Melfi: differenze tra le versioni

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{{vetrinaNota inserimentodisambigua}}
{{Divisione amministrativa
{{nota disambigua|altri significati del termine|[[Melfi (disambigua)]]}}
|Nome = Melfi
{{Comune
|Panorama = Melfi Il Castello e le Mura.jpg
|nomeComune = Melfi
|Didascalia =
|panorama =Melfi dai cappuccini.JPG
|Bandiera =
|linkStemma = Melfi-Stemma.png
|Voce bandiera = #Simboli
|siglaRegione = BAS
|Stemma =
|siglaProvincia = PZ
|Voce stemma = #Simboli
|latitudineGradi = 41
|Stato = ITA
|latitudineMinuti = 0
|Grado amministrativo = 3
|latitudineSecondi = 0
|Divisione amm grado 1 = Basilicata
|longitudineGradi = 15
|Divisione amm grado 2 = Potenza
|longitudineMinuti = 39
|Amministratore locale = Giuseppe Maglione
|longitudineSecondi = 0
|Partito = [[centro-destra]]
|mappaX = 221
|Data elezione = 5-10-2021
|mappaY = 201
|Data rielezione =
|altitudine = 530
|Altitudine = 530
|superficie = 205,15
|Sottodivisioni = Camarda, Capannola, [[Foggianello]], [[Foggiano (Melfi)|Foggiano]], Isca ricotta, [[Leonessa di Melfi|Leonessa]], Masseria Casella, Masseria Catapane, Masseria Menolecchia, [[Parasacco (Melfi)|Parasacco]], [[San Giorgio di Melfi]], [[San Nicola di Melfi|San Nicola]], Vaccareccia, Villa Mariannina<ref>{{cita web|url= http://dawinci.istat.it/daWinci/jsp/MD/dawinciMD.jsp?a1=m0I040WI0&a2=mG0Y8048f8&n=1UH90007TE5&v=1UH07B07TE50000|titolo= Dati Istat 2001|accesso= 19 novembre 2008|dataarchivio= 13 gennaio 2014|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20140113083727/http://dawinci.istat.it/daWinci/jsp/MD/dawinciMD.jsp?a1=m0I040WI0&a2=mG0Y8048f8&n=1UH90007TE5&v=1UH07B07TE50000|urlmorto= sì}}</ref>
|abitanti = 17.333
|Divisioni confinanti = [[Aquilonia (Italia)|Aquilonia]] ([[provincia di Avellino|AV]]), [[Ascoli Satriano]] ([[provincia di Foggia|FG]]), [[Candela (Italia)|Candela]] (FG), [[Lacedonia]] (AV), [[Lavello (Italia)|Lavello]], [[Monteverde (Italia)|Monteverde]] (AV), [[Rapolla]], [[Rionero in Vulture]], [[Rocchetta Sant'Antonio]] (FG)<ref>{{cita web|url= http://www.pcn.minambiente.it/viewer_33/viewer.htm?service=comuni_f33&box=545222.4536814103:4530413.957035318:564515.5616912675:4552581.399728397|titolo= Dati del ministero dell'ambiente|accesso= 19 novembre 2008|urlmorto= sì}}</ref>
|anno = 31-05-2008
|Zona sismica = 1
|densita = 83,8
|Gradi giorno = 1841
|frazioni = Capannola, Foggianello, Foggiano, Leonessa, Parasacco, San Giorgio, [[San Nicola di Melfi|San Nicola]]<ref>{{cita web|url= http://dawinci.istat.it/daWinci/jsp/MD/dawinciMD.jsp?a1=m0I040WI0&a2=mG0Y8048f8&n=1UH90007TE5&v=1UH07B07TE50000|titolo= Dati Istat 2001|accesso=19 novembre 2008}}</ref>
|Nome abitanti = melfitani
|comuniLimitrofi = [[Aquilonia]] (AV), [[Ascoli Satriano]] (FG), [[Candela (FG)|Candela]] (FG), [[Lacedonia]] (AV), [[Lavello]], [[Monteverde]] (AV), [[Rapolla]], [[Rionero in Vulture]], [[Rocchetta Sant'Antonio]] (FG)<ref>{{cita web|url= http://www.pcn.minambiente.it/viewer_33/viewer.htm?service=comuni_f33&box=545222.4536814103:4530413.957035318:564515.5616912675:4552581.399728397|titolo= Dati del ministero dell'ambiente|accesso=19 novembre 2008}}</ref>
|Patrono = [[sant'Alessandro di Bergamo]]
|cap = 85025
|Festivo = 9 febbraio
|prefisso = [[0972]]
|istatPIL = 076048
|PIL procapite =
|fiscale = F104
|Soprannome = la ''città delle [[Costituzioni di Melfi|Costituzioni]] di [[Federico II di Svevia|Federico II]]''
|nomeAbitanti = melfitani
|Mappa = Map of comune of Melfi (province of Potenza, region Basilicata, Italy).svg
|patrono = [[Sant'Alessandro]]
|Didascalia mappa = Posizione del comune di Melfi all'interno della provincia di Potenza
|festivo = [[9 febbraio]]
|sitoSito = http://www.comune.melfi.pzcomunemelfi.it/web/home/
}}
'''Melfi''' (<small>[[Alfabeto fonetico internazionale|AFI]]</small>: {{IPA|[ˈmɛlfi]}}<ref>{{cita web|url=http://www.dizionario.rai.it/poplemma.aspx?lid=39195&r=56461|titolo=Dizionario Rai|accesso=12 giugno 2012|dataarchivio=25 dicembre 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131225133942/http://www.dizionario.rai.it/poplemma.aspx?lid=39195&r=56461|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.dipionline.it/dizionario/|titolo=DiPI Online - Dizionario di Pronuncia Italiana|accesso=16 marzo 2013|dataarchivio=9 ottobre 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20181009051700/http://www.dipionline.it/dizionario/|urlmorto=sì}}</ref>) è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di {{Popolazione|ITA}} abitanti<ref name="template divisione amministrativa-abitanti" /> della [[provincia di Potenza]] in [[Basilicata]].
{{quote|''Melfi nobile città dell'Apulia, circonvallata da mura di pietra, celebre per salubrità dell'aria, per affluenza di popolazioni, per fertilità dei suoi campi, ha un castello costruito su di una rupe ripidissima, opera mirabile dei Normanni''| [[Federico II|Federico II, Imperatore del Sacro Romano Impero]]<ref name = basilicatacc>{{cita web|url= http://www.basilicata.cc/paesi_taddeo/t_648/p_monum/648_11_1.htm|titolo= Melfi su www.basilicata.cc|accesso=28 ottobre 2008}}</ref>}}
'''Melfi''' è un [[comune italiano]] di 17.333 abitanti<ref>{{cita web|url= http://www.demo.istat.it|titolo= Statistiche tratte dal sito dell'Istat, aggiornate a maggio 2008|accesso=19 novembre 2008}}</ref> della [[provincia di Potenza]], secondo per numero di abitanti nella provincia dopo [[Potenza (PZ)|Potenza]] e quarto della [[Basilicata]] dopo il [[Potenza (PZ)|capoluogo di regione]], [[Matera]] e [[Pisticci]]. Costituita da un centro storico di aspetto complessivamente medievale, la città (precisamente la sua frazione [[San Nicola di Melfi|San Nicola]]) è anche nota per l'importante polo industriale ''SATA'', che ospita uno dei più importanti stabilimenti del gruppo [[FIAT]],<ref>{{cita web|url= http://news.kataweb.it/item/276175/fiat-montezemolo-melfi-miglior-stabilimento-che-abbiamo|titolo= Fiat: Montezemolo: "Melfi miglior stabilimento che abbiamo"|accesso=17 dicembre 2008}}</ref> facendo di Melfi uno dei centri più produttivi della [[Basilicata]] e uno dei maggiori nuclei industriali del Meridione. Il [[14 giugno]] [[2006]] è stato avanzato dai senatori [[Guido Viceconte]] e [[Vincenzo Taddei]] un disegno di legge per l'istituzione della [[Province_italiane_in_progetto#Basilicata|provincia di Melfi]], attualmente in atto.<ref>{{cita web|url= http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/showText?tipodoc=Ddlpres&leg=15&id=00210281&offset=434&length=11394&parse=no|titolo= Disegno di legge d'iniziativa dei senatori Viceconte e Taddei|accesso=13 settembre 2008}}</ref>
 
Costituita da un centro storico di aspetto complessivamente medievale, fu la prima capitale della [[Conquista normanna dell'Italia meridionale|dominazione normanna]] nel sud Italia e, nel periodo svevo, uno dei luoghi di residenza di [[Federico II di Svevia|Federico II]] e della sua corte di vassalli scesi in Italia, dove il sovrano promulgò il codice legislativo del [[regno di Sicilia]], comunemente noto come [[Costituzioni di Melfi]]. In epoca aragonese, divenne feudo di [[Andrea Doria]], insignito del titolo di [[principe di Melfi]], che fu mantenuto dai suoi eredi fino al 2000. Successivamente, la città conobbe un inesorabile declino divenendo teatro di conflitti nel periodo del [[brigantaggio]] e luogo di confino per gli [[antifascisti]].
==Geografia fisica==
===Territorio===
Melfi si colloca nell'estremo nord della [[Basilicata]], al confine con la [[provincia di Foggia]], in un territorio prettamente collinare con un'altitudine di circa 530 metri sul livello del mare.<ref name = comuniitaliani>{{cita web|url= http://www.comuni-italiani.it/076/048/clima.html|titolo= Melfi su www.comuni-italiani.it|accesso=15 ottobre 2008}}</ref> Dista pochi km dalle pendici del [[Monte Vulture]], vulcano inattivo dall'era protostorica, presenta una superficie di 205,15 km²<ref name = comuniitaliani/> e si affaccia sul fiume [[Ofanto]], che divide la [[Basilicata]] dalla [[Campania]] e dalla [[Puglia]].
 
Oggi la città è un importante centro industriale ed è sede di diverse [[azienda|imprese]]. Il polo di [[San Nicola di Melfi]], sorto nei primi [[anni 1990|anni novanta]], è particolarmente noto per uno stabilimento automobilistico della multinazionale [[Stabilimento Fiat di Melfi|Stellantis]], in passato del gruppo [[FIAT]].
*[[Classificazione sismica]]: zona 1 (sismicità elevata-catastrofica) <ref>{{cita web|url=http://www.regione.basilicata.it/dipinfrastrutture/default.cfm?fuseaction=doc&dir=342&doc=360&link=|titolo=Classificazione sismica dei comuni lucani|accesso=22 novembre 2008}}</ref>, Ordinanza PCM n. 3274 del 20/03/2003
 
== Geografia fisica ==
===Clima===
{{immagine grande|MELFI_SKYLINE.jpg|1000px|Panoramica del borgo medievale di Melfi}}
 
=== Territorio ===
Melfi si colloca nell'estremo nord della Basilicata, alla base del [[Monte Vulture]], vulcano inattivo dall'era protostorica, al confine con la [[Puglia]] ([[provincia di Foggia]]) e la [[Campania]] ([[provincia di Avellino]]), confine segnato dal fiume [[Ofanto]]. Il territorio comunale, prettamente collinare, si sviluppa su una superficie di {{M|206.25|ul=km²}},<ref name = comuniitaliani>{{cita web|url= http://www.comuni-italiani.it/076/048/clima.html|titolo= Melfi|sito=www.comuni-italiani.it|accesso=15 ottobre 2008}}</ref> secondo comune per estensione nella provincia.
 
* [[Classificazione sismica]]: zona 1 (sismicità elevata-catastrofica),<ref>{{cita web |url=http://www.regione.basilicata.it/dipinfrastrutture/default.cfm?fuseaction=doc&dir=342&doc=360&link= |titolo=Classificazione sismica dei comuni lucani |accesso=22 novembre 2008 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090114014443/http://www.regione.basilicata.it/dipinfrastrutture/default.cfm?fuseaction=doc&dir=342&doc=360&link=|dataarchivio=14 gennaio 2009}}</ref> Ordinanza PCM n. 3274 del 20/03/2003
 
=== Clima ===
{{vedi anche|Stazione meteorologica di Melfi}}
Non essendo bagnata dal mare e data la sua altitudine, Melfi ha un clima temperato freddo, con piogge irregolari e presenti perlopiù nelle stagioni autunnali ed invernali ed inverni rigidi con frequenti nevicate. Le estati sono piuttosto calde con un clima secco. Secondo i dati medi del trentennio [[1961]]-[[1990]], la [[temperatura]] media del mese più freddo, [[gennaio]], si attesta a +5,6°C, mentre quella del mese più caldo, [[agosto]], è di +23,6°C.<ref>{{cita web|url=http://erg7118.casaccia.enea.it/profili/tabelle/591%20%5BMelfi%5D%20capoluogo.Txt|titolo= Tabella climatica di Melfi|accesso=13 settembre 2008}}</ref>
 
Da zona interna, che risente solo parzialmente dell'azione temperata del mare, e con altimetria di poco superiore ai 500 metri, Melfi si ritrova ad avere un clima temperato fresco, con piogge irregolari e presenti perlopiù nelle stagioni autunnale e invernale. Gli inverni sono relativamente rigidi con possibili nevicate. Le estati sono piuttosto calde con un clima secco. Secondo i dati medi del trentennio 1961-1990, la temperatura media del mese più freddo, gennaio, si attesta a {{M|+5.6|u=°C}}, mentre quella del mese più caldo, agosto, è di {{M|+23.6|u=°C}}.<ref>{{cita web|url=http://clisun.casaccia.enea.it/Profili/tabelle/591%20%5BMelfi%5D%20capoluogo.Txt|titolo=Tabella climatica di Melfi|accesso=13 settembre 2008|dataarchivio=29 luglio 2010|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100729180039/http://clisun.casaccia.enea.it/Profili/tabelle/591%20%5BMelfi%5D%20capoluogo.Txt|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.protezionecivile.puglia.it/public/page.php?75|titolo=Protezione civile - Pluviometria 1921-2000|accesso=13 maggio 2014|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140514042409/http://www.protezionecivile.puglia.it/public/page.php?75|dataarchivio=14 maggio 2014}}</ref>
{{ClimaAnnuale
| nome = MELFIMelfi
<!-- Temperature massime mensili (numero anche con cifre decimali, misurato in °C), da gennaio (01) a dicembre (12) -->
| tempmax01 = 8.8
Riga 59 ⟶ 63:
| tempmax10 = 19.2
| tempmax11 = 14.6
| tempmax12 = 11.1
<!-- Temperature minime mensili (numero anche con cifre decimali, misurato in °C), da gennaio (01) a dicembre (12) -->
| tempmin01 = 2.4
Riga 73 ⟶ 77:
| tempmin11 = 7.0
| tempmin12 = 4.7
<!-- Piovosità totali mensili (numero anche con cifre decimali, misurato in mm), da gennaio (01) a dicembre (12) -->
| pioggia01 = 92
| pioggia02 = 81
| pioggia03 = 76
| pioggia04 = 72
| pioggia05 = 55
| pioggia06 = 43
| pioggia07 = 32
| pioggia08 = 31
| pioggia09 = 55
| pioggia10 = 82
| pioggia11 = 98
| pioggia12 = 94
}}
* [[Classificazione climatica]] di Melfi:<ref name>{{cita web|url= http://www.confedilizia.it/clima-BASILICATA.htm|titolo= Classificazioni climatiche dei comuni della Basilicata|accesso= 26 ottobre 2008|urlmorto= sì|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20081020095743/http://www.confedilizia.it/clima-BASILICATA.htm|dataarchivio= 20 ottobre 2008}}</ref>:
** [[Zona climatica]] D;
** [[Gradi giorno]] {{formatnum:1841}}.
 
== Origini del nome ==
Le origini del nome di Melfi deriverebbero dal piccolo fiume ''Melpes'',<ref name="Sivo p. 257">{{Cita|Giacinto de' Sivo, 1864|p. 257}}.</ref> citato dallo scrittore e naturalista latino [[Plinio il Vecchio]], che a onor del vero lo colloca in prossimità di [[Capo Palinuro]], a sua volta distante centomila passi da [[Reggio Calabria]]. In [[Naturalis historia]] si legge: «''…promunturium Palinurum, a quo sinu recedente traiectus ad Columnam Regiam C m. p. - proximum autem flumen Melphes…''».
 
== Storia ==
{{Vedi anche|Storia di Melfi}}
{{immagine grande|Scala cronologica dominazioni.jpg|950px|Cronologia delle sovranità}}
===Origini===
{{Nota
|allineamento = destra
|larghezza = 270px
|titolo = Le origini del nome
|contenuto = Le origini del nome di Melfi, secondo documentazioni storiche, derivano dall'antico fiume ''Melpes'',<ref name = Touringclub>{{cita libro| Touring Club | Italiano | Basilicata | 2004| Touring Editore|pag. 77}} ISBN 8836529518</ref><ref name = Basilicata>{{cita libro| Antonio | Canino | Basilicata, Calabria | 1980| Touring Editore}} ISBN 8836500218</ref> citato dallo scrittore e naturalista latino [[Plinio il Vecchio]] e oggi poco più che un canale.
}}
La fondazione di Melfi (sebbene abitata da epoche remote) è di ignota datazione ed esistono vari pareri discordanti. [[Giovanni Pontano]] e [[Leandro Alberti]] sostennero che la città fu istituita dai greci;<ref>{{cita libro| Enrico | Pani Rossi | La Basilicata, libri tre: studi politici, amministrativi e di economia pubblica | 1868| Coi Tipi di G. Civelli}}</ref> il monaco longobardo [[Erchemperto]] nelle sue opere attribuì la nascita di Melfi ad alcune famiglie dell'[[impero romano]]. Quando [[Costantino il Grande]] ricostruì [[Bisanzio]], queste decisero di trasferirsi nella città ma, a causa di un violento nubifragio nei pressi di [[Schiavonia]], sostarono a [[Ragusa (Croazia)|Ragusa]] ([[Croazia]]). Dopo essere state ivi cacciate, tornarono sulle coste italiane e, insediandosi nell'area del [[Vulture]], fondarono Melfi.<ref>{{cita libro| Vincenzo | D'Avino | Cenni storici sulle chiese arcivescovili, vescovili, e prelatizie (nullius) del regno delle due Sicilie | 1848| Rannucci|pag.326}}</ref> Esiste un'altra teoria che ne data la fondazione ai primi anni dell'[[XI secolo]], ad opera del [[bizantino]] [[Basilio Boioannes]], poiché non esistono prove documentali della sua esistenza in tempi precedenti.<ref name = bari>{{cita libro| Università degli | studi di Bari | Itinerari e centri urbani nel Mezzogiorno normanno-svevo | 1993| Edizioni Dedalo|pag. 317}}ISBN 8822041445</ref>
 
===Dall'antichità aiOrigini Normanni===
La fondazione di Melfi (sebbene abitata da epoche remote) è di ignota datazione ed esistono vari pareri discordanti. [[Giovanni Pontano]] e [[Leandro Alberti]] sostennero che i fondatori fossero greci;<ref>{{Cita|Enrico Pani Rossi, 1866|p. 118}}.</ref> il monaco longobardo [[Erchemperto]] nelle sue opere attribuì la nascita di Melfi ad alcune famiglie dell'[[Impero romano]],<ref name=":0">{{Cita|Gennaro Araneo, 1866|p. 19}}.</ref> le quali avrebbero inizialmente deciso di trasferirsi nella [[Bisanzio]] ricostruita da [[Costantino il Grande]]. Ma, a causa di un violento nubifragio nei pressi della [[Schiavonia]], si sarebbero fermate a [[Ragusa (Croazia)|Ragusa]] ([[Croazia]]), fondando un villaggio chiamato Malfi, oggi integrato come quartiere della città con il nome di [[Malfi|Zaton]]. Da qui furono scacciate dai vicini abitanti di Ragusa, per cui sarebbero tornate sulle coste italiane dapprima a Molfetta e poi, insediandosi nell'area del Vulture, avrebbero fondato Melfi.<ref>{{Cita|Vincenzo D'Avino, 1848 |p. 326}}.</ref> Lo storico locale Gennaro Araneo afferma che un ricordo di tali eventi sarebbe rimasto nel lessico dialettale, secondo cui l’aggettivo rausèo (raguseo) indica effettivamente una persona infida e irriconoscente<ref>{{Cita libro|nome=Gennaro|cognome=Araneo|titolo=Notizie storiche della città di Melfi nell'antico reame di Napoli|url=https://books.google.it/books/about/Notizie_storiche_della_citt%C3%A0_di_Melfi_n.html?id=0BtmjvG4_wcC&redir_esc=y|accesso=2024-06-26|data=1866|editore=tip. nazionale di V. Sodi|lingua=it}}</ref>. Però, per l'insicurezza dalle orde di barbari e le loro scorrerie, continuarono nel loro pellegrinaggio e fondarono [[Amalfi]] (alcuni ritengono che dal nome di Melfi deriverebbe quello della città campana: a Melphis).<ref>{{cita web|url=http://www.comune.amalfi.sa.it/origini.asp?p=1|titolo= Origini e storia di Amalfi|accesso=24 luglio 2010}}</ref>
I primi centri abitati, situati nella frazione ''Leonessa'', attestano che l'area dell'attuale Melfi era abitata sin dai tempi del [[neolitico]].<ref name = Basilicata/> [[Dauni]] e [[lucani]] furono tra le prime civiltà ad insediarsi nel suo territorio.<ref name = Basilicata/> In epoca romana, l'abitato era in secondo piano rispetto ad altre località limitrofe come ''Venusia'' (l'attuale [[Venosa]]),<ref name = Basilicata/> dato che quest'ultima, trovandosi in un punto strategico della [[via Appia]], fu un'importante centro di scambi commerciali. Con la fine dell'[[Impero Romano]], la zona, occupata dai [[bizantini]] e poi dai [[longobardi]], iniziò ad acquistare maggior importanza, ma fu con l'arrivo dei [[normanni]] che iniziò ad assumere un ruolo fondamentale. Nel [[1042]], [[Guglielmo Braccio di Ferro|Guglielmo ''Braccio di Ferro'']] e gli altri membri della famiglia [[Altavilla]] ottennero dal duca longobardo [[Guaimario IV di Salerno]] il riconoscimento ufficiale della conquista della città, diventando in cambio suoi [[Vassallo|vassalli]], e partirono da Melfi per mettere sotto il proprio dominio l'intero meridione d'[[Italia]].<ref>{{cita libro| Aurelio | Musi | Napoli, una capitale e il suo regno| 2003 | Touring Editore|pag.55}}ISBN 8836528511</ref> La città stava passando un momento fulgido della sua storia, diventando capitale del ducato di Puglia e Calabria nel [[1059]]<ref name = Touringclub/> e, nonostante questo titolo verrà successivamente riconosciuto a [[Salerno]] ed infine a [[Palermo]], continuò ad essere un centro molto importante dell'impero normanno. Sempre nel [[1059]], [[Roberto il Guiscardo]] ricevette a Melfi la nomina di duca di Puglia e Calabria dal pontefice,<ref>{{cita libro| Enrico | Artifoni | Storia medievale | 1998| Donzelli Editore|pag. 336}} ISBN 8879894064</ref> divenendone suo vassallo. A Melfi si tennero cinque [[Concilio|concili]]: nel corso del terzo, del [[1089]], papa [[Urbano II]] indisse la [[Prima Crociata]] in [[Terra Santa]].<ref name = DeAgostini>{{cita libro| AA. | VV | Basilicata Atlante Turistico| 2006 | Istituto Geografico De Agostini|pag.16}}</ref>
 
Più certa datazione riferisce la fondazione ai primi anni dell'XI secolo, ad opera del generale bizantino [[Basilio Boioannes]] ([[Catapanato d'Italia|catapano d'Italia]] dal 1017 al 1027), che la fortificò nel 1018, poiché non esistono prove documentali dell'esistenza della città in tempi precedenti.<ref>{{Cita|Università degli studi di Bari, 1993|p. 317}}.</ref> Né risulta, con le vicine [[Rapolla]] e [[Venosa]], nell'elenco delle città daune nominate da [[Plinio il Vecchio]] nel 70 d.C. circa.
===Dagli Svevi agli Aragonesi===
Ai Normanni si sostituirono gli [[Svevi]] di [[Federico II del Sacro Romano Impero|Federico II]] [[Hohenstaufen]], che portò Melfi all'apice del suo prestigio. L'imperatore scelse la città come residenza estiva e qui (ma anche nelle località di [[Lagopesole]], [[Palazzo San Gervasio]] e, secondo alcune fonti, anche [[Monticchio]])<ref>{{cita web|url=http://www.comune.rioneroinvulture.pz.it/articles.asp?id=108|titolo= Monticchio sul sito del comune di Rionero in Vulture|accesso=13 settembre 2008}}</ref><ref>{{cita web|url= http://www.basilicata.cc/lucania/monticchio/|titolo= Monticchio su www.basilicata.cc|accesso=11 settembre 2008}}</ref> trascorse i suoi momenti di svago, dato che prediligeva le foreste del [[Monte Vulture]] per praticare la falconeria (la caccia col falcone), il suo hobby preferito. Inoltre, il sovrano svevo promulgò dal [[Castello di Melfi|castello]] le ''[[Costituzioni di Melfi]]'' (o ''Constitutiones Augustales''), codice unico di leggi per l'intero [[regno di Sicilia]], opera fondamentale nella storia del diritto, le cui caratteristiche sono considerate "moderne" dagli storici.<ref>Franco Cardini e Marina Montesano, ''Storia medievale'', Firenze, Le Monnier Università, 2006, pag. 287 ISBN 8800204740</ref> Quando il governo di Federico II cessò di esistere e i nuovi padroni [[angioini]] si insediarono nel suo regno, per Melfi iniziò il declino, sebbene [[Carlo II d'Angiò]] fece ristrutturare e ampliare il [[castello di Melfi|castello]]. Gli angioini vennero spodestati dagli [[aragonesi]], che divennero i nuovi signori di Melfi. Poco più di due secoli dopo, quando Melfi era da tempo sotto il dominio spagnolo, l'esercito francese guidato da Pietro Navarro e [[Odet de Foix]] causò uno degli avvenimenti più truculenti della storia della città. Infatti, tra il [[22 marzo|22]] e il [[23 marzo]] [[1528]], avvenne il cosidetto [[assedio di Melfi]], passato alla storia come "La Pasqua di sangue", ove la città venne saccheggiata, bruciata e gran parte della popolazione venne sterminata, le cui cifre approssimate si aggirano tra le 3.000 e le oltre 4.000 persone uccise.<ref>{{cita libro| Jean-Charles | Léonard | Storia delle repubbliche italiane dei secoli di mezzo | 1832| Oxford University|pag. 288}}</ref><ref name = Pedio/> L'offensiva francese venne sradicata dal re spagnolo [[Carlo V]], che riconquistò Melfi nel [[1531]] ma la città, ormai ridotta in macerie, fu abbandonata per mesi. Con l'emissione di due editti da parte del sovrano, Melfi venne ripopolata da persone provenienti dagli abitati limitrofi e da una colonia di albanesi; inoltre fu esentata dal pagamento dei tributi per 12 anni.
 
===Dal Dall'500antichità adai Normanni oggi===
[[File:Sviluppo del borgo medievale.ogv|miniatura|sinistra|Dal villaggio alla città fortificata<ref>{{Cita web|url=http://www.vulture.it/mobile/index.php/item/luoghi/melfi/melfistoria/fondazionemelfi/|titolo=Fondazione di Melfi|accesso=2024-06-26}}</ref>]]
Dopo il governo di famiglie nobili come i Vaccaro di [[Lavello]] e i [[Doria]] di [[Genova]], a Melfi avvennero varie insurrezioni sociali, come nel [[1728]] contro la [[gabella]] della farina e nel [[1831]] per la quotizzazione delle terre demaniali. Poco dopo l'[[unità d'Italia]], divenne teatro di scontri durante il fenomeno del [[brigantaggio]], venendo occupata il [[15 aprile]] [[1861]] dalle bande di [[Carmine Crocco]]. Anche a Melfi si fecero notare alcuni briganti come Domenico "Malacarne" Zappella e Michele Schirò, che si unì alla causa del brigantaggio [[Basilicata|lucano]] a soli 13 anni.<ref>{{cita web|url= http://www.brigantaggio.net/brigantaggio/Briganti/SchiroM.htm|titolo= Il brigante Michele Schirò su www.brigantaggio.net|accesso=11 settembre 2008}}</ref> Nella città trovarono la morte i briganti Giuseppe Schiavone, Giuseppe Petrelli e Aniello Rendina, giustiziati il [[28 novembre]] [[1864]] dai bersaglieri [[Casa Savoia|sabaudi]].<ref>{{cita web|url= http://www.brigantaggio.net/Brigantaggio/Briganti/Schiavone.htm|titolo= Il brigante Schiavone su www.brigantaggio.net|accesso=26 ottobre 2008}}</ref> Il [[19 luglio]] [[1868]], la città diede i natali a [[Francesco Saverio Nitti]], presidente del consiglio e ministro, nonché uno degli attivisti [[Basilicata|lucani]] della [[questione meridionale]], assieme al [[Rionero in Vulture|rionerese]] [[Giustino Fortunato]]. Logorata ancora da calamità come il [[terremoto del Vulture]] nel [[1930]], che rese Melfi il comune dell'[[Vulture|area]] maggiormente danneggiato,<ref>{{cita web|url= http://www2.ogs.trieste.it/gngts/gngts/convegniprecedenti/2007/riassunti/tema-2/2-sess-2/22-gizz2.pdf |titolo= Il terremoto del 23 luglio 1930 nel centro storico di Melfi (PZ): Analisi delle cause del danno differenziale|accesso=24 settembre 2008}}</ref> e le emigrazioni verso il nord Italia ed il nord Europa, la città iniziò a vedere una certa ripresa agli albori degli anni '90, con l'edificazione degli stabilimenti [[FIAT]] e [[Barilla]]. Melfi ha conferito la "Cittadinanza Onoraria" alla princessa Kathrin von Hohenstaufen, ultima discendente diretta di [[Federico II]] ed [[Isabella d'Inghilterra]].<ref>{{cita web|url= http://www.federicostupormundi.it/katrin.htm|titolo= Principessa Kathrin von Hohenstaufen, pronipote del Barbarossa|accesso=11 settembre 2008}}</ref>
[[File:Stampa Melfi.jpg|thumb|upright=1.1|Antica stampa di Melfi, sede della [[contea di Puglia]], poi capitale provvisoria del [[ducato di Puglia e Calabria]]]]
I primi centri abitati, situati nella frazione ''Leonessa'' e resti di una mastodontica necropoli trovati in località Toppo d'Avuzzo a [[Rapolla]] attestano che l'area del melfese era abitata sin dai tempi del [[neolitico]];<ref name="Sivo p. 257"/> [[Dauni]] e [[Lucani]] furono tra le prime civiltà a insediarsi nel suo territorio.<ref name="Sivo p. 257"/> In epoca romana, l'abitato era in secondo piano rispetto ad altre località limitrofe come ''Venusia'' (l'attuale [[Venosa]]),<ref name="Sivo p. 257"/> dato che quest'ultima, trovandosi, assieme a ''Strapellum'' (l'attuale [[Rapolla]]), in un punto strategico della [[via Appia]], fu un importante centro di scambi commerciali.
 
Con la [[caduta dell'Impero romano d'Occidente|caduta dell'Impero Romano]], la zona, occupata dai [[Bizantini]] e poi dai [[Longobardi]], iniziò ad acquistare maggior importanza, ma fu con l'[[Conquista normanna dell'Italia meridionale|avvento dei Normanni]] che iniziò ad assumere un ruolo fondamentale. Nel 1042, [[Guglielmo Braccio di Ferro|Guglielmo ''Braccio di Ferro'']] e gli altri membri della famiglia [[Altavilla]] ottennero dal [[duca longobardo]] [[Guaimario IV di Salerno]] il riconoscimento ufficiale della conquista della città, diventando in cambio suoi [[Vassallo|vassalli]] e partirono da Melfi per mettere sotto il proprio dominio l'intero meridione d'[[Italia]].<ref>{{Cita|Aurelio Musi, 2003|p. 55}}.</ref>
===Simboli===
[[Immagine:Melfi-Stemma.png|140px|left|Stemma della Città di Melfi]]
====Blasonatura stemma====
{{quote|Scudo di foggia sannitica con campo d’oro recante al centro Basilisco verde
con lingua rossa sostenuto dalla vetta centrale di un monte di tre cime color verde con
contorno nero, sormontato da corona con torri d’oro e circondato da due rami di alloro
e di quercia legati in basso da un nastrino tricolore al centro<ref name = stemma>{{cita web|url=http://www.comune.melfi.pz.it/public/_n2/articlefiles/175-Statuto.pdf|titolo= Statuto del comune di Melfi|accesso=1 dicembre 2008}}</ref>}}
====Blasonatura gonfalone====
{{quote|Drappo “partito” di giallo e di verde, riccamente ornato di ricami d’oro e
caricato dello Stemma civico sormontato dall’iscrizione, convessa verso l’alto, pure in
oro, “Città di Melfi"<ref name = stemma/>}}
 
A Melfi, sede della [[contea di Puglia]], si tennero cinque [[Concilio|concili]], organizzati da cinque diversi Pontefici tra il 1059 e il 1137. Nel I concilio del 1059, il [[papa Niccolò II]] riconobbe i possedimenti conquistati dai [[Normanni]] e nominò [[Roberto il Guiscardo]] duca di Puglia e Calabria,<ref>{{Cita|Enrico Artifoni, 1998|p. 336}}.</ref> che divenne vassallo della Chiesa. La città stava passando un momento fulgido della sua storia e in tale circostanza diventava la capitale del [[ducato di Puglia e Calabria]] nel 1059.<ref>{{Cita|AA. VV., 2004|p. 77}}.</ref>
== Monumenti e luoghi d' interesse ==
===Architetture religiose===
[[Immagine:Cattedrale Melfi.jpg|thumb|140px|right|Cattedrale di Santa Maria Assunta]]
====Cattedrale di Santa Maria Assunta====
{{vedi anche|Cattedrale di Santa Maria Assunta (Melfi)}}
Iniziò da essere costruita nel [[1076]] per volere di [[Roberto il Guiscardo]]. Del suo passato normanno è rimasto ben poco per via dei terremoti e le ripetute restaurazioni hanno reso il suo attuale aspetto prettamente [[barocco]],<ref name = Basilicata/> ad eccezion fatta per il campanile, eretto nel [[1153]] per ordine di [[Ruggero II]], il quale conserva ancora uno stile romanico normanno.
 
Melfi, nonostante dovesse presto cedere il titolo di capitale a [[Salerno]], continuò a essere un centro piuttosto importante dell'impero normanno. La città fu luogo di organizzazione di altri sinodi. Il [[papa Alessandro II]] dal primo agosto 1067 presiedette il [[concilio di Melfi II]]; ricevette il principe longobardo di Salerno, [[Gisulfo II di Salerno|Gisulfo II]], e i fratelli Roberto il Guiscardo e Ruggero Altavilla. Nel corso del [[concilio di Melfi III]], del 1089, il [[papa Urbano II]] indisse la [[prima Crociata]] in [[Terra santa]],<ref>{{Cita|AA. VV., 2006|p. 16}}.</ref> poi [[Pasquale II]] nell'1101 convocò il [[concilio di Melfi IV]] e infine [[Innocenzo II]] nel 1137 celebrò il [[concilio di Melfi V]], ultimo della serie.
====Chiesa di Sant'Antonio====
La costruzione avvenne nel [[1423]] e i restauri dopo il [[1851]]. Fu gravemente danneggiata dall'esercito di [[Odet de Foix]] nel [[1528]], durante l'[[assedio di Melfi]] e resistette ai terremoti del [[1731]] e del [[1752]], ma quello del [[1851]] la danneggiò seriamente. Dal XVII al XVIII secolo, la chiesa viene dedicata a Sant'Antonio. Di stile romanico e gotico, conserva affreschi dell'epoca, una statua lignea di Sant'Antonio con Bambino dipinto in oro e un dipinto napoletano su tavola del XVI secolo. Durante le opere di restauro furono scoperti due archi in stile gotico, ove sull'arco trionfale è scolpita la data di ricostruzione ([[1523]]), a seguito del sisma del XV secolo.
 
{{immagine grande|Italia normanna.jpg|1000px|L'Italia meridionale dopo l'anno mille: dalla contesa tra Longobardi e Bizantini all'unificazione realizzata dai Normanni}}
====Chiesa rupestre di Santa Margherita====
Interamente scavata nel tufo, risale al [[1200]]. Fu scoperta da [[Battista Guarini|Gian Battista Guarini]]. Gli affreschi rappresentano soggetti come S. Margherita (sopra all'altare principale), l'arcangelo Michele, la Madonna con Bambino, S. Giovanni Battista e Cristo in Trono. Notevole una rappresentazione del motivo di [[Federico II]] che si imbatte in tre scheletri, diffuso schema di ''[[memento mori]]''. Tra gli affreschi appaiono tre figure laiche in tenuta da falconieri, che, per il critico napoletano Raffaele Capaldo, sono i componenti principali della famiglia imperiale sveva: [[Federico II]], sua moglie [[Isabella d'Inghilterra]] ed il figlio dell'imperatore, [[Corrado IV]].<ref>{{cita web|url= http://www.comune.melfi.pz.it/web/citta/_chiese_rupestri.asp|titolo= Nozioni sulle chiese rupestri di Melfi dal sito istituzionale del comune|accesso=18 novembre 2008}}</ref>
[[Immagine:Chiesa delle Spinelle.jpg|left|thumb|200px|Chiesa Rupestre della "Madonna delle Spinelle"]]
 
=== Dagli Svevi agli Aragonesi ===
====Chiesa rupestre della Madonna delle Spinelle====
[[File:Frederick II and eagle.jpg|left|thumb|upright=0.7|[[Federico II di Svevia|Federico II]] con il falcone]]
Scoperta nel [[1845]] a seguito di una frana, ne resta solo la cappella terminale (resti della navata furono spianati negli anni '70 per creare un piazzale antistante) di pianta esagonale con sei semicolonne che sostengono un cornicione. In era medievale era una parte della ''Basilica di S. Stefano'', una costruzione paleocristiana con più navate e cappelle annesse. Fu luogo di varie riunioni e congressi e si sostiene che da questa struttura partirono i soldati normanni capeggiati da [[Boemondo d'Altavilla|Boemondo]] e [[Tancredi d'Altavilla]] per la [[prima Crociata]] in [[Terra Santa]].<ref>{{cita web|url= http://www.cittadimelfi.it/cattedrale_e_chiese_6.htm|titolo= Città di Melfi: Chiesa della Madonna delle Spinelle|accesso=6 dicembre 2008}}</ref>
Ai Normanni si sostituirono gli [[Hohenstaufen|Svevi]] di [[Federico II di Svevia|Federico II]] [[Hohenstaufen]], che portò Melfi e il suo castello a nuovi splendori.<ref name="Luciano Boschini p. 116">{{Cita|Luciano Boschini, 2000|p. 116}}.</ref> L'imperatore scelse la città come residenza estiva e qui (ma anche nelle località di [[Lagopesole]], [[Palazzo San Gervasio]] e, secondo alcune fonti, anche [[Monticchio (Basilicata)|Monticchio]])<ref>{{cita web|url=http://www.comune.rioneroinvulture.pz.it/articles.asp?id=108|titolo=Monticchio sul sito del comune di Rionero in Vulture|accesso=13 settembre 2008|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110722045313/http://www.comune.rioneroinvulture.pz.it/articles.asp?id=108|dataarchivio=22 luglio 2011}}</ref><ref>{{cita web|url= http://www.basilicata.cc/lucania/monticchio/|titolo= Monticchio|sito=www.basilicata.cc|accesso= 11 settembre 2008|urlmorto= sì|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20110706215024/http://www.basilicata.cc/lucania/monticchio/|dataarchivio= 6 luglio 2011}}</ref> trascorse i suoi momenti di svago, dato che prediligeva le foreste del [[Monte Vulture]] per praticare la falconeria (la caccia col falcone), il suo hobby preferito.
 
Il sovrano svevo promulgò dal [[Castello di Melfi|castello]] le [[Costituzioni di Melfi]] (o ''Constitutiones Augustales''), codice unico di leggi per l'intero [[regno di Sicilia]], opera fondamentale nella storia del diritto, le cui caratteristiche sono considerate "moderne" da molti storici.<ref>{{Cita|Franco Cardini, 2006|p. 287}}.</ref> Agli [[Hohenstaufen|Svevi]] succedettero gli [[Angioini]], e per Melfi iniziò il declino, sebbene [[Carlo II d'Angiò]] fece ristrutturare e ampliare massicciamente il [[castello di Melfi|castello]].<ref name="Luciano Boschini p. 116"/> Gli [[Angioini]] vennero spodestati dagli [[Aragonesi]], che divennero i nuovi dominatori di Melfi.
====Chiesa rupestre di Santa Lucia====
Situata in contrada Giaconelli, a metà strada tra Melfi e [[Rapolla]], è costituita da un solo ambiente con volta a botte. Gli affreschi della cripta, risalenti al XIII secolo e restaurati dal pittore prof. Tullio Brisi, presentano uno stile prettamente bizantino ed illustrano le storie della santa. Inoltre vi è una raffigurazione della "Madonna con Bambino" seduta su trono mosaicato, tipica opera bizantina.
[[Immagine:Chiesa del Carmine di Melfi.jpg|right|thumb|150px|Chiesa del Carmine]]
 
Poco più di due secoli dopo, quando Melfi era da tempo sotto il dominio spagnolo, l'esercito francese guidato da [[Pietro Navarro]] e [[Odet de Foix]] causò uno degli avvenimenti più truculenti della storia della città. Infatti, tra il 22 e il 23 marzo 1528, avvenne il cosiddetto [[assedio di Melfi]], passato alla storia come "La Pasqua di sangue", ove la città venne saccheggiata, bruciata e gran parte della popolazione venne sterminata, le cui cifre approssimate si aggirano tra le 3.000 e le oltre 4.000 persone uccise<ref>{{Cita|Jean-Charles Léonard, 1832 |p. 288}}.</ref><ref name="Tommaso Pedio p. 84">{{Cita|Tommaso Pedio, 1994 |p. 84}}.</ref> L'offensiva francese venne sradicata dal re di Spagna [[Carlo V]], che riconquistò Melfi nel 1531, ma la città, ormai ridotta in macerie, fu abbandonata per mesi. Con l'emissione di due editti da parte del sovrano, Melfi venne ripopolata da persone provenienti dagli abitati limitrofi e da una colonia di albanesi; inoltre fu conferita del titolo di "fedelissima" ed esentata dal pagamento dei tributi per 12 anni.<ref>{{cita web|url= http://www.prolocomelfi.com/manifestazioni-ed-eventi|titolo= Manifestazioni ed Eventi di Melfi, dal sito della Proloco della città|accesso= 27 aprile 2010|urlmorto= sì|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20101219211035/http://www.prolocomelfi.com/manifestazioni-ed-eventi|dataarchivio= 19 dicembre 2010}}</ref>
====Chiesa della Madonna del Carmelo (o Chiesa del Carmine)====
Un tempo era parte del Convento dei carmelitani, che occupava buona parte degli stabili circostanti. L'originaria porta in legno (oggi conservata nel [[Palazzo del Vescovado]]) presenta immagini che riassumono il tipico esempio della concezione medioevale della morte. La confraternita di questa chiesa (insieme a quella di S. Anna) cura i riti della settimana Santa con l'esecuzione di mesti canti riguardanti la tragedia del Golgota.
 
=== Dal Cinquecento a oggi ===
====Chiesa di San Teodoro====
La data di costruzione è ignota sebbene antica, si è a conoscenza solamente che nel [[1040]] fu elevata a parrocchia dal vescovo Monsignor Baldovino, fino all'anno [[1988]], quando l'allora vescovo Mons. Cozzi accorpò la chiesa alla Cattedrale. Nell'edificio era conservato un vasetto di legno che conteneva le reliquie di San Teodoro M., di San Sebastiano e San Petronilla ma, dopo il sisma del [[1980]], questa testimonianza è andata perduta. Vi si trova un crocifisso in legno di medie dimensioni e una statua della "Madonna Desolata".
 
[[File:Briganti lucani Caruso Cafo Lamacchia e Tinna.jpg|thumb|upright=0.7|Da destra: i briganti Tinna, Lamacchia, Cafo e [[Giuseppe Caruso (brigante)|Caruso]] in carcere a Melfi]]
[[Immagine:Chiesa di Sant'Antonio.jpg|left|thumb|200px|Chiesa di Sant'Antonio]]
 
In un periodo tormentato dalla lotta fra angioini e aragonesi, interessante appare la descrizione delle terre fortificate e pronte a subire assedi, tra cui Melfi che:
====Altre chiese====
'''Chiesa rupestre dello Spirito Santo'''<br>
Interamente scavata nella roccia, si trova a circa 900 metri di altezza tra i boschi del [[Monte Vulture]]. Conserva una statua della madonna, che viene portata per le via della città durante la festa della Pentecoste in memoria della battaglia tra francesi e spagnoli a Melfi.
 
{{citazione|Tiene un grande castillo con nueve torres sobre la ciudad y ella està cercada de muro de piedra bueno y guerre con due turriones; es de grande importancia y qualidad [...]<ref>Nino Cortese, ''[https://books.google.it/books/about/Feudi_e_feudatari_napoletani_della_prima.html?id=y9GCnQEACAAJ&redir_esc=y Feudi e feudatari napoletani della prima meta del Cinquecento: da documenti dell'Archivo general di Simancas]'', Società Napoletana di Storia Patria, 1931, pp. 27 ss.</ref>}}
'''Chiesa di Santa Maria ad Nives'''<br>
Fu costruita nel [[1570]] dall'albanese Giorgino Lapazzaia, giunto a Melfi nel [[1534]]. Legata al rito [[arbëreshë]], in essa si celebrano due antiche tradizioni: quella dello Spirito Santo e quella delle "panedduzze".
 
Dal 1531 la città fu governata dalla famiglia dei [[Doria]] di [[Genova]], sotto la sovranità delle dinastie reali spagnole degli [[Asburgo]] e dei [[Borbone]]; furono secoli di declino durante i quali avvennero varie insurrezioni sociali, come nel 1728 contro la [[gabella]] della farina e nel 1831 per la quotizzazione delle terre demaniali. Il 10 settembre 1656 si diffuse un focolaio di peste, che provocò oltre 500 morti in un semestre. Nel 1742, durante il regno di [[Carlo III di Spagna|Carlo di Borbone]], l'influente giurista [[Bernardo Tanucci]], dopo la [[spedizione navale britannica contro Napoli del 1742|spedizione navale britannica contro Napoli]] di quell'anno, constatata la vulnerabiltà della città partenopea agli attacchi dal mare, propose invano di spostare la capitale del regno a Melfi.<ref>Bernardo Tanucci, ''Epistolario, vol. I, 1723-1746'', a cura di R.P. Coppini, L. Del Bianco, R. Nieri, Ed. di Storia e Letteratura, Roma, 1980, p. 638.</ref>
'''Chiesa della Trasfigurazione di Nostro Signore e Convento'''<br>
Sede dei Cappuccini, posizionata sulla collinetta Tabor. Fu costruita nel [[XIII secolo]] e all'inizio era una casa di noviziato per poi essere adibita, dal [[1696]], a studio teologico e filosofico.
 
Proclamata l'effimera [[Repubblica Napoletana (1799)]], a Melfi fu piantato l'[[albero della libertà]] e la città fu controllata dai [[giacobini]] fino all'arrivo dell'esercito [[sanfedista]] del cardinale [[Fabrizio Ruffo|Ruffo]], il 29 maggio dello stesso anno. Ruffo riuscì ad impedire il saccheggio della città, anche se numerosi prigionieri perirono nelle prigioni melfitane, non si conosce se per malattia o per maltrattamenti.<ref>Gabriele De Rosa, ''Tempo religioso e tempo storico'', Ed. di Storia e Letteratura, 1998, p. 53.</ref>
'''Chiesa di San Lorenzo'''<br>
Risalente al [[1120]], a quel tempo appartenente all'Abbazia di "Sant'Ippolito" di [[Monticchio]], è probabilmente la chiesa più antica di Melfi. Di forma ottagonale, è affiancata dal moncone di una torre del [[XII secolo]].
 
Un [[Terremoto del Vulture del 1851|violento terremoto]] distrusse buona parte dell'abitato nel 1851, uccidendo un gran numero di persone. Poco dopo l'[[unità d'Italia]], la città, coinvolta nel [[brigantaggio postunitario|brigantaggio]], subì l'occupazione dell'armata di [[Carmine Crocco]] nel mese di aprile 1861,<ref>{{Cita|Carmine Crocco, 2008|p. 35}}.</ref> ove si fecero notare i briganti Domenico "Malacarne" Zappella e Michele Schirò.<ref>{{cita web|url= http://www.brigantaggio.net/brigantaggio/Briganti/SchiroM.htm|titolo= Il brigante Michele Schirò|sito=www.brigantaggio.net|accesso=11 settembre 2008}}</ref> Saccheggiata la città, Crocco destituì le autorità liberali e proclamò un governo in nome di [[Francesco II di Borbone|Francesco II]]. L'occupazione della città destò preoccupazione da parte del regno italiano, tant'è che [[Giuseppe Garibaldi]] citò il "governo provvisorio a Melfi" durante una discussione parlamentare.<ref>''Atti parlamentari dello Senato'', Tip. E. Botta, 1861, p. 628.</ref> Più tardi la città fu teatro di condanne a morte per i briganti [[Giuseppe Schiavone]], Giuseppe Petrelli e Aniello Rendina, giustiziati il 28 novembre 1864 dai bersaglieri [[Casa Savoia|sabaudi]].<ref>{{cita web|url= http://www.brigantaggio.net/Brigantaggio/Briganti/Schiavone.htm|titolo= Il brigante Schiavone|sito=www.brigantaggio.net|accesso=26 ottobre 2008}}</ref>
===Architetture civili===
[[Immagine:Palazzo del Vescovado.jpg|right|thumb|200px|Palazzo del Vescovado]]
====Palazzi====
=====Palazzo del Vescovado=====
{{vedi anche|Palazzo del Vescovado}}
In origine un edificio normanno del XI secolo, nel corso del tempo subì varie modifiche, a causa dei terremoti, fino a raggiungere uno stile [[barocco]] nel '700. All'interno esiste una pinacoteca ove sono esposti dipinti di [[Nicola da Tolentino]] a Cristiano Danona. É inoltre sede della biblioteca vescovile, che conserva documenti come le [[Cinquecentina|cinquecentine]].
[[Immagine:Palazzo della Corte.JPG|left|thumb|200px|Palazzo della Corte]]
=====Palazzo Araneo=====
Presenta una facciata in stile rinascimentale, ma la parte restante della struttura è ritenuta risalente al Medioevo. Un tempo adibito a tribunale, si affaccia su un giardino pubblico nel quale si ammirano due monumenti, con busti in bronzo, del sen. [[Floriano Del Zio]] e dell'on. Arduino Severini. Un tempo il palazzo era di proprietà della ricca famiglia Mandina.
 
Il 19 luglio 1868, la città diede i natali a [[Francesco Saverio Nitti]], presidente del consiglio e ministro, nonché uno dei maggiori fautori del [[meridionalismo]], assieme a [[Giustino Fortunato]]. In era [[fascismo|fascista]], Melfi, come altri luoghi della Basilicata, fu terra di [[confino]] e tra i personaggi costretti al soggiorno obbligato vi furono antifascisti come [[Manlio Rossi-Doria]], [[Franco Venturi]], [[Ada Rossi]], [[Eugenio Colorni]] e sua moglie [[Ursula Hirschmann]].
=====Palazzo Severini=====
Risale al XVI secolo e fu un convento dei [[Carmelitani]]. Divenne poi proprietà di Decio Severini, scrittore e professore universitario presso gli atenei di [[Pisa]] e [[Roma]], nonché direttore generale delle irrigazioni in [[Argentina]] e progettista di grandi opere in [[Italia]] ed [[Egitto]]. Il palazzo, attualmente è sede di un agenzia assicurativa.
 
La città fu devastata dal [[terremoto del Vulture del 1930|terremoto del Vulture]] nel 1930, che rese Melfi il comune dell'area maggiormente danneggiato<ref>{{cita web |url= http://www2.ogs.trieste.it/gngts/gngts/convegniprecedenti/2007/riassunti/tema-2/2-sess-2/22-gizz2.pdf |titolo= Il terremoto del 23 luglio 1930 nel centro storico di Melfi (PZ): Analisi delle cause del danno differenziale |accesso= 24 settembre 2008 |urlmorto= sì |urlarchivio= https://web.archive.org/web/20140502005715/http://www2.ogs.trieste.it/gngts/gngts/convegniprecedenti/2007/riassunti/tema-2/2-sess-2/22-gizz2.pdf |dataarchivio= 2 maggio 2014 }}</ref> e subì forti flussi migratori verso il nord Italia e il nord Europa. Durante la [[seconda guerra mondiale]] fu bombardata dalle flotte alleate, per la precisione il 26 settembre [[1943]], nel bombardamento ad opera del 12th NATBF e DAF, che colpì: [[Benevento]], Melfi, [[Foggia]], [[Pomigliano d'Arco|Pomigliano D'Arco]] e [[Sarno]]; nell'occasione si registrarono numerose vittime tra i civili.
=====Palazzo Sibilla=====
Edificio eretto nell'[[XVI secolo]], era la dimora natale del generale Ascanio Sibilla, decorato di medaglia al valor militare e benemerito per i soccorsi e gli aiuti umanitari ai [[Terremoto di Messina|terremotati di Messina]], nonchè sindaco di Melfi tra il [[1952]] ed il [[1956]].
 
Nel 1980 fu di nuovo gravemente colpita dal [[terremoto dell'Irpinia del 1980|terremoto dell'Irpinia]] che interessò gran parte del meridione.
=====Palazzo della Corte=====
Costruito nel XVI secolo, l'edificio è anche la vecchia sede del municipio ed, attualmente, ospita la [[pro loco]] di Melfi. Al suo interno vi è un busto di [[Federico II]], donato alla città di Melfi dalla [[Repubblica Federale Tedesca]].
[[Immagine:Palazzo Aquilecchia.jpg|right|thumb|150px|Palazzo Aquilecchia]]
 
Iniziò a vedere una certa ripresa agli albori degli anni novanta, con l'impianto degli stabilimenti [[FIAT]] e [[Barilla]] presso la zona industriale di [[San Nicola di Melfi]].
=====Altri Palazzi=====
'''Palazzo Mandini'''<br>
Presenta una facciata in stile neoclassico, sotto la quale vi è un nucleo originario di epoca cinquecentesca.
 
=== Simboli ===
'''Palazzo Pierro'''<br>
[[File:Melfi-Stemma.svg|sinistra|128x128px|Stemma della Città di Melfi]]
Già convento dei [[Somaschi]], appartenente al XVII secolo.
[[File:Melfi-Gonfalone.png|100px|right|Gonfalone della Città di Melfi]]
;Blasonatura stemma
{{Citazione|Scudo di foggia sannitica con campo d'oro recante al centro Basilisco verde con lingua rossa sostenuto dalla vetta centrale di un monte di tre cime color verde con contorno nero, sormontato da corona con torri d'oro e circondato da due rami di alloro e di quercia legati in basso da un nastrino tricolore al centro<ref name = stemma>{{cita web|url=http://www.comuni-italiani.it/076/048/stemma.html|titolo= Blasonatura stemma e gonfalone del comune di Melfi|accesso=10 dicembre 2011}}</ref>}}
 
;Blasonatura gonfalone
'''Palazzo Pastore'''<br>
{{Citazione|Drappo "partito" di giallo e di verde, riccamente ornato di ricami d'oro e caricato dello Stemma civico sormontato dall'iscrizione, convessa verso l'alto, pure in oro, "Città di Melfi"<ref name = stemma/>}}
[[XX secolo]].
 
'''PalazzoBlasonatura Tisbibandiera'''<br>
{{Citazione|Drappo partito di giallo e di verde}}
[[XV secolo]].
 
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
'''Palazzo Aquilecchia'''<br>
XVI secolo.
 
=== Architetture religiose ===
'''Palazzo Lospinoso-Severini'''<br>
{{NN|Basilicata|settembre 2015}}
[[XIX secolo]].
[[File:Cattedrale Melfi 2022 dicembre.jpg|sinistra|miniatura|verticale|Cattedrale di Santa Maria Assunta]]
 
==== Cattedrale di Santa Maria Assunta ====
====Fontane====
{{vedi anche|Cattedrale di Santa Maria Assunta (Melfi)}}
[[Immagine:Fontana del Bagno.jpg|right|thumb|200px|Fontana del Bagno]]
Progettata da Noslo di Remerio, iniziò ad essere costruita nel 1076 per volere di [[Roberto il Guiscardo]], sebbene altre fonti attestano la data d'inizio nel 1153, sotto l'ordine di [[Guglielmo I di Sicilia]].<ref>{{cita web|url= http://www.aptbasilicata.it/Cattedrale.496.0.html|titolo= APT Basilicata: Cattedrale di Melfi|accesso= 18 maggio 2010|dataarchivio= 14 aprile 2011|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20110414182318/http://www.aptbasilicata.it/Cattedrale.496.0.html|urlmorto= sì}}</ref> Del suo passato normanno è rimasto ben poco per via dei terremoti e dei ripetuti restauri che hanno reso il suo attuale aspetto prettamente [[barocco]], a eccezione del campanile, eretto nel 1153 per ordine di [[Ruggero II]], il quale conserva ancora uno stile romanico normanno. L'interno ha pianta a croce latina e tre navate, sormontate da un soffitto a cassettoni dorati e da una cupola di forma piramidale a otto facce<ref>{{cita web|url=http://www.comunemelfi.it/index.php?pagina=109|titolo=Monumenti|accesso=18 agosto 2016|dataarchivio=28 agosto 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160828154958/http://www.comunemelfi.it/index.php?pagina=109|urlmorto=sì}}</ref>.
'''Fontana del Bagno'''<br>
Risalente agli inizi del '900, era un tempo luogo per lavare i panni, per abbeverare i cavalli e per far scorta d’acqua quando non esisteva ancora nelle case. Nella sua area, ai tempi del dominio normanno, vi era una delle porte della città, denominata proprio "Porta del Bagno".
 
[[File:Chiesa di Sant'Antonio.jpg|thumb|upright=0.8|Chiesa di Sant'Antonio]]
'''Fontana del Bagnitello'''<br>
In tempi passati fu un centro di ristoro per il viandante, per il pellegrino e per il contadino con i suoi animali, è stata ristrutturata nel [[2003]] con il contributo dell'associazione "Lucani in Umbria".
 
==== Chiesa di Sant'Antonio ====
'''Fontana Stazione'''<br>
La costruzione avvenne nel 1423 e i restauri dopo il 1851. Fu gravemente danneggiata dall'esercito di [[Odet de Foix]] nel 1528, durante l'[[assedio di Melfi]] e resistette ai terremoti del 1731 e del 1752, ma [[Terremoto del Vulture del 1851|quello del 1851]] la danneggiò seriamente. Dal XVII al XVIII secolo, la chiesa viene dedicata a Sant'Antonio. Di stile romanico e gotico, conserva affreschi dell'epoca, una statua lignea di Sant'Antonio con Bambino dipinto in oro e un dipinto di [[Carlo Sellitto]] raffigurante ''Le Anime del Purgatorio''. Durante le opere di restauro furono scoperti due archi in stile gotico, ove sull'arco trionfale è scolpita la data di ricostruzione (1523), a seguito del sisma del XV secolo.
Di recente costruzione ([[1989]]) è situata nella piazza antistante alla stazione di Melfi.
 
[[File:Chiesa del Carmine di Melfi.jpg|left|thumb|upright=0.7|Chiesa del Carmine]]
'''Fontana Acqua Santa'''<br>
Edificata nel XX secolo, situata nella frazione ''Foggiano''.
 
==== Chiesa di Sant'Anna e Santa Maria del Suffragio ====
===Architetture militari===
Edificata nel 1934, la chiesa appartenente alla parrocchia Cattedrale è conosciuta come organizzatrice della processione del venerdì Santo, dove insieme alle immagini sacre della Madonna Addolorata e Gesù Morto, sfilano bambine vestite di nero con in mano i misteri della Passione di Gesù. Tale chiesa organizza anche la processione di Sant'Anna il 26 luglio.
[[Immagine:Castello_di_melfi1.JPG|170px|left|thumb|Il [[castello di Melfi|castello]]]]
====Castello====
{{vedi anche|castello di Melfi}}
Edificato dai [[normanni]], è uno dei più noti della [[Basilicata]] ed uno dei castelli medievali più rappresentativi del meridione. [[Roberto il Guiscardo]] vi confinò la prima moglie [[Alberada]], ripudiata per sposare [[Sichelgaita di Salerno]]. [[Federico II del Sacro Romano Impero|Federico II]] promulgò qui le [[Costituzioni di Melfi]]. Con l'avvento degli [[angioini]] il castello subì radicali restaurazioni e fu nominato nel [[1284]] residenza ufficiale della moglie di [[Carlo II d'Angiò]], [[Maria d'Ungheria (1257-1323)|Maria d'Ungheria]].<ref>{{cita libro| Raffaele | Licinio | Castelli medievali | 1994| Edizioni Dedalo|pag. 139}} ISBN 8822061624</ref> Gli [[Aragonesi]] affidarono il castello prima alla famiglia [[Caracciolo]] e poi al principe [[Andrea Doria]], che fu di proprietà della sua stirpe fino al [[1950]].
 
==== Chiesa della Madonna del Carmelo (Carmine) ====
====Cinta Muraria====
Un tempo era parte del Convento dei carmelitani, che occupava buona parte degli stabili circostanti. L'originaria porta in legno (oggi conservata nel Palazzo del Vescovado) presenta immagini che riassumono il tipico esempio della concezione medioevale della morte. La confraternita di questa chiesa (insieme a quella di S. Anna) cura i riti della settimana Santa con l'esecuzione di mesti canti riguardanti la tragedia del Golgota.
[[Immagine:Cinta Muraria Melfi.jpg|right|thumb|170px|Parte della cinta muraria]]
Il centro storico di Melfi è interamente circondato da mura turrite costruite per lo più dai Normanni che si estendono per oltre quattro chilometri.<ref>{{cita web|url= http://www.comune.melfi.pz.it/web/citta/_porta_venosina.asp|titolo= Storia di Melfi tratta dal sito del comune|accesso=28 ottobre 2008}}</ref> Il circuito segue l'orlo del pianoro su cui fu costruita la città, cinto da ogni parte da scoscendimenti, a tratti da veri e propri precipizi. L'opera costituisce un raro esempio di fortificazione nel sud Italia.<ref>{{cita web|url= http://www.basilicata.cc/paesi_taddeo/t_648/p_monum/648_11.htm|titolo= Melfi: Mura e Porte|accesso=12 dicembre 2008}}</ref> Le fasi costruttive della cinta muraria appartengono al periodo [[greco]], [[bizantino]], [[normanno]] e [[svevo]]. Gli ultimi a metterci mano furono [[Niccolò Acciaiuoli]] nel trecento e [[Giovanni Caracciolo]] nel quattrocento, a cui risale la sistemazione attuale, per difendere la città dalle artiglierie nemiche. Assedi e terremoti hanno reso necessari continui restauri ed il sisma del [[1930]] ne ha seriamente compromesso la struttura.
[[Immagine:Porta Venosina.jpg|left|thumb|170px|Porta Venosina]]
 
====Porta VenosinaChiesa di San Teodoro ====
La data di costruzione è ignota sebbene antica, si è a conoscenza solamente che nel 1040 fu elevata a parrocchia dal vescovo Monsignor Baldovino, fino all'anno 1988, quando l'allora vescovo Mons. Cozzi accorpò la chiesa alla Cattedrale. Nell'edificio era conservato un vasetto di legno che conteneva le reliquie di San Teodoro M., di San Sebastiano e San Petronilla ma, dopo il sisma del 1980, questa testimonianza è andata perduta. Vi si trova un crocifisso in legno di medie dimensioni e una statua della "Madonna Desolata".
É una delle sei porte cittadine ubicate nella cinta muraria, sebbene tre di queste (''Porta del Bagno'', ''Porta SS. Maria'' e ''Porta Sant’Antolino''), a causa di terremoti e saccheggi, non esistano più. Risalente all'epoca sveva, è l'unica ancora in buono stato e fu realizzata sull'antico tracciato verso [[Venosa]] e la [[via Appia]]. Alla destra dell'ingresso è osservabile lo stemma di Melfi e, a sinistra, quello dei Caracciolo che restaurarono le mura sul finire del quattrocento. [[Federico II]] vi fece apporre una lapide che decantava la gloria e la grandezza della città,<ref name = basilicatacc/> sostituita più tardi da [[Giovanni Caracciolo]] con quella ancor oggi visibile, anche se illeggibile. L'arco ogivale è di origine sveva, mentre la torre cilindrica fu aggiunta nel '400 da Caracciolo.
 
==== Chiesa di San Lorenzo ====
Risalente al [[1120]], a quel tempo appartenente all'Abbazia di Sant'Ippolito di [[Monticchio Laghi]], è probabilmente l'edificio più antico di Melfi, e consiste in un battistero ottagonale affiancato da un campanile ammezzato.
 
==== Chiesa rupestre di Santa Margherita ====
====Porta Troiana====
{{vedi anche|Chiesa rupestre di Santa Margherita (Melfi)}}
Fu costruita nel XV secolo, per volere del principe Troiano Caracciolo, figlio di [[Giovanni Caracciolo|Giovanni]] e da cui prese il nome. Di questa opera sono rimasti solamente alcuni ruderi.
* Interamente scavata nel tufo, risale al 1200. Fu scoperta da [[Battista Guarini|Gian Battista Guarini]].<ref name="chieserupestri">{{Cita web
====Porta Calcinaia====
|url=http://www.comune.melfi.pz.it/web/citta/_chiese_rupestri.asp
Era la porta più vicina al castello. Conduceva dalla zona artigianale, dove si produceva calce ed argilla (da cui il nome), al centro storico e all'attuale Via Normanni, che tuttora porta al Castello. Anche di questo varco resta solo qualche testimonianza.
|titolo=Chiese rupestri
|editore=Sito Istituzionale del Comune – Città di Melfi
|accesso=3 gennaio 2016
|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060506213808/http://www.comune.melfi.pz.it/web/citta/_chiese_rupestri.asp
|dataarchivio=6 maggio 2006
|urlmorto=sì
}}</ref> Gli affreschi rappresentano soggetti come S. Margherita (sopra all'altare principale), l'arcangelo Michele, la Madonna con Bambino, S. Giovanni Battista e Cristo in Trono. Notevole una rappresentazione del motivo di [[Federico II di Svevia|Federico II]] che si imbatte in tre scheletri, diffuso schema di ''[[memento mori]]''. Tra gli affreschi appaiono tre figure laiche in tenuta da falconieri, che, per il critico napoletano Pasquale Capaldo, sono i componenti principali della famiglia imperiale sveva: [[Federico II di Svevia|Federico II]], sua moglie [[Isabella d'Inghilterra]] e il figlio dell'imperatore, [[Corrado IV]].<ref name="chieserupestri" /> La rappresentazione melfitana dell'[[incontro dei tre morti e dei tre vivi]] è particolarmente insigne, non solo per l'ipotesi che a raffigurare i vivi sia la famiglia imperiale, ma anche perché essa potrebbe essere la più antica raffigurazione pittorica del tema a noi giunta, primato conteso con l'affresco di identico soggetto iconografico conservato nel [[Duomo di Atri]], pur con alcune varianti all'interno dello schema generale.<ref>{{Cita web|url=http://www.consiglio.basilicata.it/basilicata_regione_notizie/brn92_0299/28%20Pia%20Vivarelli.pdf|titolo=Pitture rupestri della Chiesa di S. Margherita a Melfi|autore=Pia Vivarelli|editore=Regione Basilicata|formato=pdf|accesso=3 gennaio 2016 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100202075914/http://www.consiglio.basilicata.it/basilicata_regione_notizie/brn92_0299/28%20Pia%20Vivarelli.pdf|dataarchivio=2 febbraio 2010|urlmorto=sì}}</ref>
 
[[File:Chiesa delle Spinelle.jpg|thumb|upright=0.9|Chiesa Rupestre della "Madonna delle Spinelle"]]'''Altre chiese rupestri:'''
===Altro===
====Piazze e Rioni====
[[File:Piazza Duomo Melfi.jpg|right|thumb|200px|Piazza Duomo]]
'''Piazza Duomo'''<br>
Chiamata anche ''Largo Marconi'', è la zona in cui si trovano la [[Cattedrale di Santa Maria Assunta (Melfi)|Cattedrale]] e il [[Palazzo del Vescovado]]. Nel periodo di ottobre dà luogo alla ''Sagra della Varola'', festa dedicata alla famosa castagna di Melfi, il "marroncino".
 
* Chiesa rupestre della Madonna delle Spinelle: scoperta nel 1845 a seguito di una frana, ne resta solo la cappella terminale (resti della navata furono spianati negli anni settanta per creare un piazzale antistante) di pianta esagonale con sei semicolonne che sostengono un cornicione. In era medievale era una parte della Basilica di Santo Stefano, una costruzione paleocristiana con più navate e cappelle annesse. Secondo alcune leggende, in parte confermate, vi era un lungo cunicolo sotterraneo che collegava il complesso con il Castello. Fu luogo di varie riunioni e congressi e si sostiene che da questa struttura partirono i soldati normanni capeggiati da [[Boemondo d'Altavilla|Boemondo]] per la [[prima Crociata]] in [[Terra santa]].<ref>{{Cita web|url=http://www.melfilive.it/news/Cultura/2662/news.aspx|titolo=Madonna delle Spinelle, uno scrigno nel cuore della città|autore=Rosa Albis|editore=MelfiLive.it|data=3 settembre 2009|accesso=6 gennaio 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160106182639/http://www.melfilive.it/news/Cultura/2662/news.aspx|dataarchivio=6 gennaio 2016|urlmorto=sì}}</ref>
'''Piazza Umberto I'''<br>
* Chiesa rupestre di Santa Lucia: Situata in contrada Giaconelli, a metà strada tra Melfi e [[Rapolla]], è costituita da un solo ambiente con volta a botte. Gli affreschi della cripta, risalenti al XIII secolo e restaurati dal pittore prof. Tullio Brisi, presentano uno stile prettamente bizantino e illustrano le storie della santa. Inoltre vi è una raffigurazione della "Madonna con Bambino" seduta su trono mosaicato, tipica opera bizantina.
Chiamata anche ''Piazza Municipio'', rappresenta il centro storico della città dall'XI secolo, epoca in cui era il fulcro del borgo medievale. I vicoli, i vicoletti e le gradinate della piazza conservano ancora rilievi, pozzi, portali e decorazioni in pietra.
* Chiesa rupestre dello Spirito Santo: Interamente scavata nella roccia, si trova a circa 900 metri di altezza tra i boschi del [[Monte Vulture]]. Conserva una statua della madonna, che viene portata per le vie della città durante la festa della Pentecoste in memoria della battaglia tra francesi e spagnoli a Melfi.
 
==== Altre chiese ====
'''Piazza Mancini'''<br>
[[File:Chiesa Santa Maria ad Nives Melfi.jpg|right|thumb|upright=0.6|Chiesa Santa Maria ad Nives]]
In passato ''piazzale Stazione''.
 
* Ex Chiesa di Santa Maria la Nova: Sul gentilizio "corso Garibaldi" fa bella presenza la facciata dell'ex chiesa di "Santa Maria la Nova", costruita intorno al [[XII secolo]], erroneamente attribuita al dominio dei [[longobardi]], perché nota anche come Santa Maria dei Lombardi, più probabilmente assunse questo nome quando il retrostante quartiere albanofono di Chiùcchiari vide l’insediamento di famiglie lombarde e in particolare bergamasche come i Donadoni e i Grigis. Fondata in piena età normanna, si trova lungo l’asse viario di nuovo insediamento extra moenia realizzato da [[Roberto il Guiscardo]], oggi corso Garibaldi, in occasione della edificazione della nuova cattedrale e della estensione della cinta muraria nell’attuale configurazione. Conserva un bel portale ad arco ribassato caratterizzato da motivi geometrici e incisioni frastagliate a sbalzo. La pianta originariamente era a tre navate; le due laterali sono state separate e trasformate ad uso civile, mentre il campanile ha verosimilmente subito crolli ed è stato demolito.
'''Corso Garibaldi'''<br>
* Chiesa di Santa Maria ad Nives: Fu costruita nel 1570 dall'albanese [[Giorgio Lapazaya|Giorgino Lapazzaia]], giunto a Melfi nel 1534. Legata al rito [[arbëreshë]], in essa si celebrano due antiche tradizioni; quella dello Spirito Santo e quella delle ''panedduzze''.
Chiamato anche ''Strada del Vescovado'', dal [[1500]] è la principale arteria della città ed è luogo di vari palazzi gentilizi.
* Chiesa della Trasfigurazione di Nostro Signore e Convento: Già sede dei Cappuccini, posizionata sulla collinetta Tabor. Fu costruita nel [[XIII secolo]] e all'inizio era una casa di noviziato per poi essere adibita, dal 1696, a studio teologico e filosofico.
 
=== Architetture civili ===
'''Rione Chiuchiari'''<br>
{{NN|Basilicata|settembre 2015}}
Venne fondato nel [[1534]] dagli immigrati albanesi capeggiati da Capitan Kiukieri (da cui proviene il nome). Fu da loro abbandonato nel [[1597]] per trasferirsi nella vicina [[Barile (PZ)|Barile]].
==== Piazze e Rioni ====
[[File:Piazza Duomo Melfi.jpg|thumb|upright=0.9|Piazza Duomo]]
* piazza Duomo: chiamata anche Largo Marconi, è la zona in cui si trovano la [[Cattedrale di Santa Maria Assunta (Melfi)|Cattedrale]] e il [[Palazzo del Vescovado (Melfi)]].
* piazza Umberto I: chiamata anche la piazza (''la chiazz''), rappresenta l'[[agorà]] cittadina dall'XI secolo, epoca in cui era il fulcro del borgo medievale. I vicoli, i vicoletti e le gradinate della piazza conservano ancora rilievi, pozzi, portali e decorazioni in pietra. È una cavea per eccellenza da presentare come caso di studio.
* corso Garibaldi: chiamato anche strada del vescovado, dal 1500 è la principale arteria della città ed è luogo di vari palazzi gentilizi.
* rione Chiuchiari: venne fondato nel 1534 dagli immigrati albanesi capeggiati da Capitan Kiukieri (da cui proviene il nome). Fu da loro abbandonato nel 1597 per trasferirsi nella vicina [[Barile (Italia)|Barile]].
 
[[File:Piazza Abele Mancini.jpg|thumb|upright=0.9|Piazza Abele Mancini]]
'''Via Vittorio Emanuele'''<br>
Altra* via Vittorio Emanuele: altra arteria storica di Melfi, si contraddistingue per testimonianze storiche come il portale in pietra di [[Rapolla]] ([[1527]]) e il portale appartenente all'ospedale gestito dalla comunità francescana, datato [[1664]].
* piazza Abele Mancini: detta anche piazza mercato, perché era il luogo fuori le mura dove si teneva anticamente il mercato. È stata oggetto di una riqualificazione ultimata nel [[2006]], uno dei rari casi in Italia in cui il progetto vincitore di un concorso di idee è stato realizzato. Presenta un percorso pedonale che unisce il borgo medievale al Municipio, ravvivato da una fontana con panche.
* rione Bagno: in passato noto come il borgo, è situato al di fuori della cinta muraria che circonda la città ed era sede delle attività produttive favorite dal passaggio del fiume Melpes.
 
==== Palazzi ====
'''Rione Bagni'''<br>
[[File:Palazzo della Corte.JPG|thumb|upright=1.1|Palazzo della Corte]]
In passato noto come il ''Borgo'', è situato al di fuori della cinta muraria che circonda la città ed era sede delle attività produttive favorite dal passaggio del fiume Melfia.
* Palazzo della Corte: Costruito nel XVI secolo, l'edificio è stato per oltre un secolo la sede del municipio; attualmente ospita la proloco. Al suo interno vi è un busto di [[Federico II di Svevia|Federico II]], donato alla città di Melfi dalla [[Repubblica Federale Tedesca]]. Nel 1922 il Comune di Melfi murò, nell'atrio del Palazzo Municipale, una lapide marmorea con la seguente epigrafe:
 
{{Citazione|IN QUESTA ANTICA CAPITALE DEL REAME DI PUGLIA / ILLUSTRE PER ARMI INDUSTRIA E FREQUENZA DI POPOLO / CARA A FEDERICO II DI SVEVIA / ITALIANO PER NASCITA GENIO ARDORE DI LOTTE / CHE NE RINNOVÒ I BALUARDI E LA CINTA / FURONO NEL MCCXXXI PROMULGATE LE COSTITUZIONI / PRIMO FONDAMENTO DELLO STATO LIBERALE / PROFETIZZATO POI DA DANTE / E PRIMI LINEAMENTI DEL DIRITTO DELLE GENTI / NEL SESTO CENTENARIO DEL DIVIN POETA / POPOLO E COMUNE CELEBRARONO LE LORO MEMORIE / IL TRIONFO DEL DIRITTO E IL PENSIERO DEL VATE / RICONGIUNGENDOLI IN UN SOLO RICORDO / E NEI NOMI DEI DUE GRANDI SPIRITI / UNITI GIÀ NEL POEMA NEL CONVIVIO E NEL VOLGARE ELOQUIO}}
==Società==
 
===Evoluzione demografica===
[[File:Palazzo del Vescovado.jpg|left|thumb|upright=0.8|Palazzo del Vescovado]]
 
{{vedi anche|Palazzo del Vescovado (Melfi)}}
* Palazzo del Vescovado: In origine un edificio normanno dell'XI secolo, nel corso del tempo subì varie modifiche, a causa dei terremoti, fino a raggiungere uno stile [[barocco]] nel Settecento. All'interno esiste una pinacoteca ove sono esposti dipinti di [[Francesco da Tolentino]] a Cristiano Danona. È sede del Museo Diocesano e della biblioteca vescovile, che conserva documenti e diverse [[Cinquecentina|cinquecentine]].
* Palazzo Araneo: Presenta una facciata in stile rinascimentale, ma la parte restante della struttura è ritenuta risalente al Medioevo. Un tempo adibito a tribunale, si affaccia su un giardino pubblico nel quale si ammirano due monumenti, con busti in bronzo, del sen. [[Floriano Del Zio]] e dell'on. [[Arduino Severini]]. Un tempo il palazzo era di proprietà della ricca famiglia Mandina.
* Palazzo Severini: Risale al XVI secolo e fu un convento dei [[Ordine della Beata Vergine del Monte Carmelo|Carmelitani]]. Divenne poi proprietà di Decio Severini, scrittore e professore universitario presso gli atenei di [[Pisa]] e [[Roma]], nonché direttore generale delle irrigazioni in [[Argentina]] e progettista di grandi opere in [[Italia]] ed [[Egitto]]. Il palazzo, attualmente è sede di un'agenzia assicurativa.
 
[[File:Palazzo Aquilecchia.jpg|thumb|upright=0.6|Palazzo Aquilecchia]]
 
* Palazzo Sibilla: Edificio eretto nell'[[XVI secolo]], era la dimora natale del generale Ascanio Sibilla, decorato di medaglia al valor militare e benemerito per i soccorsi e gli aiuti umanitari ai [[terremoto di Messina del 1908|terremotati di Messina]], nonché sindaco di Melfi tra il 1952 e il 1956.
* Palazzo Donadoni: Edificio appartenuto alla famiglia omonima, originaria di [[Bergamo]]. Geromino Donadoni, vissuto nella prima metà del XVI secolo, vi esercitò il potere di vicegovernatore. È sede del museo civico ed è luogo di diverse mostre culturali.
* Altri palazzi: Palazzo Mandini presenta una facciata in stile neoclassico, sotto la quale vi è un nucleo originario di epoca cinquecentesca; Palazzo Pierro già convento dei [[Somaschi]], appartenente al XVII secolo; Palazzo Pastore [[XX secolo]]; Palazzo Tisbi [[XV secolo]]; Palazzo Aquilecchia XVI secolo; Palazzo Lospinoso-Severini [[XIX secolo]].
 
==== Fontane ====
[[File:Fontana del Bagno.jpg|thumb|upright=0.9|Fontana del Bagno]]
* Fontana del Bagno: Costruita nel 1928, era il lavatoio della città e fonte per le scorte idriche per le case sprovviste d'acqua corrente.
* Fontana del Bagnitello: In tempi passati fu un centro di ristoro per il viandante, per il pellegrino e per il contadino con i suoi animali, è stata ristrutturata nel [[2003]] con il contributo dell'associazione Lucani in Umbria.
* Fontana Acqua Santa: Edificata nel XX secolo, situata nella frazione Foggiano.
 
=== Architetture militari ===
[[File:Castello di melfi1.JPG|upright|left|thumb|Il [[castello di Melfi|castello]]]]
==== Castello ====
{{vedi anche|castello di Melfi}}
Edificato dai [[normanni]], è uno dei più noti della [[Basilicata]] e uno dei castelli medievali più rappresentativi del meridione. [[Roberto il Guiscardo]] vi confinò la prima moglie [[Alberada]], ripudiata per sposare [[Sichelgaita di Salerno]]. [[Federico II di Svevia|Federico II]] promulgò qui le [[Costituzioni di Melfi]]. Con l'avvento degli [[angioini]] il castello subì radicali restaurazioni e fu nominato nel 1284 residenza ufficiale della moglie di [[Carlo II d'Angiò]], [[Maria d'Ungheria (1257-1323)|Maria d'Ungheria]].<ref>{{Cita|Raffaele Licinio, 1994 |p. 139}}.</ref> Gli [[Aragonesi]] affidarono il castello prima alla famiglia [[Caracciolo]] e poi al principe [[Andrea Doria]], i cui discendenti lo mantennero fino al 1950.<ref>{{cita web|url= http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/Gdm_landscape_basilicata_urbano_interni.php?IDNotizia=193918&IDCategoria=2265|titolo= La Gazzetta del Mezzogiorno: I castelli di Federico II|accesso= 23 gennaio 2009|urlmorto= sì|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20140502004647/http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/Gdm_landscape_basilicata_urbano_interni.php?IDNotizia=193918&IDCategoria=2265|dataarchivio= 2 maggio 2014}}</ref>
 
[[File:Cinta Muraria Melfi.jpg|thumb|upright|Parte della cinta muraria]]
 
==== Cinta Muraria ====
Il centro storico di Melfi è interamente circondato da mura turrite costruite per lo più dai Normanni che si estendono per oltre quattro chilometri.<ref name="P.Venosina">{{Cita web|url=http://www.comune.melfi.pz.it/web/citta/_porta_venosina.asp|titolo=Porta Venosina|editore=Sito Istituzionale del Comune – Città di Melfi|accesso=3 gennaio 2016 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060506213648/http://www.comune.melfi.pz.it/web/citta/_porta_venosina.asp
|dataarchivio=6 maggio 2006|urlmorto=sì}}</ref> Il circuito segue l'orlo del pianoro su cui fu costruita la città, cinto da ogni parte da scoscendimenti, a tratti da veri e propri precipizi. L'opera costituisce un raro esempio di fortificazione nel sud Italia.<ref>{{Cita web |url= http://www.basilicata.cc/paesi_taddeo/t_648/p_monum/648_11.htm|titolo=Melfi Mura e Porte|autore=A cura di G. Taddeo|editore=PIETRE di STORIA, STORIA di PIETRE|accesso=3 gennaio 2016 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20020922203424/http://www.basilicata.cc/paesi_taddeo/t_648/p_monum/648_11.htm|dataarchivio=22 settembre 2002|urlmorto=sì}}</ref> Le fasi costruttive della cinta muraria appartengono al periodo [[bizantino]], [[Normanni|normanno]], [[Hohenstaufen|svevo]] e [[Sovrani d'Aragona|aragonese]]. Gli ultimi ad apportare modifiche strutturali furono [[Niccolò Acciaiuoli]] nel trecento e Sergianni II Giovanni Caracciolo, 2º Duca di Melfi, nel quattrocento, a cui risale la sistemazione attuale, per difendere la città dalle artiglierie nemiche. Assedi e terremoti hanno reso necessari continui restauri e il sisma del 1930 ne ha seriamente compromesso la struttura.
[[File:Porta Venosina.jpg|left|thumb|upright|[[Porta Venosina]]]]
 
==== Porte ====
[[File:Porta Calcinaia ricostruita.jpg|miniatura|verticale|Ricostruzione del 2021 della [[Porta Calcinaia]] di fine Ottocento, caduta con il terremoto del 23 luglio 1930. La parte più chiara è quella ricostruita, quella più scura è quella preesistente.]]
* [[Porta Venosina]]:<ref name="P.Venosina"/> È una delle sei porte cittadine ubicate nella cinta muraria, sebbene tre di queste (Porta del Bagno, Porta Sant'Antolino e Porta Troiana), a causa di terremoti e saccheggi, non esistano più. Risalente all'epoca sveva, è l'unica ancora in buono stato e fu realizzata sull'antico tracciato verso [[Venosa]] e la [[via Appia]]. Alla destra dell'ingresso è osservabile lo stemma di Melfi e, a sinistra, quello dei Caracciolo che restaurarono le mura sul finire del Quattrocento. [[Federico II di Svevia|Federico II]] vi fece apporre una lapide che decantava la gloria e la grandezza della città,<ref name = "Borghini, p.23">Alfredo Borghini, ''I castelli di Federico II nel Vulture'', Di Mauro, 1989, p.23</ref> sostituita più tardi da Sergianni II Giovanni Caracciolo, 2º Duca di Melfi, con quella ancor oggi visibile, anche se illeggibile. L'arco ogivale è di origine sveva, mentre la torre cilindrica fu aggiunta nel Quattrocento da Caracciolo.
* [[Porta Balnea|Porta del Bagno]]: Chiamata anche Porta Bagni o Porta Balnea o Porta di Santa Maria<ref name=":0" /> era ubicata alla fine di via Nitti, poco prima dell’inizio di via Bagno, a ridosso dell’incrocio con Vico Pendino. Di questo accesso, che era quello principale non rimane nessuna testimonianza. La Porta Bagno è stata abbattuta senza chiari motivi nel 1851 dopo il terremoto seppure non avesse riportato danni. Era sormontata da una lapide con l’invocazione a San Michele Arcangelo per la difesa della città e delle sue mura.
[[File:Porta Sant Antolino Melfi.jpg|alt=Muratura di Porta Sant'Antolino|miniatura|200x200px|Muratura di [[Porta Sant'Antolino]]]]
* [[Porta Troiana]]: erroneamente attribuita a [[Troiano Caracciolo]], 1º duca di Melfi nel secolo XV, in realtà era aperta sulla via di [[Troia (Italia)|Troia]], città [[Impero bizantino|bizantina]] fortificata dal catepano [[Basilio Boioannes]] insieme a Melfi nel 1018. Le due città erano le difese principali del lungo vallo che separava i territori imperiali da quelli dei [[Longobardi]]. Di questa opera si conserva solo il varco nelle mura e ruderi d gli adiacenti contrafforti, attualmente occupati da un traliccio elettrico e da una palazzina di case popolari realizzata dall’ex [[Istituto Autonomo Case Popolari|IACP]], oggi ATER, per i quali sono in programma progetti di abbattimento.
* [[Porta Calcinaia]]: Era la porta più vicina al castello. Conduceva dalla zona artigianale, dove si produceva calce e argilla (da cui il nome), al centro storico e all'attuale Via Normanni, che tuttora porta al Castello. Originariamente era parallela alla cinta muraria, come risulta in tutte le illustrazioni preesistenti, tra cui i disegni di [[Edward Lear]] del 1847, l’incisione di Gio’ Pacichelli, la mappa del Canevaro dell’Archivio [[Doria]], entrambe del secolo XVII e la tavola denominata Stato di Melfi nella quadreria Doria oggi nel castello, dopo il terremoto del 1851 fu ricostruita in maggiori dimensioni e in posizione trasversale. Caduta con il [[terremoto del 1930]], nel marzo 2021 è stata ricostruita con un tentativo di analogia all’ultima versione nota, quella tardo ottocentesca, compresa la realizzazione di un grande portale a tutto sesto in pietra calcarea, non appartenente al tessuto lapideo vulcanico che caratterizza le mura medievali circostanti.
*[[Porta Sant'Antolino]]: Si trova al termine orientale dell'omonima strada, attualmente è presente ma mal conservata, dimenticata da tutti, è stata murata ma l'arco è ancora visibile, sebbene sia ricoperta di arbusti e erbacce.
 
== Società ==
=== Evoluzione demografica ===
{{Demografia/Melfi}}
=== Etnie e minoranze straniere ===
Gli stranieri regolari sono 755 (435 maschi e 320 femmine) al 31º dicembre [[2022]], pari al 4,43% della popolazione.<ref>{{cita web|url=https://demo.istat.it/app/?i=P03&a=2017}}</ref> Le comunità più rappresentate sono:
 
* [[Romania]]: 209 (27,7%)
===Etnie===
* [[Ucraina]]: 107 (14,2%)
Gli stranieri regolari sono 367 (167 maschi e 200 femmine) al [[31 dicembre]] [[2007]].<ref>{{cita web|url= http://demo.istat.it/str2007/index.html|titolo= Dati Istat al 31 dicembre 2007|accesso=27 novembre 2008}}</ref> Le comunità più rappresentate sono:
* [[Marocco]]: 102 (13,5%)
*[[Bangladesh]]: 58 (7,7%)
* [[Tunisia]]: 43 (5,7%)
* [[Albania]]: 37 (4,9%)
* [[Gambia]]: 26 (3,4%)
 
=== Lingue e dialetti ===
*{{Bandiera|Romania}} [[Romania]]: 93
{{vedi anche|Dialetti dell'area apulo-lucana}}
*{{Bandiera|Ucraina}} [[Ucraina]]: 74
La parlata locale, parte integrante dei [[dialetti italiani meridionali]], con alcuni elementi greci e albanesi.<ref name="dialetto">{{cita web|url= http://www.basilicata.cc/artistilucani/mazzeo/etnograf/06.htm|titolo= Melfi, breve analisi strutturale del dialetto|accesso= 13 settembre 2008|urlmorto= sì|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20090417165201/http://www.basilicata.cc/artistilucani/mazzeo/etnograf/06.htm|dataarchivio= 17 aprile 2009}}</ref> Similmente al francese, in genere la “e” finale di parola non accentata, è muta; la “u” in molte parole si pronuncia “iu” e in altri diversi casi con il dittongo inverso. Alcune parole hanno qualche similarità con la lingua transalpina esempi: sedia e nebbia corrispondono, rispettivamente, a ''segge'' e ''neglie'' in melfitano, ''siège'' e ''neige'' in francese, ma v. anche ''seggio'', ''seggiola'' in italiano, in cui l'autoctona palatalizzazione /dj/ > /dӡ/ è del tutto normale, ed è da notare che la forma ''neglie'' con /ʎʎ/ non può derivare dal francese ''neige'', con /ӡ/.<ref name = dialetto/> Sono avvertibili anche altri tratti linguistici, come la consonante “b” che in genere si trasforma in “v” e altre volte nella labiale sorda “p”, ritenuto erroneamente un lascito spagnolo: in spagnolo, infatti, /b/ non diventa mai /v/, visto che l'esito storico dei fonemi /b/ e /v/ è un unico fonema /b/; inoltre la desonorizzazione /b/ > /p/ è sconosciuta allo spagnolo.<ref name = dialetto/> La parola ''abbuscà'' ("guadagnare" oppure "essere picchiati", a seconda del contesto della frase) deriva dallo spagnolo ''buscar'', come anche l'italiano ''buscare''. Il dialetto rivela anche il modello sociale tradizionale: per esempio, per chiedere "come ti chiami?" si usa la forma dialettale “a chi appartìn?" (a chi appartieni).
*{{Bandiera|Albania}} [[Albania]]: 69
*{{Bandiera|Marocco}} [[Marocco]]: 32
*{{Bandiera|Tunisia}} [[Tunisia]]: 24
*{{Bandiera|Bulgaria}} [[Bulgaria]]: 20
 
Di seguito alcuni detti melfitani<ref name = dialetto/>
===Lingue e dialetti===
* ''Dammə ru panə va a Laviddə; vinnətə ru panə e accattətə lu curtiddə'' (portati questa panella a Lavello, comprati un coltello una volta venduto il pane).
La parlata locale, parte integrante dei [[dialetti italiani meridionali]], è fortemente influenzata dalla lingua francese e spagnola, con alcuni elementi greci e albanesi.<ref name = dialetto>{{cita web|url= http://www.basilicata.cc/artistilucani/mazzeo/etnograf/06.htm|titolo= Melfi, breve analisi strutturale del dialetto|accesso=13 settembre 2008}}</ref> Similmente al francese, in genere la “e” finale di parola non accentata, è muta; la “u” in molte parole si pronuncia “iu” ed in altri diversi casi con il dittongo inverso. Alcune parole hanno forti similarità con la lingua transalpina esempi: sedia e nebbia corrispondono, rispettivamente, a ''segge'' e ''neglie'' in melfitano, ''siège'' e ''neige'' in francese.<ref name = dialetto/> Sono avvertibili anche influenze spagnole, come la consonante “b” che in genere si trasforma in “v” ed altre volte nella labiale sorda “p”.<ref name = dialetto/> Il dialetto locale comprende anche alcuni termini di origine latina come ''cràje'' (domani), che deriva dalla parola ''cras''; ''accattà'' (comprare) da accaptare; ''abbuscà'' (guadagnare oppure picchiare, a seconda del contesto della frase) da buscar.
* ''Nu mazzə de pətrəsinə so furnùtə stamatinə, stu pənzirə ca tine ‘ngapə tu guagliò te l’(h)aia fà passà'' (stamattina al mercato ho venduto un mazzo di prezzemolo, queste strane idee che hai in testa, ragazzo te le devi far passare).
* ''Quannə màmmətə dormə tu pigliə e minətə forə, cə dicimmə dojə paròlə e cumənzàmə a fà l'ammorə'' (attendiamo che tua madre s'addormenti, poi te ne esci di casa ci mettiamo a chiacchierare e cominciamo a far l'amore).
* ''A te non vole màmmeta, a me non vole zie, se ciamma piglià nuie adda ess destine di Die'' (da parte tua, tua madre non vuole, da parte mia ci sono le zie, se proprio ci dobbiamo unire deve essere Dio a volerlo).
* ''Mazz e panell fann i fegl bell, panell senza mazz fann i fegl a cap d mazz'' (punizioni e nutrimento rendono i figli belli, pane e impunità li rendono testoni)
* ''A lava' la cap au cioccj pird timp, acqua e sapon'' (a lavare la testa all'asino perdi tempo, acqua e sapone)
* I cioccj fanne lite e i barili se sfascen (gli asini fanno lite e ci rimettono i barili)
 
=== Istituzioni, enti e associazioni ===
===Detti melfitani===
* Ospedale di Melfi: struttura ospedaliera di riferimento per il nord della [[Basilicata]].
Seguono proverbi e detti popolari di Melfi:<ref name = dialetto/>
*''Damm ru pan va a Lavidd; vinnete ru pan e accattete lu curtidd'' (portati questa panella a Lavello, comprati un coltello invece di tenerti il pane).
*''Nu mazz de petersin so furnùte stamatin, stu penzir ca tine ‘ngape tu guagliò te l’haia fà passà'' (stamattina al mercato ho venduto un mazzo di prezzemolo, queste strane idee che hai in testa, ragazzo te le devi far passare).
*''Quanne màmmete dorme tu piglie e minete fora, ce dicimm doie parole e cumenzamme a fà l’ammore'' (attendiamo che tua madre s’addormenti, poi te ne esci di casa ci mettiamo a chiacchierare e cominciamo a far l’amore).
*''A te non vole màmmeta, a me non vole zie, se ciamma piglià nuie adda ess destine di Die'' (da parte tua, tua madre non vuole, da parte mia ci sono le zie, se proprio ci dobbiamo unire deve essere il destino a volerlo).
 
=== Religione ===
{{vedi anche|Diocesi di Melfi-Rapolla-Venosa}}
La città fa parte della [[diocesi di Melfi-Rapolla-Venosa]], suffraganea dell'[[arcidiocesi di Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo]]. La diocesi (a quel tempo solo di Melfi) fu fondata nell'XI secolo,<ref>{{cita web|url= http://www.catholic-hierarchy.org/diocese/dmerv.html|titolo= Diocesi di Melfi-Rapolla-Venosa su |sito=www.catholic-hierarchy.org|accesso=10 novembre 2008}}</ref> con il nome di ''Dioecesis Melphiensis'', ad opera di [[papa Niccolò II]] che la rese indipendentedirettamente dallasoggetta alla [[Santa Sede]]. Fu presieduta da vari vescovi come [[Francesco Monaldeschi]], [[Alessandro da Sant'Elpidio]] e Juan de Borja Llançol de Romaní. Nel [[1528]], [[Clemente VII]] unì la diocesi di Melfi con quella di [[Rapolla]] e secoli dopo, il [[30 settembre]] [[1986]], si aggiunse anche quella di [[Venosa]],<ref>{{cita web|url= http://www.catholic-hierarchy.org/diocese/dv204.html|titolo= Diocesi di Venosa su |sito=www.catholic-hierarchy.org|accesso=10 novembre 2008}}</ref> formandone l'attuale comunità religiosa, al giorno d'oggi retta dal vescovo Mons. Gianfranco[[Ciro TodiscoFanelli]].
 
=== Tradizioni e folklorefolclore ===
{{vedi anche|Assedio di Melfi}}
====Feste Religiose====
[[File:Ronca Battista.jpg|left|thumb|upright=1.6|Ronca Battista]]
*''Festa di Sant'Alessandro'' - dedicata al patrono della città, viene celebrata il [[9 febbraio]].
Ancora nel ventunesimo secolo vive nel folclore melfitano la leggenda della eroica quanto vana impresa di Giovan Battista Cerone (detto Ronca Battista), un boscaiolo che mostrò grande eroismo in battaglia durante lo scontro tra i francesi e gli spagnoli nel cinquecento. Si narra che Ronca Battista<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Alessandro Panico|titolo=Di Ronca Battista e di come ebbe giustizia nell’aldilà|rivista=Appennino, edizioni Consiglio Regionale Basilicata, 2016|volume=1|numero=1}}</ref>, aver aiutato una donna anziana, ricevette da lei un potere magico alla sua [[Roncola (attrezzo)|roncola]].<ref name="Tommaso Pedio p. 84"/> Durante il conflitto tra francesi e spagnoli, Ronca Battista affrontò da solo le truppe francesi che tentarono di introdursi nella città.<ref>{{Cita|Tommaso Pedio, 1994 |p. 82}}.</ref> Il boscaiolo riuscì da solo a tener testa agli invasori, uccidendo oltre 300 francesi, prima di perdere la vita.<ref>{{cita web|url= http://www.cittadimelfi.it/feste_e_tradizioni_3.htm|titolo= Storia di Ronca Battista|accesso= 6 dicembre 2008|urlmorto= sì}}</ref> Gli invasori attuarono una feroce rappresaglia, ove neanche bambini e anziani furono risparmiati.<ref name="Tommaso Pedio p. 84"/>
*''Festa dell'Assunta'' - si festeggia il [[15 agosto]]
*''Festa dell'Immacolata'' - si festeggia l'[[8 Dicembre]]
*''Festa di Santa Lucia'' - si tiene il [[13 dicembre]], nelle piazze dei diversi quartieri dove vengono accesi dei falò per salutare la notte più lunga dell'anno.
 
== Cultura ==
====La leggenda di Ronca Battista====
=== Istruzione ===
[[Immagine:Ronca Battista.jpg|left|thumb|250px|Ronca Battista]]
Ancora oggi vive nel folklore melfitano la leggenda della eroica quanto vana impresa di Giovan Battista Cerone (detto Ronca Battista), un boscaiolo che mostrò grande eroismo in battaglia durante lo scontro tra i francesi e gli spagnoli nel cinquecento. Si narra che Ronca Battista, mentre si trovava nel bosco in una giornata d'inverno a fare legna, incontrò una vecchia e misera donna che raccoglieva legna secca per darla ad un fornaio in cambio di pane. Battista impietosito le diede il suo mantello per proteggerla dal freddo e un pezzo di pane per sfamarsi. La donna, commossa dal suo gesto, gli diede un bacio sulla fronte e conferì un tocco magico alla sua [[Roncola (attrezzo)|roncola]].<ref name = Pedio>{{cita libro| Tommaso | Pedio | Storia della Basilicata raccontata ai ragazzi | 1994| Congedo Editore}} ISBN 883652141X</ref> Nel XVI secolo, nel bel mezzo dello scontro tra francesi e spagnoli, Melfi era gettata nello scompiglio. Nonostante gli spagnoli avessero come alleati i Veneziani ed il principe [[Giovanni Caracciolo]], faticarono a fronteggiare l'esercito francese. Si narra che Ronca Battista, incitando i soldati spagnoli e veneziani a tornare al castello per difenderlo, attese in una strada stretta del centro cittadino l'arrivo dei francesi e, con la propria [[Roncola (attrezzo)|roncola]] "benedetta", affrontò da solo 8.000 soldati francesi che tentarono di introdursi nella città.<ref name = Pedio/> Anche se in nettissima maggioranza, gli incursori ebbero difficoltà contro il boscaiolo melfitano che, nonostante le ferite sempre più gravi, resistette con incredibile tenacia e si dice che riuscì ad uccidere oltre 300 francesi.<ref>{{cita web|url= http://www.cittadimelfi.it/feste_e_tradizioni_3.htm|titolo= Storia di Ronca Battista|accesso=6 dicembre 2008}}</ref> Infine, Battista perì nello scontro e Melfi venne saccheggiata. Per vendicare i soldati uccisi dal popolano, gli invasori fecero uno sterminio di enormi proporzioni, ove non vennero risparmiati neanche bambini e anziani.<ref name = Pedio/>
 
=== Centri culturali ===
==Cultura==
Il centro culturale Francesco Saverio Nitti: ubicato in vico San Pietro, adiacente alla casa natale di [[Francesco Saverio Nitti]], è sede della omonima fondazione, costituita fra la [[Regione Basilicata]], la [[Provincia di Potenza]], il Comune di Melfi, il Comune di [[Maratea]], l'associazione non riconosciuta Francesco Saverio Nitti e l'[[Università degli Studi della Basilicata]]. Vi si svolgono convegni sulle politiche economiche e sociali, corsi di alta formazione e si promuovono borse di studio.<ref>{{cita web|url= http://www.fondazionefsnitti.it/nitti/sede_centro.asp|titolo= Il Centro culturale Francesco Saverio Nitti|accesso= 27 luglio 2012|urlmorto= sì|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20130214051649/http://www.fondazionefsnitti.it/nitti/sede_centro.asp|dataarchivio= 14 febbraio 2013}}</ref>
===Istruzione===
====Biblioteche====
La ''Biblioteca Comunale'', situata in via Carmine, conteneva 1.000 volumi, riguardanti argomenti come storia della Chiesa, Diritto, Medicina e Letteratura. Attualmente è chiusa da quando non è più gestita dall’Università Popolare di Melfi. L’unica accessibile a tutti i cittadini è la biblioteca ''Gian Paolo Nitti'', in via Normanni, con una patrimonio di 7051 volumi e che ha registrato tra il [[2004]] e il [[2007]] duemila presenze.<ref>{{cita web|url= http://www.melfilive.it/news/news.aspx?idnews=597|titolo= Le biblioteche nella cittadina federiciana, www.melfilive.it|accesso=6 novembre 2008}}</ref> Da menzionare anche la ''Biblioteca Vescovile'', collocata nel Palazzo del Vescovado, la quale conserva documenti storici come le [[Cinquecentina|cinquecentine]]. Nel [[2007]] venne inaugurata la mediateca-centro culturale “Nitti”, ancora inattiva poiché è necessario un progetto per organizzarne il funzionamento.
 
====Scuole Biblioteche ====
La città è dotata di un sistema bibliotecario, presso il centro Nitti, composto dalle raccolte di diversi enti proprietari:
[[File:Museo Melfi Entrata.jpg|right|thumb|170px|Entrata del Museo]]
* biblioteca Gian Paolo Nitti: con un patrimonio di {{formatnum:9000}} volumi, che registra oltre cinquemila presenze e più di {{formatnum:25000}} prestiti l'anno;
Il Liceo Scientifico ''Federico II di Svevia'', fondato nel [[1865]], è tra i più antichi licei della [[Basilicata]].<ref name = liceomelfi>{{cita web|url= http://www.liceomelfi.it/|titolo= Storia del liceo scientifico di Melfi dal sito dell'Istituto|accesso=27 ottobre 2008}}</ref> Agli inizi comprendeva 300 alunni e venne frequentato da personalità come i professori universitari Leopoldo Di Muro e [[Vincenzo Tangorra]], quest'ultimo deputato del [[Partito Popolare]] e ministro del Tesoro durante il primo [[governo Mussolini]].<ref name = liceomelfi/> L'''Istituto Professionale Statale per i Servizi Alberghieri e Ristorativi'' nasce nel [[1973]], come sede coordinata di [[Potenza (PZ)|Potenza]] e dal [[2000]] è stata riconosciuta la sua autonomia. L'istituto di istruzione superiore ''Remo Righetti'' coordina l'istituto tecnico industriale statale (I.T.I.S.), e l'istituto professionale di stato per l'industria e l'artigianato (I.P.S.I.A.), compreso anche quello di [[Venosa]]. La città è anche sede della già menzionata Università Popolare ''Francesco Saverio Nitti'', associata alla UNIEDA (Unione Italiana Educazione Degli Adulti). Da menzionare anche altre strutture scolastiche come l'istituto tecnico statale commerciale e per geometri ''Guglielmo Gasparrini'', il liceo artistico ''Mario Festa Campanile'', la scuola media ''M. Ferrara'', la scuola elementare ''Marottoli''.
* biblioteca comunale Carolina Rispoli: con oltre diecimila volumi e giornali di inizio Novecento, in parte donati alla città dagli eredi della scrittrice;
* collezione libraria di [[Sandro Pertini]], composta da {{formatnum:2000}} libri;
* biblioteca dell'[[Unione nazionale per la lotta contro l'analfabetismo]] (UNLA), circa un migliaio di testi.
* biblioteca vescovile, collocata nel [[Palazzo del Vescovado (Melfi)]], che conserva, fra gli altri libri, diverse [[Cinquecentina|cinquecentine]].
 
====Musei Scuole ====
* Istituto di Istruzione Superiore "Federico II di Svevia": fondato nel 1948, {{senza fonte|è stato il primo liceo scientifico in [[Basilicata]]}}. Dal 2011 il liceo comprende le sezioni: linguistico, classico e delle scienze applicate e, a seguito della [[riforma Gelmini]], l'istituto ha inglobato anche il liceo artistico M. Festa Campanile. Al 2018 gli alunni iscritti ai 5 corsi di studio sono circa 700 in totale.<ref name = liceomelfi>{{cita web|url= http://www.liceomelfi.it/|titolo= Storia del liceo scientifico di Melfi dal sito dell'Istituto|accesso=27 ottobre 2008}}</ref>
{{vedi anche|Museo Archeologico Nazionale del Melfese}}
* Istituto di istruzione Superiore "Guglielmo Gasparrini": fondato nel 1882.<ref name="gasparrinimelfi">{{cita web|url= http://www.gasparrinimelfi.it/|titolo= La storia dell'Istituto|accesso=4 luglio 2012}}</ref> Comprende le sezioni: ragioneria, geometra, alberghiero.
Il ''Museo Nazionale del Melfese'' conserva varie testimonianze archeologiche rinvenute nel comprensorio del [[Vulture]], riguardanti le popolazioni indigene della preistoria e dei periodi dauno, sannita, romano, bizantino e normanno. Da non dimenticare la presenza nella torre, vicino all'ingresso, del cosiddetto ''Sarcofago di Rapolla'', monumento originario dell'[[Asia Minore]] rinvenuto verso la metà del [[1800]] e datato II sec d.C., con figure inserite in una struttura architettonica ai lati e con il ritratto della defunta sul coperchio. Si presume che sia il mausoleo sepolcrale della nobildonna romana [[Emilia Scaura]], morta di parto poco dopo il secondo matrimonio.
* Istituto di Istruzione Superiore "Ten. Remo Righetti". Comprende le sezioni: Biotecnologie Sanitarie, Elettrotecnica e Meccanica con annesso istituto professionale di stato (sezione: manutenzione e assistenza tecnica).
[[Immagine:Melfi Teatro.jpg|right|thumb|160px|Facciata del Teatro]]
====Media====
=====Radio=====
''Radio Kolbe Melfi'' - stazione radiofonica comunitaria a sfondo religioso nata nel [[1990]], proprietà dei Frati Minori Conventuali di [[Napoli]]. Nel [[2005]], la regia della radio è stata spostata al Convento S. Antonio di Melfi, con il consenso e la disponibilità del Vescovo Mons. Gianfranco Todisco.
=====Internet=====
''MelfiLive'' - portale telematico di Melfi, che offre notizie riguardanti svariate aree tematiche come attualità, sport, opinioni dei cittadini e annunci commerciali.
===Teatro===
Il ''Teatro Ruggero II'' deve il suo nome al sovrano normanno [[Ruggero II di Sicilia]] ed è situato in via Via Vittorio Emanuele II (un tempo denominata "Rua Grande"). I lavori di costruzione iniziarono il [[1 aprile]] [[1856]],<ref>{{cita web|url= http://www.melfilive.it/citta/scheda.aspx?v=24|titolo= Il teatro Ruggero II su www.melfilive.it|accesso=12 dicembre 2008}}</ref> sui ruderi di una casa popolare, e negli ultimi anni sono stati effettuati massicci restauri. La struttura offre varie stagioni teatrali, convegni politici ed iniziative socio-culturali.
 
===Cucina= Musei ====
{{vedi anche|Museo archeologico nazionale del Melfese}}
*'''Primi piatti'''
[[File:Museo Melfi Entrata.jpg|thumb|upright=0.7|Entrata del Museo]]
**''Maccuarnar'' - nome dialettale della ''Maccaronara'', è il piatto tipico per eccellenza di Melfi,<ref>{{cita web|url= http://rete.comuni-italiani.it/blog/00219|titolo= Il Blog di Comuni-Italiani.it, i piatti tipici di Melfi |accesso=12 settembre 2008}}</ref> fatto con un tipo di pasta fresca preparata con un mattarello in metallo con lame affilate che consente di ottenere ''maccheroni'' (da cui il nome dialettale) con una tipica sezione quadrata. Si condisce con sugo di coniglio o maiale.
**''Lagane di castagne'' - altro piatto distintivo fatto con le lagane, varietà di tagliatelle a base di farina di grano duro con una larghezza di circa un centimetro, ottenute da una sfoglia circolare. Questo tipo di pasta viene preparato con farina di castagne, sale, uova, latte, burro, caciocavallo e pecorino grattugiato.
**''Strascinati con ricotta'' - un tipo di pasta realizzato con carne mista (maiale, coniglio, vitello, capretto), cipolla, pomodori, ricotta dura grattugiata, olio di oliva e sale.
**''Tagliatelle e ceci'' - piatto composto da ceci lessati e soffritti con aglio, pomodori, olio di oliva e sale.
**''Tagliatelle con fave secche'' - vengono preparate con fave secche fatte a purea, con l'aggiunta di olio di oliva, pomodori, peperoncino e sale.
*'''Secondi piatti'''
**''Pancotto alla melfitana'' - viene preparato con pane, patate e rape, lessati insieme e conditi nella stessa pentola con un soffritto di olio, aglio e peperoncino.
**''Pane del pastore'' - piatto fatto con pane raffermo, fatto bollire con olio, alloro, origano e pomodoro con l'aggiunta di uova cotte in camicia.
**''Cucinidd'' - agnello cucinato con pancetta, salsiccia, pomodori, cardi e uova. Per la tradizione, viene consumato nel periodo [[Pasqua|pasquale]].
**''Cicerchie con crostini di pane e cipolla'' - legumi lasciati in ammollo, lessati e conditi con un soffritto di cipolla, aglio, e peperoncino, il tutto accompagnato da crostini di pane duro.
*'''Dolci'''
**''Carteddate'' - chiamate spesso anche ''Scartellate'', sono dolci di farina fritti e intrisi di miele o vincotto
**''Calzoncelli'' - in dialetto ''Cavzuncidd'', piccoli panzerotti fatti con sfoglia di farina di grano duro, uova, olio d'oliva (o burro) e vino bianco. Il ripieno è composto da un impasto di cioccolato, mandorle (o castagne), buccia di limone grattugiata e un pizzico di cannella.
 
* Museo archeologico: il museo nazionale del Melfese conserva varie testimonianze archeologiche rinvenute nel comprensorio del [[Vulture-Melfese|Vulture]], riguardanti le popolazioni indigene della preistoria e dei periodi dauno, sannita, romano, bizantino e normanno. Da non dimenticare la presenza nella torre, vicino all'ingresso, del cosiddetto ''[[Sarcofago di Rapolla]]'', monumento originario dell'[[Asia Minore]] rinvenuto nel 1856 e datato II secolo d.C., con figure inserite in una struttura architettonica ai lati e con il ritratto della defunta sul coperchio. Un'argomentata ipotesi è che il monumento, oggetto di studi archeologici internazionali, possa essere appartenuto ad una esponente della ''gens Brutia''. Gruppo familiare di origini lucane, asceso a grande potenza in età imperiale e molto legato alla [[dinastia degli Antonini]], al punto che [[Bruzia Crispina]] sposerà l'imperatore [[Commodo]].<ref>Olivia Ghiandoni, ''Il sarcofago asiatico di Melfi. Ricerche mitologiche, iconografiche e stilistiche'', in ''Bollettino d'arte'', nn. 89-90, 1995, pp. 47-49.</ref>
===Personalità legate a Melfi===
* Museo civico: il museo civico, situato nel palazzo Donadoni, il quale ospita anche diverse mostre artistiche come fotografie, sculture e opere pittoriche.
*[[Francesco Saverio Nitti]] - ministro, presidente del consiglio e uno degli assertori della [[questione meridionale]].
* Museo diocesano: presso il palazzo del Vescovado si possono visitare il museo, la pinacoteca e i giardini. Sono esposti arredi sacri, argenti e dipinti delle chiese della diocesi, dei secoli XVII, XVIII e XIX.
*[[Pasquale Festa Campanile]] - regista e sceneggiatore, ha partecipato a film famosi come ''[[Il Gattopardo (film)|Il Gattopardo]]'', ''[[Il soldato di ventura]]'' e ''[[Il petomane]]''.
 
*[[Antonia Ciasca]] - archeologa, massima studiosa della civiltà fenicia e punica.
=== Media ===
*[[Floriano Del Zio]] - politico, senatore del Regno d'Italia nella XVII legislatura.
==== Radio ====
*[[Attilio Di Napoli]] - avvocato e politico, ministro dell'industria durante il [[Governo Badoglio II|2° Governo Badoglio]].
* Radio Kolbe Melfi - emittente a sfondo religioso nata nel 1990, proprietà dei frati minori conventuali di [[Napoli]], ha sede presso il convento S. Antonio di Melfi.<ref>{{cita web|url= http://www.radiokolbe.com/storia.htm|titolo= Radio Kolbe: storia e finalità della radio|accesso= 28 aprile 2010|urlmorto= sì|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20120825185117/http://www.radiokolbe.com/storia.htm|dataarchivio= 25 agosto 2012}}</ref>
*[[Raffaele Nigro]] - scrittore e giornalista [[RAI]].
 
*[[Giuseppe Cristiano]] - attore, protagonista del film ''[[Io non ho paura (film)|Io non ho paura]]''.
=== Teatro ===
*Antonio Cautela - poeta dialettale, autore di opere come "La sarcinedda mia", raccolta di proverbi, detti, usi e costumi di Melfi.
[[File:Melfi Teatro.jpg|thumb|upright|Facciata del teatro]]
*Silvio Montanarella - militare, fu tra i fondatori del [[battaglione San Marco]] e partecipò con [[Gabriele D'Annunzio]] alla battaglia di [[Fiume Veneto|Fiume]]. Fu anche marito della figlia del poeta.
Il teatro Ruggero II deve il suo nome al sovrano normanno [[Ruggero II di Sicilia]] ed è situato in via Vittorio Emanuele II (un tempo denominata "Rua Grande"). I lavori di costruzione iniziarono il 1º aprile 1856,<ref>{{cita web|url= http://www.melfilive.it/citta/scheda.aspx?v=24|titolo= Il teatro Ruggero II|sito=www.melfilive.it|accesso= 12 dicembre 2008|dataarchivio= 25 febbraio 2014|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20140225224816/http://www.melfilive.it/citta/scheda.aspx?v=24|urlmorto= sì}}</ref> sui ruderi di una casa popolare e, negli ultimi anni, sono stati effettuati massicci restauri. La struttura offre varie stagioni teatrali, convegni politici e iniziative socio-culturali.
*Arduino Severini - politico, deputato durante il governo [[fascismo|fascista]].
 
*Domenico "Malacarne" Zappella - brigante, capo della banda chiamata con il suo soprannome, "Malacarne", affiliata a [[Carmine Crocco]].
=== Cinema ===
*Michele Schirò - brigante, che si unì a briganti a soli 13 anni, entrando nella banda "Casaletta".
Melfi è stata scelta come ambientazione dei seguenti film e miniserie televisive:
*Ronca Battista - eroe popolano, divenuto un mito locale durante l'[[assedio di Melfi]].
* ''[[L'eredità della priora]]'' di [[Anton Giulio Majano]] ([[1980]])<ref>In alcune scene dell'opera sono osservabili il [[castello di Melfi]] e la Porta Venosina.</ref>
*Decio Severini - scrittore e professore presso le università di [[Roma]] e [[Pisa]].
* ''[[Io non ho paura (film)|Io non ho paura]]'' di [[Gabriele Salvatores]] ([[2003]])<ref>{{cita web|url=http://archiviostorico.corriere.it/2002/luglio/27/mio_nuovo_film_western_piccoli_co_0_020727363.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150509075147/http://archiviostorico.corriere.it/2002/luglio/27/mio_nuovo_film_western_piccoli_co_0_020727363.shtml|titolo=Intervista a Gabriele Salvadores sul film "Io non ho paura"|accesso=27 aprile 2010 |urlmorto=sì |dataarchivio=9 maggio 2015}}</ref>
* ''[[Sexum superando - Isabella Morra]]'' di [[Marta Bifano]] ([[2005]])<ref>{{cita web|url= http://www.nonsolocinema.com/nsc_articolo.php3?id_article=1467|titolo= "Sexum superando - Isabella Morra" di Marta Bifano, Isabella Morra sullo schermo di Venezia|accesso= 27 aprile 2010|dataarchivio= 30 novembre 2006|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20061130232047/http://www.nonsolocinema.com/nsc_articolo.php3?id_article=1467|urlmorto= sì}}</ref>
* ''[[Il mio paese]]'' di [[Daniele Vicari]] ([[2006]])<ref>{{cita web|url= http://www.cinemaitaliano.info/ilmiopaese|titolo= Il Mio Paese|accesso=6 febbraio 2011}}</ref>
* ''Vultour, Le tracce del sacro-territorio e identità'' di [[Fulvio Wetzl]] ([[2008]])<ref>{{cita web|url= http://www.cinemaitaliano.info/vultour|titolo= Vultour - Le Tracce del Sacro Territorio e Identità|accesso=6 febbraio 2011}}</ref>
* ''[[Hai paura del buio]]'' di [[Massimo Coppola]] ([[2010]])<ref>{{cita web|url= http://www.cinemaitaliano.info/haipauradelbuio|titolo= Hai Paura del Buio|accesso=6 febbraio 2011}}</ref>
* ''[[Un giorno della vita]]'' di Giuseppe Papasso ([[2011]])<ref>{{cita web|url= http://www.cinemaitaliano.info/ungiornonellavita|titolo= Un Giorno della Vita|accesso=14 gennaio 2011}}</ref>
* ''[[Il generale dei briganti]]'' di [[Paolo Poeti]] ([[2012]])<ref>{{cita web |url = http://www.alparcolucano.it/notizie/primo-piano/item/2695-su-rai-uno-la-storia-di-carmine-crocco |titolo= Su Rai Uno la storia di Carmine Crocco |accesso = 12 gennaio 2012 |urlmorto= sì |urlarchivio = https://web.archive.org/web/20120215045127/http://www.alparcolucano.it/notizie/primo-piano/item/2695-su-rai-uno-la-storia-di-carmine-crocco |dataarchivio = 15 febbraio 2012}}</ref>
* ''[[Wine to love]]'' di [[Domenico Fortunato]] ([[2018]])<ref>{{Cita web|url=https://www.maridacaterini.it/news-24/136889-wine-to-love-i-colori-dellamore-questa-sera-su-rai-1-tutte-le-curiosita.html|titolo=Wine to love – i colori dell’amore |accesso=6 gennaio 2019}}</ref>
* ''[[Moschettieri del re - La penultima missione]]'' di [[Giovanni Veronesi]] ([[2018]])<ref>{{Cita news|url=https://www.ilmessaggero.it/spettacoli/cinema/moschettieri_del_re_basilicata_giovanni_veronesi-3730832.html|titolo=“Moschettieri del re”: set in Basilicata per Veronesi|accesso=29 novembre 2018}}</ref>
 
=== Musica ===
È degna di menzione l'"Associazione Musicale Città di Melfi", la banda musicale che sotto altri nomi e altre direzioni artistiche operò a Melfi già alla fine dell'Ottocento e che attualmente è sempre presente nelle manifestazioni: civili, religiose, patriottiche, folcloristiche e sociali della città.<ref>{{cita web|url=http://assmusmelfi.oneminutesite.it/|titolo=La storia dell'Associazione Musicale Città di Melfi|accesso=31 maggio 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140531165231/http://assmusmelfi.oneminutesite.it/|dataarchivio=31 maggio 2014|urlmorto=sì}}</ref>
 
=== Cucina ===
{{Doppia immagine|right|Maccuarnar.jpg||Calzoncelli.jpg||Un piatto di maccuarnàr|Calzoncelli|larghezza totale=250}}
La cucina melfitana ha fatto virtù della passata ristretta disponibilità di prodotti agroalimentari, a causa delle tipologie di coltivazioni collinari e dei climi temperati freddi. Le ricette si possono senz'altro considerare parte della cosiddetta dieta mediterranea e cucina popolare. Il consumo di carne e pesce è piuttosto moderato. La ''maccuarnàr'', nome dialettale della [[maccaronara]], è il piatto per eccellenza di Melfi,<ref>{{cita web|url= http://rete.comuni-italiani.it/blog/00219|titolo= Il Blog di Comuni-Italiani.it, i piatti tipici di Melfi |accesso=12 settembre 2008}}</ref> fatto con un tipo di pasta fresca preparata con un mattarello in metallo con lame affilate che consente di ottenere maccheroni con una tipica sezione quadrata. Si condisce con sugo di coniglio o maiale. Un altro primo piatto tipico sono ''lagane e noci'', un formato di pasta simile alle [[tagliatelle]] ma più corto e largo con l'aggiunta di pomodoro e peperoncino.<ref name ="upmelfi">{{cita web|url= http://www.upmelfi.it/file/Ricette%20della%20cucina%20melfitana.pdf|titolo= Ricette della cucina melfitana |accesso=30 ottobre 2021}}</ref>
 
Tra gli altri piatti vi sono il ''[[Pane cotto|pancotto]]'', che nella versione locale viene preparato con aglio, rape e [[peperoni cruschi]]; le ''cicerchie con crostini di pane e cipolla''; e ''u' cunzaridd'', contorno a base di pomodori gialli, peperoni cruschi, acciughe e sponsali. Dolci tradizionali melfitani sono i ''calzoncelli'', localmente detti ''cauzuncidd'', piccoli ravioli cotti al forno, preparati con una sfoglia di farina di grano duro, uova, olio ed, in alcune versioni, vino bianco. Ingredienti per il ripieno sono ceci, castagne, mandorle e cioccolato fondente e possono essere accompagnati con del [[vincotto]].<ref name ="upmelfi"/> I calzoncelli sono riconosciuti come prodotto [[prodotti agroalimentari tradizionali lucani|PAT]].<ref>{{cita web|url= https://www.disciplinare.it/elenco-dei-prodotti-agroalimentari-tradizionali-pat-basilicata.html|titolo= Elenco dei Prodotti agroalimentari Tradizionali - Pat Basilicata |accesso=26 giugno 2025}}</ref>
 
=== Eventi ===
* [[Scaricavascio]]: manifestazione in onore di Sant'Antonio, scomparsa negli anni venti del novecento, in cui ragazzi di età compresa dai 15 ai 30 anni costituivano piramidi umane.
*''Corteo Storico Federiciano'' - nato nel [[1997]], è un evento che si tiene nell'ultima settimana di [[ottobre]] e rappresenta le attività più importanti svolte da [[Federico II]] a Melfi. Si celebra nei giorni di venerdì, sabato e domenica dell'ultima settimana di [[ottobre]] e si assiste al raduno dei falconieri di tutta [[Europa]], gara di caccia con i falconi, danze e musiche medievali per le vie principali della città, il corteo dell'imperatore [[Federico II]] e dei suoi sudditi, la cerimonia di investitura di un cavaliere secondo il diritto normanno, il torneo medievale degli antichi casati di Melfi e, per concludere, degustazioni di [[Aglianico del Vulture]] e prodotti tipici di Melfi come castagne e salumi.
* Corteo Storico Federiciano: nato nel 1997, è un evento che si tiene nell'ultima settimana di ottobre e rappresenta le attività più importanti svolte da [[Federico II di Svevia|Federico II]] a Melfi. Si celebra nei giorni di venerdì, sabato e domenica dell'ultima settimana di ottobre e si assiste al raduno dei falconieri di tutta [[Europa]], gara di caccia con i falconi, danze e musiche medievali per le vie principali della città, il corteo dell'imperatore [[Federico II di Svevia|Federico II]] e dei suoi sudditi, la cerimonia di investitura di un cavaliere secondo il diritto normanno e il torneo medievale degli antichi casati di Melfi.
*''Sagra della Varola'' - dedicata alla castagna (''varola'' in dialetto locale) si tiene da quasi 50 anni nel penultimo week-end di [[ottobre]] in Piazza Umberto I. Protagonista della festa è il tipico "marroncino di Melfi". Oltre alle [[caldarroste]], viene offerto l'[[Aglianico del Vulture|Aglianico]] ed esposti prodotti a base di castagne, come dolci e gelati. Il tutto viene allietato da spettacoli, gruppi musicali e danze.
*'' Festa dello Spirito Santo'':<ref -name="vulture.it">{{cita web|url=http://www.vulture.it/mobile/index.php/item/eventil|titolo=Eventi|accesso=29 marzo 2015|urlmorto=sì}}</ref> conosciuta anche come la "Pasqua di Sangue", ricorda il giorno della Pentecoste, quando ci fu l'[[assedio di Melfi]] da parte dei francesi nel [[marzo]] [[1528]] e il ritorno degli abitanti in città dopo il saccheggio con pellegrinaggio sul [[Monte Vulture]], sfilata del corteo storico per le vie della città e spettacoli di sbandieratori e cavalieri in costume.
*'' Rally delPuglia Vulture''& -Lucania: gara automobilistica su terra originalmente denominata Rally del Vulture che parte da Melfi e coinvolge altri comuni come [[Atella (PZcomune)|Atella]], [[Bella (Italia)|Bella]], [[Rapone]], [[Rionero in Vulture|Rionero]], [[Ruvo del Monte]], [[San Fele]] e città di altre regioni come [[Lacedonia]] ([[provincia di Avellino]]) e [[Rocchetta Sant'Antonio]] ([[provincia di Foggia]]). Costituisce oggi il più importante evento sportivo della Basilicata avendo validità per il Campionato Italiano ed Europeo Cross Country Rally riservato ai Fuoristrada e per il Trofeo Rally Terra riservato alle vetture da corsa.
* Coppa d'Autunno: rievocazione storica della gara auto-motociclistica organizzata per la prima volta nel 1949 dall'Ing. Michele Pastore (1ª gara organizzata in Basilicata da Lucani), giunta nel 2023 alla XIX EDIZIONE che si terrà il 16-17 settembre sulle strade del Vulture-Melfese-Alto Bradano. La gara è stata recuperata, per la specialità Regolarità per Autostoriche, dalla A.S.D. Team Coppa d'Autunno - Melfi, raccogliendo un suggerimento del Dirigente ACI Sport M. W. Oliva ed in collaborazione con l'Automobile Club di Potenza, nel 2012 con la IX Edizione.
*''Festa delle Pannedduzze'' - celebrata l'[[8 dicembre]], consiste nella distribuzione del tipico pane azzimo di origine albanese. Tutto ciò risale al momento dopo l'[[assedio di Melfi|eccidio francese]] del [[1528]], quando la cittadina venne ripopolata da vari individui, tra cui una colonia di albanesi venuta a Melfi per un editto dell'imperatore [[Carlo V]]. La colonia introdusse questi piccoli pani azzimi, distribuiti durante la messa.
* Festa delle Pannedduzze: celebrata l'8 dicembre, consiste nella distribuzione del tipico [[pane azzimo]] di origine albanese. Tutto ciò risale al momento dopo l'[[assedio di Melfi|eccidio francese]] del 1528, quando la cittadina venne ripopolata da vari individui, tra cui una colonia di albanesi venuta a Melfi per un editto dell'imperatore [[Carlo V]]. La colonia introdusse questi piccoli pani azzimi, distribuiti durante la messa.
 
== Geografia antropica ==
==Economia==
{{NN|Basilicata|settembre 2015}}
===Agricoltura===
=== Suddivisioni storiche ===
Le colture principali riguardano vigneti, oliveti ed estesi boschi di castagni alle falde del vulcano spento [[Monte Vulture]]. Dai vigneti deriva l'apprezzato [[Aglianico del Vulture]] [[Denominazione di origine controllata|DOC]], uno dei più grandi vini rossi d'Italia.<ref>{{cita libro| AA. | VV | Il libro del vino. Manuale teorico & pratico | 2004| G.R.H. S.p.A.|pag. 167}} ISBN 8887180792</ref> La zona di produzione di questo vitigno comprende, oltre Melfi, i comuni di [[Rionero in Vulture]], [[Barile (PZ)|Barile]], [[Rapolla]], [[Atella (PZ)|Atella]], [[Ripacandida]], [[Ginestra (PZ)|Ginestra]], [[Maschito]], [[Forenza]], [[Acerenza]], [[Venosa]], [[Lavello]], [[Palazzo San Gervasio]], [[Banzi]], [[Genzano di Lucania]]. Importante anche la coltivazione dell'olivo, ove viene prodotto l'[[Vulture (Olio di Oliva D.O.P.)|olio di oliva del "Vulture"]], che recentemente ha ricevuto il marchio [[Denominazione di origine protetta|DOP]]. Anche questo prodotto non si limita alla sola zona di Melfi, ma si estende ad altri comuni del Vulture come [[Barile (PZ)|Barile]], [[Rionero in Vulture|Rionero]], [[Rapolla]], [[Atella (PZ)|Atella]] e [[Ripacandida]]. Tuttavia, il prodotto che Melfi vanta maggiormente è il "marroncino",<ref name = marroncino>{{cita libro| Corrado | Barberis | L'Italia delle conserve | 2004| Touring Editore|pag. 152}} ISBN 8836532934</ref> un tipo di castagna precoce a forma tondeggiante per lo più simmetrica, dalla buccia di color marrone lucido con evidenti striature e dalla polpa croccante. Il marroncino è parte integrante della tradizione culinaria melfitana, facendo da base a varie ricette dolci e salate, ed è molto ricercato dalle industrie della preparazione del [[marron glacé]].<ref name = marroncino/>
[[File:Sviluppo urbanistico.jpg|thumb|upright=2.3| Sviluppo urbanistico:
1) Centro storico.
2) Stazione, Valleverde.
3) Valleverde, Cappuccini.
4) Incoronata, Bicocca.]]
 
===Industria= Il centro storico ====
L'industria, carente fino agli inizi degli anni '90, ha subìto un certo impulso nella frazione [[San Nicola di Melfi|San Nicola]]. Qui è stata realizzata la ''SATA'', un grande distretto industriale, dove tra installazioni medio piccole è stata costruita tra il [[1991]] ed il [[1993]] una delle più importanti fabbriche di auto [[FIAT]], con una superficie di 2.700.000 m²,<ref>{{cita libro| Domenico | Cersosimo | Viaggio a Melfi: la Fiat oltre il fordismo | 1994| Donzelli Editore|pag. 17}} ISBN 8879890697</ref> oltre 7.000 addetti e una produzione annuale di circa 450.000 vetture.<ref name = Fiat>{{cita libro| Giovanni | Balcet | L'economia italiana. Evoluzione, problemi e paradossi | 1997| Feltrinelli Editore|pag. 106}} ISBN 8807470098</ref> La scelta di collocare il complesso industriale proprio a Melfi è considerata strategica, data il suo particolare insediamento geografico su una direttrice che collega bene la [[Basilicata]] con [[Puglia]] e [[Campania]].<ref>{{cita libro| Pietro | Fantozzi | Politica, istituzioni e sviluppo | 2001 | Rubbettino Editore|pag. 182, 234}} ISBN 8849802056</ref> Lo stabilimento ha contribuito alla ripresa produttiva della FIAT a metà degli anni '90 e alla crescita delle sue quote di mercato in Europa.<ref name = Fiat/> Sebbene stia attraversando un momento di crisi produttiva negli ultimi periodi,<ref>{{cita web|url= http://www.convenzionicisl.it/news.asp?IDNEWS=562|titolo = Crisi Mercati: alla FIAT di Melfi produzione ferma dal 15 dicembre all'11 gennaio |accesso=17 dicembre 2008}}</ref> l'area industriale si è focalizzata sulla fabbricazione della [[Grande Punto]], della [[Fiat Grande Punto Abarth|Grande Punto Abarth]] e della [[Lancia Ypsilon]]. Ci sono, inoltre, circa 30 aziende collegate all'indotto [[FIAT]], tra cui [[Magneti Marelli]], [[Tower Automotive]], Benteler, Proma e Lear. Al [[2005]], la FIAT di Melfi ha raggiunto il traguardo dei sei milioni di [[Grande Punto|Punto]] prodotte.<ref>{{cita web|url= http://www.autopareri.com/Fiat-Auto-sei-milioni-di-auto.html|titolo= Fiat Auto: sei milioni di auto prodotte|accesso=12 settembre 2008}}</ref> Altro importante impianto produttivo è quello della [[Barilla]], sorto nel [[1994]], dotato di una superficie di oltre 51.000 m² e con 350 unità lavorative, il cui investimento ammontò a 156 miliardi di lire.<ref>{{cita web|url=http://archiviostorico.corriere.it/1994/ottobre/29/Barilla_apre_impianto_Melfi_Nasce_co_0_9410297670.shtml|titolo= Corriere della sera: la Barilla apre un impianto a Melfi (29 ottobre 1994)|accesso=27 ottobre 2008}}</ref> Lo stabilimento realizza i tre prodotti alimentari della linea [[Mulino Bianco]]: fette biscottate, biscotti e merendine. Le [[Officine Grandi Riparazioni]] delle [[Ferrovie dello Stato]], che impiegavano circa 200 persone, sono state invece smantellate nel [[2005]].
 
La città di Melfi si è sviluppata inizialmente sulla collina alla cui sommità svetta il castello. Il primo impianto urbano sorgeva nella zona nord ovest, in mariera radiale rispetto alla Piazza della Corte (oggi Piazza Umberto I). All'antico borgo medievale, che aveva come limite ad est la Cattedrale di Santa Maria dell'Assunta e la strada che la collega alla Porta Venosina (attuale via Garibaldi), si sono aggiunti nuovi nuclei legati a livello economico, sociale e religioso con il borgo primitivo. La loro nascita si è resa necessaria per l'incremento demografico e per le ricostruzioni post terremoto, come nel 1851 e 1930.
===Turismo===
Il turismo a Melfi rappresenta una discreta fonte di reddito e, negli ultimi anni, ha registrato un certo incremento, ma ancora stenta a raggiungere livelli sopra la media a causa di soggiorni piuttosto brevi da parte dei visitatori, portando solo alcuni vantaggi alle strutture alberghiere.<ref>{{cita web|url= http://www.fiaip.it/osservatorio/osservatorio_generale_compravendite/Basilicata.pdf|titolo= Andamento locazioni Turistiche Regione Basilicata, a cura della F.I.A.I.P.|accesso=13 dicembre 2008}}</ref> La città, tra il [[1998]] ed il [[2001]], ha registrato un aumento di presenze per quanto riguarda il turismo museale, con una percentuale del 30% in più rispetto agli anni precedenti e il [[Museo Archeologico Nazionale del Melfese|museo del comune]] (con un'affluenza di 25000 persone in un anno) è stato il terzo più visitato in [[Basilicata]], dopo quello di [[Museo archeologico nazionale (Metaponto)|Metaponto]] e [[Museo archeologico nazionale (Venosa)|Venosa]].<ref>{{cita libro| Touring | Club Italiano | Metodo e strumenti per un osservatorio del turismo culturale: il caso Basilicata | 2002| Touring Editore |pag. 106}} ISBN 883652589X</ref>
 
* Borgo medievale, è l'area a forma di trapezio compresa tra San Lorenzo (probabilmente la più antica chiesa della città), il Castello, la Cattedrale, la Porta Venosina.
==Infrastrutture e trasporti==
* Chiuchiari: rione a sud-est rispetto alla Cattedrale, abitato nel XVI secolo da popolazioni albanesi immigrate, guidate dal Capitan Kiukieri, da cui il nome del rione.
{{Vedi anche|Elenco strade statali e provinciali della Basilicata}}
* Rioni San Michele e San Martino: sorti nel secolo XIX, fuori le mura, nel versante di Porta Calcinaia e Porta Bagno, nella zona tra il vallone Capigrassi ed il monte Tabor (o collina dei Cappuccini); ebbero gravi danni al terremoto del 1930 al punto da sconsigliarne la ricostruzione, lasciando due ampi spazi aperti: l'allora Largo Abele Mancini (o piazza mercato), e l'area che fu utilizzata come Campo Sportivo, oggi Piazza Festa Campanile.
La città di Melfi ha una propria stazione ferroviaria, facente parte della [[Ferrovia Foggia-Potenza|linea Foggia-Potenza]]. Il comune ha anche una rete di trasporto urbano suddivisa in sei linee, di cui alcune portano alle zone limitrofe ([[Rapolla]] e Foggiano, frazione di Melfi) e all'Istituto Alberghiero. Le principali direttrici stradali che interessano Melfi sono:
* Casette: all'estremo oriente della collina, è un rione molto ordinato con pianta a scacchiera, edificato in seguito al sisma del 1930, con case antisismiche monoplanari in muratura portante.
*[[Immagine:Strada Statale 658 Italia.svg|50px]] [[Strada Statale 658 Potenza-Melfi]]: è una strada molto trafficata dai pendolari che si recano alla [[FIAT]] ma anche da turisti che frequentano, oltre Melfi, altre località del [[Vulture]] come [[Monticchio]] e [[Venosa]]. La città presenta un'altra uscita sulla superstrada (''Melfi Nord'') che porta verso la scuola Alberghiera e la c.da Bicocca, ove si sta costruendo la parte "nuova" del comune.
*[[Immagine:Strada Statale 93 Italia.svg|50px]] [[Strada Statale 93 Appulo-Lucana]]: collega [[Barletta]] a [[Potenza (PZ)|Potenza]]. Sfruttata spesso dai pugliesi che lavorano alla FIAT di Melfi.
 
==== Quartieri moderni ====
==Amministrazione==
 
{{ComuniAmministrazione|NomeSindaco=Alfonso Ernesto Navazio
A partire da metà degli anni cinquanta è cominciata l'espansione edilizia della città, ovviamente fuori le mura, avendo esaurito gli ultimi spazi della collina con la costruzione del rione ''Case Nuove'', a sud-est, nei pressi del vecchio carcere. La città necessariamente iniziava a mutare la sua pianta, da radiale e lineare.
|DataElezione=30/05/2006 <!--DATA DI ELEZIONE, usare il formato GG/MM/AAAA-->
 
|mandato=2
* Stazione: si intende tutto l'edificato tra Piazza Abele Mancini e la stazione ferroviaria, lungo la via Gabriele D'Annunzio e via Santa Sofia, risale agli anni sessanta.
|partito=[[centrodestra]]
* Cappuccini, tutta la zona a monte di via Santa Sofia (o via vecchia), è stato costruito negli anni settanta e ottanta.
|TelefonoComune=0972 251111<!--prefisso spazio numero telefonico-->
* Valleverde: con il rione Stazione ha segnato il primo sviluppo urbanistico lineare della città; si è sviluppata sin dagli anni sessanta, a monte della Strada Statale per Foggia; è il quartiere più esteso e più popoloso della città.
|EmailComune=info@comune.melfi.pz.it<!--E-MAIL del comune-->
* Contrada Incoronata e Contrada Bicocca: espansione del XXI secolo, al di là della linea ferroviaria, lungo la Via Monteverde, a nord-ovest del borgo medievale, sulla linea d'aria più breve verso il fiume Ofanto; presentano palazzine condominiali insieme a villette a schiera, e una zona commerciale della grande distribuzione organizzata; è abitata da una popolazione di età media più giovane rispetto alle altre parti della città.
}}
 
=== Frazioni ===
* [[Leonessa di Melfi]]
* [[San Nicola di Melfi]]
* [[Foggiano (Melfi)]]
 
== Economia ==
=== Agricoltura ===
[[File:Campi coltivati.jpg|thumb|upright=0.9|Campi coltivati]]
Le colture principali sono il grano duro (coltivato prevalentemente nella parte di territorio pianeggiante del comune detta Basso Melfese) e vi è una cospicua presenza di vigneti, oliveti ed estesi boschi di castagni alle falde del vulcano spento [[Monte Vulture]]. Dai vigneti deriva l'apprezzato [[Aglianico del Vulture]] [[Denominazione di origine controllata|DOC]], uno dei più grandi vini rossi d'Italia.<ref>{{Cita|Gambero Rosso, 2004 |p. 167}}.</ref> La zona di produzione di questo vitigno comprende, oltre Melfi, i comuni di [[Rionero in Vulture]], [[Barile (Italia)|Barile]], [[Rapolla]], [[Atella (comune)|Atella]], [[Ripacandida]], [[Ginestra (Italia)|Ginestra]], [[Maschito]], [[Forenza]], [[Acerenza]], [[Venosa]], [[Lavello (Italia)|Lavello]], [[Palazzo San Gervasio]], [[Banzi]], [[Genzano di Lucania]]. Importante anche la coltivazione dell'olivo, ove viene prodotto l'[[Vulture (olio di oliva)|olio d'oliva del "Vulture"]], che ha ricevuto il marchio [[Denominazione di origine protetta|DOP]].
 
Anche questo prodotto non si limita alla sola zona di Melfi, ma si estende ad altri comuni del Vulture come [[Barile (Italia)|Barile]], [[Rionero in Vulture|Rionero]], [[Rapolla]], [[Atella (comune)|Atella]] e [[Ripacandida]]. Tuttavia, il prodotto che Melfi vanta maggiormente è il "marroncino",<ref name="Corrado Barberis p. 152">{{Cita|Corrado Barberis, 2004 |p. 152}}.</ref> un tipo di castagna precoce a forma tondeggiante per lo più simmetrica, dalla buccia di color marrone lucido con evidenti striature e dalla polpa croccante. Il marroncino è parte integrante della tradizione culinaria melfitana, facendo da base a varie ricette dolci e salate, ed è molto ricercato dalle industrie della preparazione del [[marron glacé]].<ref name="Corrado Barberis p. 152"/>
 
=== Industria ===
{{vedi anche|Stabilimento Fiat di Melfi}}
 
Il settore secondario, carente fino agli inizi degli anni novanta, ha subìto un certo impulso nella frazione [[San Nicola di Melfi|San Nicola]], che ha reso Melfi uno dei centri industriali più rilevanti della regione. In quel luogo è stata realizzata la ''SATA'', un grande polo industriale, dove tra installazioni medio piccole è stata costruita tra il 1991 e il 1993 una delle più importanti fabbriche di auto [[FIAT]].
 
Lo stabilimento ha contribuito alla ripresa produttiva della FIAT a metà degli anni novanta e alla crescita delle sue quote di mercato in Europa.<ref name="Corrado Barberis p. 152"/> L'area industriale è nota per la produzione della [[Grande Punto]] e, tra le altre vetture prodotte, la [[Fiat Grande Punto Abarth|Grande Punto Abarth]] e la [[Lancia Y]]. Nel [[2010]] la FIAT di Melfi raggiunse il traguardo dei cinque milioni di vetture prodotte. Nel 2014 vi nascono due crossover, la [[Jeep Renegade]] e la [[Fiat 500X]]. Oggi l'impianto è controllato dalla multinazionale olandese [[Stellantis]].
 
Altro importante impianto produttivo presente nella frazione è quello della [[Barilla]], sorto nel 1994, dotato di una superficie di oltre {{M|51000|u=m²}} e con 350 unità lavorative, il cui investimento ammontò a 156 miliardi di lire.<ref>{{cita web|url=http://archiviostorico.corriere.it/1994/ottobre/29/Barilla_apre_impianto_Melfi_Nasce_co_0_9410297670.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140502032216/http://archiviostorico.corriere.it/1994/ottobre/29/Barilla_apre_impianto_Melfi_Nasce_co_0_9410297670.shtml|titolo=Corriere della sera: la Barilla apre un impianto a Melfi (29 ottobre 1994)|accesso=27 ottobre 2008|urlmorto=sì|dataarchivio=2 maggio 2014}}</ref> Lo stabilimento realizza i tre prodotti alimentari della linea [[Mulino Bianco]]: fette biscottate, biscotti e merendine. Melfi ospita anche la sede dell'azienda di acque minerali [[Gaudianello]], originariamente fondata a [[Rionero in Vulture]], ove però viene effettuata l'estrazione (assieme alla frazione [[Monticchio (Basilicata)|Monticchio]]). La Gaudianello è tra le prime 10 aziende nazionali del settore e al 4º posto in Italia nel comparto delle acque effervescenti naturali.<ref>{{cita web|url= http://www.beverfood.com/v2/news+article.storyid+238.htm|titolo= Monticchio Gaudianello punta a essere protagonista sul mercato nazionale e internazionale|accesso= 11 settembre 2008|urlmorto= sì}}</ref>
 
[[File:Abbazia monticchio.JPG|thumb|upright=0.9|L'Abbazia di San Michele]]
 
=== Turismo ===
Il turismo rappresenta una discreta fonte di reddito, in lento incremento, ma che conserva un grande potenziale. I visitatori preferiscono soggiorni piuttosto brevi mentre sono in transito verso altre destinazioni. A questi si aggiungono i turisti di giornata, ma anche gli emigrati che rientrano per il rituale soggiorno estivo<ref>{{cita web|url=http://www.comune.melfi.pz.it/upload_file/2/2061/2013.%2020.09_Linee%20Programmatiche_aggiornamento_2013_Rev__01.09_16-7-2013.pdf|titolo=Città di Melfi, linee programmatiche|accesso=31 maggio 2014|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140531224833/http://www.comune.melfi.pz.it/upload_file/2/2061/2013.%2020.09_Linee%20Programmatiche_aggiornamento_2013_Rev__01.09_16-7-2013.pdf|dataarchivio=31 maggio 2014}}</ref>.
Tra le maggiori attrattive di Melfi figurano: il sistema museale, i monumenti di interesse storico, religioso e artistico, l'enogastronomia e la grande varietà paesaggistica. Tra le zone naturali più rinomate ci sono il [[Monte Vulture]], la [[valle dell'Ofanto]], l'oasi naturalistica ed ecologica di [[Monticchio (Basilicata)|Monticchio Laghi]].
 
==== Escursionismo ====
[[File:Sentiero 101 Vulture.jpg|thumb|upright=0.9|Sentiero 101 del Vulture]]
* Il Monte Vulture è raggiungibile a piedi dalla città, percorrendo il sentiero 101, segnato a partire dal Castello di Melfi, fino in vetta, al Rifugio Monte Vulture ({{M|1283|ul=m slm}}). La difficoltà escursionistica non è elevata e l'andamento altimetrico si mantiene regolare e agevole; anche il fondo calpestabile è regolare. Il sentiero ha un tempo di percorrenza di 3 ore circa. L'itinerario in buona parte è una strada forestale, in parte asfaltata, in parte a fondo naturale, e attraversa boschi di castagni prima e di conifere poi.<ref>{{cita web|url= http://www.ilvulture.it/modules/wfchannel/html/images/sl101_cartina.jpg|titolo= Sentiero Lucano (SL) No. 101, Castello Città di Melfi - Monte Vulture, a cura del Comune di Melfi|accesso= 2 luglio 2012|urlmorto= sì}}</ref>
* Monte Vulture e Badia di San Michele a Monticchio Bagni ({{M|735|u=m}}) hanno per collegamento un'antica mulattiera inserita in boschi di castagno, cerro, faggio e conifere. Il sentiero, che ha difficoltà escursionistica media, misura meno di {{M|5|u=km}} e si percorre in due ore circa.
* Dalla via per Monticchio, poco dopo la Chiesa dell'Incoronata, sulla destra parte la strada per il Monte Lapis, con un fondo buono per camminatori e per ciclisti di [[mountain-bike]]. La sommità di questo colle, che raggiunge quota {{M|640|u=m slm}}, si raggiunge in un'ora e mezza di cammino, percorrendo {{M|2.5|u=km}} di strada rurale. Dall'alto si ha una panoramica sulla Valle dell'Ofanto e ci si trova allineati tra il Castello Aragonese di Monteverde a ovest e il Castello Normanno di Melfi a est, ben distinguibili ad occhio nudo.
* Si possono raggiungere a piedi anche le terme di Rapolla, partendo dal centro storico di Melfi. Come prima tratta si scende dal borgo medievale percorrendo la via Bagno e poi la Strada Provinciale 111 Madama Laura, in direzione nord-est, fino al Ponte Gaetaniello sul torrente Melfia. Superato il ponte, si imbocca la strada sulla destra che costeggia il torrente e corre parallela alla conformazione della collina sulla quale sorge il castello. Dopo pochi chilometri la strada da asfaltata diventa sterrata, per poi presto trasformarsi in sentiero, non segnato. La direzione è indicata dal torrente, che si costeggia sempre dallo stesso lato. Sul percorso si incontrano resti di antiche costruzioni. Si giunge alle Terme Ala in tre ore di cammino circa.
 
== Infrastrutture e trasporti ==
 
=== Strade ===
{{vedi anche|Strade provinciali della provincia di Potenza}}
Le principali direttrici stradali che interessano Melfi sono:
* [[strada statale 658 Potenza-Melfi]]
* [[strada statale 93 Appulo-Lucana]]
* [[strada statale 401 dell'Alto Ofanto e del Vulture]]
* [[strada statale 655 Bradanica]]
 
=== Ferrovie ===
{{vedi anche|Stazione di Melfi}}
La città di Melfi ha una propria stazione ferroviaria, sulla [[Ferrovia Foggia-Potenza|linea Foggia-Potenza]].
 
Nel territorio comunale di Melfi è anche situata la [[stazione di Monteverde]], sulla [[ferrovia Avellino-Rocchetta Sant'Antonio]],<ref>{{Cita web|url=http://www.lestradeferrate.it/mono2/2monteverde.htm|titolo=Lestradeferrate.it - Stazione di Monteverde (AV)|sito=www.lestradeferrate.it|accesso=2024-02-15}}</ref> e vi era, inoltre, situata la [[stazione di Pisciolo]].<ref>{{Cita web|url=http://www.lestradeferrate.it/mono2/2pisciolo.htm|titolo=Lestradeferrate.it - Fermata di Pisciolo (PZ)|sito=www.lestradeferrate.it|accesso=2024-02-15}}</ref>
 
=== Mobilità urbana ===
 
Il trasporto urbano, articolato in 6 linee, è gestito da [[Moretti Autolinee]] attraverso la controllata Moretti & Tenore Autolinee s.r.l.
 
== Amministrazione ==
=== Cronologia dei sindaci ===
{{ComuniAmminPrecTitolo}}
{{ComuniAmminPrec|[[1946]]|[[1947]]|Giuseppe Bellini|[[Democrazia Cristiana]]|}}
{{ComuniAmminPrec|[[1947]]|[[1949]]|Nicola Grieco|[[Democrazia Cristiana]]|}}
{{ComuniAmminPrec|[[1949]]|[[1950]]|Antonio Ricciardi|[[Democrazia Cristiana]]|}}
{{ComuniAmminPrec|[[1950]]|[[1951]]|Italo Lamorgese||Comm. pref.}}
{{ComuniAmminPrec|[[1951]]|[[1956]]|Ascanio Sibilla|[[Democrazia Cristiana]]|}}
{{ComuniAmminPrec|[[1956]]|[[1961]]|Nino Carbone|[[Democrazia Cristiana]]|}}
{{ComuniAmminPrec|[[1961]]|[[1963]]|Giuseppe Lasala|[[Democrazia Cristiana]]|}}
{{ComuniAmminPrec|[[1963]]|[[1964]]|Italo Lamorgese||Comm. pref.}}
{{ComuniAmminPrec|[[1964]]|[[1966]]|Nino Carbone|[[Democrazia Cristiana]]|}}
{{ComuniAmminPrec|[[1966]]|[[1968]]|Antonio Fundone|[[Democrazia Cristiana]]|}}
{{ComuniAmminPrec|[[1968]]|[[1968]]|[[Elvio Salvatore]]|[[Partito Socialista Italiano]]|}}
{{ComuniAmminPrec|[[1968]]|[[1973]]|[[Raffaello Lospinoso Severini]]|[[Democrazia Cristiana]]|}}
{{ComuniAmminPrec|[[1973]]|[[1973]]|Agostino Araneo|[[Democrazia Cristiana]]|}}
{{ComuniAmminPrec|[[1973]]|[[1974]]|[[Raffaello Lospinoso Severini]]|[[Democrazia Cristiana]]|}}
{{ComuniAmminPrec|[[1974]]|[[1975]]|Agostino Araneo|[[Democrazia Cristiana]]|}}
{{ComuniAmminPrec|[[1975]]|[[1975]]|Renato Catalani|[[Democrazia Cristiana]]|}}
{{ComuniAmminPrec|[[1975]]|[[1978]]|[[Raffaello Lospinoso Severini]]|[[Democrazia Cristiana]]|}}
{{ComuniAmminPrec|[[1978]]|[[1979]]|Felice Iannuzzi|[[Democrazia Cristiana]]|}}
{{ComuniAmminPrec|[[1979]]|[[1980]]|Alfonso Salvatore|[[Partito Socialista Italiano]]|}}
{{ComuniAmminPrec|[[1980]]|[[1981]]|Elvio Pietrantuono|[[Partito Socialista Italiano]]|}}
{{ComuniAmminPrec|[[1981]]|[[1982]]|Alfonso Salvatore|[[Partito Socialista Italiano]]|}}
{{ComuniAmminPrec|[[1982]]|[[1983]]|Ferdinando Bagnale|[[Democrazia Cristiana]]|}}
{{ComuniAmminPrec|[[1983]]|[[1986]]|Alfonso Salvatore|[[Partito Socialista Italiano]]|}}
{{ComuniAmminPrec|[[1986]]|[[1988]]|Egidio Giorgio|[[Partito Socialista Italiano]]|}}
{{ComuniAmminPrec|[[1988]]|[[1988]]|[[Giuseppe Brescia (politico 1952)|Giuseppe Brescia]]|[[Partito Comunista Italiano]]|}}
{{ComuniAmminPrec|[[1988]]|[[1992]]|Tommaso Bufano|[[Democrazia Cristiana]]|}}
{{ComuniAmminPrec|[[1992]]|[[1993]]|Gaetano Araneo|[[Democrazia Cristiana]]|}}
{{ComuniAmminPrec|[[1993]]|[[1997]]|[[Giuseppe Brescia (politico 1952)|Giuseppe Brescia]]|[[Partito Democratico della Sinistra]]|}}
{{ComuniAmminPrec|[[1997]]|[[2000]]|[[Nicola Pagliuca]]|[[Polo per le Libertà]] ([[Forza Italia (1994)|FI]]-[[Alleanza Nazionale|AN]]-[[Centro Cristiano Democratico|CCD]]-[[Cristiani Democratici Uniti|CDU]])|}}
{{ComuniAmminPrec|[[2000]]|[[2001]]|Giacomo Armentano||Comm. pref.}}
{{ComuniAmminPrec|[[2001]]|[[2006]]|Alfonso Ernesto Navazio|[[Casa delle Libertà]] ([[Forza Italia (1994)|FI]]-[[Alleanza Nazionale|AN]], [[Centro Cristiano Democratico|CCD]], [[Cristiani Democratici Uniti|CDU]])|}}
{{ComuniAmminPrec|[[2006]]|[[2010]]|Alfonso Ernesto Navazio|[[Casa delle Libertà]] ([[Forza Italia (1994)|FI]]-[[Alleanza Nazionale|AN]], [[Centro Cristiano Democratico|CCD]], [[Cristiani Democratici Uniti|CDU]])|}}
{{ComuniAmminPrec|[[2010]]|[[2011]]|Fausto Gianni||Comm. pref.}}
{{ComuniAmminPrec|[[2011]]|[[2021]]|Livio Valvano|([[Partito Socialista Italiano (2007)|PSI]]- [[Partito Democratico (Italia)|PD]]–UDC-[[Sinistra Ecologia Libertà|SEL]]–[[Lista Civica|Civiche]])||}}
{{ComuniAmminPrec|[[2021]]|''in carica''|Giuseppe Maglione|([[Forza Italia (2013)|FI]] - [[Lega per Salvini premier|Lega]] – [[Italia Viva|IV]])||}}
{{ComuniAmminPrecFine}}
 
===Gemellaggi===
* {{Gemellaggio|Svezia|Lerum}}
 
== Sport ==
[[Immagine:Tribuna Stadio Melfi.jpg|right|thumb|220px|Lo Stadio]]
La prima [[squadra di calcio]] della città è l'[[Associazione Sportiva Melfi|A.S. Melfi]], società fondata il [[1 agosto]] [[1929]].<ref>{{cita web|url= http://www.cittadimelfi.it/sport.htm|titolo= Storia dell'A.S. Melfi|accesso=6 dicembre 2008}}</ref> Nel [[1941]] debutta nel Campionato Regionale Lucano di 2^ Divisione a 6 squadre e, dopo la [[seconda guerra mondiale]], riprende l'attività durante la stagione [[1949]]/[[1950|50]]. Attualmente milita nel campionato di [[Serie C2 (calcio)|Serie C2/C]] ed è presieduta da Giuseppe Maglione. Per quanto riguarda il basket da segnalare è la società ''Olimpia Pallacanestro'', quest'anno in [[Serie C (pallacanestro maschile)|Serie C1/D]], dopo tre stagioni in [[Serie B Dilettanti|B2]]. Bisogna inoltre ricordare per il volley il traguardo raggiunto dalla compagine femminile, che negli [[anni novanta]], con il nome di ''Audax Roselli'' raggiunse la [[Campionato_italiano_di_pallavolo_femminile#Serie_A2|Serie A2]], la seconda categoria più importante del campionato italiano di pallavolo femminile.<ref>{{cita web|url= http://archiviostorico.gazzetta.it/1997/maggio/21/Bergamo_punta_sulla_Weersing_ga_0_9705217388.shtml|titolo= Archivio della Gazzetta dello Sport|accesso=4 novembre 2008}}</ref>
 
=== Calcio ===
Melfi è stata due volte arrivo di tappa del [[Giro d'Italia]]:
*[[30 maggio]] [[1992]]: 6^ tappa, vinta da [[Guido Bontempi]].<ref>{{cita web|url= http://www.museociclismo.it/content/corse/tappe.php?cod=5133|titolo= 75a edizione Giro d'Italia su www.museociclismo.it|accesso=4 novembre 2008}}</ref>
*[[26 maggio]] [[1994]]: 5^ tappa, vinta da [[Endrio Leoni]].<ref>{{cita web|url= http://www.museociclismo.it/content/corse/tappe.php?cod=5131|titolo= 77a edizione Giro d'Italia su www.museociclismo.it|accesso=4 novembre 2008}}</ref>
 
[[File:Tribuna Stadio Melfi.jpg|thumb|Lo Stadio]]
===Impianti sportivi===
*''[[Stadio Arturo Valerio]]'' - Situato in "contrada Abbruzzese" e inaugurato nel [[1982]], ha una capienza di 4.100 posti. L'impianto presenta, inoltre, una pista d'atletica, il salto in lungo, il salto in alto, il lancio del peso ed il lancio del giavellotto.
*''Palasport'' - si trova in via Foggia, è un centro di numerose attività sportive, tra cui pallacanestro, pallavolo e danza.
*''Piscina comunale Pegaso s.c.a.r.l.'' - in contrada Abbruzzese.
*''Campo da Tennis comunale'' - in "contrada Abbruzzese".
 
La principale squadra di calcio della città è l{{'}}''[[Associazione Sportiva Melfi|A.S. Melfi]]'' fondata nel [[1929]] che milita nell'[[Eccellenza (calcio)|Eccellenza]].
==Galleria fotografica==
<div style="margin-bottom: 0.5em; border: 1px solid #ccc; padding: 4px; background: #F9F9F9; text-align: center; font-size: 95%;">''Per ulteriori immagini di Melfi, visita la'' '''[http://commons.wikimedia.org/wiki/Melfi Galleria d'immagini] su Commons''' [[Immagine:Nuvola_apps_digikam.png|32px]]</div>
 
L'altra squadra di calcio è l{{'}}''A.S.D. Sport Melfi 1983'' che milita in [[Prima Categoria]].
<gallery>
Immagine:Melfi Vista.jpg|<center>Panorama
Immagine:Campanilemelfi.jpg|<center>Campanile della Cattedrale
Immagine:Comune di Melfi.jpg|<center>Palazzo Municipale
Immagine:Chiesa Santa Maria ad Nives Melfi.jpg|<center>Chiesa Santa Maria ad Nives
</gallery>
 
==Note= Basket ===
{{references|2}}
 
La società di basket locale è la Normanna Basket Melfi, che milita in [https://campania.fip.it/ Divisione 1 Campania, Girone B].
==Bibliografia==
 
*{{cita libro| Tommaso | Pedio | Storia della Basilicata raccontata ai ragazzi | [[1994]]| Congedo Editore}} ISBN 883652141X
=== Pallavolo ===
*{{cita libro| Antonio | Canino | Basilicata Calabria | [[1980]] | Touring Editore}} ISBN 8836500218
 
*{{cita libro| Raffaele | Licinio | Castelli medievali | [[1994]]| Edizioni Dedalo}} ISBN 8822061624
Nella pallavolo Melfi è stato rappresentato dalla squadra femminile Audax Roselli, che ha raggiunto la [[Serie A2 (pallavolo femminile)|Serie A2]].<ref>{{cita web|url= http://archiviostorico.gazzetta.it/1997/maggio/21/Bergamo_punta_sulla_Weersing_ga_0_9705217388.shtml|titolo= Archivio della Gazzetta dello Sport|accesso=4 novembre 2008}}</ref>
*{{cita libro| AA. | VV | Basilicata | [[2004]]| Touring Editore}} ISBN 8836529518
 
*{{cita libro| Aurelio | Musi | Napoli, una capitale e il suo regno| [[2003]] | Touring Editore}} ISBN 8836528511
=== Ciclismo ===
*{{cita libro| Giacinto | de' Sivo | Storia delle Due Sicilie, dal 1847 al 1861 | [[1864]]| Oxford University}}
 
*{{cita libro| Abele | Mancini | Cose patrie - ricordi studii e pensieri | [[1894]] | Roma}}
Melfi è stata tre volte arrivo di tappa del [[Giro d'Italia]]: il 30 maggio 1992 con la 6ª tappa, vinta da [[Guido Bontempi]].<ref>{{cita web|url= http://www.museociclismo.it/content/corse/tappe.php?cod=5133|titolo= 75ª edizione Giro d'Italia|sito=www.museociclismo.it|accesso= 4 novembre 2008|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20140502033012/http://www.museociclismo.it/content/corse/tappe.php?cod=5133|dataarchivio= 2 maggio 2014|urlmorto= sì}}</ref>, il 26 maggio 1994 con la 5ª tappa, vinta da [[Endrio Leoni]].<ref>{{cita web|url= http://www.museociclismo.it/content/corse/tappe.php?cod=5131|titolo= 77ª edizione Giro d'Italia|sito=www.museociclismo.it|accesso= 4 novembre 2008|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20140502033325/http://www.museociclismo.it/content/corse/tappe.php?cod=5131|dataarchivio= 2 maggio 2014|urlmorto= sì}}</ref> e l'8 maggio 2023 con la 3ª tappa, vinta da [[Michael Matthews]].
*{{cita libro| Gennaro | Araneo | Notizie storiche della città di Melfi nell’antico reame di Napoli | [[1866]] (rist, anast., Milano [[1978]]) | Firenze}}
 
*{{cita libro| Franco | Tardioli | Le costituzioni di Melfi di Federico II | [[2003]] | Melfi}}
=== Impianti sportivi ===
*{{cita libro| AA. | VV | Basilicata Atlante Turistico| [[2006]] | Istituto Geografico De Agostini}}
 
*{{cita libro| Jean-Charles | Léonard | Storia delle repubbliche italiane dei secoli di mezzo | [[1832]]| Oxford University}}
Gli impianti sportivi sono:
*{{cita libro| Alfredo | Borghini | Itinerari di Federico II nella provincia di Potenza | [[2000]]| Alfagrafica Volonnino}}
* [[Stadio Arturo Valerio]]: situato in contrada Sant'Abruzzese, inaugurato nel 1982, ha una capienza di {{formatnum:4100}} posti circa a sedere. L'impianto è dotato inoltre della pista d'atletica, e di aree per il salto in lungo, il salto in alto, il getto del peso e il tiro del giavellotto. È idoneo per manifestazioni in notturna.
* {{Senza fonte|Palasport Michele Pastore: costruito nel 1995, si trova in via Foggia. Ha una capienza di 824 posti a sedere (circa {{formatnum:1500}} per i concerti) ed è centro di numerose attività sportive, tra cui pallacanestro, pallavolo, calcio a 5 e danza.
* Piscina comunale Mauro Tartaglia: in contrada Sant'Abruzzese, con una vasca da 25 metri a sei corsie.
* Circolo Tennis Melfi: in contrada Sant' Abruzzese, con un campo coperto e due scoperti, superficie sintetica di categoria 4 certificata ITF.}}
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
* {{Cita libro |autore=[[Enrico Pani Rossi]] |titolo=La Basilicata, libri tre: studi politici, amministrativi e di economia pubblica |anno=1868 |editore=Coi Tipi di G. Civelli |città=Firenze |cid=Enrico Pani Rossi, 1866}}
* {{Cita libro|autore=Gennaro Araneo |titolo=Notizie storiche della città di Melfi nell'antico reame di Napoli |anno=1866 |città=Firenze |cid=Gennaro Araneo, 1866}}
* {{Cita libro |autore=Vincenzo D'Avino |titolo=Cenni storici sulle chiese arcivescovili, vescovili, e prelatizie (nullius) del regno delle due Sicilie |anno=1848 |editore= Rannucci |cid=Vincenzo D'Avino, 1848}}
* {{Cita libro|autore=Universitàdegli studi di Bari |titolo=Itinerari e centri urbani nel Mezzogiorno normanno-svevo |anno=1993 |editore= Edizioni Dedalo |isbn=88-220-4144-5|cid=Università degli studi di Bari, 1993}}
* {{Cita libro|autore=Alfredo Borghini |titolo=Itinerari di Federico II nella provincia di Potenza |anno=2000 |editore=Alfagrafica Volonnino |cid=Alfredo Borghini, 2000}}
* {{Cita libro|autore=Antonio Canino |titolo=Basilicata Calabria |anno=1980 |editore=Touring Editore |isbn=88-365-0021-8|cid=Antonio Canino, 1980}}
* {{Cita libro|autore=Giacinto de' Sivo|titolo=Storia delle Due Sicilie, dal 1847 al 1861|anno=1864 |editore=Oxford University Press |cid=Giacinto de' Sivo, 1864}}
* {{Cita libro|autore=Luciano Boschini |titolo=Castelli d'Europa|anno=2000 |editore=Hoepli |isbn=88-203-2819-4|cid=Luciano Boschini, 2000}}
* {{Cita libro|autore=Enrico Artifoni |titolo=Storia medievale|anno=1998 |editore=Donzelli Editore |isbn=88-7989-406-4|cid=Enrico Artifoni, 1998}}
* {{Cita libro|autore=Jean-Charles Léonard |titolo=Storia delle repubbliche italiane dei secoli di mezzo|anno=1832 |editore=Oxford University |cid=Jean-Charles Léonard, 1832}}
* {{Cita libro|autore=Raffaele Licinio |titolo=Castelli medievali |anno=1994 |editore=Edizioni Dedalo |isbn=88-220-6162-4|cid=Raffaele Licinio, 1994}}
* {{Cita libro|autore=[[Franco Cardini]] |titolo=Storia Medievale |anno=2006 |editore=Le Monnier Università |isbn=88-00-20474-0|cid=Franco Cardini, 2006}}
* {{Cita libro|autore=Abele Mancini |titolo=Cose patrie - ricordi studii e pensieri|anno=1894 |editore=Oxford University |città= Roma|cid=Abele Mancini, 1894}}
* {{Cita libro|autore=Aurelio Musi |titolo=Napoli, una capitale e il suo regno|anno=2003 |editore=Touring Editore |isbn=88-365-2851-1|cid=Aurelio Musi, 2003}}
* {{Cita libro|autore=[[Tommaso Pedio]] |titolo=Storia della Basilicata raccontata ai ragazzi|anno=1994 |editore=Congedo Editore |isbn=88-365-2141-X|cid=Tommaso Pedio, 1994}}
* {{Cita libro|autore=[[Carmine Crocco]] |titolo=Come divenni brigante|anno=2008 |editore= Edizioni Trabant |isbn=978-88-96576-04-5|cid=Carmine Crocco, 2008}}
* {{Cita libro|autore=Franco Tardioli |titolo=Le costituzioni di Melfi di Federico II|anno=2003 |città= Melfi|cid=Franco Tardioli, 2003}}
* {{Cita libro|autore=AA. VV. |titolo=Basilicata|anno=2004 |editore=Touring Editore |isbn=88-365-2951-8|cid=AA. VV., 2004}}
* {{Cita libro|autore=AA. VV. |titolo=Basilicata Atlante Turistico|anno=2006 |editore=Istituto Geografico De Agostini |isbn=88-365-2951-8|cid=AA. VV., 2006}}
* {{Cita libro|autore=Gambero Rosso |titolo=Il libro del vino. Manuale teorico & pratico|url=https://archive.org/details/isbn_9788887180794|anno=2004 |editore=G.R.H. S.p.A. |isbn=88-87180-79-2|cid=Gambero Rosso, 2004}}
* {{Cita libro|autore=Corrado Barberis |titolo=L'Italia delle conserve|anno=2004 |editore=Touring Editore |isbn=88-365-3293-4|cid=Corrado Barberis, 2004}}
* {{Cita libro|autore=Domenico Cersosimo |titolo=Viaggio a Melfi: la Fiat oltre il fordismo|anno=1994 |editore=Donzelli Editore |isbn=88-7989-069-7|cid=Domenico Cersosimo, 1994}}
* {{Cita libro|autore=Giovanni Balcet |titolo=L'economia italiana. Evoluzione, problemi e paradossi|anno=1997 |editore=Donzelli Editore |isbn=88-07-47009-8|cid=Giovanni Balcet, 1997}}
* {{Cita libro|autore=Pietro Fantozzi |titolo=Politica, istituzioni e sviluppo: un approccio sociologico|anno=2001 |editore=Rubbettino Editore |isbn=88-498-0205-6|cid=Pietro Fantozzi, 2001}}
* {{Cita libro|autore=Touring Club Italiano |titolo=Metodo e strumenti per un osservatorio del turismo culturale: il caso Basilicata|anno=2002 |editore=Touring Editore |isbn=88-365-2589-X|cid=Touring Club Italiano, 2002}}
* Eugenio Ciasca, ''Terre comuni e usi civici nel territorio di Melfi: 1037-1738'' Roma: [s.n.], 1958 (Roma: Tip. A. Staderini)
 
== Voci correlate ==
* [[CostituzioniConcilio di Melfi I]]
* [[Concilio di Melfi II]]
* [[Concordato di Melfi]]
* [[Contea di Puglia]]
* [[Province_italiane_in_progetto#Basilicata|Disegno di legge per la Provincia di Melfi]]
* [[Costituzioni di Melfi]]
* [[Federico II del Sacro Romano Impero]]
* [[Dialetti dell'area apulo-lucana]]
* [[Giustizierato della Basilicata]]
* [[MelfeseFederico II di Svevia]]
* [[Giustizierato di Basilicata]]
* [[Monte Vulture]]
* [[Ofanto]]
* [[Stazione_meteorologica_di_Melfi|Stazione meteorologica di Melfi]]
* [[Trattato di Melfi]]
* [[Torre della Cisterna]]
* [[Vulture-Melfese]]
 
== Altri progetti ==
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==Collegamenti esterni==
*[http://www.comune.melfi.pz.it/web/home/_default.asp Comune di Melfi]
*[http://www.asmelfi.it A.S. Melfi calcio - serie C2]
*[http://www.melfilive.it/index.aspx MelfiLive notizie dalla città]
 
== Collegamenti esterni ==
{{Provincia di Potenza}}
* {{Collegamenti esterni}}
* {{Cita web|url=http://comunemelfi.it/|titolo=Città di Melfi|accesso=3 gennaio 2016 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150801131411/http://comunemelfi.it/|dataarchivio=1º agosto 2015|urlmorto=no}}
* [[Hubert Houben]], [http://www.treccani.it/Portale/elements/categoriesItems.jsp?pathFile=/sites/default/BancaDati/Federiciana/VOL02/FEDERICIANA_VOL02_000382.xml {{Maiuscoletto|Melfi}}], ''[[Enciclopedia Federiciana]]'', Vol. II, [[Istituto dell'Enciclopedia Italiana Treccani]]
 
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