Giulio Douhet: differenze tra le versioni

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{{militare
{{Quote|Giulio Douhet è forse unico nella storia del pensiero militare italiano, così avaro di talenti e di personalità di spicco. Il suo torto maggiore fu di nascere nel paese sbagliato|[[Gianni Rocca]] - I Disperati<ref name="Rocca"/>}}
|Nome = Giulio Douhet
|Immagine = Giulio Douhet.jpg
|Didascalia = Giulio Douhet
|Soprannome =
|Data_di_nascita = 30 maggio 1869
|Nato_a = [[Caserta]]
|Data_di_morte = 15 febbraio 1930
|Morto_a = [[Roma]]
|Cause_della_morte =
|Luogo_di_sepoltura = [[Cimitero del Verano]], [[Roma]]
|Nazione_servita = {{ITA 1861-1946}}
|Forza_armata = [[Regio Esercito]]
|Arma = [[Fanteria]]
|Corpo = [[Bersaglieri]]
|Specialità = [[Servizio Aeronautico]]
|Unità =
|Reparto =
|Anni_di_servizio = 1898 - 1926
|Grado = [[Maggior generale]]
|Ferite =
|Comandanti =
|Guerre = [[Prima guerra mondiale]]
|Campagne =
|Battaglie =
|Comandante_di = Battaglione Aviatori
|Decorazioni =
|Studi_militari = [[Accademia Militare di Modena]]
|Pubblicazioni =
|Frase_celebre =
|Altro_lavoro =
|Altro_campo =
|Altro =
|Note =
|Ref = Treccani.it<ref>{{Cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/giulio-douhet/|titolo=Douhet ‹du-è›, Giulio|accesso=27 maggio 2013}}</ref>
}}
{{Bio
|Nome = Giulio
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|GiornoMeseMorte = 15 febbraio
|AnnoMorte = 1930
|Epoca = 1900
|Attività = generale
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità = , teorico della [[guerra aerea]], contemporaneo degli altri sostenitori del [[bombardamento strategico]] [[Billy Mitchell]] e Sirsir [[Hugh Trenchard, I visconte Trenchard|Hugh Trenchard]]. NelDal [[19211910]] pubblicòal il[[1928]] trattatopubblicò ''Iluna dominioserie dell'aria''di trattati che ebbeebbero una grande influenza sui contemporanei e che ancora oggi sono oggetto di studi nell’ambito aeronautico-militare<ref>{{Cita web|cognome= |nome= |autore= |url=http://www.aeronautica.difesa.it/Douhet/Documents/POF2011.pdf |titolo= Piano dell’Offerta Formativa (P.O.F.) e Piano degli Studi Extracurricolari per l’Anno Scolastico 2010/2011|accesso= 4 maggio 2011 |formato= PDF |p=4 }}
</ref>
|Immagine = Giulio Douhet.jpg
}}
 
== Biografia ==
Giulio Douhet (Giulio Felice Giovanni Battista all'anagrafe<ref name="Piva">{{Cita web|autore=Maurizio Piva|url=http://www.gentedelquindicesimo.it/giulio_douhet_.html|titolo=la tomba dimenticata di Giulio Douhet|accesso=10 novembre 2008|editore=[[Associazione Arma Aeronautica]]|sito=Aeronautica|data=Data pubblicazione marzo 2008|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20081029214129/http://www.gentedelquindicesimo.it/giulio_douhet_.html}}</ref>) nasce da una famiglia di origini [[Ducato di Savoia|savoiarde]]. Il padre, ufficiale farmacista del [[Regio Esercito]], scelse di diventare cittadino del Regno di Sardegna dopo la cessione del [[1860]] [[Trattato di Torino (1860)|di Nizza e Savoia]]. Dopo l'Unità d'Italia (17 marzo 1861) venne trasferito a [[Caserta]], dove nacque Giulio che a vent'anni frequentò l'[[Accademia Militare di Modena]], da cui uscì col grado di sottotenente dei [[bersaglieri]]. Si iscrisse anche al [[Politecnico di Torino]], laureandosi in ingegneria.
{{P|La voce presenta una lunga serie di osservazioni opinabili - vedere la pagina di discussione|ottobre 2008}}
Giulio Douhet, (Giulio Felice Giovanni Battista all'anagrafe<ref name="Piva">{{cita web|autore=Maurizio Piva|url=http://www.gentedelquindicesimo.it/giulio_douhet_.html|titolo=la tomba dimenticata di Giulio Douhet|accesso=10-11-2008|editore=[[Associazione Arma Aeronautica]]|opera=Aeronautica|data=Data pubblicazione marzo 2008
}}</ref>) nasce da una famiglia di origini [[Ducato di Savoia|savoiarde]]. Il padre, ufficiale farmacista del [[Regio Esercito]], fu costretto a trasferirsi in Italia a [[Caserta]] dopo la cessione del [[1860]] [[Trattato di Torino (1860)|di Nizza e Savoia]]. <br/>
 
La sua carriera militare fu travagliata. Nel [[1911]], durante la [[guerra italo-turca]] per il controllo della [[Libia]], gli venne assegnato il compito di scrivere un rapporto sull'uso dell'aviazione da guerra. In esso teorizzò che l'unico uso efficace era il bombardamento da alta quota. In effetti, il primo impiego bellico di aeroplani della storia fu condotto dagli Italiani nel corso di quel conflitto e il primo bombardamento fu messo in pratica il 1º novembre 1911 da [[Giulio Gavotti]] della sezione aviazione del [[Servizio Aeronautico|Battaglione specialisti del Genio]], che bombardò le posizioni turche di [[Ain Zara]].<ref name="Harvey">{{Cita web|autore=A. D. Harvey|url=http://findarticles.com/p/articles/mi_hb3101/is_/ai_n28806744|titolo=Bombing and the Air War on the Italian Front, 1915-1918|accesso=7 novembre 2008|lingua=en|editore=CBS Interactive Inc.|sito=Air Power History|anno=2000}}</ref>
A vent’anni frequenta l’[[Accademia Militare di Modena]] da cui esce col grado di sottotenente dei [[bersaglieri]]. Si iscrive anche al [[Politecnico di Torino]] laureandosi in ingegneria.
 
La sua carriera militare fu travagliata. Nel [[1911]] durante la [[guerra italo-turca]] per il controllo della [[Libia]] gli venne assegnato il compito di scrivere un rapporto sull'uso dell'aviazione da guerra. In esso teorizzò che l'unico uso efficace era il bombardamento da alta quota. In effetti, il primo impiego bellico di aeroplani della storia fu condotto dagli Italiani nel corso di quel conflitto e il primo bombardamento fu messo in pratica il [[1° novembre]] 1911 dalla sezione aviazione del [[Regia Aeronautica|Battaglione specialisti del Genio]] che bombardò le posizioni turche di Ain Zara.<ref name="Harvey">{{cita web|autore=A. D. Harvey|url=http://findarticles.com/p/articles/mi_hb3101/is_/ai_n28806744|titolo=Bombing and the Air War on the Italian Front, 1915-1918|accesso=07-11-2008|lingua=en|editore=CBS Interactive Inc.|opera=Air Power History|anno=2000}}</ref>Il [[27 giugno]] del 1912 la legge numero 698 istituiva il [[Servizio Aeronautico]], presso la Direzione Generale Genio ed Artiglieria e creava il Battaglione Aviatori presso la [[Caserma Alessandro La Marmora]] di Torino con reparti di aeroplani e scuole di volo apresso l'[[Aeroporto di Torino-Mirafiori]]. Douhet, promosso [[maggiore]], divenne ildal 20 gennaio [[1913]] comandante interinale e comandante del battaglione dal [[13 novembre]] [[1913]]successivo e lo l'organizzò in [[Squadriglia|squadriglie]] perfettamente autonome dal punto di vista organizzativo e logistico, dotandole di [[hangar|aviorimesse]] smontabili, automezzi e carri officina.
 
Lo stesso anno promosse una un'iniziativa per la raccolta di tutti i cimeli aeronautici militari italiani che si erano ormai accumulati dal [[1884]], epoca dei primi aerostieri del Genio. L'iniziativa portò alla realizzazonerealizzazione del primo museo aeronautico in Italia, costituito acquisendo la sede del Museo storico del Genio a Roma presso [[Castel Sant'Angelo]]. ÈLa lo stesso museo checollezione, dopo moltomolti spostamenti e vicissitudini adessoha ècostituito ospitatola pressobase dell'attuale [[Museomuseo storico dell'Aeronautica Militare di Vigna di Valle|Vigna di Valle]].<ref>{{citaCita web|url=http://www.arte.go.it/mostre/uniformi/pag_3.htm|titolo=Aeronautica: Museo Storico|accesso=9 novembre 2008|editore=http://www.arte.go.it|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080509073507/http://www.arte.go.it/mostre/uniformi/pag_3.htm}}</ref>
|url=http://www.arte.go.it/mostre/uniformi/pag_3.htm|titolo=Aeronautica: Museo Storico accesso=09-11-2008|editore=http://www.arte.go.it}}</ref>
 
Scrisse il libro ''Regole per l'uso degli aeroplani in guerra'', uno dei primi manuali di dottrina sulla materia, ma le sue teorie vennero viste come troppo radicali. DopoNella unseconda episodiometà indel cui1914, venneDouhet si assunse la accusatoresponsabilità di averfar ordinatoavviare alla [[Giovanni Battista Caproni|Caproni]] senza autorizzazione la costruzione didel grossigrosso bombardieribombardiere trimotori basati sul prototipotrimotore [[Caproni Ca.31|Ca.31]], giàmalgrado precedentementeil bocciatoparere dacontrario undel superiore,<ref name="Harvey"/> venne allontanato dall'aviazione e destinato allagenerale [[fanteria]],Maurizio conMario incarico ad [[EdoloMoris]] alla stato maggiore della 5ª Divisione, in quel momento in retroguardia sul fronteispettore dell'[[Gruppo dell'Adamello|Adamello]]Aeronautica.
=== La prima guerra mondiale ===
Per questo atto privo di autorizzazione venne allontanato dall'aviazione e destinato alla [[Fanteria]], con incarico a [[Edolo]] di Capo di stato maggiore della 5ª Divisione a Milano e, allo scoppio della [[prima guerra mondiale]], sul fronte dell'[[Gruppo dell'Adamello|Adamello]].
 
Allo scoppio della [[prima guerra mondiale]], Douhet iniziòcominciò ada invocare un massiccio investimento nella costruzione di aerei da bombardamento, per ottenere il controllo dell'aria e privare il nemico delle difese. Propose la costruzione di cinquecento [[bombardiere|bombardieri]] in grado di lanciare 125 tonnellate di bombe al giorno. Scrisse nel 1916 ai superiori e ai vertici politici per promuovere le proprie idee e criticare l'incompetenza in materia degli alti comandi. L'atteggiamento critico riguardo alla conduzione della guerra da parte del Capo di Stato Maggiore dell'Esercito, il generale [[Luigi Cadorna|Cadorna]], gli procurò l'ostilità delle alte gerarchie. UnaUn letteramemoriale direttadiretto a [[Leonida Bissolati]], moltoassai criticacritico nel contenuto verso lo Stato Maggiore, venne intercettataintercettato e ne conseguì l'arresto e un processo militare per diffusione di notizie riservate. Douhet venne conseguentemente condannato a un anno di carcere militare, che espiò nel [[forte di Fenestrelle]].<ref name="Rocca"/> e al termine, nell'ottobre 1917, posto in congedo militare.
 
DopoFu la [[battaglia di Caporetto]] che screditò il suo avversario Cadorna, scontato il periodo di pena (che trascorse in cella a scrivere sull'argomento che ormai lo ossessionava), tornòrichiamato in servizio. Douhetcome vennecapo proposto da [[Armando Diaz]]della perneo uncostituita incarico al commissariatodirezione generale perdi l’[[aeronautica]]Aviazione del Ministero delle armi e munizioni nel dicembre 1917, ma lasciò di nuovo polemicamente il servizio quando entrò in conflitto con [[Ferdinando Maria Perrone]], dell'[[Ansaldo]], su questioni relative alle commesse.,<ref name="Firenze">{{citaCita web|autore=Università degli studi di Firenze|url=http://www.storiamilitare.net/Il%20soldato%20ignoto%20Riccardo.ppt|titolo=Il soldato ignoto, il Piave ed altre canzoni|accesso=03-11-3 novembre 2008|formato=PPT|operasito=Corso di Storia Militare|data=Data pubblicazione 20-05-2008|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090320071557/http://www.storiamilitare.net/Il%20soldato%20ignoto%20Riccardo.ppt}}</ref> il 4 giugno del 1918, chiudendo di fatto la sua carriera nell'esercito.
}}</ref>Riuscì poi ad ottenere una revisione del processo che portò all'annullamento della condanna subita e la promozione a generale mentre nel frattempo continuava a scrivere.
 
=== Il dopoguerra ===
In precedenza, nel [[1920]], mentre era un [[colonnello]] in congedo, fondò la Unione nazionale ufficiali e soldati e, sulla scorta di analoghe iniziative già attuate in Francia ed in altri Paesi coinvolti nella "Grande Guerra", propose di erigere monumenti ai caduti della "Grande Guerra" in ogni città d'Italia e - primo in Italia<ref>[http://www.drengo.it/sm/11/maiorca.milite.pdf Umberto Maiorca "Il soldato senza nome che unì l’Italia" in Storiadelmondo n. 11, 30 giugno 2003]</ref> - di onorare i caduti italiani le cui salme non furono identificate con la creazione di un [[Milite ignoto|monumento al milite ignoto]] a Roma, presso il [[Vittoriano|monumento a Vittorio Emanuele II]].<ref name="Firenze"/><ref>{{cita web|autore=Pietro Trivelli|url=http://www.sissco.it/index.php?id=1291&tx_wfqbe_pi1[idrassegna]=715|titolo=Una sola memoria per vincitori e vinti|accesso=02-11-2008|editore=Il Messaggero|data=Data pubblicazione 05-11-2002}}</ref>
Nel [[1920]], mentre era un [[colonnello]] in congedo, fondò l'Unione nazionale ufficiali e soldati e, sulla scorta di analoghe iniziative già attuate in Francia e in altri Paesi coinvolti nella "Grande Guerra", propose di erigere monumenti ai caduti della "Grande Guerra" in ogni città d'Italia e - primo in Italia<ref>[http://www.drengo.it/sm/11/maiorca.milite.pdf Umberto Maiorca "Il soldato senza nome che unì l'Italia" in Storiadelmondo n. 11, 30 giugno 2003] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20060509234844/http://drengo.it/sm/11/maiorca.milite.pdf |data=9 maggio 2006 }}.</ref> - di onorare i caduti italiani le cui salme non erano state identificate, con la creazione di un [[Milite Ignoto (Italia)|monumento al Milite Ignoto]] a Roma, presso il [[Vittoriano]].<ref name="Firenze"/><ref>{{Cita web|autore=Pietro Trivelli|url=http://www.sissco.it/index.php?id=1291&tx_wfqbe_pi1[idrassegna]=715|titolo=Una sola memoria per vincitori e vinti|accesso=2 novembre 2008|editore=Il Messaggero|data=Data pubblicazione 05-11-2002}}</ref>
 
Intanto il Tribunale supremo di guerra e marina nel novembre 1920 annullò la condanna del 1916 e fu reintegrato in servizio con il grado di [[maggiore generale]] e posto in aspettativa.
Nel [[1921]] pubblicò ''Il dominio dell'aria'', il suo libro più noto, che ebbe molta fortuna all'estero<ref>Cfr. [[Renzo De Felice|R. De Felice]], ''Mussolini'', vol. IV, [[Einaudi]], Torino 1965, p. 39.</ref>. Tale saggio fu oggetto di attento studio, particolarmente da parte dei fautori della nascente specialità dell'aeronautica militare come [[Billy Mitchell]] negli Stati Uniti<ref name="Hurley"/>. Le forze armate britanniche invece non prestarono apparentemente attenzione al libro e gli autori inglesi ritengono sia stato [[Hugh Trenchard]], il padre della [[Royal Air Force]] il primo teorico del bombardamento strategico, poi di fatto attuato durante la [[seconda guerra mondiale]], sotto le direttive di ''Sir'' [[Arthur Travers Harris]].<ref name="everything2"/><ref name="Airminded">{{cita web|autore=Brett Holman|url=http://airminded.org/2007/04/07/the-douhet-dilemma/|titolo=The Douhet dilemma|accesso=30-10-2008|lingua=en|editore=airminded.org|opera=Airminded - Airpower and British society, 1908-1941|data=Data pubblicazione 07-04-2007}} che cita {{cite journal |quotes= |last=Smith |first=Malcolm |authorlink= |coauthors= |year= |month= |title=A matter of faith’: British strategic air doctrine before 1939 |journal=Journal of Contemporary History |volume= |issue=15 (1980) |pages=423-42 |id= |url= |accessdate= }} </ref>
=== Il dominio dell'aria ===
Lo stesso anno, grazie anche alle sue amicizie all'interno del neonato [[Partito nazionale fascista]], Douhet venne richiamato in servizio e nominato [[maggior generale]] ricevendo l'incarico di Capo dell'Aviazione,<ref>{{cita web|url=http://www.aeronautica.difesa.it/Sitoam/Default.asp?idente=1398&idnot=8221&idsez=&idarg=|titolo=Il generale Douhet e il generale Mitchell|accesso=02-11-2008|editore=Portale dell'Aeronautica Militare |opera=Le schede}}</ref> ma presto abbandonò il lavoro troppo burocratico per dedicarsi interamente allo studio.
Nel [[1921]] pubblicò, a cura del Ministero della guerra, ''Il dominio dell'aria'', il suo libro più noto, che ebbe molta fortuna all'estero<ref>[[Renzo De Felice|R. De Felice]], ''Mussolini'', vol. IV, [[Giulio Einaudi Editore|Einaudi]], Torino 1965, p. 39.</ref>. Tale saggio fu oggetto di attento studio, particolarmente da parte dei fautori della nascente specialità dell'aeronautica militare come l'americano [[Billy Mitchell]], che ebbe modo di conoscere nel 1922 e al quale illustrò la sua opera.<ref name="Hurley"/> Le forze armate britanniche invece non prestarono apparentemente attenzione al libro e gli autori britannici ritengono sia stato [[Hugh Trenchard]], il padre della [[Royal Air Force]] il primo teorico del bombardamento strategico, poi di fatto attuato durante la [[seconda guerra mondiale]], sotto le direttive di ''Sir'' [[Arthur Harris]].<ref name="everything2"/><ref name="Airminded">{{cita web|autore=Brett Holman|url=http://airminded.org/2007/04/07/the-douhet-dilemma/|titolo=The Douhet dilemma|accesso=30 ottobre 2008|lingua=en|editore=airminded.org|sito=Airminded - Airpower and British society, 1908-1941|data=Data pubblicazione 07-04-2007}} che cita {{Cita pubblicazione |cognome=Smith |nome=Malcolm |titolo=A matter of faith: British strategic air doctrine before 1939 |rivista=Journal of Contemporary History |numero=15 (1980) |pp=423-42 }}</ref>
Douhet , scrittore e polemista brillante, scrisse anche due brevi opere che oggigiorno verrebbero classificate come fantapolitica : " La vittoria alata" e " La guerra del 19 "
Nella prima si immagina un finale alternativo della prima guerra mondiale : gli Imperi Centrali sono costretti alla capitolazione non da una sconfitta sui fronti terrestri bensì da un offensiva aerea strategica .
Nel secondo , collocato ttemporalmente negli anni trenta del xx secolo, si immagina una guerra tra Francia e Belgio da un lato e la Germania ( riarmatasi ).
Vince la Germania che ha giocato il tutto su di una forte aviazione strategica e sugli attacchi ai centri urbani del nemico .
Corerentemente con se stesso Douhet anche nelle opere di fiction riteneva necessaria e sufficiente per il conseguimento della vittoria una forte aviazione strategica ( Fonte : Ferruccio Botti/ Virgilio Ilari " Il pensiero militare italiano dal primo al secondo dopoguerra , Roma, USSME,1985 , Ferruccio Botti / Mario Cermelli " La teoria della guerra aerea in Italia dalle origini alla seconda guerra mondiale ( 1884-1938)" Roma, USSMA, 1989 )
 
Fu promosso [[generale di divisione]] nel [[1923]], restando in aspettativa.<ref>[http://www.treccani.it/enciclopedia/giulio-douhet_(Dizionario-Biografico)/ DOUHET, Giulio in Dizionario Biografico – Treccani<!-- Titolo generato automaticamente -->].</ref>
È da segnalare che le teorie di Douhet trovarono, fra le due guerre, un certo seguito anche nell'[[Unione Sovietica]]: alla metà degli [[anni trenta]] le [[Aeronautica militare sovietica|forze aeree dell'URSS]] disponevano di circa {{formatnum:1000}} bombardieri bimotori e quadrimotori destinati all'attacco strategico<ref>Patrick Facon, ''Le bombardement stratègique'' Munich, Editions du rocher, 1996, p. 122.</ref>.
 
Nel 1922 iniziò a collaborare con il ''[[Popolo d'Italia]]'' di [[Mussolini]] che, dopo la [[marcia su Roma]], gli diede l'incarico di responsabile dell'aviazione militare<ref>{{Cita web|url=http://www.aeronautica.difesa.it/Sitoam/Default.asp?idente=1398&idnot=8221&idsez=&idarg=|titolo=Il generale Douhet e il generale Mitchell|accesso=2 novembre 2008|editore=Portale dell'Aeronautica Militare |sito=Le schede}}</ref> ma, criticato dagli ambienti militari e navali, presto abbandonò per dedicarsi interamente allo studio.
{{link img|posizione = right|link =http://www.gentedelquindicesimo.it/giulio_douhet_.html|titolo =La tomba del generale Douhet con la moglie a Roma al [[Cimitero del Verano]] |fonte =gentedelquindicesimo.it }}
Morì nel [[1930]] colpito da un infarto, mentre coltivava rose nel suo giardino. È sepolto, insieme alla moglie, Teresa (Gina) Casalis che gli sopravvisse e morì nel [[1960]]. La tomba dove riposano assieme è a Roma al [[Cimitero del Verano]]. La vedova vi fece scolpire la seguente iscrizione:<ref name="Piva"/>
{{Quote|Anima e cuore di soldato italiano spirito colto geniale e lungimirante fin dai primi tentativi dell’aviazione intravide l’ineluttabile avvento delle armate del cielo e per la patria una ne invocò strenuamente con gli scritti e con la parola sprezzando ogni personale interesse. Di ogni ideale umano e patriottico profondamente pervaso primo in Italia e fuori il culto del milite ignoto propose. Doveva triste destino del genio chiudere la vita perché le sue idee fossero attuate e fosse proclamato maestro MCMXXX – La vedova orgogliosa}}
Nel [[2008]] un articolo sulla rivista della [[Associazione Arma Aeronautica]] denuncia lo stato di degrado della tomba. L'articolo porta al lancio di iniziative per il restauro.<ref>{{cita web|autore=Antonio Daniele|url=http://www.istitutonastroazzurro.org/documents/21/settembreottobre2008.pdf|titolo=Lettere al direttore|accesso=11-11-2008|formato=PDF|editore=Istituto del Nastro Azzurro|pagine=5|data=Data pubblicazione set-ott 2008}}</ref>
 
Douhet non conseguì mai il brevetto di pilota. Scrittore e polemista brillante, scrisse anche due brevi opere che oggigiorno verrebbero classificate come fantapolitica: ''La vittoria alata'' e ''La guerra del '19''. Nella prima si immagina un finale alternativo della prima guerra mondiale: gli [[Imperi centrali]] sono costretti alla capitolazione non da una sconfitta sui fronti terrestri bensì da un'offensiva aerea strategica. Nel secondo, collocato temporalmente negli anni trenta del [[XX secolo]], si immagina una guerra tra Francia e Belgio da un lato e una riarmata Germania; vince la Germania che punta su una forte aviazione strategica e sugli attacchi ai centri urbani del nemico.
A Giulio Douhet sono intitolate vie e piazze a Roma, Firenze e Caserta. L'[[Aeronautica Militare]] gli ha intitolato la [[Scuola Militare Aeronautica Giulio Douhet]] di [[Firenze]].
Coerentemente con sé stesso, Douhet, anche nelle opere di finzione, riteneva necessaria e sufficiente per il conseguimento della vittoria una forte aviazione strategica.<ref>Ferruccio Botti, Virgilio Ilari, ''Il pensiero militare italiano dal primo al secondo dopoguerra'', Roma, USSME,1985.</ref><ref>Ferruccio Botti, Mario Cermelli, ''La teoria della guerra aerea in Italia dalle origini alla seconda guerra mondiale (1884-1938)'' Roma, USSMA, 1989.</ref>
 
=== La dottrinascomparsa e sulla dominiotomba dell'aria===
Morì nel [[1930]] colpito da un infarto, mentre coltivava rose nel suo giardino. È sepolto insieme alla moglie, Teresa (Gina) Casalis, che morì nel [[1960]]. La tomba dove riposano assieme è a Roma al [[cimitero del Verano]]. La vedova vi fece scolpire la seguente iscrizione:<ref name="Piva"/>
Obiettivo dei bombardamenti incendiari, chimici e batteriologici dovevano essere, secondo Douhet, non tanto le forze armate avversarie, ma soprattutto le popolazioni civili e le città densamente popolate.<br/>
{{Citazione|Anima e cuore di soldato italiano spirito colto geniale lungimirante fin dai primi tentativi dell’aviazione intravide l’ineluttabile avvento delle armate del cielo e per la patria una ne invocò strenuamente con gli scritti e con la parola sprezzando ogni personale interesse. Di ogni ideale umano e patriottico fervidamente pervaso primo in Italia e fuori il culto del milite ignoto propose. Doveva triste destino del genio chiudere la vita perché le sue idee fossero attuate e fosse proclamato maestro. MCMXXX – La vedova orgogliosa}}
In altre parole: bombardamento strategico e non bombardamento tattico, trascurando altresì le possibilità della guerra aeronavale.
Nel [[2008]] un articolo sulla rivista della [[Associazione arma aeronautica]] denunciò lo stato di degrado della tomba. L'articolo portò al lancio di iniziative per il restauro<ref>{{Cita web|autore=Antonio Daniele|url=http://www.istitutonastroazzurro.org/documents/21/settembreottobre2008.pdf|titolo=Lettere al direttore|accesso=11 novembre 2008|formato=PDF|editore=Istituto del Nastro Azzurro|p=5|data=Data pubblicazione set-ott 2008|urlmorto=sì}}</ref>, che si completarono in occasione della commemorazione degli 80 anni dalla morte, con una cerimonia il 19 febbraio 2010 presso il cimitero, con deposizione di una corona di alloro alla presenza degli allievi della [[Scuola Militare Aeronautica Giulio Douhet]], l'[[Accademie e scuole militari in Italia|istituto di formazione militare]] con sede a [[Firenze]] che l'[[Aeronautica Militare (Italia)|Aeronautica Militare]] ha voluto intitolargli nel 2006. Il portale web dell'Aeronautica Militare ha proposto una pagina, intitolata "''I grandi aviatori''", dove vengono citate le maggiori personalità storiche dell'aviazione italiana, ponendo Douhet tra di esse.<ref>{{Cita web|url=http://www.aeronautica.difesa.it/cpa/gallery/Pagine/Igrandiaviatori.aspx|titolo=I grandi aviatori|sito=aeronautica.difesa.it|accesso=31 maggio 2013|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130630023545/http://www.aeronautica.difesa.it/cpa/gallery/Pagine/Igrandiaviatori.aspx}}</ref>
Corollario di siffatta teoria doveva essere la costituzione di un'Arma Aerea indipendente a fianco dell'Esercito e della Marina.
Incidentalmente si osserva che Douhet era scettico sulle possibilità di difesa antiaerea, sia a mezzo caccia sia tramite artiglieria e, conseguentemente, non riteneva si dovesse investire negli aeroplani da caccia.<ref name="Botti">{{cita libro|cognome=Botti |nome=Ferruccio |wkautore=Ferruccio Botti|coautori=Mario Cermelli |titolo=La teoria della guerra aerea in Italia dalle origini alla seconda guerra mondiale (1884-1939) |anno=1989 |editore=USSMA |città=Roma }}</ref><ref name="Shiner">{{cita web|autore=Colonel John F. Shiner|url=http://www.airpower.au.af.mil/airchronicles/aureview/1986/jan-feb/shiner.html#shiner|titolo=Reflections on Douhet the classic approach
|accesso=30-10-2008|lingua=en|editore=Office of Air Force History|opera=Air University Review|data=Data pubblicazione gen-feb 1986}}</ref><ref name="Hurley">{{cita libro|cognome=Hurley |nome=Alfred F. |titolo=Billy Mitchell crusader for Air Power |url=http://books.google.it/books?id=oJo7qyDKvb4C&pg=PA75&lpg=PA75&dq=Airpower+Journal+douhet&source=bl&ots=lVq99DlNmC&sig=s_EdyEA1tZBGMeHfOZPTbo_spSU&hl=it&sa=X&oi=book_result&resnum=10&ct=result#PPA76,M1 |editore=Indiana University press |città=Bloomington, IN |lingua=en |id=ISBN 9780253201805 |pagine=p.76 }}</ref>
 
== La dottrina sul dominio dell'aria ==
A questo proposito i concetti fondamentali della dottrina di Douhet sono facilmente desumibili da alcune citazioni dirette del suo trattato:
[[File:Padiglione Comando, sala degli stemmi, busto giulio douhet.JPG|thumb|Busto alla [[Scuola di Guerra Aerea]], Firenze]]
{{quote|Basta immaginare ciò che accadrebbe, fra la popolazione civile dei centri abitati, quando si diffondesse la notizia che i centri presi di mira dal nemico vengono completamente distrutti, senza lasciare scampo ad alcuno. I bersagli delle offese aeree saranno quindi, in genere, superfici di determinate estensioni sulle quali esistano fabbricati normali, abitazioni, stabilimenti ecc. ed una determinata popolazione. Per distruggere tali bersagli occorre impiegare i tre tipi di bombe: esplodenti, incendiarie e velenose, proporzionandole convenientemente. Le esplosive servono per produrre le prime rovine, le incendiarie per determinare i focolari di incendio, le velenose per impedire che gli incendi vengano domati dall'opera di alcuno. L'azione venefica deve essere tale da permanere per lungo tempo, per giornate intere, e ciò può ottenersi sia mediante la qualità dei materiali impiegati, sia impiegando proiettili con spolette variamente ritardate.|Giulio Douhet, ''Il dominio dell'aria'', Verona, 1932, pagina 24}}
Secondo Douhet l'aeroplano non poteva più essere inteso solo come un mezzo ausiliario dell'Esercito e della Marina per colpire obiettivi terrestri e navali, bensì era diventato l'unico mezzo per combattere una terza lotta nella nuova dimensione, l'aria. Il generale auspicava dunque parallelamente alla permanenza delle Aviazioni dell'Esercito e della Marina, la formazione di una "terza sorella": l'"Armata Aerea". Questa sarebbe stata la sola e unica forza armata capace di garantire la conquista del "dominio dell'aria", conquista necessaria per proteggere i cieli italiani dall'aggressione di mezzi aerei nemici e unico mezzo capace di garantire il possesso dei cieli avversari in un conflitto.
 
Incidentalmente si osserva che Douhet era scettico sulle possibilità di difesa antiaerea, sia a mezzo caccia sia tramite artiglieria e, conseguentemente, non riteneva si dovesse investire negli aeroplani da caccia,<ref name="Hurley">{{Cita libro|cognome=Hurley |nome=Alfred F. |titolo=Billy Mitchell crusader for Air Power |url=http://books.google.it/books?id=oJo7qyDKvb4C&pg=PA75&lpg=PA75&dq=Airpower+Journal+douhet&source=bl&ots=lVq99DlNmC&sig=s_EdyEA1tZBGMeHfOZPTbo_spSU&hl=it&sa=X&oi=book_result&resnum=10&ct=result#PPA76,M1 |editore=Indiana University press |città=Bloomington, IN |lingua=en |isbn=978-0-253-20180-5 |p=76 }}</ref><ref name="Botti">{{Cita libro|cognome=Botti |nome=Ferrucci |wkautore=Ferruccio Botti|coautori=Mario Cermelli|titolo=La teoria della guerra aerea in Italia dalle origini alla seconda guerra mondiale (1884-1939) |anno=1989 |editore=USSMA |città=Rom }}</ref><ref name="Shiner">{{Cita web|autore=Colonel John F. Shiner|url=http://www.airpower.au.af.mil/airchronicles/aureview/1986/jan-feb/shiner.html#shiner|titolo=Reflections on Douhet the classic approach|accesso=30 ottobre 2008|lingua=en|editore=Office of Air Force History|sito=Air University Review|data=Data pubblicazione gen-feb 1986|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110913135309/http://www.airpower.au.af.mil/airchronicles/aureview/1986/jan-feb/shiner.html#shiner|urlmorto=sì}}</ref> teorizzò invece come guerra di "contraviazione" il bombardamento dei campi da volo nemici attraverso materiale esplosivo che crei "imbuti di scoppio".
{{quote|Immaginiamoci una grande città che, in pochi minuti, veda la sua parte centrale, per un raggio di 250 metri all'incirca, colpita da una massa di proiettili del peso complessivo di una ventina di tonnellate: qualche esplosione, qualche principio d'incendio, gas venefici che uccidono ed impediscono di avvicinarsi alla zona colpita: poi gli incendi che si sviluppano, il veleno che permane; passano le ore, passa la notte, sempre più divampano gli incendi, mentre il veleno filtra ed allarga la sua azione. La vita della città è sospesa; se attraverso ad essa passa qualche grossa arteria stradale, il passaggio è sospeso.|Giulio Douhet, Il dominio dell'aria, Verona, 1932, pagina 67}}
 
Douhet prevedeva, sin dalle premesse della sua opera, un impiego di massicci quantitativi di aeroplani, dispiegati in grosse formazioni. Nel suo libro scriveva:
{{quote|Ed, in ordine al conseguimento della vittoria, avrà certamente più influenza un bombardamento aereo che costringa a sgombrare qualche città di svariate centinaia di migliaia di abitanti che non una battaglia del tipo delle numerosissime che si combattono durante la grande guerra senza risultati di apprezzabile valore.|Giulio Douhet, Il dominio dell'aria, Verona, 1932, pagina 166}}.
{{Citazione|Immediatamente sorge il primo principio del suo impiego: l'Armata Aerea deve venire impiegata in massa. Questo principio è perfettamente identico a quello che regge la guerra terrestre e quella marittima. L'effetto materiale e morale delle offese aeree - come di qualunque altra offesa - è massimo quando le offese stesse vengono concentrate nello spazio e nel tempo.}}
Le teorie di Douhet furono (e tuttora sono) oggetto di studio e controversia da parte degli storici militari e degli studiosi di strategia dagli anni venti del ventesimo secolo fino ad oggi.<ref name="Facon">{{cita libro|cognome=Facon |nome=Patrick |titolo=Le bombardement stratégique|anno=1995 |editore=Éditions du Rocher, coll. L'Art de la Guerre|città=Monaco-Paris |lingua=fr |id= }}</ref><ref name="Rocca">{{cita libro|cognome=Rocca |nome=Gianni |wkautore=Gianni Rocca |titolo=I Disperati - La tragedia dell'Aeronautica Italiana nella seconda guerra mondiale |anno=1991 |editore=Arnoldo Mondadori Editore |città=Milano |id=ISBN 88-04-44940-3}}</ref><ref name="Feuchter">{{cita libro|cognome=Feuchter |nome=Georg W. |titolo=La guerra aerea |anno=1968 |editore=Sansoni |città=Firenze}}</ref><ref name="Giacomelli ">{{cita libro|cognome=Giacomelli |nome=Raffaele |titolo=Il Terrorismo Aereo Nella Teoria e Nella Realtà (Supplemento Storico al Volume XXV De L'Aerotecnica) |anno=1945 |editore=Ass.Ital.d'Aerotecnica |città=Roma }}</ref>Gli studiosi hanno analizzato le principali campagne militari dalla [[seconda guerra mondiale]] fino ai recenti avvenimenti dei [[guerra nei Balcani|Balcani]], dell'[[invasione statunitense dell'Afghanistan|Afghanistan]] e dell'[[guerra in Iraq|Iraq]]. Tutti riconoscono l'imprescindibilità del potere aereo, non tutti concordano che una campagna militare possa essere decisa solamente dall'aviazione.
 
Secondo i detrattori, invece, egli affermava che l'obiettivo dei bombardamenti incendiari, chimici e batteriologici dovevano essere non tanto le forze armate avversarie, ma soprattutto le popolazioni civili e le città densamente popolate. Douhet nel suo trattato scrisse di bombe "velenose" il cui effetto aveva una durata limitata e presumibilmente, come tradussero gli americani, faceva riferimento ai gas già sperimentati durante la prima guerra mondiale. I passi che hanno scatenato la controversia sono tra gli altri:
Le teorie di Douhet vennero subito criticate in [[Italia]], tanto da portarlo allo scontro con l'''establishment'' militare (anche se forse l'ostilità era più diretta all'uomo - e ai gruppi di interesse che lo sostenevano - che non alle teorie che egli promuoveva).<ref name="everything2">{{cita web|url=http://everything2.com/e2node/Giulio%2520Douhet|titolo=Giulio Douhet|accesso=30-10-2008|lingua=en|editore=everything2.com|data=Data pubblicazione 02-06-2005}}</ref> Oggi può sembrare che la storia gli abbia dato ragione, infatti nella [[seconda guerra mondiale]] la [[bombardamento a tappeto|guerra aerea]] si è svolta nel modo che lui preconizzava (si veda ad esempio l'effetto strategico del [[bombardamento atomico di Hiroshima e Nagasaki]]).<ref name="everything2"/> Tuttavia ad una analisi attenta si scopre che forse i suoi detrattori non avevano torto.<ref name="Shiner"/> I bombardamenti aerei a tappeto e la distruzione di quasi tutte le città non sono bastati a piegare la Germania e solo lo spettro di una totale distruzione nucleare ha portato il Giappone alla resa.
 
{{Citazione|Ammettiamo, sempre in via di ipotesi, che la Germania possegga una Armata Aerea e la Francia l'attuale aviazione militare: in questo caso, se la Germania si decidesse ad attaccare la Francia, le converrebbe, nella prima giornata di operazioni, distruggere 50 stabilimenti d'aviazione francese, oppure gettare 50 superfici distruggibili su Parigi e dintorni, per togliere alla Francia non la sua aviazione, ma il suo cervello?"}}
Né le guerre successive al 1945 hanno confermato incontrovertibilmente le teorie del Douhet. <ref name="Shiner"/>Infatti la netta superiorità aerea delle forze delle Nazioni Unite non impedì che la [[guerra di Corea]] si trascinasse per oltre tre anni con ingenti costi umani e materiali. Né il bombardamento strategico assicurò la vittoria agli U.S.A. nella [[guerra del Vietnam]]. Per contro in altre campagne ([[guerra dei Sei Giorni]], [[guerra delle Falkland]]) si è rivelata decisiva l'azione dell'aviazione tattica ovvero della componente aeronavale.<ref name="Lindqvist ">{{cita libro|cognome=Lindqvist |nome=Sven |wkautore= |coautori=(trad. Giorgetti Cima C.) |titolo=Sei morto! Il secolo delle bombe |anno=2005 |editore=Ponte alle Grazie |città=Milano |id=ISBN 8879287613 }}</ref>
 
{{Citazione|Basta immaginare ciò che accadrebbe, fra la popolazione civile dei centri abitati, quando si diffondesse la notizia che i centri presi di mira dal nemico vengono completamente distrutti, senza lasciare scampo ad alcuno. I bersagli delle offese aeree saranno quindi, in genere, superfici di determinate estensioni sulle quali esistano fabbricati normali, abitazioni, stabilimenti ecc. ed una determinata popolazione. Per distruggere tali bersagli occorre impiegare i tre tipi di bombe: esplodenti, incendiarie e velenose, proporzionandole convenientemente. Le esplosive servono per produrre le prime rovine, le incendiarie per determinare i focolari di incendio, le velenose per impedire che gli incendi vengano domati dall'opera di alcuno. L'azione venefica deve essere tale da permanere per lungo tempo, per giornate intere, e ciò può ottenersi sia mediante la qualità dei materiali impiegati, sia impiegando proiettili con spolette variamente ritardate.|Giulio Douhet, ''Il dominio dell'aria'', Verona, 1932, pagina 24}}
Quindi le visioni apocalittiche di Douhet si sono dimostrate nello stesso tempo corrette e fuorvianti.<ref name="everything2"/> Corrette nel profetizzare una nuova forma di guerra di cui l'umanità avrebbe volentieri fatto a meno, fuorvianti nel suggerire che l'uso del bombardamento aereo indiscriminato sarebbe stato il metodo decisivo per vincere le guerre del futuro.<ref name="Shiner"/> Resta aperto il problema etico di una condotta di guerra che mira esplicitamente alla uccisione di civili inermi, vecchi, donne e bambini per colpire il potenziale economico del nemico ed influire sul morale delle sue truppe.<ref name="Turner">{{cita web|autore=James Turner Johnson|url=http://www.encyclopedia.com/doc/1O126-BombingEthicsof.html|titolo=Bombing, Ethics of|accesso=30-10-2008|lingua=en|editore=Highbeam encyclopedia
|anno=on-2000}}</ref>
 
{{Citazione|Immaginiamoci una grande città che, in pochi minuti, veda la sua parte centrale, per un raggio di 250 metri all'incirca, colpita da una massa di proiettili del peso complessivo di una ventina di tonnellate: qualche esplosione, qualche principio d'incendio, gas venefici che uccidono ed impediscono di avvicinarsi alla zona colpita: poi gli incendi che si sviluppano, il veleno che permane; passano le ore, passa la notte, sempre più divampano gli incendi, mentre il veleno filtra ed allarga la sua azione. La vita della città è sospesa; se attraverso ad essa passa qualche grossa arteria stradale, il passaggio è sospeso.|Giulio Douhet, Il dominio dell'aria, Verona, 1932, pagina 67}}
== Note ==
<references/>
 
{{Citazione|Ed, in ordine al conseguimento della vittoria, avrà certamente più influenza un bombardamento aereo che costringa a sgombrare qualche città di svariate centinaia di migliaia di abitanti che non una battaglia del tipo delle numerosissime che si combattono durante la grande guerra senza risultati di apprezzabile valore.|Giulio Douhet, Il dominio dell'aria, Verona, 1932, pagina 166}}
==Bibliografia==
*{{cita libro|cognome=Bonacina |nome=Giorgio |wkautore= |coautori= |curatore= |altri= |titolo=Obiettivo: Italia - I bombardamenti aerei delle città italiane dal 1840 al 1845|dataoriginale= |annooriginale= |meseoriginale= |url= |formato= |datadiaccesso= |annodiaccesso= |mesediaccesso= |edizione= |data= |anno=1970 |mese= |editore=Mursia |città=Milano |lingua= |id=ISBN 88-425-3517-6 |doi = |pagine= |capitolo= |urlcapitolo= |citazione = |cid= }}
*{{cita libro|cognome=Botti |nome=Ferruccio |wkautore=Ferruccio Botti |coautori=Virgilio Ilari |curatore= |altri= |titolo=Il pensiero militare italiano dal primo al secondo dopoguerra 1919-1949 |dataoriginale= |annooriginale= |meseoriginale= |url= |formato= |datadiaccesso= |annodiaccesso= |mesediaccesso= |edizione= |data= |anno=1985 |mese= |editore=USSME |città=Roma |lingua= |id= |doi = |pagine= |capitolo= |urlcapitolo= |citazione = |cid= }}
*{{cita libro|cognome=Botti |nome=Ferruccio |wkautore=Ferruccio Botti |coautori=Mario Cermelli |curatore= |altri= |titolo=La teoria della guerra aerea in Italia dalle origini alla seconda guerra mondiale (1884-1939) |dataoriginale= |annooriginale= |meseoriginale= |url= |formato= |datadiaccesso= |annodiaccesso= |mesediaccesso= |edizione= |data= |anno=1989 |mese= |editore=USSMA |città= |lingua= |id= |doi = |pagine= |capitolo= |urlcapitolo= |citazione = |cid= }}
*{{cita libro|cognome=Collier |nome=Basil |wkautore= |coautori= |curatore= |altri= |titolo=Storia della guerra aerea |dataoriginale= |annooriginale= |meseoriginale= |url= |formato= |datadiaccesso= |annodiaccesso= |mesediaccesso= |edizione= |data= |anno=1973 |mese= |editore=Mondadori |città=Milano |lingua= |id= |doi = |pagine= |capitolo= |urlcapitolo= |citazione = |cid= }}
*{{cita libro|cognome=Hallgarten |nome=George W. F. |wkautore= |coautori=(trad. Sergi P.) |curatore= |altri= |titolo=Storia della corsa agli armamenti |dataoriginale= |annooriginale= |meseoriginale= |url= |formato= |datadiaccesso= |annodiaccesso= |mesediaccesso= |edizione= |data= |anno=1972 |mese= |editore=Editori Riuniti |città=Roma |lingua= |id=ISBN 8835904153 |doi = |pagine= |capitolo= |urlcapitolo= |citazione = |cid= }}
*{{cita libro|cognome=Mecozzi |nome=Amedeo |wkautore=Amedeo Mecozzi |coautori= |curatore= |altri= |titolo=Guerra agli inermi ed aviazione d'assalto |dataoriginale= |annooriginale= |meseoriginale= |url= |formato= |datadiaccesso= |annodiaccesso= |mesediaccesso= |edizione= |data= |anno=1965 |mese= |editore=Libreria dell'orologio|città=Roma |lingua= |id= |doi = |pagine= |capitolo= |urlcapitolo= |citazione = |cid= }}
*{{cita libro|cognome=Paret |nome=Peter |wkautore= |coautori=Gordon A. Craig, Felix Gilbert |curatore= |altri= |titolo=Makers of Modern Strategy: From Machiavelli to the Nuclear Age |dataoriginale= |annooriginale= |meseoriginale= |url= |formato= |datadiaccesso= |annodiaccesso= |mesediaccesso= |edizione= |data= |anno=1986 |mese= |editore=Princeton University Press |città=Princeton, New Jersey,USA |lingua=en |id=ISBN 9780691027647 |doi = |pagine= |capitolo= |urlcapitolo= |citazione = |cid= }}
*{{cita libro|cognome=AA.VV.|nome= |wkautore= |coautori=(a cura di Peter Paret)|curatore= |altri= |titolo=Guerra e strategia nell'età contemporanea |dataoriginale= |annooriginale= |meseoriginale= |url= |formato= |datadiaccesso= |annodiaccesso= |mesediaccesso= |edizione= |data= |anno=2007 |mese= |editore=Marietti |città=Genova |lingua= |id=ISBN 9788821194054 |doi = |pagine= |capitolo= |urlcapitolo= |citazione = |cid= }}
 
Tuttavia Douhet è ben conscio della delicatezza necessaria della scelta degli obiettivi, ne è testimone la trattazione riportata in forma di domande rivolte al lettore
==Onorificenze==
 
{{Citazione|Ammesso che un eventuale nostro nemico possegga una Armata Aerea provvista di unità da bombardamento della superficie distruggibile di 500 metri di diametro e di un raggio di azione adeguato:<br />
1. - Quante unità da bombardamento occorrerebbero per tagliare tutte le comunicazioni ferroviarie del Piemonte e della Liguria col resto dell'Italia, in un solo giorno?<br />
2. - Quante unità da bombardamento occorrerebbero per tagliare Roma da tutte le comunicazioni ferroviarie, telegrafiche, telefoniche, radiotelegrafiche, gettando Roma stessa nel terrore e nella confusione mediante la distruzione dei principali ministeri e delle banche maggiori, in un sol giorno?"}}
[[File:DOUHETCASAROMA24042024 079.jpg|thumb|Targa e busto presso l'abitazione via Marcantonio Colonna 25 a Roma]]
Le teorie di Douhet furono e tuttora sono oggetto di studio e controversia da parte degli storici militari e degli studiosi di strategia dagli anni venti del ventesimo secolo fino ad oggi.<ref name="Rocca">{{Cita libro|cognome=Rocca |nome=Gianni |wkautore=Gianni Rocca |titolo=I Disperati - La tragedia dell'Aeronautica Italiana nella seconda guerra mondiale |anno=1991 |editore=Arnoldo Mondadori Editore |città=Milano |isbn=88-04-44940-3}}</ref><ref name="Facon">{{Cita libro|cognome=Facon |nome=Patrick |titolo=Le bombardement stratégique|anno=1995 |editore=Éditions du Rocher, coll. L'Art de la Guerre|città=Monaco-Paris |lingua=fr }}</ref><ref name="Feuchter">{{Cita libro|cognome=Feuchter |nome=Georg W. |titolo=La guerra aerea |anno=1968 |editore=Sansoni |città=Firenze}}</ref><ref name="Giacomelli ">{{Cita libro|cognome=Giacomelli |nome=Raffaele |titolo=Il Terrorismo Aereo Nella Teoria e Nella Realtà (Supplemento Storico al Volume XXV De L'Aerotecnica) |anno=1945 |editore=Ass.Ital.d'Aerotecnica |città=Roma }}</ref> Nel 1945 la realizzazione e l'impiego bellico delle armi nucleari, cui seguì secondo alcune interpretazioni la resa incondizionata del Giappone, sembrò confermare le teorie di Douhet<ref>Rivista Aeronautica, 1945.</ref>. Gli studiosi hanno analizzato le principali campagne militari dalla [[seconda guerra mondiale]] fino ai recenti avvenimenti dei [[guerra nei Balcani|Balcani]], dell'[[invasione statunitense dell'Afghanistan|Afghanistan]] e dell'[[guerra in Iraq|Iraq]]. Tutti riconoscono l'imprescindibilità del potere aereo, ma pochi concordano che una campagna militare possa essere decisa solamente dall'aeronautica.
 
Le teorie di Douhet vennero subito criticate in [[Italia]], tanto da portarlo allo scontro con l{{'}}''establishment'' militare (anche se forse l'ostilità era più diretta all'uomo - e ai gruppi di interesse che lo sostenevano - che non alle teorie che egli promuoveva).<ref name="everything2">{{Cita web|url=http://everything2.com/e2node/Giulio%2520Douhet|titolo=Giulio Douhet|accesso=30 ottobre 2008|lingua=en|editore=everything2.com|data=Data pubblicazione 02-06-2005}}</ref> Nella [[seconda guerra mondiale]] la [[bombardamento a tappeto|guerra aerea]] ha visto gli impieghi massicci di bombardieri strategici che lui preconizzava, ma i bombardamenti aerei a tappeto delle città inglesi e tedesche non sono bastati a risolvere da soli il conflitto, mentre lo spettro di una totale distruzione nucleare si ritiene da parte di alcuni portò il Giappone alla resa (secondo altre interpretazioni, fu un insieme di concause). Né le guerre successive al 1945 hanno confermato le teorie del Douhet.<ref name="Shiner"/> La netta superiorità aerea delle forze delle Nazioni Unite non impedì che la [[guerra di Corea]] si trascinasse per oltre tre anni con ingenti costi umani e materiali. Né il bombardamento strategico assicurò la vittoria agli Stati Uniti d'America nella [[guerra del Vietnam]].
 
Per contro, in altre campagne come la [[guerra delle Falkland]], combattuta dal Regno Unito e dall'Argentina per il possesso dell'Arcipelago delle Falkland nell'Oceano Atlantico, si è rivelata imprescindibile e decisiva l'azione dell'aviazione tattica.<ref name="Lindqvist ">{{Cita libro|cognome=Lindqvist |nome=Sven |coautori=(trad. Giorgetti Cima C.) |titolo=Sei morto! Il secolo delle bombe |anno=2005 |editore=Ponte alle Grazie |città=Milano |isbn=88-7928-761-3 }}</ref> Quindi le visioni apocalittiche di Douhet si sono dimostrate nello stesso tempo corrette e no:<ref name="everything2"/> corrette nel profetizzare una nuova forma di guerra; non corrette nel suggerire che l'uso del bombardamento aereo sarebbe stato il metodo decisivo per vincere qualsiasi guerra del futuro.<ref name="Shiner"/>
 
==Opere==
* ''I problemi dell'aeronavigazione'', Roma, 1910
* ''Norme per l'impiego degli aeroplani in guerra'', Roma, 1913
* ''L'Arte della guerra'', Torino, 1915
* ''Autodifesa. Documento difensivo relativo alla disfatta di Caporetto'', Città di Castello, 1919
* ''Come finì la grande guerra. La vittoria alata'', Roma, 1919
* ''Diario critico di guerra 1915-16'', Torino 1921-22
* ''L'onorevole che non poté più mentire'', Roma, 1921, (romanzo)
* ''Il dominio dell'aria'', Roma, 1921
* ''La difesa nazionale'', Torino, 1923
* ''Sintesi critica della grande guerra: Probabili aspetti della guerra futura'', Palermo, 1928
* ''Le profezie di Cassandra'' (raccolta di scritti a cura di [[Gherardo Pantano]]), Livorno, 1931
 
== Onorificenze ==
{{Onorificenze
|immagine=Allied Victory Medal BAR.svg
Riga 94 ⟶ 139:
|collegamento_onorificenza=Medaglia interalleata della vittoria
|motivazione=
|luogo=
}}
 
==Voci correlateNote ==
<references/>
*[[Giovanni Battista Caproni]]
*[[Caproni Ca.31]]
 
== Bibliografia ==
{{Portale|Grande Guerra|storia|guerra}}
* {{cita libro|cognome=Bonacina |nome=Giorgio |titolo=Obiettivo: Italia - I bombardamenti aerei delle città italiane dal 1940 al 1945|data= |anno=1970 |editore=Mursia |città=Milano |isbn=88-425-3517-6}}
[[Categoria:Personalità del mondo dell'aviazione]]
* {{cita libro|cognome=Botti |nome=Ferruccio |wkautore=Ferruccio Botti |coautori=Virgilio Ilari |titolo=Il pensiero militare italiano dal primo al secondo dopoguerra 1919-1949 |data= |anno=1985 |editore=USSME |città=Roma }}
[[Categoria:Militari italiani della prima guerra mondiale]]
* {{cita libro|cognome=Botti |nome=Ferruccio |wkautore=Ferruccio Botti |coautori=Mario Cermelli |titolo=La teoria della guerra aerea in Italia dalle origini alla seconda guerra mondiale (1884-1939) |data= |anno=1989 |editore=USSMA |città= }}
* {{cita libro|cognome=Collier |nome=Basil |titolo=Storia della guerra aerea |data= |anno=1973 |editore=Mondadori |città=Milano }}
* {{cita libro|nome=Raffaele|cognome= Giacommelli|titolo=Il terrorismo aereo nella teoria e nella realtà|città=Roma|data= 1945}}
* {{cita libro|cognome=Hallgarten |nome=George W. F. |coautori=(trad. Sergi P.) |titolo=Storia della corsa agli armamenti |data= |anno=1972 |editore=Editori Riuniti |città=Roma |isbn=88-359-0415-3 }}
* {{cita libro|cognome=Mecozzi |nome=Amedeo |wkautore=Amedeo Mecozzi |titolo=Guerra agli inermi ed aviazione d'assalto |data= |anno=1965 |editore=Libreria dell'orologio|città=Roma }}
* {{cita libro|cognome=Paret |nome=Peter |coautori=Gordon A. Craig, Felix Gilbert |titolo=Makers of Modern Strategy: From Machiavelli to the Nuclear Age |data= |anno=1986 |editore=Princeton University Press |città=Princeton, New Jersey,USA |lingua=en |isbn=978-0-691-02764-7 }}
* {{cita libro|cognome=AA.VV.|nome= |coautori=(a cura di Peter Paret)|titolo=Guerra e strategia nell'età contemporanea |data= |anno=2007 |editore=Marietti |città=Genova |isbn=978-88-211-9405-4}}
* {{cita libro|cognome=Ciampaglia |nome=Giuseppe|titolo=Douhet vs Mecozzi Due Visioni Complementari del Potere Aereo |data= |anno=2024 |editore= autore |città=Roma }}
 
== Voci correlate ==
[[de:Giulio Douhet]]
*[[Servizio Aeronautico]]
[[en:Giulio Douhet]]
* [[Giovanni Battista Caproni]]
[[es:Giulio Douhet]]
* [[fi:GiulioCaproni DouhetCa.31]]
*[[fr:Scuola militare aeronautica Giulio Douhet]]
* [[Bomber Mafia]]
[[he:ג'וליו דואה]]
 
[[ja:ジュリオ・ドゥーエ]]
== Altri progetti ==
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{{Aviazione nella prima guerra mondiale}}
 
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[[Categoria:Personalità del settore dell'aviazione]]
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