Corallium rubrum: differenze tra le versioni

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Il '''corallo rosso'''<ref>{{Cita web|url=https://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/11953|titolo=Mipaaf - Decreto Ministeriale n°19105 del 22 settembre 2017 - Denominazioni in lingua italiana delle specie ittiche di interesse commerciale|accesso=15 marzo 2018}}</ref> ('''''Corallium rubrum''''') ({{zoo|[[Carl von LinnéLinneo|Linnaeus]], [[|1758]]}}) è un [[AlcyonariaOctocorallia|octocoralloottocorallo]] della [[famiglia (tassonomia)|famiglia]] delle [[Coralliidae]], diffuso nel [[mar Mediterraneo]] e nell'[[Atlantico]] orientale.
 
== Etimologia ==
Secondo [[Publio Ovidio Nasone|Ovidio]]<ref>{{it}}[http://www.iconos.it/index.php?id=2516 Perseo e l’origine del corallo]. Iconografia e Iconologia, Dipartimento di Storia dell'Arte, Facoltà di Scienze Umanistiche dell'Università di Roma "La Sapienza".</ref> ([[Metamorfosi (Ovidio)|Metamorfosi]], IV, 740-752) il corallo rosso nacque dal sangue di una delle [[Gorgoni]], [[Medusa (mitologia)|Medusa]], quando [[Perseo]] la decapitò. Le Gorgoni avevano la capacità di pietrificare con lo sguardo, e il sangue di questa, al contatto con la schiuma creata dalle onde, pietrificò alcune [[alghe]] che col sangue divennero rosse.
 
Il nome di questa specie deriva dal suo nome in [[Lingua greca antica|greco antico]], {{lang|grc|κοράλλιοv}} (''koràllion''). Si ipotizza che il termine a sua volta derivi da {{lang|grc|κόρος}} (''kóros''), "scopa"<ref name=":0">{{Cita libro|curatore=[[Ottorino Pianigiani]]|url=https://www.etimo.it/?term=Corallo+&find=Cerca|voce=Corallo|titolo=[[Vocabolario Etimologico della Lingua Italiana]]|città=Roma|editore=Società Editrice "Dante Alighieri"|anno=1907|accesso=28 luglio 2024}}</ref>.
Il [[Giorgio Vasari|Vasari]], nella descrizione del quadro ''Perseo e Andromeda'', scrisse<ref>{{it}}[http://www.iconos.it/index.php?id=2494 La Nascita del Corallo]. Iconografia e Iconologia, Dipartimento di Storia dell'Arte, Facoltà di Scienze Umanistiche dell'Università di Roma "La Sapienza".</ref> nel [[1570]]:{{quote|[...] dov’è Perseo, che sciogliendo Andromeda, nuda allo scoglio marino, et havendo posato in terra la testa di Medusa, che uscendo sangue dal collo tagliato, et imbrattando l’acqua del mare, ne nascieva i coralli.}}
 
== EtimologiaHabitat deldei nomecoralli ==
Il corallo rosso è l'unica specie del genere ''[[Corallium]]'' che vive nel [[Mar Mediterraneo|Mediterraneo]], dalla [[Grecia]] e dalla [[Tunisia]] fino allo [[Stretto di Gibilterra]], [[Corsica]], [[Sardegna]], [[Sicilia]] e [[Baleari]] incluse, ma è diffuso anche nell'[[Oceano Atlantico|Atlantico]] orientale in [[Portogallo]], [[Canarie]], [[Marocco]] e [[Capo Verde|Isole di Capo Verde]], di solito fino a 200 metri di profondità in luoghi poco illuminati con scarsa vegetazione.
Si pensa che la parola corallo derivi dal [[lingua greca|greco]] ''koraillon'', cioè "''scheletro duro''", per altri invece deriverebbe sempre dal greco ''kura-halos'', cioè "''forma umana''" ed altri ancora, infine, fanno derivare il termine dall'[[lingua ebraica|ebraico]] ''goral'', nome usato per le pietre utilizzate per gli [[oracolo|oracoli]] in [[Palestina]], [[Asia Minore]] e Mediterraneo, tra le quali ruolo preponderante era svolto appunto dai coralli<ref>{{it}}{{cita web|url=http://www.gemstone.org/gem-by-gem/italian/coral.html|titolo=Corallo|autore=Gem by Gem - International Colored Gemstone Association|accesso=10/04/2008}}</ref>.
 
Corallium rubrum è considerato una specie endemica del Mediterraneo, nonostante alcune popolazioni sono state segnalate in Portogallo e a Capo Verde.
== Habitat e distribuzione ==
[[Immagine:Corallium_rubrum.jpg|250px|thumb|left|Corallo rosso nelle acque della [[Riserva marina di Portofino]], [[Liguria]].]]
 
Ha bisogno di condizioni di vita particolari: [[salinità]] dell'acqua costante (che deve essere compresa tra il 28% ed il 40‰, in relazione al luogo ed al tipo di corallo), ridotto movimento dell'acqua e [[sciafilia|illuminazione attenuata]]. Il tasso di sedimenti in sospensione nell'acqua, se troppo elevato, ne limita la sopravvivenza.[[File:Corallium rubrum.jpg|thumb|left|Corallo rosso nelle acque della [[Riserva marina di Portofino]], [[Liguria]]|353x353px]]
Il corallo rosso è l'unica specie del genere ''[[Corallium]]'' che vive nel [[Mar Mediterraneo|Mediterraneo]], ma è diffuso anche nell’[[Oceano Atlantico|Atlantico]] orientale ([[Portogallo]], [[Canarie]], [[Capo Verde|Isole di Capo Verde]]), di solito fino a 200 metri di profondità in luoghi poco illuminati con scarsa vegetazione.
 
Vive pertanto preferibilmente in luoghi ombrosi e riparati (grotte semioscure, strapiombi, fenditure delle rocce), a partire dalla profondità di 20/30 metri fino a 200 metri. Eccezionalmente<ref>{{cita web|http://www.portoconte.it/diving/italian.html|Le più belle immersioni nelle grotte sommerse del parco marino di Capo Caccia|accesso=13 settembre 2007}}</ref> si può osservare a basse profondità (4&nbsp;m) ed è stato segnalato anche a profondità fino a 800 m. Si può trovare in notevoli quantità, nelle grotte delle zone di [[Porto Conte]], [[Capo Caccia]] e [[Punta Giglio]] nel nord-ovest della [[Sardegna]], nel territorio di [[Alghero]]: per queste ragioni il territorio di cui la [[Alghero|città sarda]] è capoluogo prende il nome di [[Riviera del Corallo]] (a cui è intitolato anche lo scalo aeroportuale algherese che sorge nei pressi di [[Fertilia]]). In [[Liguria]], nella [[Riserva marina di Portofino]], la presenza del corallo rosso è continua su tutto il versante meridionale tra i 15 e i 45 metri di profondità, con anche 200 colonie per [[metro quadrato]]. La ridotta taglia delle colonie associata alla densità alta fa sì che i popolamenti più superficiali non siano caratterizzati da un alto valore economico.
In genere, popola tutti i mari del globo con il limite estremo costituito dal largo dei [[circolo polare|circoli polari]]. L'aspetto e la colorazione del corallo varia in relazione al luogo ed alle profondità in cui si trova.
 
''Corallium rubrum'' è una specie dalla crescita molto lenta. Studi sui tassi di crescita hanno dimostrato che le colonie crescono in media tra 0.25 e 0.66&nbsp;mm in diametro basale nel tempo di un anno.
Ha bisogno di condizioni di vita particolari: [[salinità]] dell'acqua costante (che deve essere compresa tra il 28% ed il 40‰, in relazione al luogo ed al tipo di corallo), ridotto movimento dell’acqua e [[sciafilia|illuminazione attenuata]]. Il tasso di sedimenti in sospensione nell'acqua, se troppo elevato, ne limita la sopravvivenza.
<ref>{{Cita pubblicazione|autore = Marschal C, Garrabou J, Harmelin JG, Pichon M|titolo = A new method for measuring growth and age in the precious red coral Corallium rubrum (L.)|rivista = Coral Reefs|volume = 23}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|autore = Bramanti L, Vielmini I, Rossi S, Tsounis G, Iannelli M, Cattaneo-Vietti R, Santangelo G|titolo = Demographic parameters of two populations of red coral (Corallium rubrum L. 1758) in the North Western Mediterranean|rivista = Marine Biology}}</ref>
 
Vive pertanto preferibilmente in luoghi ombrosi e riparati (grotte semioscure, strapiombi, fenditure delle rocce), a partire dalla profondità di 20/30 metri fino a 200 metri. Eccezionalmente<ref>{{cita web|http://www.portoconte.it/diving/italian.html|Le più belle immersioni nelle grotte sommerse del parco marino di Capo Caccia|accesso=13-09-2007}}</ref> si può osservare a basse profondità (4 m), ed anche in notevoli quantità, nelle grotte delle zone di [[Porto Conte]], [[Capo Caccia]] e [[Punta Giglio]] nel nord/ovest della [[Sardegna]], nel territorio di [[Alghero]]. In [[Liguria]], nella [[Riserva marina di Portofino]], la presenza del corallo rosso è continua su tutto il versante meridionale tra i 15 e i 45 metri di profondità, con anche 200 colonie per [[metro quadrato]]; caratteristica peculiare di questo corallo è la lentezza di crescita (un centimetro ogni circa 15 anni contro i 3-4 centimetri di altre zone) e la non sfruttabilità commerciale per via della sottigliezza<ref>Vedi a questo proposito Leali Rizzi, Tina e Penco, Adriano.</ref>.
 
== Descrizione ==
[[ImmagineFile:Corallium rubrum (Linnaeus, 1758) 1.jpg|250pxminiatura|thumb330x330px|ParticolareColonia deidi corallo rosso; sono evidenti i [[Polipo (zoologia)|polipi]] estroflessi.con i [[Tentacolo|tentacoli]] caratterizzati da [[Pinnula (zoologia)|pinnule]]]]
Forma [[Colonia (zoologia)|colonie]] ramificate, che possono superare i 20–30&nbsp;cm di altezza, di colore generalmente rosso brillante, ma a volte rosa. Raramente vengono osservate colonie albine di colore completamente bianco.
 
I [[Polipo (zoologia)|polipi]] sono bianchi e trasparenti, lunghi solo pochi millimetri, con otto [[Tentacolo|tentacoli]] bordati di appendici pinnate, visibili quando questi sono estroflessi per la cattura del cibo.[[File:Corallium rubrum 1.jpg|thumb|Particolare dei [[Polipo (zoologia)|polipi]] estroflessi|330x330px]]
Forma colonie ramificate, che possono superare i 20-30 cm di altezza, di colore generalmente rosso brillante, ma a volte rosa, bianco, marrone ed eccezionalmente nero<ref>{{cita web|http://www.clubsommozzatoribari.it/schede/coralli.htm|Corallium rubrum|autore=Club Sommozzatori Bari Onlus|accesso=13-09-2007}}</ref>.
 
Lo [[Corallite|scheletro calcareo]], durissimo e ricercato come materiale per la costruzione di gioielli, è ricoperto da uno strato di tessuto molle, il [[cenosarco]], che viene rimosso per la lavorazione e [[lucidatura]] per la realizzazione di monili e sculture artistiche.
I [[Polipo (zoologia)|polipi]] sono bianchi e trasparenti, lunghi solo pochi millimetri, con otto tentacoli bordati di appendici pinnate, visibili quando questi sono estroflessi per la cattura del cibo.
 
== Biologia ==
Lo scheletro calcareo, durissimo e ricercato come materiale per la costruzione di gioielli, è ricoperto da uno strato di tessuto molle chiamato ''cenosarco'', che viene rimosso per la lavorazione e lucidatura per la realizzazione di monili e sculture artistiche.
=== Alimentazione ===
Si nutre di [[plancton]] e di sostanze organiche sospese, catturate dai tentacoli dei polipi.<br />
Questi sono ricoperte di migliaia di cellule ectodermiche, tipiche dei [[Celenterati]] e dette [[cnidoblasti]], contenenti una sostanza urticante che paralizza le prede.
 
=== Riproduzione e crescita ===
Si riproduce, per via sia [[riproduzione asessuata|asessuata]] che [[riproduzione sessuata|sessuata]], rilasciando [[larva|larve]] (planule) che, dopo una fase di embrioneplanctonica della durata di circa un mese<ref>{{Cita pubblicazione |lingua=en |autore = Martinez-Quintana A, Bramanti L, Viladrich N, Rossi S, Guizien K|titolo = Quantification of larval traits driving connectivity: the case of Corallium rubrum (L. 1758)|rivista = Marine Biology |anno= 2015 |volume=162 |pp=309-318 |url=https://doi.org/10.1007/s00227-014-2599-z}}</ref>, si fissano al substrato<ref>{{cita web |autore=Minasi, Raffaele (|sito=MondoMarino.net). [|url=http://www.mondomarino.net/articoli/index.asp?p=51&view=dett&idu= |titolo=La notte di coralli].}}</ref>.
 
Ha una crescita moltodi lentacirca (3-43–4&nbsp;mm cm l’annol'anno in altezza, e di 0,62 25-0,60&nbsp;mm l'anno in diametro) e questo lo rende particolarmente vulnerabile all’azioneall'azione di raccolta dell’uomodell'uomo, un tempo operata con metodi distruttivi; oggi in Italia si ha una pesca di tipo selettivo, effettuata in acqua direttamente da [[sommozzatore|sub]], che permette, se effettuata con criterio, di massimizzare la resa della pesca con la scelta solo dei rami più grandi permettendo nel contempo la salvaguardia della specie<ref name="Encarta">{{it}}{{cita web|url=http://it.encarta.msn.com/sidebar_981554986/Il_corallo_rosso.html|titolo=Il corallo rosso|autore=Encarta|accesso=099 aprile 2008|urlmorto=sì|urlarchivio=https:/04/2008web.archive.org/web/20090904224943/http://it.encarta.msn.com/sidebar_981554986/Il_corallo_rosso.html|dataarchivio=4 settembre 2009}}</ref>.
 
=== AlimentazioneEcologia ===
Numerose specie appartenenti ai diversi [[phyla]] vivono sopra o in stretta associazione con le colonie di corallo rosso.
Si nutre di [[plancton]] e di sostanze organiche sospese, catturate dai tentacoli dei polipi.<br/>
 
Questi sono ricoperte di migliaia di cellule ectodermiche, tipiche dei [[Celenterati]] e dette [[cnidoblasti]], contenenti una sostanza urticante che paralizza le prede.
Un recente studio sui molluschi associati al ''Corallium rubrum'' ha dimostrato come tra le specie più comuni viventi su di esso vi è sicuramente ''[[Pseudosimnia carnea]]'', un [[gasteropode]] appartenente alla famiglia degli [[Ovulidae]] e diverse specie di [[Muricidae]], tra cui l'''[[Ocinebrina paddeui]]'', ad oggi specie endemica delle colonie di corallo rosso di Alghero, e numerose ''[[Coralliophila]]'' spp.<ref>{{cita pubblicazione |lingua=en |autore=Crocetta F., & Spanu M. |titolo= Molluscs associated with a Sardinian deep water population of Corallium rubrum (Linnι, 1758) |rivista=Mediterranean Marine Science |anno=2008 |volume=9(2) |pp=63-86 |url=https://doi.org/10.12681/mms.133 }}</ref>
==Lavorazione artistica==
Il corallo rosso è lavorato per ottenere gioielli ed opere d'arte. Prevalentemente viene montato su oro e argento, o infilato per ottenere collane e bracciali.
La lavorazione si suddivide in varie fasi a partire dalla eliminazione del rivestimento, il cenosarco, dalla pulizia, dal taglio e/o intaglio, dalla lavorazione ed infine dalla lucidatura.
[[File:Corallo rosso - lavorazione artistica - Alghero Sardinia.jpg|left|125pxl|thumb| Il corallo di [[Alghero]] lavorato da una delle migliori artigiane catalane]]
 
== Conservazione ==
[[ImmagineFile:Corallium Rubrum Grotta Nereo.jpg|thumb|250px|Corallo nella ''Grotta di Nereo'' a [[Capo Caccia]].|361x361px]]
 
Merita una nota la recente istituzione della [[Area naturale marina protetta Capo Caccia Isola Piana|AMP di Capo Caccia e- Isola Piana]], all'interno della quale è stata creata una zona "''A''" specifica di rispetto assoluto per preservare la "''Grotta del Corallo''", dove sui soffitti interni ed in tutta la zona circostante è ancora esistente una buona quantità di corallo e per il quale è in corso un progetto<ref>{{cita web|1=http://www.ampcapocaccia.it/ricerche4.asp|2=Conservazione di Corallium rubrum in siti superficiali|accesso=13-09- settembre 2007|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20071006045937/http://ampcapocaccia.it/ricerche4.asp|dataarchivio=6 ottobre 2007|urlmorto=sì}}</ref>, unico nel suo genere, di ripopolamento con la creazione di supporti speciali ai quali sono stati innestati spezzoni di corallo provenienti dagli scarti di taglio forniti dai corallari subacquei professionisti che operano nella zona.
 
Questi particolari supporti di granito sono stati affondati<ref>{{cita web|1=http://www.ampcapocaccia.it/docs/ricerca_corallium_rubrum.pdf|2=Prima fase di affondamento dei moduli finalizzati a ospitare frammenti di colonie di Corallium rubrum|data=14-03- marzo 2005|accesso=13-09- settembre 2007|formato=PDF|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060507074003/http://www.ampcapocaccia.it/docs/ricerca_corallium_rubrum.pdf|dataarchivio=7 maggio 2006|urlmorto=sì}}</ref> nella zona di ''Punta Sant’AntonioSant'Antonio'' nel gennaio [[2005]] e popolati con colonie di corallo<ref>{{cita web|1=http://www.ampcapocaccia.it/DOCS/TRASFERIMENTO_CORALLIUM_RUBRUM.PDF|2=Trasferite le prime 200 colonie di Corallium rubrum sui moduli posizionati nella zona A2 dell’Area Marina Protetta|data=|accesso=13-09- settembre 2007|formato=PDF|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060507074046/http://www.ampcapocaccia.it/docs/trasferimento_corallium_rubrum.pdf|dataarchivio=7 maggio 2006|urlmorto=sì}}</ref>, in modo da porre le basi per una futura conservazione della specie nella zona. Durante una successiva fase di affondamento<ref>{{cita web|url=http://www.ampcapocaccia.it/docs/seconda_fase_affondamento_moduli.pdf|titolo=Seconda fase di affondamento dei moduli finalizzati a ospitare frammenti di colonie di Corallium rubrum|accesso=13-09- settembre 2007|formato=PDF|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060621041306/http://ampcapocaccia.it/docs/seconda_fase_affondamento_moduli.pdf|dataarchivio=21 giugno 2006|urlmorto=sì}}</ref> sono state posizionate ulteriori strutture sott'acqua<ref>{{cita web|1=http://www.ampcapocaccia.it/docs/fase_di_montaggio_dei_moduli.pdf|2=Fasi di montaggio delle strutture modulari progettate al fine di ospitare i frammenti di colonie di Corallium rubrum|accesso=13-09- settembre 2007|formato=PDF|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060919105947/http://www.ampcapocaccia.it/docs/fase_di_montaggio_dei_moduli.pdf|dataarchivio=19 settembre 2006|urlmorto=sì}}</ref> al fine di fornire un supporto ad ulteriori colonie.
 
== Pesca ==
La pesca del corallo rosso èviene attualmente fatta solo esclusivamente da corallari [[Sommozzatore|subacquei]], con licenza specifica rinnovata ogni anno dalla Regione di pertinenza, generalmente operano in zone di alto fondale da circa 80&nbsp;m a circa 130 metri di profondità. È stata ed è particolarmente praticata in [[Italia]], [[Francia]], [[Spagna]], [[Grecia]], Marocco e [[Tunisia]], ma anche in maniera più ridotta in [[Algeria]] e [[Croazia]]. Si stima che negli anni passati, nell'intero Mediterraneo, fossero pescate 60 tonnellate di corallo ogni anno, attualmente tale quantità è fortemente ridotta grazie al cambio delle politiche di protezione e gestione della flora e della fauna marina operata dai governi che hanno vietato le tecniche di prelievo massive.
 
La pesca fino agli anni '80, avveniva attraverso una barca da pesca a motore, anticamente a vela latina, denominata corallina, la quale trascinava una grossa croce di legno a bracci uguali, inventata dagli Arabi nel X Secolo (chiamata dagli abitanti di [[Torre del Greco]], primi pescatori di corallo, ''ngegno'' e poi italianizzato ingegno, vale a dire congegnoingegnoso) appesantita attraverso grossi massi ed alla quale erano attaccate reti di canapa (talea maglia larga. Tale tipo di imbarcazionepesca non è oggi più utilizzatoutilizzata in quanto mediantel'ingegno ladanneggia stessapesantemente venivanoil sdradicatifondale sradicando interamente i vari ceppi di corallo, impedendonee ladistruggendo ricrescita)tutto l'ambiente sommerso dove lo strumento veniva fatto passare.
 
In [[Sardegna]], in particolare, si hanno notizie<ref>{{fr}}{{cita libro|autore=C. Rondi-Costanzo|titolo=Corail de Béziers, du Midi de la Gaule et de Méditerranée entre le VIIe et le IIIe s. av. J.-C. (Languedoc Occidental Protohistorique: Fouilles Et Recherches Recentes (VIe-IVe S. Av. J.-C.)|anno=1997|mese=01|lingua=francese|id=ISBN 2853993914|curatore=D. Ugolini|città=Aix-en Provence|anno=1997|pagine=197-239, 228-229|isbn=2-85399-391-4}}</ref> di usi ornamentali fin dal [[V secolo a.C.]] nelle zone di [[Nora (Italia)|Nora]], [[Tharros]] e [[Cagliari]].
 
=== Torre del GrecoAlghero ===
[[File:Tessa Gelisio ad Alghero con il Corallo Rosso.jpg|thumb| [[Tessa Gelisio]] durante una puntata di ''[[Pianeta Mare]]'' sulla pesca del corallo ad [[Alghero]]]]
La storia di [[Torre del Greco]] è talmente intrecciata con quella del corallo tanto da costituire un binomio inscindibile, ed è documentata fin dal [[XV secolo]]<ref name="TorreGreco">{{it}}{{cita pubblicazione|autore=Francesco Balletta|titolo=La ricchezza di Torre del Greco dalla fine del Seicento ai primi decenni dell’Ottocento|rivista=Rivista di Storia Finanziaria (Università degli Studi di Napoli|url=http://www.delpt.unina.it/stof/11_pdf/25-43.pdf|formato=PDF}}</ref>. Nel [[1790]] fu costituita nella città di [[Torre del Greco]] la ''Reale Compagnia del Corallo'', con l'idea di lavorare e vendere il corallo pescato. Ciò dimostra che la pesca del corallo era fiorente già da tanti anni nella città campana.
[[File:Corallo Alghero.jpg|thumb|right|Il corallo di Alghero esposto]]
Dai primi anni del XX sec. [[Alghero]] è divenuta dei centri della pesca del corallo, a seguito della scoperta dei banchi di pesca dai pescatori di [[Torre del Greco]] dopo la fine della pesca dei "banchi morti" di [[Sciacca]], negli archivi storici della città è annotata la presenza in porto, nelle stagioni estive, di migliaia di barche coralline. Per secoli tali barche effettuavano il prelievo attraverso la tecnica dell'ingegno, l'attrezzo a croce munito di una pesante sbarra metallica alla quale venivano assicurati numerosi pezzi di rete. Per la particolare azione devastante dei fondali di tale strumento questa tecnica in Sardegna è stata completamente vietata<ref>{{cita web|url=http://www.regione.sardegna.it/j/v/86?s=1&v=9&c=72&file=1989023|titolo=Legge Regionale 30 maggio 1989, n. 23|data=30 maggio 1989|accesso=8 marzo 2010|dataarchivio=11 maggio 2006|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060511052224/http://www.regione.sardegna.it/j/v/86?v=9&c=72&s=1&file=1989023|urlmorto=sì}}</ref>. In seguito alla [[Regione Sardegna]] anche la [[CEE]], nel [[1994]], con una direttiva ha vietato l'imbarco e l'uso dell'ingegno o di attrezzi similari.
 
Attualmente la pesca del corallo è regolamentata dalla [[Regione Sardegna]] ed è consentita solamente a 30 pescatori [[subacqueo|subacquei]] professionisti con regolare licenza a profondità non inferiori a 80 metri<ref name="LexSardegna">{{cita web|formato=PDF|url=http://www.regione.sardegna.it/documenti/1_72_20100129135905.pdf|titolo=Legge regionale 5 luglio 1979 n. 59. Regolamentazione della pesca del corallo per l'anno 2010|data=26 gennaio 2009|accesso=8 marzo 2010|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.regione.sardegna.it/j/v/25?&s=132899&v=2&c=393&t=1|titolo=Corallo, la Giunta vara le norme di pesca per il 2010|data=27 gennaio 2010|accesso=8 marzo 2010}}</ref> e nel periodo compreso dal 1º maggio al 15 ottobre<ref name="LexSardegna"/><ref>{{cita web|url=http://www.regione.sardegna.it/j/v/25?&s=124808&v=2&c=39&t=1|titolo=Corallo rosso, la Sardegna si conferma Regione modello nel Mediterraneo|data=1º ottobre 2009|accesso=8 marzo 2010}}</ref>.
Inoltre fu promulgato il [[22 dicembre]] [[1789]] da [[Ferdinando IV di Borbone]] il ''Codice corallino'' (preparato dal giurista napoletano [[Michele Jorio]]), con l'intento di regolamentare la pesca del corallo che in quegli anni vedeva impegnati, oltre ai marinai torresi, anche i [[Genova|genovesi]], i [[Livorno|livornesi]] e quelli di [[Trapani]].
 
=== Sciacca ===
Tale regolamentazione non ebbe però il successo sperato<ref name="TorreGreco"/>. Dal [[1805]], anno in cui fu fondata la prima fabbrica per la lavorazione del corallo a Torre del Greco (da Paolo Bartolomeo Martin, francese ma con origini genovesi), iniziò il periodo d'oro per la lavorazione del corallo nella città sita alle pendici del [[Vesuvio]], anche perché insieme alla lavorazione la pesca del corallo era sempre più sotto il dominio dei pescatori torresi. Dal [[1875]] i torresi iniziarono a lavorare con il corallo di [[Sciacca]] e nel [[1878]] sorse in città addirittura una ''Scuola per la lavorazione del corallo'' (che chiuse nel [[1885]] per riaprire nel [[1887]]), presso la quale nel [[1933]] fu istituito un ''Museo del corallo''. In seguito venne il momento della lavorazione del corallo giapponese scoperto sui mercati di [[Madras]] e [[Calcutta]].
Altrettanto importante per la pesca del corallo è stata la città di [[Sciacca]]: l'inizio della pesca del corallo ebbe inizio ufficialmente nel [[1875]], quando furono trovati nel mare antistante Sciacca tre banchi corallini che fornirono grosse quantità di corallo. Probabilmente furono gli Arabi a scoprire questo enorme giacimento alto ben trenta metri di vari strati di corallo decaduto, Fino al [[1887]] l'attività di pesca fu intensiva, poi, in seguito, i tre banchi corallini si rivelarono esauriti<ref>{{cita web|url=http://www.vivisciacca.com/il-corallo-di-sciacca-mare.html|titolo=Il corallo di Sciacca|accesso=3 aprile 2008|dataarchivio=17 aprile 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160417215836/http://www.vivisciacca.com/il-corallo-di-sciacca-mare.html|urlmorto=sì}}</ref>.
 
Il corallo di Sciacca è di limitata grandezza, non superando in genere i 10-12 millimetri, ed il suo colore può variare dal rosso-arancione al rosa salmone intenso fino al rosa pallido.
Oggi a Torre del Greco non viene più praticata la pesca del corallo (l'ultima corallina risulta in disarmo nel [[1989]]<ref name="Encarta"/>) ma la città resta comunque il più importante centro al mondo per la lavorazione del corallo<ref>{{it}}{{cita web|url=http://www.adnkronos.com/IGN/Altro/?id=1.0.1743419647|titolo=Le donne del corallo, due secoli di lavoro al femminile|autore=Adnkronos|accesso=09/04/2008}}</ref><ref>{{it}}{{cita web|url=http://www.marketplace.it/informarte/museo_liverino.htm|titolo=L'"oro rosso" di Torre del Greco - Il Museo Liverino di Torre del Greco (Na)|autore=Informarte|accesso=09/04/2008}}</ref>, con oltre 2000 addetti al settore<ref>{{it}}{{cita web|url=http://www.camera.it/resoconti/resoconto_allegato.asp?idSeduta=141&resoconto=bt58&param=bt58|titolo=Seduta n. 141 del 4/4/2007, Resoconti parlamentari Camera dei Deputati|data=04/04/2007|accesso=09/04/2008}}</ref>.
 
=== AlgheroOceano Pacifico ===
Altra zona nota per la pesca corallina è l'[[Oceano Pacifico]] dove sono stati individuate e pescate tra il [[1965]] ed il [[1979]] quattro varietà di corallo<ref>{{cita web|url=http://www.ludovicodelia.it/Lavorazionedelcorallo.htm|titolo=Lavorazione del corallo|accesso=3 aprile 2008|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080111195633/http://www.ludovicodelia.it/Lavorazionedelcorallo.htm|dataarchivio=11 gennaio 2008|urlmorto=sì}}</ref>: ''Midway (Pleurocorallium secundum)'', ''Garnet (Hemicorallium regale)'' e ''Deep Sea (Hemicorallium lauense)''.
[[Immagine:Corallo vivo.jpg|thumb|250px|Corallo nella ''Grotta di Amphitrite'' ([[Alghero]]).]]
 
=== Giappone ===
Il corallo di [[Alghero]], città di lingua e tradizione [[Catalogna|catalana]] in [[Sardegna]], è conosciuto<ref>{{cita web|http://www.sardegna-camping.it/il_corallo_di_alghero_sc_5554.htm|Il Corallo di Alghero|accesso=13-09-2007}}</ref> come tra i più pregiati del [[Mediterraneo]] per la particolare fama di quantità, qualità, compattezza e soprattutto per il colore rosso rubino, tanto da rimarcare uno degli aspetti economici più importanti della città chiamata anche ''[[Riviera del Corallo]]'', tanto da avere nel suo stemma un ramo del pregiato corallo rosso su una base di roccia. Per il particolare abbinamento alla gioielleria ed all'artigianato orafo prende anche il nome di oro rosso, tanto che è venduto allo stesso prezzo del pregiato metallo.
Ruolo importante nella pesca del corallo ha anche il [[Giappone]] con il suo corallo Moro o Aka (''[[Corallium japonicum]])''; (sinonimo ''Corallium japonica'') dal [[1889]], dopo la rivoluzione nipponica, sul mercato del pescato italiano arriva anche questa lontana specie, nel paese nipponico infatti si pescano varietà di corallo differenti per pregio e valore, assolutamente non confondibili con il ''C. rubrum'': il cosiddetto Cerasuolo (Pleurocorallium elatius) di colore rosso medio o arancio. A volte si è pescato una piccolissima quantità di colore rosa, detto "''Corallo pelle d'angelo''", dal colore bianco sfumato in rosa. La grandezza dei rami è di un certo rilievo dato che i cespi raggiungono una grandezza di 30-40 centimetri con rami di diametro di 160 millimetri<ref>{{cita web|url=http://www.raffaelebrancaccio.com/pesca.htm|titolo=La pesca del corallo|accesso=4 marzo 2008|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080513071520/http://www.raffaelebrancaccio.com/pesca.htm|dataarchivio=13 maggio 2008}}</ref>.
 
=== Filippine ===
Nei secoli scorsi nella città esisteva un'istituzione chiamata, in [[lingua catalana]], "''Caixa del Cural''", che deteneva un fondo in corallo versato percentualmente alla fine di ogni campagna di pesca e riservato alla categoria di pescatori del corallo quando, per vecchiaia, non avrebbero più potuto continuare l'attività. Questa cassa venne utilizzata talvolta<ref>{{cita web|http://www.alguer.it/info/luoghidiinteressestorico/lacattedrale/illatosinistro.html|La cattedrale: il lato sinistro|accesso=13-09-2007}}</ref> per il finanziamento di opere di interesse pubblico, quali ad esempio parti della [[Cattedrale di Santa Maria (Alghero)|Cattedrale di Alghero]].
Nel nord delle Filippine si è pescato il Corallo Missu (Hemicorallium sulcatum) di colore rosa, ma solo per pochi anni.
 
=== Vietnam ===
[[Alghero]] divenne la capitale della pesca del corallo in seguito all'esaurimento dei banchi di pesca di [[Torre del Greco]], prima, e di Sciacca, poi; negli archivi storici della città è annotata la presenza in porto, nelle stagioni estive, di migliaia di barche coralline. Per secoli tali barche effettuavano il prelievo attraverso la tecnica dell'ingegno, l'attrezzo a croce munito di una pesante sbarra metallica alla quale venivano assicurati numerosi pezzi di rete. Per la particolare azione devastante dei fondali di tale strumento questa tecnica in Sardegna è stata completamente vietata. In seguito alla [[Regione Sardegna]] anche la CEE, nel 1994, con una direttiva ha vietato l'imbarco e l'uso dell'ingegno o di attrezzi similari.
Attualmente la pesca del corallo è regolamentata dalla [[Regione Sardegna]] ed è consentita solamente dai pescatori [[subacqueo|subacquei]] professionisti con regolare licenza in zone delimitate al largo di [[Capo Caccia]] intorno ai 100 mt di profondità prevalentemente nei mesi estivi per ca 6 mesi. Tale periodo dal 2007 è stato ulteriormente ristretto dal governo di [[Renato Soru]], per l'attuazione di un'ulteriore politica di protezione dato il consistente continuo depauperamento dei banchi di pesca.
 
Fuori le coste del Vietnam, barche giapponesi hanno pescato il raro ''[[Pleurocorallium konojoi]]'' di colore bianco perfetto con una "grana" simile al ''[[Pleurocorallium elatius]]'' (Cerasuolo, Momo, Satsuma)
=== Sciacca ===
Altrettanto importante per la pesca del corallo è stata la città di [[Sciacca]]: l'inizio della pesca del corallo ebbe inizio nel [[1875]], quando furono trovati nel mare antistante Sciacca tre banchi corallini che fornirono grosse quantità di corallo. Fino al [[1887]] l'attività di pesca fu intensiva, poi, in seguito, i tre banchi corallini si rivelarono esauriti<ref>{{it}}{{cita web|url=http://www.vivisciacca.com/pagdesktop/corallo/corallo.html|titolo=Il corallo di Sciacca|accesso=03/04/2008}}</ref>.
 
== Lavorazione artistica ==
Il corallo di Sciacca è di limitata grandezza, non superando in genere i 10-12 millimetri, ed il suo colore può variare dal rosa salmone intenso al pallidissimo.
[[File:Corallo rosso - lavorazione artistica - Alghero Sardinia.jpg|thumb|Corallo lavorato, [[Alghero]] ]]
Il corallo rosso da tempi immemorabili viene pescato e commercializzato principalmente per la creazione di gioielli ed opere d'arte. Prevalentemente viene montato su [[oro]] e [[argento]] o forato per ottenere collane e bracciali.
 
La lavorazione si suddivide in varie fasi a partire dalla eliminazione del rivestimento, il ''cenosarco'', dalla pulizia, dal taglio e/o intaglio, dalla lavorazione ed infine dalla lucidatura.
=== Oceano Pacifico ===
Altra zona nota per la pesca corallina è l'[[Oceano Pacifico]] dove sono stati individuate e pescate tra il [[1965]] ed il [[1979]] quattro varietà di corallo<ref>{{it}}{{cita web|url=http://www.ludovicodelia.it/Lavorazionedelcorallo.htm|titolo=Lavorazione del corallo|accesso=03/04/2008}}</ref>: ''Midway'', ''Garnet'', ''Miss'' e ''Deep Sea''.
 
[[File:La Misericordia.jpg|miniatura]]
=== Giappone ===
Ruolo importante nella pesca del corallo è anche il [[Giappone]], sin dal [[1889]]. Nel paese nipponico si pescano varietà di corallo differenti per pregio e valore: il cosiddetto "''Corallo pelle d'angelo''", dal colore bianco sfumato in rosa, il "''Corallo Moro''", il ''cerasuolo'', di colore rosso rubino, ecc. La grandezza dei rami è di un certo rilievo dato che i cespi raggiungono una grandezza di 30-40 centimetri con rami di diametro di 160 millimetri<ref>{{it}}{{cita web|url=http://www.raffaelebrancaccio.com/pesca.htm|titolo=La pesca del corallo|accesso=04/03/2008}}</ref>.
 
Da alcuni anni il corallo è usato nell'arte contemporanea grazie al famoso artista [[Jan Fabre]].
== Altri progetti ==
 
{{interprogetto|commons=Category:Coral}}
Alcune opere sono state donate al [[Pio Monte della Misericordia]], ai lati del famoso quadro del [[Caravaggio]], le ''[[Sette opere di Misericordia]]''.
 
===Trapani===
{{Vedi anche|Economia di Trapani#La lavorazione del corallo}}
{{citazione |Trapani, città di antica fondazione, è situata sul mare che la circonda da ogni lato. [….] in esso la pesca è abbondante e superiore al fabbisogno; vi si pescano grossi tonni usando grandi reti e una pregiata qualità di corallo; proprio davanti alla porta della città si trova una salina. |[[Muhammad al-Idrisi|Al Idrisi]], geografo arabo, 1154}}
La storia del corallo trapanese ha origini molto lontane: già nel secolo XII il viaggiatore arabo [[Idrisi]] ne segnalava la pregiata qualità.
 
Tra XV e XVI secolo i pescatori di [[Trapani]] iniziarono a praticare la pesca del corallo, grazie all'abbondanza dei banchi corallini scoperti. L'artigianato della lavorazione del corallo divenne quindi sistematico: i pescatori corallari, riuniti nella corporazione dei Pescatori della marina piccola del Palazzo, abitavano concentrati nella odierna via Corallari. I corallari trapanesi acquisirono ampia fama grazie ai loro prodotti: oggetti sacri e profani, capezzali e cornici, presepi nei quali il corallo è frammisto a oro, argento, smalti e pietre preziose. Presso il [[Museo regionale Agostino Pepoli]] di Trapani si possono ammirare sculture, monili e altre opere dei maestri trapanesi realizzate in corallo tra il XVI e il XVIII secolo.
 
Oggi, tuttavia, la pesca è quasi del tutto scomparsa, mentre è limitata a qualche artigiano la lavorazione del corallo.
 
=== Torre del Greco ===
[[File:Parure realizzata per la regina Farida d'Egitto (1934).JPG|thumb|Parure in corallo realizzata per la Regina [[Farida d'Egitto]] ([[Museo del corallo]])]]
A partire dagli anni '80 la marineria torrese ha abbandonato la pesca, oggi praticata dai sub, per dedicarsi completamente alla trasformazione del ''corallo nobile''.
 
La storia della lavorazione del corallo a [[Torre del Greco]] nasce con la migrazione di maestranze [[Trapani|trapanesi]] ed è documentata fin dal [[XV secolo]]<ref name="TorreGreco">{{cita pubblicazione|autore=Francesco Balletta|titolo=La ricchezza di Torre del Greco dalla fine del Seicento ai primi decenni dell’Ottocento|rivista=Rivista di Storia Finanziaria (Università degli Studi di Napoli|url=http://www.delpt.unina.it/stof/11_pdf/25-43.pdf|formato=PDF|accesso=3 aprile 2008|dataarchivio=28 ottobre 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20201028133955/http://www.delpt.unina.it/stof/11_pdf/25-43.pdf|urlmorto=sì}}</ref>. Nel [[1790]] fu costituita nella città di [[Torre del Greco]] la ''Reale Compagnia del Corallo'', con l'idea di lavorare e vendere il corallo pescato. Ciò dimostra che la pesca del corallo era fiorente già da tempo nella città campana.
 
Inoltre, il 22 dicembre [[1789]], re [[Ferdinando I delle Due Sicilie|Ferdinando IV]] promulgò ''Codice corallino'' (preparato dal giurista napoletano Michele Jorio), con l'intento di regolamentare la pesca del corallo che in quegli anni vedeva impegnati, oltre ai marinai torresi e trapanesi summenzionati, anche pescatori di [[Genova]] e [[Livorno]]. Tale regolamentazione non ebbe però il successo sperato<ref name="TorreGreco" />.
 
Dal [[1805]], anno in cui fu fondata la prima fabbrica per la lavorazione del corallo a Torre del Greco (da Paolo Bartolomeo Martin, francese di origini genovesi), iniziò il periodo d'oro per la lavorazione del corallo nella città sita alle pendici del [[Vesuvio]], anche perché insieme alla lavorazione la pesca del corallo era sempre più sotto il dominio dei pescatori torresi. Dal [[1875]] i torresi iniziarono a lavorare con il corallo di [[Sciacca]] e nel [[1878]] sorse in città addirittura una ''Scuola per la lavorazione del corallo'' (che chiuse nel [[1885]] per riaprire nel [[1887]]), presso la quale nel [[1933]] fu istituito un ''Museo del corallo''. In seguito venne il momento della lavorazione del corallo giapponese scoperto sui mercati di [[Madras]] e [[Calcutta]].
 
Oggi a Torre del Greco non viene più praticata la pesca del corallo (l'ultima corallina risulta in disarmo nel [[1989]]<ref name="Encarta"/>) ma la città resta comunque il più importante centro al mondo per la lavorazione del corallo<ref>{{cita web|url=http://www.adnkronos.com/IGN/Altro/?id=1.0.1743419647|titolo=Le donne del corallo, due secoli di lavoro al femminile|autore=Adnkronos|accesso=9 aprile 2008|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090823155531/http://www.adnkronos.com/IGN/Altro/?id=1.0.1743419647|dataarchivio=23 agosto 2009}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.marketplace.it/informarte/museo_liverino.htm|titolo=L'"oro rosso" di Torre del Greco - Il Museo Liverino di Torre del Greco (Na)|autore=Informarte|accesso=9 aprile 2008|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20081022084627/http://www.marketplace.it/informarte/museo_liverino.htm|dataarchivio=22 ottobre 2008}}</ref>, con oltre 2000 addetti al settore<ref>{{cita web|url=http://www.camera.it/resoconti/resoconto_allegato.asp?idSeduta=141&resoconto=bt58&param=bt58|titolo=Seduta n. 141 del 4/4/2007, Resoconti parlamentari Camera dei Deputati|data=4 aprile 2007|accesso=9 aprile 2008|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070506233824/http://www.camera.it/resoconti/resoconto_allegato.asp?idSeduta=141&resoconto=bt58&param=bt58|dataarchivio=6 maggio 2007}}</ref>.
 
== Mitologia ==
[[File:Vasari, perseo e andromeda, studiolo.jpg|thumb|left|[[Giorgio Vasari]], ''Perseo e Andromeda'']]
Secondo [[Publio Ovidio Nasone|Ovidio]]<ref>[http://www.iconos.it/index.php?id=2516 Perseo e l'origine del corallo]. Iconografia e Iconologia, Dipartimento di Storia dell'Arte, Facoltà di Scienze Umanistiche dell'Università di Roma "La Sapienza".</ref> ([[Metamorfosi (Ovidio)|Metamorfosi]], IV, 740-752) il corallo rosso nacque dal sangue di una delle [[Gorgoni]], [[Medusa (mitologia)|Medusa]], quando [[Perseo]] la decapitò. Le Gorgoni avevano la capacità di pietrificare con lo sguardo, e il sangue di Medusa, al contatto con la schiuma creata dalle onde, pietrificò alcune [[alghe]] che col sangue divennero rosse.
 
Il [[Giorgio Vasari|Vasari]], nella descrizione del suo quadro ''Perseo e Andromeda'', scrisse<ref>[http://www.iconos.it/index.php?id=2494 La Nascita del Corallo]. Iconografia e Iconologia, Dipartimento di Storia dell'Arte, Facoltà di Scienze Umanistiche dell'Università di Roma "La Sapienza".</ref> nel [[1570]]:{{citazione|[...] dov’è Perseo, che sciogliendo Andromeda, nuda allo scoglio marino, et havendo posato in terra la testa di Medusa, che uscendo sangue dal collo tagliato, et imbrattando l’acqua del mare, ne nascieva i coralli.}}
 
== Simbologia ==
[[File:Piero della Francesca 046 detail.jpg|thumb|[[Piero della Francesca]], ''[[Pala di Brera]]'' (dettaglio)]]
Il corallo è un antichissimo [[amuleto]] di valore [[apotropaico]] per i neonati, ancora oggi diffuso. Secondo la tradizione pagana i rametti appuntiti infilzavano il [[malocchio]] lanciato per invidia, mentre per i cristiani il suo colore rosso ricordava il [[sangue]] di Cristo, infatti veniva usato già nel medioevo per i [[stauroteca|reliquiari della Croce]]. Il corallo assumeva così la valenza di simbolo della doppia [[natura di Cristo]], umana e divina. Per questo si trova in numerosi dipinti tardomedievali e rinascimentali, come la ''[[Madonna del solletico]]'' di [[Masaccio]], la ''[[Madonna di Senigallia]]'' e la ''[[Pala di Brera]]'' di [[Piero della Francesca]]<ref>{{cita libro|autore=AA.VV|titolo=I Grandi Musei del Mondo: Galleria degli Uffizi|città=Roma|editore=Scala Group|anno=2003}}</ref>. Presso i marinai di molti paesi del mondo, il corallo è considerato un portafortuna e un amuleto protettivo; nel suo racconto marittimo ''Naufragio sofferto nell'anno 1805 dalla nave della compagnia delle Indie Orientali detta L'Earl of Abergavenny'' (1833), lo scrittore romantico bresciano [[Vittorio Barzoni]] riporta che il corallo è un materiale «al quale le femmine di mare attribuiscono la virtù di far cascare le tempeste»<ref>{{Cita libro|autore=Riccardo Pasqualin|titolo=Due storie di mare di Vittorio Barzoni|anno=2023|editore=Elzeviro|città=Padova|p=97}}</ref>.
{{Clear}}
 
== Note ==
{{<references|2}}/>
 
== Bibliografia ==
*{{it}} {{cita libro|cognome=LiverinoAscione|nome=BasilioCaterina|titolo=IlLa coralloReal fabbrica de' coralli della Torre del Greco|anno=19982000|editore=ArteEnzo tipografica editrice|id=ISBNAlbano 9786000506551Editore}}
*{{it}} {{cita libro|cognome=TrainitoCerrano|nome=EgidioCarlo|coautori=Ponti, Massimo e Silvestri, Stefano|titolo=AtlanteGuida dialla florabiologia e faunamarina del Mediterraneo|edizioneanno=2004|editore=Il CastelloAnanke|cittàserie=MilanoContinente blu|annoisbn=2004|id=ISBN 888039395288-7325-072-6}}
*{{it}} {{cita libro|cognome=CerranoLeali Rizzi|nome=CarloTina|coautori=PontiPenco, MassimoAdriano|titolo=Le earmie Silvestri,di Portofino. Stefano|titolo=Guida allaal biologiaparco marinamarino delsull'acqua Mediterraneoe sott'acqua|anno=20042000|editore=Ananke|collana=ContinenteLe bluMani-Microart'S|idisbn=ISBN 887325072688-8012-148-0}}
*{{it}} {{cita libro|cognome=TroinaLiverino|nome=G.|coautore=Russo,F.Basilio|titolo=Il porto del corallo. Analisi storica del porto di Torre del Greco|anno=20071998|editore=ESAArte tipografica editrice|idisbn=ISBN 9788895430010978-600-05-0655-1}}
* {{cita libro|cognome=Trainito|nome=Egidio|titolo=Atlante di flora e fauna del Mediterraneo|edizione=2004|editore=Il Castello|città=Milano|anno=2004|isbn=88-8039-395-2}}
}}
*{{it}} {{cita libro|cognome=Leali RizziTroina|nome=TinaG.|coautoricoautore=PencoRusso, AdrianoF.|titolo=LeIl armieporto didel Portofinocorallo. GuidaAnalisi alstorica parcodel marinoporto sull'acquadi Torre edel sott'acquaGreco|anno=20002007|editore=Le Mani-Microart'SESA|linguaisbn=italiano|id=ISBN 8880121483978-88-95430-01-0}}
* {{cita pubblicazione|autore=Crocetta F., Spanu M.|anno=2008|titolo=Molluscs associated with a Sardinian deep water population of Corallium rubrum (Linné, 1758)|rivista=Mediterranean Marine Science|volume=9|numero=2|pp=63-85|url=http://www.medit-mar-sc.net/contents/pdf/PDF_FILES_vol_9_numb_2/MEDMARSCI_vol9numb2DEC2008_F_CROCETTA_319.pdf|lingua=en|urlmorto=sì}}
 
== Voci correlate ==
* [[Museo del corallo]]
* [[Corallo trapanese]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons|wikispecies}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|1=http://151.1.154.86/gfcmwebsite/SAC/2010/Red_Coral/GFCM_Red_Coral_doc_Paper_Chessa.pdf|2=The state of red coral (Corallium rubrum) populations in the N.W. Sardinian fishing grounds|lingua=en|urlmorto=sì}}
*{{ITIS|202513|{{PAGENAME}}|03/04/2008}}
* {{ITIS|202513|Corallium rubrum|24/11/2009}}
*{{COLSpecie|5374492|{{PAGENAME}}|03/04/2008}}
* {{Catalife|5374492|Corallium rubrum|12 dicembre 2012|specie}}
*{{en}}[http://www.fao.org/fi/website/FIRetrieveAction.do?dom=species&fid=3611 Species Fact Sheet, FAO]
* {{cita web|url=http://www.fao.org/fishery/species/3611/|titolo=Species Fact Sheet|autore=[[Organizzazione per l'Alimentazione e l'Agricoltura]]|accesso=24 novembre 2009|lingua=fr, en}}
*{{it}} [[Folco Quilici|Quilici, Folco]]. [http://www.ipsema.gov.it/info/Nautes/fol480560/nautes_3_03.pdf/download Il Corallium rubrum] {{pdf}} in ''Le arti e il mare: I viaggi''. Istituto di previdenza per il settore marittimo.
* {{cita web|autore=[[Folco Quilici]]|url=http://www.ipsema.gov.it/info/Nautes/fol480560/nautes_3_03.pdf/download|titolo=Il Corallium rubrum in ''Le arti e il mare: I viaggi''|formato=pdf|editore=Istituto di previdenza per il settore marittimo|data=03/2003|accesso=24 novembre 2009}}
*{{it}} [http://www.mondomarino.net/ricerca/index.asp?view=ico&p=1&f=&genere=Corallium&genere_opt=uguale&specie=rubrum&specie_opt=uguale&cat=12&sea= MondoMarino.net]
* {{cita web|url=http://www.mondomarino.net/ricerca/index.asp?view=ico&p=1&f=&genere=Corallium&genere_opt=uguale&specie=rubrum&specie_opt=uguale&cat=12&sea=|autore=MondoMarino.net|titolo=Corallium rubrum|accesso=24 novembre 2009}}
*{{it}} [http://www.archaeogate.org/subacquea/article/110/1/pesca-del-corallium-rubrum-in-sardegna-nellantichita-at.html Archeogate - articoli di Mario Galasso]
* {{cita web|titolo=Pesca del corallium rubrum in Sardegna nell'antichità attraverso l'indagine archeologica, cartografica e i rilevamenti in mare|url=http://www.archaeogate.org/subacquea/article/110/1/pesca-del-corallium-rubrum-in-sardegna-nellantichita-at.html|autore=Mario Galasso|editore=Redazione Archaeogate|data=26 marzo 2003|accesso=24 novembre 2009|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090727091903/http://www.archaeogate.org/subacquea/article/110/1/pesca-del-corallium-rubrum-in-sardegna-nellantichita-at.html|dataarchivio=27 luglio 2009}}
* [http://www.red-coral.eu: Gruppo di ricerca corallo rosso Università di Pisa] Gruppo di ricerca sul corallo rosso dell'Università di Pisa (Accessed [[15 March]] [[2007]])
* {{cita web|url=http://www.rai.tv/mpplaymedia/0,,RaiUno-Lineablu%5E12%5E112799,00.html|titolo=La riproduzione del corallo rosso|autore=Linea Blu|accesso=24 novembre 2009|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090823074918/http://www.rai.tv/mpplaymedia/0,,RaiUno-Lineablu%5E12%5E112799,00.html|dataarchivio=23 agosto 2009}}
* {{cita web | 1 = http://www.red-coral.eu | 2 = Red Coral Research Team en | accesso = 6 febbraio 2020 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20181003204505/http://red-coral.eu/ | dataarchivio = 3 ottobre 2018 | urlmorto = sì }}
* {{cita pubblicazione|url=http://www.adventurediving.it/it/articoli/profondorosso.htm|titolo=Profondo rosso|autore=Raffaella Schiller|rivista=Mondo Sommerso|anno=1989|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111122093525/http://www.adventurediving.it/it/articoli/profondorosso.htm|dataarchivio=22 novembre 2011}}
* {{cita pubblicazione|autore=Gianni Roghi|url=http://www.gianniroghi.it/Testi/Mondo%20Sommerso/mondo/6606%20La%20febbre%20rossa.htm|titolo=La strada del corallo: una storia italiana|rivista=Mondo sommerso|numero=6|anno=1966|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110116024938/http://www.gianniroghi.it/Testi/Mondo%20Sommerso/mondo/6606%20La%20febbre%20rossa.htm|dataarchivio=16 gennaio 2011}}
 
{{Portale|animali|mare}}
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[[ka:კეთილშობილი მარჯანი]]
[[nl:Bloedkoraal]]
[[pl:Koral szlachetny]]
[[te:పగడం]]
[[tr:Mercan (takı)]]
[[vi:San hô đỏ]]