingerla con un arcobaleno, secondo la profezia indiana, e ad effettuare un secondo viaggio
=== Campagna foche ===
Nel [[1982]] Greenpeace orientò la propria attenzione anche all'uccisione di migliaia di giovani [[foca|foche]] (che, dopo la nascita, rimangono dal manto bianco per due settimane prima di seguire la madre in mare) ogni anno nel mese di marzo.
La prima idea fu di spruzzare un innocuo colorante verde sulle foche per rendere inservibile il manto. In [[Terranova]] questa pratica rese furibondi i cacciatori, tanto da essere bandita dal governo canadese. In seguito i volontari si aggrapparono ai cuccioli per impedire l'uccisione a bastonate, ma questo non riuscì a fermare il massacro. La soluzione doveva avvenire lontano dai ghiacciai. L'[[Europa]] era la destinazione delle pelli, lontana dal massacro, e Greenpeace fece pressione sui vari parlamenti e governi per impedire l'importazione delle pellicce.
Nel [[1984]] la [[Comunità Europea]] vietò l'importazione di qualsiasi manufatto di pelliccia di foca.
=== Scorie
[[File:Save The World Awards 2009 show01.jpg|thumb|Azione di Greenpeace alla centrale nucleare di Zwentendorf per i ''Save the World Awards'', 2009.]]
Nel giugno del [[1978]] la ''[[Rainbow Warrior (1955)|Rainbow Warrior]]'' si diresse verso i mari della [[Spagna]] per impedire nuovamente la caccia alle balene da parte di [[Islanda]] e [[Spagna]], ma durante il viaggio l'obiettivo mutò. A 600 miglia dalla costa sudoccidentale inglese c'era una "zona di scarico" di scorie nucleari in mare aperto. Negli Stati Uniti d'America già dal 1972 non si scaricavano più in mare questo tipo di scorie per motivi ecologici. La notizia che fece mutare l'obiettivo fu che erano previsti scarichi di barre d'uranio, utilizzate in sottomarini a propulsione nucleare, vietati da trattati internazionali.
I volontari si posizionarono con i gommoni proprio dove la nave inglese stava scaricando le scorie, ma nonostante questo lo scarico continuò senza preoccuparsi per la sicurezza dei volontari fino a lasciar cadere un barile direttamente sopra un gommone. Il tutto fu sempre filmato e trasmesso in [[TV]]. Intanto la campagna diventava sempre più organica e Greenpeace cominciò a chiedere la chiusura dell'impianto di [[Sellafield]] che scaricava in mare [[plutonio]], accusandolo di causare un tipo di cancro nei bambini della zona. Il messaggio che si voleva dare era che il trasporto di rifiuti pericolosi accresce la probabilità di incidenti e fuoriuscite e chi permette il trasporto internazionale di tali rifiuti non incoraggia l'industria ad usare metodi meno pericolosi.
Nel [[1985]] Greenpeace era appoggiata anche dai sindacati inglesi, che si rifiutavano di far trasportare dagli operai i barili di scorie ai moli per lo scarico. Da quell'anno il governo britannico abbandonò tale pratica e cominciò a cercare località sulla terraferma.
=== Evoluzione di Greenpeace come organizzazione ===
Nel [[1977]] nacque ''Greenpeace [[Regno Unito|UK]]'' da un legame di McTaggart con
Spesso il problema era la gestione del segreto per poter portare a buon fine le azioni dirette e non violente ed evitare l'allerta delle autorità con conseguenti ingiunzioni legali
All'inizio degli [[anni
Agli inizi del [[1986]], dopo esser stato cofondatore di Greenpeace sempre ai vertici dell'associazione, [[Patrick Moore (ambientalista)|Patrick Moore]] si dimise e uscì di scena. Egli ebbe successivamente a dichiarare: «Ho lasciato Greenpeace perché i suoi militanti sono diventati anti umani, [[antiscienza|anti scienza]], anti tecnologia, anti commercio, anti globalizzazione, anti industria; senza peraltro avere un modello alternativo da proporre.»<ref name=":0">M. Gargantini, [http://www.gargantini.net/mario/Moore.pdf ''Patrick Moore (Greenspirit): con la ragione contro l'ecologia del "no"''] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20160309221716/http://www.gargantini.net/mario/Moore.pdf |data=9 marzo 2016 }}, citato in: Silvano Fuso, ''Naturale = buono?'', p. 215</ref>
Nel 2007 l'organizzazione contava 27 uffici nazionali con un ''budget'' di 170 milioni di euro derivanti dai versamenti di 2,7 milioni di simpatizzanti.<ref name=fuso214>Silvano Fuso, ''Naturale = buono?'', p. 214</ref>
=== Rifiuti tossici ===
In Europa l'uso di [[
Nel frattempo le priorità di Greenpeace cambiarono leggermente per passare dall'esclusiva azione diretta
=== Evacuazione di un'isola ===
Intorno al [[1985]] la ''[[Rainbow Warrior (1955)|Rainbow Warrior]]'' venne attrezzata con delle vele e Greenpeace
Reduce da quest'impresa la ''[[Rainbow Warrior (1955)|Rainbow Warrior]]'' si diresse ad Auckland per successivamente terminare la spedizione a [[Moruroa]], forte di maggior sostegno, organizzazione e volontari.
=== Bomba al porto ===
==== Agenti segreti ====
Un'agente
==== Scoppia la
La ''Rainbow Warrior'' arrivò ad Auckland il 7 luglio e il 10 luglio, durante una festa a bordo per il compleanno di [[Steve Sawyer]] (responsabile del viaggio), alle 11:38
==== I servizi segreti francesi colpevoli ====
Questo era il primo attentato terroristico in Nuova Zelanda. Dopo due mesi di indagini da parte della polizia neozelandese e di Greenpeace, il 17 settembre, il giornale ''[[Le Monde]]'' annunciò che l'ammiraglio Lacoste e il ministro della difesa [[Charles Hernu]] erano al corrente dell'operazione di [[sabotaggio]] e forse l'avevano ordinata. Due giorni dopo venne destituito l'ammiraglio e il ministro diede le [[dimissioni]]. Il 22 settembre il primo ministro dichiarò, in un discorso in [[TV]], che la nave era stata affondata da agenti segreti francesi per ordine del governo. Solo i due finti sposini furono processati
==== Dopo l'attentato ====
La ''[[Rainbow Warrior (1955)|Rainbow Warrior]]'' era impossibile da riparare, così il suo servizio si concluse con il recupero dei macchinari a bordo e l'affondamento al largo. Greenpeace cominciò immediatamente a raccogliere fondi per l'acquisto di una nuova nave. L'episodio del sabotaggio e affondamento ebbe un intenso effetto mediatico che si tradusse in molti nuovi sostenitori in tutto il mondo. La ''Vega'' assieme ai [[veliero|velieri]] ''Alliance'', ''Vanangian'' e ''Breeze'' salpò con destinazione [[Moruroa]] con a bordo il capitano della ''[[Rainbow Warrior]]''. I francesi avevano tre navi da guerra di supporto a [[Moruroa]] mentre un'altra pedinava Greenpeace nell'oceano
===
L'obiettivo di Greenpeace, dopo [[Moruroa]], era di fare dell'[[Antartide]] un Parco mondiale. Lo strato di ghiaccio dell'Antartide contiene il 90% dell'[[acqua dolce]] del mondo. Greenpeace decise di portare avanti questa campagna perché l'Antartide rimanesse il posto meno inquinato al mondo, evitando di cacciare la fauna presente
==== Colonie di pinguini ====
A seguito del trattato del 1988-89 per lo sfruttamento dell'Antartide i francesi stavano preparando un grande [[aeroporto]] per aerei da trasporto nei pressi della loro base a [[Base Dumont d'Urville|Dumont d'Urville]]. Il progetto contemplava la distruzione dei nidi di 30000 [[pinguino|pinguini]]. Il sospetto era sul possibile utilizzo dell'aeroporto per l'importazione di escavatrici pesanti per l'estrazione di minerali, nonostante i motivi ufficiali fossero
La pista venne occupata dai volontari di Greenpeace per impedire la prosecuzione dei lavori. I continui spostamenti di forza dei volontari e il loro riposizionamento furono documentati dai giornalisti, anche [[Jacques-Yves Cousteau]] prese a cuore la causa lanciando una raccolta firme che, con la rilevanza di un milione di firme, chiese un cambiamento di politica del governo francese sull'Antartide.
Durante gli spostamenti della ''Gondwana'' ci fu la possibilità di portare all'attenzione di nuovo il problema della caccia alle balene da parte del [[Giappone]], con ancora momenti di tensione a causa anche di una collisione. Questo portò anche alla firma, da parte della [[Commissione internazionale per la caccia alle balene]] di una
==== Antartide Parco mondiale ====
L'[[Australia]] fu una delle prime grandi nazioni a cambiare politica riguardo all'Antartide. Riconoscendo di poter sfruttare i propri territori l'Australia sostenne, attraverso il proprio primo ministro [[Bob Hawke]] nell'estate del [[1989]], la creazione di un Parco Mondiale in Antartide. A ruota seguì anche la [[Francia]], per la prima volta d'accordo con le affermazioni di Greenpeace. Fra i paesi contrari però c'erano [[Gran Bretagna]] e [[Stati Uniti d'America|USA]], agli sforzi di Greenpeace si unì anche il [[WWF]], con sempre più numerosi paesi a favore del Parco mondiale.
Il 4 ottobre [[1991]] 22 nazioni firmarono un protocollo del [[Trattato Antartico]] (conosciuto in inglese come ''Protocol on Environmental Protection to the Antarctic Treaty'' e a tutt'oggi ratificato da 27 nazioni) con il quale sostanzialmente si proibisce lo sfruttamento dell'Antartide per scopi economici
=== Greenpeace in
Dopo vent'anni di testimonianza, nel 1991, Greenpeace poteva contare su 30 uffici nazionali collegati alla sede centrale di ''Greenpeace International'' ad [[Amsterdam]]
Nel [[1992]], in occasione del [[Summit della Terra]] (anche noto come ''Conferenza di Rio''), tenutosi a [[Rio de Janeiro]] in [[Brasile]], Greenpeace ebbe un grande rilancio nell'[[America Latina]], la ''
=== Greenpeace in
Dopo il disastro nucleare di [[
Nel 2023 Greenpeace è stata dichiarata "organizzazione indesiderabile" in [[Russia]]<ref>{{cita web|url=https://www.repubblica.it/green-and-blue/2023/06/22/news/russia_bando_associazioni_ambientaliste_wwf_greenpeace-405403999/|titolo=La Russia mette al bando le organizzazioni ambientaliste}}</ref>
=== Campagna Mare ===
Nel [[1991]] l'[[Organizzazione delle Nazioni Unite|ONU]]
Nel [[1994]] l'IWC approvò un progetto di Santuario Antartico delle balene in seguito alle azioni di Greenpeace e all'appoggio della Francia e finalmente nel [[1999]] i ministri di Italia, Francia e [[Principato di Monaco]] consentirono la nascita del "Santuario delle Balene" nel mar Ligure, chiesto da Greenpeace dal 1989, ma nel [[2000]] Greenpeace denunciò, con un ''tour'' della nave ''[[Vega (nave)|Vega]]'' nel mar Tirreno, lo scarico di [[fanghi tossici]] provenienti dal porto di Livorno direttamente nell'area del santuario, con il conseguente blocco da parte delle autorità. Nel [[2002]] venne prolungata la moratoria sulla caccia alle balene da parte dell'IWC in un momento in cui avveniva una vera e propria compravendita di voti da parte del Giappone, smascherata da Greenpeace.
La ''Greenpeace International seafood red list'' è un elenco delle specie marine abitualmente pescate e presenti nella [[grande distribuzione]] a maggior rischio di uno sfruttamento non sostenibile.<ref>[http://www.greenpeace.org/international/en/campaigns/oceans/seafood/red-list-of-species/ "Greenpeace International Seafood Red list"]</ref>
Il responsabile di Campagna Mare è [[Alessandro Giannì]].
=== Ozono ===
Nel [[1992]], su commissione di Greenpeace
=== Campagna Inquinamento ===
Nel [[1991]], dopo una pesante pressione da parte di Greenpeace, il consiglio dei ministri della Comunità europea
===
{{Vedi anche|Brent Spar}}
Nel [[1995]] la [[Royal Dutch Shell|Shell]] ottenne l'autorizzazione<ref name="BBC News">[http://news.bbc.co.uk/2/hi/science/nature/218527.stm BBC News]</ref> da parte del governo britannico all'affondamento nel [[Mare del Nord]] della piattaforma petrolifera ''Brent Spar''. Greenpeace era contraria alla manovra, denunciando il rischio di contaminazione per la presenza di idrocarburi, sostanze radioattive e altre, altamente inquinanti. Con Greenpeace si schierarono Germania, Danimarca e Norvegia con boicottaggi e qualche atto di vandalismo (dal quale Greenpeace si dissociò subito)<ref name="BBC News"/> da parte di tutta la popolazione e persino inviti al boicottaggio da parte del ministro all'ambiente danese. Con un'azione Greenpeace calò due attivisti sulla piattaforma mentre veniva trainata in mare. In conclusione la Shell decise di abbandonare il progetto con un certo imbarazzo da parte del governo britannico. In quel periodo ci fu una lettera di scuse da parte di Greenpeace, perché un'indagine indipendente aveva riscontrato che la quantità di sostanze inquinanti era minore alle rilevazioni effettuate dalla stessa Greenpeace.<ref>[http://findarticles.com/p/articles/mi_qn4158/is_19950906/ai_n14004521 Independent]</ref> In quel caso Greenpeace cercò di non creare un precedente che aprisse una normale pratica di smantellamento nel Mare del Nord e, grazie alla propria azione e al boicottaggio da parte dei tre stati che si affacciano sul mare, con le convenzioni di Oslo e Parigi del [[1998]], venne proibito l'affondamento delle piattaforme petrolifere nell'oceano Atlantico ([[OSPAR]])<ref name=":1">[http://archive.greenpeace.org/report98/html/content/brentspar.html Greenpeace Archive] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20070612023811/http://archive.greenpeace.org/report98/html/content/brentspar.html |data=12 giugno 2007 }}</ref>.
=== Foreste pluviali ===
[[
L'associazione ambientalista si è sempre mossa verso la conservazione delle ultime foreste pluviali presenti sulla terra a favore di una gestione sostenibile delle stesse. Nel [[1995]] Greenpeace
Nello stesso anno Greenpeace Sempre nello stesso anno una vasta area dell' === Riscaldamento globale ===
[[File:A call to action.jpg|thumb|Azione di Greenpeace al [[Cop15|summit sui cambiamenti climatici COP15]]. Copenaghen, 10 dicembre 2009.]]
Da anni Greenpeace si è impegnata affinché venissero prese delle decisioni per risolvere il problema del [[riscaldamento globale]]. Dalla fine degli anni Nel [[2001]] [[George H. W. Bush|George Bush]], durante i [[Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici#COP-6 .22bis.2C.22 Bonn.2C Germania|colloqui di Bonn]] rese nota la decisione, che gli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] non avrebbero firmato il protocollo di Kyōto e Greenpeace attivò una campagna chiamata ''Stop [[Esso]]''.
Con un rapporto<ref>[http://www.stopesso.com Campagna Stop Esso] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20070101200541/http://www.stopesso.com/ |data=1º gennaio 2007 }}</ref> Greenpeace cercò di dimostrare il coinvolgimento dell'[[American Petroleum Institute]] e della [[ExxonMobil]] nella ''[[lobby]]'' esercitata sulle decisioni prese dagli Stati Uniti d'America sul protocollo di Kyōto, chiamando in causa il vicepresidente [[Dick Cheney]]. La multinazionale ExxonMobil fece causa a Greenpeace Francia per la modifica del logo "Esso" con la sostituzione delle due "S" con il simbolo del dollaro (E$$O). Il giudice multò Greenpeace per 5000 [[Euro]] al giorno, obbligandola a eliminare il logo dal sito web<ref>{{Cita web |url=http://www.greenpeace.org/international/photosvideos/photos/greenpeace-stopesso-campaign |titolo=Logo censurato |accesso=2 novembre 2007 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080213113442/http://www.greenpeace.org/international/photosvideos/photos/greenpeace-stopesso-campaign |dataarchivio=13 febbraio 2008 |urlmorto=sì }}</ref>.
Nei successivi appelli Greenpeace riuscì a ottenere l'assoluzione appellandosi alla libertà di espressione. Con l'uscita nel [[2007]] del Fourth Assessment Report dell'[[IPCC]] avvenne una convergenza di idee a livello mondiale e il problema venne preso sul serio e considerato reale. Sempre nel [[2007]], al 33º ''summit'' del [[G8]] ad [[Heiligendamm]], in [[Germania]], sul [[mar Baltico]], Greenpeace ritornò a manifestare con il messaggio ''Act Now!'', rivolto ai paesi che stavano prendendo decisioni sui cambiamenti climatici, ma ci furono spiacevoli episodi legati alla violazione "dell'area rossa" da parte dei gommoni di Greenpeace e un inseguimento da parte della [[polizia]].
===
Sul finire degli anni
=== Campagna Toxic ===
==== Incenerimento ====
Sempre a fine anni
==== Rifiuti elettronici ====
Nel nuovo millennio Greenpeace si concentra sul problema dei rifiuti elettronici, sul loro smaltimento incontrollato in [[Asia]] e sulla presenza di sostanze pericolose come [[PVC]] e [[ritardanti di fiamma]] [[Bromuro di metile|bromurati]] all'interno della maggior parte delle schede
=== Posizione sulla pratica di compensazione delle emissioni di carbonio ===
Greenpeace è una delle maggiori voci critiche alla pratica di compensazione delle emissioni di carbonio (in inglese ''carbon offset'')<ref name=":1" />, una delle strategie aziendali più comuni per la mitigazione dei cambiamenti climatici.
Il Direttore Esecutivo di Greenpeace, in un editoriale pubblicato da illuminem.com prima della [[XXVI Conferenza delle Parti dell'UNFCCC|XXVI conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici]], ha descritto la pratica come una «menzogna pericolosa sul clima» e «fumo da cui traggono vantaggio i peggiori inquinatori»<ref name=":2">{{Cita web |url=https://illuminem.com/illuminemvoices/6f8f62e0-ba48-41e9-b690-723930d9a23e |titolo=Offsetting is a dangerous climate lie |sito=illuminem.com |lingua=en |accesso=2022-09-16}}</ref>. L'organizzazione propone sanzioni dirette e severi limiti di emissione per le aziende inquinanti, piuttosto che incentivi finanziari per la compensazione delle emissioni di carbonio<ref name=":2" />.
== Controversie ==
===
Il ''[[Golden Rice|golden rice]]'' è una varietà di riso geneticamente modificata in grado di sintetizzare il [[beta-carotene]], precursore della [[vitamina A]], attraverso un gene delle carote che permette di produrre quest'ultima<ref>{{Cita web|url=http://www.goldenrice.org/|titolo=The Golden Rice Project|autore=Courtesy www.openwebdesign.org / Modified: Jorge Mayer|lingua=en|accesso=2021-07-19}}</ref>. Tutti gli interessi finanziari della società che aveva scoperto come effettuare la modifica genetica erano stati ceduti a un'organizzazione ''no profit''<ref>{{Cita web|url=https://www.irri.org/|titolo=International Rice Research Institute|sito=International Rice Research Institute|lingua=en|accesso=2021-07-19}}</ref> in modo tale da non incontrare le resistenze delle associazioni anti OGM, in quanto timorose che le grandi aziende biotech potessero trarne profitto. La carenza di vitamina A causa ogni anno milioni di casi di cecità, altre disabilità e morti (di cui {{formatnum:250000}}-{{formatnum:500000}} tra i bambini di cui circa la metà muoiono entro 12 mesi dall'insorgenza della cecità)<ref>{{Cita web|url=https://www.who.int/data/maternal-newborn-child-adolescent-ageing/advisory-groups/gama/gama-advisory-group-members|titolo=Vitamin A deficiency|lingua=en|accesso=2021-07-19}}</ref> e, nel 2002, il Golden Rice era pronto ad essere coltivato.
Mancavano alcuni passaggi burocratici per l'approvazione nel rispetto delle normative dei paesi che avrebbero adottato questa varietà di riso, ma era stato ampiamente dimostrato che il Golden Rice non poteva essere dannoso per l'ambiente e la salute pubblica. Alcune associazioni anti OGM, tra cui Greenpeace che era la più grande ed influente, si sono opposte con forza attraverso campagne che osteggiavano il parere della comunità scientifica. Greenpeace affermò spesso di aver seguito il parere di alcuni scienziati, ma [[Dario Bressanini]] pubblicò nel 2014 un articolo su ''[[Le Scienze]]'' in cui criticava pesantemente le tecniche di comunicazione dell'associazione ambientalista, mostrando come spesso questa manipolasse i dati e le dichiarazioni di alcuni scienziati per dare l'impressione che la scienza confermasse le loro posizioni<ref>{{Cita web|url=http://bressanini-lescienze.blogautore.espresso.repubblica.it/2014/07/16/il-mio-problema-con-greenpeace/|titolo=Il mio problema con Greenpeace - Scienza in cucina - Blog - Le Scienze|sito=bressanini-lescienze.blogautore.espresso.repubblica.it|accesso=2021-07-19}}</ref>.
Nel 2014 venne pubblicato uno studio di Wesseler e Zilberman che stimava che i 12 anni (dal 2002 al 2014) di ritardo nell'uso del Golden Rice fossero costati {{formatnum:1420000}} anni di vita nella sola India<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Justus|cognome=Wesseler|nome2=David|cognome2=Zilberman|data=2014/12|titolo=The economic power of the Golden Rice opposition|rivista=Environment and Development Economics|volume=19|numero=6|pp=724-742|lingua=en|accesso=2021-07-19|doi=10.1017/S1355770X1300065X|url=https://www.cambridge.org/core/journals/environment-and-development-economics/article/economic-power-of-the-golden-rice-opposition/F31EE0E5B6044B86B5223FF20C409158}}</ref>. Questa unità di misura (DALY) tiene conto non solo dei morti, ma anche delle forme di disabilità causate dalla carenza di vitamina A.
David Ropeik, Professore di Percezione del Rischio e Comunicazione del Rischio alla [[Università di Stanford|Stanford University]], pubblicò un articolo di critica nei confronti di Greenpeace a seguito dello studio di dati e di analisi ''[[peer review]]ed'', accusando l'associazione anti OGM di aver preso come riferimento scritti che non hanno retto a un esame scientifico oggettivo. In particolare, nel suo articolo sul ''[[Scientific American]]'' del 2014, Ropeik accusa Greenpeace di aver contribuito alla disabilità e alla morte di milioni di persone e dichiara che le associazioni che si sono opposte al Golden Rice dovrebbero essere chiamate a rispondere delle vittime di [[Carenza di vitamina A|VAD]]<ref>{{Cita web|url=https://blogs.scientificamerican.com/guest-blog/golden-rice-opponents-should-be-held-accountable-for-health-problems-linked-to-vitamain-a-deficiency/|titolo=Golden Rice Opponents Should Be Held Accountable for Health Problems Linked to Vitamain A Deficiency|autore=David Ropeik|sito=Scientific American Blog Network|lingua=en|accesso=2021-07-19}}</ref>.
Nel 2016, a unirsi alle critiche di diversi membri della comunità scientifica, venne firmata una lettera di critica da 110 premi Nobel e 2212 scienziati nei confronti di Greenpeace chiedendo contemporaneamente a Greenpeace e ai governi coinvolti nel progetto Golder Rice, di considerare l'esperienza OGM degli agricoltori e dei consumatori di tutto il mondo e di abbandonare la campagna contro il "riso dorato". Nella lettera venne sottolineato soprattutto come in Africa e nel Sud Est asiatico il Golden Rice potesse salvare milioni di vite e che, secondo l'[[Organizzazione mondiale della sanità|OMS]], circa 250 milioni di persone nel mondo soffrissero della carenza di Vitamina A<ref>{{Cita web|url=https://www.supportprecisionagriculture.org/nobel-laureate-gmo-letter_rjr.html|titolo=Laureates Letter Supporting Precision Agriculture (GMOs) {{!}} Support Precision Agriculture|accesso=2021-07-19}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.isaaa.org/kc/cropbiotechupdate/article/default.asp?ID=14551|titolo=110 Nobel Laureates Sign Letter Calling Greenpeace to Stop GMO Opposition|sito=Crop Biotech Update|lingua=en|accesso=2021-07-19}}</ref>. La lettera si conclude con <blockquote>«Chiediamo ai governi del mondo di rifiutare la campagna di Greenpeace contro il Riso dorato in particolare e quelle contro le colture e i cibi migliorati attraverso la biotecnologia in generale. Chiediamo che facciano tutto ciò che è in loro potere per opporsi alle azioni di Greenpeace e accelerare l’accesso degli agricoltori a tutti gli strumenti della biologia moderna, specialmente ai semi migliorati grazie alla biotecnologia. L’opposizione basata sull’emozione e sul dogma che è stata confutata dai dati deve finire. Quante persone povere in tutto il mondo devono morire prima che questo venga considerato un “crimine contro l’umanità”?».</blockquote>Greenpeace rispose ai premi Nobel dichiarando di "rimandare le accuse al mittente" e che il Golden Rice non ha mai dimostrato di essere una soluzione contro la VAD, ma già nel 2014 (quindi prima di questa risposta da parte di Greenpeace), l'articolo di Ropeik, anticipava questa critica al Golden Rice che era stata mossa da alcuni scettici degli OGM dicendo che:
«Scettici come la Union of Concerned Scientists criticano la tecnologia OGM per non aver rispettato questa promessa. Ma se è così, è anzitutto perché l'opposizione ha impedito che questi prodotti arrivassero sul mercato. È abbastanza difficile mantenere una promessa se non ti è permesso di cercare di mantenerla. L'opposizione a diverse applicazioni degli OGM, basata su timori che non reggono alle prove raccolte in numerosi test sulla sicurezza, sta negando alla gente cibo e nutrizione, e procurando danni reali.»
=== Danneggiamento delle linee di Nazca ===
Una ventina di attivisti di Greenpeace, nella notte tra il 7 e l'8 dicembre 2014, hanno danneggiato gravemente il sito archeologico e ambientale delle [[Linee di Nazca]], patrimonio dell'Umanità e bene protetto dall'UNESCO dal 1994. Lo scopo era di lanciare un messaggio in occasione della conferenza dell'ONU sui cambiamenti climatici. Gli attivisti hanno camminato sulla fragile terra argillosa del deserto di Nazca, senza autorizzazione e senza la protezione delle larghe suole in gommapiuma usate dagli archeologi. Hanno così lasciato delle tracce visibili dall'alto, con la formazione di calpestio e di un nuovo sentiero che, secondo la sovrintendenza archeologica e le autorità peruviane, costituisce un danno irreparabile. La stessa Greenpeace ha riconosciuto il danno e si è scusata. Il governo del Perù ha denunciato l'organizzazione all'UNESCO mentre la magistratura ha aperto un'inchiesta.<ref>{{Cita web |url=http://italiaxlascienza.it/main/2014/12/greenpeace-e-i-disegni-di-nazca/ |titolo=Greenpeace e i disegni di Nazca {{!}} Italia Unita per la Scienza<!-- Titolo generato automaticamente --> |accesso=14 dicembre 2014 |dataarchivio=27 dicembre 2014 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20141227200256/http://italiaxlascienza.it/main/2014/12/greenpeace-e-i-disegni-di-nazca/ |urlmorto=sì }}</ref><ref>[http://www.lastampa.it/2014/12/14/esteri/greenpeace-il-grande-pasticcio-di-nazca-danni-al-sito-il-per-li-denuncia-allunesco-vyZqA9nkx6X8y6aiBai2kM/premium.html Greenpeace, il grande pasticcio di Nazca. Danni al sito: il Perù li denuncia all'Unesco - La Stampa<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref><ref>[http://www.greenpeace.org/italy/it/News1/Linee-di-Nazca-alcune-doverose-precisazioni/ Le precisazioni di Greenpeace sulla vicenda delle Linee di Nazca | Greenpeace Italia<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref><ref>[http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2014/12/12/ansa-box-clima-nazca-effetto-boomerang-per-greenpeace_74daf5ed-43ec-4f83-89a6-171885bdda47.html Greenpeace sotto accusa, ha rovinato disegni Nazca - Mondo - ANSA.it<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
=== Il pendolarismo aereo di Pascal Husting ===
Nel 2013 è stato notato che Pascal Husting, direttore dei programmi internazionali di Greenpeace International, viaggiava diverse volte al mese in aereo tra i Paesi Bassi e il Lussemburgo (360 km) per andare a visitare la sua famiglia, nonostante l'attivismo di Greenpeace per ridurre i viaggi aerei a causa dell'effetto serra da loro prodotto.<ref>{{Cita web|url=https://www.telegraph.co.uk/earth/earthnews/10920198/Greenpeace-executive-flies-250-miles-to-work.html|titolo=Greenpeace executive flies 250 miles to work|data=23 giugno 2014|sito=Telegraph.co.uk}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.theguardian.com/environment/2014/jun/23/greenpeace-losses-financial-disarray|titolo=Greenpeace losses: leaked documents reveal extent of financial disarray|autore=Adam Vaughan|sito=the Guardian}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.dailymail.co.uk/news/article-2666479/Greenpeace-chief-commutes-plane-Executive-flies-250-miles-Luxembourg-Amsterdam-despite-organisations-anti-air-travel-campaign.html|titolo=Greenpeace chief Pascal Husting commutes by plane - Daily Mail Online|sito=Mail Online}}</ref> In seguito alle lamentele Greenpeace ha annunciato che Husting avrebbe viaggiato in treno.<ref>{{Cita web|url=https://af.reuters.com/article/commoditiesNews/idAFL6N0P53FO20140624|titolo=Greenpeace says programme director to stop commuting by plane|sito=reuters.com|accesso=1 maggio 2019|dataarchivio=27 giugno 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170627223640/http://af.reuters.com/article/commoditiesNews/idAFL6N0P53FO20140624|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.theguardian.com/environment/2014/jun/24/greenpeace-executive-to-commute-by-train-instead-of-plane|titolo=Greenpeace executive to commute by train instead of plane|autore=Adam Vaughan|sito=the Guardian}}</ref>
=== Scarsa trasparenza nell'utilizzo dei fondi ===
Nel 1989 un giornalista [[islanda|islandese]], Magnus Gudmundsson, girò un documentario sull'organizzazione dal titolo ''Survival in the High Nord'' (Sopravvivenza nell'alto Nord), nel quale Greenpeace International veniva accusata di essere un'organizzazione che, sotto la pretesa di salvaguardare la natura, aveva il solo scopo di ottenere un potere politico ed economico. Il documentario faceva riferimento a ingenti fondi, provenienti dalle donazioni dei sostenitori, che transitavano su conti bancari segreti il cui accesso era riservato solo ai ''leader'' di Greenpeace.<ref name=fuso214/>
Una delle accuse all'organizzazione è quella di spendere più denaro per la propaganda e il proprio marketing, che per le attività di salvaguardia dell'ambiente previste dal suo scopo istituzionale. La [[Greenpeace Italia|sede italiana di Greenpeace]], in base al bilancio 2011, avrebbe speso {{formatnum:2349000}} euro per le sue attività istituzionali e {{formatnum:2482000}} euro per pubblicità e per la ricerca di nuovi aderenti: se si aggiunge circa un milione per spese di funzionamento (stipendi ai dipendenti, affitti, ecc.) emerge che nel 2011 solo il 42% dei fondi raccolti è stato utilizzato a fini istituzionali, mentre il rimanente 58% se n'è andato per il mantenimento dell'istituzione.<ref>V. Furlanetto, ''L'industria della carità. Da storie e testimonianze inedite il volto nascosto della beneficenza'', p. 47</ref>
Nel 2014 la filiale olandese di Greenpeace ha perduto 3,8 milioni di euro in speculazioni in borsa con operazioni di [[pronti contro termine]] al ribasso sull'euro. Il portavoce di Greenpeace International, Mike Townsley, ha attribuito la perdita all'errore di valutazione di un dipendente e si è parlato di lacune nel sistema di controllo amministrativo interno. Il portavoce si è scusato con i sostenitori, appellandosi alla loro comprensione del fatto che anche la loro organizzazione non è perfetta. Sempre secondo il portavoce la perdita non avrebbe messo in pericolo l'attività dell'organizzazione, che, secondo il rapporto finanziario del 2012, ha incassato oltre 270 milioni di euro, in gran parte provenienti dalle offerte dei sostenitori.<ref>{{de}} ''Umweltschützer als Spekulant: Greenpeace-Mitarbeiter verzockt Spender-Millionen'' (Protettori dell'ambiente come speculatori: collaboratore di Greenpeace gioca d'azzardo i milioni dei sostenitori), da ''[[Der Spiegel]]'' del 14 giugno 2014 ([http://www.spiegel.de/wirtschaft/soziales/greenpeace-mitarbeiter-verzockt-spender-millionen-a-975215.html vedi])</ref>
=== Greenpeace Energy ===
È una cooperativa fondata nel 1999 in Germania a seguito di un'iniziativa di Greenpeace chiamata Power Shift con il fine di fornire elettricità derivante da fonti sostenibili ai cittadini tedeschi. Dal 2011, però, Greenpeace Energy ha iniziato a vendere il cosiddetto ProWindGas, inizialmente formato al 100% da gas fossile importato dalla Russia. La compagnia ha promesso che nel corso del tempo la quota di gas fossile sarebbe diminuita per essere sostituita dall'idrogeno, con l'obiettivo di vendere solo idrogeno dal 2027, ma nel 2021 la quota di idrogeno è ancora solo all'1%, mentre il 10% arriva da biogas (che rimane una fonte a bassa densità energetica e inquinante) e l'89% da gas fossile<ref>{{Cita web|url=https://www.greenpeace-energy.de/privatkunden.html|titolo=Privatkunden|lingua=de|accesso=2021-06-13}}</ref>. In particolare, Greenpeace Energy dichiara di vendere l'1% di idrogeno e il 99% di "eco-gas". Per questa ragione la compagnia è stata accusata di fare campagna ingannevole<ref>{{Cita web|url=https://www.en24news.com/e/2021/02/this-is-how-greenpeace-energy-works-the-renewables-cooperative-in-germany-that-also-sells-natural-gas.html|titolo=This is how Greenpeace Energy works, the renewables cooperative in Germany that also sells natural gas {{!}} EN24 World|data=|accesso=2021-06-13|dataarchivio=23 febbraio 2021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210223194502/https://www.en24news.com/e/2021/02/this-is-how-greenpeace-energy-works-the-renewables-cooperative-in-germany-that-also-sells-natural-gas.html|urlmorto=sì}}</ref>, contraddittoria<ref>{{Cita web|url=https://moneytrainingclub.com/this-is-how-greenpeace-energy-works-the-renewables-cooperative-in-germany-that-also-sells-natural-gas/|titolo=This is how Greenpeace Energy works, the renewables cooperative in Germany that also sells natural gas|autore=asix750|lingua=en|accesso=2021-06-13|dataarchivio=13 giugno 2021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210613233009/https://moneytrainingclub.com/this-is-how-greenpeace-energy-works-the-renewables-cooperative-in-germany-that-also-sells-natural-gas/|urlmorto=sì}}</ref> e [[greenwashing]] del gas russo<ref>{{Cita web|url=https://www.listennotes.com/podcasts/decouple/greenpeace-selling-cqyU9KW2YRN/|titolo=Greenpeace selling ProWindGas Vegan Plus feat. Simon Wakter|sito=Listen Notes|lingua=en|accesso=2021-06-13}}</ref>. Greenpeace Energy, attraverso un comunicato, si è giustificata dichiarando che la difficoltà nel rispetto dei piani è dovuta all'aumento della quota energetica richiesta<ref>{{Cita web|url=https://www.greenpeace-energy.de/presse/artikel/unser-ziel-erdgas-so-schnell-wie-moeglich-ueberfluessig-zu-machen.html|titolo=Unser Ziel: Erdgas so schnell wie möglich überflüssig zu machen|lingua=de|accesso=2021-06-13}}</ref>, d'altra parte, secondo la [[Energy Information Administration|EIA]], la quota energetica è destinata ad aumentare di circa il 50% entro il 2050<ref>{{Cita web|url=https://www.eia.gov/todayinenergy/detail.php?id=41433|titolo=EIA projects nearly 50% increase in world energy usage by 2050, led by growth in Asia - Today in Energy - U.S. Energy Information Administration (EIA)|accesso=2021-06-13}}</ref>. Nel 2015, la compagnia ha anche fatto causa alla [[Commissione europea|Commissione Europea]] per aver approvato uno stanziamento di fondi per la costruzione della [[centrale nucleare]] da 3200 [[MWe]] [[Centrale nucleare di Hinkley Point|Hinkley Point C]]. In particolare le accuse di Greenpeace Energy furono relative a un ipotetico impatto ambientale negativo della centrale nucleare, ma la [[Corte di giustizia dell'Unione europea|Corte di Giustizia Europea]] ha rigettato le accuse ritenendole infondate<ref>{{Cita web|url=https://www.clientearth.org//projects/access-to-justice-for-a-greener-europe/updates/case-c-640-16-p-greenpeace-energy-v-commission-judgment-of-10-october-2017-ecli-eu-c-2017-752|titolo=Case C-640/16 P, Greenpeace Energy v Commission, Judgment of 10 October 2017, ECLI:EU:C:2017:752 {{!}} ClientEarth|lingua=en|accesso=2021-06-13}}</ref>. In particolare, un ''report'' del [[Joint Research Center|JRC]] uscito nel 2021, che ha studiato l'impatto dell'energia nucleare sull'ambiente con particolare attenzione alle scorie, ha concluso che non esistono ragioni scientificamente valide per dichiarare che il nucleare abbia un impatto ambientale maggiore rispetto alle altre fonti energetiche sostenibili<ref>{{Cita web|url=https://world-nuclear-news.org/Articles/EU-Taxonomy-can-move-forward-with-nuclear-JRC-find|titolo=EU Taxonomy can move forward with nuclear, JRC finds : Energy & Environment - World Nuclear News|sito=world-nuclear-news.org|accesso=2021-06-13}}</ref>. Il report in questione si chiama ''Technical assessment of nuclear energy with respect to the "do no significant harm" criteria of Regulation (EU) 2020/852 ("Taxonomy Regulation")''.
=== Dimissioni polemiche di alti dirigenti ===
Oltre al già citato Moore, altri dirigenti di Greenpeace hanno lasciato polemicamente l'organizzazione: Ute Belliom, ex presidente di Greenpeace, e Bjorn Okern, ex direttore generale della sede norvegese, lamentando la mancanza di democrazia interna all'organizzazione e la sua attenzione volta più a incassare denaro che ai compiti istituzionali. Bjorn Okern ha dichiarato: «Se uno crede che in Greenpeace vi sia democrazia farebbe meglio a prendere il vocabolario per sapere il significato del termine. In Greenpeace non può esservi democrazia. È una struttura piramidale, dove tutto è deciso al vertice, proprio come in un sistema militare. [...] Chiunque pensi che i soldi di Greenpeace siano utilizzati per l'ambiente, si sbaglia. Viaggiano in prima classe, mangiano nei migliori ristoranti e fanno la bella vita del jet-set ecologista; il motivo principale per cui danno importanza alle balene è perché ci si fanno i soldi».<ref>John McCormick, ''Reclaiming Paradise'', Indiana University Press, Bloomington, 1989. Citato in V. Furlanetto, ''L'industria della carità. Da storie e testimonianze inedite il volto nascosto della beneficenza'', pp. 102-103</ref>
Kalle Estvedt, già portavoce dell'organizzazione, avrebbe dichiarato che:
{{citazione|La verità è che molte questioni ambientali per le quali ci siamo battuti negli ultimi dieci anni sono risolte. Nonostante ciò, la strategia continua a basarsi sul presupposto che tutto sta andando in malora.|Bjǿrn Lomborg, ''The Skeptical Environmentalist'', Cambridge University Presse, Cambridge, 2001, p. 18. ISBN 978-0-521-01068-9|The truth is that many environmental issues we fought ten years back are as good as solved. Even so, the strategy continues to focus on the assumption that 'everything is going to hell'|lingua=en}}
== Note ==
<references/>
==
* {{cita libro|autore1=Michael Brown|autore2=John May|titolo=The Greenpeace Story|url=https://archive.org/details/greenpeacestory00brow|anno=1991|editore=Dorling Kindersley|isbn=1-879431-02-5}}
* {{cita libro|autore=Paul Brown|titolo=Greenpeace|anno=1995|editore=SEI|città=Torino|isbn=88-05-05481-X}}
* {{cita libro|titolo=Naturale = buono?|autore=Silvano Fuso|editore=Carrocci|città=Roma|isbn=978-88-430-7923-0|anno=2016}}
* {{cita libro|autore=Valentina Furlanetto|titolo=L'industria della carità. Da storie e testimonianze inedite il volto nascosto della beneficenza|altri=prefazione di Alex Zanotelli|editore=Chiarelettere|città=Milano|anno=2013|isbn=978-88-6190-251-0}}
== Voci correlate ==
* [[Kumi Naidoo]]
* [[How to Change the World]]
* [[Stato di emergenza climatica]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|http://www.greenpeace.it|Sito Italiano}}
* {{cita web | 1 = http://archive.greenpeace.org/report98/html/content/brentspar.html | 2 = Caso Brent Spar sul sito di Greenpeace | accesso = 1 novembre 2007 | dataarchivio = 12 giugno 2007 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20070612023811/http://archive.greenpeace.org/report98/html/content/brentspar.html | urlmorto = sì }}
* {{cita web | 1 = http://www.greenpeace.org/italy/chisiamo/storia | 2 = Greenpeace Italia (storia) | accesso = 8 marzo 2007 | dataarchivio = 8 febbraio 2007 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20070208161859/http://www.greenpeace.org/italy/chisiamo/storia | urlmorto = sì }}
* {{cita web|http://www.greenpeace.org/international/about/history|Greenpeace International (storia)}}
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