Abbazia di San Mercuriale: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Perkele (discussione | contributi)
Campanile: inserito collegamento
 
(374 versioni intermedie di oltre 100 utenti non mostrate)
Riga 1:
{{Edificio religioso
{{Coord|44|13|20|N|12|2|30|E|type:landmark|region:IT|display=title}}
|Nome = Abbazia di San Mercuriale
{{Infobox edifici religiosi
|Immagine = Forlì, san mercuriale, esterno 02,0.jpg
|NomeEdificio = <!-- Nome dell'edificio -->Abbazia di San Mercuriale
|Didascalia =
|Immagine = <!-- Foto -->Abbazia di San Mercuriale.jpg
|Larghezza =
|Didascalia = <!-- Eventuale didascalia per la foto -->
|NomeComune = [[Forlì]]
|Larghezza = <!-- Larghezza dell'immagine, preferibilmente 400/300px-->300px
|Città Regione = <!-- Città -->[[ForlìEmilia-Romagna]]
|SiglaStato = ITA
|Regione = <!-- Regione -->[[Emilia-Romagna]]
|DedicatoA = [[Mercuriale di Forlì|San Mercuriale]]
|Stato = <!-- Stato -->[[Italia]]
|AnnoConsacr =
|Religione = <!-- Religione -->[[Religione|Cattolica]]
|InizioCostr = [[1178]]
|Diocesi = <!-- Diocesi di appartenenza -->[[diocesi di Forlì-Bertinoro|Forlì-Bertinoro]]
|FineCostr = [[1232]] ?
|AnnoConsacr = <!-- Anno di consacrazione -->ignoto
|StileArchitett = <!-- Stile/i architettonico/i -->[[Architettura romanica|romanico]]
|InizioCostr = <!-- Anno di avvio della costruzione -->[[1178]]
|FineCostr = <!-- Anno di completamento -->[[1180]]
|Website = <!-- Sito web -->http://www.sanmercuriale.it
 
}}
[[Immagine:Abbazia di San Mercuriale danneggiata da bombardamento.jpg|thumb|right| 250px|L'Abbazia di San Mercuriale gravemente danneggiata da una incursione aerea del [[24 agosto]] [[1944]]. Il bombardamento danneggiò così gravemente le strutture portanti della chiesa, che fu presa la decisione di demolire le settecentesche volte della navata centrale]]
[[Immagine:Abbazia di San Mercuriale prima del restauro del 1921.jpg|thumb|right| 250px|Fotografia di inizio '900 che mostra come appariva l'abbazia (prima dei lavori di restauro del 1921) dopo secoli di continui rimaneggamenti]]
 
L<nowiki>{{'</nowiki>}}'''[[Abbazia]]abbazia di [[Mercuriale di Forlì|San Mercuriale]]''' è una un'[[basilicaabbazia]] che si trova in [[Piazzapiazza Aurelio Saffi]], nel centro di [[Forlì]]. edÈ è il simbolol'edificio più importantenoto della città e uno dei simboli dell'intera [[Emilia]]-[[Romagna]] e ha la dignità di [[basilica minore]].
 
== Storia ==
===Dalle origini al primo sviluppo===
Una prima [[chiesa]], una [[pieve]] risalente al [[IV secolo]] e dedicata a [[Santo Stefano]], viene distrutta da un incendio nel [[1173]]. Già nel [[IX secolo]] è comparsa, comunque, l'intitolazione a [[San Mercuriale]]. Nel [[1176]], la responsabilità della chiesa viene affidata all'[[Congregazione dei vallombrosani|Ordine Vallombrosano]].
[[File:Forlì, san mercuriale, esterno, campanile del 1178-80.jpg|thumb|La torre campanaria]]
La descrizione della storia dell'abbazia risulta difficoltosa in particolar modo per quanto riguarda il periodo della fondazione e dell'epoca altomedievale, a causa delle notizie scarse o confuse che caratterizzano questi secoli.
 
In origine la chiesa si trovava al di fuori del nucleo urbano, separata dalla città dal letto del fiume Rabbi (o da uno dei suoi affluenti o da un canale proveniente da esso e che attualmente passa sotto il porticato del palazzo comunale).
L'attuale edificio è terminato nel [[1180]] in stile [[Architettura romanica|romanico]] [[Lombardia|lombardo]], insieme al [[campanile]], che, di 75,58 m, risulta, nel suo genere, uno dei più alti d'Italia (l'impressione visiva di quest'altezza si coglie anche dalla foto a fianco). Nel [[XIII secolo]] è considerato una delle meraviglie del Regno d'Italia.
 
Fin dai primi secoli della cristianità, la comunità locale era solita ritrovarsi in questa zona, tanto che si hanno notizie della presenza di un cimitero ed in seguito di un luogo di culto, verosimilmente risalente all'episcopato di [[Mercuriale di Forlì|san Mercuriale]], che guidò la comunità cristiana forlivese attorno al V secolo.
Mentre la [[Forlì]] romana è tutta situata a occidente dell'attuale Piazza Saffi (allora chiamata "Campo dell'Abate"), tanto che l'antica chiesa di S. Stefano è appunto una pieve, in quanto fuori dalle mura, nel [[XIII secolo]] le mura inglobano ormai anche '''l'Abbazia di San Mercuriale'''. Il "Campo dell'Abate" diviene ben presto "piazza Maggiore": l'Abbazia è ormai parte del cosiddetto centro storico.
 
Il santo, secondo l'usanza del cristianesimo dei primi secoli, si fece seppellire in un sepolcreto posto ad est della città e si può ipotizzare che anche i successivi vescovi ne abbiano seguito l'esempio, anche in considerazione del divieto, in vigore fino al V secolo, di inumare i corpi entro le mura cittadine. Proprio per l'usanza di seppellire i vescovi nelle cattedrali, alcuni studiosi ritengono possibile che la prima cattedrale di Forlì sorgesse nel luogo dell'attuale abbazia e che fosse di seguito trasferita nel centro cittadino nella [[Duomo di Forlì|chiesa di santa Croce]]. Considerando però che per raggiungere l'abbazia fosse necessario oltrepassare la cinta muraria e il corso del fiume Rabbi, molti studiosi sostengono che la cattedra del vescovo avesse sempre avuto sede nell'attuale Santa Croce, nel centro cittadino, mentre l'attuale abbazia, non fosse altro che un centro plebano fuori città.
Nel [[XV secolo]] viene annesso alla chiesa il [[chiostro]] dei [[Congregazione dei vallombrosani|Vallombrosani]], che, di forma rettangolare e decorato con slanciate ed eleganti colonne, conserva ancora un bel pozzo centrale.
 
Secondo una tradizione tramandata dal cronista quattrocentesco [[Leone Cobelli]], sul luogo dell'attuale abbazia sorgeva una chiesa dedicata a santo Stefano, primo martire della cristianità.
Il chiostro è oggi aperto su due lati, in modo da mettere in comunicazione le due piazze antistante e retrostante la Chiesa, per opera di un intervento di [[Gustavo Giovannoni]] ([[1941]]). La chiesa è stata restaurata agli inizi del [[XX secolo]] dall'ingegnere [[Vincenzo Pantoli]].
 
[[File:Forlì, san mercuriale, interno, rilievo bizantino con pellicano, calice eucaristico, ostia e croce latina.jpg|thumb|left|Bassorilievo di epoca bizantina rappresentante l'[[Eucaristia]] (il pellicano) che nel calice beve il sangue di Cristo. Croce latina e ruota, simbolo dell'eternità]]
Il famosissimo campanile, durante la [[Seconda Guerra Mondiale]] fu minato dai tedeschi in ritirata, ma fu salvato dal coraggioso ed energico parroco dell'epoca, [[Don Giuseppe Prati]], affettuosamente chiamato dai forlivesi "Don Pippo".
 
È possibile ipotizzare che, a seguito del lungo periodo di incertezze causata dalle invasioni del V e del VI secolo, una comunità di credenti cominciò a vivere in una zona esterna alla cinta difensiva della città nei pressi della tomba del primo vescovo, Mercuriale venendo in seguito a traslare le reliquie del protovescovo e dei santi Marcello e Grato in un nuovo edificio religioso. A questo periodo si può far risalire l'intitolazione della chiesa non più a Santo Stefano ma a Mercuriale ed in particolare la festa dedicata al patrono, il 30 aprile, potrebbe risalire al giorno della traslazione delle reliquie.
L'[[abside (architettura)|abside]] viene rifatta nel [[1585]]. [[Rinascimento|Rinascimentale]] è anche il coro ligneo ([[XVI secolo]]), di [[Alessandro Bigni]] da [[Bergamo]].
 
La più antica testimonianza della chiesa e del monastero di San Mercuriale risalgono ad un atto nell'archivio storico dei vallombrosani, datato 8 aprile [[894]], con il quale, Domenico Ublatella, [[arcivescovo di Ravenna]], fece una donazione di alcuni fondi a Leone, allora abate di San Mercuriale. L'atto dice che l'abbazia sorge ''non longe a civitate Liviensi''.
La facciata e il campanile presentano una decorazione in mattoni: archetti sorretti da colonnine sul prospetto e risalti verticali e cornicioni orizzontali sul campanile.
 
Altri dettagli relativi a questo periodo possono essere trovate nel [[Libro Biscia]], un codice che contiene i dati della città dal X fino al XII secolo, nel quale vengono riportate decine di atti notarili, donazioni, privilegi e transazioni in cui i monaci sono talvolta concessionari e talvolta concedenti come per esempio un altro atto del 14 maggio [[962]] nel quale si stabiliscono alcune permute di terreni tra l'abate ed il vescovo di Forlì.
La bellissima [[lunetta]] del [[XIII secolo]] sopra il portale centrale di ingresso raffigura l'[[Sogno ed Adorazione dei Magi|Epifania con il Sogno e l'Adorazione dei Magi]] ed è attribuita al [[Maestro dei mesi del Duomo di Ferrara]].
 
Gli scavi archeologici condotti nel [[1951]] hanno permesso di ritrovare le fondamenta della prima chiesa, che aveva il medesimo orientamento di quella attuale, rinvenendo l'antica cripta sopra la quale fu riedificata la cripta romanica.
L'interno della chiesa, a tre [[Navata|navate]], conserva numerose opere d'arte.
 
===Basso medioevo===
===Il possibile aspetto nel passato===
 
Nel [[1173]], a seguito di scontri tra [[guelfi e ghibellini]], un incendio distrusse numerose costruzioni danneggiando, oltre che la città, anche l'edificio di culto. Sull'area della chiesa distrutta venne avviata la riedificazione di una nuova abbazia, in [[stile romanico]] e di dimensioni maggiori rispetto alla precedente e più elevata, in modo da porre rimedio agli straripamenti causati dal fiume Rabbi.
Non molto è possibile conoscere delle primigenee forme della chiesa che, sebbene abbia mantenuto costanti le strutture generali, ha subito numerosi rimaneggiamenti ed adattamenti nel corso dei secoli.
 
I lavori di riedificazione dovettero finire attorno al [[1181]] perché, come ricorda un documento di quell'anno, il vescovo [[Alessandro di Forlì|Alessandro]] poté predicare all'interno della nuova abbazia.
Si sa che l'attuale San Mercuriale sorge sulle rovine di una più antica chiesa, dedicata la culto di [[Santo Stefano]]. Tale chiesa, in un tempo indeterminato, fu di seguito dedicata a San Mercuriale. Nel luglio del [[1173]], un disastroso incendio che colpì duramente la città, distrusse interamente la chiesa, ricostruita nelle forme attuali nel [[1178]]. Pare quasi sicuro che nella ricostruzione siano stati utilizzati materiali di scarto del precedente edificio.
 
[[File:Forlì, san mercuriale, interno, leomne stiloforo dal protiro romanico.jpg|thumb|Il leone romanico]]
La chiesa fu ricostruita con tre navate e tre [[abside|absidi]], una voluminosa [[cripta]] ed un [[protiro]] (probabilmente demolito nel XIV secolo) che precedeva il portale. Di tale protiro, presente in quasi tutte le chiese romaniche di stile lombardo, rimangono pochissime attestazioni e poche tracce nella struttura dell'abbazia. Alcune di queste sono due mensole, a forma di goccia, in marmo ai lati del portale. All'interno della chiesa è ospitato il resto di un leone, consunto e deformato dal tempo e dalle intemperie, che è sempre stato considerato la [[cariatide]] che sorreggeva una delle colonne del protiro. In realtà, è stato recentemente dimostrato che tale leone è ciò che resta del monumento della ''crocetta'', che sorgeva nel campo dell'abate nel XIII secolo.
L'edificio era tre navate e tre [[abside|absidi]], con un altare centrale che poggiava su una voluminosa [[cripta]], un [[protiro]] che precedeva il portale, e il possente campanile che ancora oggi svetta. Compare anche l'intitolazione a San Mercuriale, della quale comunque si hanno le prime notizie già nel [[IX secolo]]. Del protiro, presente in quasi tutte le chiese romaniche di stile lombardo, rimangono poche tracce nella struttura dell'abbazia. Alcune di queste sono due mensole in marmo, a forma di goccia, ai lati del portale. All'interno della chiesa è ospitato il resto di un leone, consunto e deformato dal tempo e dalle intemperie, che è sempre stato considerato lo [[stiloforo]] del protiro. In realtà, è stato recentemente dimostrato che la scultura è ciò che resta del monumento della ''crocetta'', che sorgeva sul Campo dell'Abate nel XIII secolo.
 
[[File:Guglielmo degli organi (scuola forlivese), pietà, 1400 ca.jpg|thumb|left|Frammento di affresco di [[Guglielmo degli Organi]], nella navata sinistra]]
Il protiro fu sostituito nel XIV secolo da un atrio gotico lungo tutta la facciata. Questo è stato poi trasformato nelle due cappelle laterali che, estroflesse rispetto la struttura e poste ai lati della porta centrale, furono demolite nel [[1646]].
La nuova costruzione testimoniava la ricchezza raggiunta dall'abbazia forlivese, in grado di finanziare un così monumentale edificio, decorato da maestranze famose, come quelle che scolpirono la lunetta. Tra il X ed il XII secolo infatti il monastero aveva ricevuto continue donazioni e privilegi che ne avevano aumentato il potere e lo avevano reso indipendente dall'autorità episcopale e dalle potenti chiese del ravennate. In particolare le donazioni del vescovo [[Alessandro di Forlì|Alessandro]] (vescovo di Forlì per trent'anni dal [[1160]] al [[1190]]) avevano favorito l'abbazia che a quel punto era diventata proprietaria di fondi e terreni posti ad est della città fino al confine con la [[diocesi di Forlimpopoli]] e la sua influenza si spingeva fino alla [[pieve di San Martino in Barisano]]. Alessandro, peraltro, è noto per aver chiamato i monaci [[vallombrosani]] a governare l'Abbazia. Difficile spiegare per quale motivo il vescovo abbia concesso all'abbazia tali privilegi che andavano a discapito del proprio potere, ma è possibile pensare che vi fosse una profonda stima ad unire il vescovo con i benedettini vallombrosani<ref>[http://rm.univr.it/e-book/dwnld/Esenzione%20acrobat%20reader.zip Si è perfino ipotizzato che fosse vallombrosano egli stesso]</ref>. Proprio tali ricchezza, prestigio e autonomia diventarono ben presto causa di dissidi e frizioni fra l'abate e i vescovi successori di Alessandro, probabilmente acuiti anche dal fatto che i due poteri religiosi (quello monastico e quello episcopale) si contendevano il potere sulla città così come sulle reliquie dei vescovi<ref>In proposito, si veda ad esempio: Maria Pia Alberzoni, ''Innocenzo III, il IV concilio lateranense e Vallombrosa'', al capitolo ''3. I monasteri in diocesi di Forlì e i conflitti circa la giurisdizione del vescovo (1198-1202)'', in ''Papato e monachesimo "esente" nei secoli centrali del medioevo'' a cura di Nicolangelo D'Acunto, Firenze University Press, Firenze 2003.</ref>.
 
Il complesso abbaziale non era costituito solo dalla chiesa, ma anche dal monastero con l'annesso chiostro, dal cimitero e da un ospedale per l'accoglienza dei pellegrini, i quali dovevano essere numerosi considerata la posizione privilegiata di passaggio della città lungo la via Emilia, in direzione di [[Roma]] o dei porti meridionali verso la Terra Santa. A dimostrazione di ciò, è ancora conservato un capitello del XII o XIII secolo che, collocato un tempo nella cripta, rappresenta San Mercuriale benedicente mentre, sul lato opposto, un monaco accoglie un pellegrino.
==Descrizione==
===Esterno===
La chiesa si presenta con la caratteristica facciata romanica, suddivisa in tre parti corrispondenti alle tre [[navata|navate]] interne, delle quali quella centrale è molto più ampia delle due laterali. La navata centrale è rafforzata da due contrafforti che delimitano la rientranza la quale, a forma di arco, ospita il [[rosone]], la lunetta ed il portale marmoreo.
 
L'aumento demografico della città attorno al XII secolo, così come l'aumento della propria importanza politica come centro del ghibellinismo romagnolo, portarono all'ampliamento della cinta muraria, con l'inglobamento della chiesa nel centro cittadino almeno dal [[1161]] e lo spostamento del campo dell'abate all'interno del nucleo urbano verso il quale furono gradualmente spostate le attività commerciali. Nel [[1212]] il Comune richiese all'abbazia la concessione del terreno per l'istituzione della futura piazza. La chiesa veniva perciò ad assumere un notevole potere all'interno della città. Essa venne perciò ingrandita ulteriormente e nel XIV secolo vennero costruite due nuove cappelle laterali che, collegate da un portico in stile gotico, modificarono l'aspetto originario delle architetture romaniche.
Le due sezioni laterali presentano ciascuna una struttura ad arco, ognuna delle quali ospita un'apertura che funge da piccola finestra per permettere alla luce di poter illuminare l'interno dell'abbazia.
 
La chiesa rimase fuori dalle mura fino al [[XIII secolo]], quando fu inglobata all'interno del tessuto urbano. Nei secoli, il "Campo dell'Abate" si trasformò nella "Piazza Maggiore" e l'[[abbazia]] divenne parte dell'attuale centro storico. Nel XIV secolo il protiro viene sostituito dal portale gotico tuttora esistente e vengono realizzate le due cappelle laterali di facciata, estroflesse rispetto alla struttura e demolite nel [[1646]] (rimangono oggi i due archi con la [[monofora]] centrale). Anche l'[[abside]] viene poi rifatta nel [[1585]].
===Il portale===
Il [[portale]] è costituito da sottili [[colonna|colonne]] di [[marmo]] chiaro, finemente scolpite, due delle quali, tortili, non giungono fino a terrra ma sono seguite, nelle medesime forme, da laterizio. Le colonne proseguono verso l'alto a formare la [[lunetta]] che contiene il pregevole complesso scultoreo che raffigura il [[Sogno ed Adorazione dei Magi]].
 
===SognoIl edperiodo Adorazione dei Magirinascimentale===
[[File:Forlì, san mercuriale, interno, cappella ferri 01.jpg|thumb|La cappella Ferri]]
Il [[Sogno ed Adorazione dei Magi]] è il ciclo scultoreo che adorna la lunetta del portale. Di incerta attribuzione fino a pochi decenni fa, è invece oggi attribuito al [[Maestro dei Mesi]] che lo scolpì nei primi anni del '200. Il tutto viene letto in due distinte scene: a destra l''''Adorazione''' e a sinistra il '''Sogno''' dei Magi.
Nel [[XV secolo]] viene annesso alla chiesa il [[chiostro]] dei [[Congregazione vallombrosana|vallombrosani]], di forma rettangolare e decorato con slanciate ed eleganti colonne. Alla chiesa, per fornire maggiore stabilità alla copertura delle navate laterali, venne avviata la costruzione di un nuovo soffitto con [[volta a crociera|volte a crociera]], in sostituzione di quello medioevale a [[capriata|capriate]] con travi a vista. Nello stesso periodo la chiesa andò arricchendosi di numerose cappelle laterali edificate dalle famiglie nobili di Forlì o da confraternite locali. Tra queste la ''Cappella del Santissimo sacramento'' e la ''Cappella Ferri''.
 
Nella chiesa, fino al XVI secolo, erano presenti due altari maggiori: uno superiore, sul [[presbiterio]], officiato dai monaci, ed uno inferiore, nella cripta, officiato dal clero regolare.
Nell'Adorazione dei [[Magi]] lo scultore raffigura i tre re i quali, dopo aver seguito la stella, sono al cospetto della [[Madonna]], rappresentata come regina, e del [[Bambino Gesù]] che siede sulle gambe di Maria. Più distaccata invece la figura di [[Giuseppe (padre putativo di Gesù)|Giuseppe]] che viene raffigurato, quasi come semplice spettatore della scena, a lato di Maria.
 
Nel [[1505]] la volta del presbiterio rovinò distruggendo la sottostante cripta e seppellendo le reliquie del santo che vennero ritrovate solo nel [[1575]] e collocate nella cappella della famiglia Mercuriali, al termine della navata destra. Nel [[1506]] perciò si approntarono i cantieri per la ricostruzione dell'intera area absidale e si decise di non riedificare più la cripta. Ciò è spiegabile con il fatto che oramai da tempo il protettore e patrono della città era considerato [[Valeriano di Forlì|San Valeriano]], le cui reliquie erano conservate nella cattedrale, e che le relazioni tra abate e vescovo si erano stabilizzate per cui la riedificazione della cripta avrebbe potuto riacuire frizioni passate.
Nel Sogno, i tre Re Magi, dopo aver fatto dono a [[Gesù]] di [[oro]], [[incenso]] e [[mirra]], sono colti dallo scultore nel momneto in cui appare loro l'angelo che, come tramandato dal [[Vangelo secondo Matteo]], consiglia ai 3 Magi di non tornare da [[Erode]].
 
Ma il nuovo impianto dell'altare non soddisfece le esigenze dell'abbazia e nel [[1568]] si decise di allungare il corpo della chiesa realizzando un presbiterio di forma rettangolare, illuminato da 5 finestre. La navata centrale venne allungata di circa un terzo, sacrificando in via definitiva i resti della cripta. L'incarico della nuova fabbrica, inizialmente affidato a Jacopo da Faenza, passò nel [[1575]] a Bastiano di Riccio e a Tommaso da Forlì, mentre il lombardo Zampiero Morelli completò la volta nel [[1586]]. Il presbiterio venne poi arredato con un coro ligneo di [[Alessandro Begni]], realizzato tra il [[1532]] ed il [[1535]]. Al pittore [[Baldassarre Carrari]] fu commissionata la [[pala d'altare]] con l{{'}}''[[Incoronazione della Vergine e i santi Benedetto, Mercuriale, Giovanni Gualberto e Bernardo Uberti]]'' (1509-1512).
===La porta===
La porta è in legno intagliato e dipinto. E' suddivisa in riquadri nei quali sono applicate alcune formelle, una delle quali reca la data [[1651]], che corrisponde, probabilmente, all'anno di costruzione della porta. La parte superiore della porta stessa è fissa ed è suddivisa in due sezioni di forma rettangolare. Ogni sezione contiene piccole cornici nelle quali possono essere distinte alcune figure in rilievo che rappresentano immaginidi santi: quello di sinistra quasi sicuramente raffigura San Mercuriale mentre l'altra immagine sembra rappresenti [[Santo Stefano]].
 
Nel [[1581]] nell'abbazia fu traslata la reliquia di un dito di san [[Giovanni Gualberto]] proveniente dalla chiesa cittadina di Santa Maria del voto, chiamata dal volgo ''dei Romitii''. Negli ultimi decenni del XVI secolo il chiostro del monastero fu ricostruito in forme rinascimentali e in ricordo dell'evento fu decorato ad affresco con le ''Storie della vita del santo'' in trenta lunette, alla cui realizzazione collaborarono [[Livio Modigliani]] e [[Andra Baini]].
===Il campanile===
Il campanile sorge, alto, possente ed isolato al lato destro della chiesa. E' una campanile di aspetto maestoso, di base quadrata. La base del campanile, dal quale poi si innalza la struttura, è di forma quadrata e prende nome di ''dado'' e costituisce una sorta di basamento, di piedistallo sul quale poggia la struttura del campanile. Al dado, che misura 9,20 metri di lato, di volta in volta, con il passare dei secoli, si sono addossati, a varia altezza, i pavimenti circostanti. Dalla base del dado, si innalza, spostato di 4 centimetri verso l'interno rispetto al dado stesso, la struttura del campanile che, decorato con [[lesene|lesena]], presenta quindi una bsae quadrata di 9,12 metri di lato.
 
Nel [[1585]] la navata centrale ebbe una nuova copertura a volta, decorata con tre tele ad olio del pittore [[Livio Modigliani]] una delle quali andata perduta a seguito dei bombardamenti del [[1944]].
Dal dado, come detto, si innalza il campanile il quale, a prima vista, appare essere un parallelepipedo perfetto. In relatà questo tende a restringersi gradualmente avvicinadosi alla vetta. A circa 50 metri da terra, dove il campanile termina, la sezione ha un lato di 8,45 metri, quidi 75 centimetri in meno rispetto alla base. Sopra al campanile svetta una guglia altissima, di forma conica: costituita di mattoni, di pietra nella parte terminale ed arricchita di globo, banderuola e croce, misura totalmente 22,40 metri.
 
A fine del XVI secolo venne addossato al campanile un portico a loggia per poter avere nuovi spazi di accesso alla biblioteca creata all'interno dell'abbazia grazie ad un lascito di [[Girolamo Mercuriale]].
La misurazione del campanile è sempre stata oggetto di discussione, per via del fatto che la pavimentaione (punto di riferimento per la misurazione), nelle diverse epoche storiche, ha subito continue modifiche e rimaneggiamenti che ne hanno influnzato l'altezza. Attualmente, si è deciso di attribuire al dado una altezza di 1 metro, conferendo perciò al campanile un'altezza complessiva di 72,40 metri.
 
===Dal Seicento all'avvento di Napoleone===
[[File:Giacomo zampa, san mercuriale riceve e benedice la città di forlì da un angelo.jpg|thumb|Giacomo Zampa, ''San Mercuriale riceve e benedice la città di Forlì da un angelo'', XVIII secolo]]
Nel [[1646]] l'abate allora in carica Garei diede avvio a profondi lavori di rifacimento della basilica, che interessarono sia la facciata che il corpo della chiesa con l'intento di creare un ambiente interno ben illuminato, in linea con le nuove regole dell'architettura religiosa che si andavano imponendo. Venne rimaneggiata la facciata, con l'atterramento delle due cappelle sporgenti ai lati del portale intitolate a san Ludovico (a sinistra) e a san Rocco (a destra) e unite da una loggia. Al loro posto furono aperte due porte d'ingresso, mentre la facciata veniva ridisegnata su linee baroccheggianti, coprendo l'originario stile romanico, ed allargata alle estremità fino a saldarla con la base del campanile. Oltre alla demolizione delle cappelle laterali, anche il portico trecentesco di collegamento venne demolito per permettere l'apertura delle due entrate sulle navate laterali. Ad ornamento della facciata, secondo il gusto baroccheggiante dell'epoca, vennero alzate delle guglie, pinnacoli e spirali e volute nelle zone corrispondenti alle navate laterali.
 
L'ingresso della basilica venne valorizzato con l'edificazione di un largo sagrato ottagonale, elevato di tre gradini rispetto al livello della piazza. Nella facciata, al di sopra del portale, la [[bifora]] fu abbattuta e fu aperto un grande lunettone.
 
Una serie di scosse sismiche che si succedettero dal [[1653]] in avanti, lesionarono in maniera rilevante diverse porzioni dell'edificio, rendendo necessari alcuni interventi di restauro.
 
Nel [[1781]] vengono approntati lavori di rifacimento della facciata con altre aggiunte decorative. Nel [[1786]] l'allora abate Bruno Gnocchi dispose che l'interno fosse rimodernato in stile neoclassico e che sulla facciata fossero aperte due nuove finestre e che fosse ridisegnato il lunettone. L'interno fu intonacato e i capitelli romanici in mattone e cotto furono rivestiti in gesso diventando dei più semplici capitelli di [[ordine tuscanico]].
 
Nel [[1794]] i monaci eliminarono la scalinata costruita nel [[1646]] e protessero il sagrato con fittoni e catene. La storia dell'edificio in qualità di abbazia stava volgendo al termine, infatti nel [[1796]] le truppe francesi, guidate da [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]] scesero in Italia e cominciarono a sciogliere gli ordini ecclesiastici e a requisire i beni della chiesa. I monaci dell'abbazia di san Mercuriale non ebbero sorte diversa: furono cacciati e non fecero mai più ritorno. Da allora all'antica chiesa rimase solo il titolo di [[parrocchia]]<ref>Come riportato dal Carnaccini, fino alla metà dell'Ottocento la chiesa era comunemente nota tra la popolazione come ''San Mercuriale'' anche se ufficialmente il nome completo era ''Chiesa primiceriale di San Tommaso Apostolo in San Mercuriale''. Tale denominazione era così lontana dall'uso comune che con l'unità d'Italia si decise di nominarla ufficiale in ''San Mercuriale''.</ref>. Nel [[1958]] [[papa Giovanni XXIII]] la elevò alla dignità di [[basilica minore]].<ref>Lettera Apostolica del 16 gennaio 1959, ''Templum S. Mercurialis, in urbe Foro Livii exstans, titulo ac dignitate Basilicae Minoris ditatur'', in ''Acta Apostolicae Sedis'', annus LI, series III, vol. I, pp. 257-258.</ref>
 
===Il Novecento===
[[File:Abbazia di San Mercuriale prima del restauro del 1921.jpg|thumb|left|Fotografia di inizio Novecento che mostra come appariva l'abbazia (prima dei lavori di restauro del 1921) dopo secoli di continui rimaneggiamenti]]
 
Nel [[1902]] furono avanzati i primi progetti per il ripristino della facciata. Tali lavori, avviati non senza polemiche generali, si rendevano necessari, oltre che per il gusto neomedievale di ripristinare l'"aspetto originario" dei vetusti edifici, anche per scongiurare pericoli di crollo dell'abbazia. Solo nel [[1904]] gli ingegneri Cesari e Pantoli compilarono il progetto esecutivo, che prevedeva per la facciata un rosone o una [[trifora]] al posto del lunettone, la sostituzione delle volute e la modifica dei portali e delle finestre laterali. Le relazioni degli architetti segnalavano infatti anche il grave stato di degrado della chiesa e la necessità di imminenti lavori di consolidamento nonché di eliminazione degli appesantimenti barocchi per restituire un aspetto neoromanico alla chiesa.
 
Nel [[1915]] l'archeologo Gerola studiò il ripristino stilistico dell'abbazia riproponendo modelli che si basavano sul gusto del [[romanico lombardo]]. La facciata doveva presentare un [[protiro]] davanti al portale e al posto del lunettone una grossa trifora. I primi interventi iniziarono verso il [[1916]] ma solo nel [[1921]], in occasione del sesto centenario della morte di [[Dante Alighieri]], si apprestarono frettolosi lavori di restauro che portarono alla demolizione delle prime due cappelle della navata destra. In quell'occasione venne rinvenuta, sulla parete del campanile, un frammento di affresco del Cinquecento, oggi quasi totalmente dilavato dalle intemperie. Si intervenne anche sulle linee della facciata, chiudendo le porte laterali e sostituendo il lunettone tardo barocco con un [[rosone]] centrale in stile romanico che fu preferito all'idea di una trifora o di una polifora. Fu nuovamente ripristinata la gradinata del sagrato e venne atterrata la prima cappella di sinistra, sostituita con un ingresso laterale. Sempre a livello della facciata, venne posta una cornice a dentelli a coronamento delle navate minori. Per facilitare l'accesso alla basilica si creò un ingresso sul lato nord, eliminando una cappella di devozione posta all'estremità della navata sinistra. Il fianco destro della chiesa furono attrerrate due cappelle per poter liberare il campanile.
 
Il chiostro, che oggi al centro conserva ancora un bel pozzo del Seicento, è oggi aperto su due lati per opera di un intervento condotto tra il [[1939]] ed [[1941]] ad opera di [[Gustavo Giovannoni]] il quale intendeva mettere in comunicazione le due piazze, una antistante (Piazza Saffi) e l'altra retrostante (piazza del Tribunale) la chiesa, che era già stata restaurata agli inizi del XX secolo dall'ingegnere [[Vincenzo Pantoli]].
 
[[File:Abbazia di San Mercuriale danneggiata da bombardamento.jpg|thumb|L'Abbazia di San Mercuriale gravemente danneggiata da una incursione aerea del 24 agosto [[1944]]. Il bombardamento danneggiò così gravemente le strutture portanti della chiesa, che fu presa la decisione di demolire le settecentesche volte della navata centrale]]
 
Il 24 agosto [[1944]], causa un bombardamento alleato, la chiesa rimase gravemente lesionata: la gravità dei danni fu così imponente che indusse il [[Genio civile]] ad ordinare la demolizione delle volte della navata centrale, realizzate tra Cinque e Settecento. Riapparvero le travi lignee del tetto e le aperture laterali risalenti al XIII secolo.
 
Dopo i bombardamenti si rendeva perciò necessario un intervento definitivo che risolvesse i problemi di staticità della chiesa per ripristinarne la stabilità e favorirne il consolidamento. I primi sondaggi, sotto la guida del professor Selli, ebbero luogo nel [[1951]] e proseguirono fino al [[1956]] e condussero alla scoperta della primigenea Pieve protocristiana di Santo Stefano e della successiva basilica che andò distrutta nell'incendio del 1173. Si decise una radicale opera di consolidamento che privilegiasse le forme trecentesche, riconosciute come parti originali della chiesa, a discapito delle strutture edificate successivamente, come l'impianto neoclassico settecentesco, liberando mura, capitelli e colonne. Ciò portò a sacrificare molte strutture dell'abbazia, come sette cappelle delle navate laterali risalenti al XV secolo. Venne ripristinata la pavimentazione originaria in cotto e mosaico veneziano e furono riportati alla luce le basi dei pilastri. Frammenti di capitelli furono conservati e servirono come base per la costruzione di altri nello stesso stile. L'abside, edificata nel Cinquecento, fu invece salvata a discapito della cripta che non venne ricostruita. Di questa furono solo ripristinati i sei archi che sorreggevano la volta. Venne inserito, all'altezza della terza campata, un doppio ordine di archi in mattoni a vista. Posizionati su due ordini sovrapposti, intendevano rievocare le strutture del presbiterio romanico che, sostituito dall'attuale nel XVI secolo, aveva la cripta a vista.
 
Durante i lavori di ristrutturazione furono rinvenute le fondamenta e i resti dell'antica chiesa precedente all'incendio del 1173 a cui seguirono lavori e studi archeologici.
 
=== Abati di San Mercuriale ===
* Leo, o Leone, documentato nel [[1092]] (11 giugno)
* Michele, documentato nel [[1100|1832]] (luglio)
* Giovanni, documentato nel [[1114]] (4 ottobre)
* Michele, documentato nel [[1116]]
* Rainerio, documentato nel [[1118]]-[[1123]]
* Benedetto, documentato nel [[1144|1342]]
* Gervasio, circa nel [[1160]]
* Enrico, documentato nel [[1170]]-[[1172]]
* Martino, documentato nel [[1173]] (da febbraio ad aprile)
* Guarnerio, documentato nel 1173(?) (agosto)
*Priore Guido, documentato tra la fine di novembre del 1173 e il [[1174]]
* Arardo, documentato nel [[1174]]
* Pietro I, documentato nel [[1176]]<ref>[[Leone Cobelli]], ''Cronache forlivesi dalla fondazione della città sino all'anno 1498'', Regia Tipopgrafia, Bologna 1874, p. 31.</ref>
* Domenico, documentato nel [[1176|1217]]
*
* Bono, documentato nel [[1185]]
* Ambrogio, documentato nel [[1186]]
* Enrico, documentato nel [[1187]]
* Guarnerio, documentato intorno all'anno [[1200]]
* Giacomo, documentato nei primi anni del [[XIII secolo]]<ref>{{cita testo|url=http://www.rm.unina.it/rmebook/index.php?mod=none_D_Acunto|titolo=Nicolangelo D'Acunto (a cura di), ''Papato e monachesimo esente nei secoli centrali del Medioevo''|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150921144025/http://www.rm.unina.it/rmebook/index.php?mod=none_D_Acunto }}, Firenze University Press, p. 62.</ref>
* Pietro, documentato negli anni Dieci del Duecento<ref>Nicolangelo D'Acunt, ''op. cit.'', p. 152.</ref>; in particolare, nel [[1212]] Pietro cede al Comune di Forlì, rappresentato dal podestà conte Malvicino, il ''Campo dell'Abate'', oggi [[Piazza Aurelio Saffi]]<ref>''Libro biscia dell'Abbazia di San Mercuriale'', carta LXXXI recto, n. 872.</ref>
* Gregorio, anni Trenta del Duecento<ref>{{cita testo|url=http://books.google.it/books?id=wGnp0aAcQA4C&pg=PA346&lpg=PA346&dq=sancti+mercurialis+abbas&source=bl&ots=J_dPiN1x3a&sig=e3n66qLu3wG-3Z0xtnvVLhtkUeI&hl=la&sa=X&ei=mjGqT8zBGuan4gSIvoGvCQ&redir_esc=y#v=onepage&q=sancti%20mercurialis%20abbas&f=false|titolo=Annales camaldulenses ordinis Sancti Benedicti...D. Johanne Benedicto... - Giovanni Benedetto Mittarelli - Google Books}}</ref>
*
* Giacomo, o Iacopo, documentato negli anni Cinquanta-Sessanta del Duecento
* [[Bartolo Ceci]], documentato nel [[1313]]
* Agostino, documentato nel [[1337]]
* Taddeo, documentato nella seconda metà del Trecento
* [[Lorenzo Fiorini]], documentato nel [[1438]]
* [[Giambattista Ponti da Tagliacozzo]], documentato nel [[1472]]
* [[Mercuriale Prati]] ([[1703]]-[[1707]])
* [[Fulgenzio Nardi]] (secolo XVIII)
* [[Bruno Gnocchi]], documentato nel [[1786]]
* [[Pietro Giovannini]], documentato nel [[1799]]-[[1800]]<ref>Scrive una {{cita testo|url=https://books.google.it/books?id=OqpdAAAAcAAJ&printsec=frontcover&hl=it#v=onepage&q&f=false|titolo=Relazione del solenne ottavario e dei motivi di esse sacre funzioni ... - Pietro GIOVANNINI (Abate.), Livio dall'. ASTE BRANDOLINI - Google Libri}}</ref>
* [[Bruno Bazzoli]], dal [[1952]] al [[1994]]
* [[Quinto Fabbri]] dal [[1994]] al [[2003]]
* [[Franco Zaghini]]
* [[Enrico Casadio]]
 
== Descrizione ==
=== Esterno ===
La chiesa, in mattoni nel tipico color [[rosso forlivese]], si presenta con la caratteristica facciata romanica "a salienti", suddivisa in tre parti corrispondenti alle tre [[navata|navate]] interne, con la centrale più ampia rispetto alle laterali. La navata centrale è rafforzata da due contrafforti delimitanti la rientranza ad arco che ospita il [[rosone]], la lunetta e il portale marmoreo. I fronti delle navate laterali sono entrambi occupati da un arco, resto delle antiche cappelle sporgenti. La facciata e il campanile presentano una decorazione in mattoni: archetti sorretti da colonnine sul prospetto, risalti verticali e cornicioni orizzontali sul campanile.
 
====Il chiostro====
[[File:Abbazia di San Mercuriale, vista del chiostro (Forlì).jpg|thumb|left|Il chiostro]]
 
Per incarico diretto di Mussolini, che finanziò anche l'opera, l'ingegnere Giovannoni assunse la direzione della ristrutturazione del complesso di San Mercuriale, coadiuvato dalla soprintendenza ai monumenti della Romagna. Il chiostro, dopo secoli di abbandono, si trovava in uno stato di degrado elevato e i continui rimaneggiamenti avvenuti nel tempo ne avevano snaturato le linee originali tanto che numerosi periti e tecnici ne avevano proposto la demolizione. La demolizione avrebbe consentito l'isolamento del campanile e della chiesa e permesso un collegamento diretto con la piazzetta retrostante presso la quale sarebbe sorta da lì a poco il nuovo palazzo di giustizia. Fu però l'ingegnere [[Gustavo Giovannoni]] a trovare la soluzione al problema: demolendo la canonica e aprendo un portico, si poteva salvare il quattrocentesco chiostro e nel contempo creare il collegamento con piazza Saffi e la piazzetta retrostante.
 
Il nuovo portico e la sovrastante canonica furono costruiti in laterizi e cemento armato e poggiavano sulle originarie colonne in marmo e muratura. L'esecuzione dei lavori subì un notevole ritardo dovuto allo scoppio della guerra, che non permetteva l'approvvigionamento dei materiali, e all'aumento dei prezzi.
 
Per il progetto del restauro Giovannoni non adottò, seguendo le indicazioni della sovrintendenza, soluzioni architettoniche definitive, riservandosi, in corso d'opera, di confermare le scelte che apparivano più opportune in base alle rilevazioni archeologiche. Il pozzo centrale, risalente al XVII secolo, dopo il restauro fu collocato nella posizione originaria.
 
Gli affreschi delle lunette, rappresentanti la vita di san [[Giovanni Gualberto]], fondatore dell'Ordine dei Vallombrosani, furono staccati e trasportati su centine di legno e lastre di eternit per poter essere restaurati e alla fine furono ricollocati nella posizione originale.
 
==== Il portale ====
[[File:Portale di San Mercuriale.JPG|thumb|Il portale marmoreo]]
 
Il [[Portale (architettura)|portale]] è costituito da sottili [[colonna|colonne]] di [[marmo]] chiaro, finemente scolpite, due delle quali, tortili, non giungono fino a terra ma sono completate, nelle medesime forme, da laterizio. Le colonne proseguono verso l'alto e circondano la [[lunetta]], contenente il pregevole complesso scultoreo raffigurante il ''[[Sogno e adorazione dei Magi]]''.
 
L'attribuzione, incerta fino a pochi decenni fa, ha infine chiamato in causa il [[Maestro dei Mesi]] di Ferrara, che probabilmente lo scolpì nei primi anni del Duecento.
 
I battenti del portale in legno, intagliato e dipinto. Sono entrambi suddivisi in più riquadri, nei quali sono applicate alcune formelle, una delle quali reca la data [[1651]] e che corrisponde, probabilmente, all'anno di realizzazione dell'opera. La parte superiore è fissa, suddivisa in due sezioni di forma rettangolare, ognuna contenente piccole cornici nelle quali si distinguono alcune immagini di santi in rilievo: quello di sinistra, quasi sicuramente, raffigura San Mercuriale, mentre l'altra immagine sembra rappresentare [[Santo Stefano]].
 
=== Campanile ===
 
[[File:Campanile di San Mercuriale.JPG|thumb|left|upright|Campanile]]
 
Il campanile, in mattoni nel tipico color [[rosso forlivese]], è posto sul lato destro della chiesa (per chi guarda), isolato rispetto alla struttura dell'edificio. La pianta è di forma quadrata e poggia su cosiddetto ''dado'', una sorta di piedistallo in pietra sul quale si eleva l'intera struttura del campanile. Il ''dado'', di 9,20 metri di lato, era un tempo più alto, nel senso che ne era visibile una porzione maggiore: con il passare dei secoli, però, le varie pavimentazioni della piazza che si sono succedute hanno contribuito a sotterrarlo parzialmente. La struttura vera e propria del campanile è impostata sul ''dado'' circa quattro centimetri all'interno del suo perimetro.
 
Il campanile, a prima vista, appare essere un parallelepipedo perfetto. In realtà questo tende a restringersi gradualmente verso la vetta, tanto che a circa 50 metri da terra la sezione ha un lato di 8,45 metri, ovvero 75 centimetri in meno rispetto alla base. Ciò non è detto che sia stato ottenuto tramite l'applicazione delle leggi [[prospettiva|prospettiche]], vista l'epoca di costruzione del campanile, anteriore rispetto alla loro diffusione. È più probabile che il restringimento della sezione sia forse stato imposto da conoscenze empiriche sul tema, precedenti al loro reale studio da parte degli artisti rinascimentali, unite al bisogno strutturale di alleggerire la massa muraria con il procedere dell'altezza. In sommità svetta un'alta guglia in mattoni, ovvero di un cono cestile, con coronamento in pietra arricchita inoltre da globo, banderuola e croce, con altezza totale di 22,40 metri. Il cono cestile, a sua volta, è circondato da quattro torricini, posti ai vertici del quadrato di base, tema alquanto ricorrente nei campanili della [[Romagna]]. Tali torricini non sono però coevi alla costruzione del campanile; probabilmente in origine avevano dimensioni e forma diverse, ma terremoti e fulmini li hanno danneggiati o distrutti. Si può pensare che la forma attuale dei torricini angolari risalga al grosso restauro del 1566, epoca alla quale sono anche stilisticamente compatibili (con qualche riserva, però, sulla loro copertura). In effetti, il Campanile di San Mercuriale, considerato, all'epoca della sua costruzione, una delle meraviglie del [[Regno d'Italia]], fu modello per molte altre opere successive, in Romagna e altrove, fino al celebre [[Campanile di San Marco]], in [[Venezia]].
 
Durante la [[seconda guerra mondiale]], il campanile fu minato dai tedeschi in ritirata, ma fu salvato dal coraggioso ed energico parroco dell'epoca, don [[Giuseppe Prati]], affettuosamente chiamato dai forlivesi "Don Pippo".
 
La misurazione del campanile è sempre stata oggetto di discussione, per via del fatto che la pavimentazione (punto di riferimento per la misurazione), nelle diverse epoche storiche, ha subito continue modifiche e rimaneggiamenti. {{Senza fonte|Attualmente, si è deciso di attribuire al dado un'altezza di un metro, cosicché l'altezza del campanile risulta precisata a 75,40 metri.}}
 
Interessante, riguardo al Campanile di San Mercuriale, è il fatto che, a causa delle storiche somiglianze: "Nel [[1902]] i genieri [[venezia]]ni lo usarono come modello per la ricostruzione del [[campanile di San Marco]], crollato in una nube di polvere il 17 luglio di quell'anno"<ref>{{Cita web |url=http://www.romagnaoggi.it/forli/2009/12/5/145441/ |titolo=Forlì: due giorni per vedere presepe e panorama dal campanile di S.Mercuriale |accesso=3 giugno 2010 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110927062318/http://www.romagnaoggi.it/forli/2009/12/5/145441/ |urlmorto=sì }}</ref>.
 
Nell'ampia cella campanaria, trovano posto 5 grosse campane (le 4 maggiori storiche, la più piccola invece è del 1984), collocate nel castello in ferro realizzato nel 1967, dopo la demolizione del vecchio castello in legno che -ancorato direttamente ai muri perimetrali anteriore e posteriore, vista la grande massa delle 4 campane maggiori (la piccola è appunto del 1984)- aveva causato grossi problemi alla statica della struttura. Per secoli su questo campanile si è suonato col tradizionale "sistema bolognese", ad opera di sapienti squadre di campanari che suonavano "a doppio" (portando la campana nella posizione "in piedi" attraverso la corda, stando a diretto contatto con la campana), anche "da trave" (cioè stando in piedi sulle travi del castello, collaborando allo sforzo dei campanari che suonavano usando la corda, in cella), e suonavano “a scampanio”. Ora, con il nuovo castello, è possibile suonare manualmente solo "a scampanio" (e "a distesa", ma questa avviene elettricamente) attraverso l'uso di cordini collocati in cella; tale suonata necessita di un solo campanaro in luogo di un'intera squadra. Egli infatti, collegando i cordini attaccati al muro con i battagli delle campane, può suonarne 4 stando seduto, tenendone 2 con le mani e 2 coi piedi, e suonando le stesse suonate "a doppio", ma a campane ferme, dovendo ovviamente ricordare a memoria tutte le sequenze dei rintocchi. La normale suonata “a distesa” invece avviene elettricamente e i motori sono montati sul castello stesso delle campane.
 
===Interno===
[[File:Forlì, san mercuriale, interno, 02.jpg|thumb|upright=1.4|Interno]]
[[Immagine:Interno dell'abbazia di San Mercuriale Forlì.JPG|thumb|right|250px|Linterno dell'abbazia di San Mercuriale]]
L'interno della chiesa ha pianta basilicale a 3 [[navata|navate]] divise da pilastri e [[colonna|colonne]] in [[laterizio]]. Poiché il pavimento della navata centrale è sensibilmente inclinato in direzione dell'[[abside]], la navata sembra molto più slanciata di quanto in realtà non sia. Originariamente, davanti all'abside, sorgeva, a circa 5 metri di altezza, il [[presbiterio]], inclinato invece in direzione opposta.
 
====Navata destra====
L'interno della chiesa ha pianta basilicale a 3 [[navata|navate]] divise da pilastri e [[colonna|colonne]] in [[laterizio]]. Poiché il pavimento della navata centrale è sensibilmente inclinato in direzione dell'[[abside]], la navata senbra molto più slanciata di quanto in relatà non sia. Originariamente, contraposto all'abside, sorgeva, a circa 5 metri di altezza, il [[presbitero]], inclinato invece in direzione opposta.
[[File:Francesco di simone ferrucci, monumento di barbara manfredi, 1466-68, 01.jpg|thumb|[[Sepolcro di Barbara Manfredi]]]]
[[File:Marco palmezzano, immacolata coi ss. agostino, anselmo e stefano, e lunetta con resurrezione, 1509, 01,0.jpg|thumb|Marco Palmezzano, ''[[Immacolata col Padre Eterno in gloria e i santi Anselmo, Agostino e Stefano]]'']]
Appena entrati, all'inizio della navata, in prossimità del primo pilastro, è collocata la vasca battesimale, ora però adibita ad [[acquasantiera]]. Scolpita in pietra locale, risale al XVI secolo. Ha un basamento esagonale in marmo decorato con foglie di acanto. La vasca è di forma circolare, ben levigata.
 
A partire dalla navata destra, per tutta la sua lunghezza e poi sin alla navata sinistra, si trovano 23 lunette, superstiti di antiche 30, dipinte ad affresco ed un tempo collocate nel chiostro.
La navata centrale è coperta da un soffitto a [[capriata|capriate]], nei secoli più volte rimaneggiato e ricostruito, mentre il prolungamento dell'abside presenta struttura a botte.
 
Nella parete destra, è addossato il [[Sepolcro di Barbara Manfredi|monumento funebre]] dedicato a [[Barbara Manfredi]]. Il monumento fu realizzato fra il [[1467]] ed il [[1468]] dallo scultore fiesolano [[Francesco di Simone Ferrucci]]. Dapprima collocato nella [[chiesa di San Biagio (Forlì)|chiesa di San Biagio]], quando la chiesa fu distrutta da un bombardamento alleato, il monumento funebre fu recuperato, insieme ai resti mortali della giovane Barbara Manfredi, e collocato in San Mercuriale nel [[1947]].
===La navata destra===
Nella navata di destra è collocata l'[[acquasantiera]] che, un tempo, era in realtà un [[fonte battesimale]]. Databile al XVI secolo, è costruita in pietra locale e presenta un basamento di forma esagonale.
 
Verso la porta che conduce al chiostro, è collocato l'ovale dipinto da [[Giacomo Zampa]]. Nell'ovale è rappresentato San Mercuriale, in vesti bianche con un ricco [[piviale]] rosa e dorato ed una [[mitra (copricapo)|mitra]] in capo. Il santo è ritratto nell'atto di benedire un modello della città che un angelo gli sta porgendo.
Nella parete della navata destra, per tutta la propria lunghezza e continuandosi anche nella navata sinistra, sono distribuite 23 lunette affrescate e provenienti dal [[chiostro]]. Il chiostro è stato pesantemente ristrutturato nel XX secolo e le opere salvatesi sono state traslate in chiesa. Le lunette superstiti, originariamente erano 30 ma 7 sono andate perdute, rappresentano le ''Scene di vita di [[San Giovanni Gualberto]]'', fondatore dei [[Congregazione dei vallombrosani|Vallombrosiani]], e sono attribuite a [[Livio Modigliani]].
 
Segue quindi la prima cappella, quella definita "del Palmezzano". Gli affreschi della cappella sono in grave stato di deterioramento e ne risulta difficoltosa la descrizione. Sembrano comunque rappresentare la ''Resurrezione di Drusiana'' e un altro episodio. Furono portati alla luce nel [[1913]]. Sull'altare della cappella è posta la [[Pala d'altare|pala]] opera dello stesso Palmezzano raffigurante la ''Madonna con Bambino tra i santi Giovanni Evangelista e Caterina d'Alessandria'' e, nelle tavole dei basamenti dei pilastrini, i ''santi Pietro, Paolo, Stefano e Mercuriale''. La pala è databile al [[1510]], coeva quindi con altre due pale del Palmezzano presenti all'interno della chiesa.
====[[Sepolcro di Barbara Manfredi (Forlì)|Sepolcro di Barbara Manfredi]]====
La [[Sepolcro di Barbara Manfredi (Forlì)|tomba]] di [[Barbara Manfredi]], moglie di [[Pino III Ordelaffi]] del [[1466]] è un'opera di [[Francesco di Simone Ferrucci]] da [[Fiesole]] (in origine collocato nella chiesa di San Girolamo)
 
Al termine della navata, su un basamento in laterizio, è posta una croce in pietra decorata con due mani, una per ogni lato della croce. Una mano è aperta mentre l'altra è in segno benedicente. La croce è difficilmente databile, risalente comunque all'Alto Medioevo. Nell'autunno del [[1932]] questa croce venne prelevata dal cimitero parrocchiale di Castiglione e, dopo un passaggio al Museo civico, venne collocata, nel [[1933]], nel piccolo cortile posto a nord dell'abbazia. Nel dopoguerra fu da lì rimossa e fu trasferita all'interno.
==Arcata della cappella Ferri==
[[Immagine:Quadro di Marco Palmezzano.JPG|thumb|250px|right|Il quadro "l'Immacolata col Padre Eterno in gloria e i santi Anselmo, Agostino e Stefano, conservato nell'abbazia di San Mercuriale]]
L'arcata della cappella Ferri fu scolpita in sasso d'Istria (1536) da [[Jacopo Bianchi]] da [[Dulcigno]], elegante opera di ornati e [[grottesche]] lombardesche
 
La navata destra termina con la cappella dedicata al culto di San Mercuriale, fino al 1575 dedicata ai santi Simone e Giuda. Conserva una ''Madonna col Bambino e santi'' di Domenico Crespi detto il [[Passignano]], una pala del [[Cigoli (pittore)|Cigoli]], una di [[Santi di Tito]] col figlio [[Tiberio Titi|Tiberio]], stucchi e affreschi di [[Livio Modigliani|Livio]] e [[Gianfrancesco Modigliani]] (sulla volta).
==Dipinti di [[Marco Palmezzano]]==
*la ''Madonna col Bambino in trono fra i santi Giovanni Evangelista e Caterina d'Alessandria''
*la tavola col ''Crocefisso, San Giovanni Gualberto e la Maddalena''
*la bellissima pala dell'''[[Immacolata col Padre Eterno in gloria e i santi Anselmo, Agostino e Stefano (Marco Palmezzano)|Immacolata col Padre Eterno in gloria e i santi Anselmo, Agostino e Stefano]]'' ([http://www.marcopalmezzano.it/ingr_immacolata.htm]), uno dei suoi capolavori, all'altezza di quelli conservati alla [[Galleria degli Uffizi]] di [[Firenze]], al [[Musée du Louvre di Parigi|Museo del Louvre]] di [[Parigi]], al [[Liechtenstein Museum]] di [[Vienna]]
 
====Navata centrale====
==Cappella Mercuriali e cappella del Santissimo Sacramento==
Presentano decorazioni barocche la cappella Mercuriali (già completata nel [[1606]], con stucchi e affreschi di [[Livio Modigliani|Livio]] e [[Gianfrancesco Modigliani]] e di [[Antonio Tempesta]]) e la cappella del Santissimo Sacramento.
 
La navata centrale è coperta da un soffitto a [[capriata|capriate]], nei secoli più volte rimaneggiato e ricostruito, mentre il prolungamento dell'abside presenta una [[volta a botte]]. Nella navata destra è collocata l'[[acquasantiera]] che un tempo fungeva da [[fonte battesimale]]. Databile al XVI secolo, è costruita in pietra locale e presenta un basamento di forma esagonale.
La cappella Mercuriali contiene alcune opere degne di attenzione:
*''Madonna con Bambino e Santi'' di [[Domenico Crespidetto]] detto "il [[Passignano]]".
*opere di [[Ludovico Cardi]] detto "il [[Cigoli]]", [[Baldassarre Carrari]], [[Santi di Tito]] in collaborazione col figlio [[Tiberio Titi]], [[Francesco Menzocchi]]
 
Sulle pareti di entrambe le navate sono distribuite 23 lunette affrescate, provenienti dal [[chiostro]], dal quale furono trasferite nei lavori della prima metà del [[XX secolo|Novecento]]. Le lunette superstiti (originariamente erano trenta, ma sette sono andate perdute) rappresentano le ''Scene di vita di san [[Giovanni Gualberto]]'', fondatore dei [[Congregazione vallombrosana|vallombrosani]], e sono attribuite a [[Livio Modigliani]].
==Presbiterio==
Vi si trovano quattro grandi tele. Da segnalare:
*L'''Assunzione della Vergine'' di [[Rutilio Manetti]] ([[1571]]-[[1639]]), da [[Siena]]
 
Nel presbiterio si trovano alcune pale erratiche, tra cui l{{'}}''Assunzione della Vergine'' (1632) di [[Rutilio Manetti]], e il coro ligneo del [[XVI secolo]], opera di [[Alessandro Begni]] da [[Bergamo]].
==Misure==
 
====Navata sinistra====
Per un confronto con le altre cattedrali romaniche della regione si riporta una tabella con le principali misure
Nella navata sinistra si trova un frammento di un affresco attribuito a [[Guglielmo degli Organi]]. Si accede inoltre alle cappelle del Santissimo Sacramento, decorata da numerose opere di spoglio (tra cui il ''Crocifisso tra i santi Giovanni Gualberto e Maria Maddalena'' del Palmezzano), e alla cappella Ferri, con decorazione marmorea di [[Jacopo Bianchi]] (1536) e la ''[[Immacolata col Padre Eterno in gloria e i santi Anselmo, Agostino e Stefano|Pala dell'Immacolata]]'' di [[Marco Palmezzano]].
{| {{prettytable|width=100%}}
 
== Misure ==
{{F|chiese dell'Emilia-Romagna|agosto 2019}}
Per un confronto con le altre principali chiese romaniche della regione si riporta una tabella con le principali misure
{| class="wikitable" style="width:75%;"
|-
! || Duomo [[Duomo di Piacenza]] || Duomo [[Duomo di Fidenza]] || Duomo [[Duomo di Parma]] || Duomo [[Duomo di Modena]] || Abbazia [[Abbazia di Nonantola]] || Duomo [[Duomo di Ferrara]] || Abbazia [[Abbazia di Pomposa]] || Abbazia di San Mercuriale [[Forlì]]
|-
| align=left |'''Lunghezza totale esterna'''<br />|| 85,000 [[metro|m]] || 50,505 [[metro|m]] || 81,707 [[metro|m]] (escluso il protiro) || 66,909 [[metro|m]] || 45,404 [[metro|m]] || 65,000 [[metro|m]] (meno il coro 48,505 [[metro|m]]) || 44,000 [[metro|m]] (con atrio e abside) || originaria 32,505 [[metro|m]] attuale 46,202 [[metro|m]]
|-
| align=left |'''Lunghezza totale interna'''<br />|| mancante- || 47,000 [[metro|m]] || 78,505 [[metro|m]] || 63,101 [[metro|m]] || 52,000 [[metro|m]]|| mancante - || 42,000 [[metro||m]] mancante|| -
|-
| align=left | '''Larghezza totale facciata'''<br />|| 32,000 [[metro|m]] || 26,606 ([[metro|m]] (comprese le torri) || 28,000 [[metro|m]] || 24,707 [[metro|m]] || 25,101 [[metro|m]] || 22,808 [[metro|m]] || 18,35 [[metro|m]] || 15,40 [[metro|m]] (escluso il campanile)
|-
| align=left |'''Altezza esterna facciata'''<br />|| 32,000 [[metro|m]] || mancante- || 29,000 [[metro|m]] || 22,303 [[metro|m]] (coi pinnacoli 29,606 [[metro|m]]) || mancante - || 17,000 [[metro|m]] || 14,101 [[metro|m]] || 12,85 [[metro|m]]
|-
| align=left |'''Altezza campanile'''<br />|| 71 m || - || 64 m || 86,12 [[metro|m]] (compreso rialzo del XIV secolo) || - || 45 m || 48,5 [[metro|m]] || 75,58 [[metro|m]]
|-
|}</div>
 
==Fonti Note ==
<references/>
*Molti dati sono desunti dal foglio illustrativo, in distribuzione all'interno dell'Abbazia, preparato a cura di [[Vittorio Mezzomonaco]].
 
== Bibliografia ==
==Collegamenti esterni==
* Molti dati sono desunti dal foglio illustrativo, in distribuzione all'interno dell'Abbazia, preparato a cura di Vittorio Mezzomonaco.
[http://www.forli.tv/index.php?action=scheda_video&id_media=88 I tesori di San Mercuriale in un video di Forlì TV]
* Domenico Felice Balestra, ''Cronologia degl'abati del monastero di S. Mercuriale della città di Forlì dell'ordine di S. Benedetto Congregazione di Vallombrosa, e relazione delle cose più notabili fatte da loro, e occorse a lor tempo. Estratte fedelmente dalle memorie antiche, e autentiche, che si conservano nell'archivio di detto monastero, e da altri libri... D. Domenico Felice Balestra dottore di sacra teologia patrizio romano abate di detto monastero di S. Mercuriale, e vicario generale della Romagna'', per Gio. Stefano Ronconi, Forlì 1715 circa {{cita testo|url=https://archive.org/details/bub_gb_paoZUPHkKw4C|titolo=Cronologia degl'abati del monastero di s. Mercuriale della città di Forlì dell'ordine di s. Benedetto Congregazione di Vallombrosa, e relazione delle cose più notabili fatte da loro, e occorse a lor tempo. estratte fedelmente dalle Memorie antiche, e autentiche, che si conservano nell'Archivio di detto monastero, e da altri l: Domenico Felice Balestra}}.
* Luigi Silvagni, ''Il campanile di San Mercuriale: Cenni storici'', Tipografia Valbonesi, Forlì 1912.
* [[Gustavo Giovannoni]], ''Il restauro del gruppo di S. Mercuriale'', Bologna 1941(?).
* [[Gustavo Giovannoni]], ''Notizie e commenti. Spalato: Palazzo di Diocleziano. Assisi: Chiesa superiore di S. Francesco. Forlì: Chiostro di S. Mercuriale'', in ''Palladio'', VI, n. 1, pp.&nbsp;34–39.
* Bruno Bazzoli, Sergio Selli, ''Abbazia San Mercuriale'', Faenza, 1960.
* P. Graziani, ''L’abbazia di S.Mercuriale dal IX al XII secolo'', Forlì 1981.
* Armando Ravaglioli, ''Il campanile di San Mercuriale: una città, una regione'', Ed. Roma centro storico, Roma 1983.
* Silvia D'Altri, ''L'Abbazia di San Mercuriale in Forlì'', Costa, Bologna 1998.
* Anna Colombi Ferretti, Luciana Prati, Ulisse Tramonti (a cura di), ''Il complesso monumentale di San Mercuriale a Forlì: restauri'', STCgroup, s. l. 2000.
* Fabbri Sergio, ''Il campanile di San Mercuriale in Forlì e gli ultimi lavori di restauro'', Stilgraf, Cesena 2007.
 
== Altri progetti ==
==Galleria==
{{interprogetto|preposizione=sulla}}
<gallery>
 
Immagine:San_mercuriale.jpg|L'esterno
== Collegamenti esterni ==
Image:Interno dell'abbazia di San Mercuriale Forlì.JPG|L'nterno
* {{cita web|url=http://www.forli.tv/index.php?action=scheda_video&id_media=88|titolo=I tesori di San Mercuriale in un video di Forlì TV|urlmorto=sì|accesso=24 luglio 2007|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060506110420/http://www.forli.tv/index.php?action=scheda_video&id_media=88}}
File:San Mercuriale, notturno con neve.JPG
* {{cita testo|url=http://www.vatican.va/holy_father//john_xxiii/apost_letters/1959/documents/hf_j-xxiii_apl_19590116_fori-livii_lt.html|titolo=Lettera apostolica di papa Giovanni XXIII sulla Chiesa di San Mercuriale, in latino}}
</gallery>
 
{{Controllo di autorità}}
{{portale|architettura|cattolicesimo}}
 
{{Portale|Cattolicesimo|architettura|}}
[[Categoria:Chiese romaniche dell'Emilia-Romagna]]
[[Categoria:AbbazieChiese dell'Emiliadella diocesi di Forlì-RomagnaBertinoro|Mercuriale]]
[[categoriaCategoria:BasilicheAbbazie della provincia di Forlì-Cesena|Mercuriale]]
[[Categoria:Basiliche dell'Emilia-Romagna|Forli]]
[[Categoria:Chiese di Forlì|Mercuriale]]
 
[[en:Abbey of San Mercuriale, Forlì]]