Giulio Douhet: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
(201 versioni intermedie di oltre 100 utenti non mostrate) | |||
Riga 1:
{{militare
|Nome = Giulio Douhet
|Immagine = Giulio Douhet.jpg
|Didascalia = Giulio Douhet
|Soprannome =
|Data_di_nascita = 30 maggio 1869
|Nato_a = [[Caserta]]
|Data_di_morte = 15 febbraio 1930
|Morto_a = [[Roma]]
|Cause_della_morte =
|Luogo_di_sepoltura = [[Cimitero del Verano]], [[Roma]]
|Nazione_servita = {{ITA 1861-1946}}
|Forza_armata = [[Regio Esercito]]
|Arma = [[Fanteria]]
|Corpo = [[Bersaglieri]]
|Specialità = [[Servizio Aeronautico]]
|Unità =
|Reparto =
|Anni_di_servizio = 1898 - 1926
|Grado = [[Maggior generale]]
|Ferite =
|Comandanti =
|Guerre = [[Prima guerra mondiale]]
|Campagne =
|Battaglie =
|Comandante_di = Battaglione Aviatori
|Decorazioni =
|Studi_militari = [[Accademia Militare di Modena]]
|Pubblicazioni =
|Frase_celebre =
|Altro_lavoro =
|Altro_campo =
|Altro =
|Note =
|Ref = Treccani.it<ref>{{Cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/giulio-douhet/|titolo=Douhet ‹du-è›, Giulio|accesso=27 maggio 2013}}</ref>
}}
{{Bio
|Nome = Giulio
Riga 10 ⟶ 45:
|GiornoMeseMorte = 15 febbraio
|AnnoMorte = 1930
|Epoca = 1900
|Attività = generale
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità = , teorico della [[guerra aerea]], contemporaneo degli altri sostenitori del [[bombardamento strategico]] [[Billy Mitchell]] e
</ref>
}}
== Biografia ==
Giulio Douhet (Giulio Felice Giovanni Battista all'anagrafe<ref name="Piva">{{Cita web|autore=Maurizio Piva|url=http://www.gentedelquindicesimo.it/giulio_douhet_.html|titolo=la tomba dimenticata di Giulio Douhet|accesso=10 novembre 2008|editore=[[Associazione Arma Aeronautica]]|sito=Aeronautica|data=Data pubblicazione marzo 2008|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20081029214129/http://www.gentedelquindicesimo.it/giulio_douhet_.html}}</ref>) nasce da una famiglia di origini [[Ducato di Savoia|savoiarde]]. Il padre, ufficiale farmacista del [[Regio Esercito]], scelse di diventare cittadino del Regno di Sardegna dopo la cessione del [[1860]] [[Trattato di Torino (1860)|di Nizza e Savoia]]. Dopo l'Unità d'Italia (17 marzo 1861) venne trasferito a [[Caserta]], dove nacque Giulio che a vent'anni frequentò l'[[Accademia Militare di Modena]], da cui uscì col grado di sottotenente dei [[bersaglieri]]. Si iscrisse anche al [[Politecnico di Torino]], laureandosi in ingegneria.
La sua carriera militare fu travagliata. Nel [[1911]], durante la [[guerra italo-turca]] per il controllo della [[Libia]], gli venne assegnato il compito di scrivere un rapporto sull'uso dell'aviazione da guerra. In esso teorizzò che l'unico uso efficace era il bombardamento da alta quota. In effetti, il primo impiego bellico di aeroplani della storia fu condotto dagli Italiani nel corso di quel conflitto e il primo bombardamento fu messo in pratica il 1º novembre 1911 da [[Giulio Gavotti]] della sezione aviazione del [[Servizio Aeronautico|Battaglione specialisti del Genio]], che bombardò le posizioni turche di [[Ain Zara]].<ref name="Harvey">{{Cita web|autore=A. D. Harvey|url=http://findarticles.com/p/articles/mi_hb3101/is_/ai_n28806744|titolo=Bombing and the Air War on the Italian Front, 1915-1918|accesso=7 novembre 2008|lingua=en|editore=CBS Interactive Inc.|sito=Air Power History|anno=2000}}</ref>
Lo stesso anno promosse
Scrisse il libro ''Regole per l'uso degli aeroplani in guerra'', uno dei primi manuali di dottrina sulla materia, ma le sue teorie vennero viste come troppo radicali.
=== La prima guerra mondiale ===
Per questo atto privo di autorizzazione venne allontanato dall'aviazione e destinato alla [[Fanteria]], con incarico a [[Edolo]] di Capo di stato maggiore della 5ª Divisione a Milano e, allo scoppio della [[prima guerra mondiale]], sul fronte dell'[[Gruppo dell'Adamello|Adamello]].
=== Il dopoguerra ===
Nel [[1920]], mentre era un [[colonnello]] in congedo, fondò l'Unione nazionale ufficiali e soldati e, sulla scorta di analoghe iniziative già attuate in Francia e in altri Paesi coinvolti nella "Grande Guerra", propose di erigere monumenti ai caduti della "Grande Guerra" in ogni città d'Italia e - primo in Italia<ref>[http://www.drengo.it/sm/11/maiorca.milite.pdf Umberto Maiorca "Il soldato senza nome che unì l'Italia" in Storiadelmondo n. 11, 30 giugno 2003] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20060509234844/http://drengo.it/sm/11/maiorca.milite.pdf |data=9 maggio 2006 }}.</ref> - di onorare i caduti italiani le cui salme non erano state identificate, con la creazione di un [[Milite Ignoto (Italia)|monumento al Milite Ignoto]] a Roma, presso il [[Vittoriano]].<ref name="Firenze"/><ref>{{Cita web|autore=Pietro Trivelli|url=http://www.sissco.it/index.php?id=1291&tx_wfqbe_pi1[idrassegna]=715|titolo=Una sola memoria per vincitori e vinti|accesso=2 novembre 2008|editore=Il Messaggero|data=Data pubblicazione 05-11-2002}}</ref>
Intanto il Tribunale supremo di guerra e marina nel novembre 1920 annullò la condanna del 1916 e fu reintegrato in servizio con il grado di [[maggiore generale]] e posto in aspettativa.
=== Il dominio dell'aria ===
Nel [[1921]] pubblicò, a cura del Ministero della guerra, ''Il dominio dell'aria'', il suo libro più noto, che ebbe molta fortuna all'estero<ref>[[Renzo De Felice|R. De Felice]], ''Mussolini'', vol. IV, [[Giulio Einaudi Editore|Einaudi]], Torino 1965, p. 39.</ref>. Tale saggio fu oggetto di attento studio, particolarmente da parte dei fautori della nascente specialità dell'aeronautica militare come l'americano [[Billy Mitchell]], che ebbe modo di conoscere nel 1922 e al quale illustrò la sua opera.<ref name="Hurley"/> Le forze armate britanniche invece non prestarono apparentemente attenzione al libro e gli autori britannici ritengono sia stato [[Hugh Trenchard]], il padre della [[Royal Air Force]] il primo teorico del bombardamento strategico, poi di fatto attuato durante la [[seconda guerra mondiale]], sotto le direttive di ''Sir'' [[Arthur Harris]].<ref name="everything2"/><ref name="Airminded">{{cita web|autore=Brett Holman|url=http://airminded.org/2007/04/07/the-douhet-dilemma/|titolo=The Douhet dilemma|accesso=30 ottobre 2008|lingua=en|editore=airminded.org|sito=Airminded - Airpower and British society, 1908-1941|data=Data pubblicazione 07-04-2007}} che cita {{Cita pubblicazione |cognome=Smith |nome=Malcolm |titolo=A matter of faith: British strategic air doctrine before 1939 |rivista=Journal of Contemporary History |numero=15 (1980) |pp=423-42 }}</ref>
Fu promosso [[generale di divisione]] nel [[1923]], restando in aspettativa.<ref>[http://www.treccani.it/enciclopedia/giulio-douhet_(Dizionario-Biografico)/ DOUHET, Giulio in Dizionario Biografico – Treccani<!-- Titolo generato automaticamente -->].</ref>
È da segnalare che le teorie di Douhet trovarono, fra le due guerre, un certo seguito anche nell'[[Unione Sovietica]]: alla metà degli [[anni trenta]] le [[Aeronautica militare sovietica|forze aeree dell'URSS]] disponevano di circa {{formatnum:1000}} bombardieri bimotori e quadrimotori destinati all'attacco strategico<ref>Patrick Facon, ''Le bombardement stratègique'' Munich, Editions du rocher, 1996, p. 122.</ref>.
Nel 1922 iniziò a collaborare con il ''[[Popolo d'Italia]]'' di [[Mussolini]] che, dopo la [[marcia su Roma]], gli diede l'incarico di responsabile dell'aviazione militare<ref>{{Cita web|url=http://www.aeronautica.difesa.it/Sitoam/Default.asp?idente=1398&idnot=8221&idsez=&idarg=|titolo=Il generale Douhet e il generale Mitchell|accesso=2 novembre 2008|editore=Portale dell'Aeronautica Militare |sito=Le schede}}</ref> ma, criticato dagli ambienti militari e navali, presto abbandonò per dedicarsi interamente allo studio.
Douhet non conseguì mai il brevetto di pilota. Scrittore e polemista brillante, scrisse anche due brevi opere che oggigiorno verrebbero classificate come fantapolitica: ''La vittoria alata'' e ''La guerra del '19''. Nella prima si immagina un finale alternativo della prima guerra mondiale: gli [[Imperi centrali]] sono costretti alla capitolazione non da una sconfitta sui fronti terrestri bensì da un'offensiva aerea strategica. Nel secondo, collocato temporalmente negli anni trenta del [[XX secolo]], si immagina una guerra tra Francia e Belgio da un lato e una riarmata Germania; vince la Germania che punta su una forte aviazione strategica e sugli attacchi ai centri urbani del nemico.
Coerentemente con sé stesso, Douhet, anche nelle opere di finzione, riteneva necessaria e sufficiente per il conseguimento della vittoria una forte aviazione strategica.<ref>Ferruccio Botti, Virgilio Ilari, ''Il pensiero militare italiano dal primo al secondo dopoguerra'', Roma, USSME,1985.</ref><ref>Ferruccio Botti, Mario Cermelli, ''La teoria della guerra aerea in Italia dalle origini alla seconda guerra mondiale (1884-1938)'' Roma, USSMA, 1989.</ref>
=== La
Morì nel [[1930]] colpito da un infarto, mentre coltivava rose nel suo giardino. È sepolto insieme alla moglie, Teresa (Gina) Casalis, che morì nel [[1960]]. La tomba dove riposano assieme è a Roma al [[cimitero del Verano]]. La vedova vi fece scolpire la seguente iscrizione:<ref name="Piva"/>
{{Citazione|Anima e cuore di soldato italiano spirito colto geniale lungimirante fin dai primi tentativi dell’aviazione intravide l’ineluttabile avvento delle armate del cielo e per la patria una ne invocò strenuamente con gli scritti e con la parola sprezzando ogni personale interesse. Di ogni ideale umano e patriottico fervidamente pervaso primo in Italia e fuori il culto del milite ignoto propose. Doveva triste destino del genio chiudere la vita perché le sue idee fossero attuate e fosse proclamato maestro. MCMXXX – La vedova orgogliosa}}
Nel [[2008]] un articolo sulla rivista della [[Associazione arma aeronautica]] denunciò lo stato di degrado della tomba. L'articolo portò al lancio di iniziative per il restauro<ref>{{Cita web|autore=Antonio Daniele|url=http://www.istitutonastroazzurro.org/documents/21/settembreottobre2008.pdf|titolo=Lettere al direttore|accesso=11 novembre 2008|formato=PDF|editore=Istituto del Nastro Azzurro|p=5|data=Data pubblicazione set-ott 2008|urlmorto=sì}}</ref>, che si completarono in occasione della commemorazione degli 80 anni dalla morte, con una cerimonia il 19 febbraio 2010 presso il cimitero, con deposizione di una corona di alloro alla presenza degli allievi della [[Scuola Militare Aeronautica Giulio Douhet]], l'[[Accademie e scuole militari in Italia|istituto di formazione militare]] con sede a [[Firenze]] che l'[[Aeronautica Militare (Italia)|Aeronautica Militare]] ha voluto intitolargli nel 2006. Il portale web dell'Aeronautica Militare ha proposto una pagina, intitolata "''I grandi aviatori''", dove vengono citate le maggiori personalità storiche dell'aviazione italiana, ponendo Douhet tra di esse.<ref>{{Cita web|url=http://www.aeronautica.difesa.it/cpa/gallery/Pagine/Igrandiaviatori.aspx|titolo=I grandi aviatori|sito=aeronautica.difesa.it|accesso=31 maggio 2013|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130630023545/http://www.aeronautica.difesa.it/cpa/gallery/Pagine/Igrandiaviatori.aspx}}</ref>
== La dottrina sul dominio dell'aria ==
[[File:Padiglione Comando, sala degli stemmi, busto giulio douhet.JPG|thumb|Busto alla [[Scuola di Guerra Aerea]], Firenze]]
Secondo Douhet l'aeroplano non poteva più essere inteso solo come un mezzo ausiliario dell'Esercito e della Marina per colpire obiettivi terrestri e navali, bensì era diventato l'unico mezzo per combattere una terza lotta nella nuova dimensione, l'aria. Il generale auspicava dunque parallelamente alla permanenza delle Aviazioni dell'Esercito e della Marina, la formazione di una "terza sorella": l'"Armata Aerea". Questa sarebbe stata la sola e unica forza armata capace di garantire la conquista del "dominio dell'aria", conquista necessaria per proteggere i cieli italiani dall'aggressione di mezzi aerei nemici e unico mezzo capace di garantire il possesso dei cieli avversari in un conflitto.
Incidentalmente si osserva che Douhet era scettico sulle possibilità di difesa antiaerea, sia a mezzo caccia sia tramite artiglieria e, conseguentemente, non riteneva si dovesse investire negli aeroplani da caccia,<ref name="Hurley">{{Cita libro|cognome=Hurley |nome=Alfred F. |titolo=Billy Mitchell crusader for Air Power |url=http://books.google.it/books?id=oJo7qyDKvb4C&pg=PA75&lpg=PA75&dq=Airpower+Journal+douhet&source=bl&ots=lVq99DlNmC&sig=s_EdyEA1tZBGMeHfOZPTbo_spSU&hl=it&sa=X&oi=book_result&resnum=10&ct=result#PPA76,M1 |editore=Indiana University press |città=Bloomington, IN |lingua=en |isbn=978-0-253-20180-5 |p=76 }}</ref><ref name="Botti">{{Cita libro|cognome=Botti |nome=Ferrucci |wkautore=Ferruccio Botti|coautori=Mario Cermelli|titolo=La teoria della guerra aerea in Italia dalle origini alla seconda guerra mondiale (1884-1939) |anno=1989 |editore=USSMA |città=Rom }}</ref><ref name="Shiner">{{Cita web|autore=Colonel John F. Shiner|url=http://www.airpower.au.af.mil/airchronicles/aureview/1986/jan-feb/shiner.html#shiner|titolo=Reflections on Douhet the classic approach|accesso=30 ottobre 2008|lingua=en|editore=Office of Air Force History|sito=Air University Review|data=Data pubblicazione gen-feb 1986|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110913135309/http://www.airpower.au.af.mil/airchronicles/aureview/1986/jan-feb/shiner.html#shiner|urlmorto=sì}}</ref> teorizzò invece come guerra di "contraviazione" il bombardamento dei campi da volo nemici attraverso materiale esplosivo che crei "imbuti di scoppio".
Douhet prevedeva, sin dalle premesse della sua opera, un impiego di massicci quantitativi di aeroplani, dispiegati in grosse formazioni. Nel suo libro scriveva:
{{Citazione|Immediatamente sorge il primo principio del suo impiego: l'Armata Aerea deve venire impiegata in massa. Questo principio è perfettamente identico a quello che regge la guerra terrestre e quella marittima. L'effetto materiale e morale delle offese aeree - come di qualunque altra offesa - è massimo quando le offese stesse vengono concentrate nello spazio e nel tempo.}}
Secondo i detrattori, invece, egli affermava che l'obiettivo dei bombardamenti incendiari, chimici e batteriologici dovevano essere non tanto le forze armate avversarie, ma soprattutto le popolazioni civili e le città densamente popolate. Douhet nel suo trattato scrisse di bombe "velenose" il cui effetto aveva una durata limitata e presumibilmente, come tradussero gli americani, faceva riferimento ai gas già sperimentati durante la prima guerra mondiale. I passi che hanno scatenato la controversia sono tra gli altri:
{{Citazione|Ammettiamo, sempre in via di ipotesi, che la Germania possegga una Armata Aerea e la Francia l'attuale aviazione militare: in questo caso, se la Germania si decidesse ad attaccare la Francia, le converrebbe, nella prima giornata di operazioni, distruggere 50 stabilimenti d'aviazione francese, oppure gettare 50 superfici distruggibili su Parigi e dintorni, per togliere alla Francia non la sua aviazione, ma il suo cervello?"}}
{{Citazione|Basta immaginare ciò che accadrebbe, fra la popolazione civile dei centri abitati, quando si diffondesse la notizia che i centri presi di mira dal nemico vengono completamente distrutti, senza lasciare scampo ad alcuno. I bersagli delle offese aeree saranno quindi, in genere, superfici di determinate estensioni sulle quali esistano fabbricati normali, abitazioni, stabilimenti ecc. ed una determinata popolazione. Per distruggere tali bersagli occorre impiegare i tre tipi di bombe: esplodenti, incendiarie e velenose, proporzionandole convenientemente. Le esplosive servono per produrre le prime rovine, le incendiarie per determinare i focolari di incendio, le velenose per impedire che gli incendi vengano domati dall'opera di alcuno. L'azione venefica deve essere tale da permanere per lungo tempo, per giornate intere, e ciò può ottenersi sia mediante la qualità dei materiali impiegati, sia impiegando proiettili con spolette variamente ritardate.|Giulio Douhet, ''Il dominio dell'aria'', Verona, 1932, pagina 24}}
{{Citazione|Immaginiamoci una grande città che, in pochi minuti, veda la sua parte centrale, per un raggio di 250 metri all'incirca, colpita da una massa di proiettili del peso complessivo di una ventina di tonnellate: qualche esplosione, qualche principio d'incendio, gas venefici che uccidono ed impediscono di avvicinarsi alla zona colpita: poi gli incendi che si sviluppano, il veleno che permane; passano le ore, passa la notte, sempre più divampano gli incendi, mentre il veleno filtra ed allarga la sua azione. La vita della città è sospesa; se attraverso ad essa passa qualche grossa arteria stradale, il passaggio è sospeso.|Giulio Douhet, Il dominio dell'aria, Verona, 1932, pagina 67}}
{{Citazione|Ed, in ordine al conseguimento della vittoria, avrà certamente più influenza un bombardamento aereo che costringa a sgombrare qualche città di svariate centinaia di migliaia di abitanti che non una battaglia del tipo delle numerosissime che si combattono durante la grande guerra senza risultati di apprezzabile valore.|Giulio Douhet, Il dominio dell'aria, Verona, 1932, pagina 166}}
Tuttavia Douhet è ben conscio della delicatezza necessaria della scelta degli obiettivi, ne è testimone la trattazione riportata in forma di domande rivolte al lettore
{{Citazione|Ammesso che un eventuale nostro nemico possegga una Armata Aerea provvista di unità da bombardamento della superficie distruggibile di 500 metri di diametro e di un raggio di azione adeguato:<br />
1. - Quante unità da bombardamento occorrerebbero per tagliare tutte le comunicazioni ferroviarie del Piemonte e della Liguria col resto dell'Italia, in un solo giorno?<br />
2. - Quante unità da bombardamento occorrerebbero per tagliare Roma da tutte le comunicazioni ferroviarie, telegrafiche, telefoniche, radiotelegrafiche, gettando Roma stessa nel terrore e nella confusione mediante la distruzione dei principali ministeri e delle banche maggiori, in un sol giorno?"}}
[[File:DOUHETCASAROMA24042024 079.jpg|thumb|Targa e busto presso l'abitazione via Marcantonio Colonna 25 a Roma]]
Le teorie di Douhet furono e tuttora sono oggetto di studio e controversia da parte degli storici militari e degli studiosi di strategia dagli anni venti del ventesimo secolo fino ad oggi.<ref name="Rocca">{{Cita libro|cognome=Rocca |nome=Gianni |wkautore=Gianni Rocca |titolo=I Disperati - La tragedia dell'Aeronautica Italiana nella seconda guerra mondiale |anno=1991 |editore=Arnoldo Mondadori Editore |città=Milano |isbn=88-04-44940-3}}</ref><ref name="Facon">{{Cita libro|cognome=Facon |nome=Patrick |titolo=Le bombardement stratégique|anno=1995 |editore=Éditions du Rocher, coll. L'Art de la Guerre|città=Monaco-Paris |lingua=fr }}</ref><ref name="Feuchter">{{Cita libro|cognome=Feuchter |nome=Georg W. |titolo=La guerra aerea |anno=1968 |editore=Sansoni |città=Firenze}}</ref><ref name="Giacomelli ">{{Cita libro|cognome=Giacomelli |nome=Raffaele |titolo=Il Terrorismo Aereo Nella Teoria e Nella Realtà (Supplemento Storico al Volume XXV De L'Aerotecnica) |anno=1945 |editore=Ass.Ital.d'Aerotecnica |città=Roma }}</ref> Nel 1945 la realizzazione e l'impiego bellico delle armi nucleari, cui seguì secondo alcune interpretazioni la resa incondizionata del Giappone, sembrò confermare le teorie di Douhet<ref>Rivista Aeronautica, 1945.</ref>. Gli studiosi hanno analizzato le principali campagne militari dalla [[seconda guerra mondiale]] fino ai recenti avvenimenti dei [[guerra nei Balcani|Balcani]], dell'[[invasione statunitense dell'Afghanistan|Afghanistan]] e dell'[[guerra in Iraq|Iraq]]. Tutti riconoscono l'imprescindibilità del potere aereo, ma pochi concordano che una campagna militare possa essere decisa solamente dall'aeronautica.
Le teorie di Douhet vennero subito criticate in [[Italia]], tanto da portarlo allo scontro con l{{'}}''establishment'' militare (anche se forse l'ostilità era più diretta all'uomo - e ai gruppi di interesse che lo sostenevano - che non alle teorie che egli promuoveva).<ref name="everything2">{{Cita web|url=http://everything2.com/e2node/Giulio%2520Douhet|titolo=Giulio Douhet|accesso=30 ottobre 2008|lingua=en|editore=everything2.com|data=Data pubblicazione 02-06-2005}}</ref> Nella [[seconda guerra mondiale]] la [[bombardamento a tappeto|guerra aerea]] ha visto gli impieghi massicci di bombardieri strategici che lui preconizzava, ma i bombardamenti aerei a tappeto delle città inglesi e tedesche non sono bastati a risolvere da soli il conflitto, mentre lo spettro di una totale distruzione nucleare si ritiene da parte di alcuni portò il Giappone alla resa (secondo altre interpretazioni, fu un insieme di concause). Né le guerre successive al 1945 hanno confermato le teorie del Douhet.<ref name="Shiner"/> La netta superiorità aerea delle forze delle Nazioni Unite non impedì che la [[guerra di Corea]] si trascinasse per oltre tre anni con ingenti costi umani e materiali. Né il bombardamento strategico assicurò la vittoria agli Stati Uniti d'America nella [[guerra del Vietnam]].
Per contro, in altre campagne come la [[guerra delle Falkland]], combattuta dal Regno Unito e dall'Argentina per il possesso dell'Arcipelago delle Falkland nell'Oceano Atlantico, si è rivelata imprescindibile e decisiva l'azione dell'aviazione tattica.<ref name="Lindqvist ">{{Cita libro|cognome=Lindqvist |nome=Sven |coautori=(trad. Giorgetti Cima C.) |titolo=Sei morto! Il secolo delle bombe |anno=2005 |editore=Ponte alle Grazie |città=Milano |isbn=88-7928-761-3 }}</ref> Quindi le visioni apocalittiche di Douhet si sono dimostrate nello stesso tempo corrette e no:<ref name="everything2"/> corrette nel profetizzare una nuova forma di guerra; non corrette nel suggerire che l'uso del bombardamento aereo sarebbe stato il metodo decisivo per vincere qualsiasi guerra del futuro.<ref name="Shiner"/>
==Opere==
* ''I problemi dell'aeronavigazione'', Roma, 1910
* ''Norme per l'impiego degli aeroplani in guerra'', Roma, 1913
* ''L'Arte della guerra'', Torino, 1915
* ''Autodifesa. Documento difensivo relativo alla disfatta di Caporetto'', Città di Castello, 1919
* ''Come finì la grande guerra. La vittoria alata'', Roma, 1919
* ''Diario critico di guerra 1915-16'', Torino 1921-22
* ''L'onorevole che non poté più mentire'', Roma, 1921, (romanzo)
* ''Il dominio dell'aria'', Roma, 1921
* ''La difesa nazionale'', Torino, 1923
* ''Sintesi critica della grande guerra: Probabili aspetti della guerra futura'', Palermo, 1928
* ''Le profezie di Cassandra'' (raccolta di scritti a cura di [[Gherardo Pantano]]), Livorno, 1931
== Onorificenze ==
{{Onorificenze
|immagine=Allied Victory Medal BAR.svg
Riga 94 ⟶ 139:
|collegamento_onorificenza=Medaglia interalleata della vittoria
|motivazione=
}}
==
<references/>
== Bibliografia ==
* {{cita libro|cognome=Bonacina |nome=Giorgio |titolo=Obiettivo: Italia - I bombardamenti aerei delle città italiane dal 1940 al 1945|data= |anno=1970 |editore=Mursia |città=Milano |isbn=88-425-3517-6}}
* {{cita libro|cognome=Botti |nome=Ferruccio |wkautore=Ferruccio Botti |coautori=Virgilio Ilari |titolo=Il pensiero militare italiano dal primo al secondo dopoguerra 1919-1949 |data= |anno=1985 |editore=USSME |città=Roma }}
* {{cita libro|cognome=Botti |nome=Ferruccio |wkautore=Ferruccio Botti |coautori=Mario Cermelli |titolo=La teoria della guerra aerea in Italia dalle origini alla seconda guerra mondiale (1884-1939) |data= |anno=1989 |editore=USSMA |città= }}
* {{cita libro|cognome=Collier |nome=Basil |titolo=Storia della guerra aerea |data= |anno=1973 |editore=Mondadori |città=Milano }}
* {{cita libro|nome=Raffaele|cognome= Giacommelli|titolo=Il terrorismo aereo nella teoria e nella realtà|città=Roma|data= 1945}}
* {{cita libro|cognome=Hallgarten |nome=George W. F. |coautori=(trad. Sergi P.) |titolo=Storia della corsa agli armamenti |data= |anno=1972 |editore=Editori Riuniti |città=Roma |isbn=88-359-0415-3 }}
* {{cita libro|cognome=Mecozzi |nome=Amedeo |wkautore=Amedeo Mecozzi |titolo=Guerra agli inermi ed aviazione d'assalto |data= |anno=1965 |editore=Libreria dell'orologio|città=Roma }}
* {{cita libro|cognome=Paret |nome=Peter |coautori=Gordon A. Craig, Felix Gilbert |titolo=Makers of Modern Strategy: From Machiavelli to the Nuclear Age |data= |anno=1986 |editore=Princeton University Press |città=Princeton, New Jersey,USA |lingua=en |isbn=978-0-691-02764-7 }}
* {{cita libro|cognome=AA.VV.|nome= |coautori=(a cura di Peter Paret)|titolo=Guerra e strategia nell'età contemporanea |data= |anno=2007 |editore=Marietti |città=Genova |isbn=978-88-211-9405-4}}
* {{cita libro|cognome=Ciampaglia |nome=Giuseppe|titolo=Douhet vs Mecozzi Due Visioni Complementari del Potere Aereo |data= |anno=2024 |editore= autore |città=Roma }}
== Voci correlate ==
*[[Servizio Aeronautico]]
* [[Giovanni Battista Caproni]]
* [[
*[[
* [[Bomber Mafia]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto|q}}
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
{{Aviazione nella prima guerra mondiale}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|aviazione|biografie|Grande Guerra}}
[[Categoria:Personalità del settore dell'aviazione]]
[[Categoria:Pionieri dell'aviazione italiani]]
[[Categoria:Ufficiali del Regio Esercito]]
[[Categoria:Militari italiani della prima guerra mondiale]]
[[Categoria:Studenti del Politecnico di Torino]]
[[Categoria:Persone legate alla Caproni]]
|